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Giuseppe Materazzi a I Laziali Sono Qua: “Forza laziali reagiamo e domenica tutti allo stadio”

E’ stato il primo allenatore del ritorno della Lazio in serie A, dopo il biennio di mister Fascetti. Giuseppe Materazzi si è seduto sulla panchina della squadra biancoceleste nelle stagioni 1988-’89 e 1989-’90. Intervistato dalla trasmissione I Laziali Sono Qua di Danilo Galdino e Vincenzo Oliva su Elle Radio 88.100 (in onda dal lunedì al sabato dalle 10:00 alle 13:00) il tecnico di Arborea ha ricordato la storica vittoria del 3 settembre 1989 della sua Lazio in quel di San Siro: “La Lazio deve riprendere la tradizione di vincere a Milano (ride, ndr). Quello era il Milan di Gullit e Van Basten, pieno di campioni. Per vincere contro certe squadre serve fortuna, cuore, temperamento e voglia di sacrificarsi”. Materazzi fa un parallelismo tra la sua Lazio e quella di oggi: “La società ha preso buoni giocatori, però serve anche spirito di sacrificio perché se si pensa che i problemi li risolvano sempre gli altri non si va da nessuna parte. Invece bisogna lottare tutti insieme, specie nei momenti di difficoltà. E poi bisogna credere in quel che si fa. La squadra cerca sempre di fare tanti gol, però è importante anche vincere 1 a 0, pure con un autogol. La Lazio è troppo convinta delle proprie potenzialità però si fa infilare facilmente in contropiede dalle squadra avversarie. Tu puoi anche prendere gol però poi devi reagire con la forza di volontà, senza pensare che il tuo compagno o l’ultimo arrivato possano risolvere tutti i problemi. Da laziale voglio vedere la lazialità nei giocatori e nella gente, che in passato ha sempre dimostrato vicinanza alla squadra nei momenti di difficoltà”. 

PAROLA ALLA DIFESA – Nell’ultimo giorno di mercato la Lazio ha preso in prestito Matri dal Milan: “E’ un ottimo giocatore. La Lazio è strutturata in un certo modo, i capisaldi già ce li aveva. La scelta di Matri sarà stata ponderata. Secondo me è importante non prendere gol, poi puoi segnare anche al 90′, ma se prendi 2-3 gol poi diventa dura recuperare. Vanno ripristinati gli equilibri prima di tutto”. Le prime uscite stagionali hanno visto Berisha difendere i pali della Lazio. Il portiere albanese non ha ben figurato, ma Materazzi preferisce non parlare dei singoli: “Quando le cose vanno male, vanno male per tutti. E’ normale che un portiere esperto dà sicurezza a tutto il reparto, però non getterai la croce addosso solo al portiere. Tutta la squadra deve reagire, come tutto l’ambiente: facciamo i laziali!”.

SULLA PARTITA DI UDINE – In questa prima parte di stagione sono mancati gli uomini chiave che lo scorso campionato hanno portato la Lazio al terzo posto: “Candreva e Anderson devono essere trainanti dato che sono importantissimi per questa squadra. Sicuramente lo saranno. L’Udinese sta andando bene, ha battuto anche la Juve. Se la squadra si mette a giocare con la giusta mentalità e col giusto temperamento, con equilibrio soprattutto difensivo, le cose cambieranno presto. Le qualità e la voglia sicuramente non mancano ai giocatori della Lazio”. La Lazio stenta a decollare, ma anche le altre squadre balbettano: “Tutte le squadre zoppicano. La Roma ha un ottimo potenziale e darà fastidio alla Juve che ha perso giocatori importanti e deve ritrovare gli equilibri. Le milanesi sono cantieri aperti, specie il Milan. Il Napoli non riesce ad assimilare le direttive di Sarri. Le sorprese sono Sassuolo e Palermo che hanno mantenuto le squadre intatte, dimostrando che alla fine la progettualità paga”. 

FIDUCIA ALLA LAZIO – Nonostante l’avvio thriller, Materazzi si fida della rosa di Pioli: “La Lazio sta faticando, sono gli imprevisti del calcio, ma i giocatori lo sanno: se erano bravi prima adesso non possono essere diventati brocchi. Devono tirare fuori le loro qualità e fidarsi del loro allenatore. Una vittoria contro l’Udinese proietterebbe la squadra nelle posizioni che le competono”. Infine Materazzi lancia un messaggio ai tifosi laziali: Crediamoci e domenica tutti allo stadio!”.

