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Ballardini esalta Matri: “La Lazio ha preso un buon giocatore e un grande uomo”

Il nome di Davide Ballardine rievoca brutti ricordi nei tifosi laziali. Il tecnico ha infatti allenato i biancocelesti nella stagione 2009-2010 fino al suo esonero avvenuto con la Lazio al terzultimo posto. Tuttavia, Ballardini conosce benissimo Matri avendolo allenato ai tempi di Cagliari. Ballardini al portale lalaziosiamonoi.it ha sponsorizzato l’arrivo del centravanti lombardo: La Lazio ha fatto un ottimo acquisto, Matri è un ragazzo meraviglioso, disponibile. Ha grandi qualità, è un primo attaccante intelligente, può giocare sia da solo che al fianco di un compagno. Per il numero di partite che ha giocato negli anni non ha segnato poco. Ha bisogno della fiducia dell’allenatore e di trovare continuità, a Roma può fare bene e segnare tanti gol. La Lazio non ha preso solo un buon giocatore, ma anche un grande uomo”. 

Scambio di complimenti tra la Nargi e Brocchi su Instagram

Dopo l’intervista di questa mattina di Cristian Brocchi  in cui consiglia e spiega all’ex compagno rossonero Matri il comportamento da tenere per conquistare la piazza biancoceleste, su Instagram sono apparsi i ringraziamenti della compagna dell’attaccante laziale, Federica Nargi che ha scritto: “Bellissima intervista amico @cristian_brocchi_32 Grande uomo dentro e fuori dal campo”.

instagram nargi-brocchi

 

SERIE A – Le big alzano il tetto ingaggi, ma la Lazio lo abbassa. De Rossi il più pagato

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Un interessante articolo, a firma della Gazzetta dello Sport, evidenzia come si sia alzato il tetto ingaggi delle 20 squadre di Serie A. Si è passati dagli 849 mln dalla passata stagione agli 882 mln di quest’anno. Un incremento non indifferente di 33 mln. Merito soprattutto delle big d’Italia: Juventus 124 mln (+6 mln rispetto allo scorso campionato), Roma 113 mln (+15 mln), Milan 101 mln (+7 mln), Inter 94 mln (+24 mln), Napoli 74 mln (+4 mln). Controcorrente, invece, la Lazio che ha abbassato il monte ingaggi passando dai 55 mln dello scorso campionato ai 52 di quest’anno, merito di una massiccia operazione di sfoltimento. La squadra col tetto ingaggi più basso è il neopromosso Frosinone con 8 mln, cui giocatore più “ricco” è Longo che percepisce 300mila euro.

Per quanto riguarda i giocatori, la palma del più pagato la vince anche quest’anno De Rossi con i suoi 6,5 mln netti a stagione. Segue il bomber del Napoli Higuain fermo a 5,5 mln e il baby gioiello juventuno Pogba che percepisce 4,5 mln. Per quanto riguarda la Lazio il giocatore più retribuito resta Klose (2 mln) seguito dall’ultimo arrivato Matri (1,5 mln) e da Biglia (1,4 mln), non considerando però i bonus. Di seguito la lista completa pubblicata dalla Gazzetta dello Sport:

Ingaggi serie A

Protti racconta: “Io alla Lazio per Zamorano”

Ha indossato la maglia della Lazio per una sola stagione, riuscendo però a fare breccia nel cuore dei tifosi con quel suo gol nel derby di ritorno del campionato 1996-96. Parliamo di Igor Protti, bomber di provincia, che nella capitale fu chiuso dai grandi attaccanti dell’epoca. Intervistato dal sito gianlucadimarzio.com, l’ex attaccante ha parlato di due suoi vecchi amori, Napoli e Lazio: “Paradossalmente sono due formazioni in questo momento in difficoltà, la Lazio ha subito delle sconfitte pesanti in Champions e in campionato, il Napoli non è sicuramente partito bene. Conosco le piazze, so quanto la gente sia legata alla squadra, quanto nei momenti belli sia vicina e quanto nei momenti difficili ci siano un po’ di polemiche. Mi auguro che presto si riprendano, altrimenti tutto diventerebbe sempre più complicato”. Protti racconta un curioso aneddoto legato al suo passaggio alla Lazio: “Nell’anno in cui da Bari andai alla Lazio, avevo trovato un accordo con l’Inter, che in quell’anno aveva Zamorano. Mi chiesero di aspettare la cessione di Ivan, che nell’ultima stagione non aveva fatto benissimo. L’Inter lo voleva cedere e mi dissero ‘quando vendiamo lui depositiamo il contratto con te’. Ho aspettato un po’, non riuscivano a cederlo, poi andai alla Lazio e Zamorano rimase all’Inter, e fece anche molto bene. Ero praticamente un giocatore nerazzurro fino ad un certo punto, poi le cose cambiarono e passai in biancoceleste”.

Gazza, cuor di leone

22 Novembre 2012, è la notte di Lazio – Tottenham match di Europa League decisivo per passare il girone, partita non indimenticabile, ma comunque uno 0 a 0 che garantisce ai biancocelesti il passaggio del turno.

