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LAZIONALI – Belgio-Italia: gol di un Super Candreva

AGGIORNAMENTO ORE 22:40 – Nonostante l’ottima prova dell’esterno romano (rimasto in campo per tutti e 90 i minuti), l’Italia non riesce a portare a casa la vittoria. La gara termina 3-1 per i diavoli rossi: doppio vantaggio siglato da De Bruyne al 74′ e da Batshuayi all’83’).

Inizio scoppiettante dell’Italia di Conte nell’amichevole contro il Belgio. Balza gli agli occhi la grinta e la personalità messa subito in campo da Antonio Candreva che ha trovato subito il gol al 3′ dopo aver avviato lui stesso l’azione che ha portato il momentaneo vantaggio italiano (il Belgio ha pareggiato con Vertonghen al 13′): cambio di gioco su Florenzi che arriva sul fondo e crossa, velo di Eder, tiro di Pellè respinto e appoggio in rete del giocatore biancoceleste. Candreva e tutto il reparto offensivo azzurro hanno avuto sicuramente un approccio super alla gara. In campo anche Marco Parolo (uscito al 15′ del secondo tempo), partita di sacrificio del centrocampista biancoceleste, non ancora al massimo visto che è tornato da poco dall’infortortunio.

 

Serbia – Italia: super Cataldi e Milinkovic! Entrambi in gol e la Lazio spera…

E’ andata in scena la sfida Under 21 tra la Serbia e l’Italia. La gara, valevole per le qualificazioni europeee, è terminata con il punteggio di 1-1. Protagonisti assoluti sono stati i laziali Milinkovic – Savic e Cataldi. I due centrocampisti hanno dominato nelle rispettive nazionali andando entrabi in gol. Il serbo si è reso protagonista di un gol incredibile. Da posizione angolata è riuscito a calciare il pallone sotto la traversa non lasciando scampo al poriere azzurro. Il gol del vantaggio serbo però è stato reso vano dalla conclusione da fuori distanza di cataldi. Danilo, dal limite dell’area, ha lasciato partire un destro angolato che ha trafitto il portiere e gelato il pubblico locale.

MILINKOVC – SAVIC: è l’autentico leader della sua Nazionale. Ha già carisma, grinta e personalità per stare nel gruppo della nazionale maggiore. Questa sera ha confermato il suo talento contro una bella Italia. Il suo strapotere fisico, unito alle qualità tecniche, lo hanno reso il migliore in campo per la Serbia. Schierato a centrocampo con licenza di attaccare gli spazi, è stato un pericolo costante per la difesa azzurrina. Partendo dalla fascia destra, dove può attaccare gli spazi da dietro e dar man forte al reparto arretrato grazie al suo strapotere fisico.

CATALDI: completamente un altro giocatore quando scende in campo con la Nazionale. Anche questa sera “il vanto nostro” ha sfornato una prestazione di qualità. Giocando con la naturale tranquillità e senza pressioni, Cataldi ha dato il meglio di sè, smistando palloni ai suoi compagni partecipando con successo sia alla fase difensiva che a quella offensiva. la sua prestazione è stata arricchita da un magnifico gol. Altro dato importante è che i suoi compagni lo cercano con insistenza lasciandogli anche l’onere dei calci di punizione, cosa che spesso alla Lazio non accade.

La Lazio gongola con la speranza che il serbo continui nel suo ottimo momento di forma e che Cataldi rinasca come un’araba fenice che rinasce dalle sue ceneri…

LAZIONALI – Kishna leader dell’U21 orange…e che tacco! Problemi invece per Hoedt

E’ in grande forma Ricardo Kishna e lo sta dimostrando anche in queste partite con la Nazionale U21 olandese: grazie a una sua magia di tacco infatti, il classe ’95  ha condotto gli orange alla vittoria (per 1 -0) contro la Bielorussia U21, portandosi così al comando del gruppo 8 delle qualificazioni al prossimo Europeo di categoria del 2017, con con 9 punti in 4 partite. Il suo bellissimo colpo di tacco ha permesso a Janssen di entrare in area e di realizzare il gol vittoria. Kishna (schierato a sinistra nel tridente d’attacco) ha lasciato il campo all’87’, sostituito da Haye.
La grande prestazione in nazionale non fa che confermare la candidatura di Ricardo come arma vincente anche per la Lazio di Pioli e i tifosi biancocelesti non vedono l’ora di poter ammirare altre magie di questo genere.
Queste le sue dichiarazioni rilasciate a fine partita ai microfoni di Voetbal International:
Sentivamo molto pressione oggi, era una partita importante. Se non avessimo vinto oggi (ieri, ndr), martedì (contro la Slovacchia, ndr) sarebbe stato tutto molto più complicato. Anche se questa gara andava chiusa prima: nel finale abbiamo rischiato un po’ troppo”Io, come Paul Boëtius e Tonny Trindade de Vilhena, dobbiamo essere efficaci”. E con quel tacco vincente possiamo dire che è stato super-efficace: “Il colpo di taccoSo che il ct vuole più concretezza e meno frivolezze, ma era il momento giusto per fare quella giocata. Quando mi ha sostituito mi ha fatto i complimenti e ci siamo anche fatti una risata. Ho voglia di mantenere questi virtuosismi, ma devo capire quando è il momento giusto per farlo. Ogni tanto ci vogliono.

