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EUROPA LEAGUE – Lazio imbattuta

L’esordio stagionale della Lazio dopo un anno di assenza in Europa League passa per l’Ucraina, in casa del Dnipro finalista perdente della passata edizione.  Il cammino biancoceleste nelle ultime partecipazioni non è stato da meno – come riporta il Corriere dello Sport nell’edizione odierna –  la Lazio, infatti, nelle ultime tre edizioni di Europa League non perde da 14 partite nella fase a gironi con 8 vittorie e 6 pareggi (ultima sconfitta a Lisbona con lo Sporting). Dunque un ruolino di tutto rispetto per una squadra che ha tutti i mezzi necessari per arrivare in fondo alla competizione, ormai l’eliminazione dalla Champions è acqua passata, da quella delusione che bisogna ripartire.

FOTO – Le barriere in Curva Nord e l’abbraccio tra Matri e Cataldi. Guarda gli scatti più belli di Lazio Udinese

Guarda gli scatti più belli di Lazio Udinese realizzati dal nostro fotografo Gianni Barberi in ESCLUSIVA per Laziochannel.it.

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FA10 a Ledesma: “Speciale, una guida”

Parole al miele quelle di Felipe Anderson verso l’ex bandiera della Lazio Cristian Ledesma, ora in forza al Santos proprio su consiglio proprio di FA10: “Ledesma ha una caratteristica speciale ed è quella di saper guidare i giocatori più giovani – le parole della stella della Lazio a Lance in Brasile – è stato importantissimo per me, parlava molto spesso con me dandomi consigli sulle situazioni di campo e sulla vita in generale. Una pedina del genere sarà importante per il Santos: sa insegnare e ha tutto per far crescere i giovani”.

Leonardo: “Lazio alla pari con il Bayer ma la mentalità…”

Domani la Lazio farà il suo esordio in Europa League, un rimpianto perchè senza la notte maledetta alla Bayer Arena per i capitolini poteva essere tranquillamente Champions League. Ne è convinto anche l’ex stella del Milan Leonardo: “Non mi è piaciuta la partita con il Bayer – le sue parole nell’edizione odierna del Corriere dello Sportnon mi è piaciuto il comportamento in campo e poi l’accettazione di quel tipo di partita. Bisogna cambiare mentalità. Non è così che si va in campo: non si può accettare una gara del genere. La Lazio non era poi così inferiore al Bayer Leverkusen. Per vincere in Europa ci vuole una mentalità, non puoi sbagliare, sono sempre corse da cento metri, non puoi star lì a pensare, non è il campionato. Quello è un’altra cosa”.  Poi il brasiliano traccia la strada per arrivare fino in fondo all’Europa League: “Penso allo scorso anno: Napoli e Fiorentina sono arrivate in semifinale, quindi erano già lì. Serve esperienza certo, ma anche e soprattutto consapevolezza. Forse oggi tutte e tre hanno bisogno di dare una sistematina – conclude – sono partite piano, un gradino indietro”.  

Petkovic elogi giallorossi: “Gran percorso dopo il 26 maggio”

Indimenticabile per i colori biancocelesti la vittoria del 26 maggio sulla Roma. Da quella partita sono cambiate tante cose, soprattutto in casa giallorossa. Ne è convinto anche Vladimir Petkovic, il condottiero di quella Lazio entrata di diritto nella leggenda: “La Roma dopo quella sconfitta ha iniziato a fare bene – le parole dell’attuale ct della Svizzera sulle frequenze di Radio Kiss Kiss – ha preso giocatori importanti di livello europeo. Sta facendo un gran percorso, dopo la sconfitta in finale di Coppa Italia”. 

Fiore a 360°: “Senza Biglia è dura, ma la Lazio può andare lontano. Longo? Era straordinario”

L’ex centrocampista della Lazio Stefano Fiore è intervenuto alla trasmissione Il Nido delle Aquile trasmessa sulla web radio Radio Roma Futura:

LA NUOVA VESTE DI ALLENATORE – “Giocare a calcio è il massimo, io ho avuto la fortuna di farlo però è chiaro che per ovvie ragioni non posso più e guardo avanti. Fare l’allenatore è comunque un modo per trasmettere quello che è stato il tuo passato“.

