Guarderà il derby dalla tribuna, squalificato dopo l’espulsione rimediata contro l’Inter. Ma Miralem Pjanic non dimentica le emozioni suscitate in campo dalla stracittadina e, ai microfoni del portale ‘Avaz’, alla domanda su quale sia stato il suo gol più bello, risponde senza esitazioni: “Quello contro la Lazio. Penso sia stato il gol che ho segnato dalla distanza più grande, credo più di 40 metri. Ho visto il portiere avversario con la coda dell’occhio, nonostante la distanza notevole, e poi ho mirato e colpito il pallone. Sfortunatamente, non è stata una rete importante, visto che quella sfida poi la perdemmo“.
FORMELLO – Le ultime dalla rifinitura pre-Rosenborg
Doveva essere la volta buona per vedere finalmente Morrison all’opera dal 1′, ma, alla vigilia della trasferta di EL contro il Rosenborg, Stefano Pioli sembra voler puntare su Mauri per il ruolo di trequartista centrale. Il tecnico conferma il 4-2-3-1 e il turnover totale, in previsione del derby di domenica e si presenterà a Trondheim con Onazi e Cataldi in mediana e le due ali Kishna e Oikonomidis (all’esordio assoluto stagionale) rispettivamente sulla sinistra e sulla destra. Davanti invece ballottaggio tra Matri e Djordjevic, con l’ex rossonero in leggero vantaggio. Alla rifinitura non hanno preso parte Klose, Felipe Anderson, Biglia, Parolo (che venerdì dovrebbe ritornare in gruppo) e Lulic, che resteranno tutti a Roma a riposo. Così come Milinkovic, che, dopo essersi riscaldato con i compagni, è tornato negli spogliatoi per un problema al gluteo destro. Scelte compiute, infine, per quanto riguarda la difesa: tra i pali ci sarà Berisha, tra i migliori nella gara d’andata. L’albanese sarà protetto dai terzini Konko e Radu e dalla coppia di centrali Hoedt-Gentiletti. Out Mauricio, causa squalifica, oltre a Braafheid, Patric, Prce e Seck, non inseriti in lista Uefa, verrà invece convocato Keita, che anche stamane ha lavorato senza problemi, segno che il recupero dalla distrazione al collaterale mediale del ginocchio sinistro è ormai completato.
Candreva, da un derby all’altro per una nuova rinascita del (non) Capitano?
Così come c’era un uomo chiamato cavallo, una volta c’era un laziale chiamato romanista. Per dirlo alla maniera degli Offlaga Disco Pax, se uno ci pensa oggi, non ci può credere. Visto che il personaggio in questione altri non è che Antonio Candreva da Tor de’ Cenci: uno di quei personaggi che oggi come oggi, se lo critichi, molti tifosi (e soprattutto tifose) sono pronti a mangiarti vivo con contorno a scelta, poco male che l’OMS sconsigli certi tipi di carne.
Il cannibalismo pro-Candreva è solo una forma estrema di idolatria per un giocatore che, a ragione, si è guadagnato un credito molto importante nella tifoseria biancoceleste. Ogni Maledetta Domenica ha scalato le pareti del suo inferno personale un centimetro alla volta: partendo dai fischi all’esordio, in un Lazio-Milan sottozero, fino al primo gol contro il Napoli e una corsa liberatoria sotto la Nord.
Dichiarazioni di una passione romanista vissuta in gioventù consegnate ai registri, ma seppellite dalla capacità di dare tutto per la maglia biancoceleste. Dopo il “perdono” contro il Napoli, pochi mesi dopo ecco la consacrazione contro la Roma, proprio la Roma, in uno dei derby più dolci degli ultimi anni in casa Lazio. Punizione-bomba che piega le mani al povero Goicoechea, che poi contro il Cagliari dimostrerà definitivamente di che pasta(frolla) era fatto. Ammaraggio in campo sotto la pioggia, esultanza sfrenata: Candreva aveva ucciso il mostro finale, un derby vinto è la panacea di tutti i mali.
