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Lazio: tesserato Kristjan Matosevic

Come riportato da tuttomercatoweb la Lazio ha tesserato il portiere ex Catania Kristjan Matosevic. Il portiere sloveno arriva in prestito. Matosevic è arrivato in Sicilia dal Koper nella stagione scorsa.

 

Lorenzo Centioni

Lazio: sfuma la pista Borini, la punta è del Sunderland

L’attaccante del Liverpool seguito da molto vicino dalla Lazio, passa ufficialmente al Sunderland per 8 mln. di sterline. Borini firma un contratto di 4 anni con i Black Cats.

Fonte Skysport 24.

Rush finale per il calciomercato che si concluderà alle 23 di stasera, restate connessi con Laziochannel.it.

Lorenzo Centioni

La Lazio ritira Keita dal mercato

Nelle ultime ore continuavano a circolare voci di un possibile trasferimento di Balde Diao Keita. Sul giovane calciatore biancoceleste si erano soffermate le attenzioni di diverse squadre italiane ed estere. Dopo averne sempre negato la cessione, Lotito era entrato nell’ordine di idee di cedere il giocatore fissandone il prezzo in 25 milioni ma poco fa è tornato sui propri passi ritirando il calciatore dal mercato.

Ufficiale: Gonzalez all’Atlas

Ora è ufficiale, Alvaro Gonzalez lascia la Lazio. Dopo cinque anni trascorsi alla corte di Lotito, l’uruguaiano lascia la capitale. Questo il comunicato della società biancoceleste: “La S.S. Lazio comunica che l’atleta Álvaro González è stato ceduto a titolo temporaneo con diritto di opzione al club messicano Atlas”.

KEEP CALM AND FORZA LAZIO!

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Difficile trovare il giusto modo per iniziare questo editoriale, soprattutto dopo la cocente sconfitta per 4-0 patita ieri sera contro  il Chievo Verona. Ripeto 4-0 contro il Chievo Verona. E’ davvero difficile restare calmi ma dobbiamo esserlo.

La Lazio, lo dicono i dati, non è partita molto bene in questa annata che doveva quantomeno iniziare sotto ben altri auspici. La condizione fisica della squadra è imbarazzante, causata da una preparazione blanda figlia di esigenze di marketing spicciolo. A questa grave lacuna – a cui Pioli probabilmente porrà rimedio con dei richiami di preparazione – vanno aggiunte anche le assenze che ieri sera e nella trasferta in Germania hanno complicato non poco i piani della Lazio. La società a tal merito non ha colpe, però, è pur vero che su cinque nuovi acquisti fatti durante il calciomercato, nessuno di questi si è rivelato un instant player. Invece, tutti noi ci aspettavamo dei piccoli rinforzi per le doppie sfide decisive contro Juventus e Bayer Leverkusen.

E’ pur vero che ieri, da uomo di calcio, ancor prima che giornalista, posso affermare che le prime tre reti del Chievo sono nate da colpi di fortuna clamorosi. Il primo gol subito è un autogol bello e buono (anche se va sottolineato che de Vrij era fuori posizione e lontano dalla sua zona di competenza). Sul secondo gol, se Meggiorini ci riprovasse altre diecimila volte a fare quel tacchetto volante di drop, probabilmente rischierebbe di infortunarsi e di abbandonare il terreno di gioco per diversi mesi. E invece no, Meggiorini ha azzeccato un assist fantastico che ha lasciato tutti di stucco, tranne Paloschi, abile a posizionarsi al centro dell’area e ad insaccare indisturbato. Non parliamo poi della punizione di Birsa – giocatore anonimo a Torino e a Milano – che con la sua parabola all’incrocio dei pali  ha rievocato nella mia mente una punizione di Maradona contro la Juventus.

