Home Blog Pagina 2825

Heurtaux, a breve un incontro con la società

Il difensore dell’Udinese Thomas Heurtaux, attualmente fermo per infortunio, fa gola a diversi club. Tra questi, la società biancoceleste che, da tempo, è alla ricerca di un centrale in grado di sostituire il lungodegente Stefan De Vrij; inoltre il nome del giocatore dell’Udinese già nell’estate scorsa era stato avvicinato ai colori biancocelesti e sarà sicuramente uno dei nomi caldi del prossimo mercato invernale. Il calciatore però, oltre che dalla società romana, è monitorato anche da squadre estere, tedesche e francesi su tutte: Colonia, Hoffenheim, Lione e Olympique Marsiglia già rivolsero le loro attenzioni al giocatore durante l’ultima sessione di calciomercato. Nel frattempo però, nei prossimi giorni, ci sarà un contatto tra il procuratore del calciatore e la dirigenza friulana per comprendere quale sarà il futuro del difensore; dopo l’incontro se ne saprà di più. L’unica cosa certa è che non sarà facile arrivare al ventisettenne friulano perchè, a prescindere dalla folta concorrenza, l’Udinese parte da un valore di mercato superiore ai 10 milioni.

 

Lotito: “Lo sport può essere il punto d’incontro tra diverse civiltà”

Il presidente biancoceleste Claudio Lotito è tornato di nuovo sui fatti tragici che venerdì scorso hanno scosso duramente la capitale francese: “Quello di Parigi è stato un attacco sconsiderato che ha scaraventato non solo la Francia, bensì tutta l’Europa nella paura del terrorismo. Anche l’Italia, con il prossimo Giubileo, corre seriamente il rischio di finire nel mirino dei jihadisti. Bisogna mettere in campo misure concrete a supporto dell’intelligence italiana e delle forze dell’ordine ma soprattutto bisogna introdurre provvedimenti che possano prevenire tragedie come quella del Bataclan, istituendo percorsi sociali di integrazione e de-radicalizzazione. Anche il calcio può rappresentare un importante mezzo di confronto, il punto d’unione tra noi ed il mondo arabo, ci vuole una nuova ‘diplomazia del pallone’, principalmente con i Paesi del Golfo, attori importanti nello scacchiere mediorientale e nel sistema calcistico globale. Detto ciò, quello di mantenere vivo il ricordo delle vittime di Parigi è un atto dovuto e sentito. Le basi della democrazia sono il senso civico ed il rispetto dell’essere umano e quello che è successo venerdì deve essere uno stimolo in più per ognuno di noi alla ricerca di queste fondamenta. Sono atti da condannare, da reprimere nel migliore dei modi. Lo sport può essere il giusto tramite per sensibilizzare i tanti appassionati e per far maturare tutte le coscienze non solo in Italia ma nel mondo intero.

Fonte: AdnKronos

 

Gracias por todo Raul Gozalez Blanco, di nome e di fatto!

