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PROBABILE FORMAZIONE – Idea turnover per Pioli: Morrison dal 1′?

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A poco più di 48 ore dalla sfida casalinga di Europa League contro il Saint Etienne, in casa Lazio si discute su quali saranno gli undici che affronteranno la formazione transalpina. Secondo le ultime indiscrezioni, Pioli starebbe pensando ad una moderata rotazione degli uomini a disposizione: ad esempio, tra i pali dovrebbe esserci spazio per Berisha, che concederà a Marchetti un turno di riposo prendendosi il suo ruolo di ‘portiere di Coppa’. In mediana, invece, fermo un giro anche per Parolo, che dovrebbe essere rimpiazzato da uno tra Onazi Cataldi, mentre sulla trequarti potrebbe essere finalmente il momento dell’esordio dal 1′ per Morrison, con Mauri che tuttavia non è ancora fuori gioco e lotterà fino all’ultimo per negare all’inglese la prima gioia. In avanti, infine, Keita è sicuro di una maglia da titolare, mentre sulla fascia sinistra dovrebbe essere Felipe Anderson a partire dall’inizio, con Kishna pronto a subentrargli a gara in corso.

Lazio e Juve, beffa Supercoppa: dai cinesi solo parte del compenso

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Ha assunto i contorni della ‘tragedia’ (metaforicamente parlando) la vicenda del compenso spettante a Lazio e Juventus per la partecipazione in agosto alla finale di Supercoppa disputata a Shanghai. Come rivela ‘La Stampa’, la Lega Calcio avrebbe infatti dovuto ricevere 3,3 milioni dalla United Vansen Sport. Invece la società cinese ha versato meno di 2 milioni, che il massimo organo calcistico dovrà dividere appunto con i due club. I quali, visto che, a quanto pare, il resto dell’importo non sarà liquidato, dovranno fare dunque a meno di buona parte degli 1,5 milioni a testa inizialmente concordati, e questo perché la Lega non ha a disposizione abbastanza soldi per saldare loro l’intera somma. Da via Rosellini filtra rassegnazione (“Ormai ci abbiamo una pietra sopra“, il commento di un dirigente all’uscita dagli uffici della Lega). Ma c’è di più: sembra infatti che il dg Brunelli si sarebbe assunto in prima persona la colpa per le condizioni del terreno di gioco e per le riprese tv, entrambe di pessima qualità. Il dirigente sarebbe arrivato addirittura a rassegnare le dimissioni, che però con tutta probabilità saranno respinte nelle prossime ore.

Lazio, arriva il Saint Etienne: i pericoli dell’ASSE

E’ la squadra più titolata di Francia, ancora oggi dopo anni in cui i cicli vincenti di Lione e Paris Saint Germain ne avrebbero potuto mettere a repentaglio il primato. Ma il Saint Etienne che giovedì sera scenderà in campo all’Olimpico è ancora lontano, per forza e rendimento, da quello che negli anni settanta dominava la scena del calcio transalpino. E anche quella internazionale, considerando che il club del capoluogo della Loira ha disputato anche una finale della vecchia Coppa dei Campioni in quel periodo.

Già, quella che ora è la Champions League e rappresenta il grande cruccio del Saint Etienne, che da diverse stagioni sogna di ripresentarsi sul palcoscenico continentale più prestigioso. Il declino del club è iniziato dopo l’ultimo titolo di Francia, il decimo, conquistato nel 1981. L’ASSE, come viene abbreviato in patria dall’acronimo di Association Sportive de Saint-Étienne Loire, viene coinvolto in uno scandalo finanziario che ne minerà la stabilità per quasi vent’anni, tra discese in seconda serie e risalite non durature. Negli anni duemila il Saint Etienne torna stabilmente nell’elite calcistica transalpina, e nel 2013, a trentadue anni di distanza dall’ultima volta, torna ad alzare un trofeo: la Coppa di Francia. Ma gli assalti ai primi tre posti che valgono la Champions sono sempre vani.

Si arriva ai giorni nostri con una vera e propria partenza sprint per la formazione allenata da Christophe Galtier, con cinque vittorie consecutive nella Ligue 1 che l’hanno portata al secondo posto alle spalle del PSG. Seconda piazza mantenuta anche dopo il clamoroso crollo in casa contro il Nizza, un 1-4 nell’ultima giornata che ha sorpreso visto lo stato di forma dei biancoverdi nelle ultime uscite. Il Saint Etienne è una formazione che fa del gioco d’attacco il suo punto di forza ma anche la sua debolezza, col 4-3-3 di Galtier spesso dipendente dalla vena degli attaccanti. Come Romain Hamouma, protagonista delle prime partite della stagione e ora in fase calante, o il rapidissimo Jean Bahebeck, ventidue anni e anche lui preda di diversi alti e bassi, con un rigore fallito nella sfida contro il Nizza.

Il gioco di Galtier costringe il Saint Etienne a concedere più di qualcosa anche in fase difensiva. Oltre al match contro il Rosenborg, lo si è visto anche nell’esordio in Europa League, con i norvegesi del Rosenborg capaci di segnare due reti ed imporre il pareggio nel catino dello stadio “Geoffroy-Guichard”, uno dei più caldi di Francia. La coppia centrale composta da Loic Perrin e il guineano Florentin Pogba non è propriamente a prova di bomba, anche se Perrin è molto abile negli inserimenti in zona gol sui calci piazzati. Punti deboli che la Lazio dovrà provare a sfruttare per trovare la prima vittoria stagionale in Europa, e dimenticare la beffa contro il Dnipro all’esordio.

Fabio Belli

Felipe Anderson convocato in Nazionale

Felipe Anderson dopo la gara contro il Genoa si sta riprendendo la Lazio, le sue prestazioni interessano anche in patria e soprattutto la ct verdeoro Dunga che si appresta a scegliere la rosa del Brasile per Olimpiadi di Londra 2016. Felipe Anderson infatti è stato convocato per i prossimi impegni della Nazionale Under 23, quella Olimpica. Il calciatore dunque volerà in patria nella sosta programmata dopo la gara contro il Frosinone per affrontare il 9 ottobre la Repubblica Dominicana ed il 12 la Nazionale di Haiti.