Sarà così anche domenica? Mani giunte a mo’ di preghiera, i laziali lo sperano più di ogni altra cosa: perché da quel derby l’avventura di Candreva alla Lazio è stata un’escalation continua. Passando per il 26 maggio, il giorno della Storia e della Gloria, fino ad altre tre finali perse ma comunque disputate a riprova di una presenza costante nell’élite del calcio italiano e ad un terzo posto con l’avvento del Piolismo, Senza dimenticare il New Deal in Nazionale che riparte con Conte in panchina e l’esterno di Tor de’ Cenci come colonna portante di una squadra decisa a cancellare le delusioni brasiliane.
Tutto bellissimo fino al luglio scorso, quando dopo l’addio (momentaneo) di Mauri, l’ex romanista diventato idolo si aspettava si posasse sul suo braccio quella fascia di capitano che avrebbe riportato un romano ad indossarla a tempo pieno. La scelta di Lucas Biglia, alla vigilia della Supercoppa a Pechino, sorprese tutti: forse anche lo stesso argentino, che in conferenza stampa sembrava una liceale timida a X Factor. Per me è no, dissero Mandzukic e Dybala, e allora qualcuno cominciò a ripensarci seriamente.
A cosa? Ma alla storia della fascia, naturalmente: che Candreva disse di essersi messo alle spalle con enorme senso di responsabilità, ma non serve Jack Nicholson per capire che da allora qualcosa è cambiato, a guardare il campo. E il malumore, si sa, è un venticello ben più insinuante della calunnia: a guardarlo confabulare con Radu, dopo Lazio-Milan, l’impressione è che qualche mese fa, anche di fronte a un momento difficile, le esternazioni sulla mancanza di gioco e idee sarebbero rimaste dentro lo spogliatoio.
E allora mani giunte, testa fredda e cuore caldo per un derby temuto e atteso come non mai: chissà che non possa essere di nuovo catartico per un ex romanista, ex promessa mancata che non vuole certo diventare un ex idolo. E nella Sacra Laziale Chiesa un gol al derby vale l’indulgenza plenaria, nella speranza che una corsa sulla fascia, la sua fascia, riporti a Candreva quello che la fascia, la fascia altrui (mai indossata) gli ha tolto.
Fabio Belli
Che entusiasmo in Norvegia per Miro Klose!
Un’occasione così non capita tutti i giorni. Alla vigilia del match di Europa League tra Rosenborg e Lazio, è festa grande a Trondheim, ‘covo’ della squadra di Ingebritgsen, così come in tutta la Norvegia, per l’arrivo della compagnia biancoceleste e, in particolare, del suo attore più famoso, Miroslav Klose. Qui, dove le leggende calcistiche si vedono molto meno frequentemente di un’aurora boreale, il bomber tedesco è certamente l’ospite più atteso e la stampa locale ne celebra lo sbarco dalle colonne dei principali quotidiani, sportivi e non. Citiamo un esempio per tutti: quello del ‘Udresfeavifen’, che, accanto a una gigantografia del numero 11, riporta anche alcune sue dichiarazioni rilasciate durante la conferenza stampa della gara d’andata.
Lazio, in difesa Vlaar ora sì
L’Europa, il derby, il mercato. “Ci faremo trovare preparati”, ha promesso il diesse Tare domenica, prima del match col Milan. La promessa, considerando la batosta coi rossoneri, deve aver preso forza da lunedì in poi. Serve un difensore in più, l’operazione di De Vrij è imminente, l’assenza sarà lunga. C’è una lista di nomi, vecchi e nuovi. Tare è all’opera, pescherà all’estero, è una sensazione dettata dalle abitudini societarie. C’è un posto da extracomunitario libero, può essere occupato. La caccia è aperta, si cercano occasioni tecniche ed economiche. Una può portare sulle tracce di Ron Vlaar, il gigante olandese. Era stato proposto a metà luglio, non se ne fece niente. Vlaar è associato alla Lazio da un anno, il club ha sempre smentito l’interesse. A luglio scorso fu avvistato a Fiumicino, la società negò ogni contatto ed effettivamente non è stato acquistato anche perché indisponibile.