Solo tribuna, invece, per l’altro biancoceleste Wesley Hoedt, alle prese con un problema alla caviglia

Ecco l’assist di tacco di Kishna con l’Olanda Under 21:

MORRISON – Quel “like” di troppo su Twitter che fa preoccupare i tifosi

PREMESSA: ai tempi di oggi i social network sono il pane quotidiano di ogni persona. Se poi questa persona è uno sportivo famoso (in questo caso calciatore), aggiornare i vari profili Twitter, Facebook e Instagram, diventa quasi un dovere, un obbligo per rendere partecipi i loro followers della loro vita sportiva e privata. Per questo spesso si trovano status, frasi, foto, che a volte vengono pubblicate solo per ricevere i “like” e/o per far parlare di sè. E può capitare che poi quei pensieri da loro resi pubblici non siano nemmeno veritieri.

La premessa è stata d’obbligo in quanto si parlerà di Morrison e del suo “like” che ha fatto (e sta facendo) preoccupare i tifosi biancocelesti. L’inglese, a cui è rimasto nel cuore il West Ham sua ex squadra, segue su Twitter l’account @westhamtransfer, intenditore di notizie di calciomercato degli Hammers. Ed è proprio lo status di tale account che è stato preso in considerazione da Morrison. Lo status di West Ham Transfers recitava così: “West Ham want to bring Ravel Morrison back to the club, according to reports“. Ovvero Il West Ham vuole riprendersi Morrison. Scorrendo nella lista delle persone che hanno messo “Mi Piace” o “Like” al Tweet, spunta anche l’account ufficiale del laziale (ancora per molto o per poco?) Morrison. Sul medesimo account spunta anche uno screenshoot di una conversazione tra il titolare della pagina e lo stesso Ravel, che gli domanda se davvero vuol tornare a Londra. Ovviamente di attendibile non c’è nulla, ma solo un semplice “like” che lascia, almeno per ora, il tempo che trova.

C’è da dire che Morrison qualche mese fa dichiarò che, a volte, il suo account viene gestito da un suo amico. Ora, senza sollevare polveroni, tantomeno creare casi che non ci sono, si potrebbe chiedere a Ravel (o al suo amico), di cercare di evitare di far parlare di sè sui social network ma, al contrario, di far parlare di sè (riferito a Ravel) sul campo con grandi prestazione degne da giocatore della Lazio.

INFERMERIA – Il punto del dottor Bianchini su Mauri e Klose. Mistero Hoedt

A Formello la rosa della Lazio è dimezzata per via degli impegni dei suoi nazionali. A complicare le cose a Pioli però ci sono anche gli infortuni. Il dottor Bianchini, intervenendo a Lazio Style Radio, ha dato notizia del ko di Stefano Mauri. Il brianzolo dovrà curare la discopatia: “Mauri soffre all’altezza della quarta e quinta vertebra lombare. Servono altri controlli per valutare un suo rientro in campo“. Poi su Klose: “Il tedesco sta migliroando, contiamo di farlo rientrare in gruppo già all’inizio della prossima settimana“. Invece su Hoedt la situazione non è ancora chiara. Il difensore è partito “sano” per la sua nazionale, ma gli olandesi lo hanno fermato per un problema alla caviglia. Bianchini si è così espresso: “Aveva dei piccoli fastidi, ma per noi era arruolabile, evidentemente non l’hanno pensato così i colleghi olandesi. Aspettiamo che sia di ritorno e valuteremo facendo ulteriori controlli“.

LAZIONALI azzurri: sale Parolo, scende Candreva (forse…)

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AGGIORNAMENTO ORE 18:45 – Antonio Candreva con ogni probabilità partirà dal primo minuto questa sera contro il Belgio. Decisiva la rifinitura odierna in cui il romano sembra aver definitivamente vinto il ballottaggio con El Shaarawy. Saranno quindi due i Lazionali titolare questa sera.

Questa sera allo stadio Re Baldovino di Bruxelles, andrà in scena una prestigiosa amichevole tra il Belgio, fresco di conquista del primo posto del ranking FIFA, ed Italia. Gli azzurri allenati da Antonio Conte sono attesi ad un banco di prova importante: nonostante si tratti solo di un’amichevole infatti, il Ct azzurro vuole importanti conferme dalla squadra in vista degli Europei estivi e soprattutto vuole vedere come la Nazionale riesce a cavarsela con compagini di alto livello tecnico, come il Belgio di Wilmots. Due i Lazionali convocati per le amichevoli azzure (martedì l’Italia sarà impegnata allo stadio Dall’Ara di Bologna contro la Romania): Marco Parolo ed Antonio Candreva. A poche ore dal match il centrocampista nativo di Gallarate sembra essere sicuro di partire dal primo minuto, schierato come centrocampista centrale al fianco di Marchisio, nel 4-4-2 di Conte; in ribasso invece le quotazioni di Candreva, che a inizio settimana invece sembrava sicuro di un posto nell’11 iniziale: il Ct azzurro stravede per lui e in rare occasioni ha rinunciato alla sua spinta sulla fascia e alla sua duttilità tattica in occasione delle gare di qualificazione ad Euro 2016. Il periodo opaco del romano e la sua scarsa brillantezza fisica hanno fatto sì che Conte gli preferisse Florenzi, almeno dall’inizio; una soluzione che inoltre garantisce maggiore copertura in fase difensiva. Sicuramente troverà comunque spazio nella ripresa. Curiosità per i tifosi biancocelesti: l’ex terzino laziale Luis Pedro Cavanda stasera giocherà titolare sulla fascia destra difensiva del Belgio: probabilmente Wilmots vuole in campo un uomo che conosca bene il nostro campionato ed i nostri giocatori…

 

Giulio Piras

FORMELLO – Tecnica individuale e sfide di tiro

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Penultimo allenamento settimanale per la compagine biancoceleste, che si è ritrovata questo pomeriggio alle ore 15 sotto il tiepido sole di Formello agli ordini di mister Pioli. Assenti i 12 giocatori impegnati con le rispettive Nazionali; assente Klose per il problema alla caviglia emerso dopo il derby di domenica scorsa (probabile un suo rientro in gruppo all’inizio della prossima settimana); assente anche Mauri: il brianzolo ha accusato fastidi alla schiena in chiusura dell’allenamento di ieri pomeriggio; le sue condizioni non destano preoccupazione nello staff medico biancoceleste.

