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RASSEGNA STAMPA – «Contro il terrorismo serve “Diplomazia del pallone”»

«Anche il calcio può costituire un importante mezzo di confronto, il trait d’union tra l’Occidente e il mondo arabo in quella che definirei come una nuova ‘diplomazia del pallone’, da intraprendere principalmente con i Paesi del Golfo, attori primari nello scacchiere mediorientale e nel sistema calcistico globale»: così, in una nota, il presidente della Lazio, Claudio Lotito.

«Il terribile attacco condotto a Parigisottolinea – ha trascinato non solo la Francia, bensì tutta l’Europa nell’incubo del terrorismo. Il nostro stesso Paese, con la prossima inaugurazione del Giubileo, rischia di finire nel mirino della galassia jihadista. La politica – evidenzia il presidente della Lazio – affronti il pericolo mettendo in campo misure concrete a sostegno di intelligence e forze dell’ordine, ma soprattutto consideri l’introduzione di provvedimenti atti a prevenire tragedie come quella del Bataclan, aprendo percorsi sociali di integrazione e de-radicalizzazione. In questo senso anche il calcio può costituire un importante mezzo di confronto, il trait d’union tra l’Occidente e il mondo arabo in quella che definirei come una nuova ‘diplomazia del pallone’, da intraprendere principalmente con i Paesi del Golfo, attori primari nello scacchiere mediorientale e nel sistema calcistico globale».

«Sarà compito di tutti ricordare le vittime di Parigiaggiunge Lotito – Si tratta di un atto dovuto e sentito. Quello che è successo venerdì deve stimolare in ognuno di noi senso civico e rispetto dell’essere umano che rappresentano i cardini fondamentali della democrazia. Sono atti da condannare, da reprimere nel migliore dei modi. Lo sport – conclude Lotito – può essere il modo giusto per sensibilizzare i tanti appassionati e far maturare tutte le coscienze non solo d’Italia ma del mondo».

Fonte : Il Corriere dello Sport

RASSEGNA STAMPA – Anderson: “Sto ritrovando continuità”

Un anno fa, proprio di questi tempi, con la nazionale olimpica del Brasile nasceva la stella di Felipe Anderson, quella che ora è valutata almeno 50 milioni. Ma che nel novembre 2014 era ancora considerato un talento triste, apatico e inconcludente. Fino a quando non è riuscito a trovare la fiducia in se stesso.

IL TORNEO IN CINA E I 4 MESI DA URLO – L’occasione è la sosta del campionato e la convocazione nell’Olimpica del Brasile per il torneo di Wuhan, in Cina. Nonostante le evidenti difficoltà nel primo anno e mezzo in Italia, in quel contesto Felipe Anderson è considerato un leader e gli viene affidata una maglia sacra per la Seleçao: la numero dieci. Alla prima gara, il 14 novembre contro l’Australia, il calciatore della Lazio si mette in luce con un bell’assist per Araujo; nell’incontro successivo con la Corea del Sud, poi, arriva anche il gol liberatorio, quello che ha finalmente consentito alla sua autostima di scattare verso l’alto e regalare a Pioli un giocatore nuovo, decisivo. Il torneo cinese si conclude con un’altra vittoria contro i padroni di casa, Felipe non segna ma è la stella del Brasile campione. Un’etichetta che riesce subito a rendere valida anche in Italia. Da dicembre (quando inizia a essere schierato titolare) a metà aprile la sua marcia è devastante: in 16 partite segna 10 gol e fornisce 9 assist, guidando la Lazio nella corsa per il terzo posto e in finale di Coppa Italia. Poi però arriva la flessione: dal suo gol nel 4-0 all’Empoli del 12 aprile, Anderson non riesce più a entrare nel tabellino e regala un solo assist ai compagni. Ma la sua valutazione, a fine stagione, si è comunque quintuplicata come testimonia l’offerta da 50 milioni che il Manchester United ha recapitato a Lotito ad agosto.