Le responsabilità di questo inizio stagione disastroso non possono essere imputate al tecnico che, tutto sommato, ha dimostrato di essere un mister preparato e ambizioso. Le uniche due osservazioni da fare a Pioli sono due: la prima è perché si continua a dare fiducia a un portiere come Berisha (ieri parzialmente colpevole sul gol di Birsa), quando in panchina si ha un giovane talento romano come Guerrieri? La seconda osservazione è, invece, sul modulo. Una squadra a corto di ossigeno deve rinforzare la linea mediana per cercare di far muro davanti alla difesa e proporre qualche pallone interessante per gli uomini dell’attacco. Fare sempre e comunque il 4-3-3 è uno sbaglio. Tuttavia, per onestà intellettuale, dobbiamo anche precisare che se Candreva e Keita avessero realizzato il gol dell’uno a zero dopo appena dieci minuti di gioco, la partita avrebbe preso ben altra piega. Magari la squadra romana avrebbe perduto comunque, ma certamente non con 4 reti al passivo.

A noi tifosi, non ci resta che masticare amaro. Stasera si chiuderà il mercato, che ancora una volta ha visto la società di Lotito muoversi in sordina, acquistando giocatori pressoché sconosciuti e che hanno bisogno di tempo per integrarsi nel nostro calcio. Augurandoci che Milinkovic-Savic, Morrison e Kishna possano far bene nel nostro campionato, a noi non resta che sperare che questa settimana di riposo faccia bene alla truppa di mister Pioli, un uomo stimato da tutto l’ambiente e dalla nostra redazione.

Per il resto cosa dirvi… Keep calm and Forza Lazio.

Sempre e comunque dalla stessa parte ci troverai.

Davide Sperati

Cana lascia la Lazio, va al Nantes

Cana-Lazio, le strade si separano. Dopo quattro anni all’ombra del Colosseo, il difensore albanese lascia infatti la Lazio ceduto a titolo definitivo al Nantes. E’ un ritorno per lui in Francia dopo le 9 stagioni con le maglie di Psg e Olympique Marsiglia. La Lazio si leva un importante ingaggio, ed ora proverà ad operare in entrata, anche se il tempo stringe!

Biglia, la Juve ci prova?

Juve e Lazio non stanno certo vivendo un momento d’oro dal punto di  vista dei risultati, ma il loro accostamento potrebbe non essere solo questo. Come riporta il Corriere dello Sport infatti, la dirigenza bianconera potrebbe tentare un nuovo assalto per Luca Biglia. Trattativa difficile da fare, a maggior ragione per il poco tempo rimasta, ma in queste ore tutto può succedere. Sempre secondo il quotidiano capitolino la Juve potrebbe offrire 25 milioni di Euro più il cartellino di Sturaro. Meno di 10 ore alla fine del mercato, ore che si preannunciano decisamente frenetiche…

I problemi della Lazio: il mal di rimonta post svantaggio

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Le prime partite di questa stagione hanno evidenziato un dato preoccupante in casa Lazio: ovvero, se i biancocelesti vanno in svantaggio non sanno rimontare. Prendono schiaffi e ne rimangono tramortiti, senza riuscire a restituirli. È successo 16 volte con Pioli al timone e solo in 4 occasioni si sono portati a casa punti (10 per la precisione, in virtù delle vittorie con Parma, Milan nel ritorno, Palermo e il pari di Bergamo). Solo sconfitte invece nelle altre 12 occasioni, come con il Milan all’andata. Adesso sta a Pioli trovare il giusto rimedio ad un problema che l’estate ha acuito, come si è visto a Shanghai e a Leverkusen. Due apparizioni in cui, andata sotto, la Lazio non ha mai dato l’impressione di riprendere in mano le redini del gioco e anzi ha il più delle volte spianato la strada alle goleade avversarie. Un difetto che neanche il mercato (finora) è stato in grado di correggere. A Pioli il compito di sfruttare la sosta per lavorare sulla testa e sulla personalità dei suoi ragazzi.