SOSTITUTO DI BIGLIA –  “E’ difficile perchè non conosco così a fondo come Pioli i giocatori, da fuori o comunque da osservatore credo che un giocatore con quelle caratteristiche manca e ahimè questa potrebbe essere una pecca grave, perchè le assenze in una stagione possono esserci e devi essere pronto a sopperire…proprio forse per la mancanza di un giocatore con queste caratteristiche Pioli ha pensato di costruire meno e magari mettere un giocatore di qualità in più in avanti cercando di creare una barriera davanti alla difesa con 2 centrocampisti di rottura. E’ una soluzione che a me non fa impazzire, perché credo che al giorno d’oggi sia imprescindibile un giocatore che sappia far partire il gioco e che abbia determinate qualità in mezzo al campo, perché il gioco passa sempre da lì e lo vediamo che tante squadre stanno facendo fatica…Inter compresa che è Sì prima in classifica ma sinceramente ha un centrocampo a mio parere non di altissimo livello, però sono scelte che la società  fa, insieme magari al tecnico, durante la campagna acquisti ma è evidente che qualcosa manca. Né CataldiParolo hanno quelle caratteristiche, sono giocatori diversi e nel momento in cui gli chiedi le geometri o di iniziare il gioco in un determinato modo fanno più fatica”.

GLI ALTRI ALLENATORI DI FIORE – “Io dovrei dire grazie un po’ a tutti, nel senso che nel bene e nel male anche se non ho avuto con tutti un rapporto idilliaco, non condividendo tante cose dal punto di vista tecnico-tattico, devo dir grazie a tutti perché a loro modo ognuno mi ha dato qualcosa. Io credo che Zoff e De Canio sono stati quelli che come collocazione in campo avevano centrato la mia posizione ideale, cioè quella di interno di centrocampo, cosa che paradossalmente ho fatto molto poco perchè sono sempre stato un giocatore molto disponibile, molto duttile e alla fine giocavo sempre…ma giocavo spesso fuori ruolo, non dove io gradivo giocare. Però per esempio Mancini piuttosto che Prandelli mi hanno dato comunque quella varietà tattica che a lungo andare ha fatto di me un giocatore polivalente che ha saputo interpretare, in maniera del tutto personale, più ruoli. Io ho fatto per tanti anni l’esterno di centrocampo e tutto ero tranne che un esterno…perché comunque andavo in mezzo al campo alla ricerca della posizione che ritenevo più congeniale per potermi esprimere, perché io comunque non ero un giocatore lento ma non avevo certo caratteristiche da esterno d’attacco, io le cose migliori le facevo da dentro al campo…però ci ho giocato veramente poco, solo Zoff e De Canio e un pochino Spalletti, perchè lo avuto poco all’udinese, hanno centrato quella che era la mia posizione in campo”.

SU MANCINI – “Che Mancini sia un allenatore carismatico e che sappia quali tasti toccare per farti comprare i giocatori mi sembra sotto gli occhi di tutti e questa credo sia la sua più grande qualità, perchè l’inter l’anno scorso con Mazzarri sembrava che non potesse fare mercato co che comunque non poteva comprare molto, poi invece da gennaio in avanti con Mancini sono arrivati dei giocatori e quest’anno sul mercato sono stati quelli che forse si sono mossi di più, questa è una sua grande capacità e gli va riconosciuta.  Tecnicamente invece l’ho trovato molto cambiato perché ai tempi della Lazio giocavamo con Albertini, Stankovic, Liverani, Fiore , Cesar…insomma era tutto tranne che un centrocampo di rottura, adesso invece con Felipe Melo, Kondogbia, Guarin, Medel si è trasformato, Sì ha le 3 punte però però come lo vedo io il calcio…giocare con tutti questi mediani di rottura si fa fatica, infatti la partita non mi è piaciuta, e forse se c’era una squadra che aveva creato i presupposti per vincere, attraverso delle combinazioni molto buone, era stato il Milan però alla fine ha vinto l’Inter quindi ha avuto ragione lui. Però è un Mancini molto diverso, più pragmatico, in questo momento bada più a costruire qualcosa di più solido per poi liberare le tre punte, vedremo questo progetto se sarà vincente.”

IL TRASFERIMENTO AL VALENCIA – “Ero agli Europei del 2004 in Portogallo, finimmo la stagione vincendo la Coppa Italia e andai subito in ritiro quindi non avevo avuto modo insomma di parlare con chi in quel momento stava gestendo il passaggio delle quote azionarie, e mentre ero lì agli Europei ho ricevuto la chiamata in cui mi dissero che la Lazio era sull’orlo del fallimento e che laddove alcuni giocatori avessero ricevuto richieste, anche se si indeboliva la squadra, si doveva fare questo sacrificio. Con il Valencia c’erano ancora delle pendenze per Mendieta, e Raneri che era andato a Valencia ha mosso questa trattativa dicendo che voleva me e Corradi e alla fine ci fecero capire che il futuro alla Lazio non era dei migliori e che sarebbe stata cosa gradita se noi avessimo accettato. Lotito ancora non era entrato e ripeto era una situazione molto pesante e alla fine sono riuscito ad andar via