PES 16 i volti della Lazio

Il calcio è gioco e non solo in campo. Con le moderne consolle è facilissimo immedesimarsi con i propri beniamini, magari vincere quei trofei che nella realtà sembrano irraggiungibili ma nel virtuale no. FIFA e PES sono i giochi che vanno per la maggiore ed ogni anno gli autori sfornano nuove edizioni mettendo in campi degli sforzi per avvicinarsi sempre più alla realtà. La guerra fra EA Sport (FIFA) e Konami (PES),  i produttori dei due famosi giochi, si combatte proprio per rendere sempre più veritieri i propri giochi, in PES 16 – spulciando la fotogallery pubblicata dal Corriere dello Sport sul proprio sito – ad esempio i giocatori della Lazio assomigliano moltissimo a quelli reali, in particolare Klose, Biglia e Felipe Anderson. Altri meno come Candreva e Keita.

Biglia ecco il rinnovo, atteso a Roma l’agente

Lucas Biglia al Bentegodi ha trascinato la Lazio verso la vittoria. Dopo l’infortunio ed un estate a parlare di trattative di mercato che lo volevano lontano da Roma l’argentino in campo ha risposto alle critiche nel migliore dei modi possibili. Dopo la tempesta il sereno, dopo le parole sibilline di agosto, nella vigilia della Supercoppa di Shanghai e le mille voci d’addio spazzate in un attimo. Biglia contro il Verona ha dimostrato il suo attaccamento al progetto Lazio, restituendo anima e logica al centrocampo di Pioli. L’argentino è un play indispensabile per il calcio di Pioli – come riporta il Corriere dello Sport nell’edizione odierna – è un punto di riferimento all’interno dello spogliatoio. Un leader autentico, a cui non per caso il tecnico emiliano aveva consegnato la fascia di capitano. E dunque si deve parlare di un rapporto saldo fra lui e la Lazio tant’è che sono imminenti alcuni incontri fra la dirigenza biancoceleste e l’agente dell’argentino per discutere del prolungamento del contratto. Enzo Montepaone, il suo rappresentante, è atteso a Roma a breve, Biglia è legato alla Lazio da un contratto a lunga scadenza (2018) e con il mercato aperto sarebbe stato inutile affrontare l’argomento. Ora l’incontro è davvero imminente. Si consumerà forse già in settimana oppure durante la sosta del campionato.

Pulici ricorda: “La Lazio a Verona come noi nel ’74. Pioli come Maestrelli”

Già durante l’intervallo del Bentegodi la Lazio ha posto le basi per la rimonta vincente che poi c’è stata nel secondo tempo. Pioli ha spedito in anticipo si suoi sul prato verde, una scena che nelle menti dei più vecchi ricorda quella avvenuta all’Olimpico nel ’74, proprio contro il Verona. “Mi sono emozionato vedendo la squadra in campo bene prima che iniziasse la ripresa – ricorda Pulici uno degli eroi del ’74 campioni d’Italia, in un intervista al Corriere dello Sportall’inizio non me ne ero reso conto, ho percepito la voglia di rimontare e di riprendere in fretta a giocare. Il risultato  del 1° tempo non era veritiero. Poi sono tornato indietro nel tempo con la mente e ho pensato a quella partita di quarantuno anni fa. Ci sono delle analogie e alcune differenze. Noi passammo quasi tutto l’intervallo sul prato dell’Olimpico dopo aver giocato malissimo il primo tempo. La Lazio, invece, stava giocando bene e dominando la partita con il Verona. Non meritava di stare sotto. Noi, quella domenica, sì”. Quel giorno di tanti anni fa la Lazio all’intervallo era sotto di una rete ma nella ripresa le cose cambiarono totalmente: “Finì il primo tempo con l’autogol di Oddi, prendemmo il tunnel sotto la Curva Sud e appena entrati nello spogliatoio, Maestrelli cominciò a urlare. “Vi dovere vergognare, state giocando malissimo. Ora tornate subito in campo” ci disse. E allora risalimmo subito sul prato. La gente non capiva, all’inizio ci presero per matti. Ci schierammo, ognuno rispettando la propria posizione, tutti nella nostra metà campo. Noi eravamo lì ad aspettare il Verona, a pensare al campionato, a come poter rimettere a posto la partita. Nella ripresa ci scatenammo, esprimendo forse il miglior calcio del campionato. In mezz’ora passammo da 1-2 a 4-2. Tre gol, ma potevano essere di più”. In molti vedono delle analogie fra Maestrelli e Pioli: “Non è un paragone improprio – conclude Pulici – Pioli, anche se lo conosco soltanto da lontano, mi ricorda Maestrelli per il modo e il dialogo che riesce a intrattenere con i suoi giocatori”.  

Flavio Roma: “Il Saint-Etienne non è un avversario facile, ma questa Lazio incute timore. Occhio a Lemoine e Ruffier”

L’ex portiere della primavera biancoeleste Flavio Roma conosce molto bene il campionato francese avendo giocato per dieci stagioni  (intervallate da una parentesi nel Milan) con la maglia biancorossa del Monaco, ottenendo raggiungere grandi gioie, tra cui la Champions League vissuta da protagonista ed un trionfo solo sfiorato contro il Porto di Mourinho. La stagione 2013/2014 però è stata l’ultima, non solo nel principato ma anche della sua carriera…Flavio Roma infatti, superata la soglia dei quarant’anni, ha appeso i guantoni al chiodo e oggi studia da allenatore. La Lazio comunque gli è rimasta nel cuore (anche se non ha mai debuttato in prima squadra) e ai microfoni di Lalaziosiamonoi.it ha commentato il momento dei biancocelesti, rilasciando anche alcuni preziosi consigli su come affrontare il Saint-Étienne, prossimo avversario nel girone di Europa League.

VERONA – La Lazio ha espugnato il Bentegodi e ha scacciato i fantasmi da trasferta, una scossa importante: “Sicuramente. La Lazio stava attraversando un momento un po’ particolare, con mille dubbi. Riuscire a vincere fuori casa a Verona, non una partita di poco conto, dà una grossa spinta a livello mentale. Ha messo a posto un po’ di mattoncini in una situazione in cui stava perdendo l’equilibrio“.