Raul Gonzalez Blanco questa notte ha detto basta. Oltre mille partite in carriera, caterve di gol ed una bacheca stracolma di trofei possono bastare. In nottata si è ufficialmente chiusa la carriera di un giocatore che, per la mia generazione, è l’emblema del Real Madrid. Raul-Real Madrid è un binomio che, per molti, è inscindibile, da sempre e per sempre. Vero, verissimo, ma forse non tutti sanno la sua storia prima che quella camiceta blanca diventasse una seconda pelle. Nato da Pedro Gonzalez e Maria Luisa Blanco a San Cristóbal de los Ángeles, un modesto barrio nella periferia madrilena, la sua vita non è stata sempre rosa e fiori. Papà elettricista e mamma casalinga, con tre figli alle spalle, dovevano fare gli straordinari per far mangiare e studiare tutti in casa. Non c’era tempo per giochi o viaggi costosi, il passatempo preferito era giocare a calcio per le strade del quartiere. Raul, esile, poco prestante fisicamente, era il più piccolo del gruppo e, ogni volta, veniva “donato” alla squadra che perdeva la conta per la palla. Un po come dire “Palla o ragazzino?”. Probabilmente la partita durava poco, perché piccolo ed esile si, minuto pure, ma di un altra categoria anche…Papà Gonzalez che appena aveva una pausa dal lavoro lo andava a vedere capì fin da subito le qualità fuori dalla norma del piccolo di famiglia “In una partita in strada, dove non c’è tattica o rispetto delle posizioni, lui giocava in maniera fin troppo elegante, faceva quasi paura” disse anni dopo. In effetti si, la sua classe era cristallina e dopo 5′ in cui “il ragazzino” aveva già fatto la differenza la partita si sospendeva e….”rifacciamo le squadre” era una frase gridata quasi all’unisono. Non solo il papà si accorge di lui, ma anche le giovanili del quartiere. Comincia così, con il San Cristóbal de los Ángeles la carriera di Raul. Caterve di gol che non passano inosservate e via, la grande opportunità nella capitale: Atletico Madrid, per la felicità del papà, di fede colchoneros. Si avete capito bene, va a Madrid, ma sponda Atletico. Troppo forte per la sua categoria, troppo esile per giocare da sottoetà? Si, ma non importa, perché uno così, fisico o non fisico, non può non giocare. Oltre cento gol in due anni alle giovanili, l’esordio in Liga appare imminente ma….la società ha gravi problemi economici, le giovanili chiudono. Ed è proprio da qui, da questa sciagura finanziaria, che nasce l’amore tra Raul ed il Real Madrid. Nelle giovanili fa la differenza, da subito, come al solito, come fosse per strada nel suo barrio. Mamma e papà che lo seguivano in tutte le partite giovanili, in silenzio su qualsiasi tipo di scalinata che circonda i campi della periferia madrilena in un attimo, senza accorgersene, si trovano sulle tribune del Bernabeu per l’esordio in Liga. Per vedere il primo gol devono aspettare tanto? Niente affatto, appena una settimana. Lo scenario? Probabilmente neanche il miglior regista avrebbe potuto fare meglio….avete già capito con chi è il Match? Facile dai: Atletico Madrid, il derby. La fede di papà per i colchoneros non può che passare in secondo piano, perché il piccolo di casa gioca una partita incredibile: gol, assist e giocate favolose, ed al 60′, quando esce, il Santiago Bernabeu si alza in piedi ad applaudire quello che diventerà un simbolo. Commozione e lacrime di mamma e papà sono inevitabili, ma Raul non ha solo talento e visione di gioco, ha anche un carattere ed un intelligenza tale da non montarsi la testa, anzi, capisce che è il momento di lavorare sempre più sodo, e lo farà. I risultati li sanno tutti, inutile ora dilungarsi a narrare la sua carriera. Con la camiceta blanca numero 7 sulle spalle ha fatto la storia. Si è reso protagonista di stagioni fantastiche ed è diventato, non solo per i gol, simbolo ed emblema del Real Madrid. È diverso dagli altri, forse da tutti. Quell’eleganza che mostrava nelle strade del suo barrio la porta, senza cambiarla neanche un po’, negli stadi più famosi del mondo. Celebre, e ripetuto in migliaia e migliaia di campetti provinciali, il suo modo di esultare: bacio all’anulare e doppio colpo a battersi sul petto, in onore di sua moglie, con la quale ha cinque figli. Una dedica, forse di più, come per dire “È grazie a te se sto qui, se segno e se gioco bene, è grazie alla serenità che mi dai“. È vero? Probabilmente no, perché il talento era talmente cristallino che anche se fosse stato un playboy scapestrato, sarebbe emerso uguale. Ma forse non sarebbe diventato la bandiera ed il punto di riferimento che è stato. “I giocatori vanno, le bandiere restano” facile a dirsi, difficile a realizzarsi se la tua squadra è il Real Madrid. Fu così che, in silenzio e con classe, chiuso da una caterva di fuoriclasse acquistati di anno in anno, e chiuso da altri fenomeni (quasi) come lui, ma più giovani, decide di lasciare. “È un arrivederci, non un addio” disse in sala stampa, e noi ci crediamo. Schalke prima, Qatar ed Usa po, le sue mete. In fondo passano gli anni, ma il suo gioco preferito è sempre quello…Oggi, nel giorno in cui ha detto definitamente basta, forse una scrivania con il suo nome al Bernabeu è già pronta. Ma non è necessario vederlo in giacca e cravatta per ricordarsi di lui. Perché scusateci se noi, amanti di un calcio romantico, continueremo ad esultare così, ed indossare quella maglietta, sintomo di classe dentro e fuori dal campo. E scusateci se, anche tra venti o trenta anni, quando il fisico sarà tutto meno che esile, segneremo il giovedì sera nella partitella tra amici, e non mimeremo Hulk o non faremo il gesto “Tranquilli qui ci sto io“, ma ci porteremo l’anulare sulle labbra e poi ci batteremo il cuore, magari senza moglie a casa o neanche fidanzata, ma quello, per noi, sarà un gesto che resterà sempre nella storia del calcio, simbolo di classe ed eleganza. Grazie di tutto, delle emozioni e delle perle che ci hai regalato. Ci mancherai su un campo di calcio Raul Gonzalez “Blanco”….di nome e di fatto.

Anderson: “Finalmente sto ritrovando continuità…”

Brillano i gioielli in casa lazio. I tifosi biancocelesti, dopo le ottime prestazioni (tutte condite con gol) nelle varie nazionali di Cataldi, Milnkovic-Savic e Antonio Candreva, vedono tornare a splendere il calciatore che più li fece sognare lo scorso anno, Felipe Anderson.

Nella roboante vittoria per 5 a 1 del Brasile under 23 contro i pari età degli Usa , il talento laziale ha sfoderato una grandissima prestazione mettendo a segno una fantastica doppietta. Pipe si è guadagnato l’attenzione dei media e queste sono le sue dichiarazioni a globoesporte.com: “Sono concentrato sul bene della squadra e non su quello individuale pensando di diventare capocannoniere. Sono contento della doppietta e che sto trovando stabilità e continuità di prestazioni cosicché possa aiutare i mie compagni. La cosa fondamentale è che tutta la squadra giochi bene e trovi facilità nelle trame di gioco“.

Alessio Allegrucci

PRIMAVERA – Lazio-Empoli (TIM Cup): ufficiali data e ora

La S.S. Lazio comunica che la gara Lazio-Empoli, valida per gli ottavi di finale della Primavera TIM Cup, si giocherà mercoledì 18 novembre alle ore 14:30 presso il Centro Sportivo di Formello.