UGO LONGO E LA SQUADRA “E’ una persona che ricordiamo tutti con grandissimo affetto e stima, perché era una persona straordinaria, tutti sapevamo che era diventato presidente ma lui non voleva nessuno che lo chiamasse presidente, era sempre una persona molto umile che si poneva sempre negli stessi modi nonostante la sua posizione fosse in quel momento difficile e cambiata con quel ruolo di responsabilità…ecco lui aveva sempre un atteggiamento positivo, sorridente…era uno di noi insomma e questo fatto lo rendeva ai nostri occhi ancora più straordinario. Ci facevamo tante domande, non sapevamo che fine avremmo fatto però lui era sempre una persona molto presente, col sorriso e sopratutto amabile, e quindi ho un ricordo indelebile. Aneddoti? Ce ne sarebbero tanti su quella squadra perché vivevamo una situazione surreale, eppure eravamo sempre li a lottare…a giocare e a fare le cose che sapevamo fare perché comunque sapevamo di essere dei privilegiati e quindi anche se non avevamo lo stipendio puntualmente dovevamo continuare a fare il nostro dovere perché era giusto così. 
Una cosa simpatica era che: non prendendo nessuno lo stipendio ci avevamo chiesto anche di non fare la messa in mora per non creare ulteriori problematiche alla società…e alla fine si venne a sapere che uno solo (ride, ndr) lo aveva fatto…ma fu simpatico perché il giorno in cui venne fuori questa cosa, all’interno dello spogliatoio  non sapevamo chi fosse stato anche se gli indizi portavano tutti da una parte…e lui (Stam) si alzò in piedi e disse: “Sono stato io. Perché io sono abituato ad esse pagato ogni settimana in Inghilterra e non riesco a capire perché non devo prendere lo stipendio se lavoro tutti i giorni…”; scoppiammo tutti a ridere perché fu molto sincero e simpatico e capimmo che lo aveva fatto non per avere vantaggi ma perché lui per mentalità era diverso da noi latini, sudamericani ecc. però fu simpatico e la ricordo volentieri.

LA PARTITA DI GIOVEDI’ “Sicuramente è una partita che presenta delle insidie perchè il Dnipro ha comunque dimostrato l’anno scorso, arrivando vicino all’obiettivo, di essere una squadra di valore e pericolosa…in più la Lazio viene da un periodo non brillantissimo anche se è riuscita a battere l’Udinese e ciò sicuramente dà morale. Adesso bisogna capire che rispetto all’anno scorso si gioca molto di più e saranno importanti tutti gli elementi della rosa quindi dovrà essere molto bravo anche Pioli, ma sopratutto i giocatori a dare massima disponibilità, perché non è più come l’anno scorso che potevi preparare le partite allenandoti tutti i giorni in una determinata maniera, adesso bisognerà cominciare a fare anche qualche calcolo. La Lazio credo che avrebbe preferito disputare il girone di Champions ma si ritroverà comunque in europa e ciò dà blasone alla società, alla squadra e ai giocatori quindi va presa come un momento di crescita. Devi fare bella figura, le possibilità ci sono tutte, non ci arriva in un momento straordinario perchè ha più di una defezione  e quindi bisognerà tener conto anche di questo, ma è una competizione che la Lazio può e deve disputare nel migliore dei modi per cercare di arrivare il più lontano possibile”.

GLI ESTERNI DELLA LAZIO – “Candreva nasce in mezzo al campo, da interno, poi man mano per le sue caratteristiche di corsa è stato dirottato sulla fascia. Io credo che con un po’ di lavoro può fare l’interno però adesso lo vedo molto più attaccante nella testa. Keità sappiamo le sue qualità, può fare la prima punta come ha dimostrato con quella partita con il Leverkusen però sa giocare da esterno, può fare la seconda punta, il consiglio che posso dare a un giocatore così giovane e forte è di continuare a sfruttare tutto quello che gli sta capitando adesso perchè non è facile avere la possibilità di giocare titolare in una squadra come la Lazio alla sua età e quindi deve, attraverso le partite che sta giocando, crescere…deve maturare, e accettare i consigli che Pioli e i suoi compagni gli danno quotidianamente, perché sono occasioni uniche che ti possono far fare quel salto di qualità per diventare un giocatore importante. E’ normale che un giocatore così giovane abbia anche degli alti e dei bassi però deve capire l’opportunità che adesso ha e sfruttarla al massimo, perché poi magari rientreranno i big e dovrà essere bravo a mantenere tutto quello che di buono ha fatto fino adesso, deve continuare a spingere sull’acceleratore e vivere ogni singolo allenamento come un qualcosa in cui potersi migliorare”.

