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Patric, domenica di riposo in famiglia

Ieri, a causa della sosta del campionato, Pioli ha concesso una giornata di riposo ai suoi ragazzi. Djordjevic e Marchetti approfittando della insolita domenica libera si sono recati con le rispettive compagne a vedere il GP di Monza, Mauricio ha postato foto in compagnia del figliolo al mare. Gradevole sorpresa per il nuovo arrivato Patric che è stato raggiunto a Roma dai familiari. Il giovane spagnolo ha postato un selfie su Twitter mentre si trovava in compagnia dei suoi in un supermercato a fare la spesa.

Mimmo Caso: “La sosta è arrivata al momento giusto, la Lazio tornerà ad essere se stessa”

Ai microfoni di Lazio Style Radio 89,3 è intervenuto l’ex tecnico Domenico Caso per fare il punto sul momento in casa biancoceleste. Queste le sue parole.

Dopo la sosta domenica si torna in campo:

“La pausa del campionato questa volta può essere un toccasana per la Lazio. Il tecnico avrà l’opportunità di far lavorare bene il gruppo per poter far recuperare la migliore condizione ai suoi ragazzi”.

Il preliminare di Champions con il Leverkusen ha influito sul morale della squadra:

“In Germania è stato sbagliato l’approccio alla partita. Il Leverkusen è una squadra forte, i biancocelesti l’hanno affrontata a viso aperto ma sarebbe stato meglio puntare sul contropiede e mantenere il controllo del gioco a centrocampo in modo da concedere pochi spazi agli avversari. Inoltre hanno pesato molto le assenze di giocatori importanti come Marchetti, Biglia e Klose. La delusione dovuta all’eliminazione è difficile da superare, infatti la squadra di Pioli ne ha risentito anche in campionato dove subito dopo è arrivata la sconfitta di Verona. L’allenatore deve essere bravo a ridare subito nuovi stimoli ai suoi ragazzi, risollevare il morale e riportare nuovo entusiasmo nello spogliatoio”.

Domenica all’Olimpico arriva l’Udinese:

“La squadra di Colantuono sta passando un buon momento, è una compagine di qualità. Non è facile per nessuno vincere a Torino con la Juventus, sono stati bravi ad interpretare la partita ed hanno ottenuto un grande successo. Per i biancocelesti sarà una sfida da disputare con molta accortezza e dovranno essere ben preparati”.

Che stagione si aspetta:

“Difficile fare previsioni, quest’anno il campionato è più livellato. Se Pioli riesce a ritrovare la squadra della scorsa stagione può ottenere ottimi risultati”.

Raffaele Sergio a “I Laziali Sono Qua”: “Lazio, ritrova l’equilibrio!”

Terzino sinistro alla fine degli anni ottanta, Raffaele Sergio è stato un simbolo della rinascita della Lazio alla fine del decennio più difficile della sua storia. Un’escalation che ha portato l’esterno mancino anche alla convocazione in Nazionale. Un elemento sicuramente ricordato con grande affetto da tutti i tifosi della Lazio: Sergio è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella popolare trasmissione “I Laziali Sono Qua“, facendo il punto con i conduttori Danilo Galdino e Vincenzo Oliva sul momento delicato che la formazione biancoceleste sta attraversando in questi giorni. E  lo ha fatto in veste di doppio ex in vista di Lazio-Udinese, avendo vestito nel corso della sua carriera anche la maglia dei friulani.

Da terzino sinistro, Sergio non individua in quel reparto la lacuna maggiore della Lazio. “Ritengo che in questo avvio di stagione il calciatore che più è mancato a Pioli sia stato Biglia. Non è mai facile sostituire un giocatore chiave nell’economia della squadra. Vale per Biglia, che ha dimostrato di essere fondamentale dal punto di vista degli equilibri e della personalità. La Lazio secondo me è una squadra ben coperta in tutti i ruoli, una rosa importante che ha dimostrato l’anno scorso di valere il terzo posto conquistato: l’assenza di Biglia è a mio avviso quella che si fa maggiormente sentire, per il resto le alternative non mancano, compresa nella corsia difensiva di sinistra.”

L’infortunio di De Vrij potrebbe però stravolgere ulteriormente i piani di Pioli: “Avendo da affrontare le tre competizioni, la Lazio doveva forse puntare ad avere due giocatori per ruolo, e non averlo fatto può aver rappresentato un errore. Come ripeto, un vice-Biglia è oggi fondamentale anche vista l’assenza di Ledesma, che lo scorso anno poteva coprire le assenze dell’argentino. Ma gli impegni delle Nazionali potranno creare problemi, e sicuramente anche un vice-De Vrij potrebbe fare comodo, sperando si possa arrivare all’acquisto di rinforzi nel mercato di gennaio.”

Sul prossimo impegno di campionato, Sergio mette in guardia la Lazio: “L’Udinese è una squadra piena di giovani motivati, con due attaccanti fortissimi come Zapata e Thereau. Sarà una partita difficile, secondo me i friulani non meritavano di perdere col Palermo nell’ultima partita di campionato disputata. Per la formazione da schierare contro i bianconeri, credo che Matri sarà valutato con attenzione da Pioli, ma forse essendo appena arrivato, potrebbe partire dalla panchina per subentrare eventualmente a partita in corso.”

