Oggi 11 novembre, non un giorno qualsiasi, l’ottavo anniversario triste dell’assassinio di Gabriele Sandri. La Lazio, sul proprio sito, ricorda così il tifoso morto per mano di un uomo della Polstrada: “La S.S. Lazio, nell’ ottavo anniversario della scomparsa, ricorda Gabriele Sandri, scomparso tragicamente l’11 novembre del 2007. La S.S. Lazio rinnova al papà Giorgio, al fratello Cristiano ed a tutta la famiglia Sandri il proprio cordoglio”.
RASSEGNA STAMPA – Lazio, il sogno è Douglas
Douglas, brasiliano, classe ‘90, difensore centrale del Dnipro. Il suo nome era stato accostato alla Lazio già in estate e prima del sorteggio di Montecarlo. Il ds Tare lo seguiva da tempo, Pioli se l’è ritrovato davanti a metà settembre nell’esordio del girone di Europa League in Ucraina. Partita a porte chiuse, finita 1-1. Giocò mica bene (5 il voto del Corriere dello Sport-Stadio): grande struttura fisica, piedi discreti, velocità non di punta. E’ un altro difensore alto un metro e 90, forte nel gioco aereo, molto meno se puntato palla al piede. In estate era a scadenza. Ha prolungato di un anno, è sotto contratto sino al 2017 con il Dnipro e da quelle parti non hanno bisogno di soldi. Il proprietario del club finanzia un esercito e possiede la banca più ricca dell’Ucraina, è stato anche il governatore di un territorio che sinora si è tenuta fuori dal conflitto per l’annessione al Cremlino. E’ così potente che se volesse si comprerebbe la Lazio. Per convincerlo a cedere Douglas, ci sarebbe bisogno di un’offerta importante. Douglas è nato a San Paolo, è sbocciato nel Vasco de Gama, si è fatto apprezzare in Europa con il Dnipro. E chissà che la prossima sfida dell’Olimpico, in calendario il 26 novembre, non si trasformi nell’occasione per imbastire un affare di mercato a gennaio.
Fonte : Il Corriere dello Sport
RASSEGNA STAMPA – Gennaio arriva, ecco il mercato delle big
Un mese e mezzo al mercato d’inverno, le società cominciano a muoversi. Lo fanno anche le grandi che negli ultimi mercati invernali si sono manifestate attive almeno quanto in quello estivo. Siamo ancora ai sondaggi, ma più di qualcosa si muove. Tiene banco il possibile ritorno di Andrea Pirlo in Italia, con il ct Conte che tifa, l’Inter che spera e l’amministratore delegato bianconero Beppe Marotta che soffia sul fuoco delle speranze nerazzurro escludendo ritorni a Milano per l’ex bianconero.
È proprio il mercato dell’Inter ad accendere per ora le maggiori fantasie con i nomi di Bellarabi e Feghouli per l’attacco, le missioni slave e inglesi del ds Ausilio: da un lato per Pjaca, il trequartista della Dinamo Zagabria, dall’altro per verificare ancora Lamela. Fra gli obiettivi per la fascia c’è anche Van der Wiel.
La Juventus guarda in Italia e il canale aperto con l’Empoli porta a Riccardo Saponara che vuole riscattare la prima missione personale tra le grandi fallita al Milan. Milan che oltre a (ri)tesserareBoateng, già a Milanello – e mettendo in soffitta in questo modo, così pare, il sogno Witsel – potrebbe pensare a Vazquez del Palermo per l’attacco e Sebastian De Maio per puntellare la difesa. Per i rossoneri è circolato anche qualche contatto sudamericano, esattamente con il River Plate, per il difensore diciannovennaEmanuel Mammana, ma il passaporto extracomunitario rinvia almeno operazioni di questo genere a giugno prossimo.
FIORENTINA – E veniamo alla Fiorentina, che non si fermerà al ventunenne centrocampista uruguaiano del Fenix Andres Schetino, destinato in prestito tra A (Empoli) e B (Crotone, Modena): serve un difensore centrale, potrebbe essere uno tra Lisandro Lopez del Benfica o Oikonomou del Bologna. Attenzione perché sul greco potrebbe tornare anche il Napoli che lo aveva quasi preso l’estate scorsa. In questo intreccio non bisogna neanche sottovalutare la possibilità che la Fiorentina proprio dal Napoli prenda Zuniga.
NAPOLI, OBIETTIVO DIFESA – A Sarri servirà un difensore (oltre a Oikonomou potrebbe riaprirsi la pista Tonelli con l’Empoli) e anche un centrocampista centrale rispetto al quale le tracce sono tante tra Europa e Sudamerica (non scordiamoci che il club partenopeo nel ruolo aveva cercato anche William Vainqueur poi andato alla Roma), nessuna ancora percettibile.
