Dopo aver quasi risolto il problema alla caviglia subito a Napoli contro i partenopei, Antonio Candreva non vede l’ora di scendere in campo. Probabilmente il centrocampista biancoceleste sarà pronto a riprendere il suo posto nella sfida di domenica prossima contro il Frosinone. Il numero 87 biancoceleste è stato a pranzo con Sandro Corapi, il mental coach che segue diversi giocatori della squadra di Pioli. Su un video postato dallo stesso Corapi su Facebook si vede proprio l’esterno biancoceleste mentre parla della partita di domenica prossima: “Sto benissimo e dopo questa chiacchierata mi sento ancora molto meglio. Pronto per essere in forma e fare una super prestazione contro i ciociari domenica prossima”.
Eysseric, Saint Etienne: “A Roma senza paura, la Lazio è forte ma non abbiamo niente da perdere”
Giovedì prossimo, alle 19,05, all’Olimpico per il secondo turno di Europa League la Lazio riceve il Saint Etienne. Diametralmente opposti gli umori delle due squadre. I biancocelesti vengono dalla vittoria conseguita a Verona, mentre la squadra transalpina arriva nella capitale dopo la pesante sconfitta subita in casa contro il Nizza (4-1). Sulle colonne del giornale francese Le Progres per commentare l’incontro di Roma è intervenuto Valentin Eysseric, centrocampista della squadra francese: “E’ bello giocare contro una grande squadra come la Lazio. Non dobbiamo pensare alla sconfitta subita in campionato nell’ultimo turno. Dobbiamo essere più incisivi in campo per poter sfruttare le occasioni che ci si presentano e scendere sul terreno di gioco con la stessa concentrazione con la quale abbiamo affrontato il Rosenborg nella prima giornata. La Lazio è una squadra di alto livello ma noi non abbiamo niente da perdere. Dobbiamo solo giocare come sappiamo fare senza pensare a chi abbiamo davanti”.
Mancini difende Pioli: “Ma come si fa a criticarlo?! La Lazio ha 12 punti…”
Il tecnico dell’Inter, Roberto Mancini, in un’intervista rilasciata al Messaggero ha espresso il suo giudizio sull’andamento della squadra biancoceleste in questo inizio di campionato. Queste le sue parole: “Non capisco tutte le critiche nei confronti di Pioli, la sua squadra ha raccolto già 12 punti ed è terza in classifica; senza dimenticare che nello scorso campionato è andato oltre le più rosee aspettative”. Poi sul campionato: “Il livello medio si sta alzando, si prospetta una bella stagione. Questo è dovuto al fatto che ogni squadra, anche le meno attrezzate, in ogni incontro si giocano le loro possibilità senza pensare solo a difendersi”.
Giudice Sportivo: Mauricio fermato per un turno, ammonizione e ammenda per Lulic
La Lega di Serie A, tramite il proprio sito ufficiale, ha comunicato le decisioni del Giudice Sportivo relative all’ultimo turno di campionato. Tre le giornate di squalifica inflitte a Saponara dell’Empoli, espulso ieri durante l’incontro perduto a Frosinone; il giocatore è stato punito perchè «ha rivolto all’arbitro espressioni ingiuriose e assunto un atteggiamento intimidatorio». Fermato per un turno, sempre per offese all’arbitro, anche il tecnico empolese Marco Giampaolo. Cinque gli squalificati per un turno, tutti giocatori espulsi domenica scorsa: Miranda dell’Inter, Molinaro e Obi del Torino, Romagnoli del Milan e Mauricio della Lazio. Il difensore biancoceleste è stato espulso per doppia ammonizione per comportamento scorretto nei confronti di un avversario. Punito anche Senad Lulic: per lui ammonizione e ammenda di € 2.000,00 per avere simulato di essere stato sottoposto ad intervento falloso in area di rigore avversaria.
Lazio fra le prime tre squadre che hanno percorso più chilometri
Gli ultimi risultati conseguiti dalla squadra di Pioli hanno restituito entusiasmo ai giocatori biancocelesti. La disfatta di Napoli sembra essere ormai alle spalle. Il gioco nelle ultime due prestazioni è migliorato notevolmente, la squadra ha ritrovato quell’unione di gruppo della stagione scorsa che nelle prime giornate sembrava aver perso per strada. Nonostante le prestazioni deludenti sotto il punto di vista dei risultati, il gruppo del tecnico emiliano però, sul campo non ha mai perso la voglia di correre, il problema era che fino a poco tempo fa lo faceva a vuoto. Le prestazioni ed i risultati conseguiti negli ultimi due turni hanno dimostrato l’ottimo stato di forma dei giocatori biancocelesti. Il sito Osservatoriocalcioitaliano.it ha conteggiato i chilometri percorsi nelle prime 6 giornate di campionato dalle squadre di Serie A. La truppa di Pioli è fra le prime tre squadre in questa speciale classifica. I biancocelesti con 650,392 km percorsi si trovano in seconda posizione. L’unica formazione che ha fatto meglio è il Chievo con 693,086 km coperti, mentre al terzo posto si trova il Napoli con 646,944 km.