Gli impegni delle Nazionali hanno messo in mostra importanti segnali di risveglio da parte di alcuni protagonisti biancocelesti. Antonio Candreva su tutti: secondo Sergio può essere lui uno degli elementi dai quali la Lazio potrà ripartire. “Sicuramente la Lazio dovrà dimenticare Verona trascinata da giocatori come Candreva. La “botta” presa a Leverkusen è stata probabilmente fatale a livello psicologico. Candreva e Parolo in azzurro hanno dimostrato di essere in crescita, ma la cosa fondamentale per la Lazio sarà dimostrare di aver cancellato dalla testa l’eliminazione in Champions. Contro l’Udinese dovrà arrivare una risposta anche e soprattutto a livello psicologico da parte della squadra.”

Tra le rivali della Lazio nella corsa in questo nuovo campionato, Sergio ha le idee chiare: “Non c’è una squadra padrona in Serie A come nelle ultime stagioni. La Juventus si è indebolita con la partenza di Tevez, Pirlo e Vidal. L’anno scorso la grande performance in Europa è derivata dal perfetto equilibrio che aveva trovato la squadra. Quest’anno i sostituti a mio avviso non sono alla pari dei pezzi da novanta che sono partiti: una grande squadra che punta ai massimi obiettivi può sostituire un tassello importante, ma non tre fondamentali tutti insieme. La Roma ha investito nei reparti doveva aveva evidenziato delle lacune nella scorsa annata e mi sembra una squadra più completa. Il Napoli ha cambiato tanto ma a mio avviso non ha fatto arrivare dal mercato giocatori a livello qualitativo all’altezza di quelli che sono andati via. La Lazio se ritrovasse la forma dell’anno scorso, potrebbe riuscire a fare cose importanti. In Europa invece l’aspetto tecnico è preponderante, e rispetto alle squadre top del continente le formazioni italiane, compresa la Lazio, sono indietro. Inglesi, spagnoli e tedeschi hanno qualcosa di più, e d’altronde da due anni abbiamo due sole squadre nella fase a gironi di Champions.”

Le vacanze dei laziali: Mauricio si rilassa a Ostia, Felipe regala sogni

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In attesa di tornare a sudare in campo, i giocatori della Lazio, almeno quelli non impegnati con le Nazionali, si godono gli ultimi scampoli d’estate con un po’ di relax. Tra essi Mauricio, beccato sulla spiaggia di Ostia tra un pranzo a base di pesce, una partita a pallone (al cui richiamo è sempre difficile resistere) e un selfie con il figlioletto, poi postato su Instagram.

Realizzatore di sogni è stato invece Felipe Anderson, che a Le Mans per sfidare l’U21 francese con la Nazionale Olimpica brasiliana, si è concesso a Giovanni, un bambino di 8 anni di Torino, volato (nonostante il parere contrario della famiglia juventina) nella città transalpina per conoscere il talento brasiliano. Il piccolo ha atteso pazientemente allo stadio la fine dell’allenamento a porte aperte e grande è stata la sua sorpresa quando Anderson lo ha invitato a palleggiare con lui in campo. “È sempre bello vedere i volti dei bambini sorridenti e luminosi. Il nostro dovere è lavorare per essere degli esempi dentro e fuori dal campo“, ha dichiarato l’ex Santos. Che sa bene come un piccolo gesto a volte possa regalare una grande emozione.

Udinese, la carica di Aguirre: “Possiamo battere la Lazio”

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Esauriti gli impegni con le Nazionali, per i giocatori di serie A non c’è tempo per rilassarsi, ma bisogna già tuffarsi in una nuova giornata di campionato. In casa Lazio si attende la visita dell’Udinese, che approderà in riva al Tevere domenica alle 18. Per una sfida in cui i friulani saranno nient’affatto disposti a fare da vittime sacrificali sull’altare della rinascita biancoceleste. A testimoniarlo le parole del talento bianconero Rodrigo Aguirre: «Il mister ci ha fatto capire che crede in una nostra vittoria qui a Roma. Il lavoro di preparazione si è svolto nella maniera giusta e se giochiamo come sappiamo possiamo farcela. Il mio momento? Sono giovane e so che devo fare ancora tanta strada. Comunque metterò a disposizione della squadra la mia arma migliore, la velocità e l’abilità negli spazi, che saranno molto utili sopratutto in occasione di azioni di contropiede».

Petkovic, l’uomo dei sogni: dal 26 maggio alla rimonta incredibile dell’EuroSvizzera

Nel weekend dedicato agli impegni delle Nazionali, c’è un protagonista che è riuscito a spiccare fra tutti. Con quella sua aria da gigante buono, rassicurante eppure capace di infondere forza e fiducia, ha messo la sua firma sulla più esaltante impresa del fine settimana. Si tratta di una vecchia conoscenza dei tifosi laziali: quel Vladimir Petkovic che ha lasciato un segno indelebile sulla storia della Lazio con il trionfo del 26 maggio.