Fonte: sslazio.it

Antonio Filippini: “Pioli allenatore top, ma un fattore lo sta mettendo in difficoltà…”

Ha vissuto una sola stagione in biancoceleste, ma è entrato nel cuore dei tifosi per l’attaccamento alla maglia e la grinta messa in campo. Antonio Filippini è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione I Laziali Sono Qua direttamente dall’Australia, dove sta lavorando per una scuola calcio allestita dal Milan.

Giovedì prossimo tornerò in Italia dopo un’esperienza di tre mesi qui in Australia. Qui c’è un ambiente che vuole crescere sotto il punto di vista calcistico ed ho avuto modo di imparare tantissimo a mia volta“.

Un rappresentante della Nazionale australiana, Chris Oikonomidis, è presente nella rosa biancoceleste. “La Lazio non è tra le squadre più seguite in Australia, dove vengono tifati soprattutto i top club a livello europeo come Barcellona, Real Madrid e Manchester United. Però quando dicevo di aver giocato nella Lazio tutti rimanevano impressionati, essendo un club la cui storia è sicuramente molto conosciuta“.

Passando all’attualità, la Lazio sta vivendo un momento difficile in campionato, con critiche che hanno investito soprattutto l’aspetto caratteriale. Secondo Antonio Filippini: “Purtroppo la squadra sta attraversando un momento di appannamento probabilmente anche a livello fisico, che fa apparire la Lazio poco determinata pure dal punto di vista caratteriale. La sfortuna poi non è mancata e tanti episodi negativi hanno contribuito inevitabilmente anche ad abbassare il morale della squadra. Sicuramente ha pesato anche la Supercoppa e la preparazione particolare che la Lazio ha dovuto affrontare ad inizio stagione, difficoltà che mi sembrano molto simili a quelle attraversate dal Napoli nella scorsa annata“.

Su Pioli Filippini ha però le idee chiare:Penso che sia uno degli allenatori più bravi in circolazione in questo momento. L’anno scorso ha dimostrato di essere da grande squadra, in questa stagione ha pagato la mancata qualificazione in Champions League, che ha sfalsato l’intero approccio all’annata. Ci sono giocatori che stanno rendendo al meglio in Nazionale e meno in biancoceleste: Candreva è molto conosciuto a livello italiano ma è meno noto in campo europeo e forse in maglia azzurra può godere di maggiore libertà. E’ cambiato anche il fatto di dover affrontare tre competizioni: l’anno scorso, pur con la Coppa Italia nel finale, la Lazio si è potuta concentrare su un unico obiettivo. Stavolta lo scenario è cambiato e questo forse ha disorientato un po’ anche il tecnico. Credo che gli impegni infrasettimanali rappresentino il fattore diverso rispetto alla scorsa stagione che sta pesando di più sul rendimento della Lazio.

Ma dove può arrivare la Lazio quest’anno, alla luce di tutto questo? “Secondo me in Europa League può arrivare molto lontano. In campionato quest’anno la competitività è nettamente aumentata, ma se la Lazio ritrovasse la convinzione dell’anno scorso potrebbe sicuramente rientrare per le posizioni che contano“.

Fabio Belli

LAZIALI FUORI PORTA – Un solo titolare in un weekend tra panchine e Nazionali

0

Weekend tutt’altro che esaltante per i baby aquilotti in prestito. Partiamo dalla serie B e da Tounkara, costretto a guardare dalla panchina il suo Crotone raggiunto nel finale sull’1-1 dal Lanciano. Stessa sorte per Pollace, nell’1-0 con cui la Salernitana regola il Novara: match a cui non prende parte nemmeno Strakosha, convocato dall’Albania U21 e sostituito tra i pali granata da Terracciano. In panchina anche Rozzi, che, in occasione della gara con il Crotone, ritrova dopo due mesi la convocazione del mister del Lanciano D’Aversa, e Crecco. Sorride invece Filippini, che parte ancora una volta titolare e gioca tutti e 90 i minuti nel match perso dalla sua Pro Vercelli contro il Modena, segno che ormai la fiducia nei suoi confronti è totale. “Minala è stato escluso dal gruppo per scelta tecnica, perché in ritardo rispetto ai compagni sotto il profilo. È troppo per importante, per la sua fisicità straripante e per la sua caratteristica dell’incursione, e ci punto tantissimo“: con queste parole il tecnico del Latina Somma ha motivato la decisione di escludere il camerunense, al secondo stop consecutivo, dai convocati per la sfida persa 3-1 dai pontini contro l’Avellino. In Lega Pro, parte dalla panchina, dopo una serie di maglie da titolare, Lombardi, nell’1-1 dell’Ancona con il Tuttocuoio: l’ex Trapani entra in campo al 64′, senza tuttavia incidere con il gol vittoria per i suoi. E voliamo infine in Messico, dove l’Atlas di Gonzalez ritrova la vittoria in Primera División dopo tre sconfitte di fila: l’uruguaiano non partecipa però all’1-0 sul Chivas perché convocato in Nazionale. 

TEMPI BELLI – Brocchi in campo, fenomeni sul mercato: qualcosa non quadra…

Una settimana di pausa per il campionato, in cui i tragici eventi internazionali hanno rubato la scena all’interesse per lo sport. Come è giusto che sia, anche se chi di dovere in casa Lazio non ha smesso di pensare alle difficoltà delle ultime settimane e a come superarle, quando il Palermo arriverà all’Olimpico domenica prossima.