DUE GOL AGLI USA: “STO TROVANDO CONTINUITÀ” – La stagione attuale è iniziata in sordina, proprio come si era conclusa l’ultima. Uno splendido gol al Genoa alla quinta di campionato è il suo primo centro, poi un lampo tra il 18 e il 22 ottobre dove segna 4 volte tra Sassuolo, Rosenborg e Torino. Sembra essere tornato quello dell’anno scorso, ma nelle successive tre gare con Atalanta, Milan e Roma (dove colpisce una traversa che ancora grida vendetta) resta a secco e la Lazio esce sempre sconfitta. Insomma, la situazione per lui non è proprio triste come quella di un anno fa, ma il Felipe continuo e determinante di quei 4 mesi e mezzo non si è ancora rivisto. La nazionale brasiliana può consentirgli ancora una volta di ritrovare la fiducia in se stesso. Soprattutto se, come accaduto nella gara contro gli Stati Uniti, Felipe torna di nuovo a strabiliare tutti: entrato dopo un quarto d’ora per sostituire l’infortunato Valdivia, il giocatore della Lazio sigla una doppietta nel 3-1 conclusivo: “Per me e per la Nazionale è un buon momento, sto riuscendo a trovare continuità di rendimento”. Se riuscirà a garantirla anche nei prossimi mesi, magari andando oltre metà aprile, allora altro che 50 milioni…

Fonte : La Repubblica

RASSEGNA STAMPA – Tagliavento e il derby

Dal derby vinto dalla Roma è passata poco più di una settimana, ma il fuoco delle polemiche non si è ancora spento. I giallorossi meritano sul campo la vittoria, ma il rigore concesso per il fallo di Gentiletti su Dzeko ha certamente spianato la strada agli uomini di Garcia. Quella decisione dell’arbitro Tagliavento, dopo appena una decina di minuti di gioco, la Lazio non l’ha digerita visto che l’intervento era fuori dall’area di rigore. Scontenti i tifosi e i giocatori per la direzione arbitrale del fischietto di Terni, ma anche la società biancoceleste. Che non ha esitato a far sentire la sua voce, già con il ds Tare il giorno stesso della stracittadina. Un duro confronto con Tagliavento, per ribadire le proprie ragioni. Poi ha deciso di scendere in campo anche il presidente Lotito, qualche giorno fa. Il numero uno biancoceleste è piombato negli uffici dell’AIA pronto a esprimere tutta la sua insoddisfazione, e lì ha avuto un’accesa discussione con il presidente Nicchi in cui non ha nascosto i suoi dubbi sulla designazione e la direzione di gara di Tagliavento durante il derby capitolino. La Lazio non ci sta più a subire torti arbitrali, questo in sintesi il pensiero espresso da Lotito, anche se dall’AIA non è arrivata nessuna risposta in merito.