La sessione pomeridiana si è basata siprattutto su esercizi di tecnica individuale: dopo il riscaldamento iniziale il gruppo è stato diviso in due squadre che hanno svolto una sfida sulla precisione al tiro (ogni giocatore doveva cercare di cogliere la traversa e segnare di testa sull’eventuale respinta del legno). Quindi allenamento con triangoli, cross e tiri in porta; tutto di prima. Successivamente prove tattiche di attacco contro difesa ed in chiusura partitella a campo ridotto finale. Per domani l’allenamento è previsto in mattinata, orario ancora da stabilire.

Under 21: Serbia vs Italia, Sergej vs Danilo

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Tra poco meno di un’ora allo stadio Karadjordje di Novi Sad, andrà in scena l’atteso match valido per le qualificazioni al prossimo Europeo Under 21 tra Serbia ed Italia. Le due compagini sono le due reali primatiste del girone, a punteggio pieno dopo 3 turni, al momento appaiate anche a Slovenia ed Irlanda, che però hanno rispettivamente due e un match in più. Questa partita ci fornirà l’occasione per osservare una sfida nella sfida tra due giovani biancocelesti: Sergej Milinkovic-Savic da una parte, Danilo Cataldi dall’altra. I due vengono da un inizio di stagione diametralmente opposto: Milinkovic è stata una piacevole novità di questo primo scorcio di campionato, mentre Cataldi sta facendo fatica a confermare quanto di buono aveva fatto intravedere lo scorso anno, all’esordio con la maglia della Lazio. Sul giovane serbo si erano create molte aspettative, soprattutto per i quasi 10 milioni di euro spesi in estate per strapparlo al Genk e alle corte delle altre pretendenti (Fiorentina in primis), aspettative quasi pienamente soddisfatte, dato che il giocatore ha sempre risposto presente in tutte le occasioni in cui è stato chiamato in causa, mostrando un’ottima tecnica, grande facilità di inserimento e soprattutto una straripante forza fisica; l’unica perplessità è inerente la sua posizione in campo: acquistato come vice-Biglia o mezzala di centrocampo, ha ampiamente dimostrato che il suo ruolo è quello di trequartista. Discorso diverso invece per Danilo Cataldi: il ragazzo di Ottavia era atteso alla stagione della consacrazione, dopo le ottime prestazioni sciorinate nel corso dell’anno passato, prestazioni che gli erano valse complimenti trasversali da parte di tifosi e stampa. In questi primi 3 mesi e mezzo di stagione però, Cataldi sta faticando a trovare ritmo e continuità di prestazioni: il ritorno dalle vacanze ritardato a causa dell’Europeo Under 21 e una preparazione estiva ancor più corta di quella dei suoi compagni hanno inciso molto sull’inizio traballante del suo campionato. Questa sera li vedremo in campo, uno di fronte all’altro, avversari e compagni; Sergej non vede l’ora di affrontare Danilo, come da lui dichiarato in una recente intervista.

Una buona occasione di conferma per il serbo e una altrettanto buona occasione di riscatto per l’italiano, questa sera a Novi Sad il cielo sarà anche un po’ biancoceleste.

Giulio Piras

 

Moggi, Ag. FIFA: “Tonelli resta a Empoli”

L’Agente FIFA, Alessandro Moggi, è intervenuto ai microfoni di Sportmediaset per commentare le voci riguardo interessamenti di altre squadre nei confronti del cesenate Sensi e di Tonelli dell’Empoli. Sul difensore della squadra toscana resta forte l’interesse dei biancocelesti ma l’agente ha dichiarato: Tonelli ha il contratto in scadenza tra un anno e mezzo, è uno dei migliori difensori del campionato e sta facendo benissimo. L’Empoli non ha nessuna intenzione di cederlo perchè è un elemento importante della squadra toscana”.

L’agente di Heurtaux: “Non pensiamo al futuro”

Negli ultimi giorni sono iniziate a circolare voci di un ritorno di fiamma della società biancoceleste per il difensore dell’Udinese, Thomas Heurtaux. A raffreddare però gli animi è intervenuto ai microfoni di calciogazzetta.it, Wantier David, il procuratore del francese: “In questo momento il calciatore è infortunato, ora pensa solo a recuperare, poi vedremo il da farsi. Nessuno si è interessato al giocatore e per ora non pensiamo a nessun trasferimento”.

Mudingayi: “Sono fermo ma non mi ritiro”

L’ex centrocampista biancoceleste, Gaby Mudingayi, sta attraversando un periodo molto particolare. Dopo aver lasciato l’Inter si è trasferito all’Elche, in Spagna, ma nel corso della sua nuova esperienza non ha potuto dare il suo contributo alla squadra. Quindi il ritorno in Italia nelle file del Cesena dove si è reso utile alla causa facendo anche abbastanza bene ma, nonostante la promessa del suo procuratore di poter trovare un facile accordo, anche questa volta niente da fare.