Alla squadra e all’allenatore è stato detto un po’ di tutto, tra Milan e Roma. Inadeguati, ridicoli, poco attaccati alla maglia, prime donne, gruppo spaccato, spogliatoio distrutto, allenatore incompetente, scarso carattere, poca grinta, perdenti, eunuchi, commesse della Standa. E si potrebbre continuare per molto. Un vero disastro che ha fatto scattare la corsa alle accuse per l’ennesimo “scempio gestionale” di una società che avrebbe sostanzialmente composto un organico di brocchi, fatta di gente scontenta rimasta in catene dopo il casuale exploit dell’anno scorso e di giovani senza arte né parte, capitati in un ingranaggio più grande di loro e vittime della loro stessa inesperienza.

Una specie di squadra discount. Poi però dai un’occhiata alle notizie in giro e lo stracciamento di vesti cambia spartito: la squadra è talmente sfaldata, distrutta, spaccata, che sarebbe ormai in procinto di essere smantellata, probabilmente già a gennaio. Biglia è dell’Inter, 20 milioni più Ranocchia o qualche altra contropartita, giusto il tempo di capire quale potrebbe essere il nome in grado di fare incazzare più i tifosi. Candreva? 40 milioni e il Barcellona ci metterà le mani sopra, così come Louis Van Gaal sembrerebbe pronto a mettere le mani sugli “Stelipe“: Anderson più De Vrij a 40 milioni e passa la paura, l’olandese ve lo rimette in sesto lui. Unico problema, il City sarebbe disposto a offrire un quarantello solo per Felipe, bruciando così i rivali di sempre…

Ok, fermi un attimo: 20, 30, 40 e così via e in campionato siamo noni? Cioè, una squadra di fenomeni! E poi leggi ancora e scopri che Lotito si starebbe “mangiando le mani” perchè tra Parolo+De Vrij al Milan (50 milioni che sono finiti casualmente nelle casse della Roma, ma vi pare che scrivono certe cose per farci innervosire?) e Anderson allo United, avrebbe rinunciato a più di 80 milioni cash con i quali avrebbe potuto rifondare questa squadra ormai allo sbando (non parliamo poi di Biglia che era già del Real Madrid, come scrivono in moltissimi).

Insomma, la Lazio è una squadra “inadeguata“, ma a bocce ferme i suoi campioni vengono contesi a colpi di fantastiliardi, neanche parlassimo di Mas che compra il Paris Saint Germain e parte con le svendite. Diciamo invece che è da questa estate che la pressione attorno ai colori biancocelesti è massima, e passa anche attraverso questi paradossi. Nei momenti di sosta la Lazio svende “i suoi campioni” che riempiono le pagine di mercato. La fuga da Formello terminerà anche questa volta, magicamente, da domenica prossima, in cui i fenomeni si ritrasformeranno in pesi morti. E così via, e beato chi si accorgerà che qualcosa non quadra, in questo strano, stranissimo ragionamento.

Fabio Belli

Vice De Vrij: tra i tanti litiganti, un camerunense potrebbe godere…

Alla fine potrebbe essere Nicolas N’Koulou il difensore tanto cercato dalla Lazio per sostituire l’infortunato De Vrij: secondo quanto rivela ‘Il Corriere dello Sport’, infatti, nelle ultime ore il ds capitolino Igli Tare sarebbe volato in Francia per trattare il giocatore direttamente con il suo club di appartenenza, l’Olympique Marsiglia. Camerunense, N’Koulou ha il contratto in scadenza il prossimo giugno e quindi potrebbe liberarsi già a gennaio: proprio per questo la Lazio ha deciso di tenerlo particolarmente d’occhio, per regalare a Pioli il centrale di cui ha tanto bisogno senza spendere nemmeno un euro. Oltretutto il ragazzo possiede un fisico esplosivo e un’ottima velocità, quindi farebbe perfettamente al caso del tecnico parmense. Il suo nome non è però l’unico sul taccuino di Tare: altre piste portano infatti agli italiani Tonelli Ranocchia e all’olandese Vlaar, che però non convince a pieno per le sue precarie condizioni fisiche. Senza dimenticare Douglas del Dnipro – che la prossima settimana affronterà proprio la Lazio nella gara dei gironi di EL: per lui i biancocelesti già in estate avevano offerto 6-7 milioni, ricevendo però in cambio un netto rifiuto dal club ucraino. Che, per privarsi del brasiliano, non ha intenzione di scendere al di sotto dei 10 milioni. La Lazio potrebbe tuttavia offrire, come parziale contropartita, il cartellino di Lulic, che non vuole rinnovare il suo contratto in scadenza nel 2017 e che i biancocelesti stanno pensando di cedere per ottenere soldi freschi da reinvestire nel mercato.

Serie A prossimo turno il programma

Dopo la sosta per la nazionali il campionato di Serie A riparte sabato 21 novembre con il primo anticipo della 13^ giornata d’andata che vede la Roma, reduce dalla vittoria nel derby, impegnata in trasferta sul campo del Bologna. Qualche ora più tardi a Torino ci sarà il big-match di questo turno che vede affrontarsi la Juventus ed il Milan al Juventus Stadium. Dopo i due gustosissimi anticipi del sabato, Roma e Juventus poi saranno impegnate in Champions League rispettivamente al Camp Nou contro il Barcellona e a Torino contro il Manchester City, la serie A torna in campo domenica alle 12:30 con il Napoli di Sarri impegnato sul campo del Verona.