L’INCREDIBILE DRMIC – “Vlado” il segno ora lo ha lasciato anche nei cuori dei tifosi svizzeri. Sabato sera a Basilea, in programma un match decisivo per l’accesso ad Euro 2016. Petkovic da ct della Svizzera sfida la Slovenia, principale rivale degli elvetici per la conquista del secondo posto, alle spalle dell’Inghilterra, nel girone di qualificazione. Ma i gol di Novakovic e Cesar “gelano” il St. Jakob Park, anche il terzo posto sembra in discussione per la Svizzera, con l’Estonia lontana solo due punti. Petkovic tenta il tutto per tutto ed inserisce Josip Drmic, attaccante di origine croata in forza al Borussia Monchengladbach. E in meno di un quarto d’ora la Svizzera, anche grazie alla doppietta del bomber subentrato, più un gol di Valentin Stocker, ribalta completamente la situazione: da 0-2 a 3-2, secondo posto ipotecato e tifo latino come non si era mai visto sulle tribune di Basilea. E’ evidentemente il destino di Petkovic quello di compiere imprese destinate a far impazzire le folle.

UNO SCONOSCIUTO A FORMELLO – Alla Lazio Petkovic era arrivato nello scetticismo generale. Anzi, forse scetticismo non è la parola giusta: il tecnico era semplicemente sconosciuto alla stragrande maggioranza dei tifosi. Un’esperienza significativa a Berna alla guida dello Young Boys (con Lulic in squadra, segnali del destino). Quindi, un precampionato disastroso, che lasciava presagire la sua presenza sulla panchina biancoceleste come quella di una meteora. E invece, dopo un ko in amichevole contro il Getafe, ecco il patto della squadra: che accetta di assorbirne i dettami tattici (pressing alto e grande ritmo) a patto di abbassare una linea difensiva massacrata in estate da troppi fuorigioco sbagliati. E la Lazio comincerà a girare: in campionato l’escalation si ferma al gol di Floccari a Palermo alla seconda giornata di ritorno: è metà gennaio, e la Lazio è prima in classifica in quel momento. Dalla vetta i biancocelesti scenderanno quella sera stessa, fermati poi sul pareggio dai rosanero. E il girone di ritorno non sarà all’altezza della straordinaria andata: una lenta discesa mitigata dall’ottima performance europea (semifinale sfiorata in Europa League) e soprattutto dalla conquista della finale di Coppa Italia.

COPPA IN FACCIA – Già, quella Coppa in cui, dall’altra parte, c’è la Roma ad aspettare i rivali di sempre, per salvare una stagione deficitaria sotto tutti i punti di vista per i giallorossi (che nei derby di campionato hanno ottenuto solo una sconfitta e un pareggio). E’ la partita della storia: Petkovic la gioca a modo suo, con intensità e spavalderia, ma affidandosi all’equilibrio dei suoi giocatori di maggiore esperienza. Onazi disputa il miglior match della sua carriera in controllo su Totti, Biava e Ledesma tamponano in difesa e a centrocampo, Candreva è una freccia pronta a ripartire, innescata da Mauri. E proprio su questo asse viene confezionato uno dei gol più importanti della storia della Lazio: a segnarlo, proprio l’unico giocatore che “Petko” aveva già allenato prima della sua esperienza alla Lazio, Senad Lulic. Il condottiero e il suo scudiero si ritrovano, da Berna a Roma per scrivere la storia. Ed è il delirio in tribuna, come quello scatenatosi tra i solitamente compostissimi svizzeri del St. Jakob Park. L’avventura di Petkovic, l’anno successivo, terminerà con un esonero e alcune scaramucce legali. Forse quella squadra non poteva dare di più, così come la Svizzera forse non potrà puntare al trionfo in Francia: ma le serate storiche sono il pane di questo allenatore giramondo che, in qualche modo, riesce sempre a regalare una serata di gloria e follia indimenticabile per i suoi tifosi.

Fabio Belli

Lazio nodo portiere

La Lazio si interroga in porta – come riporta l’edizione odierna del Corriere dello Sport – il nodo è Marchetti, da un lato l’infortunio dall’altro il rinnovo di contratto che ritarda ad arrivare (scadenza giugno 2016). Il suo rientro fra i pali è previsto nella gara contro Dnipro o contro il Napoli, intanto la porta laziale è affare di Berisha che però in 2 partite ha incassato ben sette reti. Un nodo dunque da sciogliere perchè se Marchetti non rinnova a gennaio è già libero si accasarsi altrove e Berisha però non sta dimostrando di essere un sostituto all’altezza. Servono delle certezze per il futuro e da lui tutti si aspettavano prestazioni diverse. Dalla sua però va detto che non è facile rimanere in panchina e per questo che deve sfruttare al massimo i preziosi insegnamenti di un maestro come Adalberto Grigioni. Il preparatore dei portieri laziale gli ha insegnato nuove tecniche ed un modo diverso di stare in porta. Da qui in avanti, con Marchetti in bilico, si gioca molte chance di conferma dimostrando di essere un titolare a tutti gli effetti.

