Home Blog Pagina 2848

FANTACALCIO – Ben due laziali nella top 11 della 9^ giornata di serie A

Da oggi Laziochannel.it inizia una nuova rubrica per gli amanti del fantacalcio in collaborazione col noto sito fantaclub.it (clicca qui per visitarlo). Queste la top 11 e la flop 11 della nona giornata. Ben due laziali compaiono nella top a centrocampo: Felipe Anderson autore di una doppietta e Senad Lulic autore di un gol e di un assist contro i granata. Il 3 a 0 è sicuramente il risultato di una grande prestazione collettiva e pertanto nessun biancoceleste è stato inserito nei flop. Al contrario del Torino che invece vede Vives tra i peggiori della giornata con un voto di 4,5.

Il centrocampo biancoceleste domina anche nella top 11 generale che prende in considerazione le ultime 5 gare di serie A. Infatti, ritroviamo Felipe con una media di 8,9 accanto a capitan Biglia che ha una media di 7,88. Nei flop 11 generale compare invece Mauricio, sicuramente penalizzato dall’espulsione rimediata contro il Frosinone e dai tanti gialli (ben 5 in 6 partite). Potete vedere gli altri top e flop sul sito www.fantaclub.it, oltre ai consigli utili per il fantacalcio.

download

 

 

 

Gabriele Paparelli a “I Laziali Sono Qua”: “La curva divisa? E’ come vedere il mio cuore spaccato a metà”

Il 28 ottobre è un giorno particolare per tutti i tifosi laziali. L’anniversario della morte di Vincenzo Paparelli riapre una ferita dolorisissima, la pagina più nera per la storia del tifo biancoceleste. Ma ogni anno le manifestazioni di solidarietà e affetto, i ricordi e l’amore del popolo laziale rendono meno amara questa giornata per la famiglia Paparelli. Il figlio di Vincenzo, Gabriele, è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua“, per parlare con i conduttori Danilo Galdino e Vincenzo Oliva di questo triste giorno ma anche per aprirsi a ricordi lieti riguardanti il papà Vincenzo e lo sconfinato amore per la sua Lazio.

L’affetto della gente che si rinnova anno dopo anno.” Spiega Gabriele Paparelli: “Anche questa mattina ho dovuto ringraziare per la valanga di messaggi e di ricordi che ho trovato e che mi hanno recapitato tramite telefono, internet, con ogni mezzo. Io ricordo sempre lo spirito di papà: la domenica andavamo a Valmontone dai miei nonni, ma lui preferiva sempre essere presente allo stadio, diceva che non poteva farne a meno ed era effettivamente così.

Gabriele Paparelli parla di ricordi di un tempo in cui la partita veniva vissuta diversamente, con un chiaro riferimento a quanto sta accadendo in questi giorni nelle curve romane: “Mi ricordo benissimo di un Lazio-Juventus di quando avevo sette anni in cui andammo a vedere la partita: la spensieratezza di ritrovarsi e partire tutti quanti insieme, per noi ragazzi era un mondo nuovo che si poteva scoprire. Per questo vedere quella curva spaccata a metà è come vedere il mio cuore spezzato. Questo derby che si approssima lo vivrò con tristezza immane, pensare allo stadio spoglio dei tifosi è un qualcosa di cui non mi capacito e non capisco perché ci stanno portando a questo: il tifoso è cambiato, certe tragedie oggi non sarebbero più possibili, sono anni che i gravi scontri allo stadio sono solo un brutto ricordo.”

Sul cammino della squadra di Stefano Pioli: “Alla Lazio in questo inizio di stagione è mancata sicuramente un pizzico di fortuna, ma è questo il gusto di essere laziali: arrivare a grandi livelli attraverso mille difficoltà. Speriamo che una squadra così forte e bella da vedere possa avere i giusti innesti a gennaio per volare ancora più in alto.

Sono tanti i giovani che si stanno mettendo in luce con la maglia biancoceleste. Gabriele Paparelli racconta: “Quando vedo giocare Cataldi vedo un fratello in campo, uno che può dare il cento per cento in campo perché è uno di noi. Questa deve essere la sua forza per diventare un grande campione. Parlando di un altro tra i miei giocatori preferiti impazzisco per “Filippo“, come lo chiama Vincenzo D’Amico, Felipe Anderson. Quando si accende è un marziano, un giocatore fuori dal comune.

Due parole anche sull’impegno che vedrà la Lazio scendere in campo stasera in casa dell’Atalanta: “Per la partita di stasera non mi piace fare pronostici ma sono sempre positivo, la Lazio deve esprimersi in trasferta nello stesso modo in cui riesce a giocare in casa ed arriveranno i giusti risultati.

Un’ultima domanda dedicata ad un ricordo di pura felicità: “Il mio giorno più bello da laziale? Il giorno dello scudetto del 2000, ma ce ne sono stati tanti che mi hanno emozionato, come quando venne apposta la targa sotto la Curva Nord per il venticinquesimo anniversario della morte di mio padre.

Fabio Belli

Lazio, Pioli: “E’ il momento di vincere qualcosa”

La marcia da urlo in casa non può più bastare. Ora la Lazio deve imparare a vincere anche in trasferta, a partire dalla sfida a Bergamo con l’Atalanta di Edy Reja:

Vogliamo migliorare – spiega Pioli – anche se le ultime prestazioni lontano dall’Olimpico non hanno niente a che vedere con quelle di inizio stagione. Abbiamo perso per degli episodi, ma sempre provando a fare noi la partita. Con questo atteggiamento possiamo vincere”.

PIOLI: “È ARRIVATO IL MOMENTO DI VINCERE”

Difficile spiegare l’andamento altalenante di questo inizio stagione:

“Non è così semplice spiegare questi numeri. Senza nulla togliere ai tifosi, di cui sottolineo sempre l’importanza, in campo si scende sempre in undici contro undici. Noi sappiamo che anche fuori casa siamo fatti per attaccare e nelle prime gare in trasferta è mancato questo tipo di atteggiamento. Forse ci è mancata la serenità. Adesso c’è più attenzione e consapevolezza delle nostre qualità. Con queste convinzioni possiamo dire la nostra”.

Se arrivassero anche i risultati in trasferta, allora sognare sarebbe davvero possibile:

“I 60 punti nell’anno solare sono un indicatore di ciò che stiamo facendo. Ma adesso non ha senso guardare questi numeri, perché il 2015 non è ancora finito e comunque non garantiscono alcun titolo. Noi saremo soddisfatti solo quando vinceremo qualcosa e credo sia arrivato il momento di riuscirci”.