La partita verrà ricordata però per un altro evento, decisamente unico.

Un brusio tambureggiante si leva in curva Nord, all’apparire di un gruppetto di persone in tribuna Monte Mario, all’interno di questo gruppetto, la Nord riconosce il suo eroe, è Paul Gascoigne.

Il gruppetto rimane in piedi ad osservare la curva e lo srotolarsi di uno striscione, che recita: Cuor di leone, puro talento, vero uomo, ancora il nostro eroe, bentornato Gazza”.

E’ un momento toccante, una leggenda biancoceleste torna all’Olimpico per salutare con un giro di campo i tifosi, che ancora una volta cantano per lui.

Commozione dunque, lo stesso sentimento che l’estroso centrocampista  mostrava nella semifinale mondiale di Italia ’90 contro la Germania Ovest, quello era il suo mondiale. Era il giocatore più giovane della competizione, portò l’Inghilterra in semifinale, cosa che non succedeva dal 1966. eppure Gazza piangeva, scoppiava in lacrime prima del triplice fischio, Gazza piangeva per un cartellino giallo, il quale gli avrebbe impedito di giocare la finale per squalifica. Quella finale non l’avrebbe giocata lo stesso perché l’Inghilterra perse ai rigori, ma quelle lacrime dicevano tanto, anzi dicevano tutto.

Ultimamente Sky.com, in un articolo che ripercorre i momenti più belli della carriera del centrocampista, lo ha definito funambolico. I laziali invece non lo etichettano, lo chiamano affettuosamente Gazza, perché per uno così non servono tanto le parole per descriverlo, quanto le immagini, tante immagini, quante ne ha regalate lui.

Si è rivisto quest’estate, ospite nella trasmissione Soccer AM, sorridente e spumeggiante come sempre. Scherza in trasmissione parlando del suo gol contro la Scozia nell’europeo del 1996. Una pioggia di critiche verso Gascoigne dipingevano l’atmosfera della vigilia di quel derby storico. Lui non rispose a parole, rispose sul campo. Minuto ’79, il numero 10 controlla il pallone e si lancia verso la porta scozzese, sombrero di sinistro al difensore Colin Hendry, che rimane con il volto all’insù a guardare il soleggiato cielo di Wembley, destro al volo, un bolide sul primo palo, Andy Goram, estremo difensore scozzese, può solo accasciarsi. Inghilterra 2 Scozia 0. Il giorno dopo il Daily Mirror titolerà: “Scusi, signor Paul Gascoigne.”

Gascoigne arriva a Roma nell’estate del ’92 per 15 miliardi di lire, andrà via nel 1995, 6 reti in 47 incontri. Ai più cinici verrebbe da dire: “Tutto qui?”, in questo caso voi lasciateli parlare, proprio come faceva lui.

Credo sia impossibile descrivere una figura calcistica così unica, se non farlo con un fiume d’immagini, quelle immagini che tanto hanno fatto divertire, che hanno regalato emozioni ai tifosi, perché questo è stato Gascoigne, e questo è il calcio, un emozione, forse la più bella, che è la voglia di giocare.

E allora via:

il numero 10, le finte e le corse a perdi fiato, gli scherzi a tutti, arbitri compresi, lo show davanti alle telecamere, motorini, innaffiatoi, linguacce, tuffi nelle pozzanghere… e quel gol di testa, a tre minuti dalla fine,  Roma riacciuffata sul 1 a 1, un’altra corsa a perdi fiato, sotto la Nord.

 

Lorenzo Centioni

Brocchi a Matri: “Devi rappresentare un popolo e dare il 100%. Così i laziali ti apprezzeranno”

Il nuovo acquisto della Lazio Alessandro Matri è il tema caldo in casa Lazio, tra chi è contento del suo arrivo e chi invece avrebbe preferito altro. Tra i suoi estimatori c’è un ex laziale, Christian Brocchi che al Corriere dello Sport si è detto soddisfatto dell’arrivo in biancoceleste dell’ex Milan: “All’inizio dell’estate gli avevano detto che sarebbe servito al Milan, ha rifiutato offerte importanti. Anche la Lazio aveva fatto un sondaggio. Alessandro non aveva detto no, ma c’era la volontà di restare al Milan. Le cose sono cambiate, s’è riproposta la Lazio, l’ha presa al volo, perché era la soluzione migliore, la più giusta. Siamo legati da una profonda amicizia, negli anni ha sempre parlato con me, lo conosco da quando era un ragazzo della Primavera. Tante volte in passato abbiamo parlato della Lazio e anche adesso. Se hai una persona vicina che ti viene a dire che è la soluzione migliore e quanto si sta bene a Roma forse è più facile scegliere. Ho un legame ancora forte con la Lazio, lo trasmetto anche mentre parlo”.