Entusiasmo alle stelle per i tifosi del Frosinone
I tifosi del Frosinone entusiasti dei risultati conseguiti dai gialloblu negli ultimi turni dimostrano tutta la loro fiducia nel gruppo di Stellone. Dopo aver conquistato un punto all’ultimo minuto della partita disputata a Torino contro i campioni d’Italia della Juventus ed aver raggiunto il primo storico successo nella massima serie nel posticipo di ieri nei confronti dell’Empoli i sostenitori del capoluogo laziale volano sulle ali dell’entusiasmo. Domenica prossima, alle ore 18.00, il Frosinone è atteso dalla trasferta in casa della Lazio ed i tifosi stanno rispondendo alla grande. Fino ad oggi sono stati venduti più di 900 tagliandi del settore riservato ai sostenitori ospiti. L’obiettivo dei tifosi ciociari è di accedere a tutti i biglietti che gli spettano (5000 posti) riempiendo completamente lo spazio a loro riservato.
Cataldi, niente Milan: in autunno la firma sul rinnovo
Qualche giorno fa radiomercato lo dava nell’orbita del Milan, pronto a mettere la sua qualità e la sua esperienza internazionale al servizio della mediana di Mihajlovic. E invece nel futuro Danilo Cataldi indosserà ancora la maglia della Lazio. Secondo infatti quanto rivela ‘Il Corriere dello Sport’, c’è anche il giovane centrocampista tra i giocatori che in autunno incontreranno la dirigenza biancoceleste per discutere il rinnovo del contratto e l’annesso adeguamento di stipendio. Una buona notizia per il 21enne di Ottavia, che finalmente si legherà alla ‘sua’ aquila con un contratto confacente alla categoria, a dimostrazione di quanto sia Pioli che la società credano in lui non solo per il presente, ma anche per il futuro.
Patarca a “I Laziali Sono Qua”: “Cataldi talento, ha bisogno di fiducia”
Negli anni d’oro dell’era Cragnotti è stato il punto di riferimento del settore giovanile laziale, riuscendo a scoprire talenti d’incredibile prospettiva come Marco Di Vaio, Alessandro Nesta e molti altri. Quello di Volfango Patarca non sarà mai un nome come un altro nell’ambiente biancoceleste: il tecnico è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio, nella trasmissione “I Laziali Sono Qua” condotta da Danilo Galdino e Vincenzo Oliva, per fare il punto sul momento-Lazio, con un occhio di riguardo ai tanti giovani protagonisti con la squadra di Stefano Pioli.
“La reazione di Verona è dovuta soprattutto al rientro di Biglia,” spiega Patarca, “che ha fornito al centrocampo quel salto di qualità che ci aspettavamo. Dopo Napoli non era facile reagire in questo modo, speriamo ora di superare questi alti e bassi che fanno male al morale prima ancora che alla classifica.”
In qualità di esperto di calcio giovanile, Patarca passa in rassegna i talenti biancocelesti. “Danilo Cataldi è stato utilizzato ad intermittenza quest’anno da Pioli. Forse gli servirebbe un pizzico di sicurezza e fiducia in più per sfondare definitivamente. Deve evitare quel senso di insicurezza in campo, causato dall’impiego a corrente alternata, che costò caro anche a Marco Di Vaio, che quando smise di giocare con continuità si ritrovò solo quando tornò titolare, cambiando aria. Quando gioca con l’Under 21 Cataldi dimostra una qualità che sono convinto emergerà al cento per cento anche in maglia biancoceleste. Giocare spesso regala fiducia: io non credo che un turn over massiccio sia necessario per ragazzi di venti anni, che non devono sentire subito la stanchezza.”
“Milinkovic-Savic lo utilizzerei sempre per la prontezza che ha dimostrato. E’ già un calciatore vero, anche Kishna mi ha colpito per la sua eleganza ed ha grandi margini di miglioramento. Serve fiducia: anche Felipe Anderson andò incontro ad enormi critiche, mentre io sapevo che le sue difficoltà erano dovute principalmente al grave infortunio alla caviglia dal quale era reduce quando arrivò a Roma. La fiducia per i giovani è fondamentale, Keita appena ha sentito di nuovo il sostegno della società e del tecnico è tornato ad esprimersi ai suoi livelli.”
Sulla realtà attuale del campionato, Patarca ha le idee chiare: “Alla Lazio serve un filotto di vittorie come quello dell’anno scorso: potrebbero aprirsi scenari clamorosi e inaspettati. Chi indovinasse una serie vincente potrebbe davvero mettere in atto una fuga decisiva. Le squadre importanti sono tutte lì: con il ko dell’Inter ora hanno avuto tutte una battuta a vuoto, possono tutte proporsi per le primissime posizioni. Il calendario almeno sulla carta sembra agevolare la Lazio nelle prime dieci giornate. Proprio i tanti giovani della Lazio, sfrontati e talentuosi, potrebbero rendere la squadra di Pioli una vera e propria mina vagante.”
L’ultima considerazione di Patarca è sul cammino della Lazio in Europa League: “Le potenzialità dicono che i biancocelesti possono arrivare alla fine, ma bisogna saper andare avanti. Il turn over è pericolosissimo quando si cambia troppo, perché si perdono i giusti riferimenti in campo: ma la qualità per andare il più avanti possibile anche in campo continentale ci sono tutte.”
PROBABILE FORMAZIONE – Idea turnover per Pioli: Morrison dal 1′?