Almeno per ora, però, senza parlare di scudetto:

Io sono un po’ miope, non vedo mai troppo in là. Preferisco concentrarmi solo sulla prossima partita. Forse a febbraio-marzo potrò dare una risposta diversa a questa domanda, ma ora dobbiamo solo pensare a migliorare la classifica giocando da Lazio. Vogliamo spingere, abbiamo sofferto e stretto i denti, ci siamo messi un un angolo come fa un pugile quando deve incassare, cercando di rimanere in piedi aspettando il momento giusto per sferrare il gancio”.

“CON L’ATALANTA CON GRANDE CONVINZIONE”

Pioli, inoltre, non pensa che la gara con l’Atalanta sia già quella della svolta:

“Tutte le vittorie possono rappresentarla. Certo, la gara a Bergamo ci dà una grande opportunità, ma mancano davvero tante partite. Non sarà semplice”.

Anche perché di fronte c’è un ex come Edy Reja:

“È una squadra ostica e ben allenata. ma sappiamo cosa fare. Loro cercheranno di soffocare il nostro possesso palla, sono molto pericolosi sulle palle inattive e bravissimi sugli esterni con Moralez e Gomez. Gli attaccanti sono forti nel gioco aereo, noi dovremo fare la nostra partita con il giusto atteggiamento per vincere tanti contrasti. Affronteremo la partita con grande convinzione”.

E, tanto per cambiare, con qualche dubbio legato all’infermeria. Nell’ultimo allenamento Mauricio ha svolto lavoro differenziato e anche Lulic ha avvertito un problema muscolare:

“L’ultima rifinitura mi darà le risposte. Spero si avere tutti a disposizione, poi farò le mie scelte. Intanto è tornato Radu: non sta benissimo, ma ha recuperato dalla febbre”.

Almeno in attacco, tra Klose, Djordjevic e Matri, Pioli ha l’imbarazzo della scelta:

“Sono soddisfatto di avere tre giocatori così forti. Per me non ci sono gerarchie fisse, la condizione non può essere sempre massimale. Sceglierò chi starà meglio di volta in volta e sto pensando anche di giocare con due punte in futuro: credo sia possibile per le loro caratteristiche”.

Fonte: La Repubblica

 

L’ex Mancini fra i grandi del nostro calcio

L’ex fantasista dello scudetto e allenatore della Lazio Roberto Mancini nella Hall o Fame del calcio Italiano, istituita dalla Figc e della Fondazione Museo del Calcio di Coverciano nel 2011. Mancio – come riporta l’edizione odierna del Corriere dello Sport – fra i grandi del nostro calcio. La Hall of Fame del calcio italiano è un’iniziativa natat per a valorizzare il patrimonio, la storia, la cultura e i valori del nostro calcio. Ogni anno vengono aggiunti nuovi calciatori, allenatori e dirigenti viventi, nelle categorie: Giocatore italiano, Allenatore italiano, Veterano italiano, Giocatore straniero, Arbitro italiano, Dirigente italiano, più riconoscimenti speciali alla memoria. Dal 2014 è stato inserito il movimento femminile.

HALL OF FAME RICONOSCIMENTI 2015 – Quest’anno, oltre a Mancini come allenatore italiano, la giuria presieduta dal dg della Figc Michele Uva, dal presidente dell’Ussi Luigi Ferrajolo e dai direttori delle testate giornalistiche sportive nazionali, hanno aggiunto Gianluca Vialli (Giocatore italiano), Marco Tardelli (Veterano italiano), Roberto Rosetti (Arbitro italiano) Corrado Ferlaino (Dirigente italiano) e Ronaldo (Giocatore straniero) e patrizia panico (calcio femminile). Umberto Agnelli, Giacinto Facchetti, Helenio Herrera per quanto riguarda i riconoscimenti alla memoria.

Crespo: “Io bomber grazie a Zoff”

Ieri sera nel match tra Bologna e Inter si è sbloccato Mauro Icardi dopo esattamente un mese d’astinenza. Tuttavia il giocatore non sta rendendo come dovrebbe e potrebbe. Stessa situazione che un decennio fa visse un altro argentino Hernan Crespo al suo trasferimento alla Lazio. Interpellato da Sky in merito a un parallelismo tra lui e Icardi, Crespo ha così risposto: “Mi sbloccai dopo il cambio d’allenatore: andò via Eriksson e arrivò Zoff che mi mise Salas vicino e le cose cambiarono”. Un tuffo nel passato, ma che appare anche come una frecciatina al tecnico nerazzurro Roberto Mancini. 

Federica Nargi racconta Matri: “Felice di vivere a Roma. Qui mi posso godere la famiglia”

In una lunga intervista al Corriere dello sport, Federica Nargi ha raccontato il suo fidanzato Alessandro Matri nella vita privata. Ecco le parti più importanti:

Se dovesse descrivere il carattere di Alessandro in poche parole cosa direbbe? 

“Direi che è una persona estremamente buona. Per le persone che ama darebbe cuore ed anima. Ne potrei dire tante altre: volenteroso, professionale, determinato. Tanto forte quanto sensibile. Ama la tranquillità, non è un grandissimo chiacchierone, ma posso garantire che è davvero comico. I nostri amici ci chiamano Sandra e Raimondo!”.

 

Lei è nata a Roma. Quanto è stato importante questo aspetto nella scelta di Alessandro per accettare il trasferimento alla Lazio?

“Sono nata e cresciuta a Roma, ma per lavoro da tanti anni vivo a Milano. Il fatto di essere romana ha influito relativamente sulla scelta di Alessandro. Come gli ho sempre detto: questo è il tuo lavoro, prendi la decisione migliore per te, che ti faccia stare bene e sereno. Sei felice tu, sono felice anche io. E ora lo ammetto: sono felicissima, finalmente mi godo i miei familiari”. 

Quando Federica è all’Olimpico, Alessandro segna. Porta fortuna? Andava allo stadio anche quando Alessandro giocava in altre squadre? 

“Vorrei seguirlo di più, andando ogni volta allo stadio, perché a lui fa molto piacere. Appena possibile e quando non ho impegni di lavoro sono presente, come facevo anche quando giocava in altre squadre. E’ importante per lui il mio sostegno e quello della famiglia. Anche il fratello, la mamma e il papà cercano di seguirlo il più possibile”.

Federica al calcio si è avvicinata per Alessandro o lo seguiva anche prima? Era tifosa di qualche squadra? 

“Al calcio mi sono avvicinata per Alessandro. Dopo anni ancora non capisco molto, ma quando guardo le partite sono una vera tifosa, super concentrata con tutti i miei riti scaramantici. Prima di fidanzarmi con Ale non seguivo assolutamente il calcio e non tifavo assolutamente per nessuna squadra. Ora tifo per il mio Ale”.  

Federica dove è cresciuta a Roma? Con Alessandro in quale zona della città avete scelto di stare? 