Un’amicizia nata ai tempi del Milan: “Giocava nella Primavera allenata da Franco Baresi, venne a fare un allenamento in prima squadra. Io un po’ sono fatto così. Capto, annuso, capisco se uno è un bravo ragazzo, umile. Quel giorno avevo notato un insieme di cose in Alessandro, era solo un allenamento, poi ci siamo conosciuti, lo apprezzavo in campo e fuori, l’ho preso in simpatia, lo seguivo. Quando non partiva titolare, il lunedì sulla lavagna della Primavera scrivevo “Bomber Matri deve sempre giocare”. E quando segnava scrivevo: “Anche oggi bomber l’ha messa dentro”. Era ancora un ragazzo, diventai un suo punto di riferimento, mi chiedeva consigli. Capitò anche quando andò in prestito al Prato e poi al Lumezzane, dove avevo giocato anch’io. Ricordo che mi chiamarono i dirigenti per chiedermi un parere su Alessandro. Le prime scelte, quando esci dalla Primavera, sono le più importanti. È nata questa amicizia, ero una sorta di fratello maggiore. Al Cagliari fece benissimo e venne preso dalla Juve. Nelle grandi squadre non è semplice. Alla prima stagione bianconera è stato capocannoniere, ma poi non ha avuto il giusto risalto, è stato scavalcato da altri, vivendo un periodo di alti e bassi. A livello mediatico non è mai stato spinto, può incidere. È un ragazzo umile, non stanza un fidanzamento importante con Federica Nargi, ha affrontato il gossip nella maniera più serena possibile vivendo semplicemente il suo amore. Li conosco bene, sono sempre stati tranquilli. Dopo è tornato al Milan e ha vissuto una parentesi sfortunata, venne pagato tanto, tutti si aspettavano segnasse un gol dietro l’altro, il Milan era in grande difficoltà. Alessandro non poteva risolvere e ha ripreso a girare. Ma dove è stato ha fatto bene, come al Genoa l’anno scorso prima di far vincere la Coppa Italia alla Juve segnando dei gol decisivi a Firenze in semifinale e alla Lazio in finale. Eppure davanti aveva attaccanti importanti come Tevez e Morata”.

Brocchi rivela che il club capitolino aveva cercato l’attaccante italiano già anni fa: La Lazio per tanti anni è stata vicina a Matri, anche quando andò alla Juve nel 2011 si era aperta una trattativa. C’è sempre stata stima da parte della società. Tare lo voleva, non si è mai riusciti a prenderlo sino a pochi giorni fa. Spero possa essere per Alessandro e per tutti l’operazione giusta. Per caratteristiche è quello che serve. Matri lavora molto per la squadra, non è solo un finalizzatore, attacca la profondità, non gioca da solo. Quando un tecnico come Pioli chiede determinati movimenti, avere un attaccante che riesci a farli si trasforma in un valore aggiunto”. Sul campionato l’ex mediano milanese ha detto: “Prevedo un campionato difficile, il livello si è alzato. Non ci saranno una o due squadre che ammazzeranno la lotta per il titolo. Milan e Lazio possono essere da Champions come altre squadre. L’equilibrio farà si che verrà premiata chi avrà maggiore continuità e la voglia di arrivare”.

Brocchi ha vestito la casacca biancoceleste per 5 anni e quindi può consigliare il suo amici:Come prima cosa gli ho detto: “non pensare di dover segnare, pensa solo a rappresentare un popolo che ha bisogno di sentirsi rappresentato. Dai il 100 per cento in ogni partita, anche se non farai gol, verrai apprezzato dai laziali. I tifosi troveranno un ragazzo con la voglia di far bene e di togliersi grandi soddisfazioni. Va tutelato e aiutato. Spero possano prenderlo come sanno fare in simpatia, spronandolo. Dovesse iniziare bene e sentendosi apprezzato, potrebbe togliersi grandi soddisfazioni. La fiducia è troppo importante per qualsiasi squadra e qualsiasi giocatore”. L’ex centrocampista biancoceleste poi parla di un altro suo amico, Stefano Mauri: “Si conoscono da tanti anni, non da ora. Ci sono amicizie in comune cresciute nel corso degli anni. E poi la fidanzata Federica è di Roma. Lo aiuterà. L’intelligenza di Stefano consiste nel sapere giocare in verticale, dando la palla giusta per l’attaccante. Matri è molto bravo a scattare in profondità, ha bisogno di uno vicino che lo sappia lanciare. Alla Juve lo serviva Pirlo, ora Mauri gli potrebbe dare una bella mano”. Chiosa finale con un sogno nel cassetto: “E ‘il mio obiettivo. Essere allenatori del settore giovanile è diverso. Qui imparare e crescere è più importante che vincere uno scudetto, portare tanti giocatori in prima squadra è l’obiettivo, spero di poter andare in categoria superiore con una conoscenza importante. Sarebbe un sogno allenare la Lazio. Perchè un sogno si avveri bisogna avere la pazienza giusta e crescere. Se un giorno dovesse presentarsi l’occasione, sarebbe l’ennesimo sogno della mia vita che si realizza”.

Primavera Tim Cup, ecco il tabellone: Lazio in campo dagli ottavi di finale

La Lega Calcio ha svelato il tabellone della Primavera Tim Cup 2015/16. Competizione alla quale la Lazio è particolarmente affezionata, essendo la squadra di Simone Inzaghi ad alzare il trofeo al cielo da due stagioni consecutive. Assieme alle altre teste di serie, la Lazio farà il suo ingresso nella competizione a partire dagli ottavi di finale, il 18 novembre, in cui affronterà una tra Crotone, Avellino, Empoli e Napoli. Possibile derby in semifinale, con Roma e Lazio sorteggiate nella stessa parte del tabellone. Finale con andata e ritorno prevista da calendario il 18 marzo e l’8 aprile 2016.