A poco più di 48 ore dalla sfida casalinga di Europa League contro il Saint Etienne, in casa Lazio si discute su quali saranno gli undici che affronteranno la formazione transalpina. Secondo le ultime indiscrezioni, Pioli starebbe pensando ad una moderata rotazione degli uomini a disposizione: ad esempio, tra i pali dovrebbe esserci spazio per Berisha, che concederà a Marchetti un turno di riposo prendendosi il suo ruolo di ‘portiere di Coppa’. In mediana, invece, fermo un giro anche per Parolo, che dovrebbe essere rimpiazzato da uno tra Onazi e Cataldi, mentre sulla trequarti potrebbe essere finalmente il momento dell’esordio dal 1′ per Morrison, con Mauri che tuttavia non è ancora fuori gioco e lotterà fino all’ultimo per negare all’inglese la prima gioia. In avanti, infine, Keita è sicuro di una maglia da titolare, mentre sulla fascia sinistra dovrebbe essere Felipe Anderson a partire dall’inizio, con Kishna pronto a subentrargli a gara in corso.
Lazio e Juve, beffa Supercoppa: dai cinesi solo parte del compenso
Ha assunto i contorni della ‘tragedia’ (metaforicamente parlando) la vicenda del compenso spettante a Lazio e Juventus per la partecipazione in agosto alla finale di Supercoppa disputata a Shanghai. Come rivela ‘La Stampa’, la Lega Calcio avrebbe infatti dovuto ricevere 3,3 milioni dalla United Vansen Sport. Invece la società cinese ha versato meno di 2 milioni, che il massimo organo calcistico dovrà dividere appunto con i due club. I quali, visto che, a quanto pare, il resto dell’importo non sarà liquidato, dovranno fare dunque a meno di buona parte degli 1,5 milioni a testa inizialmente concordati, e questo perché la Lega non ha a disposizione abbastanza soldi per saldare loro l’intera somma. Da via Rosellini filtra rassegnazione (“Ormai ci abbiamo una pietra sopra“, il commento di un dirigente all’uscita dagli uffici della Lega). Ma c’è di più: sembra infatti che il dg Brunelli si sarebbe assunto in prima persona la colpa per le condizioni del terreno di gioco e per le riprese tv, entrambe di pessima qualità. Il dirigente sarebbe arrivato addirittura a rassegnare le dimissioni, che però con tutta probabilità saranno respinte nelle prossime ore.
Lazio, arriva il Saint Etienne: i pericoli dell’ASSE
E’ la squadra più titolata di Francia, ancora oggi dopo anni in cui i cicli vincenti di Lione e Paris Saint Germain ne avrebbero potuto mettere a repentaglio il primato. Ma il Saint Etienne che giovedì sera scenderà in campo all’Olimpico è ancora lontano, per forza e rendimento, da quello che negli anni settanta dominava la scena del calcio transalpino. E anche quella internazionale, considerando che il club del capoluogo della Loira ha disputato anche una finale della vecchia Coppa dei Campioni in quel periodo.
Già, quella che ora è la Champions League e rappresenta il grande cruccio del Saint Etienne, che da diverse stagioni sogna di ripresentarsi sul palcoscenico continentale più prestigioso. Il declino del club è iniziato dopo l’ultimo titolo di Francia, il decimo, conquistato nel 1981. L’ASSE, come viene abbreviato in patria dall’acronimo di Association Sportive de Saint-Étienne Loire, viene coinvolto in uno scandalo finanziario che ne minerà la stabilità per quasi vent’anni, tra discese in seconda serie e risalite non durature. Negli anni duemila il Saint Etienne torna stabilmente nell’elite calcistica transalpina, e nel 2013, a trentadue anni di distanza dall’ultima volta, torna ad alzare un trofeo: la Coppa di Francia. Ma gli assalti ai primi tre posti che valgono la Champions sono sempre vani.
Si arriva ai giorni nostri con una vera e propria partenza sprint per la formazione allenata da Christophe Galtier, con cinque vittorie consecutive nella Ligue 1 che l’hanno portata al secondo posto alle spalle del PSG. Seconda piazza mantenuta anche dopo il clamoroso crollo in casa contro il Nizza, un 1-4 nell’ultima giornata che ha sorpreso visto lo stato di forma dei biancoverdi nelle ultime uscite. Il Saint Etienne è una formazione che fa del gioco d’attacco il suo punto di forza ma anche la sua debolezza, col 4-3-3 di Galtier spesso dipendente dalla vena degli attaccanti. Come Romain Hamouma, protagonista delle prime partite della stagione e ora in fase calante, o il rapidissimo Jean Bahebeck, ventidue anni e anche lui preda di diversi alti e bassi, con un rigore fallito nella sfida contro il Nizza.
Il gioco di Galtier costringe il Saint Etienne a concedere più di qualcosa anche in fase difensiva. Oltre al match contro il Rosenborg, lo si è visto anche nell’esordio in Europa League, con i norvegesi del Rosenborg capaci di segnare due reti ed imporre il pareggio nel catino dello stadio “Geoffroy-Guichard”, uno dei più caldi di Francia. La coppia centrale composta da Loic Perrin e il guineano Florentin Pogba non è propriamente a prova di bomba, anche se Perrin è molto abile negli inserimenti in zona gol sui calci piazzati. Punti deboli che la Lazio dovrà provare a sfruttare per trovare la prima vittoria stagionale in Europa, e dimenticare la beffa contro il Dnipro all’esordio.