“Sono cresciuta nella periferia di Roma, a Tor Bella Monaca, e quando lo dico le persone mi guardano incredule. Ma io non rinnego le mie origini. Purtroppo parliamo di un quartiere popolare, molto spesso al centro del dibattito pubblico per tematiche connesse alla criminalità locale. Poi ci siamo trasferiti a Tor Vergata, dove i miei vivono tuttora. Da quando Alessandro gioca nella Lazio, sono tornata a Roma e abbiamo preso casa in zona Fleming, per lui più vicina per raggiungere Formello e andare ad allenarsi”.  

Soddisfazioni, delusioni, momenti complicati, successo: quanto porta Alessandro della sua vita sportiva in famiglia? 

“Anche Alessandro ha vissuto periodi difficili, dove il suo umore era veramente giù. Tende a tenersi tutto dentro. In quei casi io, la sua famiglia e i suoi amici cerchiamo di stargli il più vicino possibile. Le persone che ama sono la sua più grande forza”.  

 

Le capita mai di criticare Alessandro per una partita oppure è lui che si sfoga e racconta? 

“Non mi capita mai di criticarlo per come ha giocato. Anche perché una critica da parte mia, che capisco poco di calcio, farebbe veramente ridere”.  

 

Il sogno di Federica è che la Lazio riscatti Alessandro in modo da restare a Roma?

“Diciamo che non mi piace influenzare Alessandro con ciò che farebbe piacere a me. Qualsiasi scelta lui prenda, io sono pronta a seguirlo e sostenerlo”.  

 

Qual è la differenza tra Milano e Roma per una coppia piena di visibilità come la vostra?

“Nessuna differenza tra Roma e Milano, perché conduciamo sempre una vita molto tranquilla. E quando usciamo l’affetto della gente fa sempre piacere. Amo tutto di Roma. Una città veramente incredibile, magica e piena di energia. Non si finisce mai di conoscerla. Mi piace viverla, quando vado in giro rimango sempre estasiata da tanta bellezza, non ci si abitua mai a Roma”.

Scaloni: “Alla Lazio ho lasciato il mio cuore. Ledesma? Non è semplice restare se…”

Ha trascorso 5 anni alla Lazio (poi il passaggio all’Atalanta), e anche se quando arrivò non era più il giocatore che contribuì a rendere grande il Deportivo la Coruna, la grinta, il carattere messo in campo e il suo essere un uomo -spogliatoio gli hanno permesso di lasciare un bellissimo ricordo nel cuore di tutti i tifosi biancocelesti e non solo (indimenticabile la dedica di Alvaro Gonzalez quando ha segnato il gol dell’1 a 0 nella seminale di Coppa Italia contro la Juve di 2 anni fa). Stiamo parlando di Lionel Scaloni, che in quanto doppio ex, domani sarà all’Atleti Azzurri d’Italia per assistere alla sfida tra Lazio e Atalanta. Proprio di questa sfida l’ex terzino biancoceleste ha parlato ai microfoni di Radiosei 98.100. Ecco le sue parole:

FUTURO  “No, ho avuto della offerte per continuare a giocare, ma non erano interessanti a livello sportivo. Ora diventerò papà un’altra volta e preferisco restare qui a casa. Non me la sentivo di andare all’estero. Continuo ad allenarmi e mi piace andare a vedere le partite e gli allenamenti dei miei amici. Poi voglio fare il secondo corso per il patentino d’allenatore. Il primo l’ho fatto con Bizzarri, Zauri e altri giocatori della Roma. Però in Italia per fare il secondo corso bisogna smettere di giocare”.

LA PROPOSTA DI VICE REJA – “Bisogna usare la testa, erano i miei compagni poco tempo prima e passare subito sulla panchina poteva non essere positivo. Non me la sentivo di fare un cambio così importante. Poi con mister Reja e l’Atalanta il rapporto continua, ci sentiamo. Però era meglio staccare un po’ per poi tornare con più grinta possibile. Quest’anno fuori è importante per iniziare il prossimo”

RICORDI DELLA LAZIO – “L’altra settimana mi hanno chiamato e mi hanno domandato dei calciatori della Lazio. Sono molto pochi quelli rimasti quando giocavo io. Credo Mauri, Onazi, Marchetti, Radu e Klose. Questo vuol dire che il tempo passa per tutti. La Lazio ha mantenuto la sua forza, ha dei giovani di prospettiva importantissima. Farà un campionato d’alta classifica. I biancocelesti per i prossimi 5-6 anni hanno dei giocatori che gli permetteranno di competere contro le grandi”

REJA E L’ATALANTA – “L’Atalanta aveva un allenatore come Colantuono che è rimasto 5 anni, non è facile fare un ciclo del genere. Lui arrivò a un punto in cui faticava a stare sulla panchina. Poi è arrivato Reja che è molto tranquillo, ragiona molto bene e ha permesso a tutti di migliorare. L’Atalanta è un’ottima squadra, secondo me è fra le prime 10 del campionato. Quest’anno sono salite in Serie A squadre meno forti dei nerazzurri, a livello psicologico conta”.

UNA SERIE A EQUILIBRATA – “Tutte le squadre di alta classifica devono approfittare di questo calo della Juventus, dire chi può vincere il campionato quest’anno è molto difficile. La Lazio è una di queste. Lazio, Roma, Inter, Fiorentina sono lì. In questa stagione si delineerà tutto nelle ultime giornate”

L’ATALANTA – “La forza dell’Atalanta è ovviamente l’attacco. Gomez è un elemento che può essere pericoloso ed è difficile marcare. Poi c’è Maxi Moralez che fa girare la squadra, è l’elemento più importante della rosa. Fa girare la palla, può inserirsi e serve bene i compagni. E’ uno dei giocatori più intelligenti del calcio italiano. Pinilla e Denis pure fanno delle cose importanti. Sarà una gare difficile, però la Lazio può vincere”

LEDESMA A BERGAMO? – “Abbiamo parlato con Cristian, è un giocatore di ottimo livello però l’Atalanta non può permettersi di non farlo giocare. E soprattutto non può sacrificare gli elementi presenti in rosa per schierare Ledesma in campo. L’Atalanta ha un  centrocampo pieno di giocatori, Cigarini non gioca, così come Carmona e Migliaccio. Sicuramente non poteva permettersi il lusso di non far giocare anche Ledesma”.