Fabio Villani

Ultime ore di mercato, Lazio tra partenze (certe) e arrivi (probabili)

È arrivato il 31 agosto e per la Lazio, come per le altre squadre di A, si chiudono le porte del calciomercato. In casa biancoceleste le novità più grosse dovrebbero riguardare le uscite, con Cana passato al Nantes e alcuni giovani che dovrebbero essere piazzati (tra i quali il terzino classe 97 Pasqualoni, passato in queste ore ufficialmente al Novara) e Lulic e Keita su cui si attendono sviluppi. Difficile un addio di Biglia, per il quale c’è stato un sondaggio della Juve, non si escludono novità neanche in entrata, nonostante Tare abbia dichiarato chiuso la campagna acquisti con l’arrivo di Milinkovic-Savic. È il caso ad esempio di Matri, che non sarebbe convinto del trasferimento al West Ham e che avrebbe chiesto al Milan di riprendere i contatti con la Lazio. L’ultima alternativa porta il nome di Matias Suarez classe 1988, argentino con passaporto belga. Costa 5 milioni e può essere impiegato sia da prima punta che da esterno sinistro. Lazio che guarda anche in difesa, dove si valutano i profili di Andreolli, in uscita dall’Inter, e Zuniga, esubero del Napoli e che piace anche alla Samp. Il pentolone dunque bolle: vedremo cosa ne uscirà fuori al gong, previsto per le 23.

Dal Catania al Chievo: la Lazio e quella bestia nera chiamata Rolando Maran

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Un aggettivo, spauracchio, un nome Rolando Maran. Con il 4-0 di ieri, il tecnico clivense ha mostrato di aver fatto l’abbonamento alla vittoria con poker sui biancocelesti.

La prima volta si verificò nella stagione 2012-2013 sulla panchina del Catania, dove arrivò dopo una promozione sfiorata col Varese conducendo gli etnei al record di punti, 56. All’epoca sulla panchina biancoceleste sedeva Vladimir Petkovic, il vate del calcio tutto pressing e dominio dell’avversario. Anche quel giorno i capitolini furono travolti in quel del Cibali con quattro reti che trafissero la porta difesa da Albano Bizzarri (sì, proprio lui). E curioso notare come anche in quell’occasione i siciliani chiusero la prima frazione sul 3-0, per poi archiviare definitivamente la pratica nella ripresa con il gol del definitivo 4-0.

Un onta che la Lazio lavò prima al ritorno, battendo i rossazzurri all’Olimpico per 2-1, e poi nella stagione successiva, con un 3-1 che segna la prima fine dell’avventura siciliana di Maran. A lui subentra Gigi De Canio, che però non riesce a far meglio e pochi mesi dopo viene sostituito di nuovo da Maran, che a febbraio centra i primi tre punti della sua seconda gestione. Indovinate contro chi? Contro la Lazio, battuta 3-1 al Massimino. Una vittoria che sarà l’unica nell’anno per il tecnico, nuovamente esonerato ad aprile con il Catania fanalino di coda.

Ad ottobre Maran approda al Chievo, chiamato a sostituire Corini per risollevare le sorti dei gialloblu. Contro la Lazio esordisce con due pareggi, 0-0 in casa e un 1-1 in trasferta che segna il primo punto conquistato dai veronesi nella tana biancoceleste dal 2005-06. E ieri sera il capolavoro, un 4-0 che segna per Maran la terza vittoria in sette scontri diretti con i biancocelesti. Una serata che a Verona non dimenticheranno tanto facilmente, visto che era dal 2005-06 che i gialloblu non si imponevano con uno scarto così rotondo (dal 4-0 dei ragazzi di Pillon sulla Reggina di Mazzarri). La Lazio ha eguagliato questo poco invidiabile primato, ma volendo può ancora cambiare la statistica. Chissà, magari già nel prossimo confronto…

Corradi a I Laziali Sono Qua: “Lazio, adesso fidati di Pioli!”

Un bomber indimenticabile per la tifoseria biancoceleste. Dalla rovesciata contro il Modena ai gol in Champions League e in finale di Coppa Italia contro la Juventus, Bernardo Corradi ha rappresentato un punto fermo in una delle Lazio più belle dei tempi recenti, quella del decennio scorso guidata in panchina da Roberto Mancini. L’ex attaccante biancoceleste è stato ospite della trasmissione radiofonica, punto di riferimento per tutta la tifoseria biancocelste, “I Laziali Sono Qua”, in onda sugli 88.100 di Elle Radio e condotta da Danilo Galdino e Vincenzo Oliva.