Fabio Belli
Felipe Anderson convocato in Nazionale
Felipe Anderson dopo la gara contro il Genoa si sta riprendendo la Lazio, le sue prestazioni interessano anche in patria e soprattutto la ct verdeoro Dunga che si appresta a scegliere la rosa del Brasile per Olimpiadi di Londra 2016. Felipe Anderson infatti è stato convocato per i prossimi impegni della Nazionale Under 23, quella Olimpica. Il calciatore dunque volerà in patria nella sosta programmata dopo la gara contro il Frosinone per affrontare il 9 ottobre la Repubblica Dominicana ed il 12 la Nazionale di Haiti.
PES 16 i volti della Lazio
Il calcio è gioco e non solo in campo. Con le moderne consolle è facilissimo immedesimarsi con i propri beniamini, magari vincere quei trofei che nella realtà sembrano irraggiungibili ma nel virtuale no. FIFA e PES sono i giochi che vanno per la maggiore ed ogni anno gli autori sfornano nuove edizioni mettendo in campi degli sforzi per avvicinarsi sempre più alla realtà. La guerra fra EA Sport (FIFA) e Konami (PES), i produttori dei due famosi giochi, si combatte proprio per rendere sempre più veritieri i propri giochi, in PES 16 – spulciando la fotogallery pubblicata dal Corriere dello Sport sul proprio sito – ad esempio i giocatori della Lazio assomigliano moltissimo a quelli reali, in particolare Klose, Biglia e Felipe Anderson. Altri meno come Candreva e Keita.
Biglia ecco il rinnovo, atteso a Roma l’agente
Lucas Biglia al Bentegodi ha trascinato la Lazio verso la vittoria. Dopo l’infortunio ed un estate a parlare di trattative di mercato che lo volevano lontano da Roma l’argentino in campo ha risposto alle critiche nel migliore dei modi possibili. Dopo la tempesta il sereno, dopo le parole sibilline di agosto, nella vigilia della Supercoppa di Shanghai e le mille voci d’addio spazzate in un attimo. Biglia contro il Verona ha dimostrato il suo attaccamento al progetto Lazio, restituendo anima e logica al centrocampo di Pioli. L’argentino è un play indispensabile per il calcio di Pioli – come riporta il Corriere dello Sport nell’edizione odierna – è un punto di riferimento all’interno dello spogliatoio. Un leader autentico, a cui non per caso il tecnico emiliano aveva consegnato la fascia di capitano. E dunque si deve parlare di un rapporto saldo fra lui e la Lazio tant’è che sono imminenti alcuni incontri fra la dirigenza biancoceleste e l’agente dell’argentino per discutere del prolungamento del contratto. Enzo Montepaone, il suo rappresentante, è atteso a Roma a breve, Biglia è legato alla Lazio da un contratto a lunga scadenza (2018) e con il mercato aperto sarebbe stato inutile affrontare l’argomento. Ora l’incontro è davvero imminente. Si consumerà forse già in settimana oppure durante la sosta del campionato.
Pulici ricorda: “La Lazio a Verona come noi nel ’74. Pioli come Maestrelli”
Già durante l’intervallo del Bentegodi la Lazio ha posto le basi per la rimonta vincente che poi c’è stata nel secondo tempo. Pioli ha spedito in anticipo si suoi sul prato verde, una scena che nelle menti dei più vecchi ricorda quella avvenuta all’Olimpico nel ’74, proprio contro il Verona. “Mi sono emozionato vedendo la squadra in campo bene prima che iniziasse la ripresa – ricorda Pulici uno degli eroi del ’74 campioni d’Italia, in un intervista al Corriere dello Sport – all’inizio non me ne ero reso conto, ho percepito la voglia di rimontare e di riprendere in fretta a giocare. Il risultato del 1° tempo non era veritiero. Poi sono tornato indietro nel tempo con la mente e ho pensato a quella partita di quarantuno anni fa. Ci sono delle analogie e alcune differenze. Noi passammo quasi tutto l’intervallo sul prato dell’Olimpico dopo aver giocato malissimo il primo tempo. La Lazio, invece, stava giocando bene e dominando la partita con il Verona. Non meritava di stare sotto. Noi, quella domenica, sì”. Quel giorno di tanti anni fa la Lazio all’intervallo era sotto di una rete ma nella ripresa le cose cambiarono totalmente: “Finì il primo tempo con l’autogol di Oddi, prendemmo il tunnel sotto la Curva Sud e appena entrati nello spogliatoio, Maestrelli cominciò a urlare. “Vi dovere vergognare, state giocando malissimo. Ora tornate subito in campo” ci disse. E allora risalimmo subito sul prato. La gente non capiva, all’inizio ci presero per matti. Ci schierammo, ognuno rispettando la propria posizione, tutti nella nostra metà campo. Noi eravamo lì ad aspettare il Verona, a pensare al campionato, a come poter rimettere a posto la partita. Nella ripresa ci scatenammo, esprimendo forse il miglior calcio del campionato. In mezz’ora passammo da 1-2 a 4-2. Tre gol, ma potevano essere di più”. In molti vedono delle analogie fra Maestrelli e Pioli: “Non è un paragone improprio – conclude Pulici – Pioli, anche se lo conosco soltanto da lontano, mi ricorda Maestrelli per il modo e il dialogo che riesce a intrattenere con i suoi giocatori”.