Il belga, tramite il quotidiano del suo paese “La Capitale”, ha parlato della sua situazione: “L’Elche, malgrado le promesse fatte, non ha mai depositato il mio contratto. La società è pesantemente indebitata, mi sono allenato per tre mesi senza poter giocare ed ora non prendo soldi da due. Dopo la buona esperienza al Cesena, che però non ha avuto seguito, ho ricevuto una proposta dall’India da 100mila euro all’anno ma non se n’è fatto nulla. Mi piace giocare a calcio, fisicamente sto bene, credo di essere in grado di poter giocare per altri due anni e voglio essere io a decidere quando andare in pensione”.

Il centrocampista belga ha sempre dichiarato il suo amore nei confronti della Lazio e dei suoi tifosi e di conseguenza i sostenitori biancocelesti hanno sempre dimostrato il loro affetto nei suoi confronti. In una recente intervista Gaby ha sottolineato ancora una volta il suo attaccamento ai colori biancocelesti. Questo uno stralcio delle sue dichiarazioni: “Ho tantissimi ricordi che mi legano a Roma e tutti bellissimi. La Lazio mi ha concesso una meravigliosa opportunità che mi ha permesso di entrare nel calcio che conta. Con i biancocelesti sono sceso in campo in Champions League ed ho avuto la possibilità di giocare al Bernabeu contro il Real Madrid. Quella biancoceleste è una società importante, con dei tifosi straordinari. Uno dei miei ricordi più belli è legato proprio a loro. Quando mi incontravano o parlavano di me erano sempre soddisfatti per quello che mettevo in campo, non mi arrendevo mai dando tutto ciò che potevo. I tifosi me lo riconoscevano e questo mi rendeva molto felice”.

Ora Gaby è fermo in attesa di una nuova opportunità che tutti noi che gli siamo riconoscenti ci auguriamo possa arrivare in fretta. Lotta Gaby non ti fermare e torna ad essere quel leone che ruggiva sulle caviglie delle mitiche merengues.

D.s. Empoli svela il futuro di Rugani e Tonelli

Il ritorno di de Vrij è previsto in primavera, un’assenza da non poco conto considerando il suo valore. Pertanto il d.s. Tare si sta guardando intorno per cercare valide alternative. I nomi più caldi sono quelli di Douglas del Dnipro e di Felipe del Contihians, ma negli ultimi giorni sono circolati insistentemente i nomi degli empolesi Tonelli e Rugani. A far chiarezza sul futuro dei due difensori ha parlato il d.s. dei toscani Carli a Sky Sport:Sarebbe stupido da parte nostra venderli adesso dato che a fine stagione il loro valore sarà più alto. Inoltre difficilmente la Juventus lascerà partire Rugani dato che i dirigenti bianconeri credono molto in lui”.

 

Top 20 giovani italiani: c’è anche un laziale…

In attesa di recarsi a Torino per disputare la finale di Supercoppa, Alessandro Rossi si porta a casa un riconoscimento davvero niente male. Il nome dell’attaccante della Primavera biancoceleste è stato infatti inserito nella classifica, stilata da ‘Il Corriere dello Sport‘, dei top 20 atleti militanti nei settori giovanili dei club italiani. Classe 1997, fisico e coraggio sono le sue doti migliori, che gli hanno fatto guadagnare l’appellativo di “uomo della Provvidenza”: con gli Allievi capitolini ha infatti sfiorato lo scudetto, mentre lo scorso anno, in Primavera, ha stupito tutti nel corso delle Final Eight, mettendo a segno reti da bomber di razza. Tra le rivelazioni di quest’anno, è dunque entrato a pieno titolo nel novero delle migliori promesse del calcio nostrano di domani. Domani, come detto, contenderà ai granata la Supercoppa e, con la determinazione che lo ha sempre contraddistinto, trascinerà i compagni verso la conquista del secondo trofeo stagionale, dopo il ‘Wojtila’. Ma intanto per lui i festeggiamenti sono già cominciati…

Oddo: “La Lazio non deve perdere di vista l’obiettivo europeo. Cessione Candreva? Sì, purché…”

172 gare e 17 reti con la maglia biancoceleste: Massimo Oddo è stato sicuramente uno dei giocatori più importanti della prima era Lotito. Con la Lazio ha anche vinto una Coppa Italia e ha indossato la fascia da capitano. Intervenuto alla trasmissione di Danilo Galdino I Laziali Sono Qua, in onda su Elle Radio 88.100 fm, Oddo ha parlato della sua ex squadra: “Premetto che non ho visto il derby perché ero in aereo, forse è stato un bene (ride, ndr). Mi pare che la prestazione non sia stata esaltante. Conosco bene l’ambiente e il significato del derby e so che quando lo si perde non è mai bello. Tuttavia, la Lazio non deve perdere di vista l’obiettivo finale, la sconfitta ci può stare ma bisogna pensare positivo e puntare all’obiettivo a lungo termine, cioè cercare di qualificarsi in Europa”. Qualche mese fa ha fatto discutere la questione capitano, fascia che sembrava destinata a Candreva ma che poi Pioli ha deciso di affidare a Biglia. Oddo da ex capitano biancoceleste sa bene cosa vuol dire indossare quella fascia: “E’ un valore importante perché significa rappresentare una città, il blasone del club che bisogna saper rappresentare mostrando attaccamento alla squadra. Non per forza il capitano deve essere quello che sta da più tempo, ma deve essere colui che è riconosciuto leader dai compagni, deve essere un punto di riferimento per loro prima che per la società. Mauri lo conosco ed è un degno capitano, gli altri non li conosco e non posso commentare. E’ vero che qualcuno può non essere contento di non aver avuto la fascia ma poi bisogna andare oltre. In una squadra ci possono essere più leader ma solo uno può indossare la fascia da capitano. Ad esempio l’anno che indossai la fascia c’era Peruzzi che era più leader di me, però l’allenatore non voleva che il capitano fosse il portiere. Tuttavia Angelo, come tutti gli altri, hanno dato tutto per la squadra. Anche quando Nesta prese la fascia di capitano furono fatte altre considerazioni, fu fatto pensando al futuro, anche se in quella Lazio c’erano fior fiori di giocatori ma non credo nessuno si offese, altrimenti sarebbe scoppiato il pandemonio”.