LEDESMA VICE-BIGLIA? – “E’ difficile parlare ora, visto che Biglia si è fatto male. Per una questione prettamente societaria, se Biglia sta bene deve giocare tutte le gare. Non era facile far rimanere Ledesma alla Lazio per fargli fare la panchina. E’ un elemento che non può giocare massimo 10 partite. Poi Biglia si è infortunato, questa è anche sfortuna. Restare solamente per sostituire un infortunato, non era cosa semplice da scegliere. Soprattutto quando sei abituato a giocare 30 partite l’anno per molti anni

RADU – “Radu è un giocatore che disputa le partite sempre al massimo della concentrazione. E’ uno dei giocatori più forti in Serie A fra i difensori. Ma se non sente la fiducia, non ragiona più. E’ capitato quando lo hanno spostato terzino, poi si è adattato ed è diventato un ottimo laterale. Lui da sempre si è sentito un centrale di difesa. E’ un giocatore che può anche attaccare, però preferisce essere centrale, soprattutto nella difesa a tre.  Poi per una questione di forza maggiore è stato impiegato come terzino. Come tecnica è uno dei migliori del campionato italiano”

QUESTIONE CAPITANO IN CASA LAZIO – “Questo è un discorso che non ho mai capito nel calcio europeo. Quando arrivai a La Coruna, la fascia di capitano andava al più anziano, poi magari non era un giocatore che incideva molto nello spogliatoio. Per me questo è un errore, la fascia va data a chi ha leadership in campo e nello spogliatoio. L’errore di tutte le squadre è dare la fascia di capitano al più anziano della squadra”.

IL DERBY – “E’ una della partite più belle al mondo, dopo River-Boca c’è Lazio-Roma. La Lazio può vincerla, così come la Roma. Sarà una gara bellissima. Manca ancora un po’ di tempo. Un giocatore che deve affrontare la gara la sente. Non può essere altrimenti. Un calciatore deve vivere il derby sul campo, non fuori. Non deve farsi condizionare da quello che succede nella settimana che precede la stracittadina”.

UN SALUTO AI TIFOSI DELLA LAZIO – “Mando un abbraccio a tutti i tifosi laziali, mio figlio è nato a Roma e il mio cuore è ancora lì, la Lazio è un grande club, ma nonostante sia seguita da molte persone resta una grande famiglia. Per me è stato il massimo poterci giocare”

 

L’AVVERSARIO DI TURNO – L’Atalanta di zio Edy Reja presenta un tridente di livello contro la Lazio

Pioli lo aveva detto al termine della bella gara contro il Torino: “Ora voglio vincere in trasferta..”. Perciò se la Lazio vuole dare un ulteriore segnale forte a questo campionato, entrare di diritto tra le potenziali vincitrici insieme a Napoli, Fiorentina e Roma, ha bisogno di tornare alla vittoria anche lontano dall’Olimpico. In questa stagione, infatti, esclusa la trasferta di Verona contro l’Hellas, Candreva e compagni hanno ottenuto solamente sconfitte e prestazioni deludenti (complici ance le pesanti assenze che hanno colpito le colonne portanti della squadra). Il prossimo avversario imposto dal calendario (Mercoledì 28 alle ore 20:45) è l’Atalanta dell’ex mister biancoceleste Edy Reja (che vorrà sicuramente fare bene contro la sua ex squadra). Non sarà semplice, però, andare a fare risultato a Bergamo, uno dei campi più caldi e difficili d’Italia.
I punti di forza dei bergamaschi sono sicuramente la fase difensiva e l’organizzazione, marchio di fabbrica di “Zio Edy” a lungo conosciuto dai tifosi biancocelesti. La squadra di Pioli può sfruttare la condizione di Felipe Anderson e Candreva e mettere in difficoltà i nerazzurri sulle fasce. 

PIOLI E IL TABU’ REJA –  Il bilancio tra i due tecnici, al momento, è a favore del tecnico goriziano. Nelle nove occasioni in cui si sono incontrate, infatti, 3 volte è uscito con il bottino pieno Pioli, quattro Reja, mentre in due occasioni la sfida si è conclusa in pareggio. Ma i dati divengono allarmanti se si considerano le volte in cui l’attuale tecnico biancoceleste ha giocato  in trasferta. Nelle varie esperienze con Salernitana, Parma, Bologna e Lazio, infatti, Pioli ha vinto solamente una volta: era Lazio-Bologna dove annientò la sua futura squadra  con un netto 3-1. Nelle restanti cinque gare sono arrivate due sconfitte e due pareggi, l’ultimo dello scorso anno firmato dall’ex Biava e da Marco Parolo.

IL CAMMINO DEI BERGAMASCHI –  La squadra di Reja sta avendo un rendimento da squadra di media classifica o comunque non da squadra partita per lottare fino all’ultimo (come l’anno scorso) per non retrocedere.  In queste prime nove giornate, nonostante la sconfitta contro al Juventus, i bergamaschi si trovano ancora in una buona posizione in classifica: attualmente sono 9° con 14 punti conquistati un punto in più sul Milan. L’Atleti Azzurri d’Italia è sempre stato un campo ostico e quest’anno sta confermando questo trend positivo, infatti nelle sfide disputate fino ad ora in casa solo il Verona è uscito con qualche punto.I ragazzi di Reja hanno in comune con i biancocelesti il fatto di fare molta fatica in trasferta: infatti si registra un pareggio (con il Sassuolo), una vittoria (contro l’Empoli) e tre sconfitte ( contro Inter, Fiorentina, Juventus).

PUNTO DEBOLE – L’Atalanta ha un rapporto particolarmente stretto con i cartellini: i bergamaschi infatti sono primi nella speciale classifica degli espulsi, a pari merito con il Genoa. Rispetto ai rossoblù, però, i “cattivissimi” nerazzurri contano un numero maggiore di cartellini gialli: 22 contro 20.
Gia alla vigilia contro i campioni d’Italia della Juventus Edy Reja si era augurato di chiudere la partita in parità numerica e invece è stato puntualmente smentito dall’espulsione del centrale brasiliano Rafael Toloi quando ormai i cambi erano terminati (in quell’occasione fu Migliaccio ad abbassarsi sulla linea dei difensori). E anche vero però che tutte le espulsioni sono arrivate in trasferta:  Toloi a Torino contro la JuventusCarmona a Milano contro l’Inter, Pinilla in terra emiliana contro il SassuoloPaletta a Firenze contro la Fiorentina. Su cinque trasferte, l’Atalanta ha chiuso in undici solo a Empoli: non a caso, in quell’occasione, è arrivata l’unica vittoria lontano da casa.
Quella dei bergamaschi è comunque una caratteristica che può far comodo ai biancocelesti perchè può creare ulteriori spazi da sfruttare assolutamente. 