Flavio Roma: “Il Saint-Etienne non è un avversario facile, ma questa Lazio incute timore. Occhio a Lemoine e Ruffier”
L’ex portiere della primavera biancoeleste Flavio Roma conosce molto bene il campionato francese avendo giocato per dieci stagioni (intervallate da una parentesi nel Milan) con la maglia biancorossa del Monaco, ottenendo raggiungere grandi gioie, tra cui la Champions League vissuta da protagonista ed un trionfo solo sfiorato contro il Porto di Mourinho. La stagione 2013/2014 però è stata l’ultima, non solo nel principato ma anche della sua carriera…Flavio Roma infatti, superata la soglia dei quarant’anni, ha appeso i guantoni al chiodo e oggi studia da allenatore. La Lazio comunque gli è rimasta nel cuore (anche se non ha mai debuttato in prima squadra) e ai microfoni di Lalaziosiamonoi.it ha commentato il momento dei biancocelesti, rilasciando anche alcuni preziosi consigli su come affrontare il Saint-Étienne, prossimo avversario nel girone di Europa League.
VERONA – La Lazio ha espugnato il Bentegodi e ha scacciato i fantasmi da trasferta, una scossa importante: “Sicuramente. La Lazio stava attraversando un momento un po’ particolare, con mille dubbi. Riuscire a vincere fuori casa a Verona, non una partita di poco conto, dà una grossa spinta a livello mentale. Ha messo a posto un po’ di mattoncini in una situazione in cui stava perdendo l’equilibrio“.
LE ASSENZE – “Le assenze non sono mai un alibi. Se si costruisce una squadra con determinati giocatori è per arrivare a un certo livello. Chi è all’interno della Lazio non potrà ammetterlo apertamente. Ci sono altri elementi che devono giocare ed è giusto che non venga dato troppo risalto alle assenze. In ogni modo i calciatori assenti sono certamente importanti per questa Lazio“.
MARCHETTI – “È un portiere che ha avuto continuità nel corso degli anni, non solo alla Lazio. Ha avuto qualche problema a Cagliari, ma quando è stato in campo ha sempre giocato ad alti livelli. Ha dimostrato il suo valore anche con la convocazione in Nazionale, ha disputato un Mondiale. Si tratta di un portiere di livello che già conosce il mondo Lazio, dà continuità piuttosto che alti e bassi. Questa è una condizione molto importante per la scelta di un portiere“.
LA SERIE A – “Chi è li davanti spende milioni su milioni, poi magari gli obiettivi non vengono raggiunti. Ci sono squadre importanti come Inter, Napoli. La Juventus ha raggiunto risultati negli anni, ha costruito uno stadio, ha posto delle basi per cominciare a vincere. Credo che alla Lazio manchino gli investimenti a livello di parco giocatori, chi dirige ne è consapevole. Ci vogliono tanti soldi, nel mercato di oggi un calciatore bravo non costa meno di 30 milioni. È difficoltoso fare una campagna acquisti per vincere...”
SAINT-ETIENNE – “Qui in Francia il Saint-Étienne è una conferma. Anche se non ha vinto trofei importanti è una squadra che dà fastidio a tutti, negli ultimi anni ha sempre lottato nelle prime posizioni o è crollata nei momenti decisivi. Ha reso la vita dura a tutti. Psg, Monaco, Bordeaux, Lione. È una squadra molto aggressiva, soprattutto in casa sono temibili. È uno stadio molto bello, ambiente caldo, può dar filo da torcere a chiunque. Fuori casa rendono un po’ meno, ma è sempre difficile da affrontare“. I francesi però sono reduci da una pesante batosta contro il Nizza, e per giovedì hanno perso due elementi chiave come Clement e Pogba: “Ricordo le partite contro il mio Monaco, è una squadra capace di attendere, sa giocare, non si tira indietro se c’è da far battaglia. Hanno sempre un po’ timore di affrontare i club italiani, noi abbiamo un’arma in più a livello tattico. Devo riconoscere inoltre che mister Pioli da questo punto di vista è molto bravo, loro temeranno soprattutto la preparazione della partita“.
OSSERVATO SPECIALE – “Il loro centrocampista centrale Lemoine è un elemento molto carismatico, realizzò anche un gol quando lo affrontai con il Monaco, è un giocatore importante. Non ho nominato il bomber o un elemento offensivo, perchè questa è una squadra compatta con elementi che in campo danno tutto per il gruppo. Anche il portiere, Ruffier, è molto bravo. Se n’è parlato spesso nelle varie campagne di mercato“.
LA LAZIO E L’EUROPA LEAGUE – “L’importante è non sottovalutare la competizione perchè le squadre sono forti. Deve affrontare ogni partita come se fosse in Champions League, con il giusto approccio. Il nostro campionato è molto più impegnativo rispetto a tanti altri, proprio a livello mentale. La differenza che può fare la Lazio sta qui. In Italia devi lottare con dieci squadre per entrare in Europa, c’è un dispiego maggiore di energie fisiche e mentali in campionato“.