Nelle ultime ore circola voce di una possibile cessione di Candreva a gennaio, un’opzione che Oddo non disdegna: “Io faccio l’esempio di Zidane ai tempi della Juve, i bianconeri lo cedettero e reinvestendo quei soldi vinsero tutti. I giocatori possono essere venduti ma l’importante è che poi vengano sostituiti adeguatamente. Se le cose sono fatte bene, la squadra può migliorare”. Poi sul patron biancoceleste, l’ex terzino pescarese ha detto: “Io vivo la Lazio da fuori e bisogna ammettere che da quando è arrivato Lotito questa società da un momento di difficoltà è diventata integra a livello societario ed economico. Quando c’ero io rischiava la B mentre da qualche anno fa buoni campionati. Però purtroppo è anche vero che la squadra fa un anno buono e un anno negativo, manca sempre il salto di qualità. La mia sensazione è che la società non voglia fare il passo più lungo della gamba, forse per le vicissitudini del passato. La società quando può spendere lo fa, mentre quando non lo può fare non lo fa, anche quando manca poco per fare il salto di qualità. Però non so dire se questo modus operandi sia giusto o sbagliato. Quando tu cresci di anno in anno, migliorando la tua posizione fino ad arrivare tra i primi quattro com’è accaduto la scorsa stagione, poi è difficile potenziare la squadra, soprattutto in questo mercato strano in cui vengono chiesti soldi esorbitanti per giocatori normali”. 

Su Pioli: “Tutti gli allenatori quando vincono sono fenomeni e dopo due partite perse si creano dei dubbi. La mia idea è che quando una società sceglie un allenatore deve supportarlo e portarlo fino a fine progetto a meno che l’allenatore non impazzisce o non è più seguito dalla squadra. Nel momento in cui si incomincia a mettere in discussione un allenatore è già una cosa negativa, la società in tal caso deve subito intervenire smentendo le voci. Io non dico che un allenatore lo devi tenere per forza per tutta la durata del contratto, ma almeno bisogna tenerlo e sostenerlo fino a fine stagione. Se la società sostiene l’allenatore lo fa anche la squadra e viceversa”.

Vice De Vrij, occhi su Matip (Schalke 04). E l’ag apre per De Maio (Genoa)

Prosegue in casa Lazio la ricerca del difensore centrale per sostituire l’infortunato De Vrij. L’ultimo nome saltato fuori dal taccuino dei biancocelesti è quello di Joel Matip (Schalke 04). Nato in Germania da genitori camerunensi, il 24enne ha riscosso le attenzioni dei maggiori club europei e, tra essi, anche quello capitolino: secondo voci provenienti dalla terra teutonica, infatti, Tare avrebbe già compiuto un sondaggio per il cartellino del giocatore, che può essere schierato su entrambi i lati dell’asse centrale e, all’occorrenza anche da mediano. Il suo contratto con lo Schalke è in scadenza il prossimo giugno e, se non troverà un accordo con il club, sarà libero già a gennaio di trovarsi una nuova sistemazione. Ottime doti da goleador (sono già 3 le reti e altrettanti gli assist collezionati in questo primo scorcio di stagione), è in possesso, vista l’altezza (195 cm), anche di una notevole presenza fisica. Insomma, davvero un ottimo profilo, certificato anche dalla valutazione di 14 milioni acquisita prima di entrare in scadenza: la Lazio ci pensa…

Non si perdono però di vista le alternative, come Sebastian De Maio del Genoa. Ad aprire sul francese, in passato più volte accostato alla maglia biancoceleste, il suo agente Diego Tavano: “Conosco l’uomo e il giocatore. – ha detto ai microfoni di ‘Radiosei’ – Nella Lazio ci starebbe benissimo, ma il direttore non sono io. Anche all’estero piace molto, ma a oggi Sebastian sta bene a Genova e per ora rimane dov’è. Il Genoa non regala certo i suoi giocatori, ma comunque non sarebbe un problema trattare con i rossoblu“.

RASSEGNA STAMPA – Si tratta Heurtaux

Alla ricerca di un difensore centrale. Anzi, due possibilmente. Gennaio è alle porte, Lotito e Tare lavorano per accontentare Pioli: Gentiletti, Hoedt e Mauricio non bastano e lo stop di De Vrij ha complicato i piani.

Il mercato invernale servirà a rimpiazzare il centrale olandese. Le piste da seguire per la Lazio non mancano: arriverà un giocatore (almeno) abituato al campionato italiano, non c’è più tempo per le scommesse. Tonelli è un obiettivo lontano, il rinnovo con l’Empoli è a un passo, il presidente Corsi chiede almeno 10 milioni di euro. Su Rugani invece la Lazio potrebbe lavorare al prestito con diritto di riscatto, ma i rapporti con la Juve sono tutt’altro che buoni (il ragazzo è comunque in uscita).