Fonte : Il Tempo

La rivincita di un piccolo-grande giocatore: Sergej Milinkovic-Savic

Grinta, tecnica e talento…il tutto concentrato in un colosso (1,93 m) di soli 20 anni: Sergej Milinkovic-Savic.
E’ incredibile la rapidità con cui, nonostante la giovanissima età, il talento serbo sia riuscito a conquistare il cuore dei tifosi e a diventare un elemento fondamentale nello scacchiere tattico di mister Pioli. Sembra ieri che, dopo una trattativa estenuante con il Genk, complice anche la concorrenza della Fiorentina dei Della Valle, Sergej muoveva con difficoltà i suoi primi passi in un grande campionato come quello italiano e tutto ciò che esso comporta (nuovo paese, lingua nuova, ecc.) senza contare poi il peso di quei 9 milioni di euro spesi per strapparlo alla concorrenza che sembravano un macigno troppo grande per le sue giovani spalle. “Non è un giocatore in grado di spostare gli equilibri” aveva tuonato il ds viola Padrè dopo aver perso il duello di mercato con la Lazio, e purtroppo i fatti “sembravano” dargli ragione. Sergej appariva impacciato e irruento, insomma un inizio che non giustificava la spesa fatta per lui. Eppure il ds Tare non ha mai avuto dubbi sull’investimento fatto, si è subito innamorato del suo talento, lo ha voluto tutti i costi convinto che presto il suo potenziale sarebbe emerso. Del resto se vieni nominato 3° miglior giocatore del mondiale U20 qualcosa deve pur significare. Poi la svolta: Serbia Lituania under 21, il gigante serbo realizza un assist e due gol. Da lì migliora in maniera esponenziale trovando gloria anche con la maglia biancoceleste: dall’esordio europeo (con tanto di gol) contro il Dnipro in Europa League in poi, Sergej è stato una sorpresa continua e ha conquistato presto il posto da titolare nella Lazio. Il suo grandissimo talento, l
a duttilità e la sua intelligenza tattica hanno reso il centrocampista classe ’95 un jolly prezioso per la Lazio a cui è estremamente difficile rinunciare. Ora pare inarrestabile e se ne sono accorti “tutti“: colpi di tacco, sombreri, grandi abilità nel possesso palla, prepotenza fisica e a dispetto della stazza, tanta, tantissima corsa (record di km percorsi in una partita nella 9° giornata di campionato). Adesso è palese il perchè la Lazio ha voluto fare All-in per portarlo a Roma e finalmente ne raccoglie i frutti.
La presenza del colosso serbo nell’undici biancoceleste scatena la fantasia degli esterni offensivi, abili ad inserirsi negli spazi e a sfruttare le innumerevoli spizzate del centrocampista. Stessa sorte per il centravanti di turno, liberato dalla morsa dei due centrali avversari, uno dei quali costretto a contrastare il trequartista serbo sulle palle alte. Inutile dire che ora i paragoni illustri degli addetti ai lavori abbondano: chi rivende in lui il giocatore del Chelsea Nemanja Matic o uno dei giocatori più forti in circolazione, cioè il campione del Manchester City Yaya Tourè. Venturin l’ha addirittura definito tecnicamente più forte di un grande ex come Dejan Stankovic.
E’ vero che è dura non sognare di fronte a questi paragoni, a maggior ragione quando sai che Sergej è tra i 40 candidati al premio Golden Boy 2015 (premio fino ad ora vinto da grandi giocatori come: MessiAgueroFabregasRooneyPogba e Gotze, oltre all’ultimo vincitore Raheem Sterling), ma come ha sempre ribadito Stefano Pioli, il ragazzo va lasciato libero di lavorare in pace e senza pressioni, i risultati verranno da sé e se questa è solo la punta dell’iceberg…
Insomma,  tutto questo a soli “vent’anni”…possiamo solo immaginare cosa potrà fare quando la sua maturazione calcistica sarà completata.

Marco Lanari

Ecco il nuovo stadio del Pescara. La Lazio quando inizia?

Nuovo stadio, riunione sullo studio di fattibilità. Il sindaco: “Sarà una struttura d’avanguardia, sicura, accessibile e tecnologica”

Si è svolto presso la Sala Giunta di Palazzo di Città un confronto sullo studio di fattibilità per la riqualificazione e ammodernamento dello Stadio Giovanni Cornacchia. Alla riunione erano presenti il presidente della Regione Luciano D’Alfonso, il sindaco Marco Alessandrini, il vice sindaco Enzo Del Vecchio l’assessore allo Sport Giuliano Diodati, il presidente della Lega B, Andrea Abodi, il presidente della Pescara Calcio Daniele Sebastiani e oltre ai dirigenti e tecnici del Settore Lavori Pubblici del Comune di Pescara e tutto il team di lavoro di B Futura (società di scopo della Lega Nazionale Professionisti B per lo sviluppo infrastrutturale).

La riunione continua gli incontri che porteranno entro il mese prossimo alla presentazione dello studio di fattibilità, volto ad ottenere l’interesse pubblico tramite la conferenza di servizi che avvia l’iter della legge 147 del 27/12/2013 sugli impianti sportivi. Durante l’incontro sono stati mostrati i piani architettonici dell’intero progetto e la prima bozza di rendering della struttura. Si ricorda che l’elaborato è stato già inserito nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche del Comune, senza oneri per l’Ente e che la realizzazione verrà finanziata da capitali privati.