 

 

Garlaschelli incensa Matri: “Con lui l’attacco è ok”

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La doppietta di Matri ha portato il sorriso in casa Lazio e tra gli addetti ai lavori. Giornalisti ed ex laziali sono rimasti senza parole per l’esordio convincente dell’ex rossonero. Anche Garlaschelli, su TMW, aha voluto dire la sua in tal merito. L’ex laziale ha così commentato: “Non mi aspettavo un Matri cosi’ e ne sono rimasto particolarmente soddisfatto. Se giocasse sempre cosi’ la Lazio avrebbe risolto i suoi problemi in attacco“. Poi sulla Lazio in generale: “In sede di calciomercato si doveva fare di più. Sono convinto inoltre che Ledesma sarebbe stato ancora utile alla causa biancoceleste. Ora comunque sosteniamo la Lazio sperando che anche Candreva e Felipe Anderson ritornino ai loro veri livelli“.

Dietrofront dell’agente di Anderson: “Pioli grande mister. Rispettiamo le sue scelte e Felipe ama la Lazio”

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Sono bastate 48 ore per far cambiare idea all’agente di Felipe Anderson. Juliana Gomes, nonchè sorella del talento biancoceleste, dopo il match contro l’Udinese si era preoccupata per la partenza in panchina di Felipe Anderson. Con tanto di comunicato si era domandata del perchè Pioli lo avesse relegato in panchina. Ma oggi ecco il dietrofront. Forse, anche per non creare polemiche inutile e prive di fondamento, la sorella di FA10 ha dedicato parole al miele al mister Pioli: “E’ un grande mister e lo rispettiamo molto” – ha esordito Juliana Gomes nel suo nuovo comunicato. Per poi così così continuare: “Il mister è l’unico che decide chi mandare in campo e le sue scelte sono spesso giuste. Tutto ciò che volevo dire è che Felipe vorrebbe sempre giocare perchè sa di dare un gran contributo al club che ama davvero tanto. Ha voglia di essere protagonista e far vincer la Lazio“.

Verso Dnipro, domani la partenza poi la conferenza

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La Lazio si prepara ad affronatre la prima trasferta del suo percorso in Europa League. Trasferta non semplive sia a livello ambientale e per il lungo viaggio, sia per l’avversario, finalista della scorsa edizione. Sul sito ufficiale della S.S. Lazio è stato ufficializzato il programma. La Lazio effettuerà l’ultimo allenamento a Formello domani alle ore 10:00 per poi partire per la l’Ucraina. Alle 19 è prevista la rifinitura sul campo del Dnipro con conseguente conferneza stampa di Pioli insieme ad un giocatore.

Bazzani su Nesta: “Alessandro e Maldini i più grandi di tutti”

Fabio Bazzani, attuale allenatore del Mezzolara, squadra nella quale ha mosso i primi passi, è stato raggiunto dai microfoni di dimarzio.com. L’ex attaccante biancoceleste – che militò nel 2005 con i biancocelesti scendendo in campo 15 volte e realizzando tre gol – ha ricordato due grandi compagni del passato: Nesta era incredibile, non commetteva mai fallo, arrivava all’improvviso e ti sfilava il pallone dai piedi con una naturalezza impressionante. Secondo me è stato il più grande insieme a Maldini.

Il dottor Salvatori: “Altri 7-10 giorni per Biglia, per De Vrij bisogna aspettare”

Il medico sociale, Stefano Salvatori, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 89,3 per commentare come procede il recupero di Biglia e di De Vrij. Queste le sue parole: “Tutti e due i giocatori oggi sono stati alla Paideia per sottoporsi ai controlli di risonanza magnetica. Biglia è migliorato molto, il suo recupero procede in maniera ottimale, ha ripreso a correre, un’altra settimana o al massimo dieci giorni ed il giocatore rientrerà in gruppo. Anche De Vrij sta migliorando ma ne sapremo di più la prossima settimana quando il ragazzo proverà sul campo. Per lui ancora non possiamo stabilire il giorno del rientro sul terreno di gioco”.

Hoedt su Twitter: “Ora ci prepariamo per giovedì”

Dopo l’ottimo esordio di domenica con l’Udinese, Wesley Hoedt, ci ha preso gusto. Il giovane centrale olandese nell’incontro con i friulani ha dimostrato tutto il suo coraggio ed il suo sangue freddo. Nonostante fosse alla prima partita davanti al proprio pubblico il nuovo acquisto non ha ceduto all’emozione e, con l’aiuto del compagno di reparto, Mauricio, ha sfoderato una buona prestazione riuscendo a fermare gli avanti friuliani, che solo in poche occasioni sono riusciti a creare grattacapi all’inedito duo centrale biancoceleste.