LE ROMANE – E le due romane? Il derby ha sicuramente rimarcato la necessità della Lazio di dover prendere, molto più della Roma, uno, anzi due centrali difensivi: nel mirino c’è Vlaar, svincolato, una delle tracce porta proprio a Tonelli, obiettivo anche per il Napoli. La Roma aspetta. Se tutto continuerà ad andare come sembra il grande riforzo post-mercato invernale, per l’ultima parte della stagione, sarà Kevin Strootman. In difesa Walter Sabatini, il grande e unico tessitore delle strategie giallorosse in chiave mercato, non vuole toccare gli equilibri e alterarli. Rüdiger sta crescendo come il ds giallorosso sapeva, Castan scalpita, Manolas è una certezza. Normale ascoltare tutti, recepire sollecitazioni e appelli (a vario titolo Benatia di ritorno – difficilissimo – e Juan Jesus o Ranocchia, che rispondono più ad esigenze dell’Inter in uscita che a convinzioni tecniche maturate nelle mura di Trigoria) ma la logica è che qualsasi tipo di intervento, in ogni reparto, andrà ponderato. Dovrebbe rientrare Verde da Frosinone e prendere la strada di Empoli. E con il club ciociaro del presidente Stirpe prenderà la corpo la sinergia sul fronte extracomunitari: due tra il portiere Alisson, l’attaccante Sergio Diaz e il centrocampista Gerson, transiteranno sei mesi dalla squadra allenata da Roberto Stellone. Ecco, molto più facile pensare ad operazioni in prospettiva per la Roma: cogliendo semmai, per il resto, l’occasione del momento, rispettando esigenze di budget e fair play finanziario, chiodo fisso anche dell’Inter.
Fonte : Il Corriere dello Sport
RASSEGNA STAMPA – Tare: ”Parlerò con Pioli”
Si lecca ancora le ferite, la Lazio, dopo il derby perso nell’ultima partita prima della sosta per le nazionali. Nell’occasione, ha fatto molto discutere l’arbitraggio di Tagliavento, che al triplice fischio è stato avvicinato dal direttore sportivo Igli Tare, in cerca di spiegazioni.
TARE SU TAGLIAVENTO: “DA PARTE SUA NESSUNA SCUSA” – Ai microfoni della radio ufficiale biancoceleste, il dirigente è tornato sull’argomento: “È vero, ho incontrato Tagliavento nel post gara. Ero molto rammaricato per l’episodio del rigore concesso, che ha inciso nell’economia della partita. Ho solamente esternato all’arbitro la mia delusione per l’andamento dell’incontro e alla fine gli ho solo chiesto di rivedere in serata ed in serenità gli episodi incriminati. Da parte sua non c’è stato alcun gesto di scuse, anzi la convinzione di esser nel giusto”. Tare poi è andato oltre l’episodio, analizzando la difficile situazione attuale della Lazio: “In questi momenti negativi è ovvio che vada fatta un’analisi a 360 gradi. Ora si parla di catastrofe, ma solo 3 settimane fa si parlava di una Lazio in lotta per lo scudetto. Non mi esaltavo prima, non mi butto giù adesso. Mancano la grinta e la determinazione di vincere le gare a tutti costi, ma c’è tanta qualità. Il derby è stato deciso da episodi sfavorevoli, la Roma ha avuto subito l’occasione di impostare la gara a suo piacimento, giocando in contropiede”.
MERCOLEDÌ CONFRONTO CON PIOLI: “C’È TANTA STRADA DA FARE” –In programma un colloquio con Pioli alla ripresa degli allenamenti di mercoledì: “Parlerò bene con Pioli, c’è tanta strada da fare, purtroppo siamo nella posizione di chi rincorre. Ma se remiamo tutti dalla stessa parte, possiamo tornare agli standard della scorsa stagione”. Infine, ha affrontato anche il tema dell’assenza dei tifosi nel derby: “Dispiace, l’Olimpico semivuoto mi ha fatto tristezza. Ora cercheremo di concentrarci sulla questione sperando che si possa prendere una decisione che accontenti tutti”.
Fonte : La Repubblica
RASSEGNA STAMPA – Lazio sparita. Inizia il processo
La terza sconfitta consecutiva, la sesta in campionato, il tracollo nel derby. Tutti colpevoli, non si salva nessuno: Pioli, giocatori e società. A Formello scatta la settimana dei confronti, inizieranno oggi pomeriggio, Lotito e Tare parleranno attentamente con l’allenatore. Il direttore sportivo sogna il riscatto, crede nella rosa costruita in estate, ha analizzato il momento attraverso le frequenze di Lazio Style Radio: «Il momento è negativo, non ci sono dubbi. Bisogna fare delle valutazioni a 360 gradi: ora si parla di catastrofe, ma solo 3 settimane fa si parlava di una squadra in lotta per lo scudetto. Non mi esaltavo prima e non mi butto giù adesso».
Atteggiamento sbagliato e calciatori scontenti, serve una reazione immediata, non c’è più tempo da perdere. Alla ripresa del campionato all’Olimpico si presenterà il Palermo del neo allenatore Ballardini, la Lazio non può più sbagliare: «Mancano grinta e determinazione – ha spiegato Tare – non vedo la voglia di vincere le partite a tutti i costi, ma comunque c’è tanta qualità. Il derby è stato deciso purtroppo da episodi sfavorevoli, la Roma ha avuto subito l’occasione di impostare la gara a suo piacimento, giocando esclusivamente in contropiede».
Sul banco degli imputati anche Stefano Pioli, la situazione è delicata. Il tecnico non è in bilico, resta aggrappato alla panchina, ma saranno decisive le prossime tappe: «Parlerò bene con Pioli – ha confermato il diesse – c’è ancora tanta strada da fare, attualmente siamo nella posizione di chi rincorre. Ma se remiamo tutti dalla stessa parte, possiamo tornare agli standard della scorsa stagione».