“Tutto questo va nel miglioramento dei servizi sportivi alla città – afferma il sindaco Marco Alessandrini – il tutto aumentando il profilo della sicurezza e dell’accessibilità. Sarà uno stadio ineteramente coperto, senza barriere, con degli standard di sicurezza elevatissimi e con l’ausilio di tecnologie che permetteranno ai tifosi di partecipare attivamente agli eventi sportivi, rendendo il nuovo stadio una delle eccellenze in Italia in termini di impiantistica di ultima generazione. I riflessi positivi sono destinati ad incidere non solo sulla riduzione della spesa pubblica, visto che ad oggi il costo annuo dello stadio a carico della collettività è pari ad oltre 1 milione di euro, ma anche con ricadute positive sull’economia cittadina e del territorio regionale, con un investimento privato di oltre 40 milioni di euro, a costo zero per la Pubblica Amministrazione”.

“I tecnici di B Futura sono arrivati quasi alla conclusione della realizzazione dello studio di fattibilità in cui sono stati già definiti il piano economico finanziario, il concept dell’opera, la maggior parte dei piani architettonici e l’impatto socio-economico sul territorio – aggiunge l’assessore allo Sport Giuliano Diodati – A dicembre sarà presentato all’Amministrazione comunale e alla collettività pescarese un progetto che dovrebbe portare la nostra città ad avere uno degli stadi più all’avanguardia d’Italia al via derlla stagione calcistica 2018/2019.

La struttura a cui si sta lavorando sarà conforme ai più moderni standard Uefa Euro 4, potendo quindi accogliere tutti i tipi di manifestazioni internazionali ed elevando così il livello non solo del confort e dei servizi ma anche degli eventi. Sarà uno stadio intelligente, previsto principalmente per il calcio, ma potrà accogliere anche manifestazioni, concerti, appuntamenti di varia natura. Sono previsti anche parcheggi a servizio della struttura, saranno circa mille posti, fruibili dalla comunità a prescindere dalle attività dello stadio”.

QUALITÀ DELL’ARIA. DOMANI FERMI VEICOLI CON TARGA…

Come disposto dall’ordinanza firmata dal Commissario straordinario di Roma Capitale, domani martedì 17 novembre dovranno fermarsi le auto e le moto la cui targa finisce con un numero pari. Il provvedimento si rende necessario a causa del persistere dell’alta concentrazione di polveri sottili nell’atmosfera, che la rete di monitoraggio ha rilevato per sette giorni consecutivi.

Lo stop alla circolazione dei veicoli a targa pari avverrà dalle 7.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 20.30. Potranno circolare i ciclomotori a due ruote quattro tempi Euro 2 e i motocicli quattro tempi Euro 3.

Gli interventi anti inquinamento adottati dall’Amministrazione Capitolina ed attuati, anzitutto, con i provvedimenti emergenziali di blocco del traffico per i veicoli più inquinanti nei giorni 11, 12, 13 e 14 novembre, successivamente, con lo svolgimento della domenica ecologica dello scorso 15 novembre, infine, con il provvedimento di circolazione del traffico a targhe alterne in atto oggi e domani, hanno già fatto registrare una riduzione del livello critico di concentrazione delle polveri sottili nell’atmosfera.

Alla luce dei più recenti monitoraggi delle centraline, è in corso una valutazione circa la possibilità di adottare per il prossimo mercoledì 18 novembre un alleggerimento dei provvedimenti emergenziali, limitando per quella giornata solamente la circolazione delle vetture all’interno della Fascia Verde, ovvero delle seguenti categorie: autoveicoli a benzina Euro 0 e Euro 1, autoveicoli diesel Euro 0, Euro 1 e Euro 2, motoveicoli e ciclomotori a due, tre e quattro ruote 2 tempi e 4 tempi Euro 0 e Euro 1, microcar diesel Euro 0 e Euro 1.

Rama, primo ministro albanese: “Berisha nostro eroe”

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Il Primo Ministro albanese, Edi Rama, ha ricevuto tutti i giocatori della sua Nazionale presso il Palazzo della Brigate di Tirana: gli uomini guidati da Gianni De Biasi si sono conquistati di diritto un posto nella storia dello sport albanese, dopo la storica qualificazione agli Europei di Francia del prossimo giugno. Secondo i media albanesi il Primo Ministro ha speso parole di elogio per il numero 1 biancoceleste, Etrit Berisha, definito “eroe della patria” ed insignito di una medaglia. Dopo le belle parole di Gianni De Biasi di qualche settimana fa, un altro riconoscimento per Berisha, punto fermo ed inamovibile numero 1 della sua Nazionale.