LE MINACCE – Le minacce più “grandi” per Pioli arrivano sulle fasce: Maxi Moralez e “El Papu” Gomez fanno della rapidità e dell’imprevedibilità la loro arma vincente, perciò gli esterni biancocelesti (Radu e Basta) dovranno fare molto attenzione a non lasciare libertà di manovra ai due sud-americani pronti a sfruttare gli spazi per ripartire in contropiede. Sono giocatori in grado di fare la differenza e forniscono sempre prestazioni di quantità, ma soprattuto di qualità, garantendo tanti rifornimenti per Denis e Pinilla, due centravanti veri che possono colpire in qualsiasi modo. Perciò la difesa biancoceleste dovrà stare molto attenta e giocare una gara quasi perfetta, senza sbavature, perchè i neroazzurri hanno tutte le caratteristiche e lepossibilità per fare male. Certo anche la loro difesa non avrà vita facile contro 2 esterni di grande livello come Felipe Anderson e Candreva: i difensori bergamaschi, come per esempio Stendardo e Palettasono tutti molto forti fisicamente, ma peccano sulla rapidità e sulla velocità, che sono proprio le caratteristiche principali degli attaccanti di Pioli. 

COME SCENDERANNO IN CAMPO – Il modulo scelto da Reja è il4-3-3. In porta ci sarà Sportiello, che nell’ultima giornata ha parato il rigore a Pogba.  Squalificato Toloi, al centro della difesa Paletta sarà affiancato dall’ex Stendardo. Torna nell’11 di partenza Masiello (dopo il turnover contro la Juventus), in vantaggio su Bellini, sul lato opposto a completare la linea difensiva ci sarà Dramè. Davanti la difesa agirà De Roon, mentre le due mezz’ali dovrebbero essere Grassi e Cigarini, con Kurtic che scalpita per una maglia da titolare. Gli esterni offensivi, invece, saranno Gomez e Maxi Moralez con Pinilla centravanti anche se fino all’ultimo Denis cercherà di avere la meglio sul compagno di reparto. Ai box Estigarribia e Suagher.

PROBABILE FORMAZIONE (4-3-3) – Sportiello; Masiello (Bellini), Paletta, Stendardo, Dramè; De Roon, Cigarini, Grassi (Kurtic); Maxi, Gomez, Pinilla  All. Reja
Squalificati: Toloi
Indisponibili: Estigarribia, Suagher
Ballottaggi: Grassi 60% – Kurtic 40%; Moralez 65% – D’Alessandro 35%; Pinilla 55% – Denis 45%

Marco Lanari

LAZIALI FUORI PORTA – Super Strakosha ferma il Cesena. Lombardi gol

Giornata da incorniciare quella di Strakosha. Il portiere biancoceleste, in prestito alla Salernitana, è tornato titolare offrendo una prova maiuscola. le sue parate hanno permesso ai granata di salerno di bloccare il Cesena sul punteggio di 1-1. L’albanese è stato battuto solamente all’80esimo da Ciano, dopo che era riuscito a neutralizzare le offensive dei romagnoli. Una prova di spessore visti anche i numerosi 7 che gli sono stati attribuiti dalle testate giornalistiche. Panchina invece per l’altro granata Pollace. Il laterale ex primavera non è ancora riuscito a trovare spazio nell’undici titolare. Scendendo più a Sud, Tounkara ha assistito dalla panchina la vittoria del suo Crotone. calabresi sempre in testa al campionato. Tounkara può consolarsi dall’esclusione con il primato in classifica. Crecco in campo 70 minuti nella sconfitta del Virtus lanciano. Out Rozzi. Panchina per Filippini nella sconfitta della Pro Vercelli. Out Minala con il Latina. Gol di Lombardi nel 2-0 del suo Anconacontro il Savona.

ATALANTA – Lista convocati: out Toloi, recupera Gomez

Il tecncio dell’Atalanta, Edy Reja, nonchè ex della gara, ha dirmatao la lista dei convocati per il match di domani sera. L’allenatore dei bergamaschi dovrà fare a meno di Toloi, squalificato in virtù dell’espulsione rimediata contro la Juventus. Torna disponibile Gomez. Di seguito la lista completa:

Bassi Davide (maglia ° 30) Bellini (6) Brivio Davide (28) Carmona Carlos (17) Cherubin Nicolo’ (33) Cigarini Luca (21) Conti Andrea (24) D’Alessandro Marco (7) De Roon Marten (15) Denis German (19)Drame’ Boukary (93) Gomez Alejandro (10) Grassi Alberto (88) Kurtic Jasmin (27) Masiello Andrea (5)Migliaccio Giulio (8) Monachello Gaetano (45) Moralez Maxi (11) Paletta Gabriel (29) Pinilla Mauricio (51) Radunovic Boris (1) Raimondi Cristian (77) Sportiello Marco (57) Stendardo Guglielmo (2)

“Er go’ de Turone era bono…”

Oggi, 27 ottobre, oltre la data di nascita del primo capitano biancoceleste scudettato, Pino Wilson, ricorre anche quella di uno dei giocatori giallorossi più famosi tra i tifosi della Capitale. Chiunque segua le gesta sportive delle due squadre romane non può non ricordare – chi con più piacere, chi con meno – Maurizio Turone. Si, proprio lui, il difensore romanista reso ormai leggenda più per lo slogan ormai stantio dei tifosi giallorossi “Er go’ de Turone era bono” che per le sue prestazioni sui campi di calcio. Da quel 10 maggio 1981, giorno di Juventus-Roma e del famigerato gol di Maurizio Turone annullato per fuorigioco dall’arbitro Bergamo sono ormai passati ben ventiquattro anni ma l’eco di quell’esclamazione, oramai diventata vergognosa supplica, ancora rimbomba per le strade di Roma.

Auguri Maurizio, auguri di cuore e non te la prendere ma… “Er go’ de Turone era bono!!!”

De Vrij svela: “Strootman mi parlò bene della Lazio. Qui mi sento a casa”

Sulle colonne del mensile Helden è uscita un’interessante intervista a Stefan de Vrij. Ecco le parti in cui parla della Lazio e della sua vita romana: “Mi piace molto la cultura italiana. Già tre anni fa ero stato un weekend a Roma da amici e mi ero innamorato della città. Ricordo tutti i monumenti: soprattutto Foro e Colosseo. Potrei farvi da guida turistica. Non avrei mai immaginato di trasferirmi a Roma. Volevo andare in Germania che è vicino a casa mia ed è perfetta per me. Non si sa mai cosa ti capita nella vita. La Lazio mi ha fatto una buona impressione, mi sono sentito subito il benvenuto”.

Più volte al nome di de Vrij è stato accostato quello del Manchester United, ma il centrale biancoceleste smentisce: Non c’è mai stato un interesse concreto. Van Gaal tempo fa mi disse: ‘Un anno fa non avrei mai immaginato di chiamarti in nazionale’. Cioè mi ha detto che ho fatto bene ma che non sono ancora pronto per uno dei club più grandi al mondo. La Lazio mi fece un’offerta seria e io chiamai Kevin Strootman che già giocava nella Roma per chiedergli dei consigli. Ho avuto tanti pareri positivi e ho iniziato a vedere le partite della Lazio. La società mi ha assicurato che in Italia avrei imparato molto e così è stato. Col senno di poi ho fatto la scelta migliore. Alla Lazio mi sento a casa”. De Vrij parla bene di Pioli: “Il mister ha molta fiducia in me. Mi ha insegnato molto e adesso è rammaricato per il mio infortunio, questo dimostra il suo apprezzamento. Il punto più alto della mia carriera? Il Mondiale da titolare”.