MANCANZA DI REAZIONE – Si parte ovviamente dal tracollo di Verona, con Corradi che racconta la sua idea sulla partita del Bentegodi: “Guardando la partita di ieri, sembra evidente che l’uscita dalla Champions League abbia causato un blocco psicologico. La squadra mi è sembrata in difficoltà anche a livello fisico, non in grado di rispondere ad uno “schiaffo” preso, come riusciva meglio nella passata stagione. Sia a Leverkusen che a Verona è mancata la capacità di reazione.

IL PESO DELLA DELUSIONE – Analizzando le cause che hanno portato ad un avvio di stagione così deludente, il bomber della “Banda Mancini” ha un’opinione piuttosto netta: “Non credo, conoscendo la qualità del lavoro di Pioli, che sia un problema di metodi di allenamento. Da un anno all’altro non si può peggiorare così radicalmente, di punto in bianco. Credo che in molti, me compreso, avessero fatto più di un pensierino sul passaggio del turno in Champions. La delusione patita in Germania ha lasciato degli strascichi, ed ha influito sulla convinzione che la squadra avrebbe dovuto mettere in campo a Verona.

TRA COLPE E SFORTUNA – Corradi distingue anche nettamente la sconfitta di Champions con quella di domenica sera: “Purtroppo la fortuna è un po’ mancata in un momento decisivo: ma se a Leverkusen alcune attenuanti non erano mancate, dal rigore negato all’espulsione troppo severa di Mauricio, contro il Chievo Pioli si è giustamente lamentato perché una sconfitta così, senza attenuanti, affonda le radici anche nell’atteggiamento tenuto in campo dalla squadra.”

MERCATISSIMO – Le ultime ore di mercato monopolizzano l’attenzione. Corradi ipotizza dove e come si potrebbe intervenire: “Non conosco le condizioni attuali degli attaccanti infortunati: Keita ha provato ad adattarsi come prima punta, ma è un processo di mutazione che avrebbe richiesto più tempo. Secondo me se qualcuno arriverà, sarà all’interno di una trattativa già avviata da tempo: non si possono prendere decisioni importanti nell’ultimo giorno di mercato, per cui la società se agirà, avrà già pianificato da tempo quello che eventualmente accadrà oggi.

SERVE COMPATTEZZA – Su Pioli Corradi non ha poi dubbi: “Lazio-Udinese, dopo la sosta, non credo sarà uno spartiacque per il futuro del tecnico e della squadra in generale: con Pioli la Lazio ha trovato una figura di riferimento della quale può fidarsi. E’ normale pensare che sia fondamentale vincere contro i friulani, ma io mi accontenterei di vedere un cambio di atteggiamento. I numeri dicono che nelle partite ufficiali la Lazio ha realizzato finora tre gol subendone dieci. Servirà quindi una dimostrazione di solidità per dimostrare che la squadra può tornare ai livelli dell’anno scorso, a prescindere dal fatto che partite come quella di Leverkusen sono state anche pesantemente influenzate da errori individuali. Ma contro il Chievo l’undici in campo è apparso slegato, bisognerà migliorare questo aspetto da subito.

IL PUNTO SUL CAMPIONATO – Un’ultima considerazione sul campionato: “La Juventus sta vivendo un momento di difficoltà, e si stanno affacciando realtà importanti rispetto alle ultime due stagioni. L’Inter non ha giocato brillantemente, ma ha già accumulato sei punti di vantaggio sui bianconeri. Il Milan ha investito tanto sull’attacco, ha i terminali offensivi giusti ma dovrebbe rinforzare anche gli altri reparti, viste le difficoltà evidenziate in fase di costruzione. Il Napoli è sempre il solito, ha un alieno lì davanti, ma tante altre lacune. Torino-Fiorentina ha dimostrato come i granata potrebbero essere una sorpresa assoluta: i viola nel primo tempo sono stati devastanti, ma i giovani del Toro possono togliersi enormi soddisfazioni. Infine, l’altra squadra della città, che ha secondo me impresso la svolta con l’acquisto di un grande centravanti. Questo però potrebbe segnare la fine della lunghissima storia di un simbolo come il capitano giallorosso, che sembra ai margini del progetto, almeno per il momento. Resta il fatto che la Juventus, in dieci e sotto di due gol, ha mancato la rimonta solo per un miracolo del portiere giallorosso. Le assenze di Marchisio e Khedira hanno messo ancor di più in difficoltà un centrocampo già orfano di Pirlo. Ma l’assenza che si farà più sentire in casa bianconera, a mio avviso, sarà quella di Tevez. La reazione di ieri mi fa pensare che la Juventus dirà ancora la sua, se non sarà più afflitta dagli infortuni.