Oggi gli scenari sono diversi – Vlaar, stavolta, forse ha qualche chance in più di indossare la maglia biancoceleste. E’ libero, in estate si è operato ad un ginocchio a causa di problemi meniscali. Ha chiesto all’Az Alkmaar di potersi allenare, l’intervento era stato effettuato a Rotterdam. L’Az ha detto sì, ha concesso al difensore di svolgere la riabilitazione nel centro sportivo che ospita la squadra, non sono stati sottoscritti contratti. L’Az l’ha cresciuto nel settore giovanile e l’ha lanciato in orbita. A Vlaar a luglio erano stati prescritti 3-4 mesi di riposo, il tempo sta scadendo. Il difensore è stato riproposto alla Lazio. Chissà, magari sarà il sostituto di De Vrij in attesa di formare con lui la coppia del Mondiale 2014. Furono i perni dell’Olanda, si trovarono a meraviglia. La Lazio ha bisogno di un centrale roccioso, di esperienza, cerca un uomo che possa formare un tandem con De Vrij (appena rientrerà). Mauricio non dà certezze, Gentiletti non si è ripreso, Hoedt è ancora giovane, potrebbe crescere alle spalle dei due olandesi. Il nome di Vlaar, oggi ha 30 anni, è rispuntato, nelle prossime settimane si capirà se sarà preso in considerazione oppure no. Vlaar è un’occasione perché può essere acquistato a parametro zero, andrà controllato fisicamente per evitare rischi, è sempre reduce da un intervento e da uno stop abbastanza lungo.
Fonte: Il Corriere dello Sport
Ricatto a Valbuena: tra i sospetti Benzema e un ex giocatore laziale
A far scattare le indagini, secondo le ricostruzioni della stampa transalpina, è stata la denuncia presentata da Valbuena lo scorso giugno dopo che aveva ricevuto una serie di telefonate anonime mentre era in ritiro con la nazionale. Al centrocampista del Lione sarebbero stati chiesti 150mila euro in cambio della mancata diffusione in rete di un suo video a luci rosse. Le autorità francesi hanno già messo sotto accusa tre uomini, volti noti fra i calciatori transalpini, sospettati di essere dietro al ricatto ai danni del giocatore. Il nome di Benzema sarebbe stato tirato in ballo in alcune intercettazioni telefoniche così come quello di Djibril Cisse, anch’egli ascoltato dalla polizia transalpina lo scorso 13 ottobre e poi rilasciato senza che nei suoi confronti venisse formulata alcuna accusa.
Fonte: AdnKronos
EL – Oikonomidis pronto all’esordio
Fra i giocatori che domani sera scenderanno in campo sul campo del Rosenborg ci potrebbe essere il debutto assoluto dell’ex primavera Chris Oikonomidis – come scrive quest’oggi il Corriere dello Sport – abituato a certi debutti. A venti anni infatti, è già stato convocato dalla Nazionale maggiore australiana. In estate si è legato alla Lazio firmando un accordo di cinque anni, era sotto contratto sino al 2016, ha prolungato sino al 2020 con l’ingaggio all’insù. La Lazio e Pioli inoltre puntano molto sul ragazzo, apprezzandolo fin dal ritiro estivo dell’anno scorso facendolo allenare più volte in Prima Squadra. In Norvegia, dunque, la sua attesa chance.
DERBY – L’ex Prefetto Serra ai tifosi: “Rientrate nelle curve e dialogate”
Il derby del silenzio, l’ex prefetto di Roma Achille Serra, ora Senatore della Repubblica, auspica un dialogo fra tifosi e Stato: “Premetto che Gabrielli è un prefetto di primo ordine e una persona intelligente che non posso certo criticare – le sue parole a Rete Sport e riportate sull’edizione odierna del Corriere dello Sport – per risolvere il braccio di ferro tra il Prefetto e le tifoserie, queste ultime dovrebbero fare un passo avanti: quando si radicalizza non si trovano le soluzioni. Credo al dialogo, l’opposizione danneggia solamente le squadre e dà un’immagine negativa di Roma. Se si riuscisse a rientrare nelle curve e a dialogare, magari il prossimo anno si cambieranno le cose. Un atteggiamento del genere non ha via di uscita perché il Prefetto non può rimangiarsi un provvedimento. La soluzione è rientrare allo stadio, magari già per il derby. Il primo passo credo che spetti ai tifosi che devono dimostrare di non essere quello che tutti credono. I tifosi romanisti e laziali sono sempre creduti i cattivi dell’Italia quando invece non è così. Bisogna dimostrare che c’è il desiderio di collaborare per l’ordine pubblico”.