Federica Nargi: “Non vedo l’ora di tifare Lazio”

Mister Pioli vuole tornare immediatamente alla vittoria e confida nell’aiuto del bomber Alessandro Matri.
L’ex attaccante del Milan sta impressionando il tecnico emiliano per la sua prontezza fisica e la rete messa subito a segno nell’amichevole contro il Trastevere lo dimostra.
Ma se l’accoglienza verso il neo-centravanti della Lazio è stata piuttosto tiepida, non possiamo certo dire che stessa sorte toccherà alla sua dolce metà…

I tifosi biancocelesti infatti non vedono l’ora di ammirare colei che viene definita senza rischio di smentita una delle più belle wags del campionato italiano: Federica Nargi, che già contro l’Udinese sarà nella tribuna d’onore dello Stadio Olimpico per tifare il suo compagno e con esso…la Lazio.
Proprio la show-girl sul suo profilo Instagram (in risposta ai messaggi che la aspettano allo stadio a tifare Lazio) ha dichiarato:  “Grazie, non vedo l’ora. Sono già pronta”!

 

LAZIO SOCIAL – Djordjevic si carica con la Rossa

Filip Djordjevic ha una voglia matta di tornare in campo, di dare il suo contributo a suon di gol per portare la Lazio in alto.
 Vuole bruciare le tappe l’ex Nantes e tentare il recupero addirittura per la sfida di domenica 13 contro l’Udinese, ma il dolore per l’infortunio non gli dà pace e lo costringe a rimanere lontano dai campi di gioco. Lui però da grande lottatore qual è non ci sta, ed è deciso più che mai a tornare per aiutare i suoi compagni. 

MONZA – Vuole correre Djordjevic e per soddisfare questa sete di velocità si è recato a Monza in occasione del Gran premio di Formula 1 e ha fatto visita al paddok della Rossa, facendosi anche immortalare con la monoposto di Vettel e Raikkonen. Del resto la voglia di rinascita che accompagna i 2 piloti è la stessa che avvolge il campione serbo, chissà se vivere quell’atmosfera e sentire quei motori rombanti gli daranno una carica supplementare e magari decisiva per il suo ritorno in campo con la maglia numero 9.
I tifosi se lo augurano di cuore e non vedono l’ora di riabbracciarlo.

Coraggio Filip…corri!!!

 

Marco Lanari

 

ANGOLO TATTICO – Come cambierebbe la Lazio con le due punte

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L’arrivo in biancoceleste di Alessandro Matri, ha permesso alla Lazio di colmare la lacuna in attacco. Infatti, visti gli infortuni di Klose e Djordjevic, Pioli era rimasto solamente con Keita, che vera punta non è. L’arrivo dell’ex rossonero nell’ultimo giorno di mercato, permetterà a Pioli di avere più varianti e più scelte nel reparto offensivo. In questi ultimi allenamenti, inoltre, il tecnico biancoceleste ha gettato subito nella mischia Matri alternandolo come unico terminale offensivo nel consueto 4-3-3, ma anche come ariete nel 4-3-1-2 in coppia con Keita.

L’idea: nella testa di Pioli, dopo la sconfitta di Verona, è al vaglio un’ipotesi del tutto nuova. L’utilizzo di due punte con il supporto di un trequartista. Come detto, la presenza di Matri permette questa opzione. La sua prestanza fisica potrà esser bene sfruttata dagli inserimenti di una seconda punta veloce e dal trequartista. In allenamento Matri – Keita sono stati provati nell’amichevole di giovedi contro il Trastevere. Buoni movimenti belle giocate e gol per entrambi. Ma la novità sta in colui che agirà dietro le punte, che avrà il compito di innescarle verso la porta avversaria con assist vincenti. In tal caso sono stati provati sia Mauri, che ha giocato spesso in quel ruolo ed è perfetto per sfruttare le sponde di Matri, che Ravel Morrison. L’inglese è un trequartista puro, classico, dotato di piedi raffinati che gli permettono di sfornare assist al bacio, anche per la velocità della seconda punta (in questo caso Keita).

Candreva e Felipe Anderson: il dubbio sul reale successo ed applicabilità del 4-3-1-2, sta nel posizionare i due pilastri della Lazio che con il 4-3-3 hanno fatto la differenza. Stiamo parlando di Candreva e Felipe Anderson. “Romoletto” ha la fascia nel suo DNA e quando è in giornata diventa devastante. Ma è pur vero che nasce centrocampista. Ed ha anche ricoperto, in alcuni match, tale ruolo nel centrocampo a 3 nella nuova Nazionale di Conte. Ai lati avrebbe comunque un regista (Biglia) e un incontrista (Parolo) pronti a coprire le sue volate offensive. Anderson invece potrebbe finalmente giocare nel ruolo in cui è cresciuto. Dietro le punte da brasiliano puro. La sua imprevedibilità e le sue giocate potrebbero mandare a nozze le due punte.