Caricato ed euforico per la buona partita disputata, il giovane difensore, tramite Twitter, ha esternato la sua felicità e incitato i compagni in vista della trasferta di Europa League con il Dnipro. “Ora ci prepariamo per giovedì”, queste le sue parole sul social.

In Ucraina, a causa dell’assenza del connazionale e della squalifica di Mauricio, probabilmente Wesley sarà di nuovo schierato in campo dal primo minuto. De Vrij è ancora fermo per infortunio e in attesa del suo rientro il tecnico Stefano Pioli ha trovato una pedina in più sulla quale poter contare. Se queste sono le premesse, con la prova sul campo di domenica scorsa del giovane olandese, il futuro della difesa dell’allenatore emiliano è più roseo di quanto si temesse.

Maradona: “Un ex laziale è stato il giocatore più forte con il quale ho giocato”

Diego Armando Maradona, ogni volta che viene intervistato, non risparmia da giudizi e critiche chiunque sia il soggetto della discussione. Intervistato da Piuenne ha risposto alla domanda su chi fosse il giocatore più forte e più tecnico con il quale ha giocato. Questa la risposta del Pibe de Oro, che non dimentica gli anni trascorsi all’ombra del Vesuvio: “Il calciatore più forte è stato sicuramente il brasiliano Careca. Tra gli italiani senza dubbio l’ex biancoceleste Bruno Giordano, il più sudamericano dei giocatori nati nel vostro Paese.

Ilaria Cucchi a “I Laziali Sono Qua”: “Nuove testimonianze choc sulla morte di Stefano”

Il 22 ottobre del 2009 Stefano Cucchi è morto in circostanze ancora non chiarite dopo il suo arresto. Nuove testimonianze, a sei anni dallo svolgimento dei fatti, sembrano avvalorare le ipotesi del pestaggio che avrebbe portato Stefano alla morte. La sorella Ilaria è intervenuta sugli 88.100 di Elle Radio a “I Laziali Sono Qua“, la trasmissione condotta da Danilo Galdino e Vincenzo Oliva che si è sempre occupata della tragica vicenda di Stefano, per commentare questi nuovi, importantissimi sviluppi.

L’iter processuale potrebbe ripartire in circostanze completamente diverse. La testimonianza choc di due militari potrebbe far rivedere completamente il processo. “I ragazzi hanno massacrato un ragazzo arrestato“. La testimonianza di un Maresciallo ha rimesso in discussione tutte le certezze emerse nel processo, sempre contestate da Ilaria Cucchi. “Mi sento di dire che dopo sei anni siamo ad una svolta,” spiega, “visto che finalmente, oltre alla nostra famiglia, si è palesata finalmente un’altra persona alla quale interessa la verità sulla morte di mio fratello.

In questi anni Ilaria Cucchi ha ricevuto anche una querela per la determinazione con la quale ha continuato a difendere il fratello, cercando la verità sulle tragiche circostanze che lo hanno portato alla morte. “Non si può capire quanto sia ingiusto e crudele chiedere a una famiglia come la nostra, che ha già sofferto tantissimo, di sostenere certe battaglie. Dal punto di vista emotivo è devastante, ma non ho mai avuto il tempo di piangere mio fratello, perché dovevo restare concentrata sulla ricerca della verità. La nostra speranza è che si possa riaprire il caso per fare finalmente luce sulla morte di Stefano.

Anche gli esami clinici sul cadavere di Stefano hanno evidenziato delle lacune: “Per anni,” spiega Ilaria, “si è tentato di negare con diverse perizie, o perlomeno sminuire, i danni fisici subiti da mio fratello. Io ricordo la testimonianza del dottor Degli Angeli, medico di Regina Coeli, che non riteneva Stefano idoneo per l’ingresso in carcere. Mi chiedo perché questi processi possano essere condizionati in questo modo, quando in ballo ci sono la vita e la dignità delle persone: Stefano ed i ragazzi come lui non avranno la possibilità di essere giudicati di nuovo, non avranno modo di avere giustizia. Speriamo che ci possano essere degli sviluppi al più presto, per riaprire una pagina che c’è il dovere morale di riscrivere completamente dopo queste nuove, scioccanti testimonianze.

 

FORMELLO – Al via le prove anti Dnipro. Lazio verso il 4-2-3-1

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Ultimi due allenamenti pre Europa per la Lazio, che lavorerà anche domani a Formello prima di imbarcarsi per Dnipro, dove giovedì affronterà la squadra locale nella prima gara dei gironi di EL. Senza Mauricio squalificato e De Vrij, Biglia, Klose e Djordjevic infortunati. Di questi, solo l’argentino, che oggi sarà sottoposto a nuovi controlli, ha ancora una speranzella di farcela per Napoli.