Fabio Belli

La Lazio dei fantasmi, da Milinkovic-Savic a Hoedt

Carlos Passerini sull’edizione odierna del Corriere della Sera si sofferma sulle carenze strutturali della Lazio, evidenti dopo lo 0-4 in casa del Chievo. In particolare si parla del mancato intervento della società sul mercato per ruoli che hanno mostrato mancanze come l’esterno sinistro e il centravanti. Ma viene anche analizzato il sistematico non utilizzo di alcuni nuovi acquisti, sui quali peraltro si sono investite cifre non indifferenti.

I SOLITI IGNOTI – La notte del Bentegodi sembrava quella giusta per l’esordio in campionato di Wesley Hoedt, prelevato dall’AZ Alkmaar: Pioli ha di nuovo preferito Gentiletti, che ha sofferto terribilmente la velocità degli attaccanti clivensi. Peggio ancora è andata a Milinkovic-Savic, pagato quasi dieci milioni di euro e rimasto a scaldare la panchina per tutta la partita, sia a Leverkusen, sia a Verona. Un investimento forse in prospettiva, ma alla Lazio attuale probabilmente serviva altro.

I tifosi della Lazio contestano dopo il disastro a Verona

La Repubblica nell’articolo a firma di Giulio Cardone e Stefano Fiori sottolinea la rabbia dei tifosi dopo lo 0-4 in casa del Chievo. Un drappello di sostenitori biancocelesti ha cercato il confronto con la squadra di rientro da Verona all’aeroporto di Fiumicino. Il bersaglio delle critiche dei supporters resta però principalmente la società, accusata di non aver operato sul mercato per rinforzare la squadra. Le ultime 24 ore di trattative, che chiuderanno alle ore 23 di oggi, lunedì 31 agosto, difficilmente vedranno l’arrivo di nuovi elementi per la rosa di mister Pioli. A meno che Senad Lulic non lasci la Lazio come ipotizzato: dalla cessione del bosniaco, che avrebbe rifiutato la proposta di rinnovo del contratto della Lazio, potrebbero arrivare le risorse per un colpo last minute.

De Vrij e Lulic, bocciatura totale nella notte del Bentegodi

Le pagelle del Corriere dello Sport – Stadio a firma di Daniele Rindone faticano a trovare un unico colpevole nel tracollo del Bentegodi. Scorrendo i voti di Chievo-Lazio appare evidente però chi, secondo il quotidiano romano, ha tradito pesantemente le aspettative.

DAL VOTACCIO ALLA CESSIONE – Sono in quattro a “guadagnarsi” il voto più basso, un secco 4, e per Lulic la mesta esibizione del Bentegodi potrebbe anche essere stata l’ultima in maglia biancoceleste. Si ipotizza una cessione per l’esterno bosniaco, mentre la bocciatura senza mezzi termini riguarda anche Cataldi, fuori dal gioco, l’impacciato portiere Berisha e Santiago Gentiletti, devastato dalle accelerazioni di Paloschi e Meggiorini. Colpisce anche il 4.5 assegnato a quello che l’anno scorso era stato uno dei migliori difensori della Serie A, quello Stefan De Vrij ancora lontanissimo da un’ottimale forma fisica.

Figuraccia Lazio, perché questa (im)preparazione?

La Gazzetta dello Sport analizza tramite la penna di Fabio Bianchi il tracollo del Bentegodi. Lo fa, oltre a parlare senza mezzi termini di figuraccia, anche puntando i riflettori sulla scarsa reattività dei biancocelesti in campo. Un problema che si trascina dalla Supercoppa giocata ad inizio agosto.