LE ASSENZE – Le assenze non sono mai un alibi. Se si costruisce una squadra con determinati giocatori è per arrivare a un certo livello. Chi è all’interno della Lazio non potrà ammetterlo apertamente. Ci sono altri elementi che devono giocare ed è giusto che non venga dato troppo risalto alle assenze. In ogni modo i calciatori assenti sono certamente importanti per questa Lazio“.

MARCHETTI – “È un portiere che ha avuto continuità nel corso degli anni, non solo alla Lazio. Ha avuto qualche problema a Cagliari, ma quando è stato in campo ha sempre giocato ad alti livelli. Ha dimostrato il suo valore anche con la convocazione in Nazionale, ha disputato un Mondiale. Si tratta di un portiere di livello che già conosce il mondo Lazio, dà continuità piuttosto che alti e bassi. Questa è una condizione molto importante per la scelta di un portiere“.

LA SERIE A – Chi è li davanti spende milioni su milioni, poi magari gli obiettivi non vengono raggiunti. Ci sono squadre importanti come Inter, Napoli. La Juventus ha raggiunto risultati negli anni, ha costruito uno stadio, ha posto delle basi per cominciare a vincere. Credo che alla Lazio manchino gli investimenti a livello di parco giocatori, chi dirige ne è consapevole. Ci vogliono tanti soldi, nel mercato di oggi un calciatore bravo non costa meno di 30 milioni. È difficoltoso fare una campagna acquisti per vincere...”

SAINT-ETIENNE – “Qui in Francia il Saint-Étienne è una conferma. Anche se non ha vinto trofei importanti è una squadra che dà fastidio a tutti, negli ultimi anni ha sempre lottato nelle prime posizioni o è crollata nei momenti decisivi. Ha reso la vita dura a tutti. Psg, Monaco, Bordeaux, Lione. È una squadra molto aggressiva, soprattutto in casa sono temibili. È uno stadio molto bello, ambiente caldo, può dar filo da torcere a chiunque. Fuori casa rendono un po’ meno, ma è sempre difficile da affrontare“. I francesi però sono reduci da una pesante batosta contro il Nizza, e per giovedì hanno perso due elementi chiave come Clement e Pogba: “Ricordo le partite contro il mio Monaco, è una squadra capace di attendere, sa giocare, non si tira indietro se c’è da far battaglia. Hanno sempre un po’ timore di affrontare i club italiani, noi abbiamo un’arma in più a livello tattico. Devo riconoscere inoltre che mister Pioli da questo punto di vista è molto bravo, loro temeranno soprattutto la preparazione della partita“.

OSSERVATO SPECIALE – “Il loro centrocampista centrale Lemoine è un elemento molto carismatico, realizzò anche un gol quando lo affrontai con il Monaco, è un giocatore importante. Non ho nominato il bomber o un elemento offensivo, perchè questa è una squadra compatta con elementi che in campo danno tutto per il gruppo. Anche il portiere, Ruffier, è molto bravo. Se n’è parlato spesso nelle varie campagne di mercato“.

LA LAZIO E L’EUROPA LEAGUE –  “L’importante è non sottovalutare la competizione perchè le squadre sono forti. Deve affrontare ogni partita come se fosse in Champions League, con il giusto approccio. Il nostro campionato è molto più impegnativo rispetto a tanti altri, proprio a livello mentale. La differenza che può fare la Lazio sta qui. In Italia devi lottare con dieci squadre per entrare in Europa, c’è un dispiego maggiore di energie fisiche e mentali in campionato“.

EUROPA LEAGUE – Ancora Fiorentina in chiaro. Lazio e Napoli sul decoder Sky

Giovedì sarà di nuovo Europa League, ma ancora una volta la Lazio non sarà visibile in chiaro, per la seconda volta consecutiva infatti è stata preferita la Fiorentina. Perciò, dopo Dnipro-Lazio, i tifosi biancocelesti non potranno seguire la propria squadra sul canale Mtv (canale 8 del digitale terrestre e 121 del bouquet di Sky), i viola avranno così di nuovo la possibilità di essere l’unica italiana ad avere doppia visibilità: Sky e Digitale terrestre. Come sappiamo, l’Europa League è una esclusiva del colosso di Murdoch,e quest’anno ha deciso comunque di trasmettere un match in chiaro sul canale 8 (acquistato di recente) e dopo Fiorentina-Basilea nel 1° turno, secondo quanto confermato ufficialmente Mn Italia, la sfida in onda nella 2° giornata sarà Belenenses-Fiorentina, di giovedì 1 ottobre alle ore 19.00.
Lazio e Napoli, impiegate rispettivamente contro Saint-Etienne e Legia Varsavia, non saranno visibili se non con abbonamento a Sky.

De Martino: “Questa squadra può fare davvero bene. I media? Intorno alla Lazio ruota un sistema discutibile”

E’ un campionato strano quello che che sta vivendo la Lazio fino ad oggi, dopo la “batosta” con il Napoli qualsiasi ambizione sembrava ormai compromessa, ora invece la vittoria contro l’Hellas Verona  ha proiettato i biancocelesti a 3 punti dalla vetta della classifica, dimostrando come niente (sopratutto al 28 di settembre) è compromesso. Questo e tanti altri temi sono stati affrontati dal responsabile della comunicazione biancocelesti Stefano De Martino ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3:

LA PARTITA – “Un successo importante per tanti motivi. La Lazio vince in rimonta anche se stava comandando il gioco per tutta la gara. I dati sono schiaccianti per possesso palla. Poi avremmo dovuto andare in vantaggio già dal primo tempo, perché Gentiletti subisce fallo piuttosto che commetterlo. Anche su Felipe Anderson poteva esserci un rigore che ho visto dare tante volte in altri campi. Il commento post gara di Mandorlini poi è sembrato molto simile a quello di Gasperini. Ha contestato il rigore che però era assolutamente solare. Non capisco davvero la lettura delle gare di alcuni allenatori. Abbiamo vinto in un campo ostico dove non portavamo a casa i tre punti da tanti anni. Al Verona mancavano giocatori importanti ma non c’è neanche il bisogno di sottolineare le assenze della Lazio“.