 

Nazionale, Parolo e Candreva “Fratelli d’Italia”. Lulic in gol, De Vrij ko

Domenica intensa per i laziali impegnati nelle varie Nazionali in occasione delle qualificazioni agli Europei del 2016. Non sono mancate stavolta le note liete: Candreva e Parolo titolari in azzurro, Lulic a segno con la Bosnia: ma c’è anche la tegola De Vrij a preoccupare la Lazio, con il difensore olandese costretto ad uscire per infortunio nella sfida che ha visto gli orange crollare in casa della Turchia. Per il centrale si teme un problema al ginocchio sinistro: per Pioli si tratterebbe dell’ennesimo stop per un pezzo grosso in un inizio di stagione funestato da troppi infortuni.

FRATELLI D’ITALIA – Antonio Candreva e Marco Parolo, “Fratelli d’Italia” in azzurro, e non solo al momento dell’inno. I centrocampisti laziali si sono distinti tra i migliori in campo della sfida contro la Bulgaria, vinta di misura e che ha permesso alla Nazionale di Antonio Conte di compiere un passo importantissimo verso la Francia. Dopo l’assist vincente contro Malta, l’esterno offensivo di Tor de’ Cenci si è procurato il penalty, poi trasformato da De Rossi, valso la vittoria contro il bulgari. Prestazione di grande sostanza anche per il centrale della linea mediana, che ha sfiorato almeno un paio di volte il gol con le sue conclusioni dal limite che i tifosi biancocelesti conoscono molto bene. Segnali di risveglio importanti per una Lazio che attende con ansia che i suoi big ritrovino la forma migliore.

LULIC RIDE, DE VRIJ PIANGE – Con il 3-0 rifilato ad Andorra, la Bosnia continua a credere nel terzo posto e nella possibilità di approdare agli spareggi per Euro 2016. L’impegno era sulla carta il più agevole nel girone, ma i bosniaci l’hanno interpretato nel migliore dei modi: grande protagonista Senad Lulic, autore di un assist per Dzeko e del gol del 3-0, che ha chiuso di fatto i conti già alla fine del primo tempo. In una giornata ricca dunque di soddisfazioni per i laziali in Nazionale, stona la giornata nera di Stefan De Vrij. Nera per il risultato della sua Olanda, che naufragando in Turchia (sconfitta 0-3) rischia di dire addio agli Europei senza neanche passare per gli spareggi. Ma anche e soprattutto a livello personale per un fastidio al ginocchio sinistro che l’ha costretto ad abbandonare il campo all’intervallo. E’ scattato l’allarme, con De Vrij che nel dopo partita ha rivelato come già dopo il match contro l’Islanda i medici della Nazionale olandese avessero rilevato la presenza di liquido nel suo ginocchio. Il difensore ha sottolineato come sia stato problematico affrontare senza preparazione la stagione, a causa di un infortunio che lo ha costretto a saltare i primi carichi di lavoro in ritiro. E così Pioli, dopo Marchetti, Biglia, Klose e Djordjevic, teme di dover fare a meno di un altro big: gli accertamenti diranno la verità sulle condizioni di De Vrij in vista del match contro l’Udinese.

Fabio Belli

De Vrij infortunio in Nazionale

Problemi fisici in nazionale per De Vrij, il difensore olandese al termine del primo tempo, della gara persa per 3 a 0 dalla sua Olanda contro la Turchia, ha accusato un problema al ginocchio sinistro ed ha lasciato anzi tempo il terreno di gioco. Il problema su un punto che lo tormenta da tempo: “Durante la gara ho accusato problemi alla schiena ed al ginocchio – le parole del difensore biancoceleste al termine della gara dell’Olanda – purtroppo questa estate mi sono infortunato e dopo, senza preparazione, ho giocato sei partite in poco più di due settimane”. Il giocatore effettuerà dei controlli in giornata per stabilire l’entità dell’infortunio.

Ferrero fa dietrofront: “Non ho nulla contro i laziali”. Poi su Lotito

Ai laziali non è piaciuto il coro di Massimo Ferrero contro di loro (guarda il video sotto) durante il concerto di Antonello Venditti sabato sera. Il patron della Sampdoria, ma di nota fede giallorossa, sulle colonne del Corriere dello Sport ha però precisato: Non esageriamo e non va strumentalizzata una magica serata di musica. Abbiamo solo cavalcato dei detti e ridetti, belli e gioiosi. Non ho niente contro i tifosi della Lazio, voglio bene a tutte le tifoserie che amano il calcio. Dico soltanto divertiamoci un po’ con civiltà e, perché no?, un po’ di creatività. Io amico di Lotito? Lo stimo, un grande lavoratore. Il nemico di Lotito è solo Lotito”.

Ballardini esalta Matri: “La Lazio ha preso un buon giocatore e un grande uomo”

Il nome di Davide Ballardine rievoca brutti ricordi nei tifosi laziali. Il tecnico ha infatti allenato i biancocelesti nella stagione 2009-2010 fino al suo esonero avvenuto con la Lazio al terzultimo posto. Tuttavia, Ballardini conosce benissimo Matri avendolo allenato ai tempi di Cagliari. Ballardini al portale lalaziosiamonoi.it ha sponsorizzato l’arrivo del centravanti lombardo: La Lazio ha fatto un ottimo acquisto, Matri è un ragazzo meraviglioso, disponibile. Ha grandi qualità, è un primo attaccante intelligente, può giocare sia da solo che al fianco di un compagno. Per il numero di partite che ha giocato negli anni non ha segnato poco. Ha bisogno della fiducia dell’allenatore e di trovare continuità, a Roma può fare bene e segnare tanti gol. La Lazio non ha preso solo un buon giocatore, ma anche un grande uomo”. 