Dubbi: i problemi per Pioli però sono nel non avere una rosa costruita per tale modulo. Infatti con le due punte rimarrebbero fuori il neo acquisto Kishna, ala pura, e di nuovo Morrison chiuso da Felipe Anderson e forse anche da Mauri. Poi Milinkovic Savic, l’acquisto più costoso della sessione estiva di mercato, che avrebbe davanti a se un pilastro come Parolo.

Pro: a favore invece è la possibilità di avere un’opzione tattica in più da sfoderare magari in Europa League. Ciò permetterebbe di avere grande abbondanza a centrocampo e sulla trequarti, i veri punti di forza della Lazio attuale.

Pioli avrà ancora un’altra settimana di tempo per risolvere i suoi dubbi e scegliere il modulo più consono alle prossime sfide della compagine biancoceleste

Marco Corsini

Kishna: “A Roma mi trovo bene, il cibo è delizioso. Sulla Lazio grandi aspettative”

In attesa di Hoedt, Milinkovic-Savic e Morrison, Ricardo Kishna è stato finora l’unica sorpresa positiva del mercato biancoceleste. Debutto in campionato con tanto di gol. Cosa chiedere di più? Intervistato dal portale olandese nos.nl, l’ala biancoceleste ha raccontato le sue prime impressioni sulla Lazio: A Roma il tempo è fantastico e il cibo è delizioso. Mi trovo molto bene qui e mi piace il calcio.  L’impatto è stato ben oltre le mie aspettative, ho già giocato un sacco di minuti. Devo solo studiare l’italiano, a settembre lo farò”. Kishna fa un paragone con la sua ex squadra: “L’Ajax e la più grande squadra olandese e devi lottare per ottenere il posto. Alla Lazio invece ho trovato subito spazio, ma ci sono grandi aspettative e pressioni visto che l’anno scorso la squadra è arrivata terza. Bisogna saper gestire la situazione. Cosa dice la gente di me? Ho letto i media ma non conoscendo l’italiano non ho capito molto bene cosa dicono. La gente è entusiasta di me, soprattutto dopo la partita di Bologna, ma non ho fatto nulla di eccezionale, ho solo giocato come so”.

 

 

Cataldi: “Sto lavorando sodo per farmi trovare pronto con la Lazio. Ruolo? Preferisco mezzala”

Il giovane centrocampista biancoceleste, Danilo Cataldi, sta passando un periodo sotto tono nel gruppo di Pioli. Nonostante il suo momento no a rallegrare lo stato del giocatore è arrivata la convocazione della Nazionale Under 21. Nell’allenamento sul campo della Lupa Roma, Danilo, si è messo in mostra realizzando il gol del raddoppio degli azzurrini. Una splendida punizione all’incrocio dei pali che ha fatto tornare il sorriso sul volto del ragazzo. Al Mancini Park Hotel, sede del raduno degli uomini di Di Biagio, il centrocampista si è concesso ai microfoni dei giornalisti presenti. Di seguito le sue parole:

Sei alla settima convocazione, oramai puoi essere considerato un veterano in questo gruppo, come procede la crescita della squadra?

“Siamo tutti giovani che già ci conosciamo da tempo, da martedì prossimo si inizia a fare sul serio e stiamo cercando di unirci e compattarci per rendere al meglio”.

Ti trovi bene nel ruolo che occupi in campo?

“Si, quello della mezzala è il mio ruolo e mi ci trovo bene perché l’ho ricoperto più volte però è l’allenatore quello che decide dove e quando schierarmi”.

Vi aspetta la Slovenia, che partita ti aspetti?

“Sarà un incontro difficile ma punteremo alla vittoria. Ci avviciniamo alla partita tranquilli, vogliamo conquistare i tre punti per iniziare al meglio le qualificazioni”.

In squadra sono pochi gli italiani presenti:

“E’ già un po’ di tempo che se ne parla, l’importante è che siano bravi, basta un po’ di esperienza come quella che ho fatto io a Crotone“.

Qual è il tuo stato di forma?

“Mi sento abbastanza bene. Questa estate, per via dell’Europeo, ho iniziato la preparazione più tardi ma sto recuperando il tempo perso. Sto tentando di entrare in forma per essere pronto martedi e con la Lazio.

Avete superato la delusione dell’Europeo?

“Dobbiamo buttarcelo alle spalle ormai anche se in Repubblica Ceca la delusione è stata grande. Questo è un gruppo nuovo, molti compagni non c’erano. Sono tutti carichi e vogliono dimostrare il  loro valore, speriamo che al termine di questa nuova avventura riusciremo a conquistare qualcosa”.

E’ arrivato il tuo momento, prima le punizioni le batteva Viviani ora spettano a te…

“Prima era lui che le tirava, ora oltre a me ci sono anche Verde e Bernardeschi. Al momento della battuta l’importante è essere concentrati e essere convinti di centrare la porta per poter segnare”.

Quale sono i tuoi modelli in nazionale maggiore e in generale?