Fabrizio Piepoli

Corso per DS Figc, anche Di Vaio tra i partecipanti

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Ci sarà anche un ex laziale tra i 47 partecipanti del corso per direttore sportivo organizzato dalla Figc e che avrà luogo a partire dal 7 settembre presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano. Si tratta di Marco Di Vaio, che, insieme all’ex giallorosso Federico Balzaretti e ad altri “colleghi”, sarà impegnato per complessive 120 ore (e non più 96 come in passato). Di seguito la lista completa dei partecipanti:

Marcelo Mateos APARICIO
Massimiliano FUSANI
Enrico ASCHERI
Pietro FUSCO
Federico BALZARETTI
Emanuele GERMANO
Massimo BETTA
Oscar MAGONI
Sasa BJELANOVIC
Giampaolo MARCHEGGIANI (nella foto)
Mark BRESCIANO
Santo MATINELLA
Andrea CALCE
Alessandro MERLIN
Roberto CANAPA
Andrea MUSSI
Sergio CARNESALINI
Francesco MUSUMECI
Salvatore CATANIA (art. 9)
Michele ORABONA
Terry CAVAZZANA
Rita ORGASMO (art. 6)
De Luca Vinicio
CESAR Enzo PASSARELLI
Vittorio CORSINI
Antonio PIEDEPALUMBO
Pasquale COSTAGLIOLA
Francesco PISTOLESI
Tony D’AMICO
Ciro POLITO
Daniele DEOMA
Sandro Antonio PORCHIA
Massimo DEPAOLI
Fabrizio TAZZIOLI
Antonio DI BATTISTA
Pasquale USSIA
Marco DI VAIO
Federico VALDAMBRINI
Alexandre DJOMO WAFO
Razvan ZAMFIR (art. 8)
Mariano Antonio FERNANDEZ FARINA
Massimiliano ZUDDAS
Pasquale FOGGIA

Per quanto previsto al punto 7 la F.I.G.C. ammette al corso: Edoardo CABRINI, Mauro LEO, Gianni PAGLIA e Paolo POPONI

Mauri il leader ritrovato

La Lazio alla ripresa con l’Udinese potrà contare di nuovo su uno dei leader della passata stagione: l’ex capitano Stefano Mauri. Il brianzolo si è aggregato al gruppo di Pioli solo a fine agosto ed è ancora in ritardo di condizione ma in questi giorni sta lavorando duro per tonare quanto prima a disposizione del tecnico. Il suo apporto è importante – come riporta l’edizione odierna del Corriere dello Sport –  Mauri vuole ritornare all’Olimpico da protagonista. Ha riabbracciato la Lazio a Ferragosto dopo che il procuratore federale Palazzi ha fatto sapere che non avrebbe rischiato il processo bis per le dichiarazione di Ilievsky alla Procura di Cremona. In attesa della chiamata giusta si è allenato in solitudine a partire dal 7 luglio, aspettando di conoscere il proprio destino e valutando le offerte in arrivo dall’estero e dall’Italia.

RIFLESSIONI – Nonostante la separazione iniziale il vecchio capitano laziale non era mai uscito dal progetto. Alla fine del campionato, non a caso, Mauri faceva parte del gruppo e il ds Tare aveva scelto l’ex Manchester United Morrison come figura alternativa nel ruolo di trequartista. Il vento politico di giugno, però, convinse la società a frenare. Federbet minacciava, non si sa bene su quali basi, l’esclusione della Lazio dalle Coppe europee e un esposto di un club italiano all’Uefa aveva provocato un’indagine di secondo livello a Nyon. Venne convocata la Sampdoria per il caso Guberti e anche la Lazio per analizzare la situazione legata a Mauri. Il rischio di essere estromessi dai preliminari di Champions venne superato in modo brillante, ma il rischio che la Procura federale potesse riaprire il processo esisteva e in questo caso, a livello Uefa e nella prossima stagione, le ripercussioni ci sarebbero state. Ecco perché Lotito e Mauri a malincuore, nei primi giorni di luglio, decisero di separarsi.

NUOVA VITA –  A Ferragosto gli scenari disciplinari sono cambiati totalmente e Mauri era arrivato sino al Tnas, tre gradi di giudizio. Per la procedura sportiva non può essere giudicato un’altra volta per gli stessi fatti e senza che le dichiarazioni di Ilievsky (si era consegnato in primavera a Cremona) avessero portato elementi nuovi e tali per riaprire il processo. Non esistevano rischi in chiave futura e allora due settimane fa, con una squadra piena di giovani e con qualche paura, la società e Pioli hanno deciso di richiamarlo. Ovviamente è stato anche inserito nella lista Uefa per l’Europa League. Mauri può fare comodo in campo e nello spogliatoio, porta personalità, conosce l’ambiente, può essere una guida per il gruppo.