Scambio di complimenti tra la Nargi e Brocchi su Instagram

Dopo l’intervista di questa mattina di Cristian Brocchi  in cui consiglia e spiega all’ex compagno rossonero Matri il comportamento da tenere per conquistare la piazza biancoceleste, su Instagram sono apparsi i ringraziamenti della compagna dell’attaccante laziale, Federica Nargi che ha scritto: “Bellissima intervista amico @cristian_brocchi_32 Grande uomo dentro e fuori dal campo”.

instagram nargi-brocchi

 

SERIE A – Le big alzano il tetto ingaggi, ma la Lazio lo abbassa. De Rossi il più pagato

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Un interessante articolo, a firma della Gazzetta dello Sport, evidenzia come si sia alzato il tetto ingaggi delle 20 squadre di Serie A. Si è passati dagli 849 mln dalla passata stagione agli 882 mln di quest’anno. Un incremento non indifferente di 33 mln. Merito soprattutto delle big d’Italia: Juventus 124 mln (+6 mln rispetto allo scorso campionato), Roma 113 mln (+15 mln), Milan 101 mln (+7 mln), Inter 94 mln (+24 mln), Napoli 74 mln (+4 mln). Controcorrente, invece, la Lazio che ha abbassato il monte ingaggi passando dai 55 mln dello scorso campionato ai 52 di quest’anno, merito di una massiccia operazione di sfoltimento. La squadra col tetto ingaggi più basso è il neopromosso Frosinone con 8 mln, cui giocatore più “ricco” è Longo che percepisce 300mila euro.

Per quanto riguarda i giocatori, la palma del più pagato la vince anche quest’anno De Rossi con i suoi 6,5 mln netti a stagione. Segue il bomber del Napoli Higuain fermo a 5,5 mln e il baby gioiello juventuno Pogba che percepisce 4,5 mln. Per quanto riguarda la Lazio il giocatore più retribuito resta Klose (2 mln) seguito dall’ultimo arrivato Matri (1,5 mln) e da Biglia (1,4 mln), non considerando però i bonus. Di seguito la lista completa pubblicata dalla Gazzetta dello Sport:

Ingaggi serie A

Protti racconta: “Io alla Lazio per Zamorano”

Ha indossato la maglia della Lazio per una sola stagione, riuscendo però a fare breccia nel cuore dei tifosi con quel suo gol nel derby di ritorno del campionato 1996-96. Parliamo di Igor Protti, bomber di provincia, che nella capitale fu chiuso dai grandi attaccanti dell’epoca. Intervistato dal sito gianlucadimarzio.com, l’ex attaccante ha parlato di due suoi vecchi amori, Napoli e Lazio: “Paradossalmente sono due formazioni in questo momento in difficoltà, la Lazio ha subito delle sconfitte pesanti in Champions e in campionato, il Napoli non è sicuramente partito bene. Conosco le piazze, so quanto la gente sia legata alla squadra, quanto nei momenti belli sia vicina e quanto nei momenti difficili ci siano un po’ di polemiche. Mi auguro che presto si riprendano, altrimenti tutto diventerebbe sempre più complicato”. Protti racconta un curioso aneddoto legato al suo passaggio alla Lazio: “Nell’anno in cui da Bari andai alla Lazio, avevo trovato un accordo con l’Inter, che in quell’anno aveva Zamorano. Mi chiesero di aspettare la cessione di Ivan, che nell’ultima stagione non aveva fatto benissimo. L’Inter lo voleva cedere e mi dissero ‘quando vendiamo lui depositiamo il contratto con te’. Ho aspettato un po’, non riuscivano a cederlo, poi andai alla Lazio e Zamorano rimase all’Inter, e fece anche molto bene. Ero praticamente un giocatore nerazzurro fino ad un certo punto, poi le cose cambiarono e passai in biancoceleste”.

Gazza, cuor di leone

22 Novembre 2012, è la notte di Lazio – Tottenham match di Europa League decisivo per passare il girone, partita non indimenticabile, ma comunque uno 0 a 0 che garantisce ai biancocelesti il passaggio del turno.

La partita verrà ricordata però per un altro evento, decisamente unico.

Un brusio tambureggiante si leva in curva Nord, all’apparire di un gruppetto di persone in tribuna Monte Mario, all’interno di questo gruppetto, la Nord riconosce il suo eroe, è Paul Gascoigne.

Il gruppetto rimane in piedi ad osservare la curva e lo srotolarsi di uno striscione, che recita: Cuor di leone, puro talento, vero uomo, ancora il nostro eroe, bentornato Gazza”.

E’ un momento toccante, una leggenda biancoceleste torna all’Olimpico per salutare con un giro di campo i tifosi, che ancora una volta cantano per lui.