Dall’Udinese occhio alla tentazione Heurtaux, è nel mirino di Tare da un anno e mezzo: «I nostri giocatori sono in vendita quando arrivano offerte concrete – ha spiegato il ds friulano, Giaretta – con il club biancoceleste c’è un buon feeling, ma al momento è un discorso prematuro da fare». Il centrale francese è out da 3 mesi per problemi fisici vari, un vero e proprio mistero. Attualmente non rientra nei piani dell’allenatore, tra qualche settimana andrà via, la Lazio può rappresentare un’ottima soluzione. Nelle ultime ore è spuntata anche la candidatura di Ranocchia dell’Inter.

Dall’estero invece attenzione a Douglas del Dnipro, i contatti sono avviati da fine agosto. E Vlaar, vecchio pallino della dirigenza: l’olandese si allena da settembre con l’Az Alkmaar, ma non è sotto contratto, l’operazione al ginocchio non è stata smaltita del tutto. La società continua a seguire la vicenda, non sono escluse sorprese.

Capitolo rinnovi: nessuna novità sul fronte Marchetti, l’attesa è snervante e giorno dopo giorno allontana le possibilità di un prolungamento. Lulic continua a rifiutare qualsiasi proposta, l’addio pare scontato. Klose ha richieste in America. Intoccabile Felipe Anderson: «La Lazio è casa mia», ha cinguettato dal Brasile. Notizie dal campo: infiammazione al nervo sciatico per Mauri.

Fonte : Il Tempo

DERBY – Federsupporter: “Se questo è derby”

Viene da chiedersi, volendo parafrasare il titolo del libro di Primo LeviSe questo è un uomo”, se la partita Roma – Lazio dell’8 novembre scorso possa essere definito un “derby”. La risposta a tale interrogativo deve essere, a mio avviso, negativa. Almeno se per “derby” non si deve intendere solo la gara sul campo, ma anche, anzi, soprattutto, l’entusiasmo e la partecipazione popolari che precedono, accompagnano e concludono l’evento.

Per esempio, potrebbe essere definito “Palio di Siena” un “Palio” senza i contradaioli ?

Verrebbe da dire che il “il malato è guarito perché è morto”, se si pone mente al fatto che lo pseudo derby dell’8 novembre scorso si è svolto senza una significativa cornice e partecipazione di pubblico. Se, poi, si pensa alle “terapie”applicate al derby, allo scopo di prevenire incidenti e turbamenti dell’ordine pubblico, si potrebbe dire con Moliere (cfr “L’Amour Médecin” II, 1) che il derby romano e, più in generale, il calcio rischiano di morire “di quattro medici e di due farmacisti” o, per dirla con il poeta latino Marziale (cfr “Epigrammi”, I, 47), Diaulo faceva il dottore, ora si è messo a fare il becchino; quel che fa da becchino, faceva già da dottore”.

Poiché credo, a parte scherzose citazioni letterarie, che nessuno, in buona fede, voglia affossare definitivamente né eventi come il derby capitolino né, più in generale, il calcio, v’è bisogno che da tutte le parti interessate vi siano manifestazioni di buona volontà e di buon senso reciproci.

Ed è per questo che Federsupporter aveva lanciato la proposta (cfr Comunicato del 4 novembre su www.federsupporter.it) all’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive (ONMS) di farsi parte diligente onde convocare, al più presto, una riunione presso lo stesso Osservatorio tra, da un lato, la Prefettura e la Questura di Roma, le Società Lazio e Roma, nonché, dall’altro, Federsupporter, in rappresentanza dei tifosi.

La riunione avrebbe dovuto e dovrebbe avere come oggetto quello di fare il punto della situazione venutasi a determinare nelle Curve Nord e Sud dello Stadio Olimpico di Roma, verificando la possibilità di nuove soluzioni in grado di contemperare le esigenze di sicurezza e ordine pubblico con quelle dei tifosi, in specie della parte più calda e appassionata di questi ultimi. Purtroppo, la proposta è rimasta, almeno sinora, inascoltata e, quindi, v’è il rischio che la situazione tenda a peggiorare e a incancrenirsi.

Né giova l’annuncio di incontri di carattere, più o meno privato, tra esponenti di una sola delle due Società coinvolte con la Prefettura, non essendo, a mio avviso, questo né il modo né la sede più opportune per affrontare e risolvere, in maniera generalizzata, uniforme e condivisa, le questioni sul tappeto. Neppure giova la diffusione di allarmi esagerati prima di manifestazioni sportive, come è avvenuto nei giorni immediatamente precedenti la gara Roma – Lazio dell’8 novembre scorso.

In questa occasione plurimi organi di informazione hanno parlato, dandola per certa, di una sorta di “invasione barbarica” della Capitale a opera di una specie di “orda” di teppisti proveniente da mezza Europa (un mix di polacchi, inglesi e spagnoli) che, peraltro, sia per l’esiguità del numero (non più di circa 50 soggetti) sia per essere già ben noti alle Forze dell’ordine, avrebbero potuto, come poi è avvenuto, essere facilmente messi in condizione di non nuocere. Notizie che certamente non hanno indotto molti tifosi per bene, già dissuasi per altri motivi, a recarsi allo stadio per assistere al derby.