Tare ha poi commentato lo sciopero delle curve durante la stracittadina: «Dispiace molto, l’Olimpico semivuoto mi ha trasmesso tristezza. Ora cercheremo di concentrarci sulla questione sperando che si possa prendere una decisione che accontenti tutti». Inevitabile un commento sulla direzione arbitrale di Tagliavento, le polemiche continuano: «È vero, l’ho incontrato nel post gara. Ero decisamente rammaricato per l’episodio del rigore concesso, che ha inciso nell’economia della gara. Ho solamente esternato all’arbitro la mia delusione per l’andamento del match e alla fine gli ho solo chiesto di rivedere in serata ed in serenità gli episodi incriminati. Da parte sua non c’è stato alcun gesto di scuse, anzi la convinzione di essere nel giusto».
La Lazio è stata sanzionata con un’ammenda di 3 mila euro «per avere – si legge nel comunicato ufficiale – i suoi sostenitori, nel corso della gara, indirizzato all’arbitro cori ingiuriosi» (singolare però come non siano stati puniti anche i cori contro De Rossi e Radu). Ora l’obiettivo è quello di ripartire al più presto, mister Pioli ritroverà tutto il gruppo a partire dalla prossima settimana, in questi giorni lavorerà a ranghi ridotti: circa 12 giocatori hanno risposto alla chiamata delle rispettive selezioni, rientreranno in extremis per la ripresa del campionato. Si alleneranno regolarmente invece Marchetti, Radu, Mauri, Keita e Klose (ieri in Paideia per un fastidio alla caviglia), gli unici big rimasti a Roma.
Non ci sarà Milinkovic, è stato convocato dalla Serbia Under 21: «Sono amareggiato per il derby perso – ha svelato il centrocampista – ma fortunatamente ho firmato un contratto di 5 anni con la Lazio e quindi avrò l’opportunità di giocarne altri. Noi vogliamo ripetere la scorsa stagione, il nostro obiettivo resta arrivare tra le prime tre. Il leader nello spogliatoio? L’ultima parola spetta sempre a Radu».
Fonte : Il Tempo
RASSEGNA STAMPA – Lazio, Tare all’attacco
Vis-a-vis acceso. Il diesse Tare chiarisce ai microfoni di Lazio Style il confronto con l’arbitro Tagliavento, subito dopo il derby: “E’ vero di questo incontro nel post-gara – spiega – perché c’era tanto rammarico da parte nostra per quell’episodio del rigore. Tutti possono dire che non è stato così, ma ho avuto modo di parlare con Tagliavento e ho avuto solo modo di mostrare le mie rimostranze per questa decisione. Da parte sua c’era la convinzione di aver fischiato un calcio di rigore corretto, dopodiché gli ho chiesto di rivederlo in serata con tutta calma. Lui mi ha detto che lo avrebbe rivisto ma che comunque ha preso questa decisione in buona fede. Non si è mai scusato per questo fatto”.
CONFRONTO CON PIOLI
Il dirigente albanese domani si confronterà anche con la squadra a Formello. Atteso anche il presidente Lotito: “Quando ci sono questi momenti negativi, è ovvio che va fatta una analisi a 360°. La frenata è arrivata in un momento positivo: fino a tre settimane fa si parlava di una Lazio in lotta per lo scudetto. Non mi sono mai esaltato nei momento positivi, non mi abbatto in quelli negativi”. Bisogna solo ricompattarsi e lottare l’uno per l’altro: “La voglia, la grinta e la cattiveria. Il derby è stato condizionato dagli episodi. Giocando la partita partendo subito con lo svantaggio non era facile: ha permesso alla Roma di impostare la gara come voleva, ossia chiudendosi e ripartendo in contropiede. Ora dobbiamo ripartire, parleremo con l’allenatore per chiarire queste tematiche, cosa va e cosa no. C’è ancora tanto tempo e mettendo la stessa determinazione dello scorso anno possiamo ripetere un campionato come quello dello scorso anno”.
RITORNO AL PASSATO
E’ mancata anche la spinta del pubblico domenica, con la Nord completamente vuota: “Il messaggio è chiaro: nei momenti di difficoltà bisogna fare quadrato e stringerci tutti insieme. Dobbiamo tornare la squadra della scorsa stagione. Purtroppo vedere le curve vuote è molto triste, ora cercheremo di concentrarci sulla questione sperando che si possa prendere una decisione che accontenti tutti”.
Fonte : Il Messaggero
Ballardini esordio contro la Lazio: “A Roma l’uomo giusto nel momento sbagliato”
AGGIORNAMENTO 11/11 – Il nuovo tecnico dei rosanero esordirà proprio contro i biancocelesti e durante la conferenza stampa di presentazione ha ricordato quel periodo, poco felice, a Roma: “Mi hanno sempre detto che ero l’uomo giusto ma al momento sbagliato. C’erano 18 calciatori fuori rosa, tra cui Pandev, Ledesma e tanti altri che l’anno dopo hanno smesso di giocare. Ora hanno una realtà tra le migliori d’Italia, sarà una gara dura quella di domenica ma andremo li per fare bene con le qualità che abbiamo”.