Pioli al lavoro per riportare in alto la Lazio

La ricetta di Pioli per tornare in alto è semplice: ritrovare la condizione fisica, gli stimoli e soprattutto la propria linea difensiva che nelle prime importanti uscite stagionali ha dimostrato di non essere all’altezza della passata stagione. La permanenza a Shangai nei primi mesi di agosto – come scrive il Corriere dello Sport nell’edizione odierna – ha alterato i programmi e costretto ad un mini ritiro nel Cadore. Pioli aveva preventivato difficoltà nel primo periodo, ha dovuto lavorare più sulla brillantezza che sulla tenuta, dato l’avvicinarsi della doppia sfida contro il Bayer. Rispetto alla sua prima avventura in biancoceleste, il tecnico di comune accordo con il proprio staff ha deciso di ridurre i carichi di lavoro del 10/15%. La sosta per gli impegni delle nazionali, in questo senso, scende come manna dal cielo. Permetterà a Mauri e a Matri di essere pronti per il prossimo appuntamento di campionato. Gli infortunati (Marchetti, Biglia, Djordjevic e Klose) procedono invece verso il reintegro in gruppo.

COSA NON VA – Innanzitutto durante la sosta Pioli procederà a ricompattare il gruppo facendo ritrovare ai suoi ragazzi l’entusiasmo perduto, rispetto ad una stagione fa c’è meno voglia di lottare su ogni pallone, di rincorrere l’avversario, di fare una corsa in più per il compagno in difficoltà. I senatori saranno di grosso aiuto per i tecnico perchè saranno loro a trainare i gruppo dei giovani. Dal punto di vista tecnico la Lazio ha palesato una linea difensiva non proprio all’altezza. Numeri da brivido: nelle prime 9 uscite stagionali, comprese le amichevoli, i capitolini hanno incassato in totale 20 reti. Per quanto riguarda i singoli De Vrij è apparso spaesato mentre Radu  sta incappando in una preoccupante involuzione. Qualcosa si è inceppato, i meccanismi sono lontani dal funzionare in modo corretto e la condizione fisica approssimativa incide parecchio. Il recupero palla nella metà campo avversaria è sporadico, i giocatori non hanno ancora la brillantezza per portare il pressing alto, gli uomini d’attacco faticano ad essere i primi difensori. L’undici finisce per essere più statico, dunque prevedibile e meno aggressivo, specialmente in mediana.

FOTO E VIDEO ESCLUSIVI – Matri in Paideia

L’altro ieri l’annuncio, ieri il primo allenamento e oggi è tempo di visite mediche per Alessandro Matri, arrivato nella capitale nelle ultime ore di mercato. Di seguito le foto e i video esclusivi dai nostri inviati alla clinica Paideia Stefano Gaudino e Vincenzo Pompa:

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Le foto e i video appartengono a Laziohannel.it e possono essere utilizzati soltanto previo consenso del direttore responsabile. Per eventuali richieste contattare la redazione al seguente indirizzo email: redazione@laziochannel.it

Cresce il dato degli abbonamenti. Superata quota 12000

La S.S. Lazio, attraverso il sito ufficiale del club, ha comunicato il dato degli abbonamenti. Ad oggi sono stati venduti 12300 abbonati. Ciò è stato evidenziato anche tramite il profilo Twitter con l’hastag #AvantiLazio.

 


La Società ha prorogato la scadenza confermando che la vendita è ancora attiva. Obiettivo è quello di incrementare il numero di tifosi presenti allo Stadio grazie ad una serie di offerte alla portata anche di nuclei familiari. Per maggiori informazioni si rimanda al link presente sul sito ufficiale della Lazio (Campagna Abbonamenti).

Due settimane di pausa, un bene o un male?

Due settimane di pausa. Ci voleva, si potrebbe pensare. O forse no, direbbero altri. Il calcio è uno sport strano, intrinseco di valori fisici e mentali come pochi altri. Si gioca con i piedi, vero. Ma ancor più vero è che i piedi sono mossi e governati dalla testa. Una cosa è certa, la Lazio adesso di testa non c’è. Logico e normale avere un momento di sbandamento nel momento in cui perdi un obiettivo per cui hai lottato per un anno. Adesso però è tempo di rialzarsi. Se è più facile farlo avendo quindici giorni di pausa, come dice qualcuno, o sarebbe stato più facile tornare subito in campo per non pensare troppo, come dicono altri, non ho la presunzione di saperlo. Ora sta a Pioli, in primis, ed a tutti i suoi ragazzi, sfruttare questo momento di pausa, che il calendario offre. Lavorare sul fisico per aiutare la mente, o viceversa, questo il lavoro dello staff tecnico. Perché la Lazio torni ad essere quella dello scorso anno serve un lavoro congiunto di tutti, con obiettivi comuni e traguardi condivisi. Perché la Lazio non può essere, anzi non è, quella di Leverkusen e Verona.