Altrettanto improduttivo in tema di sicurezza e ordine pubblico a causa o in occasione di manifestazioni sportive è chiedersi “se sia nato prima l’uovo o la gallina”. Cioè a dire se il mancato ricorso a misure che, recentemente, una pronuncia del Tribunale di Roma, di sicuro soggetto non sospetto, ha qualificato come “pesantemente discriminatorie e immotivatamente punitive”debba avvenire solo dopo che i tifosi abbiano dato ripetute prove di correttezza e civiltà, oppure se si debba evitare che tali misure siano o possano essere percepite, ex ante, così come le ha definite la suddetta pronuncia, con l’effetto di provocare la desertificazione degli stadi.

E’ vero che in una materia così delicata e difficile non esistono “bacchette magiche”, tuttavia, ciò non può e non deve distogliere dalla ricerca di quelle soluzioni in grado di contemperare esigenze diverse ma tutte legittime. In tema Federsupporter, così come nel passato, ha proposto l’adozione anche in Italia di modelli stranieri, quali quello olandese e, in specie, tedesco. Modelli che vedono riservate negli stadi apposite e specifiche standing area, ben identificate e identificabili senza la necessità di barriere divisorie, alla frange più calde e appassionate dei tifosi, nelle quali aree si possa seguire la partita senza posti assegnati, anche in piedi, con l’uso di scenografie, bandiere, strumenti acustici e a percussione, fermo restando il divieto di utilizzo di qualsiasi ordigno potenzialmente pericoloso per l’incolumità e di qualsiasi simbolo, striscione, cartello, inneggiante alla violenza o alla discriminazione.

D’altronde, la tecnologia mette oggi a disposizione sofisticati strumenti di identificazione a distanza che consentono di individuare singoli soggetti che non si attengano alle regole, evitandosi indiscriminate misure penalizzanti e coercitive di massa che capovolgono il principio “colpirne uno per educarne cento” nel suo opposto “colpirne cento per educarne uno”. Ma un contributo essenziale alla prevenzione di fenomeni di violenza a causa o in occasione di manifestazioni sportive può venire da un sistematico e costante coinvolgimento dei tifosi da parte delle società di calcio.

Ecco, dunque, che diventa decisivo creare e far funzionare, all’interno delle predette società, quei Dipartimenti per i rapporti con i tifosi o SLO (Supporter Liaison Officer) che, sin dal 2011, l’UEFA ha posto come condizione per ottenere le licenze di partecipazione alle competizioni organizzate dalla stessa UEFA.

Disposizioni recepite dalla FIGC, ma che sono state sinora sostanzialmente disattese o eluse dalla maggior parte dei club italiani, i quali si sono limitati a nominare SLO propri dipendenti o collaboratori spesso del tutto inadatti o inadeguati a svolgere le delicate funzioni loro attribuite e spesso operanti solo sulla carta.

Inadeguatezze e carenze che, però, almeno sino ad adesso, non hanno dato luogo a nessuna conseguenza nei confronti delle società inadempienti che, pertanto, hanno tranquillamente proseguito e proseguono nelle loro politiche vetero – padronali e autoritarie, ma certamente non autorevoli, considerandosi “legibus solutae” sia da norme dell’ordinamento sportivo sia da norme dell’ordinamento generale, malintendendolo lo sport, non come “cosa di tutti”, bensì come esclusiva “cosa nostra”. Senza, altresì, voler considerare che il calcio nostrano, per dirla con il Presidente del CONI, dr. Giovanni Malagò, anch’egli certamente soggetto non sospetto, è delegittimato da chi lo rappresenta.

Ed è per questa ragione che ritengo opportuno e utile, anche a beneficio di ignari e smemorati, ripubblicare in calce la lettera aperta del 20 aprile scorso inviata dal Presidente, Alfredo Parisi, per l’appunto, al dr. Malagò, proprio sul tema della violenza a causa o in occasione di manifestazioni sportive: lettera che faceva seguito al Convegno sullo stesso tema tenuto il 16 aprile scorso presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi Di Roma, La Sapienza, organizzato dall’ONMS in collaborazione con la predetta Università.

Avv. Massimo Rossetti

RASSEGNA STAMPA – Lazio, via Candreva: c’è il Barcellona

Antonio Candreva e la Lazio, un matrimonio sempre più in difficoltà. Il nazionale azzurro è finito sul banco degli imputati nell’ultimo periodo negativo per la formazione biancoceleste e da elemento imprescindibile a indesiderato il passo è stato decisamente breve. Mancano i gol e gli strappi che avevano caratterizzato l’ultimo triennio: il ragazzo sembra aver la testa altrove e questo atteggiamento non va giù al patron Claudio Lotito che sta valutando seriamente una sua cessione a gennaio, anche per rientrare dai mancati introiti che sarebbero derivati dalla qualificazione in Champions League.

IPOTESI BARCELLONA – Il Messaggero conferma quanto rivelato qualche giorno fa dal Mundo Deportivo: Candreva è entrato nella possibile lista della spesa del Barcellona. Il numero 87 biancoceleste ha in Ariedo Braida un suo grande estimatore e in questo modo si spiegano le costanti visite del direttore sportivo internazionale blaugrana all’Olimpico. Su Candreva è vigile anche il Chelsea, altro club dal grande blasone che rappresenterebbe un deciso passo avanti nella propria carriera. L’agente Federico Pastorello, in esclusiva a calciomercato.com , ha aperto alla sua cessione ma resta da capire se ci sono margini per gennaio o sarà un discorso da rimandare alla prossima estate.