L’esonero di Beppe Iachini dalla panchina del Palermo ha sorpreso sia gli addetti al lavori che i tifosi che, dopo il successo contro il Chievo, non si aspettavano una decisione così drastica da parte del presidente Zamparini. Per Davide Ballardini si tratta della seconda avventura sulla panchina dei rosanero; la prima volta fu nel 2008-09 quando terminò il campionato conquistando un buon ottavo posto. Il ritorno in panca del tecnico di Ravenna si prospetta piuttosto difficoltoso; dopo la sosta del campionato la squadra palermitana sarà chiamata ad affrontare all’Olimpico una Lazio alla ricerca della vittoria scaccia crisi dopo tre sconfitte consecutive. Tra l’altro quella biancoceleste è una delle squadre allenate dal tecnico durante la carriera. Infatti, nel 2009-10 Ballardini prese il posto a Roma dell’esonerato Delio Rossi e, appena arrivato, conquistò la Supercoppa Italiana contro l’Inter a Pechino grazie alle reti di Matuzalem e Rocchi, ma, all’inizio del girone di ritorno, in seguito a diversi risultati negativi, venne a sua volta sollevato dall’incarico ed al suo posto subentrò Edy Reja.
Ecco quando la truffa si espande a macchia d’olio (d’oliva)
Una bufera sta coinvolgendo diverse aziende produttrici di Olio. Molte aziende sono coinvolte nell’inchiesta di Raffaele Guariniello. Aziende storiche che molti consumatori stimano e acquistano da anni. Carapelli, Santa Sabina, Bertolli, Coricelli, Sasso, Primadonna (confezionato per la Lidl) e Antica Badia (perEurospin) prodotti in Toscana, Abruzzo e Liguria: olio che sarebbe stato spacciato per extravergine mentre invece era di “categoria 2″, di qualità inferiore e meno caro. Il procuratore aggiunto di TorinoRaffaele Guariniello ha deciso di inviare i Nas di Torino per un controllo sui campioni nei supermercati torinesi dopo una segnalazione da parte di un periodico specializzato. Sette rappresentanti legali delle aziende olearie coinvolte sono indagati: dovranno rispondere di frode in commercio. Guariniello ha informato il ministero delle Politiche agricole anche alla luce di un report dedicato stilato dall’agenzia delle dogane. Il procuratore capo Armando Spataro “ha richiesto in visione il relativo procedimento al fine di valutare l’opportunità di co-assegnazione a se stesso, di accertare le modalità di diffusione della informazione e di verificare la competenza territoriale in ordine alle ipotesi di reato per cui si procede”.
Solo una settimana fa ilfattoquotidiano.it aveva dato conto di un presunto cartello dell’olio italospagnolo per tenere bassi i prezzi bypassare la qualità del prodotto ed eludere le regole sulla concorrenza, ottenendo il marchio made in Italy pur avendo solo il16% di olio italiano. Ovvero lo stesso soggetto, che faceva capo alla società iberica Deoleo, a sua volta controllata dal fondo di private equity Cvc (che ha acquisito marchi italiani come Carapelli, Bertolli e Sasso coinvolti nell’inchiesta di Guariniello) vendeva e comprava olio ottenendo il marchio made in Italy nonostante la provenienza non fosse italiana, bensì Ue ed anche extra Ue (greco, spagnolo, tunisino, marocchino). Così denunciava il nucleo di intelligence anti frode dell’Agenzia delle Dogane, che dal 2009 al 2013 ha redatto una serie di report che sono stati tutti secretati dalla commissione parlamentare d’inchiesta sulle contraffazioni per via della presenza di profili giudiziari penalmente rilevanti anche perché coinvolgono stati esteri. Il procuratore capo di Torino Armando Spataro “ha richiesto in visione il relativo procedimento al fine di valutare l’opportunità di co-assegnazione a se stesso, di accertare le modalità di diffusione della informazione e di verificare la competenza territoriale in ordine alle ipotesi di reato per cui si procede”. Lo precisa lo stesso Spataro in una nota in relazione all’inchiesta per frode in commercio del pm Raffaele Guariniello sull’olio extravergine di oliva.
I report sono però stati visionati dal deputato del M5S Francesco Cariello, che per legge ha diritto di leggerli in quanto vicepresidente della commissione sulle contraffazioni. Un vero e proprio polverone, sollevato il quale, è partita una petizione sul sito di petizioni italianeChange.org, che al momento ha raggiunto le 48.983 firme su 50.000 richieste. Non bastava la Xylella fastidiosa, che sta martoriando i produttori salentini, ora anche lo spettro delle frodi a tutto svantaggio di chi come l’Italia ha 350 cultivar sul proprio territorio e non due decine come la Spagna.
“Colgo la notizia con estrema soddisfazione soprattutto al fine di valorizzare al meglio l’olio extravergine italiano per le sue qualità salutistiche e per la variegata biodiversità certificata e riconosciuta a livello mondiale. Sulla base delle dichiarazioni lette sulle agenzie di stampa vedo che il magistrato ha subito informato il ministero – ha commentato Cariello – sono curioso di conoscere la reazione del ministro Martina il quale dovrebbe già conoscere il fenomeno, viste le tante informative già inviate (fonte certa e verificata) alla sua attenzione da parte del nucleo di indagine dell’agenzia delle dogane”.
Proprio il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina ha detto di seguire con attenzione le indagini “perché è fondamentale tutelare un settore strategico come quello dell’olio d’oliva italiano”. “Da mesi – aggiunge – abbiamo rafforzato i controlli soprattutto in considerazione della scorsa annata olearia che è stata tra le più complicate degli ultimi anni. Nel 2014, il nostro Ispettorato repressione frodi ha portato avanti oltre 6 mila controlli sul comparto, con sequestri per 10 milioni di euro. È importante ora fare chiarezza per tutelare i consumatori e migliaia di aziende oneste impegnate oggi nella nuova campagna di produzione”.