SERIE A ALLE 15 – Alle 15 la Lazio, reduce dalla sconfitta nel derby e per l’esattezza da tre stop consecutivi, ha l’obbligo di far suo l’incontro dell’Olimpico contro il Palermo dell’ex Ballardini, che nel frattempo ha preso il posto dell’esonerato Iachini. Il resto della 13^ giornata alle 15:00 poi vede gli incontri Atalanta-Torino, Carpi-Chievo, Fiorentina-Empoli, Genoa-Sassuolo e Udinese-Sampdoria. L’ultima gara di questo turno, infine, è il posticipo del Meazza che vede in campo l’Inter capolista contro la cenerentola Frosinone, con i ciociari al debutto assoluto a San Siro.

Felipe Anderson goal e spettacolo in nazionale

Felipe Anderson deludente al derby e protagonista in Brasile con la maglia della nazionale olimpica (Under 23) verdeoro). Il giocatore della Lazio infatti ha siglato due reti delle cinque del Brasile in amichevole contro gli Stati Uniti. Il Brasile all’inizio perdeva per una rete a zero ma prima dell’intervallo è riuscita a pareggiare i conti con la rete di Gabriel. Ad inizio ripresa il giocatore della Lazio ha siglato il sorpasso verdeoro e poi la rete del tris, quest’utlima su calcio di punizione. nel finale il Brasile ha poi dilagato concludendo l’incontro sul 5-1.

Liverani ricorda: “Speciale quel derby del 6 gennaio”

Il passato biancoceleste non si dimentica, parola di Liverani“L’arrivo alla Lazio fu molto veloce –  le parole di dell’ex centrocampista alla Lazio dal 2001 al 2006, alla Gazzetta Regionale – si parlava di tante squadre ma non si chiudeva nessun accordo. Poi il mio procuratore mi disse che la Lazio aveva mostrato molto interesse e che voleva chiudere la trattativa prima possibile. Ci ho riflettuto due secondi e poi ho dato il consenso alla trattativa dei miei sogni. C’è voluta un po’ di fortuna, visto che probabilmente ha influito l’infortunio di Simeone in Champions, ma io ero pronto per questa categoria, volevo dimostrarlo a tutti i costi. Il giovedì salutai i miei compagni e domenica ero già titolare all’Olimpico”. In cinque anni di Lazio ha giocato tanti incontri importanti ma il derby del 6 gennaio 2005 ha un posto speciale nel suo album dei ricordi: “Una serata speciale. Noi venivamo da un periodo non positivo, eravamo in grande difficoltà. Sulla carta era veramente difficilissimo spuntarla, neanche ne parlavamo nello spogliatoio. Nessuno avrebbe puntato un centesimo su di noi, ma io dentro di me sapevo che quel derby sarebbe finito con a vittoria e con un gol di Di Canio. Sono felice per aver contribuito alla realizzazione di questo sogno. Il derby romano è la partita più bella che c’è”. Il suo addio alla Lazio per probabili dissidi con il presidente Lotito“Questa è una diceria. Probabilmente io e Lotito ci siamo incontrati nel periodo sbagliato. Quando lui arrivò trovò una situazione disastrosa a livello manageriale, quini cominciò una vera rivoluzione. Nonostante questo Lotito provò a trattenermi e io inizialmente avevo anche accettato – conclude –poi ci ripensai perché sentivo che un ciclo era finito”.

RASSEGNA STAMPA – David Luiz e Cavani “Non vogliamo tornare”

Parigi fa paura a tanti dopo gli attentati di Venerdì scorso. Tra questi ci sono il brasiliano David Luiz e l’uruguaiano Edinson Cavani, al momento impegnati con le rispettive nazionali per le qualificazioni ai Mondiali del 2018.

DAVID LUIZ: “FOSSE PER ME RESTEREI QUI” – “Ho la mia fidanzata, la mia famiglia e i miei amici a Parigi – dice David Luiz che non giocherà martedì prossimo nella sfida del Brasile contro il Perù perché squalificato -. Sono tristi e spaventati. Non so cosa farò, se tornerò lì: è il mio lavoro ma se fosse per me, resterei qui”.

GONZALEZ: “CAVANI NON VORREBBE RIENTRARE” – Sulla stessa linea Cavani che teme il rientro nella capitale francese: a raccontarlo è il compagno di squadra nell’Uruguay, Alvaro Gonzalez: “E’ orribile, per il calcio e per la città – dice  il centrocampista ex Lazio in una conferenza stampa alla vigilia del match contro il Cile -. Parlando del fatto che David Luiz non ha voglia di tornare a Parigi, Edinson ha detto che anche lui non rientrerebbe”. Sul proprio account di Twitter, Cavani ieri ha scritto: “Solidarietà per il momento doloroso che Parigi sta vivendo”. Poi Gonzalez, in conferenza stampa, ha pure rivelato che Cavani gli ha comunicato le intenzioni del compagno di club, il brasiliano David Luiz.