DISTRAZIONI E DELUSIONI – Se da un lato le sirene del mercato possono aver influito sulla concentrazione del nazionale azzurro, dall’altro i primi scricchiolii erano arrivati all’alba di questa stagione quando Pioli decise di affidare la fascia di capitano a Lucas Biglia. Una scelta non condivisa da Candreva che rifiutò il ruolo di vice; a questo vanno aggiunte le recenti e frequenti sostituzioni che lo hanno riguardato, se si pensa che in campionato solo in un’occasione è rimasto in campo per 90 minuti.

 

 

FIRMA QUI – Scudetto 1914-1915

Arturo Balestrieri è uno dei nove fondatori della società podistica Lazio. Ed era ancora in vita quando quando la Figc sospese il campionato per la grande guerra e poi assegnò il titolo al Genoa. Con la petizione per la riassegnazione ex aequo dello scudetto 1914/15, il ricordo si fa più vivo. Erika Balestrieri è la nipote di Arturo, e anche se non ha mai conosciuto il nonno, lo ha vissuto nei racconti della famiglia e della storia. E lo ricorda in un’intervista a Il Tempo .

Chi era Arturo Balestrieri? «Era mio nonno, non l’ho conosciuto perché è morto nel 1945, ma l’ho scoperto grazie ai racconti di mio padre e alle testimonianze storiche. Per l’epoca era un pioniere, uno sportivo in senso assoluto: podismo, canottaggio, nuoto, pugilato, pallacanestro».

Un atleta poliedrico, ma perché lo chiamavano “er piombo”?

«Perché all’inizio non sapeva nuotare! Poi fu protagonista di alcuni salvataggi nel Tevere e premiato con la medaglia al valore civile. Pare che lungo il fiume gli avessero dedicato una targa: “Provate il piombo Balestrieri”. E quello che attirava nuovi iscritti alla società era proprio il suo costume biancoceleste con la scritta Lazio».

Suo nonno fu anche un noto giornalista sportivo.

«Era un redattore della Gazzetta dello Sport , aveva iniziato a collaborare saltuariamente, poi diventò il suo lavoro principale. Seguiva molti sport e nella redazione di Milano hanno ancora i suoi articoli».

Nonché uno dei nove pioneri che fondarono la Lazio.

«Nel 1900, con gli amici in piazza della Libertà. Lui si occupava di accogliere i nuovi membri, avevano scritto un inno della Lazio e mio nonno lo suonava con l’ocarina a ogni nuovo ingresso».

Nel 1915 la guerra, la sospensione del campionato di calcio, poi lo scudetto al Genoa.

«Non fu chiamato alle armi perché aveva già 40 anni. Seguiva sempre la Lazio, anche se non ho trovato suoi articoli sullo scudetto del 1914/15. Certamente avrebbe fatto in modo che quella finale si giocasse».

Dopo cento anni si chiede la riassegnazione del titolo. Che ne pensa?

«Mi sembra giusto, non è stato dato modo alla Lazio di giocarsela ma assegnato a tavolino. Oltretutto in modo controverso e dopo anni, quindi mi sembra corretto dare un ex aequo per quello scudetto. All’epoca i biancocelesti erano una squadra forte, l’avrebbero meritato».

Pochi giorni fa è stato omaggiato suo nonno, ce lo racconta?

«Alla presentazione del libro “Dal Tevere al Piave” di Laziowiki col presidente della polisportiva Antonio Buccioni. E’ stato un momento emozionante quando abbiamo lasciato nel fiume una corona per lui».

Il suo contributo nel ricostruire la storia della Lazio è notevole.

«Mi fa piacere dare una mano e ricordare le mie origini. Vorrei che un giorno mio figlio conoscesse la Lazio, la società fondata dal suo bisnonno».

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Fonte : Il Tempo

RASSEGNA STAMPA – Lazio, anche Ranocchia in corsa

Giorni di sondaggi di mercato in casa Lazio: nel mirino uno o due difensori centrali. L’infortunio di De Vrij ha aperto una voragine. Fioccano le candidature: servono giocatori pronti e Lotito potrebbe guardare anche al mercato italiano. Dopo Tonelli, stopper titolare dell’Empoli, spunta Ranocchia, in possibile uscita dall’Inter, chiuso da Murillo e Miranda. Ma ci sono controindicazioni: stipendio piuttosto elevato. Poi la formula: niente prestito, l’Inter lo vende solo a titolo definitivo sui 6-7 milioni, ma si può ragionare forse sull’obbligo di riscatto. Con lui Pioli andrebbe sul sicuro e il reparto acquisirebbe un difensore con 20 presenze in nazionale. Resta comunque possibile la pista Tonelli, forse più accessibile di Ranocchia: il club toscano, di fronte a offerte congrue, potrebbe cederlo a gennaio, anche se l’idea è farlo partire a campionato finito. Il ds Carli ha un debole per Cataldi, considerato incedibile. E un altro talento come Oikonomidis potrebbe essere valorizzato in Toscana. Sul mercato è disponibile Vlaar, svincolato e fermo da quattro mesi per un intervento al ginocchio. Di certo andrebbe prima verificato in pieno il suo recupero fisico. Infine, il mercato europeo: in estate Tare si era avvicinato a Douglas, brasiliano del Dnipro. In Francia hanno accostato N’Koulou alla Lazio (a luglio trattato dal Napoli): non rinnoverà e a gennaio può muoversi. Stesso discorso per Terziev, bulgaro del Logodorets.

Fonte : Il Corriere dello Sport