 

Un cartellino verde per premiare il Fair Play

La Serie B avrà una novità che partirà da questa stagione: il cartellino verde. Gli arbitri sperimenteranno questa regola già presente nella Primavera. Il cartellino verde serve a premiare le buone azioni dette anche Fair Play. Al termine della gara i direttori di gara annoteranno azioni come la correttezza in campo, la lealtà sportiva, l’ammettere simulazioni. Questo serve ad incentivare i giocatori, e soprattutto i giovani, a dare il buon esempio a chi segue il calcio. La sperimentazione avverrà, per ora, solo nella serie cadetta, per testarne la praticità e l’utilità. Ma le riforme nel calcio sembrano non finire qui. Infatti Platini vorrebbe inserire l’espulsione a tempo, come accade nell’hockey o nella pallanuoto. In questo caso si farebbe ricorso al cartellino bianco. Quest’ultima, pero’ è solo un’ipotesi ancora tutta da valutare.

“Forza bomber”, gli auguri di Vieri e Brocchi a Matri

Forza bomber“, “In bocca al lupo, non esisteva soluzione migliore“. Questi sono i due commenti di Vieri e Brocchi tramite i loro profili Instagram. I due, tra l’altro ex Lazio, hanno elogiato la scelta di Matri e postato la sua foto con la sciarpa biancoceleste. Gli attestati di stima e di incoraggiamento per l’ex ariete rossonero, sono frutto di un’amicizia in campo e fuori tra il bomber laziale e gli ex laziali. Tutti i tifosi biancocelesti sperano che possa percorrere la stessa strada che fece Vieri alla lazio, una strada piena di gol e giocate fantastiche.

Berisha : “Grazie alla Lazio sono in perfetta forma”

Finora le prestazioni di Berisha con la maglia della Lazio non sono state esaltanti, ma gli sono comunque valse la convocazione nella nazionale albanese. Intervistato dal portale panorama-sport.com, Berisha ha detto: Per me è stato molto importante e molto positivo aver giocato le ultime partite con la Lazio. Questo mi ha aiutato molto a trovare la forma fisica” .

Di Marzio rivela: “La Lazio ha detto no al Manchester United”

Il giornalista di Sky Gianluca Di Marzio ha rilasciato ai microfoni di tuttomercatoweb, una breve panoramica sul mercato, indicando in particolare qual è stato il vero colpo del mercato biancoceleste : “La Lazio? Matri può servire ma il miglior acquisto è stato trattenere Felipe Anderson su cui fino all’ultimo c’era il Manchester United“.
Parole che fanno sicuramente piacere al popolo laziale, speranzosi di vedere al più presto il loro FA10 e le sue magie. 

Cavanda, la Turchia e il Trabzonspor

Luis Pedro Cavanda riparte dalla Turchia, dal Trabzonspor.

“Quando ero alla Lazio ho incontrato il Trabzonspor in Europa League, ho capito subito l’atmosfera che si respira. Il calore dei tifosi è incredibile, sono stati decisivi per la mia scelta”.

Il belga-angolano si è raccontato ai microfoni di 61SAAT.com:

 “Ci alleniamo molto, quando ho del tempo libero mi piace stare con la mia famiglia. Trebisonda è una città che vive di calcio. Per grandezza non è paragonabile a Roma o a Istanbul, ma si vive molto bene ed è un posto ideale per giocare.”

La concorrenza con Bosingwa?

“Per me è un un onore essere in competizione con lui, è un grande giocatore con parecchia esperienza. Da lui posso solo imparare. In passato ho già avuto modo di conoscerlo perché un mio amico di infanzia era parente dello zio di Bosingwa”.

Cavanda ha poi continuato parlando del suo ruolo: 

“Ho giocato terzino sinistro quando era necessario, alla Lazio mi è capitato spesso”.

Cavanda conclude parlando dei traguardi da raggiungere insieme ai suoi compagni:

“Abbiamo iniziato bene la stagione, cercheremo di fare del nostro meglio. Siamo una buona squadra e siamo fiduciosi, vogliamo vincere il campionato e diventare delle leggende. Mi piacerebbe indossare questa maglia per molti anni!”.