Fonte : La Repubblica

RASSEGNA STAMPA – Per Douglas si aspetta lo sconto

Lo sconto, ecco cosa si aspetta. O un’agevolazione sulla formula di trasferimento. Douglas del Dnipro costa 10 milioni, dicono gli ucraini. La Lazio vorrebbe chiudere a 6-7 milioni. Una prima offerta è stata respinta, la società non s’è data per vinta. Lotito e Tare attendono il 26 novembre, il giorno del match Lazio-Dnipro di Europa League, per sferrare l’assalto decisivo. Se ne parlerà a Roma, si tratterà faccia a faccia. Per Douglas si sarebbe mosso anche il Galatasaray, sono le notizie provenienti dalla Turchia (non sempre attendibili). Il club di Istanbul starebbe provando a trattare sulla base del prestito con riscatto. E’ una strada che stuzzica anche Lotito, magari fissando un obbligo di riscatto. Douglas è una prima scelta per i biancocelesti, è un giocatore seguito più volte. Piace a Igli Tare, non può sbagliare la mossa. Ha centrato il colpo De Vrij, ma gli acquisti di Mauricio e Gentiletti si sono rivelati un flop.

Fonte : Il Corriere dello Sport

RASSEGNA STAMPA – Real e Inter su Biglia

Non parla spesso Enzo Montepaone, il procuratore di Lucas Biglia. Ma quando lo fa, trova sempre il modo per non passare inosservato. In estate, l’annuncio del suo arrivo a Roma per parlare con la Lazio del suo assistito, ha caratterizzato tutta la sessione di mercato biancoceleste e generato nell’ambiente una sorta di “countdown”. Che però è stato continuamente posticipato, fino a cadere nel nulla e lasciare tutto inalterato.

RINNOVO BIGLIA, L’AGENTE: “SETTIMANA PROSSIMA INCONTRO CON IL CLUB” – Alla fine Biglia non ha rinnovato il suo contratto con la Lazio, ma non è nemmeno partito per la Spagna, destinazione Real Madrid, la squadra che lo stesso Montepaone aveva indicato come “interessata al giocatore”. Adesso, a distanza di mesi, la storia si ripropone. Anche in questo caso le voci di mercato riguardano le “Merengues”, cui però si è aggiunto l’interesse dell’Inter di Mancini. Proprio in riferimento ai nerazzurri, è stato interpellato l’agente dell’argentino: “In questo momento sono solo rumors. Bisogna parlare con la Lazio e con Lotito, sono loro a decidere se il giocatore partirà a gennaio. Io sarò in Italia la settimana prossima (comincia un nuovo countdown, ndr), quindi vedremo”.

“SE STA BENE ALLA LAZIO? DICIAMO CHE STA BENE IN ITALIA…” – Non solo, Montepaone si lascia andare a ulteriori dichiarazioni allusive: “Se il ragazzo si trova bene alla Lazio? Sì, diciamo che si trova bene in Italia in generale. Non posso dire se gli piacerebbe essere allenato da Mancini, parlo solo quando ho qualcosa di concreto in mano e al momento non c’è nulla”. Classici giochi di mercato, ma la Lazio è irremovibile e non ha alcuna intenzione di cedere a gennaio il suo gioiello, colpito duro da David Luiz nella partita contro il Brasile della sua Argentina (fortunatamente senza conseguenze). In estate gli ha proposto un rinnovo contrattuale con relativo adeguamento, portandolo a cifre da top player per il club (oltre 2 milioni di euro), e l’offerta è sempre valida. Quando (e se) arriverà in Italia l’agente del regista, le parti si vedranno per parlarne nuovamente.

Fonte : La Repubblica

RASSEGNA STAMPA – Le due facce della Lazio di Pioli

C’è una Lazio che fatica nel gioco e nei risultati, che si guarda in faccia dopo tre debacle di fila, le sconfitte con Atalanta e Milan erano solo un anticipo del derby. C’è una Lazio che non riesce a ritrovarsi, che segna poco – solo 16 gol fatti – e subisce fin troppo, tanto da laurearsi come seconda peggior difesa della serie A con 20 reti incassate. Stefano Pioli ha chiamato spesso all’appello gli uomini chiave nella rosa biancoceleste, quelli insomma che lo scorso anno gli hanno regalato terzo posto e Champions. Da Candreva a Felipe Anderson, in troppi non hanno ancora risposto all’appello.

Poi c’è un’altra Lazio, faccia opposta della medaglia, quella in giro per il mondo con le diverse nazionali. Le convocazioni sono arrivate per dodici biancocelesti, impegnati tra partite amichevoli o qualificazioni, e con la maglia della propria rappresentativa nessuno ha fallito. Anzi, tutti hanno dimostrato quella condizione fisica e voglia di essere decisivi che a Roma latita da un po’.

Vedi alla voce Antonio Candreva, ormai pilastro per l’Italia di Antonio Conte, leader assistman e goleador. Il ct stravede per lui, il centrocampista lo ripaga adattandosi a giocare anche sulla corsia sinistra, non certo la sua preferita. Nell’amichevole contro il Belgio, nonostante la sconfitta, si è rivelato uno degli azzurri più in forma. Tanto che al centrocampista romano sono bastati tre minuti per portare la Nazionale in vantaggio, perché se Pellè cicca ci pensa lui di mancino sottoporta a far gol. Non gli basta mai, corre e sfreccia a superare l’ex compagno Cavanda e sfiora il bis con un tiro che solo il miracolo di Mignolet può annientare. Antonio con la maglia azzurra addosso sembra rinato, con la Lazio in questa stagione ha collezionato soltanto due assist e un gol, oltre a prestazioni ben lontane da quelle a cui aveva abituato. Sessanta minuti con personalità anche per Marco Parolo, infortunio alle spalle e pedina fondamentale per Conte, i due sono ormai leader con l’Italia.