Lulic & co alla ricerca del pass per Euro 2016: stasera Irlanda-Bosnia

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Stasera la Bosnia Erzegovina di Senad Lulic sarà impegnata contro la Repubblica di Irlanda nella gara di ritorno dei playoff per l’accesso agli Europei che si svolgeranno in Francia a partire dal giugno prossimo. La gara di andata, giocatosi a Zenica, è terminata 1-1: al vantaggio irlandese di Brady ha risposto Dzeko. Questo risultato mette l’Irlanda nelle condizioni di giocare anche per un pari a reti bianche, ma conoscendo l’indole combattiva della squadra allenata da O’Neill difficilmente andrà così. Senad Lulic ha disputato una buonissima gara di andata, e stasera verrà schierato come trequartista sinistro nel 4-2-3-1 disegnato dal ct bosniaco Bazdarevic, il quale si aspetta molto da lui e dai due romanisti Dzeko e Pjanic. Dopo la storica qualificazione per i mondiali svoltisi in Brasile nel 2014, la Bosnia cerca la prima qualificazione anche per il trofeo continentale. Sicuramente sarà una battaglia, Lulic ed i suoi sono pronti.

A Roberto Donadoni il Premio Giacinto Facchetti

Roberto Donadoni, attualmente allenatore del Bologna, ha vinto la decima edizione del Premio Facchetti Il bello del calcio, riconoscimento creato da La Gazzetta dello Sport ed assegnato annualmente a personaggi dello sport che si sono distinti per lealtà e correttezza sportiva. Queste la motivazione che ha spinto la Rosa ad assegnare il premio al tecnico bergamasco: “Da calciatore ha lasciato il segno nel Milan più vincente di sempre. Poi, appese le scarpette al chiodo, è diventato allenatore con un garbo sempre più raro. Parole poche, risultati tanti. Anche nelle difficoltà estreme dell’ultima stagione alla guida del Parma, condotta con dignità, in mezzo al fallimento“.

Durante la cerimonia di premiazione ha parlato a tutto tondo della sua esperienza, partendo proprio dalla scorsa, difficile stagione passata sulla panchina del Parma: “Ho passato una stagione problematica, l’aspetto tecnico era la cosa minore, mi sono accorto che c’era una sola strada per la dignità: lo staff, i giocatori e i dipendenti del Parma devono essere orgogliosi, la cosa più facile era quella di scappare il più in fretta possibile, ma sarebbe stato da vigliacchi“.

Un ricordo dei suoi inizi: “Come tanti ragazzini della mia epoca, frequentavo il campo parrocchiale, io ero quello un po’ più bravino e mi costringevano a non fare gol...”.

Sulla sfida tra Juve e Milan di domenica: “Juventus-Milan è una partita che rappresenta l’essenza del calcio, sono due squadre che hanno una tradizione importante. Non nascondo la mia fede rossonera, spero che venga fuori un bel match: chi più riuscirà a essere squadra vincerà“.

Due vittorie in due partite dal suo arrivo a Bologna al posto di Delio Rossi: “A Bologna ho portato me stesso, tutto quello che ho vissuto. Sono situazioni in cui dobbiamo subentrare con tranquillità, non è un cammino semplice, abbiamo fatto solo due partite, c’è ancora tanto da soffrire, ma potremo centrare l’obiettivo che è alla nostra portata”.

Doverosa chiusura sulla strage di Parigi: “La cosa che dispiace di più è il fatto che siano state sacrificate tante vite umane, tanti giovani che rappresentano il nostro futuro: credo che bisogna riflettere a monte, la via che abbiamo imboccato non è semplice per nessuno, ma dobbiamo fare in modo che queste cose non accadano più“.