“Mi ispiro a Marchisio, è il giocatore pù vicino alle mie caratteristiche. Cerco di rubare i suoi segreti. Lui è un campione, è completo, in campo ricopre più ruoli, cerco di assomigliarli il più possibile”.

Hai mai pensato alla nazionale maggiore? Hai mai parlato con Conte?

“L’ho incontrato in occasione dell’Europeo. Devo crescere ancora, per ora mi concentro a fare bene con l’Under 21″.

Visti i nomi, il centrocampo può essere considerato uno dei più forti della nazionale giovanile?

“Non conosco quelli che ci hanno preceduto ma è certo che con gente come Verre, Benassi e gli altri è più facile giocare”.

In squadra con chi hai legato di più, con Romagnoli avete anche la stessa fede cacistica…

“Si, con lui sono molto amico, dividiamo la stessa stanza, ho un buon rapporto anche con Bernardeschi avendoci giocato insieme a Crotone ma anche con Benassi e Verre. Comunque anche con gli altri, dobbiamo solo conoscerci di più”.

FOCUS – Josip Elez il giramondo

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Era approdato alla Lazio nell’estate del 2013 con poco clamore e tante speranze. Igli Tare lo aveva visionato a lungo nelle giovanili dell’Hajduk Spalato, dopo averne apprezzato le qualità proprio contro la Lazio Primavera nel Trofeo Wojtyla. Josip Elez, 190 centimetri di pura potenza, era riuscito presto ad entrare nelle grazie di mister Bollini. Il nuovo Igor Tudor, si diceva di lui: fisico possente, abile nel gioco aereo, versatile e duttile tatticamente, in breve aveva scalato le gerarchie della squadra primavera, diventandone presto titolare fisso, dapprima come difensore centrale, poi come centrocampista centrale grazie anche a due buoni piedi ed una discreta tecnica. Il nativo di Spalato, classe ’94, in quella stagione collezionò ben 29 presenze tra campionato e coppa Italia, condite da ben 8 gol, molti dei quali siglati su calcio di rigore di cui è uno specialista.

Ma si sa, il calcio dei grandi è molto diverso dal campionato primavera, e Josip lo capì molto presto: 0 presenze con la prima squadra dopo il ritiro di Auronzo di Cadore e subito in prestito in Lega Pro, al Grosseto, per farsi le ossa. Per lui in Toscana 15 presenza e buone prestazioni, il ritorno a Roma a gennaio, ma non per restare. Si riparte, questa volta destinazione Ungheria in prestito all’Honved. Subito maglia di titolare al centro della difesa dei magiari, buone prestazioni e costanza di rendimento. Josip torna a Roma in estate con più esperienza e determinazione, sperando in una chance con il club che lo aveva portato in Italia due estati prima sborsando quasi mezzo milione di euro. Niente da fare, il 25 giugno la Lazio comunica di aver raggiunto un accordo con i danesi dell’Aarhus per la cessione a titolo temporaneo. L’impatto con il calcio danese è ottimo, Josip guadagna subito una maglia da titolare sfornando ottime prestazioni culminate con un gol segnato contro l’Aalborg poco meno di un mese fa.

Josip Elez, il nuovo Tudor, giocatore giramondo poco più che ventenne riuscirà a tornare alla Lazio alla fine della stagione e ad avere finalmente una chance? Stay tuned…

 

Giulio Piras

Lazionali azzurri: Candreva e Parolo verso una maglia da titolare

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Giovedì sera, nella gara della nazionale azzurra contro Malta disputata allo stadio Artemio Franchi di Firenze, li avevamo visti partire dalla panchina: Candreva e Parolo, i due Lazionali azzurri. Il loro ingresso in campo ha contribuito a cambiare le sorti di un incontro che si avviava noiosamente verso un pareggio a reti bianche. La roccaforte maltese, eretta dall’abile Pietro Ghedin, era riuscita senza troppe difficoltà a respingere gli assalti sporadici e poco incisivi dell’Italia guidata dal c.t. Antonio Conte. L’Italia mancava di dinamismo, fantasia, muscoli e creatività. Ed ecco che in poco meno di dieci minuti tra il 55esimo ed il 64esimo, il c.t. ha chiamato all’appello i due giocatori biancocelesti, prima la mezzala di Gallarate, poi l’esterno di Tor de’ Cenci: i due hanno risposto presente. Sono bastati appena cinque minuti infatti a Candreva per sfornare l’assist vincente che avrebbe permesso a Pellè di sbloccare la partita, mentre Parolo metteva in mostra le sue enormi doti di interditore ed instancabile recupera palloni.

Domani sera, nella partita che gli azzurri disputeranno contro l’ostica Bulgaria al Renzo Barbera di Palermo, probabilmente i due avranno una maglia da titolare nel 4-3-3 disegnato da Conte.

Imprescindibili per la Lazio, imprescindibili per l’Italia, anche il c.t. azzurro sembra essersene reso conto: ai due Lazionali non si può proprio rinunciare.

 

Giulio Piras

Djordjevic: nuovo intervento in vista?