La criptonite biancoceleste per un Superman in Nazionale, la trama non cambia se si parla di Danilo Cataldi. Con l’Italia di Di Biagio è titolare inamovibile, ma soprattutto è riuscito a trovare la gioia del suo primo gol in stagione. La gara di qualificazione agli Europei 2017 contro la Serbia under 21 l’hanno decisa il centrocampista e il suo compagno alla Lazio Sergej Milinkovic-Savic. Il serbo a sbloccare il match con un tiro-cross dal fondo diretto in rete, il romano a pareggiare i conti con un destro potente e preciso dal limite. Danilo esulta con la rabbia della liberazione, simula sul viso un paio di occhiali come a dire che ci sa fare. E ora la rete vuole gonfiarla anche in biancoceleste, a dimostrare che la linea verde portata avanti dalla società può dare i suoi frutti.

Un segnale a Pioli lo ha lanciato anche Ricardo Kishna con l’Olanda under 21, un assist col tacco da impazzire servito per il gol decisivo. Un altro dettaglio salta agli occhi, tutti gli altri biancocelesti impegnati con le nazionali hanno saputo mettersi in mostra con prestazioni di qualità, anche senza colpi risolutivi. Da Biglia con l’Argentina nelle qualificazioni ai Mondiali 2018 a Lulic che si gioca i playoff per Francia 2016 con la Bosnia-Erzegovina, da Felipe Anderson con il Brasile under 23 a Onazi con la Nigeria. Ora alla ripresa del campionato, la Lazio è chiamata all’esame Palermo e sbagliare ancora è severamente vietato. E Pioli spera che le buone prestazioni in nazionale possano essere una cura efficace anche in biancoceleste per ritrovare vittoria e condizione.

Fonte : Il Tempo

RASSEGNA STAMPA – Biglia incanta, Lotito prova a blindarlo

È sceso in campo nel pareggio contro il Brasile, ha trascinato l’Argentina, è diventato il pupillo del Tata Martino. Novanta minuti da protagonista, qualche giocata da fuoriclasse e l’ennesimo brutto intervento subito (forte botta alla caviglia in uno scontro con David Luiz). Nulla di preoccupante, Lucas Biglia dovrebbe partecipare regolarmente all’ultima sfida contro la Colombia (in programma martedì notte), rientrerà a Formello giovedì. Mister Pioli lo lancerà dal primo minuto con il Palermo, il presidente Lotito invece lo convocherà per discutere una volta per tutte il rinnovo. Nella Capitale sbarcherà finalmente il suo procuratore (è atteso da 4 mesi), la Lazio proverà a blindare l’argentino con una clausola da 35 milioni di euro e un ingaggio da 2,2 milioni sino al 2020: «In questo momento non abbiamo nulla in mano, sono solo voci – ha spiegato Enzo Montepaone – bisogna esclusivamente parlare con la società, sono loro a decidere se il ragazzo deve partite subito o meno. Se Lucas si trova bene alla Lazio? Diciamo che si trova bene in Italia in generale. Ma al momento con l’Inter non c’è nulla».

Le pretendenti non mollano, proveranno a convincere il giocatore già per gennaio (c’è anche il Real Madrid), la sensazioni restano comunque negative, il diesse Tare è stato chiaro: «Non vendiamo Biglia nel mercato invernale, per noi è un giocatore fondamentale». Si vedrà, a breve verrà presa una decisione finale, l’ambiente e Pioli incrociano le dita. E intanto attendono rinforzi per la difesa: lo stop di De Vrij ha complicato i piani, Mauricio, Gentiletti e Hoedt non bastano, la caccia al nuovo centrale è già scattata. In Italia piace Heurtaux dell’Udinese, i rapporti sono buoni, la trattativa può decollare in qualsiasi momento.

Occhio anche a Rugani e Tonelli. Mentre all’estero le piste più concrete portano a Douglas del Dnipro (c’è da battere la concorrenza del Galatasaray) e Vlaar, al momento senza contratto e fermo per un problema al ginocchio. In uscita Oikonomidis: può andare in prestito all’Empoli. Altri rinnovi: nessuna novità su Marchetti, il contratto è pronto, ma la firma slitta sistematicamente. Il portiere sta riflettendo, potrebbe essere il suo ultimo anno alla Lazio. Mentre Lulic continua a rifiutare qualsiasi proposta dal presidente Lotito. L’addio a fine stagione è inevitabile.

Fonte : Il Tempo

La Francia reagisce! Attacco all’Isis

AGGIORNAMENTO ORE 01.28 – 

La Francia ha sganciato 20 bombe e nei raid sono stati impiegati 12 aerei, tra i quali 10 caccia da combattimento, partiti simultaneamente dagli Emirati Arabi Uniti e dalla Giordania. In città, oltre l’energia elettrica, è stata tagliata anche la fornitura di acqua. Lo riferisce l’Ansa.