Filippini: “La Lazio ha tutte le carte in regola”

L’ex centrocampista della Lazio, Emanuele Filippini, fa il punto della situazione ai microfoni di Lazio Style Radio. Il bresciano è stato in campo un grande faticatore, che ha tenuto in piedi il centrocampo bianco celeste in momenti duri e indimenticabili per ogni tifoso laziale. Dopo la pausa per gli impegni delle nazionali, La Lazio affronterà l’Udinese all’Olimpico:

“Pioli dovrà ricompattare il gruppo, dopo questa pausa. E’ stato un brutto inizio, tra finale di Supercoppa e i preliminari di Champions. Poi la brutta sconfitta con il Chievo. Il contraccolpo psicologico può capitare. Ma la Lazio ha tutte le carte in regola per fare bene anche quest’anno. Anche durante lo scorso campionato, la Lazio ha collezionato 4 sconfitte su cinque gare nella partenza”

Cosa ne pensi dell’acquisto di Matri?

“Come giocatore mi piace, è un attaccante da area di rigore. Non è molto completo, ma sicuramente questo arrivo può dare maggior spinta alla Lazio. Ci sarà poi della sana competizione: quando è leale e sana può far crescere ancor di più i valori. Si può incastrare bene nel gioco di Pioli, ma anche l’anno scorso gli attaccanti hanno fatto bene”

E contro l’Udinese toccherà ripartire:

“E’ un’avversaria da prendere con le pinze. E’ una squadra ancora da definire, ha dimostrato che in casa e fuori può metterti in difficoltà”

Infine, sul mercato:

“Al primo posto metterei l’Inter, ha comprato molti giocatori ma bisogna vedere come si comportano nel campionato. Poi Roma. A pari merito, Lazio e Juve. Quest’ultima ha cambiato molto, ma è riuscita a ricostruire una squadra ottima per il futuro”. 

Fonte Tuttomercatoweb

Lorenzo Centioni

Giordano al Tatabanya: “Simbolo e colori simili, è il destino. Pioli doveva farsi sentire di più”

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Dopo Tommaso Rocchi, un altro ex laziale farà parte dello staff del Tatabanya. Si tratta di Bruno Giordano, scelto dalla nuova proprietà italiana del club magiaro per guidare la squadra alla conquista della massima serie nazionale. Della nuova esperienza il diretto interessato ha parlato ai microfoni de Lalaziosiamonoi:

La trattativa è nata come con tutte le proprietà italiane: ho incontrato gente seria con tanta determinazione e voglia di creare qualcosa di importante. E che sopratutto mi fa fare il calcio, che per me è la cosa più importante, perché vuol dire che c’è stima nei miei confronti. Il fatto poi che c’era Rocchi ha influito molto sulla scelta“.

“Sarà un segno del destino che il simbolo e i colori sono simili a quelli della Lazio. Sia chiaro, avrei accettato anche se fossero stati altri colori, ma mi piace considerare questi segni, sopratutto a livello scaramantico. Purtroppo allenare in Italia è molto difficile, quindi per me farlo qui o da un altra parte non ha importanza, l’importante è avere un campo dove lavorare e migliorarsi”.

La dirigenza è italiana: per esempio c’è Massimo Caroletti che è il Direttore Generale e un po’ il rappresentante della società. Per loro fare calcio all’estero non è un declassamento, anche perché come strutture il paese non è messo peggio del nostro. Anzi con la serietà e il lavoro stanno approfittando del nostro stallo per raggiungerci”.

Rocchi? L’ho sempre stimato, a Roma ha fatto grandi cose senza mai polemizzare. Come Ledesma è uscito in punta di piedi e forse ha ricevuto meno di quanto ha dato. Sono onorato di allenare un campione e un grande professionista come lui, che certamente sarà un esempio per i compagni“.

Obiettivi? Per ora abbiamo un solo punto, quindi dovremo essere perfetti per arrivare alla promozione. Speriamo di farcela, perché abbiamo una rosa più che valida, ma non sarà facile

“La Lazio? Purtroppo, tanto per la squadra quanto per i giocatori, la conferma dopo una stagione andata bene non è mai semplice. Forse si è sopravvalutato il gruppo o forse c’è meno motivazione. Anche a livello fisico la squadra ha perso qualcosa. Per fortuna tempo per recuperare ce n’è, ma obiettivamente le aspettative erano di gran lunga superiori. Anche sul mercato gli altri hanno fatto grandi cose, mentre noi abbiamo abbandonato le certezze e ci siamo affidati a giovani che tanto possono esplodere quanto no. Per riprendersi dunque servirà in primis che la società protegga la squadra e l’allenatore“.

Pioli sta facendo fatica ad imporsi sulle scelte tecniche. Lo scorso anno ha compiuto un impresa straordinaria e quest’estate forse avrebbe dovuto farsi sentire di più. È strano che a Roma non si riesca a confermarsi l’anno dopo: purtroppo i risultati non sono arrivati e la società non ha saputo dare le giuste risposte ai tifosi. Per esempio non capisco perché Matri è stato preso ora e non durante il preliminare, quando avrebbe potuto essere d’aiuto

“Per caratteristiche Matri è l’attaccante migliore che si poteva prendere. È un buon giocatore che sa lanciarsi negli spazi e manovrare l’azione. Se motivato e in condizione può disputare un ottima stagione“.