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
STATISTICHE – Confronto tra la passata stagione e l’attuale alla dodicesima giornata. Numeri in rosso per la Lazio, ma c’è una speranza…
La dodicesima giornata di campionato ha visto la Lazio perdere il derby. Vuoi gli errori arbitrali, vuoi la sfortuna, vuoi anche e soprattutto una prestazione non all’altezza, i biancocelesti hanno visto allontanarsi la parte alta della classifica. Ora i capitolini occupano la nona posizione a -9 dalla vetta. In confronto alla scorsa stagione, alla dodicesima giornata, la differenza punti è praticamente insignificante (19 punti la scorsa stagione vs 18 punti stagione attuale). A preoccupare sono altri fattori. Innanzitutto il gioco espresso dalla compagine biancoceleste. Lo scorso anno Pioli aveva architettato schemi e fraseggi degni da far meritare alla Lazio l’elogio del miglior calcio espresso in Italia. Quest’anno è tutto il contrario. I problemi nascono principalmente dalla difesa. Robusta, di ferro, grintosa lo scorso anno, grazie alla presenza di De Vrij, lenta, poco reattiva e “di burro” quest’anno (16 gol subiti la scorsa stagione vs 20 gol subiti nella stagione attuale). A questo si va ad aggiungere la vena poco prolifica degli attaccanti, che non sanno essere concreti e cinici sotto porta (21 gol siglati la scorsa stagione vs 16 gol siglati nella stagione attuale). Tutto ciò ha portato ad avere si, solo un punto in meno allo scorso anno, ma in ottica futura i numeri racimolati fin qui non fanno, al momento, sperare ad un futuro roseo.
MA C’E’ UNA SPERANZA: Il campionato però è ancora molto lungo, e siam fiduciosi che i nostri eroi, i nostri beniamini, sapranno reagire prontamente per regalarci vittorie e nuove emozioni. Di seguito i dati statistici in confronto tra la passata stagione e quella attuale in riferimento alle prime dodici giornate.
Confronto stagione Lazio 2014/2015 vs 2015/2016 alla 12ma giornata
5 sconfitte vs 6 sconfitte
6 vittorie vs 6 vittorie
1 pareggio vs 0 pareggi
4 vittorie casalinghe vs 5 vittorie casalinghe
2 vittorie esterne vs 1 vittoria esterna
media gol siglati 1.75 vs media gol siglati 1.33
media gol subiti 1.33 vs media gol subiti 1.66
Zenga esonerato dalla Sampdoria. In arrivo l’aeroplanino?
E’ durata pochi mesi l’avventura di Walter Zenga alla guida della Sampdoria. All’indomani della sconfitta casalinga contro la Fiorentina, Ferrero, esuberante presidente dei blucerchiati, ha deciso di dare il ben servito all’Uomo Ragno. Un rapporto complicato quello tra Zenga e la Samp. Già questa estate, alla prima ufficiale sulla panchina doriana, ci fu la clamorosa sconfitta nei preliminari di Europa League. Ora Ferrero sta trattando l’aeroplanino Montella, ex Viola, ed ex calciatore dei blucerchiati. Sarebbe un gran colpo in ottica futura per la squadra di Ferrero.
Attacco verbale a Kishna dall’Olanda
Continua la diatriba fra Ricardo Kishna e Frank de Boer. Da quando ha lasciato l’Ajax il giovane olandese ha spesso dichiarato di aver lasciato la sua ex squadra a causa del cattivo rapporto avuto con il tecnico. Un rapporto venuto meno, a quanto pare, non solo per motivi tecnici ma anche per questioni fuori dal campo. Questa volta è stato l’allenatore dei “lancieri”, intervistato da Het Parool, a tirare una stilettata al suo ex giocatore: “I tempi sono cambiati ma nella nostra società si segue ancora una certa disciplina. Tempo fa un giocatore con i capelli neri si è presentato al campo di allenamento con la barba tinta di rosso e, coincidenza, due settimane prima avevo fatto un discorsetto con i miei calciatori. Sono stati loro a fare in modo che questa persona si radesse la barba. Mi ha fatto piacere la reazione dei miei uomini. Non bisogna puntare sull’aspetto fisico, qui da noi un giocatore deve far vedere ciò che sa fare sul campo non fuori”. Un attacco, neanche velato, proprio al giovane biancoceleste, che decise di festeggiare l’inizio della stagione 2013/2014 in quella maniera consigliato dal suo barbiere di fiducia Hanni Hanna.
Il Giudice Sportivo punisce la Lazio
Il giudice sportivo, Gianpaolo Tosel, ha diramato le decisioni relative al derby di domenica scorsa. A causa del cartellino giallo ricevuto, per il fallo su Dzeko in occasione del rigore concesso da Tagliavento alla squadra giallorossa, Gentiletti è entrato in diffida. La società biancoceleste inoltre è stata multata per dei cori rivolti al direttore di gara e dovrà pagare 3mila euro. Dopo l’assegnazione del calcio di rigore infatti i tifosi biancocelesti hanno intonato dei cori di scherno nei confronti dell’arbitro.