A 48 ore dal fischio di inizio l’unica certezza è il modulo, che sarà il 4-2-3-1 visto con l’Udinese. Per il resto, il turnover potrebbe concedere spazio a quei giocatori (tanti) che finora ne hanno trovato poco. Le uniche scelte obbligate riguarderanno il pacchetto centrale difensivo, che conta solo tre elementi disponibili, ovvero Hoedt Gentiletti, oltre al baby Mattia.

Sulla destra Konko si sta allenando e, complice l’assenza dalle liste Uefa di Patric (che oggi non si è allenato con i compagni), potrebbe concedere un turno di riposo a Basta, mentre Radu e Lulic si giocano una maglia sulla fascia opposta. Favorito in mediana il duo Onazi-ParoloAnderson, Milinkovic Kishna fungeranno invece da trequartisti alle spalle del terminale offensivo Matri, alla sua prima da titolare in maglia biancoceleste.

Con Marchetti nel futuro, la Lazio è al sicuro

Chissà se ci ha pensato, sotto la pioggia, per quello che era di fatto il suo esordio stagionale. Per Federico Marchetti la rincorsa della Champions League è quasi una maledizione. Ma la sua presenza a tempo pieno per la Lazio è la migliore delle garanzie per rincorrere grandi risultati.

E’ arrivato nel 2011 alla Lazio il numero uno ex Cagliari, proprio dopo la beffa nella volata con l’Udinese. Serviva un portiere di sicura affidabilità, con Muslera che non sempre era riuscito a blindare la porta biancoceleste. Ma tutti gli assalti Champions sono andati a vuoto. Nel 2012, primo anno in cui il quarto posto non era più sufficiente, a due punti sempre dalla solita Udinese. Nel 2013, col crollo finale mitigato dalla gloria del 26 maggio, con Marchetti primo ad impazzire di gioia.

Perché il biondo estremo difensore non ci ha messo molto a diventare uno della Nord. Quando non gioca, si presenta in tribuna autorità con la maglia di Lulic sulle spalle. Spesso ci ha anche giocato, sotto quella da portiere: perché “Quelli lì devono sempre ricordarselo“, parole sue, logico pensare a cosa si riferisca.

Ma i momenti difficili non sono mancati. Proprio la stagione post-coppa in faccia è stata la più dura. Cosa è accaduto ancora non si sa. Quattro mesi di “febbri“, soprattutto nella seconda parte dell’annata, e di problemi muscolari. E di errori incredibili per un portiere del suo calibro, come quelli contro il Parma, in una partita per fortuna vinta, e contro il Ludogorets, quelli sì costati l’eliminazione europea.

L’anno scorso “Fede” è tornato, qualcuno non ci credeva più. Si prevedeva l’utilizzo a tempo pieno di Berisha, e invece la chioma bionda è tornata a volare tra i pali, con la maglia di Lulic quasi come una seconda pelle. Fuori dagli schemi, qualche volta anche fuori tra i pali, capace quasi di infortunarsi per esultare al momento del rigore fallito da Higuain, il 31 maggio scorso, che ha deciso una stagione a Napoli.

Col senno di poi, un cattivo auspicio. L’infortunio arriva davvero prima del preliminare col Leverkusen. E la Champions, ancora una volta, “Fede” se la guarda dalla tribuna. L’ostacolo non viene superato, Marchetti in Champions League ancora non può giocare. Ma contro l’Udinese (un caso o i soliti corsi e ricorsi del destino?), coi capelli tagliati e il solito sguardo spiritato, era ancora lì: e se rinnovo sarà, se il suo nome si legherà alla Lazio per il resto della carriera, allora si potrà sperare nello spezzare una maledizione che, tra infortuni e sconfitte sul filo di lana, tormenta il portiere-tifoso dal suo arrivo alla Lazio. Ma con lui tra i pali le soddisfazioni non sono mai mancate. Con Marchetti nel futuro, la Lazio è al sicuro.

 

Lazio, no alla trasferta a Napoli anche per i fidelizzati

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Lazio a Napoli senza tifosi. È questo il risultato delle decisioni del CASMS (Comitato di Analisi Strategica per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive), che, in data 10 settembre 2015, ha deliberato che a nessun sostenitore biancoceleste, anche in possesso di forme di fidelizzazione (vedi Tessera del Tifoso) sarà consentito l’accesso allo stadio San Paolo per assistere al match di campionato tra biancocelesti e partenopei in programma domenica 20 settembre. Lazio dunque che, come già avvenuto l’anno scorso in Coppa Italia e in campionato, si ritroverà ad affrontare la delicata sfida agli azzurri con tutto uno stadio contro. Chissà pero che la decisione del CASSMS non si riveli alla fine di buon auspicio: le due precedenti esperienze sono infatti coincise con altrettante vittorie. Quindi, se, come dice il detto “non c’è due senza tre”, i tifosi hanno di che ben sperare.