ALLA RICERCA DELLA FORMA PERDUTA – Molte grandi, dovendo affrontare molteplici impegni ravvicinati, hanno probabilmente calcato la mano sui carichi di lavoro, per avere benefici a lungo termine. Un’impostazione di lavoro che, se confermata, si sarebbe rivelata un boomerang che la Lazio, che tra Shanghai e Leverkusen si giocava una buona fetta di stagione già ad agosto. Persi gli obiettivi, il contraccolpo piscologico è arrivato puntuale contro il Chievo.

Felipe Anderson, e poi non ti ho visto più…

I 50.000 di Lazio-Empoli, l’ottava vittoria consecutiva, il secondo posto è una sorpresa impensabile a inizio stagione. Juventus-Lazio del 18 aprile scorso è un faccia a faccia per la vetta, prima contro seconda. Certo, il vantaggio bianconero non consente voli pindarici, ma da circa quattro mesi la Lazio ha di nuovo in rosa un giocatore capace di rendere tutto possibile. Dopo quindici mesi da oggetto misterioso, infatti, in un pigro pomeriggio di Coppa Italia contro il Varese, Felipe Anderson si è sbloccato. Gol dalla lunga distanza contro il fanalino di coda della Serie B. Un fuoco di paglia? La prima di una serie di meraviglie che in campionato contro l’Empoli arrivano a dieci. Il popolo laziale ha un nuovo idolo.

CERCASI FELIPE – FA7, come viene ribattezzato dalla stampa nazionale (memorabile una copertina del Guerin Sportivo) da dicembre ad aprile è il giocatore più decisivo del campionato. Nemmeno i problemi personali, col padre coinvolto in una brutta vicenda giudiziaria in Brasile, fermano il “Pipe“, che si presenta allo Juventus Stadium con i gradi di spauracchio. Il 18 aprile del 2015, Felipe Anderson però sparisce. In una partita difficile per la Lazio, funestata da diverse assenze, su tutte quella di De Vrij, contro i Campioni d’Italia del passato, del presente e anche del futuro in quella serata, dopo il 2-0 finale. La gente pensa quello che aveva già immaginato in quel pomeriggio di Lazio-Varese: “Sarà un fuoco di paglia.” Stavolta, ovviamente, nel senso ottimista dell’affermazione.

IRREVERSIBILE – Il finale di stagione della Lazio è coraggioso, triste tra la Coppa Italia e il derby ed esaltante per il terzo posto finalmente raggiunto. Ma di Anderson, nessuna traccia. Qualche sprazzo, qualche giocata, anche una scellerata corsa all’indietro al “San Paolo”, in un match poi consegnato alla storia. Ma in estate i tifosi si aspettano di vedere FA7, nel frattempo diventato FA10, tirato a lucido. Le aspettative sono direttamente proporzionali  all’esose valutazioni di mercato che vengono accostate al brasiliano (e che qualcuno, forse imprudentemente, forse no, oggi rimpiange). E invece tra Leverkusen e Verona è Felipe l’emblema del naufragio della Lazio: impalpabile alla BayArena, immalinconito in panchina al Bentegodi, in campo quando era ormai davvero troppo tardi. L’uomo della provvidenza della passata stagione si è trasformato da Mago di Oz ad illusionista da quattro soldi, di quelli che fanno cadere la carta nascosta nella manica. Ma per invertire un declino che da quello Juve-Lazio sembra irreversibile, i mezzi tecnici ci sono. Bisogna solo scovarli, sepolti tra le amnesie di una Lazio che oggi è lo specchio del suo campione brasiliano: una bruttissima copia dell’anno scorso.

Fabio Belli

Maran e Meggiorini in coro: “L’errore di Candreva ha cambiato la partita”. Paloschi: “Noi bravi ad aggredirli”

Intervistato da Sky Sport Rolando Maran ha commentato la gara contro la Lazio: “Non è stata una partita facile: la Lazio è partita forte e poteva andare subito in vantaggio. Da lì la partita è cambiata. Abbiamo creato tanto e concretizzato quasi tutto. Stiamo bene e iniziamo a raccogliere ciò che abbiamo seminato”. Poi il tecnico dei clivensi ha parlato in conferenza stampa: “Complimenti alla squadra, ha fatto la partita che volevo in modo attento e coraggioso. Il risultato dice altro, ma in realtà all’inizio la Lazio ci ha messo sotto. Abbiamo fatto 4 gol, anzi 5 perché quello di Paloschi era regolare. Meggiorini ha fatto un assist che da solo vale il prezzo del biglietto. Cosa chiedere di più?”.