Commozione dunque, lo stesso sentimento che l’estroso centrocampista  mostrava nella semifinale mondiale di Italia ’90 contro la Germania Ovest, quello era il suo mondiale. Era il giocatore più giovane della competizione, portò l’Inghilterra in semifinale, cosa che non succedeva dal 1966. eppure Gazza piangeva, scoppiava in lacrime prima del triplice fischio, Gazza piangeva per un cartellino giallo, il quale gli avrebbe impedito di giocare la finale per squalifica. Quella finale non l’avrebbe giocata lo stesso perché l’Inghilterra perse ai rigori, ma quelle lacrime dicevano tanto, anzi dicevano tutto.

Ultimamente Sky.com, in un articolo che ripercorre i momenti più belli della carriera del centrocampista, lo ha definito funambolico. I laziali invece non lo etichettano, lo chiamano affettuosamente Gazza, perché per uno così non servono tanto le parole per descriverlo, quanto le immagini, tante immagini, quante ne ha regalate lui.

Si è rivisto quest’estate, ospite nella trasmissione Soccer AM, sorridente e spumeggiante come sempre. Scherza in trasmissione parlando del suo gol contro la Scozia nell’europeo del 1996. Una pioggia di critiche verso Gascoigne dipingevano l’atmosfera della vigilia di quel derby storico. Lui non rispose a parole, rispose sul campo. Minuto ’79, il numero 10 controlla il pallone e si lancia verso la porta scozzese, sombrero di sinistro al difensore Colin Hendry, che rimane con il volto all’insù a guardare il soleggiato cielo di Wembley, destro al volo, un bolide sul primo palo, Andy Goram, estremo difensore scozzese, può solo accasciarsi. Inghilterra 2 Scozia 0. Il giorno dopo il Daily Mirror titolerà: “Scusi, signor Paul Gascoigne.”

Gascoigne arriva a Roma nell’estate del ’92 per 15 miliardi di lire, andrà via nel 1995, 6 reti in 47 incontri. Ai più cinici verrebbe da dire: “Tutto qui?”, in questo caso voi lasciateli parlare, proprio come faceva lui.

Credo sia impossibile descrivere una figura calcistica così unica, se non farlo con un fiume d’immagini, quelle immagini che tanto hanno fatto divertire, che hanno regalato emozioni ai tifosi, perché questo è stato Gascoigne, e questo è il calcio, un emozione, forse la più bella, che è la voglia di giocare.

E allora via:

il numero 10, le finte e le corse a perdi fiato, gli scherzi a tutti, arbitri compresi, lo show davanti alle telecamere, motorini, innaffiatoi, linguacce, tuffi nelle pozzanghere… e quel gol di testa, a tre minuti dalla fine,  Roma riacciuffata sul 1 a 1, un’altra corsa a perdi fiato, sotto la Nord.

 

Lorenzo Centioni

Brocchi a Matri: “Devi rappresentare un popolo e dare il 100%. Così i laziali ti apprezzeranno”

Il nuovo acquisto della Lazio Alessandro Matri è il tema caldo in casa Lazio, tra chi è contento del suo arrivo e chi invece avrebbe preferito altro. Tra i suoi estimatori c’è un ex laziale, Christian Brocchi che al Corriere dello Sport si è detto soddisfatto dell’arrivo in biancoceleste dell’ex Milan: “All’inizio dell’estate gli avevano detto che sarebbe servito al Milan, ha rifiutato offerte importanti. Anche la Lazio aveva fatto un sondaggio. Alessandro non aveva detto no, ma c’era la volontà di restare al Milan. Le cose sono cambiate, s’è riproposta la Lazio, l’ha presa al volo, perché era la soluzione migliore, la più giusta. Siamo legati da una profonda amicizia, negli anni ha sempre parlato con me, lo conosco da quando era un ragazzo della Primavera. Tante volte in passato abbiamo parlato della Lazio e anche adesso. Se hai una persona vicina che ti viene a dire che è la soluzione migliore e quanto si sta bene a Roma forse è più facile scegliere. Ho un legame ancora forte con la Lazio, lo trasmetto anche mentre parlo”.

Un’amicizia nata ai tempi del Milan: “Giocava nella Primavera allenata da Franco Baresi, venne a fare un allenamento in prima squadra. Io un po’ sono fatto così. Capto, annuso, capisco se uno è un bravo ragazzo, umile. Quel giorno avevo notato un insieme di cose in Alessandro, era solo un allenamento, poi ci siamo conosciuti, lo apprezzavo in campo e fuori, l’ho preso in simpatia, lo seguivo. Quando non partiva titolare, il lunedì sulla lavagna della Primavera scrivevo “Bomber Matri deve sempre giocare”. E quando segnava scrivevo: “Anche oggi bomber l’ha messa dentro”. Era ancora un ragazzo, diventai un suo punto di riferimento, mi chiedeva consigli. Capitò anche quando andò in prestito al Prato e poi al Lumezzane, dove avevo giocato anch’io. Ricordo che mi chiamarono i dirigenti per chiedermi un parere su Alessandro. Le prime scelte, quando esci dalla Primavera, sono le più importanti. È nata questa amicizia, ero una sorta di fratello maggiore. Al Cagliari fece benissimo e venne preso dalla Juve. Nelle grandi squadre non è semplice. Alla prima stagione bianconera è stato capocannoniere, ma poi non ha avuto il giusto risalto, è stato scavalcato da altri, vivendo un periodo di alti e bassi. A livello mediatico non è mai stato spinto, può incidere. È un ragazzo umile, non stanza un fidanzamento importante con Federica Nargi, ha affrontato il gossip nella maniera più serena possibile vivendo semplicemente il suo amore. Li conosco bene, sono sempre stati tranquilli. Dopo è tornato al Milan e ha vissuto una parentesi sfortunata, venne pagato tanto, tutti si aspettavano segnasse un gol dietro l’altro, il Milan era in grande difficoltà. Alessandro non poteva risolvere e ha ripreso a girare. Ma dove è stato ha fatto bene, come al Genoa l’anno scorso prima di far vincere la Coppa Italia alla Juve segnando dei gol decisivi a Firenze in semifinale e alla Lazio in finale. Eppure davanti aveva attaccanti importanti come Tevez e Morata”.