“È UN CAMPIONATO STRANO MA SIAMO LÌ…” – “Questa squadra è stata costruita in questa stagione con tanti giovani e giocatori esperti. Siamo a Roma e ovviamente come in tutte le grani piazze devi portare sempre i risultati. Ma siamo lì. È un campionato strano dove può succedere di tutto. Battute d’arresto però come quelle contro il Chievo e di Napoli non devono però assolutamente ripetersi per nessun motivo al mondo. Credo che questa squadra possa fare davvero bene. Eravamo tutti avvelenati dopo quelle clamorose debacle. A noi storicamente capitano questi crolli improvvisi. Ripenso a Siena ad esempio, dove per più di una volta sembrava di giocare al Camp Nou. Comprendo la rabbia della gente della scorsa settimana, sommata poi alla precedente sconfitta contro il Chievo. Ha ragione Keita nel dire che non siamo né dei fenomeni né dei brocchi. Dobbiamo continuare su questa strada”.

GLI ERRORI ARBITRALI – “Non sta a me contestare una direzione arbitrale. In passato è stato fatto ma resta comunque un terreno minato. A voi sembra più semplice ma non è così. Certe situazioni si possono affrontare fino ad un certo punto. Anche se le valutazioni di tutti i quotidiani sono state abbastanza nette sulla direzione di gara dell’arbitro”.

SPOGLIATOIO E PROBLEMATICHE AMBIENTALI – “Non ho mai visto un problema legato allo spogliatoio. Black-out di quel tipo però non dovevano succedere. Per questo motivo la scelta di chiudersi in ritiro, anche alla luce di un precampionato difficile in virtù degli impegni di Supercoppa e del preliminare. Contesto però un ambiente in generale che non aiuta a raggiungere i risultati. Con ‘ambiente’ intendo tutto, né esclusivamente la tifoseria né la parte mediatica. Intorno alla Lazio ha sempre un ruotato un sistema discutibile per problematiche che si sono sempre ripresentate in passato. Un clima positivo in questo senso non può che aiutare la squadra. Ovviamente al termine di una gara con esito negativo è giusto attendersi il disappunto della gente. Ma l’andamento sinusoidale nelle presenze allo stadio sicuramente non aiuta. Qualche punto in più ci verrà dato inevitabilmente dalla spinta della gente sugli spalti”.

I MEDIA – “Se un quotidiano fa certe scelte c’è sempre un motivo. Io ricordo due giorni dopo la vittoria dello scudetto della Lazio stellare del 2000 dove in prima pagina si parlava di Roma. Chi prende delle decisioni in questi casi è sempre una persona con le sue passioni, idee e simpatie che deve evidentemente tenere in considerazione opportunità commerciali e di vendita. Quando ti accorgi che combattere questioni di questo tipo non porta a risultati evidenti uno ne prende atto. Se si intrecciano gli interessi economici è logico che poi si tende a ‘drogare’ un sistema. Io non posso buttare giù le porte di una redazione perché parlano male o poco della Lazio. Bisogna sforzarsi di capire cosa c’è dietro. Noi dobbiamo rimanere all’interno di certe regole. Quando si osteggia una squadra e le sue componenti solo perché dietro c’è il presidente Lotito allora dobbiamo chiederci che tipo di informazione abbiamo sotto gli occhi”.

LE MONDE E LE LACERAZIONI INTERNE NEL MONDO LAZIO – “Non è che posso chiamare a andare in una trasmissione a dire che il livello di Le Monde è deprecabile di bassissima levatura, cosa che però abbiamo detto in quei giorni in radio e nei quotidiani. Sky ci dà il 20% di spazio perché non siamo secondo loro una squadra che merita la visibilità di Roma e Juventus che sono al 90%. Abbiamo una Tv e una Radio, oltre ad una struttura importante che si muove per i colori biancocelesti. Siamo presi a modello da tante realtà a livello di comunicazione, ma prima di stringere accordi importanti voglio accertarmi che chi mi dà la mano ‘non abbia nell’altra un coltello’. Parliamo di interessi totali che avvengono per determinanti motiviMa se non sistemiamo però ciò che c’è all’interno come possiamo pretendere di essere forti contro gli altri a livello nazionale? Siamo dilaniati all’interno. In certe realtà radiofoniche locali sento a volte ex giocatori del passato chiedere le dimissioni del Direttore Sportivo e che De Martino è stato preso per strada. Così non potremo mai essere forti a livello editoriale”.

SULLE CRITICHE ALLA SOCIETÀ -​ “Sento spesso dire che se le cose vanno bene è merito di Pioli, se le cose vanno male allora è colpa della società. Se siamo arrivati terzi è merito del mister, dei giocatori, della dirigenza e di tutte le componenti della società. Pioli non ha la bacchetta magica. È il gruppo e tutto ciò che ruota intorno a determinare la buona riuscita dei risultati. Se tolgo 5 o 6 giocatori determinanti a Inter, Juve e Roma che ne rappresentano l’ossatura, possono perdere anche contro una squadra di Lega Pro. Formello è un bunker? Mai come in questi anni abbiamo aperto le porte del centro sportivo per i tifosi e per iniziative commerciali.

GARCIA AL CORRIERE DELLO SPORT E PIOLI NO – “Quando me lo hanno chiesto venivamo dalla sconfitta contro il Chievo e non mi sembrava il caso di esporre il nostro tecnico in quel momento. Garcia invece veniva osannato dopo il trionfo contro la Juve, proclamando di vincere tutto e forse di “diventare Papa”. Ci sono momenti e condizioni. In ambito nazionale spesso ti dicono “o mi dai quello o niente, perché gli altri non mi interessano”. La Lazio non è un supermercato, siamo la società che dà più contenuti mediatici all’esterno. Non mi sta bene che passi questo tipo di messaggio”.

LE SCONFITTE DI AGOSTO E L’EUROPA LEAGUE – “Per me il momento difficile non è finito e giovedì sarà un banco di prova importante. Il Saint-Étienne verrà a Roma per giocarsela. Non abbassiamo la guardia, dobbiamo ancora aspettarci tanto. Abbiamo preso un buon punto in trasferta contro la squadra forse più pericolosa del girone”. Sono convinto però che questa sia una squadra che se resta unita può competere con chiunque. Abbiamo perso tanti punti per un clima negativo attorno alla squadra e alla società. L’anno scorso un solo punto ha fatto la differenza, figuriamoci cinque, che secondo me è il contributo che un ambiente sereno può dare alla squadra. Non do giudizi ora a fine settembre. Posso giudicare solo la finale di Supercoppa persa contro la Juve, dove siamo arrivati male, forse per condizione. Poi il preliminare di Champions, dove siamo crollati al ritorno perché ci mancava la spina dorsale della squadra”. 