IL FILM DI ROMA LAZIO – La Nord vuota e il rigore che non c’era
Roma Lazio non sarà di certo ricordato come uno dei derby più belli della storia: una stracittadina brutta per i laziali per la sconfitta che ha decretato il terzo ko consecutivo in campionato, ma più in generale per l’assenza delle curve e quindi delle coreografie. Un derby “silenzioso” rispetto ai precedenti, oltretutto condizionato dall’errore madornale dell’arbitro Tagliavento. Rivivi i momenti più emozionanti attraverso gli scatti del nostro fotografo Gianni Barberi.
Keita e quel primo bacio che non si scorda mai!
“Oh questo deve essere forte, viene dal Barcellona” si diceva di lui nel giorno del suo arrivo a Roma. Si ma poi non giocava, per problemi di burocrazia, ed allora solo chi lo vedeva allenarsi poteva confermare ciò che si diceva. Poi arriva il torneo Wojtyla, dove possono giocare anche i non tesserati. Arriva il suo momento insomma, può sfogare sul campo quella voglia matta di giocare che per mesi ha accumulato. Dribbling, gol e assist. Ne sforna come se nulla fosse. Risultato? Lazio campione e Keita Balde Diao miglior giocatore del torneo, neanche a dirlo…Poi arrivano i documenti di quelle giocate mostrate in un torneo amichevole ne ripete a raffica anche nel campionato primavera. Il risultato è lo stesso, trascina la Lazio al titolo. Le voci sussurrate al suo arrivo diventano titoli sui giornali, ormai il mondo del calcio si è accorto di lui. L’anno dopo arrivano le convocazioni con la prima squadra, in campionato ed in Europa League. Il 10 Novembre del 2013, al Tardini di Parma, arriva il suo momento nel calcio dei grandi. La Lazio ha bisogno di punti, ma non solo, ha bisogno di un qualcosa a cui aggrapparsi in un momento difficile, o meglio qualcuno. E allora quel ragazzo ex blaugrana, con il numero 14 è l’uomo giusto. Ha le giocate ed il fisico, la personalità non gli manca ed il talento bè, quello è cristallino! La palla arriva in area di rigore, lui è il più lesto, salta un difensore, supera Mirante e deposita in rete il suo primo gol in serie A. Esplode e bacia la maglia. Due anni sono passati da quella domenica pomeriggio, ma il ricordo in lui, come nei laziali, è indelebile. Dopo un anno tra alti e bassi questo sembra essere davvero l’anno della sua definitiva esplosione. Dal ruggito contro il Leverkusen alla corsa sotto la nord contro il Frosinone la stagione è stata costellata di prestazioni sempre degne di nota. Due anni dopo il tuo primo gol ti facciamo rivivere quel momento Keita, che avrai stampato in mente e difficilmente scorderai perché si sa, il primo bacio non si scorda mai…
Milinkovic-Savic: “Mi trovo bene a Roma. Il nostro obiettivo è…”
Nonostante il brutto periodo che sta attraversando la Lazio, Milinkovic-Savic, forse il miglior acquisto estivo dei biancocelesti, è riuscito a mettere in mostra le sue capacità, incuriosendo positivamente sia il tecnico che i tifosi. Il giovane serbo ha stupito tutti per la maturità ed il temperamento sul terreno di gioco. Oltre alla grande quantità di lavoro che svolge ha mostrato anche di essere bravo con i piedi. Il giocatore biancoceleste ha concesso una lunga intervista ai media del suo paese, nel quale ha parlato del suo rapporto con Roma e di quello con i compagni di squadra, speranze ed obiettivi compresi. Queste le sue parole.
Il rapporto con la piazza romana: “Nel primo periodo ho abitato per un po’ in un albergo ma poi è arrivata anche la mia ragazza e ci siamo trasferiti in una casa vicino Formello. Quando giro per Roma cerco sempre di non farmi notare per evitare incontri con i tifosi della squadra giallorossa. Indosso sempre occhiali e cappello (ride, ndr). Quando però incontro i tifosi biancocelesti sono felice, allora divento disponibile e gentile. Per ora parlo poco la lingua italiana, conosco solo qualche parola ma adesso sto frequentando un corso”.
Il rapporto con i compagni sta sempre più migliorando: “Radu è il giocatore più “anziano” in squadra (nel senso di appartenenza, ndr), nello spogliatoio viene rispettato ed ascoltato molto, è lui a dire sempre l’ultima parola. Vado spesso a cena fuori con Djordjevic e Lulic, mi piace molto mangiare fuori casa. Qui si mangia molta pasta, è difficile da spiegare, meglio mangiarla. Tra la cucina italiana e quella serba c’è una grande differenza”.
Sul primo derby romano e sul campionato: “Avrò altre occasioni per poterlo giocare, ho un contratto di cinque anni. Per lo scudetto vedo il Napoli favorito ma il campionato è lungo può succedere di tutto. Noi vogliamo ripetere quanto di buono fatto l’anno scorso, il nostro obiettivo è arrivare tra le prime tre“.
Europa League – Infortunio grave al Saint Etienne
Stagione finita per Robert Beric del Saint Etienne. Come confermato dagli esami strumentali, ai quali è stato sottoposto nella giornata di ieri, l’attaccante sloveno ha riportato la lesione al legamento crociato del ginocchio destro. Infortunio subito nel corso dell’incontro con il Lione a causa della dura entrata ai suoi danni di Ferri. Per il giocatore si prevede uno stop di 5-6 mesi.