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Preoccupazione in casa Lazio per le condizioni di Djordjevic, che non ha ancora recuperato del tutto dal guaio patito con il Sigma Olomouc. Le radiografie successive all’infortunio non avevano mostrato lesioni, ma poi, un po’ il recupero affrettato per la Supercoppa un po’ le condizioni non ottime del campo di Shanghai avevano costretto il serbo ad un nuovo stop. Da martedì poi, dopo aver provato a vedere le reazioni forzando la caviglia, il giocatore è tornato stabilmente in palestra, il che ha messo in serio dubbio la sua presenza contro l’Udinese. Scalpita Filip, ha una voglia matta di tornare a giocare (e a segnare) per aiutare la Lazio. Il dolore però sembra proprio non volersi allontanare e procrastina l’attesa: che potrebbe ulteriormente allungarsi nell’ipotesi di un nuovo intervento chirurgico. In questo caso infatti l’attaccante rientrerebbe non prima di 6 mesi e dunque la sua stagione sarebbe fortemente compromessa. A questo punto non resta dunque che aspettare lunedì e l’esito dei nuovi esami cui il giocatore sarà sottoposto: solo loro infatti chiariranno da dove assisterà i compagni, se dalla poltrona di casa o dalla panchina.

Felipe rientrerà per ultimo e poi ripartirà alla ricerca della brillantezza perduta

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Sarà Felipe Anderson l’ultimo a far rientro alla base dopo gli impegni con la Nazionale: il brasiliano si ritroverà a Formello giovedì, subito dopo la sfida di Le Mans che lo vedrà contrapposto con la Selezione Olimpica verdeoro alla Francia U21, e riprenderà immediatamente il lavoro agli ordini di mister Pioli, in modo da essere pronto per la gara di domenica con l’Udinese. Un appuntamento che rappresenta una delle ultime occasioni per tornare ad essere il giocatore ammirato nella seconda parte della scorsa stagione e in cui quindi l’ex Santos dovrà mettere il massimo della grinta e della determinazione. Pioli crede in lui e più volte lo ha esortato a lavorare come sta facendo finora e a cercare anche soluzioni diverse per completare il suo percorso. Sì perché ormai gli avversari lo conoscono e sanno come fermarlo. È dunque necessario che il ragazzo ritrovi quella rapidità che gli ha permesso di mostrare appieno il suo talento in campo e che, ora più che mai, sarà utile, a lui e alla Lazio, per tornare a brillare.

7 partite in 21 giorni: dopo sosta di fuoco per la Lazio

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Ci crede Stefano Pioli, e ora deve infondere questa fiducia, insieme a tanta energia fisica e mentale, anche nei suoi ragazzi. Si, perché al rientro dalla sosta la truppa biancoceleste sarà attesa da un vero e proprio tour de force. 7 partite in 21 giorni, una media di una ogni tre giorni, e tra trasferte, impossibilità di allenarsi a Formello e di recuperare a pieno dai guai fisici, state sicuri che i problemi non mancheranno. Si parte domenica con l’Udinese e non sarà certo semplice, visto che il tecnico laziale, oltre a quella psicologica, dovrà occuparsi anche della parte tecnica e, complici le assenze di due pilastri come Klose e Biglia, dovrà inserire i nuovi acquisti finora rimasti ai margini. Inoltre il recupero di Djordjevic non è sicuro e anche su Marchetti non ci si sbilancia visto che il portiere non si allena da circa 3 settimane. Tuttavia stavolta non ci saranno alternative alla vittoria. Come pure nella successiva trasferta europea a Dnipro, il 16 settembre, che rappresenterà la prima di Pioli nei gironi di Europa League. Domenica 20 poi tutti al San Paolo per la sfida al Napoli, seguita mercoledì 23 dal turno infrasettimanale casalingo con il Genoa e domenica 27 dalla trasferta di Verona con l’Hellas. Per concludere infine due incontri casalinghi, con il Saint Etienne il 1 ottobre e con il Frosinone il 4. Si giocherà dunque ogni tre giorni e ci sarà spazio per tutti. Tranne che per la delusione.

LAZIONALI – Berisha, che parate! Kishna 74′ con l’Olanda U21, solo panchina per Hoedt

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Secondo turno di partite per i laziali impegnati in nazionale: questa volta tocca a Berisha e agli under 21 Kishna e Hoedt.

Berisha si rende protagonista assoluto del pareggio a reti bianche tra Danimarca e Albania valevole per l’accesso alla fase a gironi di Francia 2016. Al 55′ il portiere biancoceleste compie una prodigiosa parata su colpo di testa di Jorgensen diretto all’angolino basso. Qualche minuto dopo è ben posizionato sul palo e blocca il tiro da pochi metri sempre di Jorgensen che scuote amareggiato la testa. Grande partita del numero uno albanese.

Vede vincere la sua Olanda under 21 Wesley Hoedt, che assiste dalla panchina al 4-0 degli orange contro i pari età del Cipro, gara di qualificazione per l’Europeo under 21 del 2017 . Altresì scende in campo per 74′ il suo compagno laziale Ricardo Kishna cercando la via della rete in un paio d’occasioni. Il talentino olandese sfodera una buona prestazione, con qualche giocata degna di nota, ma senza mai brillare.