«Derby senza tifosi? La tomba del calcio»
La divisione delle curve, il derby del silenzio, la protesta continua senza sosta. Domenica pomeriggio laziali e romanisti non entreranno all’Olimpico, lo sciopero è dettato dalle nuove disposizioni stabilite dal prefetto Gabrielli: «Trovo un po’ immorale che nell’ultimo derby lo stato abbia dispiegato 1.700 uomini per garantire lo svolgimento di una partita di calcio – aveva detto il prefetto – a fronte del fatto che in alcuni municipi ci si lamenta di non trovare neanche una pattuglia dei carabinieri. Principalmente con un’assunzione di responsabilità da parte dei club. Le società? Hanno subito la nostra decisione e, sia pure con atteggiamenti di collaborazione diversi, credo non ci abbiano dato una mano». Pochi biglietti venduti e un clima surreale, niente coreografie o sfottò. Appena 1500 sponda biancoceleste, 3 mila dall’altra parte del Tevere, numeri agghiaccianti considerando il passato. I tempi in cui le due tifoserie si sfidavano con spettacoli straordinari è lontano. Come quando le due curve si strinsero intorno al nome di Gabriele Sandri: Cristiano andò in nord. Giorgio si accomodò in sud. E proprio il papà di Gabbo (il figlio è stato ucciso l’11 novembre del 2007 dall’agente Spaccarotella) ha analizzato con attenzione il periodo storico che sta attraversando il tifo capitolino.
Divisione delle curve, controlli esasperati e sempre meno gente allo stadio. Che sta accadendo?
«Credo sia solo un modo per allontanare i tifosi dall’Olimpico, continuando così morirà la passione per questo sport. Oggi non andranno più allo stadio, domani non faranno più gli abbonamenti alle tv. Senza il trasporto della gente non si va da nessuna parte, con questa iniziativa la sicurezza non è garantita per niente».
Perché?
«Dentro gli stadi non accade più nulla da 10-15 anni, se all’esterno succederà qualcosa dovranno prendersi le loro responsabilità».
Secondo lei le società possono intervenire?
«Non credo sinceramente che possano fare qualcosa, non hanno impianti di proprietà o strumenti adatti per risolvere il problema. In Inghilterra hanno gli strumenti per mettere fine a certe situazioni, le colpe principali in Italia sono soprattutto delle strutture che non ci sono».
Domenica le due curve non entreranno. Che derby sarà?
«Sarà una tristezza vera, la stracittadina senza tifosi è la tomba del calcio. Ripeto, oggi le curve sono vuote, domani le televisioni non venderanno abbonamenti. Il prefetto Gabrielli avrà le sue ragioni, ma ci pensi bene, mantenere una certa distanza non porta a nulla, è un atteggiamento sbagliato. Un passo in avanti, ogni tanto, potrebbero farlo anche loro verso i cittadini».
Il suo ricordo più bello legato ad un derby?
«Quando andavo allo stadio da ragazzo era ancora meno sicuro, si stava tutti insieme e per ore intere si aspettava l’inizio della partita. Ricordo il gol di Nanni contro la Roma, c’era un clima diverso, magari ci scappava qualche ceffone, però era tutto più leggero. Ora è cambiato completamente lo spirito, un vero peccato».
Fonte : Il Tempo
Pioli sposa il turn-over totale
Pioli sposa il turn-over pensando al derby di domenica contro la Roma. Già, perché il calendario europeo ha fatto lo scherzetto mettendo la trasferta a Trondheim, terza città della Norvegia, alla vigilia della sfida con i cugini. E stavolta non si possono chiedere nemmeno posticipi perché la prossima settimana è dedicata alle nazionali. La sfortuna cosmica della Lazio si vede anche in queste piccole cose in un avvio di stagione tormentato tra infortuni devastanti e errori.
Oggi pomeriggio la partenza per la terza città della Norvegia (quella più a Nord, tre ore e mezza di volo), in mattinata rifinitura a Formello dove saranno ufficializzati i diciotto convocati per la quarta gara del girone di Europa League. Che non va persa per non complicare la qualificazione ormai in discesa a meno di crolli clamorosi. Stavolta, però, Pioli rivoluzionerà la Lazio, darà fiducia ai giovani e come aveva annunciato subito dopo la disfatta contro il Milan, farà due formazioni ben diverse per coppa e campionato. La rosa lo consente a livello numerico (Patric, Braafheid e Prce non sono nella lista europea purtroppo), sulla qualità restano molti dubbi ma il derby non ammette deroghe e, quindi, almeno 8-9 titolari rimarranno nella Capitale senza sottoporsi allo sfiancante viaggio in Norvegia.