COMUNICAZIONE E LE MANCATE PRESENTAZIONI DEI NUOVI ARRIVI – “La presentazione dei giocatori deve avvenire con la presenza della società e in quel momento non è stato possibile. Colpa mia, avrei dovuto inchiodare alla sedia qualcuno. L’arrivo di Matri? C’erano i colleghi della stampa e dieci persone. Ha salutato, rilasciato una dichiarazione e poi è andato a Formello e lavorare. Mi dicono che siamo una realtà inadeguata anche se dovessimo vincere lo scudetto. Alla gente dico di mandare un messaggio forte, creiamo compattezza! Chi ha dei problemi forti con questa società, mi riferisco alla comunicazione locale e non ai tifosi, deve cercare di assumere un comportamento sano e più equilibrato. A quando il canale tematico in HD? Spero di poter dare nelle prossime settimane un annuncio importante, con altre possibilità e opportunità a chi ci vuol vedere e seguire”.

 

LAZIALI FUORI PORTA – Weekend grigio, esulta solo Lombardi

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Quinto appuntamento con la consueta rubrica che settimanalmente aggiorna i nostri lettori sulle prestazioni dei giocatori della S.S. Lazio attualmente in prestito ad altre squadre italiane o straniere: Gonzalez (Atlas), Vinicius ( Zurigo), Alfaro (Burinam United), Lombardi (Ancona), Filippini (Pro Vercelli), Crecco e Rozzi (Virtus Lanciano), Elez (Aarhus), Tounkara (Crotone), Pollace e Strakosha (Salernitana), Perea (Troyes), Minala (Latina).

SERIE B

Tounkara: non ha preso parte alla vittoriosa trasferta di Vercelli il giovane di origine senegalese a causa di un affaticamento muscolare. Protagonista comunque di un buon avvio di stagione, si spera in un suo recupero per sabato.

Strakosha e Pollace: la Salernitana riesce a vincere tra le mura amiche per 2-1 contro la Ternana nonostante l’inferiorità numerica dalla mezz’ora del primo tempo. Alla partita non prendono parte nè il portierino albanese, scalzato nelle gerarchie dal più esperto Terracciano, nè l’ex capitano Primavera, ancora in attesa dell’esordio.

Rozzi e Crecco: la Virtus Lanciano esce sconfitta per 1-0 dall’ostica trasferta a casa del Modena di Mister Hernan Crespo; Luca Crecco siede per tutti e 90 i minuti in panchina, dopo l’ultima gara da titolare, mentre non risulta nemmeno convocato Antonio Rozzi.

Filippini: dopo l’esordio nel turno infrasettimanale, l’esterno ex Bari non risulta nell’elenco dei convocati di Scazzola nella sconfitta interna rimediata dal Crotone.

Minala: un arrembante Latina mette a dura prova la resistenza del Cagliari stra favorito per la promozione in Serie A, uscendo sconfitto solamente per 3-2. Minala osserva l’ottima prova dei compagni dalla panchina per l’intero match, a causa delle ultime opache prestazioni.

LEGA PRO

Lombardi: finalmente Lombardi! L’attaccante risolve la delicata partita contro L’Aquila con un bellissimo gol di difficile esecuzione. Per il resto non si vede molto, deve crescere, ma il materiale su cui lavorare c’è: la dirigenza dell’Ancona punta molto su di lui.

LIGUE 1

Perea: dopo lo spezzone di partita nell’infrasettimanale contro il Saint Etienne, si rivede dal primo minuto El Coco, che parte titolare come unica punta nel 4-2-3-1 di Mister Furlan. Il Troyes esce da Rennes con un buon punto, frutto dell’1-1 del campo; per Perea una buona prestazione, un cartellino giallo, tanto movimento ma ancora molto poco carattere. Sostituito a 15 dalla fine.

PRIMERA DIVISION Messico

Alvaro Gonzales: l’Atlas viene sconfitto in casa per 1-0 dal Veracruz e Alvaro Gonzales parte nuovamente da titolare nel centrocampo a 4 schierato dall’allenatore, il connazionale Matosas. La condizione sta crescendo, El Tata gioca per tutti e 90 i minuti non riuscendo però ad evitare la sconfitta dei suoi, già lontani ben 8 punti dalla vetta della classifica.

ALKA SUPERLIGAEN Danimarca

Elez: brutto stop per l’Aarhus, sconfitto 2-0 sul campo del Nordsjelland. Elez come al solito viene schierato titolare come centrale difensivo; leggermente fuori posizione sul gol del vantaggio dei padroni di casa, che dopo soli 20 minuti avevano già chiuso la pratica. Buon salvataggio del possibile 3-0 nel finale. Giramondo Elez.

SUPER LEAGUE Svizzera

Vinicius: lo Zurigo viene sconfitto per 1-0 sul campo del Lucerna, ma alla trasferta non prende parte l’esterno brasiliano, nemmeno convocato.

 

Giulio Piras

Stadio Flaminio, la vera casa dei tifosi biancocelesti

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A Roma, lungo Viale Tiziano, nell’area tra via delle Belle Arti e Ponte Milvio, si erge quello che i tifosi laziali ritengono il loro vero impianto sportivo, lo Stadio Flaminio. Costruito dall’architetto Pier Luigi Nervi, tra il 1957 e il 1958, vide la sua inaugurazione il 19 marzo del 1959 in occasione delle Olimpiadi del 1960. Lo stadio venne ubicato sull’area del preesistente Stadio Nazionale che venne demolito nel 1957. L’impianto ha tutta una storia da raccontare alle spalle. Prima di prendere il nome Flaminio si chiamò Stadio della Rondinella, poi per volere di Mussolini prese il nome di Stadio del Partito Nazionale Fascista per poi diventare, dopo la tragedia di Superga in onore del grande Torino, per l’appunto Stadio Torino. Ora l’impianto, ormai abbandonato da almeno due anni, si trova in uno stato fatiscente. In un silenzio d’oltretomba, a parte il rumore caotico del traffico cittadino, tutto giace in uno stato di degrado incredibile. Erbacce ovunque, cancelli arruginiti e spazzatura avvolgono quello che rimane di ciò che per anni ha ospitato i sostenitori biancocelesti nelle domeniche di campionato. Nessuno sembra più interessato al mantenimento di quello che viene ormai considerato un “monumento”. Una delle poche persone che si ergono ancora a difesa dello storico impianto è Alessandro Cochi, consigliere di opposizione dell’assemblea capitolina, che tramite un comunicato stampa ha dichiarato:

“Finalmente dopo tanto tempo, si parla anche a carattere nazionale, salvo poche eccezioni nel recente passato, delle condizioni di completo deseterioramento dello Stadio Flaminio. Da tempo ormai si susseguono le grida d’allarme riguardanti le condizioni del glorioso stadio realizzato dall’ingegner Nervi accompagnate in alcuni casi da eloquenti testimonianze fotografiche, nonchè spesso anche da creative e fantasiose proposte di futuro utilizzo. In qualità di delegato allo sport nella passata consiliatura ho avuto modo di seguire i tentativi della Federugby di portare avanti un progetto di ristrutturazione dello stadio finalizzato ad adeguarlo a capienza e standard adeguati per ospitare degnamente il Sei Nazioni di rugby. Purtroppo dopo anni di tentativi di condividere il progetto con diversi soggetti competenti, si preferì optare per un trasferimento allo stadio Olimpico, che da sede temporanea si è ormai trasformata negli ultimi anni in sede definitiva con la condivisione del Coni. Seguì poi la proposta alla Lazio Calcio, quella del presidente Lotito e alla Polisportiva del presidente Antonio Buccioni. Ma al primo non interessava, e per la Polisportiva, l’importante investimento necessario (da 6 a 15 milioni di euro circa) con una manutenzione di oltre 700 mila euro l’anno costituiscono un impegno difficilmente sostenibile. A cavallo della fine del 2012 ci interrogammo quindi su quale soluzione fosse la più idonea e al tempo stesso potesse trovare una sua realizzabilità. Ricordo che venne incaricata la società , “Risorse per Roma” di effettuare uno studio di fattibilità con tre ipotesi, in linea con gli standard urbanistici di utilizzo . Tale studio venne fatto ma la fine della consiliatura non ci consentì di completare il percorso a suo tempo ideato con l’emanazione conseguente di un bando pubblico. Poi l’idea dell’ ex assessore Pancalli di affidarlo alla Figc di Giancarlo Abete per una “Coverciano tutta romana come casa della nazionale”. Un breve affidamento provvisorio di un anno, e con l’ avvento di Tavecchio alla Federcalcio, più nulla. Nel frattempo sono passati oltre due anni e l’immobilismo dell’attuale amministrazione su questo tema ha fatto anche la sua parte. Purtroppo il cambio di tre assessori con altrettanti direttori, paralizza un settore e un dipartimento, anzi ora una piu’ piccola direzione sport . Di fronte allo scempio ampiamente documentato dalle inchieste giornalistiche perché non ripescare quello studio di Risorse per Roma e presentarlo pubblicamente ? Sono consapevole che sono necessari importanti investimenti e per questo potranno essere interessati solo grandi imprenditori. Ma è necessario avviare rapidamente un percorso di recupero e troppo tempo si è perso dietro scelte utopistiche. Il mio vuole essere un contributo propositivo e non una lamentela fine a se stessa. Nella speranza che non sia solo un ultimo disperato appello. La storia del Flaminio, campione del mondo nel 1934 e la candidatura olimpica e paralimpica del 2024, sono altri due fattori che non ci permettono di vedere nella rovina più completa un bene comune, parola cara di chi sembra essersene oggi dimenticato abbastanza in fretta”.

Ora ci si augura che le autorità competenti affrontino seriamente la nodosa questione, cioè quella di riportare agli antichi bagliori quello che per i tifosi biancocelesti è parte della loro storia, con la speranza di potersi ritrovare un giorno in quell’impianto nel quale ancora oggi echeggiano le voci del passato di un tifo che accompagna i propri eroi da più di un secolo nella Capitale.

Il turco Halis Özkahya sarà l’arbitro di Europa League

Alle 19,00 di giovedì 1 ottobre la squadra biancoceleste scenderà in campo allo Stadio Olimpico per affrontare il Saint Etienne nella seconda giornata della fase a gruppi di Europa League. Arbitro dell’incontro è stato designato Halis Özkahya. Il direttore di gara turco sarà coadiuvato dagli assistenti Kemal Yilmaz e Ekrem Kan, il quarto uomo Çem Satman e gli addizionali Tolga Özkalfa e Ali Palabıyık.

Come ritirare subito la Fidelity Card 1900 presso i punti vendita

Come comunicato dalla S.S. Lazio, da martedì 29 settembre, sarà possibile ritirare presso i Lazio Style 1900 la nuova Fidelity Card 1900, l’ex tessera del tifoso. I punti vendita abilitati per il ritiro sono:

il Lazio Style 1900 di Via Calderini 66/C – da martedì 29/9 alle ore 10:00 (nei giorni delle gare il servizio sarà sospeso);

il Lazio Style 1900 di Via Prenestina 200 – da martedì 29/9 alle ore 16:30;

il Lazio Style 1900 di Parco Leonardo – da mercoledì 30/09 alle ore 10:30.

Il costo della Fidelity Card 1900 è di 15 euro.

Tutti i tifosi che dovranno ritirare le tessere dovranno presentarsi personalmente presso i punti vendita in modo da poter caricare la foto sulla Fidelity presentando anche un documento di riconoscimento e il codice fiscale o il tesserino sanitario.

Non saranno considerati documenti idonei tutte le patenti di guida di ultima generazione che non riportano le indicazioni del luogo di residenza.

Per quanto riguarda i minorenni sarà necessario esibire in alternativa alla carta d’identità o passaporto, in originale:

– il documento di identificazione rilasciato dal Comune;
– lo stato di famiglia con foto;
– il certificato di nascita con foto o il passaporto di un genitore (in cui compaia ovviamente il minorenne).

Tutti coloro che hanno la Fidelity Card 1900 di Poste Italiana non scaduta non potranno richiedere la nuova Fidelity di Ticketone.