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Fabrizio Piepoli

Candreva assist da sogno anche per Conte

E’ il re degli assist. Se n’è accorto anche il ct Conte. Ha schienato Malta con quel cross corretto in rete da Pellè. Candreva ha cambiato l’Italia. Ha la capacità di trasformate in oro il pallone e gli succede ancora più spesso quando ha la possibilità di attaccare sulla fascia destra. Gol e assist. Mantiene un rendimento pazzesco da tre anni e mezzo. I numeri con la Lazio fanno spavento : 153 presenze, 33 gol, 41 assist. La media: lascia il segno e il suo nome entra nel tabellino, sotto la voce marcatori o assist, una volta ogni due partite. Costanza e regolarità ad altissimo livello. Centrocampista completo, fantasia, attaccante. Antonio è un playmaker offensivo. Pioli lo ha abituato a muoversi e creare gioco sull’intero fronte d’attacco, chiede ai suoi giocatori di non dare punti di riferimento alle difese avversarie, di tagliare verso il centro e scambiarsi di posizione. Succede di vederlo a sinistra con Felipe Anderson a destra, oppure il contrario.

Alla Lazio sta tornando alle origini. Era nato centrocampista con propensioni alla costruzione del gioco. Nell’autunno scorso, con la Croazia a San Siro, Conte in nazionale lo impiegò da interno destro nella linea mediana a tre. Candreva rispose con un gol dai venti metri, un’altra sua specialità. E’ maturato, ha acquistato personalità, diventando un giocatore completo. E’ stato uno dei pochi laziali, a Leverkusen nel ritorno dei play off di Champions, a prendere palla e cercare il controllo con il Bayer. Non si nascondeva sul campo. Non è bastato, forse anche perché tutta la squadra biancoceleste non era in vena e faticava a impostare da dietro la manovra, costringendo Antonio e Felipe a prendere palla in una posizione  troppo lontana dalla porta per creare pericoli.

Niente Champions, eppure il suo livello lo meriterebbe. E’ uno dei giocatori più forti nel ruolo in Europa. Robben è un modello. Antonio ha un tipo di gioco simile, perché abbina le qualità tecniche eccelse ad una potenza muscolare che gli permette di saltare i difensori in progressione. Un altro giocatore lo ricorda, forse anche per la barba che ormai porta da un anno, come Arda Turan, il turco ex Atletico Madrid in attesa di esordio con il Barcellona. Candreva è il top player della Lazio: alla prima giornata di campionato si è presentato con un assist per Kishna, alla seconda ha mancato il bersaglio dopo aver lanciato a rete Keita prima di crollare, con tutta la Lazio, davanti ai colpi del Chievo. Fondamentale il suo contributo al terzo posto: 10 gol e 13 assist in 34 presenze di campionato. Nella stagione precedente, saltando una sola partita, 12 gol e 9 assist. Nel 2012/13 firmò 6 reti e 7 assist in 35 gare. E’ cresciuto di anno in anno. Con la Lazio sinora ha scodellato 31 assist in 123 partite di campionato. Era arrivato a Formello il 31 gennaio 2011, fortemente voluto da Reja. Edy era in tribuna a Zagabria, nel giugno scorso, quando Antonio ha firmato il pareggio degli azzurri con un cucchiaio. Il tecnico di Gorizia ha segnato la svolta nella sua carriera. Stava diventando una promessa non mantenuta, un giocatore senza una precisa collocazione tattica. Reja è stato il primo allenatore a trovargli la posizione giusta, decidendo di trasformarlo in un esterno offensivo. Sulla fascia destra Antonio ha le idee migliori ed esprime al massimo il suo potenziale, gli sono bastati pochi minuti per dimostrarlo l’altra sera al Franchi di Firenze. Appena entrato, ha trovato il cross della vittoria. E’ il sesto assist in 30 presenze con la nazionale. Con la maglia azzurra ha realizzato 2 gol. Conte gli restituirà un posto da titolare per le partite con la Bulgaria, poi Antonio rientrerà a Formello per concentrarsi sulla sfida all’Udinese, dove è appena transitato pur essendo stato a lungo di proprietà del club di Pozzo. Pioli medita un cambio di modulo, ha provato il 4-3-1-2, ci possono stare il 4-2-3-1 e il 4-4-2, per inserire Matri. Candreva penserà a costruire i suoi assist.

Fonte: Corriere dello Sport

Digne: “Ho mostrato la mia sciarpa giallorossa a un gruppo di laziali”

Il derby a Roma è qualcosa di unico, un appuntamento che i romani vivono 365 giorni l’anno. Lo sanno anche gli stranieri che arrivano nella capitale. Lo sa bene Lucas Digne, neo acquisto della Roma, che al Corriere dello Sport ha raccontato un aneddoto riguardante il suo primo giorno nella città eterna: “Appena arrivato all’aeroporto c’erano dei tifosi della Lazio che stavano partendo per Leverkusen e mi hanno mostrato la sciarpa biancoceleste. E allora io ho risposto facendo vedere quella della Roma che avevo al collo. So cosa significhi il derby a Roma, è sempre una partita speciale, molto importante per i nostri tifosi”.