Gli Euroesordi della Lazio: da Plovdiv a Dnipropetrovsk

Sapore d’Europa, sapore di primo giorno di scuola. Per la ventunesima volta nella sua storia, la Lazio si presenta ai nastri di partenza nella stagione delle Coppe Europee. Una storia cominciata negli anni settanta, con tre partecipazioni alla vecchia Coppa UEFA. Sion, Chernomorets e Boavista tennero a battesimo i biancocelesti a cavallo del primo, storico scudetto. L’ostacolo venne sempre superato, ma la corsa si fermò sempre ai sedicesimi di finale.

La maledizione del secondo turno si presentò sedici anni dopo. Sedici anni in cui accadde di tutto, con cadute e risalite pazzesche per un club che non ha mai avuto una storia banale. Poi, l’arrivo di Sergio Cragnotti cambiò le carte in tavola, e nel settembre del 1993 ecco l’Olimpico illuminarsi di nuovo a festa per il primo turno di Coppa UEFA. L’avversario non è irresistibile, la Lokomotiv Plovdiv, formazione bulgara domata con un 2-0 con i gol di Casiraghi e Cravero. Ma ma “maledizione dei sedicesimi” si spezzò solo l’anno successivo, quando la Lazio si spinse fino ai quarti di finale, poi eliminata dal Borussia Dortmund. In quella stagione 1994/95, furono i bielorussi della Dinamo Minsk, con uno 0-0, a tenere a battesimo la truppa allenata da Zeman, che di 0-0 di lì in poi ne avrebbe fatti registrare davvero pochi.

Nuovo battesimo europeo nel 1995 e nel 1996, sempre in Coppa UEFA. Goleada contro i ciprioti dell’Omonia Nicosia, in una partita segnata da un piccolo evento: Beppe Signori, il bomber abituato a segnare a valanga sia in campionato che in Coppa Italia, dopo due stagioni di digiuno si sblocca, finalmente, anche in Europa. L’anno successivo è Diego Fuser a stendere i francesi del Lens in trasferta. Entrambe le campagne si chiuderanno nel turno successivo: nonostante l’exploit della stagione precedente, la “maledizione dei sedicesimi” è sempre viva.

Per spezzarla del tutto, la Lazio cambia pelle. Nel 1997, la mentalità vincente la portano Roberto Mancini in campo e Sven Goran Eriksson in panchina. Esordio in Coppa UEFA da applausi nel giorno del primo Eurogol di Alessandro Nesta. Poker al Vitoria Guimaraes e via ad un’avventura che porterà fino alla finalissima di Parigi, poi persa con l’Inter. Ma è l’inizio del triennio di massimo splendore continentale della Lazio, che per la prima volta, l’anno successivo, cambia Coppa: il digiuno ultraventennale di trofei è stato infatti spezzato con la conquista della Coppa Italia, e per il primo turno di Coppa delle Coppe la Lazio ospita il Losanna. L’inizio è da incubo, espulsione di Stankovic e rigore (parato da Marchegiani) dopo un solo minuto. La fine è da sogno: la Lazio battendo in finale il Maiorca alza al cielo il primo trofeo europeo della sua storia, e farà il bis a Montecarlo, piegando il Manchester United degli invincibili nella Supercoppa Europea.

L’anno è il 1999, e per la Lazio c’è un altro esordio da ricordare: prima partita di sempre in Coppa dei Campioni, alla BayArena di Leverkusen una delle leggendarie punizioni di Sinisa Mihajlovic regala un punto prezioso. La Champions sarà la casa dei biancocelesti anche nel 2000 (esordio vincente, 3-0 in casa dello Shakhtar Donetsk) e nel 2001. Giornata anche questa da ricordare, ma per altri motivi: è l’11 settembre, e mentre il mondo si ferma di fronte alla tragedia del World Trade Center, il calcio va avanti. E la Lazio cade di misura sul campo del Galatasaray.

L’anno successivo la Lazio torna in Coppa UEFA. Si parte con un inizio anonimo, un poker ai semidilettanti greci dello Xanthi. Si chiuderà con i 70.000 della semifinale contro il Porto, in quella che resta di fatto la miglior performance europea degli ultimi 15 anni. Nel 2003 si torna in Champions e la partenza è sprint: 2-0 in casa dei turchi del Besiktas con gol di Jaap Stam e Stefano Fiore. Ma la fase a gironi non sarà superata.