Brocchi rivela che il club capitolino aveva cercato l’attaccante italiano già anni fa: La Lazio per tanti anni è stata vicina a Matri, anche quando andò alla Juve nel 2011 si era aperta una trattativa. C’è sempre stata stima da parte della società. Tare lo voleva, non si è mai riusciti a prenderlo sino a pochi giorni fa. Spero possa essere per Alessandro e per tutti l’operazione giusta. Per caratteristiche è quello che serve. Matri lavora molto per la squadra, non è solo un finalizzatore, attacca la profondità, non gioca da solo. Quando un tecnico come Pioli chiede determinati movimenti, avere un attaccante che riesci a farli si trasforma in un valore aggiunto”. Sul campionato l’ex mediano milanese ha detto: “Prevedo un campionato difficile, il livello si è alzato. Non ci saranno una o due squadre che ammazzeranno la lotta per il titolo. Milan e Lazio possono essere da Champions come altre squadre. L’equilibrio farà si che verrà premiata chi avrà maggiore continuità e la voglia di arrivare”.

Brocchi ha vestito la casacca biancoceleste per 5 anni e quindi può consigliare il suo amici:Come prima cosa gli ho detto: “non pensare di dover segnare, pensa solo a rappresentare un popolo che ha bisogno di sentirsi rappresentato. Dai il 100 per cento in ogni partita, anche se non farai gol, verrai apprezzato dai laziali. I tifosi troveranno un ragazzo con la voglia di far bene e di togliersi grandi soddisfazioni. Va tutelato e aiutato. Spero possano prenderlo come sanno fare in simpatia, spronandolo. Dovesse iniziare bene e sentendosi apprezzato, potrebbe togliersi grandi soddisfazioni. La fiducia è troppo importante per qualsiasi squadra e qualsiasi giocatore”. L’ex centrocampista biancoceleste poi parla di un altro suo amico, Stefano Mauri: “Si conoscono da tanti anni, non da ora. Ci sono amicizie in comune cresciute nel corso degli anni. E poi la fidanzata Federica è di Roma. Lo aiuterà. L’intelligenza di Stefano consiste nel sapere giocare in verticale, dando la palla giusta per l’attaccante. Matri è molto bravo a scattare in profondità, ha bisogno di uno vicino che lo sappia lanciare. Alla Juve lo serviva Pirlo, ora Mauri gli potrebbe dare una bella mano”. Chiosa finale con un sogno nel cassetto: “E ‘il mio obiettivo. Essere allenatori del settore giovanile è diverso. Qui imparare e crescere è più importante che vincere uno scudetto, portare tanti giocatori in prima squadra è l’obiettivo, spero di poter andare in categoria superiore con una conoscenza importante. Sarebbe un sogno allenare la Lazio. Perchè un sogno si avveri bisogna avere la pazienza giusta e crescere. Se un giorno dovesse presentarsi l’occasione, sarebbe l’ennesimo sogno della mia vita che si realizza”.

Primavera Tim Cup, ecco il tabellone: Lazio in campo dagli ottavi di finale

La Lega Calcio ha svelato il tabellone della Primavera Tim Cup 2015/16. Competizione alla quale la Lazio è particolarmente affezionata, essendo la squadra di Simone Inzaghi ad alzare il trofeo al cielo da due stagioni consecutive. Assieme alle altre teste di serie, la Lazio farà il suo ingresso nella competizione a partire dagli ottavi di finale, il 18 novembre, in cui affronterà una tra Crotone, Avellino, Empoli e Napoli. Possibile derby in semifinale, con Roma e Lazio sorteggiate nella stessa parte del tabellone. Finale con andata e ritorno prevista da calendario il 18 marzo e l’8 aprile 2016.

Federica Nargi: “Non vedo l’ora di tifare Lazio”

Mister Pioli vuole tornare immediatamente alla vittoria e confida nell’aiuto del bomber Alessandro Matri.
L’ex attaccante del Milan sta impressionando il tecnico emiliano per la sua prontezza fisica e la rete messa subito a segno nell’amichevole contro il Trastevere lo dimostra.
Ma se l’accoglienza verso il neo-centravanti della Lazio è stata piuttosto tiepida, non possiamo certo dire che stessa sorte toccherà alla sua dolce metà…

I tifosi biancocelesti infatti non vedono l’ora di ammirare colei che viene definita senza rischio di smentita una delle più belle wags del campionato italiano: Federica Nargi, che già contro l’Udinese sarà nella tribuna d’onore dello Stadio Olimpico per tifare il suo compagno e con esso…la Lazio.
Proprio la show-girl sul suo profilo Instagram (in risposta ai messaggi che la aspettano allo stadio a tifare Lazio) ha dichiarato:  “Grazie, non vedo l’ora. Sono già pronta”!