Su Chievo Tv ha parlato Meggiorini, protagonista della partita con un gol e uno splendido assist: “Quando ho visto la palla lunga di Gobbi ha provato a prenderla così perché ce l’avevo sul mancino. Ci ho provato ed è andata bene. Paloschi è sempre appostato in area, sapevo che rimettendo la palla in mezzo avrei creato un’occasione pericolosa. Abbiamo avuto fortuna sull’episodio di Candreva dopo pochi minuti, io sono stato fortunato in occasione del primo gol che è stato deviato ma abbiamo strameritato. Ce la siamo guadagnata finalizzando al meglio le occasioni avute, anzi ne potevamo fare altre 1-2 in più”.

Anche Paloschi ha parlato a Chievo tv: “Il Chievo ha fatto una grande partita ottenendo i 3 punti e dobbiamo continuare così. Meggiorini ha fatto una cosa incredibile. Lui questi colpi ce li ha. Dobbiamo continuare così e siamo contenti di arrivare alla sosta con 6 punti. Nazionale? Non ci penso, adesso pensiamo a preparare la prossima partita al meglio. Stasera siamo stati bravi ad aggredirli subito, a farli sentire il fiato sul collo. All’inizio Bizzarri ha fatto una grande parata e subito dopo abbiamo trovato il gol. Da lì abbiamo acquisito sicurezza e abbiamo fatto ciò che ci chiedeva il mister”.

 

Pioli fa mea culpa: “Pessima figura, questa non è la Lazio”

E’ un Pioli deluso e rammaricato quello che interviene a Mediaset Premium a fine gara: “Purtroppo è sotto gli occhi di tutti: oggi non siamo stati squadra e non ho avuto le risposte che mi aspettavo – ha ammesso il tecnico emiliano -. Una sconfitta che non fa parte dei nostri atteggiamenti. Abbiamo subito un contraccolpo dopo mercoledì, ma siamo la Lazio e dovevamo giocare da tale. La sosta ci aiuterà a ritrovare la voglia di vincere che ci caratterizza e che stasera non si è vista”. Pioli dribbla la domanda sul mercato: “Sicuramente noi non possiamo giocare così al di là del mercato e al di là degli infortuni. Stasera è scesa una squadra competitiva, non siamo questi, dobbiamo fare un esame di coscienza tutti quanti, io per primo che li alleno e li motivo. Lotito? Era arrabbiato come me, è normale vista la pessima figura e non ce lo possiamo permettere”. Sicuramente la squadra ha risentito della debacle di Champions: “Abbiamo pagato mentalmente la sconfitta di Leverkusen, abbiamo avuto il calo dopo il gol preso. Questo vuol dire che o siamo presuntuosi o che non sappiamo reagire. Non possiamo diventare così deboli e fragili dopo un gol preso. C’è da lavorare tanto e bene, così non va. Le assenze ci sono ma non possiamo essere questi qua. Bisogna cambiare regitro velocemente altrimenti andremo incontro a delle delusioni. La squadra può fare di più, dobbiamo invertire la rotta. Abbiamo tante partite e dimostreremo che non siamo quelli di stasera”.

Il tecnico emiliano ha poi proseguito su Lazio Style Radio: “Stasera troppe cose non hanno funzionato. Non siamo stati squadra dopo il gol subito. Non abbiamo giocato da Lazio. Siamo tutti responsabili, io per primo. Dobbiamo abbassare la testa e lavorare, perché la Lazio non è quella di stasera. E’ inaccettabile questa prestazione, specie dopo mercoledì. Ho cercato di stimolare e pungolare i giocatori per darli carica ma ci siamo squagliati dopo il gol. Le assenze non contano, stasera è scesa in campo una squadra competitiva. Dobbiamo tornare a giocare da Lazio che non può essere questa. Non abbiamo onorato la maglia ed ora è giusto che i giocatori abbiano la testa bassa e si sentano tutti responsabili. Ora è il momento di smetterla di parlare di contraccolpo. Ok abbiamo fallito degli obiettivi ma la stagione è lunga e ce ne saranno di nuovi di obiettivi. Dobbiamo ricompattarci e ritrovare quello spirito che ti rende competitivo. Nel calcio ci sta di perdere, ma non così. Stasera siamo tutti colpevoli, non abbiamo fatto nulla che la squadra doveva fare, ma noi non siamo questi perché conosco la squadra. Quando si subiscono tanti gol si dà colpa alla difesa ma la fase difensiva la fa tutta la squadra. Dobbiamo tornare a essere una squadra più solida e meno perforabile”.