Di padre in figlio, da Daniele a Manolo il sogno continua in casa Portanova!
“Di padre in figlio” è stata una delle più belle manifestazioni di lazialità di sempre. Padri e figli allo stadio insieme, per celebrare quell’amore viscerale verso il bianco ed il celeste. In alcuni casi, i più fortunati, hanno portato anche il nonno. Tre generazioni insieme, nell’unico posto per testimoniare ancora una volta quella passione che li unisce. Allo stadio con gioia, serenità e felicità….una cosa che, oggigiorno, non sempre è permessa. C’è chi l’amore per la Lazio lo trova in maniera quasi inaspettata dentro di se, se lo crea e lo plasma a proprio piacimento. C’è invece una stragrande maggioranza di persone che lo ereditano, come fosse un aspetto fisico o caratteriale. Vede il papà esultare o intristirsi la domenica, poco più che neonato, mentre guarda la TV, e lui fa lo stesso, spesso senza capirne il perché. E proprio quel bimbo magari riesce, con un semplice sorriso o il primo tentativo di parlare, a regalare al triste papà un sorriso. Con il tempo si cresce, e si capisce il perché delle gioie o delle tristezze nel vedere ventidue ragazzi che corrono su un prato verde. Ventidue si, sono quelli che corrono, è vero, ma l’attrazione è verso la metà di essi: quelli con la maglia biancoceleste e l’aquila sul petto! Dopo aver messo in fila i primi passi e le prime corse spesso si tirano i primi calci al pallone, per la gioia del papà. Si immagina, e si sogna, di essere in futuro uno di quei ventidue ragazzi che corrono sul prato verde, inseguendo un pallone. In pochi ci riescono, ci vuole costanza, talento e sacrificio. E allora quel sogno, almeno per un po, viene riposto in un cassetto. In pochissimi però, riescono a rincorrere quel pallone con la maglia biancoceleste rendendosi così non solo calciatori, ma portatori di un ideale. Nesta, Di Vaio, Di Canio in passato, Cataldi ora, sono fra quei pochi privilegiati. Chi ha coronato, ma a metà, quel sogno c’è Daniele Portanova. Difensore che ha calcato i campi della serie A per anni, senza mai riuscire però ad indossare la maglia della Lazio. Mai ha nascosto il suo tifo ed il desiderio di rappresentare sul campo quell’ideale che l’aquila rappresenta. Lo ha più volte sfiorato, ma è sempre mancato quel qualcosa per mettere la firma su un contratto che, più volte, ha dichiarato di aver voluto firmare anche in bianco. Adesso la sua carriera è giunta al termine, e la domenica non ha impegni lavorativi ma può godersi (o soffrire) la Lazio, quella che comunque è, la sua Lazio. Ogni padre spera il meglio per il suo figlio, è normale. E allora adesso Portanova, in veci di padre, può assistere al sogno del suo Manolo che calca i campi di Formello giocando con gli allievi nazionali, da sottoetà. Per il papà, vederlo con quello stemma sul petto è splendido. Domenica, nel giorno in cui la Lazio ha perso il derby, a papà Portanova il sorriso lo ha fatto tornare il figlio. No, non più neonato ed alle prese con i primi tentativi di dire “papà”, ma in campo, già (quasi) grande, andando in rete contro il Como. E` giovane, deve crescere e divertirsi con la palla fra i piedi per il momento. Senza smettere di lavorare e combattere per il sogno suo…e di papà Daniele. Ma su questo è proprio l’ex calciatore a non avere dubbi “Mio figlio è come me, un combattente. Indossando questa maglia mi ha reso orgoglioso ed ha esaudito un mio desiderio. Ora deve lavorare e crescere“. Senza fretta, aggiungiamo noi. Ed allora complimenti per il gol ed in becco all-aquila per il futuro Manolo, la Lazio ha bisogno di laziali come te.
Tagliavento, Tare precisa sulle scuse post derby. E sul momento no della Lazio…
In merito alle indiscrezioni dell’edizione odierna de ‘Il Corriere dello Sport’ su un colloquio nel post derby tra Igli Tare e l’arbitro Tagliavento, il ds biancoceleste precisa alcuni punti ai microfoni di ‘LSR’: “È vero, ho incontrato Tagliavento al termine della gara. Ero molto rammaricato per il rigore concesso, che ha condizionato l’economia della sfida, e gli ho soltanto esternato la mia delusione, chiedendogli alla fine di rivedere in serata, con più serenità, alcuni episodi incriminati. Da parte sua però non c’è stato alcun gesto di scuse, anzi era convinto di essere nel giusto“. Nessuna ammissione dell’errore tecnico da parte del fischietto ternano dunque per il dirigente albanese, che prosegue poi analizzando il periodo negativo degli uomini di Pioli, lontani dalle alte sfere: “L’analisi di questi momenti no deve essere fatta a 360 gradi. Chi ora parla di catastrofe è lo stesso che, tre settimane fa, dava la Lazio in lotta per lo scudetto. Io invece non mi esaltavo prima e non mi butto giù adesso, perché, nonostante manchi la grinta e la determinazione di vincere le gare ad ogni costo, la qualitá c’è ed è tanta. Purtroppo episodi sfavorevoli ci hanno condannato nel derby, dove la Roma ha avuto subito l’opportunità di impostare la gara a suo piacimento, con azioni di contropiede. Adesso parlerò bene con Pioli: abbiamo tanta strada da fare perché siamo costretti a rincorrere, ma, se remiamo tutti dalla stessa parte, sono certo che torneremo ai livelli dello scorso anno. Le Curve? Dispiace per la polemica, ha fatto tristezza vedere l’Olimpico semivuoto. Cercheremo di concentrarci sulla questione, sperando di trovare una soluzione che accontenti tutti“.