Mauri? Vedendo la partita con il Chievo tutti avrebbero potuto essere utili per risollevare la situazione. Tuttavia se la squadra non so regge in piedi non basta un giocatore per risollevarla. Stefano ha esperienza e sa destreggiarsi bene in situazioni complicate, ma anche con lui abbiamo subito sconfitte pesanti. D’altra parte però può costituire uno di quei giocatori esperti a cui i più giovani si possono aggrappare in caso di bisogno

Primavera, la Lazio domina nel ranking: primo posto a +6 dalla Roma

Con la composizione dei gironi di campionato, la Lega Calcio ha anche stilato l’annuale ranking delle formazioni Primavera, aggiornandolo con i risultati della stagione 2014/15. La Lazio si conferma regina del settore giovanile nazionale, consolidando il primato già ottenuto nella passata stagione. Primo posto a quota 79 punti per la Lazio di Simone Inzaghi, con ben 6 lunghezze di vantaggio sulla Roma seconda: un successo frutto dei titoli conquistati nella passata stagione, con la Supercoppa e la seconda Coppa Italia consecutiva messa in bacheca, e lo scudetto perso solo ai calci di rigore nella finalissima contro il Torino.

Di seguito, il ranking completo con tutte le formazioni partecipanti al campionato Primavera:

LAZIO 79 punti

ROMA 73

TORINO 72

FIORENTINA 71

MILAN 69

JUVENTUS 69

INTER 67

CHIEVO 64

ATALANTA 60

PALERMO 57

EMPOLI 50

NAPOLI 48

GENOA 45

SAMPDORIA 41

UDINESE 40

BOLOGNA 37

NOVARA 34

BARI 33

BRESCIA 31

CESENA 30

LIVORNO 30

SPEZIA 27

SASSUOLO 26

ASCOLI 24

CAGLIARI 23

PESCARA 18

HELLAS VERONA 17

CROTONE 16

VICENZA 14

PRO VERCELLI 12

LATINA 10

TERNANA 10

MODENA 9

VIRTUS ENTELLA 8

CARPI 7

PERUGIA 7

FROSINONE 6

TRAPANI 6

VIRTUS LANCIANO 4

AVELLINO 2

COMO 0

SALERNITANA 0

Primavera, ecco i gironi di campionato: Lazio confermata nel gruppo C

Nessuna sorpresa da parte della Lega Calcio per quanto riguarda la composizione dei gironi del campionato Primavera: la Lazio è stata confermata nel gruppo C, il raggruppamento centro-meridionale, e saranno sempre Roma, Napoli, Palermo ed Empoli, come l’anno scorso, le principali avversarie della squadra di Simone Inzaghi nella regular season.

Entro la fine della settimana prevista anche la formulazione dei calendari: ecco di seguito la composizione del girone C con tutte le avversarie della Lazio in campionato.

Ascoli

Avellino

Bari

Crotone

Empoli

Frosinone

Latina

Lazio

Napoli

Palermo

Pescara

Roma

Ternana

Virtus Lanciano

Simone Milani a “I Laziali Sono Qua”: “La Lazio era e resta il mio sogno”

Supercoppa, Coppa Italia (vinta in finale contro la Roma!) e scudetto sfiorato. Tra i protagonisti della straordinaria stagione dello scorso anno della Lazio Primavera c’è anche Simone Milani, che oltre a fornire il suo contributo sul campo, ha fatto sfoggio di grande lazialità. Un amore per i colori biancocelesti che ha fatto proseliti sui social network, coi tifosi laziali commossi dalle dichiarazioni di fedeltà all’aquila del giovane, promettente attaccante. Che concluso il suo cammino con la Primavera biancoceleste, è passato ora tra le fila del San Severo Calcio per provare a completare il salto nel calcio che conta. Simone Milani è intervenuto nella popolare trasmissione in onda sugli 88.100 di Elle Radio, I Laziali Sono Qua, e con i conduttori Danilo Galdino e Vincenzo Oliva ha fatto il punto sul momento attuale della Lazio.

Subito la richiesta di aprire l’album dei ricordi, indicando il gol più bello realizzato in maglia biancoceleste: “Il gol al quale sono più affezionato durante la mia esperienza con la Lazio è quello che ho realizzato con gli Allievi Nazionali dedicandolo al preparatore atletico La Penna, che oggi purtroppo non c’è più. Quel giorno aveva predetto che avrei segnato, e sono corso subito ad abbracciarlo dopo aver realizzato la rete.”