I precedenti di Atalanta-Lazio

Partita difficile quella di domani sera a Bergamo dove l’Atalanta si prepara ad affrontare i biancocelesti di Pioli. Il risultato registrato più volte tra le due squadre è il pareggio. Le due compagini per ben 21 volte, su 47 incontri disputati nella città bergamasca, si sono spartite la posta. Lo 0-0 (8 volte, l’ultima nella stagione 2006-2007) e l’1-1  (11 presenze, l’ultimo nel maggio scorso) i risultati più frequenti in Serie A. Da registrare inoltre 3 sfide in serie B, tutte terminate col punteggio di 1-1. Solo che in campionato, ad oggi, la squadra di Pioli – al pari di Fiorentina e Bologna – in campionato non ha ancora pareggiato un match. In tutto gli incontri disputati sul terreno di gioco della squadra orobica sono 50: 19 le vittorie dell’Atalanta, 24 i pareggi e 7 i successi della Lazio; 64 i gol fatti dai bergamaschi e 36 quelli della squadra ospite. La prima sfida tra le due compagini fu disputata nella stagione 1937-38 e terminò 0-0. Mentre l’ultima sfida risale, come già detto, al maggio scorso: 1-1, con Parolo marcatore biancoceleste che rispose al vantaggio bergamasco realizzato dall’ex Giuseppe Biava.

Reja: “La Lazio ha dimostrato di avere problemi in trasferta e Bergamo è il nostro fortino…”

Il tecnico dell’Atalanta, Edy Reja, è intervenuto ai microfoni di Bergamo Tv per presentare la sfida di domani sera, all’Atleta Azzurri d’Italia, contro i biancocelesti. Queste le sue parole.

L’Atalanta viene dalla sconfitta con la Juventus:

“Ci sta di perdere a Torino ma resta la delusione per non aver giocato come volevamo rinunciando sin da subito alle nostre possibilità. La Juventus era carica, forse le dichiarazioni del presidente hanno dato loro uno stimolo maggiore. Però resta il fatto che noi non ce la siamo giocata. Ora bisogna guardare avanti nonostante ci sia molto rammarico per la sconfitta”.

Domani sera a Bergamo arriva la Lazio, sua ex squadra:

“In casa stiamo creando un fortino e in più divertiamo i nostri tifosi. La Lazio ha mostrato negli incontri giocati in trasferta di avere qualche problema ma credo sia stato dovuto alle tante assenze dei leader della squadra. Gente come Biglia, Klose, Djordjevic fa la differenza. Pian piano stanno tornando ai livelli della scorsa stagione, Felipe Anderson quando inizia ad avere fiducia in se stesso è difficile da marcare. Proveremo a controllarlo, è un giocatore determinante, l’anno scorso ha trascinato i biancocelesti per due mesi. E’ un po’ fragile caratterialmente ma le sue qualità non si discutono ed ha ampi margini di crescita davanti. Stiamo facendo bene ma dobbiamo dare continuità alla nostra crescita. Dobbiamo essere più bravi sotto il piano mentale. Quando si gioca contro le grandi squadre bisogna essere più concentrati e giocare con più intensità. Nelle prossime tre partite incontriamo Lazio, Bologna e Milan, vogliamo fare felici i nostri tifosi rendendoli orgogliosi di noi. Io sono abituato a vincere contro le grandi e lAtalanta è pronta a dire la sua, quindi i nostri avversari dovranno stare molto attenti.

CONVOCATI – Recuperano i difensori

Al termine  dell’allenamento odierno il tecnico biancoceleste Stefano Pioli ha diramato la lista dei convocati in vista della sfida di domani sera contro l’Atalanta (ore 20:45) allo Stadio Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo.

Portieri: Marchetti, Berisha, Guerrieri;

Difensori: Basta, Braafheid, Gentiletti, Hoedt, Konko, Mauricio, Patric, Radu;

Centrocampisti:  Biglia, Cataldi, Candreva, Felipe Anderson, Lulic, Mauri, Milinkovic-Savic, Morrison, Onazi;

Attaccanti: Djordjevic, Kishna, Klose, Matri.

CONFERENZA- Pioli:”Presto per parlare di partita decisiva, ma vogliamo vincere!”

Altra partita casalinga altra vittoria per la Lazio di Pioli. Una sentenza l’Olimpico da inizio stagione, è però il momento di correre anche in trasferta, questo è l’obiettivo della Lazio di domani sera. Bergamo è un campo ostile ai colori biancocelesti, ma è ora di invertire la rotta. In conferenza stampa Pioli ha parlato così del match di domani:

Nell’anno solare Lazio e Juve hanno fatto più punti di tutti….

“Credo sia un buon indicatore del lavoro che stiamo facendo, ma saremo soddisfatti solo quando avremo vinto qualcosa. E’ arrivato il momento di vincere!”

E’ arrivato il momento di imporsi in trasferta?

“Sicuramente vogliamo migliorare i risultati, ma nelle ultime trasferte l’atteggiamento è stato quello giusto. Vogliamo controllare il gioco e vincere da Lazio”.

Come stanno Mauricio e Lulic?

“Il quadro credo sarà disponibile solo domani mattina. Entrambi hanno qualche problemino, così come Hoedt. Ma solo domani mattina scioglierò gli ultimi dubbi”.

La parola scudetto ha fatto paura ai suoi predecessori, quando saremo pronti a parlare di scudetto?

“Sono un po’ miope ve ne sarete accorti, guardo solo alla prossima partita. Vogliamo fare più punti possibile giocando da lazio. Guarderò la classifica solo quando sara veritiera, verso Febbraio”.

La gara di domani può far girare il campionato della Lazio?

“Sicuramente ogni vittoria può essere una piccola svolta, ma ne mancano ancora tantissime per parlare di partita decisiva. Sicuramente vogliamo vincere, conquistare tre punti, sarà importante per noi e la nostra classifica”.

Cosa deve temere la Lazio di questa Atalanta e dove può far male?

“Credo che cercheranno di soffocare il nostro possesso palla. E’ una squadra fisica con due esterni molto veloci e rapidi. Le fasce saranno fondamentali per loro, ma noi abbiamo le nostre qualità e vogliamo vincere facendo la nostra partita. Domani l’atteggiamento e l’approccio saranno molto importanti. Affrontiamo la partita consci delle difficoltà ma anche delle nostre qualità.”

Klose Djordjevic e Matri, ci sarà una gerarchia?