2004, l’era Lotito parte sul campo del Metalurh Donetsk: sapore di calcio post-sovietico e primi eurogol di Tommaso Rocchi e Goran Pandev. Poi, una pausa biennale che riporta la Lazio ai cancelli della Champions nel settembre del 2007. Superata la Dinamo Bucarest nel preliminare, l’avventura riparte dallo stadio “Karaiskakis” di Atene contro l’Olympiacos. Zauri salva la Lazio dalla sconfitta, arriveranno grandi emozioni (soprattutto in Lazio-Real Madrid e Lazio-Werder Brema) ma anche l’eliminazione.

Nel 2009 la Lazio torna ad alzare un trofeo, il primo dell’era-Lotito. La Coppa Italia garantisce l’accesso in Europa League. La Lazio piega nel preliminare l’Elfsborg e riparte in una tiepida serata di settembre contro il Salisburgo. Notte amarissima all’Olimpico: Foggia illude la Curva Nord, poi due patatrac difensivi permetteranno agli austriaci di portare via i tre punti da Roma. La Lazio torna ai nastri di partenza dell’Europa League con ben altri presupposti nel 2011. Ci sono Klose e Cissé a guidare l’attacco, c’è il profeta Hernanes a centrocampo e l’anno precedente la Champions è sfuggita soltanto per la differenza reti rispetto all’Udinese. L’esordio contro l’Olimpico, con i modesti romeni del Vaslui, è tutto in affanno: 2-2 riacciuffato in inferiorità numerica, ma per la prima volta nel corso della presidenza Lotito, la fase a gironi sarà superata. A Madrid l’avventura terminerà pero ai sedicesimi (ancora loro) contro l’Atletico.

Nel 2012 è di nuovo Europa League, ma nell’anno di Vladimir Petkovic in panchina le Coppe porteranno tanti sorrisi. Che sarà un’annata speciale lo si capisce dall’esordio continentale su un campo affascinante, White Hart Lane. Contro il Tottenham finirà 0-0, tre gol annullati agli inglesi ma anche una traversa del “Tata” Gonzalez che grida vendetta. La Lazio stavolta supererà brillantemente il girone e si spingerà fino ai quarti di finale, prima di scrivere la storia con la “Coppa in faccia” del 26 maggio. Petkovic tenterà la fortuna in Europa anche l’anno successivo: partenza ok in casa, assist di Keita e gol di Hernanes contro il Legia Varsavia. Ma il giorno dell’eliminazione, amarissima ai sedicesimi contro il Ludogorets, ci sarà di nuovo Edy Reja in panchina.

Lazio in Europa, anno ventunesimo: giovedì 21 settembre si ripartirà in Europa League sul campo di Dnipropetrovsk. La prima di Stefano Pioli, escluso il tentativo andato a vuoto in Champions a Leverkusen. Ma adesso si comincia a fare sul serio, e lo spirito di quella notte contro il Plovdiv, in cui si tornava finalmente a respirare aria d’Europa, è sempre vivo. La Lazio vuole dimostrare di saper arrivare lontano, il primo giorno di scuola non sognare è proibito.

Fabio Belli

Matri la Lazio nel destino

Domenica contro l’Udinese mitra Matri ha esordito in maglia biancoceleste con una doppietta da tre punti. L’edizione odierna del Corriere dello Sport rivela un retroscena di mercato secondo il quale le strade di Matri e della Lazio potevano incrociarsi già qualche stagione fa. Per l’esattezza nel 2007 l’Ad rossonero Adriano Galliani lo propose all’allora DS biancoceleste Walter Sabatini nell’affare Oddo. Il DS rispose di no puntando ad ottenere una maggiore liquidità nell’operazione accontentandosi così del cartellino di Pasquale Foggia. Nel 2011 fu Edy Reja a caldeggiare l’acquisto dell’attaccante però la Juventus fu più lesta e si portò a casa Matri pagandolo al Cagliari 18 milioni di euro.

EUROPA LEAGUE – Mtv NO la prima in chiaro della Lazio

La prima gara di Europa League della Lazio non sarà trasmessa in chiaro su Mtv, canale numero 8 del digitale terrestre, acquistata in estate dal gruppo ‘Sky Italia’. In chiaro sarà trasmesso il debutto della Fiorentina al Franchi di Firenze contro il Basilea. La prima partita della Lazio, in casa degli ucraini del Dnipro alle 21.05, dunque sarà visibile solo sul satellite sui canali di “Sky Sport” .