Morrone: “In questo momento Pioli è stato abbandonato dalla società”
Il “gaucho” Giancarlo Morrone resta uno dei personaggi più vicini alla sorte della Lazio anche a distanza di tanti anni. Dopo la stracittadina persa l’ex allenatore biancoceleste è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua” per fare il punto sul momento vissuto dai ragazzi di Pioli.
Morrone parte proprio dal derby: “La partita l’ho vista poco perché il derby lo soffro troppo. E’ sicuramente un momento particolare per la Lazio, anche se ne abbiamo passati di peggiori. La Roma ha utilizzato una strategia strana, cercando molto il gioco sulle fasce e le verticalizzazioni. La Lazio soffre terribilmente la mancanza di Stefan De Vrij, che riusciva sempre ad anticipare i movimenti di questo tipo da parte degli avversari. La squadra di Pioli probabilmente ha perso la spensieratezza della passata stagione, forse è subentrata una certa depressione per aver mancato la Champions, o forse qualcuno pensava che per la Lazio sarebbe stato automatico riconfermarsi al livello della stagione passata. Se non si lotta e non si corre, è molto difficile ottenere determinati risultati, invece.“
I problemi della Lazio secondo Morrone non sono però imputabili solo a Stefano Pioli. “Ci sono stati tanti errori, dalla partita in Cina che ha sballato completamente la preparazione ad una campagna acquisti che probabilmente non è stata all’altezza. Servivano rinforzi dall’esperienza provata, non solo giovani che sono senza ombra di dubbio promettenti, ma che non sono in grado di fornire quel valore aggiunto nelle partite più difficili. Mi è dispiaciuto vedere Stefano Pioli in conferenza stampa da solo dopo il derby: ho l’impressione che l’allenatore sia stato un po’ abbandonato dalla società. Ho comunque grande fiducia in lui, secondo me detto alla romana dovrebbe solo incazzarsi un po’ di più.“
Tra gli elementi che stanno vivendo un momento difficile in biancoceleste, c’è Antonio Candreva. Spiega Morrone: “Conosco molto bene Antonio perché l’ho fatto esordire in Serie C con la Lodigiani durante le amichevoli che disputavamo alla Borghesiana, quando lui era ancora con gli Allievi. Il momento di Candreva si rispecchia comunque in quello di tutta la squadra, bisognerebbe capire se ha qualche problema personale, visto che in Nazionale ha offerto tutt’altro rendimento rispetto a quello visto in biancoceleste negli ultimi tempi.” Lo stesso vale per Cataldi: “Si è espresso positivamente all’inizio, ma credo che anche lui soffra le difficoltà della squadra, come è normale che un giovane si faccia influenzare dall’ambiente circostante.” Sugli argentini: “Gentiletti non mi sembra bene assortito con Mauricio, per questo dico che la mancanza di De Vrij si fa sentire molto. Biglia è un ottimo giocatore, dovrebbe trovare più continuità a livello fisico.“
Secondo Morrone i segnali di questo inizio di campionato sono comunque chiari: “Giocare un derby senza neanche un nuovo acquisto significa che la campagna acquisti è stata fallimentare. A questo punto, senza risposte certe dalla squadra, punterei deciso sui giovani come titolari per le prossime partite.“
Fabio Belli
LAZIONALI – Kosovo-Albania, Berisha emozionato per il ritorno a casa
L’amichevole tra Kosovo e Albania del prossimo 13 novembre non sarà una gara come le altre per Etrit Berisha, nato proprio nella città, Pristina, in cui avrà luogo l’incontro. “Aspettavo da molto tempo di giocarla. – le parole del portiere della Lazio al quotidiano ‘Zëri’ – Organizzarla non è stato semplice, ma lo desideravo da tanto. Ne parlai tempo fa con il presidente della Federcalcio albanese, Armand Duka, e ci promise che un giorno avrebbe organizzato una partita contro il Kosovo. Ebbene, oggi quella promessa è stata mantenuta“. Dopo la storica qualificazione ai prossimi Europei, si prospetta dunque un’altra giornata memorabile per l’ex Kalmar, che torna a casa per sfidare quella Selezione azzurro-gialla di cui ha difeso i pali per un brevissimo periodo: “Da quando c’ero io hanno fatto notevoli passi in avanti. Hanno una squadra molto buona e stanno lavorando a pieno ritmo per ottenere il riconoscimento dell’Uefa e della Fifa“. Al momento, infatti, le due istituzioni hanno autorizzato il Kosovo a prendere parte ad amichevoli, ma non a competizioni internazionali. Questo perché il paese, pur indipendente dalla Serbia dal 2008 e riconosciuto dalla maggior parte dei paesi membri della UE e dell’ONU, non possiede ancora uno status giuridico formalmente e univocamente riconosciuto, il che gli impedisce di far parte dei massimi organismi governativi del calcio europeo e mondiale. Quello di Pristina, ad ogni modo, sarà un continuum dei festeggiamenti per l’accesso agli Europei: “Spero che sarà un giorno di festa e di divertimento per tutti i tifosi presenti“.