“Sicuramente sono tre attaccanti ottimi, sono soddisfatto di poterne avere tre cosi forti in rosa. Credo che le gerarchie siano solo momentanee. Non nascondo però che quando la condizione dei tre sarà ottima sto valutando anche di giocare con due punte, hanno le caratteristiche per coesistere”.

De Vrij a che punto è?

“Non ho ulteriori notizie, sto aspettando come voi nuove informazioni…”

Questa settimana può far fare alla Lazio il salto di qualità?

“Tutte le partite sono importanti, ma tutte valgono tre punti. Noi vogliamo spingere adesso, dopo aver lavorato in silenzio, ma parlare di settimana decisiva è troppo…”

Dove deve migliorare la sua Lazio?

“Possiamo migliorare tanto. Stiamo facendo bene ma dobbiamo migliorare nella lucidità e nella tattica in certe situazioni. Da ogni partita prendiamo gli spunti giusti pere continuare il nostro processo di crescita. Abbiamo un ottimo mix tra giovani ed esperti, non dobbiamo mai smettere di aver voglia di migliorare”.

Radu come sta?

“Ha recuperato perché non ha più la febbre, ma credo che stia bene e verrà con noi!”

 

Stefano Gaudino

© Riproduzione riservata

Lombardi: “Sogno di tornare, perché l’ambiente Lazio ti fa innamorare”

0

Dopo il flop a Trapani, la rinascita ad Ancona. Cristiano Lombardi sta vivendo un momento davvero d’oro in maglia dorica: prima si è conquistato la fiducia di mister e società e poi l’ha ripagata a suon di gol. Come gli ultimi due, realizzati in sequenza a Savona e Lucchese e che, insieme con altri (tanti, si spera), potrebbero consentirgli ben presto di coronare il suo sogno di tornare a vestire la maglia della ‘sua’ Lazio. Di questo inizio di stagione da incorniciare, il 20enne attaccante viterbese ha parlato a ‘Lalaziosiamonoi’.

Dopo l’anno scorso e soprattutto dopo un’estate difficile, ho finalmente trovato la serenità che mi mancava. Ho dovuto aspettare il 31 agosto, dopo aver passato mesi senza squadra e con un mercato che non mi aiutava, e questo di certo a 20 anni non può farti piacere. Per fortuna, qui ho trovato un gruppo fantastico e sto dando il mio contributo. In questo momento mi gira tutto bene e spero di non fermarmi e di ottenere tanti altri grandi risultati. Sono arrivato qui per rimettermi in gioco: dopo l’esperienza a Trapani, avevo perso la sicurezza come giocatore, così mi sono messo a lavorare a testa bassa, con la voglia di spaccare il mondo. E con l’umiltà, che una squadra importante come la Lazio può farti perdere ma che è l’unico mezzo per raggiungere risultati importanti nel calcio e nella vita. A chi mi ispiro? Per quello che ho potuto vedere da vicino, a Candreva: gioca nel mio stesso ruolo, quindi le cose che ho da imparare le rubo con gli occhi da lui. Trapani? Non è stata un’esperienza positiva. Purtroppo è sempre difficile emergere quando esci da una Primavera importante, anche se le colpe non sono tutte mie, ma anche del mister e della società, che mi hanno cercato molto per tutta l’estate ma poi non mi hanno dato tutte le chances che forse meritavo. Lì comunque sono cresciuto caratterialmente: all’inizio con Buscaglia ho fatto un po’ di presenza, poi la squadra è calata e il mister ha preferito tenere da parte i giovani come me. Ora però sono tranquillo, sto facendo bene e posso riprendermi le mie soddisfazioni. Degli ex compagni in Primavera sento ancora Filippini, quasi tutti i giorni: a Vercelli ha dimostrato di essere un buon giocatore e sono sicuro avrà il suo spazio. Con lui, come con Pollace, Ilari e Silvagni, ho un’amicizia speciale, che va oltre il calcio. Ritornare alla Lazio resta il sogno, perché mi ha cresciuto in tutti i sensi. Il suo ambiente è di quelli che ti fanno innamorare, quindi un giorno spero di intavolare un discorso in ottica prima squadra, ma per questo c’è tempo. Con Tare ho sempre avuto un rapporto schietto. Anche lui non era soddisfatto del poco mercato ricevuto in estate, ma alla fine siamo riusciti ad accordarci con l’Ancona. Spero che anche lui si sia reso conto che è stata la scelta giusta. La Lazio in casa continua a fare punti. All’inizio ha fatto fatica, come l’anno scorso, quando poi è arrivata ai preliminari di Champions, ma è una grande squadra

Scudetto 1915. L’avvocato Mignogna: “Chi firmerà la petizione resterà nella storia della Lazio!”

La petizione su Change.org (clicca QUI per firmare) per l’assegnazione dello scudetto 1915 alla Lazio sta riscuotendo così tanto successo (mancano poche decine di firme per le 28.000 sottoscrizioni) che ora arrivano i primi tentativi di emulazione da parte di altre squadre. Anche Udinese e Torino si starebbero adoperando per fare richiesta di avere il riconoscimento di titoli nazionali conquistati parecchi anni fa, con quello dei friulani che diventerebbe addirittura il primo in assoluto, prima ancora di quello conquistato dal Genoa nel 1898.

Il promotore dell’iniziativa, l’avvocato Gian Luca Mignogna, non riesce a celare la propria soddisfazione per la tantissima visibilità che sta ottenendo la petizione, ma preferisce chiarire alcuni aspetti: “Il fatto che anche Torino e Udinese si stiano muovendo per le rispettive recriminazioni in qualche modo mi inorgoglisce, significa che i laziali come sempre sono stati pionieri ed esempi da emulare. Ma le tre fattispecie sono assolutamente diverse. I friulani reclamano uno scudetto del 1896, antecedente finanche alla fondazione della Figc. La questione del Toro, invece, attiene, ad un presunto tentativo di combine verificatosi nel campionato 1926/27. Non voglio giudicare le questioni altri, ma è sotto gli occhi di tutti che il caso Lazio 1915 è assolutamente più pregnante sotto i profilo giuridico/sportivo e concerne una grave irregolarità verificatasi a causa di un conflitto mondiale, in cui peraltro i biancazzurri dell’epoca versarono un enorme tributo di sangue per la patria. Posso dire che la questione è caldissima, la quota delle 30mila firme è molto vicina e a breve ci saranno grosse novità. Una cosa però è certa, il ricorso verrà presentato ed i firmatari della petizione resteranno scolpiti nella storia“.