La formazione provata ieri fa presagire l’esordio di Oikonomidis, in naftalina questa stagione dopo le magie con la Primavera, oltre al rientro di Berisha, Hoedt, Radu, Cataldi, Kishna e Djordjevic. Alla fine i titolari a riposo dovrebbero essere Marchetti, Mauricio e Milinkovic (quest’ultimi entrambi squalificati), Biglia, Felipe Anderson, Candreva e Klose. A questi sette va aggiunto anche Parolo che ieri si è allenato a parte ma da venerdì lavorerà col gruppo per tornare proprio nel derby. Così sarebbero otto i potenziali titolari di domenica lasciati a riposo ma potrebbero addirittura diventare se anche uno tra Lulic e Basta dovesse restare fuori dalla lista dei convocati che Pioli scriverà soltanto stamattina.
In pratica la panchina di domani sera in Europa League sarà composta dal portiere Guerrieri, dai difensori Mattia (giovane della Primavera) e uno tra Basta (favorito) e Lulic, i centrocampisti Mauri e Murgia e gli attaccanti Keita e Matri. In campo, invece, ci sarà Ravel Morrison, la sua grande occasione per lasciare il segno nella sua esperienza romana evitando il «taglio» a gennaio. L’inglese è carico e chissà che non sia proprio lui a regalare alla Lazio tre punti fondamentali per guadagnarsi un posto ai sedicesimi di Europa League con due turni d’anticipo.
Fonte : Il Tempo
Lazio-Marchetti: attesa sul rinnovo
Marchetti è in attesa di novità sul contratto.Il portiere della Lazio va in scadenza a fine anno, ciò significa che dal primo di febbraio può trovare un’intesa con qualsiasi altro club e lasciare Roma a costo zero. La società, dopo aver incassato il no sulla proposta annuale, sembra essersi convinta al rinnovo pluriennale, con scadenza nel 2019 e 2020, e al ritocco verso l’alto, da 1.2 milioni a 1.6 a stagione. Nel giro di poche settimane si saprà se l’accordo andrà a buon fine.
Fonte : Il Corriere dello Sport
Lazio, Pioli e la crisi del secondo anno. Rischia il cammino di Petkovic?
“La poca continuità di risultati ci ha fatto crescere meno di quanto pensassi” oppure “in alcune situazioni dovremmo avere più cattiveria”. E ancora: “ci manca la consapevolezza di qualche risultato di fila” ovvero “dobbiamo tornare a conquistare punti con cattiveria”. Frasi che suonano come variazioni sul tema da parte della stessa persona. Dello stesso allenatore, nel caso specifico. Invece no: se i primi due concetti sono stati espressi da Stefano Pioli dopo la sconfitta per 3-1 contro il Milan, gli altri due ragionamenti sono farina del sacco di Vladimir Petkovic. E risalgono rispettivamente al pre e post partita con il Genoa, che il 3 novembre 2013 passò all’Olimpico per 2-0. Calendario alla mano, esattamente due anni fa: la teoria dei corsi e ricorsi storici è già lì che scalpita per farne il proprio fondamento scientifico. Primo anno esaltante, il secondo travagliato: l’avventura di Pioli sulla panchina biancoceleste sembra quasi voler ripercorrere le orme del cammino compiuto dall’attuale ct della Svizzera. Questa l’infausta sensazione che pare aver intenzione di diffondersi nell’inquieto mondo laziale. Inclemente in primo luogo, considerato il precedente, per le sorti del tecnico emiliano.