Biglia, il tanguero biancoceleste

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Il centrocampista argentino Lucas Biglia, ieri a Verona, è tornato a disposizione di mister Pioli dopo l’infortunio riportato nella prima giornata contro il Bologna, dimostrando ancora una volta, se ancora ce ne fosse stato bisogno, di essere l’uomo che nella compagine biancoceleste fa la differenza. La sua assenza è stata pesante e la squadra ne ha risentito perdendo per strada punti e sicurezza in se stessa. Ieri, contro la squadra di Mandorlini, nonostante i pochi giorni di allenamento sostenuti, ha ripreso per mano i compagni conducendoli al successo sulla formazione scaligera. Successo che in trasferta mancava da maggio della scorsa stagione, precisamente dalla ormai lontana trasferta vittoriosa del San Paolo, quando i biancocelesti si imposero per 4-2 nello scontro diretto con il Napoli che consentì alla squadra di Pioli di assicurarsi il preliminare di Champions. Ora l’uomo di Mercedes, cittadina dove ha avuto i natali il 30 gennaio del 1986, è tornato, e la Lazio, anche se ci sarà ancora molto da lavorare, ha dimostrato di poter tornare ad essere quella del campionato precedente che fece sognare i tifosi biancocelesti. Sul campo Lucas illumina e affascina con la sua classe, la sua forza di volontà ed il modo con il quale dirige i compagni. Quelle stesse caratteristiche che lo hanno portato a diventare un punto fermo della nazionale albiceleste di Gerardo Martino e che potranno portare la squadra romana a compiere quel salto di qualità che mancava per raggiungere grandi traguardi. Con lui in campo ad orchestrare lo spartito del tecnico emiliano nulla è precluso ed i sostenitori biancocelesti possono tornare a volare stringendosi attorno alla squadra in un caldo abbraccio appassionato, lasciandosi trasportare come sulle note di una dolce melodia di un tango argentino abilmente condotto dal tanghero sudamericano.

 

Portanova a “I Laziali Sono Qua”: “A Verona ritrovata la mentalità. Cataldi? E’ il mio capitano”

Al momento, è impegnato in Lega Pro nella sua nuova casa, quel Siena che ha abbracciato per la prima volta in Serie A e che sta riaccompagnando passo dopo passo nella scalata nel calcio che conta ripartendo dalla Serie D. Ma Daniele Portanova non ha mai nascosto la sua fede biancoceleste nel corso di tutta la sua carriera: il difensore centrale non è mai riuscito a coronare il suo sogno di vestire la maglia della Lazio nel corso della sua carriera, ma è sempre rimasto vicino alle vicende dell’aquila. Ed è intervenuto nella trasmissione radiofonica di riferimento per tutti i tifosi laziali sugli 88.100 di Elle Radio, “I Laziali Sono Qua”, condotta da Danilo Galdino e Vincenzo Oliva, per commentare le ultime due vittorie della squadra di Stefano Pioli contro Genoa e Hellas Verona, che hanno permesso di mettere alle spalle il momento nero.

A Verona si è vista la Lazio dell’anno scorso,” spiega Portanova, “Pioli doveva solo ritrovare il bandolo della matassa, perché quello che la Lazio aveva dimostrato lo scorso anno, non poteva essersi perso nel nulla. Decisivo poi a mio avviso è stato il rientro di Lucas Biglia, un giocatore che può essere considerato una colonna della Lazio. Anche il rientro di Marchetti è stato fondamentale, anche se Berisha, a dire la verità, non mi dispiace. Ma la cosa più importante da ritrovare era la mentalità.

Da difensore, Portanova passa in rassegna la retroguardia laziale. A partire da Stefan Radu, spesso messo in discussione a causa delle ultime prestazioni non all’altezza. “Radu è un veterano è sente anche la responsabilità di tenere unito il gruppo. Le sue prestazioni sono equivalenti a quelle degli altri, non ha avuto secondo me alti e bassi superiori a quelli dei compagni di reparto, ho fiducia in lui. Mauricio e Gentiletti hanno caratteristiche che servono a un reparto difensivo. Mauricio incarna la forza e la grinta, che spesso chi vogliono: chi viene marcato da Mauricio pensa bene a quello che fa… Gentiletti e De Vrij sono forse più puliti negli interventi, ma tutti insieme rappresentano un reparto ben assortito.

Dalla parte opposta del campo, la Lazio può contare su tre centravanti. “Fondamentalmente Djordjevic, Klose e Matri possono avere caratteristiche simili. Ma la qualità dell’attacco si vede quando c’è una squadra che gioca per gli attaccanti. E’ necessario esprimersi al cento per cento per supportare l’azione offensiva delle punte e il sistema di gioco di Pioli è ideale per venire incontro a questa necessità.

Portanova ha anche parole al miele per i giovani biancocelesti. “Danilo Cataldi è il mio capitano,” spiega, “perché incarna la lazialità. Io sottolineo l’importanza di Pioli, con il quale ho avuto la fortuna di lavorare, nel processo di crescita che questo straordinario giocatore potrà avere di fronte a sé. Felipe Anderson ora è conosciuto, ma il suo talento resta: sarà più complicato dell’anno scorso emergere, ma anche a Verona ha dimostrato di avere sempre i numeri per trovare la soluzione giusta. Su Milinkovic-Savic mi aspettavo certe qualità, visto anche l’investimento economico compiuto per portare a Roma il giocatore.

Sui valori del campionato, Portanova sottolinea: “La Lazio può ambire a tutti i traguardi alla luce del grande equilibrio che il torneo sta esprimendo. Non c’è più la Juventus schiacciasassi dell’anno scorso, la Lazio deve puntare in altro attraverso la forza del gruppo e della mentalità. Anche in Europa i biancocelesti devono credere nelle loro potenzialità, che sono quelle giuste per essere protagoniste in Europa League, anche se non è di certo un torneo facile. Ma l’organico è quello giusto per provare ad arrivare fino alla fine.