Fabio Belli

Marcello Lippi a “I Laziali Sono Qua”: “Lotito mi voleva sulla panchina della Lazio”

Nella trasmissione di riferimento per tutti i tifosi biancocelesti, “I Laziali Sono Qua” condotta da Danilo Galdino e Vincenzo Oliva sugli 88.100 di Elle Radio, è intervenuto un ospite d’eccezione: il CT dell’Italia Campione del Mondo 2006, campione d’Europa con la Juventus e campione d’Asia con i cinesi del Guangzhou Evergrande. Stiamo parlando di Marcello Lippi, che ha fatto il punto sulla situazione della Lazio di Stefano Pioli, svelando anche alcuni gustosi retroscena su un passato che a più riprese lo avrebbe potuto vedere approdare in biancoceleste.

La prima considerazione sulla realtà attuale della Serie A: “Dopo anni di dominio della Juventus, che aveva facilmente preso il largo nelle precedenti stagioni, quest’anno ci sono tante squadre in grado di poter puntare al vertice e c’è un grande equilibrio, che rende il torneo appassionante. Ci sono stati anche recuperi importanti nelle ultime giornate da parte delle grandi squadre, con la stessa Juventus che sta risalendo grazie al recupero di Khedira e Marchisio e la Lazio che si è arrampicata fino al secondo posto. Ci sono ancora tantissime giornate da affrontare e la situazione è più che mai aperte: a due punti dal primo posto, anche la Lazio ha il dovere di pensare allo scudetto“.

Nella Nazionale azzurra di Marcello Lippi ci fu spazio anche per l’attuale numero uno biancoceleste, Federico Marchetti. “Marchetti è un ottimo portiere: avevo avuto modo di dargli fiducia nel 2010 per l’infortunio di Buffon, ma allora la mia squadra fece male non per colpa dei singoli, ma a mio avviso per una mancanza generale di personalità. Anche se al momento non è nel giro della Nazionale, lo ritengo un portiere affidabile. Ricordo che ai tempi chiamai anche Candreva che allora giocava nel Livorno: ero convintissimo però nel dargli fiducia e sono felice che abbia poi dimostrato le sue qualità in biancoceleste.

Su Stefano Pioli: “Mi piace molto, è un tecnico che racchiude tutte le caratteristiche che io ritengo indispensabili in un allenatore. Non mi sembra un allenatore fissato sui moduli, è una persona concreta e serena che trasmette serenità e che crede moltissimo nei frutti del lavoro“.

Ma Marcello Lippi è mai stato vicino alla panchina biancoceleste? “Sono stato vicino alla Lazio sia ai tempi di Cragnotti, sia ai tempi di Lotito. Con Cragnotti venni a Roma, passammo una serata insieme ma lui tentennò e alla fine mi accordai con l’Inter. Con l’attuale presidente ci fu un contatto concreto, ma appena prima della mia avventura cinese: mi ero già accordato col Guangzhou e non me la sentii di venir meno alla parola data, ma fosse stato per Lotito senza l’accordo coi cinesi sarei approdato alla Lazio.

Fabio Belli

Atalanta-Lazio, statistiche e precedenti

0

Vincere in trasferta come in casa, magari segnando un gol nel primo quarto d’ora dei due tempi. Questo il duplice obiettivo cui sarà chiamata la Lazio domani sera nel turno infrasettimanale, che la vedrà contrapposta in quel di Bergamo all’Atalanta dei grandi ex Reja e Bollini. I nerazzurri sono reduci dalla sconfitta contro la Juventus, ma hanno comunque sin qui disputato un’ottimo campionato, collezionando ben 14 punti. In più l’1-1 della scorsa stagione ha posto fine ad un’astinenza di segno X che durava dal 2007. Se ne deduce che non sarà semplice per gli uomini di Pioli far propria la posta in palio. Deduzione suffragata anche dai numeri, nient’affatto incoraggianti.

Nelle 94 sfide in serie A tra le due squadre, infatti, i biancocelesti si sono imposti solo 26 volte contro le 31 dei rivali e i 37 pareggi, segnando inoltre 103 gol contro 107. A questo proposito, c’è però da segnalare che l’Atalanta non ha trovato la via della rete contro la Lazio in cinque degli ultimi 8 incroci. I bergamaschi sono tuttavia avanti anche nel computo delle sfide all’Atleti Azzurri d’Italia, con 19 vittorie, 7 sconfitte e ben 21 pareggi. Discorso diverso invece in quel dell’Olimpico, dove sono invece i capitolini ad essere in vantaggio per 19 vittorie a 12, con in più 16 pareggi.

Non sarà una gara come le altre per Miro Klose, a caccia del primo gol in campionato dopo i due assist di domenica a Lulic e Felipe Anderson. Non era mai successo che, a questo punto della stagione, il campione del mondo 2014 fosse ancora a secco: nella prima stagione in biancoceleste, infatti, andò a segno 2 volte nelle prime 2 gare disputate, mentre l’anno successivo collezionò addirittura 3 centri nei primi 4 incontri. Due anni fa fu suo il gol della bandiera nel ko contro la Juventus, invece lo scorso anno timbrò la prima volta il cartellino in Coppa Italia contro il Bassano, mentre in campionato la gioia si fece attendere fino alla gara con il Torino dell’8^ giornata. Quest’anno, complice l’infortunio muscolare patito con il Bayer Leverkusen, ha messo insieme solo 3 presenze tra campionato e coppe. A Bergamo proverà a sbloccarsi e a fare un passo in avanti nella classifica dei cannonieri laziali di tutti i tempi, che al momento lo vede undicesimo con 55 gol, uno solo in meno di Casiraghi e nove di Garlaschelli e Pandev, settimi.

Quanto infine agli uomini gol, in casa Lazio da tenere particolarmente d’occhio Mauri, autore di 4 sigilli in carriera contro l’Atalanta, due dei quali nel 3-0 dell’andata dello scorso anno. Proprio ai bergamaschi il triangolo ha segnato la sua prima rete in serie A, con la maglia del Modena. Accanto a lui Matri, firmatario anch’egli di 4 centri, mentre a quota 3 troviamo Parolo, che sempre lo scorso anno firmò il pareggio al ritorno in casa dei nerazzurri, sue ‘vittime preferite insieme al Napoli, e, a quota 1, Candreva Klose. Da segnalare infine Onazi, che proprio contro gli orobici ha esordito in serie A, e il duo Cataldi-Keita, che nel 2013 batterono i lombardi nella finale scudetto Primavera (in cui tra l’altro il centrocampista segnò una doppietta). Sul fronte salentino, invece, attenzione a Cigarini, ‘Papu’ Gomez, Maxi Moralez Denis, che hanno punito 2 volte le aquile in carriera, a Pinilla, la cui rete lo scorso anno regalò i 3 punti al Genoa, e a D’Alessandro, che segnò ai biancocelesti nel gennaio 2012 in Coppa Italia con la maglia del Verona. Quest’ultimo è un altro degli ex della gara, insieme a Stendardo, che vestí biancoceleste dal 2005 al 2008 e dal 2009 al 2012, collezionando 104 presenze e 7 reti.