STESSO RUOLINO TRA CASA E TRASFERTA – Le statistiche a supporto remerebbero proprio in questa direzione. Dopo 11 giornate di campionato, la Lazio 2013/14 di Petkovic stazionava al settimo posto: stesso gradino occupata dalla squadra guidata da Pioli. Nonostante i tre punti in più ottenuti quest’anno (18 contro 15), la posizione in classifica è la medesima. Anche il ruolino di marcia tra casa e trasferta presenta notevoli somiglianze. A questo punto della stagione, il mister di Sarajevo aveva vinto 5 gare, di cui quattro all’Olimpico e solamente una all’esterno. Con Pioli quest’anno sono arrivati finora 6 successi interni, di cui cinque nei confini del Grande Raccordo Anulare. Cinque invece i ko maturati, unico casalingo proprio contro i rossoneri di Mihajlovic. Petko si era fermato a quattro sconfitte, di cui tre nei panni della squadra ospite. Ne conseguono (come mettono in mostra i dati raccolti dal sito di statistiche LazioPage) una percentuale di punti in casa (86% Petkovic, 83% Pioli) e una in trasferta (13% il primo, 16% il secondo) quasi identiche. L’unica differenza sostanziale giunge dai pareggi: tre per l’ex allenatore biancoceleste, zero nella casella di quello attuale. Per il resto i numeri (come i gol segnati, 16 a 15 per Pioli) tratteggiano due quadri pressoché speculari.
MA LE DIFFERENZE SOSTANZIALI NON MANCANO – Insomma, la Lazio e i suoi tifosi sono destinati a rivivere le delusioni della stagione post 26 maggio? Ecco, proprio il contesto storico suggerisce che le distanze tra il recente passato e il presente non sono poi così irrisorie. Il secondo anno di Petkovic fu condizionato, a conti fatti viziato dai postumi della sbornia per la Coppa Italia vinta in finale contro la Roma. Come in seguito ammise più di un giocatore, l’entusiasmo per quel trofeo ebbe come effetto collaterale quello di far sentire alla squadra la pancia piena. Il gruppo in mano a Pioli no, questo discorso non può replicarlo: i dolori con cui convive la Lazio di oggi nascono da un fallimento, quello della mancata qualificazione ai gironi di Champions League. Quanto di più lontano da una sindrome da appagamento. Negli interpreti poi, la rosa di due stagioni fa preannunciava già a priori la conclusione di un ciclo: da Biava a Dias, da Ledesma a Gonzalez, tanti protagonisti di quella Lazio si apprestavano a concludere la loro esperienza in biancoceleste. Milinkovic-Savic, Kishna e Hoedt, gli stessi Felipe Anderson e Keita, sono invece i volti giovani di una squadra costruita (magari in maniera troppo marcata) con un occhio al futuro. E poi non bisogna sottovalutare una contingenza storica: la corte della Nazionale svizzera per Petkovic, che proprio tra fine ottobre e inizio novembre 2013 emerse a livello mediatico come causa di una frattura potenzialmente insanabile (tanto da portare all’esonero del tecnico prima di Capodanno e alla successiva querelle legale con la società di Lotito). L’accusa di avere la mente distratta da altri lidi (che per Petkovic fu un ostacolo insormontabile) non può certo essere rivolta contro chi siede ora sulla panchina laziale.
TUTTO SUL DERBY: DIFFERENZIATO PER PAROLO E F. ANDERSON – Al contrario dell’attuale selezionatore elvetico, Pioli ha poi dalla sua una grande chance: il derby. Un’arma che può rivelarsi a doppio taglio, certamente, ma senza dubbio un’occasione da sfruttare. Petkovic ne uscì sconfitto alla quarta giornata, il mister di Parma può invece approfittarne per ridare slancio agli appetiti biancocelesti. È in quest’ottica che – come ammesso candidamente nella conferenza post-Milan – risparmierà la maggior parte dei big per l’impegno di Europa League in Norvegia. Contro il Rosenborg, si prepara alla prima da titolare Ravel Morrison: l’inglese si appresta a guidare una formazione assai rimaneggiata, in cui potrebbe trovare spazio anche l’ex Primavera Oikonomidis. I rientranti Keita e Parolo, invece, puntano dritto alla stracittadina: a Trondheim l’ex Barcellona dovrebbe accomodarsiin panchina, mentre il nazionale azzurro (differenziato per lui in quel di Formello) tornerà in gruppo quando la squadra sarà già rientrata nella Capitale. Anche Felipe Anderson (lavoro a parte anche per il brasiliano a causa di un affaticamento muscolare) ricaricherà le pile in vista della Roma. Serviranno anche le sue giocate per permettere alla Lazio di ripartire. E a Pioli di ricacciare un po’ più in là i plumbei paragoni con il Petkovic-bis.