 

ASSE, Galtier si lecca le ferite: “Clement e Pogba out con la Lazio”

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Il pesante 1-4 rimediato ieri sera in casa con il Nizza è stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno, ma non ha scalfito le certezze del Saint Etienne, rimasto comunque in seconda piazza dietro il Psg. Al termine della gara, il tecnico dei ‘Verdi’ Christophe Galtier ha analizzato i motivi della sconfitta: “È stata inaspettata ma assolutamente logica. – ha detto – Complimenti al Nizza per il gioco che ha espresso, ma ora c’è da voltare pagina e pensare all’importante partita di giovedì in Europa League contro la Lazio“. Partita in cui l’ASSE dovrà fare a meno di due pedine fondamentali: “È stato un weekend di campionato con tanti scontri di gioco e infortuni muscolari. Clément e Pogba non ci saranno a Roma e probabilmente non giocheranno nemmeno domenica con il Caen“. 

FORMELLO – Da domani le prove anti Saint Etienne. Candreva vede il rientro

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Lunedì di riposo e fine del ritiro: queste le buone notizie per la Lazio all’indomani della vittoria del Bentegodi. Buone notizie decisamente meritate per il modo in cui è arrivato il successo, in inferiorità numerica ma sopratutto con quel carattere e quella voglia mancate nelle due precedenti apparizioni esterne. Oggi sul campo di Formello si alleneranno solo i giocatori convalescenti, mentre da domani ci sarà spazio per tutti gli altri, chiamati a prepararsi al match di Europa League di giovedì sera all’Olimpico contro il Saint Etienne.

Match che non vedrà la presenza di Biglia, che, dopo la presenza e il gol di ieri, usufruirà di un turno di riposo in attesa di riprendersi le chiavi della regia domenica con il Frosinone. Potrebbe esserci invece Mauricio, che contro i ciociari non giocherà causa squalifica per l’espulsione rimediata con l’Hellas, mentre De Vrij e Klose rimarranno ai box (si rivedranno il 18 ottobre al Mapei Stadium con il Sassuolo, dopo la sosta per le Nazionali). In dubbio Konko, Matri Candreva: quest’ultimo ha quasi del tutto recuperato dal problema al polpaccio e potrebbe strappare una convocazione, anche se al momento è più probabile che rientri contro il team Stellone. D’altronde, si tratta di una pedina fondamentale nello scacchiere di Pioli, il quale non vuole rischiarlo per nessuna ragione al mondo.

Sono Mr. Parolo, risolvo problemi

Quando Mr. Wolf bussa alla porta di Jules e Vincent (anzi, in verità a quella del povero e incazzato Jimmy) in Pulp Fiction, si fa precedere da un’affermazione ne anticipa il modo spicciolo di agire: “Per arrivare ci vogliono 30 minuti: ce ne metterò 10.” Un tempismo che Marco Parolo forse non ha avuto né in questa né nella passata stagione, in cui sono servite un po’ di partite per vederlo “carburare”. Le differenze con il personaggio interpretato da Harvey Keitel però terminano qua: per il resto c’è un mare di analogie per l’uomo che, se chiamato in causa al momento giusto, ha il potere di risolvere i problemi della Lazio.

E’ successo domenica al Bentegodi, sponda Hellas, un campo che la Lazio non espugnava da ventiquattro lunghi anni. Ma il ritorno di Parolo da qualche partita è evidente, nel fisico come nella mente. A Leverkusen lo si era visto ciondolare in campo, un po’ come tutta la squadra, ma anche nel match d’andata, mediamente sopra la media per grinta messa in campo dagli undici biancocelesti, la prova dell’ex Parma si era risolta in un gigantesco “vorrei ma non posso”. Per l’uomo in più del centrocampo laziale della scorsa annata, quasi una bestemmia. Ma era accaduto anche un anno fa, quando gol dell’ex al Cesena a parte, era stato necessario attendere la quinta giornata e Palermo-Lazio per rivedere un Parolo all’altezza delle aspettative.

Parolo risolve problemi, e non solo metaforicamente parlando. Un suo siluro su punizione era stato importantissimo anche a Cagliari, nel bel mezzo della serie delle otto vittorie consecutive della passata stagione. Una partita dominata dalla banda Pioli, ma messa a rischio dalla scarsa concretezza in attacco. Corsi e ricorsi storici: anche in quella trasferta, un rigore trasformato da Lucas Biglia. E anche uno sbagliato, a dire il vero. Poco male: quella punizione ha rappresentato un picco in una parte di stagione esplosiva per Parolo, culminata nell’eurogol al Parma (ah, il gusto per il gol dell’ex!).

Non è uno dei calciatori più vistosi, o più loquaci: a vederlo da lontano, come mr. Wolf, non penseresti alla sua forza dirompente a centrocampo, alla sua attitudine al “pensa veloce – agisci veloce” fondamentale nel calcio di oggi. “Penso velocemente, per cui parlo velocemente”, spiega Wolf ai due gangster, con Vincent Vega che vorrebbe più formalità nel modo di rivolgersi a lui. Un po’ come Rafael, che avrebbe voluto una barriera raccolta e compatta di fronte a sé, e invece si è ritrovato la sassata del numero sedici laziale là, nell’angolino dove era impossibile arrivare. Problema risolto anche questa volta, mr. Parolo. E in un campionato senza padroni, uno così farebbe comodo a chiunque… ma ce l’ha la Lazio.

E ora andiamo a fare colazione da Mostro Joe (cit.)

Fabio Belli

MOVIOLA – Verona-Lazio arbitraggio discutibile

La Lazio a Verona ha vinto meritatamente contro tutto e tutti: in dieci contro undici e  soprattutto contro un arbitraggio, quello del Sig. Giacomelli di Trieste, da censura. La moviola di Verona-Lazio infatti è piena di episodi controversi che hanno danneggiato parecchio la squadra di Pioli. Tantissimi gli episodi analizzati dalla Gazzetta dello Sport: in avvio di gara annullato un gol a Gentiletti. Il motivo? Mistero, perché l’unico fallo evidente è di Souprayen proprio sul laziale. Passano pochi minuti e Helander strattona in area Anderson: non è una spinta clamorosa, ma basta per un rigore. Specie in Europa il metro è molto più severo (ne sanno qualcosa Juve, Napoli e Milan). Da annullare il gol del Verona: Helander segna a porta vuota perché Jankovic fa blocco su Marchetti, impedendogli di muoversi. Come mimino fuorigioco attivo se non ostruzione. Nella ripresa le cose migliorano: ok il rigore concesso alla Lazio (Sala abbatte Keita) e l’espulsione di Mauricio (secondo giallo per fallo su Wszolek).