Radu: “Chiediamo scusa ai tifosi. Stateci vicino”

Intervenuto su Lazio Style Radio, uno Stefan Radu visibilmente dispiaciuto si è scusato coi tifosi: “Cosa non va? Non va niente, siamo un po’ giù di morale dopo queste due sconfitte. Dobbiamo rialzarci e ripartire dopo la sosta. Chiediamo scusa ai tifosi per le ultime due prestazioni, speriamo che ci stiano vicini in questo momento particolare. Abbiamo sbagliato l’occasione iniziale, avrebbe aperto la partita, ma dopo il gol del Chievo non abbiamo avuto reazioni e loro hanno sfruttato il nostro momento no per colpirci. Dobbiamo abbassare la testa e lavorare di più. Dobbiamo tornare la squadra di prima che difendeva in 11 e attaccava in 11. Se faremo queste cose torneremo quelli di prima. La sosta viene in un momento giusto. Dobbiamo guardarci in faccia e capire come stanno le cose. Dobbiamo ripartire. Non voglio trovare scuse per la sconfitta di Champions e per questa. Chiudiamo questo capitolo e ripartiamo. Vi prometto che daremo il massimo per uscire da questa situazione”.

CONFERENZA – Pioli: “Chiedo scusa ai tifosi. La squadra ha risentito dell’eliminazione dalla Champions”

Amareggiato mister Pioli per la brutta sconfitta dei suoi, ha espresso tutto il suo rammarico nella conferenza stampa del dopo partita di Chievo Lazio. Di seguito la conferenza completa:

Cosa succede alla Lazio?

“Non possiamo essere questi. Chiediamo scusa per la non prestazione di stasera. Dobbiamo cambiare registro immediatamente perché una squadra come la Lazio non può non avere reazione dopo una difficoltà”.

Si è rotto il giocattolo?

“Ci sta mancando la mentalità ed è negativo visto che è il nostro punto di forza. Stiamo mancando nello spirito di sacrificio e nella voglia di lottare. Non stiamo mettendo in campo le nostre qualità. Noi non siamo questi, non sono questi i valori che possiamo mettere in campo”.

Pancia piena dopo la scorsa ottima stagione?

“Pancia piena di cosa che non abbiamo vinto niente?! Questo inizio di stagione doveva avvalorare quanto fatto lo scorso campionato. Non è concepibile che abbiamo la pancia piena. Il problema è che abbiamo subito un contraccolpo dopo l’eliminazione dalla Champions. Ho fatto delle scelte per avere delle risposte che non ho avuto. Sono il primo responsabile e se le risposte sono queste vuol dire che devo lavorare meglio e lo devono fare anche i giocatori”.

Che tipo di mentalità serve alla Lazio per uscire da questa crisi? Con Lotito cosa vi siete detti?

“Le difficoltà le abbiamo avute e le avremo, ma le grandi squadre sono quelle che reagiscono, che sanno tener duro in questi momenti. Io capisco che l’eliminazione di mercoledì è stata una delusione per tutti noi, ma dobbiamo reagire. Mi aspettavo una mentalità diversa. Adesso si azzera tutto per tutti, dobbiamo lavorare in profondità. La sosta arriva nel momento giusto, dobbiamo ritrovare la mentalità di prima. Il presidente era giustamente arrabbiato perché non abbiamo onorato la maglia”.

Candreva, Parolo e Anderson stanno deludendo…

“Non voglio fare l’errore di parlare dei singoli. Qui il problema è di squadra che deve mettere in campo prestazioni più forti, soprattutto mentalmente. Stiamo concedendo troppo ai nostri avversari”.

Fabrizio Piepoli