EUROPA LEAGUE – Ancora Fiorentina in chiaro. Lazio e Napoli sul decoder Sky
Giovedì sarà di nuovo Europa League, ma ancora una volta la Lazio non sarà visibile in chiaro, per la seconda volta consecutiva infatti è stata preferita la Fiorentina. Perciò, dopo Dnipro-Lazio, i tifosi biancocelesti non potranno seguire la propria squadra sul canale Mtv (canale 8 del digitale terrestre e 121 del bouquet di Sky), i viola avranno così di nuovo la possibilità di essere l’unica italiana ad avere doppia visibilità: Sky e Digitale terrestre. Come sappiamo, l’Europa League è una esclusiva del colosso di Murdoch,e quest’anno ha deciso comunque di trasmettere un match in chiaro sul canale 8 (acquistato di recente) e dopo Fiorentina-Basilea nel 1° turno, secondo quanto confermato ufficialmente Mn Italia, la sfida in onda nella 2° giornata sarà Belenenses-Fiorentina, di giovedì 1 ottobre alle ore 19.00.
Lazio e Napoli, impiegate rispettivamente contro Saint-Etienne e Legia Varsavia, non saranno visibili se non con abbonamento a Sky.
De Martino: “Questa squadra può fare davvero bene. I media? Intorno alla Lazio ruota un sistema discutibile”
E’ un campionato strano quello che che sta vivendo la Lazio fino ad oggi, dopo la “batosta” con il Napoli qualsiasi ambizione sembrava ormai compromessa, ora invece la vittoria contro l’Hellas Verona ha proiettato i biancocelesti a 3 punti dalla vetta della classifica, dimostrando come niente (sopratutto al 28 di settembre) è compromesso. Questo e tanti altri temi sono stati affrontati dal responsabile della comunicazione biancocelesti Stefano De Martino ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3:
LA PARTITA – “Un successo importante per tanti motivi. La Lazio vince in rimonta anche se stava comandando il gioco per tutta la gara. I dati sono schiaccianti per possesso palla. Poi avremmo dovuto andare in vantaggio già dal primo tempo, perché Gentiletti subisce fallo piuttosto che commetterlo. Anche su Felipe Anderson poteva esserci un rigore che ho visto dare tante volte in altri campi. Il commento post gara di Mandorlini poi è sembrato molto simile a quello di Gasperini. Ha contestato il rigore che però era assolutamente solare. Non capisco davvero la lettura delle gare di alcuni allenatori. Abbiamo vinto in un campo ostico dove non portavamo a casa i tre punti da tanti anni. Al Verona mancavano giocatori importanti ma non c’è neanche il bisogno di sottolineare le assenze della Lazio“.
“È UN CAMPIONATO STRANO MA SIAMO LÌ…” – “Questa squadra è stata costruita in questa stagione con tanti giovani e giocatori esperti. Siamo a Roma e ovviamente come in tutte le grani piazze devi portare sempre i risultati. Ma siamo lì. È un campionato strano dove può succedere di tutto. Battute d’arresto però come quelle contro il Chievo e di Napoli non devono però assolutamente ripetersi per nessun motivo al mondo. Credo che questa squadra possa fare davvero bene. Eravamo tutti avvelenati dopo quelle clamorose debacle. A noi storicamente capitano questi crolli improvvisi. Ripenso a Siena ad esempio, dove per più di una volta sembrava di giocare al Camp Nou. Comprendo la rabbia della gente della scorsa settimana, sommata poi alla precedente sconfitta contro il Chievo. Ha ragione Keita nel dire che non siamo né dei fenomeni né dei brocchi. Dobbiamo continuare su questa strada”.
GLI ERRORI ARBITRALI – “Non sta a me contestare una direzione arbitrale. In passato è stato fatto ma resta comunque un terreno minato. A voi sembra più semplice ma non è così. Certe situazioni si possono affrontare fino ad un certo punto. Anche se le valutazioni di tutti i quotidiani sono state abbastanza nette sulla direzione di gara dell’arbitro”.
SPOGLIATOIO E PROBLEMATICHE AMBIENTALI – “Non ho mai visto un problema legato allo spogliatoio. Black-out di quel tipo però non dovevano succedere. Per questo motivo la scelta di chiudersi in ritiro, anche alla luce di un precampionato difficile in virtù degli impegni di Supercoppa e del preliminare. Contesto però un ambiente in generale che non aiuta a raggiungere i risultati. Con ‘ambiente’ intendo tutto, né esclusivamente la tifoseria né la parte mediatica. Intorno alla Lazio ha sempre un ruotato un sistema discutibile per problematiche che si sono sempre ripresentate in passato. Un clima positivo in questo senso non può che aiutare la squadra. Ovviamente al termine di una gara con esito negativo è giusto attendersi il disappunto della gente. Ma l’andamento sinusoidale nelle presenze allo stadio sicuramente non aiuta. Qualche punto in più ci verrà dato inevitabilmente dalla spinta della gente sugli spalti”.