Premio miglior giovane della Catalogna: Keita sul podio
Sono stati votati i migliori giovani della Catalogna. L’importante premio della regione spagnola, ha visto trionfare Bellerin, giocatore dell’Arsenal. Alle sue spalle Paulo Lopez dell’Espanyol e al terzo posto il nostro Keita. Il numero 14 della Lazio rientra così nel novero dei migliori talenti della Catalogna. Autore di ottime prestazioni in questo avvio di stagione impreziosite anche dal gol i Champions League e in campionato. Sicuramente soddisfatto il talento laziale che potrà, il prossimo anno, cercare di conquistare il gradino più alto del podio. La redazione di Laziochannel.it si congratula con il numero 14 biancoceleste!
STATISTICHE – Arriva il primo ko casalingo per la Lazio
Si ferma all’undicesima giornata l’imbattibilità casalinga della Lazio. I biancocelesti, contro il Milan, hanno subito il primo ko stagionale tra le mura amiche. Una sconfitta pesante anche in virtrù del passivo subito (1-3). Oltre alla sconfitta si segnala anche la perdita dell’imbattibilità di Marchetti all’Olimpico. Fino a domenica la Lazio aveva subito un solo gol contro il Bologna alla prima giornata (subito da Berisha). Tre gol di cui 2 dovuti ad errori proprio di Federico Marchetti. Altro dato curioso è riferito ai gol segnati all’Olimpico dalla Lazio. Prima del match contro il Milan, i biancocelesti avevano siglato almeno 2 gol ad ogni avversario che calcava l’erba dell’Olimpico. Contro il Milan invece le aquile hanno siglato solamente un gol e ancora una volta per merito di un’ala (Kishna), mentre continua l’astinenza delle tre punte centrali (Klose, Matri, Djordjevic). Con la sconfitta di domenica salgono a 5 le partite perse in campionato a fronte di 6 vittorie e 0 pareggi.
INFERMERIA – Buone notizie per Keita e Parolo. Dubbio Milinkovic per giovedì
Il medico sociale della S.S. Lazio, Roberto Bianchini, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3 FM per il consueto punto infermeria biancoceleste:
“L’allenamento di oggi si è concluso serenamente. Non ci sono problemi particolari da evidenziare.
Felipe Anderson ha svolto, solo per precauzione, un lavoro differenziato a causa di un affaticamento muscolare.
Sergej Milinkovic-Savic ha partecipato solo alla prima parte dell’allenamento perché domenica aveva preso una ginocchiata al gluteo destro ed aveva dei fastidi, domani mattina valuteremo se potrà essere abile per la trasferta.
Stefano Mauri non ha problemi, ha fatto una seduta di scarico e domani ci sarà.
Keita Balde Diao è disponibile, si è allenato con il resto dei compagni
Parolo sta proseguendo i 2 giorni di lavoro differenziato, riprenderà il lavoro con la squadra da venerdì“.
Formello – Morrison finalmente titolare, Keita in gruppo
Seduta pomeridiana nel centro sportivo di Formello. In vista della trasferta norvegese che potrebbe consentire il passaggio al turno successivo di Europa League, il tecnico biancoceleste Stefano Pioli, sembra orientato, come dichiarato subito dopo la sconfitta interna nell’ultimo turno di campionato, a ricorrere ad un turnover totale, perché il derby di domenica prossima è assolutamente più importante. Il tecnico emiliano contro i giallorossi vuole schierare la migliore formazione possibile. L’allenatore biancoceleste sembra intenzionato a confermare il 4-2-3-1 ma rispetto all’incontro con il Milan ci saranno ben nove cambi. Tra i pali tocca a Berisha, portiere di coppa. I terzini dovrebbero essere Konko e Radu. Al centro della difesa, vista la squalifica rimediata da Mauricio dopo l’espulsione nella partita di andata sempre contro la squadra norvegese, sarà Hoedt a scendere in campo al fianco dell’argentino Gentiletti. A centrocampo Biglia dovrebbe riposare, quindi dovrebbe toccare di nuovo alla coppia Cataldi–Onazi. Sulla trequarti dovrebbero agire Oikonomidis, Kishna e Morrison; per l’inglese l’occasione di partire titolare per la prima volta, finora per lui solo pochi minuti. In attacco Djordjevic, il serbo deve recuperare la migliore forma fisica dopo l’infortunio. Keita sta bene, il calciatore ha completamente recuperato dall’infortunio, oggi è tornato in gruppo. Con il recupero dello spagnolo potrebbe aprirsi un ballottaggio con Kishna ma, visto che è al rientro, l’olandese appare attualmente in vantaggio. Lavoro a parte per Felipe Anderson. Parolo invece ha svolto lavoro differenziato, tornerà a disposizione per il derby. Assente Mauri. Domani mattina alle 10 rifinitura a Formello prima della partenza per la Norvegia.