 

LAZIO SOCIAL – Djordjevic si carica con la Rossa

Filip Djordjevic ha una voglia matta di tornare in campo, di dare il suo contributo a suon di gol per portare la Lazio in alto.
 Vuole bruciare le tappe l’ex Nantes e tentare il recupero addirittura per la sfida di domenica 13 contro l’Udinese, ma il dolore per l’infortunio non gli dà pace e lo costringe a rimanere lontano dai campi di gioco. Lui però da grande lottatore qual è non ci sta, ed è deciso più che mai a tornare per aiutare i suoi compagni. 

MONZA – Vuole correre Djordjevic e per soddisfare questa sete di velocità si è recato a Monza in occasione del Gran premio di Formula 1 e ha fatto visita al paddok della Rossa, facendosi anche immortalare con la monoposto di Vettel e Raikkonen. Del resto la voglia di rinascita che accompagna i 2 piloti è la stessa che avvolge il campione serbo, chissà se vivere quell’atmosfera e sentire quei motori rombanti gli daranno una carica supplementare e magari decisiva per il suo ritorno in campo con la maglia numero 9.
I tifosi se lo augurano di cuore e non vedono l’ora di riabbracciarlo.

Coraggio Filip…corri!!!

 

Marco Lanari

 

ANGOLO TATTICO – Come cambierebbe la Lazio con le due punte

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L’arrivo in biancoceleste di Alessandro Matri, ha permesso alla Lazio di colmare la lacuna in attacco. Infatti, visti gli infortuni di Klose e Djordjevic, Pioli era rimasto solamente con Keita, che vera punta non è. L’arrivo dell’ex rossonero nell’ultimo giorno di mercato, permetterà a Pioli di avere più varianti e più scelte nel reparto offensivo. In questi ultimi allenamenti, inoltre, il tecnico biancoceleste ha gettato subito nella mischia Matri alternandolo come unico terminale offensivo nel consueto 4-3-3, ma anche come ariete nel 4-3-1-2 in coppia con Keita.

L’idea: nella testa di Pioli, dopo la sconfitta di Verona, è al vaglio un’ipotesi del tutto nuova. L’utilizzo di due punte con il supporto di un trequartista. Come detto, la presenza di Matri permette questa opzione. La sua prestanza fisica potrà esser bene sfruttata dagli inserimenti di una seconda punta veloce e dal trequartista. In allenamento Matri – Keita sono stati provati nell’amichevole di giovedi contro il Trastevere. Buoni movimenti belle giocate e gol per entrambi. Ma la novità sta in colui che agirà dietro le punte, che avrà il compito di innescarle verso la porta avversaria con assist vincenti. In tal caso sono stati provati sia Mauri, che ha giocato spesso in quel ruolo ed è perfetto per sfruttare le sponde di Matri, che Ravel Morrison. L’inglese è un trequartista puro, classico, dotato di piedi raffinati che gli permettono di sfornare assist al bacio, anche per la velocità della seconda punta (in questo caso Keita).

Candreva e Felipe Anderson: il dubbio sul reale successo ed applicabilità del 4-3-1-2, sta nel posizionare i due pilastri della Lazio che con il 4-3-3 hanno fatto la differenza. Stiamo parlando di Candreva e Felipe Anderson. “Romoletto” ha la fascia nel suo DNA e quando è in giornata diventa devastante. Ma è pur vero che nasce centrocampista. Ed ha anche ricoperto, in alcuni match, tale ruolo nel centrocampo a 3 nella nuova Nazionale di Conte. Ai lati avrebbe comunque un regista (Biglia) e un incontrista (Parolo) pronti a coprire le sue volate offensive. Anderson invece potrebbe finalmente giocare nel ruolo in cui è cresciuto. Dietro le punte da brasiliano puro. La sua imprevedibilità e le sue giocate potrebbero mandare a nozze le due punte.

Dubbi: i problemi per Pioli però sono nel non avere una rosa costruita per tale modulo. Infatti con le due punte rimarrebbero fuori il neo acquisto Kishna, ala pura, e di nuovo Morrison chiuso da Felipe Anderson e forse anche da Mauri. Poi Milinkovic Savic, l’acquisto più costoso della sessione estiva di mercato, che avrebbe davanti a se un pilastro come Parolo.

Pro: a favore invece è la possibilità di avere un’opzione tattica in più da sfoderare magari in Europa League. Ciò permetterebbe di avere grande abbondanza a centrocampo e sulla trequarti, i veri punti di forza della Lazio attuale.

Pioli avrà ancora un’altra settimana di tempo per risolvere i suoi dubbi e scegliere il modulo più consono alle prossime sfide della compagine biancoceleste

Marco Corsini