I MEDIA – “Se un quotidiano fa certe scelte c’è sempre un motivo. Io ricordo due giorni dopo la vittoria dello scudetto della Lazio stellare del 2000 dove in prima pagina si parlava di Roma. Chi prende delle decisioni in questi casi è sempre una persona con le sue passioni, idee e simpatie che deve evidentemente tenere in considerazione opportunità commerciali e di vendita. Quando ti accorgi che combattere questioni di questo tipo non porta a risultati evidenti uno ne prende atto. Se si intrecciano gli interessi economici è logico che poi si tende a ‘drogare’ un sistema. Io non posso buttare giù le porte di una redazione perché parlano male o poco della Lazio. Bisogna sforzarsi di capire cosa c’è dietro. Noi dobbiamo rimanere all’interno di certe regole. Quando si osteggia una squadra e le sue componenti solo perché dietro c’è il presidente Lotito allora dobbiamo chiederci che tipo di informazione abbiamo sotto gli occhi”.
LE MONDE E LE LACERAZIONI INTERNE NEL MONDO LAZIO – “Non è che posso chiamare a andare in una trasmissione a dire che il livello di Le Monde è deprecabile di bassissima levatura, cosa che però abbiamo detto in quei giorni in radio e nei quotidiani. Sky ci dà il 20% di spazio perché non siamo secondo loro una squadra che merita la visibilità di Roma e Juventus che sono al 90%. Abbiamo una Tv e una Radio, oltre ad una struttura importante che si muove per i colori biancocelesti. Siamo presi a modello da tante realtà a livello di comunicazione, ma prima di stringere accordi importanti voglio accertarmi che chi mi dà la mano ‘non abbia nell’altra un coltello’. Parliamo di interessi totali che avvengono per determinanti motivi. Ma se non sistemiamo però ciò che c’è all’interno come possiamo pretendere di essere forti contro gli altri a livello nazionale? Siamo dilaniati all’interno. In certe realtà radiofoniche locali sento a volte ex giocatori del passato chiedere le dimissioni del Direttore Sportivo e che De Martino è stato preso per strada. Così non potremo mai essere forti a livello editoriale”.
SULLE CRITICHE ALLA SOCIETÀ - “Sento spesso dire che se le cose vanno bene è merito di Pioli, se le cose vanno male allora è colpa della società. Se siamo arrivati terzi è merito del mister, dei giocatori, della dirigenza e di tutte le componenti della società. Pioli non ha la bacchetta magica. È il gruppo e tutto ciò che ruota intorno a determinare la buona riuscita dei risultati. Se tolgo 5 o 6 giocatori determinanti a Inter, Juve e Roma che ne rappresentano l’ossatura, possono perdere anche contro una squadra di Lega Pro. Formello è un bunker? Mai come in questi anni abbiamo aperto le porte del centro sportivo per i tifosi e per iniziative commerciali.
GARCIA AL CORRIERE DELLO SPORT E PIOLI NO – “Quando me lo hanno chiesto venivamo dalla sconfitta contro il Chievo e non mi sembrava il caso di esporre il nostro tecnico in quel momento. Garcia invece veniva osannato dopo il trionfo contro la Juve, proclamando di vincere tutto e forse di “diventare Papa”. Ci sono momenti e condizioni. In ambito nazionale spesso ti dicono “o mi dai quello o niente, perché gli altri non mi interessano”. La Lazio non è un supermercato, siamo la società che dà più contenuti mediatici all’esterno. Non mi sta bene che passi questo tipo di messaggio”.
LE SCONFITTE DI AGOSTO E L’EUROPA LEAGUE – “Per me il momento difficile non è finito e giovedì sarà un banco di prova importante. Il Saint-Étienne verrà a Roma per giocarsela. Non abbassiamo la guardia, dobbiamo ancora aspettarci tanto. Abbiamo preso un buon punto in trasferta contro la squadra forse più pericolosa del girone”. Sono convinto però che questa sia una squadra che se resta unita può competere con chiunque. Abbiamo perso tanti punti per un clima negativo attorno alla squadra e alla società. L’anno scorso un solo punto ha fatto la differenza, figuriamoci cinque, che secondo me è il contributo che un ambiente sereno può dare alla squadra. Non do giudizi ora a fine settembre. Posso giudicare solo la finale di Supercoppa persa contro la Juve, dove siamo arrivati male, forse per condizione. Poi il preliminare di Champions, dove siamo crollati al ritorno perché ci mancava la spina dorsale della squadra”.
COMUNICAZIONE E LE MANCATE PRESENTAZIONI DEI NUOVI ARRIVI – “La presentazione dei giocatori deve avvenire con la presenza della società e in quel momento non è stato possibile. Colpa mia, avrei dovuto inchiodare alla sedia qualcuno. L’arrivo di Matri? C’erano i colleghi della stampa e dieci persone. Ha salutato, rilasciato una dichiarazione e poi è andato a Formello e lavorare. Mi dicono che siamo una realtà inadeguata anche se dovessimo vincere lo scudetto. Alla gente dico di mandare un messaggio forte, creiamo compattezza! Chi ha dei problemi forti con questa società, mi riferisco alla comunicazione locale e non ai tifosi, deve cercare di assumere un comportamento sano e più equilibrato. A quando il canale tematico in HD? Spero di poter dare nelle prossime settimane un annuncio importante, con altre possibilità e opportunità a chi ci vuol vedere e seguire”.