Parlando di ricordi, il derby del primo maggio e la “Coppa in Faccia Primavera” non può non essere menzionato. “Avevamo perso l’andata: ero carichissimo prima della sfida perché io sento il derby da una settimana prima. In quel caso rivivere in Primavera l’emozione del 26 maggio, allo Stadio Olimpico, impreziosiva il match di significati mai visti. Una cosa che probabilmente non ricapiterà più: purtroppo aver perso di misura ha alzato ancora di più la tensione agonistica della sfida di ritorno, ma questo ci ha dato una grinta che abbiamo messo in campo anche in tutti gli allenamenti. E in campo abbiamo dato tutto, grazie a tutta la squadra abbiamo conquistato un trofeo storico.”

Le immagini di Milani durante i festeggiamenti sulla vetrata della Nord sono rimaste nell’immaginario collettivo biancoceleste. Un episodio particolare riguarda una bambina che non era riuscita ad avere una maglietta dai giocatori: Milani è andato allora in panchina per regalare almeno un fratino alla piccola. “La foto della ragazzina mi è stata inviata due settimane fa dalla mamma: mi ha fatto veramente felice vederla così contenta per un gesto che per me è stato comunque istintivo, fatto col cuore. Da ragazzino sognavo sempre che un giocatore mi lanciasse la maglia, ricordo quanto era importante: anche se non eravamo in prima squadra, sapevo che da un piccolo gesto di disponibilità poteva nascere una grande felicità.”

Sul momento difficile della Lazio, Milani ha le idee piuttosto chiare: “Contro il Chievo l’atteggiamento della squadra ha colpito: non si può accettare. La sconfitta di Leverkusen poteva avere delle ragioni, quella di Verona no, anche se a volte purtroppo queste partite capitano. Nonostante tutto resto fiducioso, mi piacciono gli acquisti che sono stati fatti. Giocatori di prospettiva, bisogna dare credito a questi ragazzi: non bisogna d’altronde festeggiare ad agosto come fa qualcun altro. Adesso bisogna buttarsi a testa bassa sull’impegno con l’Udinese, per dimostrare quanto veramente vale la Lazio.”

Un’ultima considerazione Milani la riserva al futuro e alle sue aspirazioni: “Il mio sogno l’ho già realizzato: vincere un derby sul prato dell’Olimpico e correre sotto quella calda, esultante Curva Nord a festeggiare. E’ logico che io come tutti i tifosi laziali darei la vita per giocare una partita con la maglia biancoceleste. Vorrei tornare per fare molto di più, e riversare in campo il mio amore per la Lazio.”

La Lazio sogna lo scudetto del 1915: la petizione online sfiora le 25.000 firme

Il primo scudetto della Capitale? Potrebbe diventare quello del 1915, rigorosamente biancoceleste. L’iniziativa intrapresa dall’avvocato Gianluca Mignogna sta riscuotendo un successo sempre più ampio. Si chiede infatti alla Federazione Italiana Giuoco Calcio di rivedere la decisione che cento anni fa assegnò d’ufficio il titolo ai campioni del nord del Genoa. Il campionato era allora diviso tra Italia settentrionale e centro-meridionale: le formazioni vincitrici delle due divisioni si contendevano successivamente il primato nella finalissima. Match in quella stagione che si sarebbe dovuto disputare tra Genoa e Lazio, mai svoltosi a causa dello scoppio della Grande Guerra. Un conflitto al quale gli atleti laziali pagarono un tributo altissimo, con oltre trenta atleti della Polisportiva caduti al fronte. L’assegnazione dello scudetto ex aequo, riconoscendo il titolo sia ai campioni del nord che del centro-sud, sarebbe anche un modo per onorare quegli eroi di guerra. L’iniziativa dell’avvocato Mignogna procede spedita, e tramite l’istituzione della Consulta Biancazzurra ha coinvolto quasi tutte le componenti del tifo laziale, dagli organi d’informazione ai tifosi in ogni parte del mondo.

Questo il link della petizione online su Change.org, per tutti coloro che volessero dare il loro sostegno all’iniziativa per permettere alla Lazio di vedersi riconosciuto lo scudetto del 1915: link QUI!

Doppia seduta a Formello: Matri c’è, Djordjevic no

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Doppia seduta senza i Nazionali. Questo il programma previsto per la giornata da Stefano Pioli per restituire ai suoi ragazzi la brillantezza perduta. L’avvio c’è stato alle 10 con un lavoro atletico, al quale ha partecipato anche il nuovo arrivato Matri, al suo secondo allenamento con la maglia biancoceleste. L’ex rossonero ha fatto una corsa cronometrata sul campo e domani si sottoporrà alle visite mediche in Paideia.