Distrutti due campi di addestramento, annuncia il ministero della Difesa della Francia. Sono almeno 10 i raid compiuti contro il polo petrolifero siriano di Dayr az Zor, da mesi nelle mani dell’Isis: lo riferiscono gli attivisti dell’opposizione anti-Assad. Grazie alla conquista della città, nell’est della Siria, l’Isis riesce a garantirsi milioni di dollari di proventi nel traffico illegale di petrolio.

L’aviazione francese ha compiuto domenica sera attacchi contro posizioni dell’Isis a Raqqa, la capitale dello Stato Islamico. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Parigi precisando che sono stati impiegati complessivamente 12 aerei, di cui 10 caccia da combattimento. La Francia era già da tempo impegnata in attività militari in Siria – e questo è stato tra l’altro indicato come il principale motivo alla base degli attentati di venerdì sera – ma i nuovi raid vengono visti come una risposta diretta alle ultime azioni dei terroristi, che hanno provocato 129 morti e circa 300 feriti. Lo stesso presidente François Hollande, nel suo intervento a caldo dopo le stragi, aveva fatto sapere che la risposta dell’Eliseo sarebbe stata «determinata e spietata». E pure il primo ministro Manuel Valls aveva lasciato intendere che una reazione non avrebbe tardato ad arrivare parlando di una «guerra che intendiamo vincere».

Il supporto degli Usa

I caccia francesi hanno sganciato una ventina di bombe su altrettanti obiettivi strategici, puntando in particolare su un centro di comando e su un campo di addestramento dell’Isis.Gli aerei sono partiti dagli Emirati Arabi Uniti e dalla Giordania. Gli obiettivi erano stati precedentemente identificati nel corso di missioni di perlustrazione e l’intera operazione, fa sapere il governo transalpino, «è stata condotta in coordinamento con le forze americane». Queste ultime, secondo il Wall Street Journal, avrebbero fornito importanti dati di intelligence per i raid sul territorio siriano. Domenica pomeriggio Washington e Parigi avevano anche annunciato di avere trovato, dopo una telefonata tra il segretario alla Difesa americano Ash Carter e il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian, un accordo sui «passi concreti che le forze militari americane e francesi debbono intraprendere di qui in avanti per intensificare la loro azione contro l’Isis». E più o meno in contemporanea ad Antalya, in Turchia, il presidente americano Barack Obama e quello russo Vladimir Putin, a margine del vertice del G20 hanno avuto un confronto al termine del quale, pur con le rispettive divisioni, hanno definito «imperativo» il raggiungimento di un’intesa sulla conclusione della guerra in Siria.

Renzi: «Serve una strategia»

Sempre da Antalya è intervenuto anche il premier italiano Matteo Renzi, secondo cui la risposta che la comunità internazionale deve mettere in campo deve essere frutto di una strategia, non semplicemente di una reazione. «La reazione ha prodotto disastri come la Libia – ha sottolineato il capo del governo -. Noi abbiamo bisogno di una strategia». «Una parte dei terroristi nei vari casi di attentati che ci sono stati in Europa – ha poi aggiunto -, vengono dalle nostre periferie. Sono cresciuti nelle nostre scuole, sono nostri connazionali,non vengono da fuori. E hanno colpito luoghi di vita quotidiana. Teatro, stadio, ristorante. Vogliono ucciderci. Quando non riescono a ottenere la nostra morte vogliono cambiare la nostra vita. Farci vivere nella paura».

Fonte: Corriere della Sera

Di Canio: “Ecco chi vedo favorito per lo scudetto”

Intervistato da Sky Sport, Paolo Di Canio ha parlato della lotta scudetto: “La Juventus ha cambiato tanto, prendendo tanti giovani ed è difficile ripartire. Qualche giovane dovrebbe prendersi più responsabilità ed essere meno egoista. Se Allegri riuscirà nel breve periodo ad amalgamare il gruppo, la Juve potrebbe tornare a lottare per il vertice. Il Milan ha stentato a inizio stagione ma ora è tornato a fare bene. Pian piano Mihajlovic sta trovando la quadra. Inter e Roma possono lottare per lo scudetto ma devono migliorare: i nerazzurri devono giocare meglio e i giallorossi devono migliorare nella fase difensiva. Vedo favorite Napoli e Fiorentina che sono delle certezze destinate a durare. Tra cinque giornate due di queste squadre si staccheranno dal gruppo”.

Domani giornataccia per gli automobilisti romani

QUALITÀ DELL’ARIA. DOMANI FERMI VEICOLI CON TARGA DISPARI

Come disposto dall’ordinanza firmata ieri dal Commissario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca, domani lunedì 16 novembre si fermano le auto e le moto la cui targa finisce con un numero dispari. Il provvedimento si è reso necessario a causa del persistere dell’alta concentrazione di polveri sottili nell’atmosfera che la rete di monitoraggio ha rilevato per cinque giorni consecutivi.

Lo stop alla circolazione dei veicoli a targa dispari avverrà dalle 7.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 20.30. Potranno circolare ciclomotori due ruote quattro tempi Euro 2 e motocicli quattro tempi Euro 3.

Il provvedimento è stato preso in base alla delibera di Giunta Capitolina n.242/2011.

Martedì 17 novembre

Nella giornata di martedì 17 novembre non potranno circolare le auto e le moto con l’ultima cifra della targa pari dalle 7.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 20.30.

Potranno circolare ciclomotori due ruote quattro tempi Euro 2 e motocicli quattro tempi Euro 3.