Stadio Flaminio, la vera casa dei tifosi biancocelesti
A Roma, lungo Viale Tiziano, nell’area tra via delle Belle Arti e Ponte Milvio, si erge quello che i tifosi laziali ritengono il loro vero impianto sportivo, lo Stadio Flaminio. Costruito dall’architetto Pier Luigi Nervi, tra il 1957 e il 1958, vide la sua inaugurazione il 19 marzo del 1959 in occasione delle Olimpiadi del 1960. Lo stadio venne ubicato sull’area del preesistente Stadio Nazionale che venne demolito nel 1957. L’impianto ha tutta una storia da raccontare alle spalle. Prima di prendere il nome Flaminio si chiamò Stadio della Rondinella, poi per volere di Mussolini prese il nome di Stadio del Partito Nazionale Fascista per poi diventare, dopo la tragedia di Superga in onore del grande Torino, per l’appunto Stadio Torino. Ora l’impianto, ormai abbandonato da almeno due anni, si trova in uno stato fatiscente. In un silenzio d’oltretomba, a parte il rumore caotico del traffico cittadino, tutto giace in uno stato di degrado incredibile. Erbacce ovunque, cancelli arruginiti e spazzatura avvolgono quello che rimane di ciò che per anni ha ospitato i sostenitori biancocelesti nelle domeniche di campionato. Nessuno sembra più interessato al mantenimento di quello che viene ormai considerato un “monumento”. Una delle poche persone che si ergono ancora a difesa dello storico impianto è Alessandro Cochi, consigliere di opposizione dell’assemblea capitolina, che tramite un comunicato stampa ha dichiarato:
“Finalmente dopo tanto tempo, si parla anche a carattere nazionale, salvo poche eccezioni nel recente passato, delle condizioni di completo deseterioramento dello Stadio Flaminio. Da tempo ormai si susseguono le grida d’allarme riguardanti le condizioni del glorioso stadio realizzato dall’ingegner Nervi accompagnate in alcuni casi da eloquenti testimonianze fotografiche, nonchè spesso anche da creative e fantasiose proposte di futuro utilizzo. In qualità di delegato allo sport nella passata consiliatura ho avuto modo di seguire i tentativi della Federugby di portare avanti un progetto di ristrutturazione dello stadio finalizzato ad adeguarlo a capienza e standard adeguati per ospitare degnamente il Sei Nazioni di rugby. Purtroppo dopo anni di tentativi di condividere il progetto con diversi soggetti competenti, si preferì optare per un trasferimento allo stadio Olimpico, che da sede temporanea si è ormai trasformata negli ultimi anni in sede definitiva con la condivisione del Coni. Seguì poi la proposta alla Lazio Calcio, quella del presidente Lotito e alla Polisportiva del presidente Antonio Buccioni. Ma al primo non interessava, e per la Polisportiva, l’importante investimento necessario (da 6 a 15 milioni di euro circa) con una manutenzione di oltre 700 mila euro l’anno costituiscono un impegno difficilmente sostenibile. A cavallo della fine del 2012 ci interrogammo quindi su quale soluzione fosse la più idonea e al tempo stesso potesse trovare una sua realizzabilità. Ricordo che venne incaricata la società , “Risorse per Roma” di effettuare uno studio di fattibilità con tre ipotesi, in linea con gli standard urbanistici di utilizzo . Tale studio venne fatto ma la fine della consiliatura non ci consentì di completare il percorso a suo tempo ideato con l’emanazione conseguente di un bando pubblico. Poi l’idea dell’ ex assessore Pancalli di affidarlo alla Figc di Giancarlo Abete per una “Coverciano tutta romana come casa della nazionale”. Un breve affidamento provvisorio di un anno, e con l’ avvento di Tavecchio alla Federcalcio, più nulla. Nel frattempo sono passati oltre due anni e l’immobilismo dell’attuale amministrazione su questo tema ha fatto anche la sua parte. Purtroppo il cambio di tre assessori con altrettanti direttori, paralizza un settore e un dipartimento, anzi ora una piu’ piccola direzione sport . Di fronte allo scempio ampiamente documentato dalle inchieste giornalistiche perché non ripescare quello studio di Risorse per Roma e presentarlo pubblicamente ? Sono consapevole che sono necessari importanti investimenti e per questo potranno essere interessati solo grandi imprenditori. Ma è necessario avviare rapidamente un percorso di recupero e troppo tempo si è perso dietro scelte utopistiche. Il mio vuole essere un contributo propositivo e non una lamentela fine a se stessa. Nella speranza che non sia solo un ultimo disperato appello. La storia del Flaminio, campione del mondo nel 1934 e la candidatura olimpica e paralimpica del 2024, sono altri due fattori che non ci permettono di vedere nella rovina più completa un bene comune, parola cara di chi sembra essersene oggi dimenticato abbastanza in fretta”.
Ora ci si augura che le autorità competenti affrontino seriamente la nodosa questione, cioè quella di riportare agli antichi bagliori quello che per i tifosi biancocelesti è parte della loro storia, con la speranza di potersi ritrovare un giorno in quell’impianto nel quale ancora oggi echeggiano le voci del passato di un tifo che accompagna i propri eroi da più di un secolo nella Capitale.