Assente invece Djordjevic: il serbo, che è in via di ripresa e ieri non ha preso parte alla partitella in famiglia, dovrebbe tornare in campo nel pomeriggio e recuperare per l’Udinese dopo la sosta. Diversamente da Biglia, che ieri ha svolto altri controlli, e Klose, che dovrebbe rientrare per fine settembre.

Assenti anche i Nazionali: Berisha, De Vrij, Parolo, Lulic, Candreva, Oikonomidis, Cataldi, Milinkovic-Savic, Hoedt, Kishna e Felipe Anderson. 

Il lungo addio di Cristian Ledesma: al Santos con una valigia piena di Lazio e di ricordi

Ha salutato tutti con uno zainetto sulla spalla. Dentro, migliaia di cuori laziali che idealmente lo hanno già visto dire addio nella notte di Napoli. L’assist servito su un piatto d’argento per quella Champions che, seppur attraverso l’angusta e stretta porta del preliminare, anche lui avrebbe meritato di assaporare.

Cristian Ledesma è stato la Lazio e della Lazio per nove lunghi anni. Un matrimonio sotto tutti gli aspetti, con momenti di crisi profonda da separati in casa, quando nel 2009 chiese uno svincolo poi concesso a Pandev ma non a lui. Che ha saputo riprendersi la squadra, come se nulla fosse, con l’arrivo di Edy Reja in panchina. Ma anche con momenti di profonda euforia, i derby vinti, la fascia da capitano, le Coppe alzate al cielo.

Era arrivato tra lo scetticismo generale, a causa dello scandalo Calciopoli sembrava addirittura dovesse prendersi sulle spalle la squadra in Serie B. Pericolo sventato in appello, e Delio Rossi gli consegnò le chiavi di un centrocampo inizialmente macchinoso. E le critiche si rincorsero, “è lento“, marchio che spesso viene affibbiato a chi staziona sulla linea mediana senza incisività. Una notte di dicembre, collocazione temporale inusuale per un derby, tutto cambiò. Fu il giorno dello “scaldabagno“, uno dei gol più incredibili mai realizzati dalla Lazio nella storia della stracittadina. L’esultanza che ne seguì fu sfrenata, liberatoria, quattro mesi di critiche che esplodono in un urlo catartico. Tutti compresero subito che sarebbe stata una notte magica, e il risultato finale fu il più rotondo della storia del derby: 3-0, con Ledesma nuovo padrone del centrocampo.

Quel campionato, così come l’ultimo, si chiuse con un terzo posto. In quel caso però, superato lo scoglio del preliminare, la Lazio poté misurarsi anche nella fase a gironi con le grandi d’Europa. E fu il delirio nella serata di Lazio-Real Madrid: 70.000 spettatori e Ledesma a dettare i tempi della zona nevralgica del campo contro i galacticos. Van Nistelrooy contro Pandev, finì 2-2 in tutti i sensi in una partita in cui Mudingayi sembrava Mascherano, e Ledesma si scoprì un leader a tutti gli effetti. Lo fu anche quando, quasi due anni dopo, la Lazio dell’era Lotito alzò al cielo la sua prima Coppa Italia. C’era anche lui tra i rigoristi contro la Sampdoria, ma non c’era a Pechino, nell’incredibile colpaccio in Supercoppa contro l’Inter di Mourinho destinata da li a poco al triplete. Era iniziata la guerra fredda che l’avrebbe riportato in campo solo a febbraio, per scacciare l’incubo della B.

Con Reja, il centrocampista venuto dalla Patagonia trovò la sua definitiva collocazione a centrocampo: anni da titolare inamovibile, tra alti e bassi e una Champions sfiorata due volte. Fotofinish amari: la soddisfazione più grande, invece, neanche a dirlo quale fu. Il 26 maggio del 2013, naturalmente. Una partita per lui conclusa in anticipo, aquila ferita ad attendere col cuore in gola il triplice fischio finale, e poi la corsa sotto la Nord. Stavolta non un urlo liberatorio, ma un pianto, come a ricacciare in gola tutte le sofferenze, per potersi finalmente abbandonare ad un’estate di soli festeggiamenti assieme al popolo laziale.

Ora Cristian, argentino della Patagonia trapiantato in Salento (dove ha trovato l’amore) e romano d’adozione, va a chiudere la sua carriera in Brasile vestendo la maglia che è stata di Pelè. Al Santos Ledesma si porta una valigia piena di ricordi, di sogni, di Lazio. Il modo più bello di chiudere uno dei capitoli più significativi del romanzo di una carriera e di una vita.

Siete tutti qui dentro.Ciao amici miei! E….sempre Forza Lazio

Posted by Cristian Daniel Ledesma on Martedì 1 settembre 2015

 

Fabio Belli