Dopo i gesti offensivi nel derby solo una multa per De Rossi
Il calciatore giallorosso Daniele De Rossi era stato deferito «per avere al termine della gara del campionato di Serie A Lazio-Roma, disputata allo Stadio Olimpico il 24 maggio 2015, esultato per la vittoria conseguita dalla propria squadra indirizzando nei confronti della tifoseria della squadra avversaria un plateale gesto offensivo e provocatorio indicando con entrambi le mani le sue parti basse e successivamente indirizzando, sempre nei confronti dei tifosi avversari, con le braccia sollevate in alto entrambe le dita medie delle mani, in atteggiamento offensivo e di scherno, manifestazioni idonee a costituire incitamento alla violenza». Per il giocatore, però, in arrivo solo una multa. Infatti, il Tribunale federale nazionale presieduto da Salvatore Lo Giudice ha sanzionato con un’ammenda di 7500 euro il calciatore e con un’ammenda di pari importo la Roma.
Migliaia di tifosi italiani tiferanno per il Rosenborg
Diverse migliaia di amanti del calcio italiani si riuniranno sabato prossimo a Torino per cantare “Sha-la-la”, la canzone del Rosenborg in caso di vittoria. Il video della canzone è stato visto da migliaia di persone negli ultimi tempi. Mickael Dorsin, il difensore svedese militante tra le fila della squadra norvegese, ha dichiarato ai microfoni di rbk.no: “Non capisco il motivo di tanto successo, è solo una canzoncina nata per stare vicino alla squadra. Ora invece la cantano molte persone e la cosa è davvero divertente. Roba da non credere, sabato prossimo a Torino saranno in migliaia a cantarla”. Infatti, la “canzone della vittoria” del Rosenborg è diventata popolare in tutta Europa ma soprattutto in Italia. Negli ultimi mesi la società norvegese ha ricevuto moltissimi messaggi su Facebook da tifosi italiani che hanno espresso il loro entusiasmo per la squadra di Ingebrigtsen. Inoltre, sono in molti ad aver inviato i video dove cantano la loro versione della canzone. Per capire il motivo di tanto interesse rbk.no ha contattato Filippo Sanangelantoni, uno di coloro che parteciperanno all’evento nel sabato sera torinese. Queste le sue parole: “Siamo affascinati dalla passione che i giocatori e i tifosi mostrano quando cantano la canzone allo stadio. Questa coesione fra le due anime della passione ha fatto emozionare molti tifosi italiani e con questo evento vogliamo rendere onore a tutto ciò. Ma non si tratta solo di tifosi del posto. A parte i sostenitori della Lazio saranno tutti gli altri in Italia a tifare per il Rosenborg questo giovedi. Comunque a prescindere dalle novemila adesioni raccolte su Fb, si stima che almeno il 20 per cento del numero che si iscrive sarà poi realmente presente, può anche essere che saranno solo poche migliaia”.
Convocazione della Bosnia per Lulic
Dopo il derby di domenica prossima nuova sosta per il Campionato di Serie A. E come in ogni sosta che si rispetti Formello, di conseguenza, si svuota. Sono tanti gli uomini di Pioli che lasceranno il centro di allenamento per rispondere alle convocazioni delle proprie Nazionali. Tra questi il bosniaco Senad Lulic. Il giocatore biancoceleste è stato raggiunto dalla chiamata del ct della Bosnia, Baždarević, in occasione del doppio impegno contro l’Irlanda del 13 e del 16 novembre valevole per i play-off per gli Europei del 2016.