Parla Zamparini: “Pioli allenatore di qualità, risolleverà la Lazio”

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Il vulcanico presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, ha rilasciato alcune dichiarazioni al portale LaLazioSiamoNoi, in vista della sfida di domenica prossima che vedrà impegnati i rosanero allo Stadio Olimpico contro la Lazio di Stefano Pioli, sua vecchia conoscenza. La scorsa settimana Zamparini si è reso protagonista dell’ennesimo esonero della sua carriera da presidente, il 53esimo per la precisione, richiamando sulla panchina palermitana Davide Ballardini al posto di Giuseppe Iachini. Il patron dei siciliani ha analizzato il momento delle due squadre: “Noi come la Lazio non siamo in un gran periodo di forma, quindi sarà mia cura guardare questa partita con maggiore attenzione. La Lazio sulla carta è un po’ più forte, come organico è ben messa. Bisogna vedere anche questo cambio di allenatore che scossa avrà sulla squadra, non partiamo col vantaggio del pronostico. So però che abbiamo una buona squadra e spero che Ballardini riuscirà a farla esprimere al meglio. Ci vorrà certamente un po’ di tempo.” Chiusura sul tecnico biancoceleste Stefano Pioli, esonerato da Zamparini nel 2011 addirittura prima dell’inizio del campionato: “Pioli ha le qualità per far uscire la Lazio da questo momento, ma spero a partire da lunedì. Ha già dimostrato tanto l’anno scorso. La Lazio ha fatto ottimi risultati, ma noi non partiamo sconfitti.”

Biglia parla della Nazionale argentina e di Messi

E’ il capitano della lazio, ne è il leader carismatico in campo e fuori e ricopre anche nella nazionale argentina un ruolo di grande importanza, tutto questo è Lucas Biglia. Un calciatore così non può che suscitare l’interesse dei top club, che hanno più volte bussato alla porta di Formello, senza mai trovare la strada spianata dai massimi dirigenti laziali.

In questi ultimi giorni il “principito” sta provando a mettersi alle spalle il momento no della sua Lazio scendendo in campo con la nazionale di Gerardo Martino, cercando ancora la prima vittoria per le qualificazioni ai prossimi mondiali. L’argentino ha parlato dell’amaro pareggio contro il Brasile: “Un passo alla volta stiamo per mettere in pratica il gioco che vorremmo proporre e cerchiamo sempre la vittoria ma a volte nel calcio questo non basta e i nostri tifosi lo hanno capito”.  Poi il capitano biancoceleste commenta l’atteggiamento della squadra: “Abbiamo dato il massimo ma non siamo soddisfatti. Questo è chiaro e lo ha capito anche il nostro c.t. che però ci ha confermato che giocando così presto arriveranno anche i risultati – ha poi proseguito al quotidiano argentino Clarin -. In Colombia dobbiamo ripetere questa prestazione. Ci siamo preparati bene al caldo che sarà un fattore importante che influirà su tutte e due le squadre, sappiamo come gestirci al meglio anche perché  non sarà semplice avendo tutta la tifoseria contro”. Il regista di Pioli ha poi concluso dichiarando: “Non avere a disposizione Lionel Messi influisce inevitabilmente sulla nostra squadra, ma anche se è il migliore abbiamo grandi giocatori che possono sostituirlo“.

Lazionali – Candreva e Parolo verso la panchina

Domani sera a Bologna l’Italia scenderà in campo per affrontare la seconda amichevole programmata per proseguire la preparazione della squadra di Conte in vista degli Europei 2016. Nell’incontro con la Romania, come riportato da Sky Sport, rispetto alla sconfitta contro il Belgio della settimana scorsa, saranno diversi i cambi nella formazione italiana. In difesa potrebbe tornare Barzagli, mentre a centrocampo dovrebbero rimanere a riposo sia Candreva che Parolo, entrambi titolari a Bruxelles. Al loro posto Soriano ed El Shaarawy.

Palermo – Iniziata la nuova era Ballardini

La prima settimana della seconda era Ballardini (la prima sei anni fa) a Palermo è volata via. Tra presentazioni, cambiamenti e nazionali assenti, i rosanero hanno iniziato una nuova era. E’ presto per parlare di cambiamenti radicali da parte del nuovo tecnico ma si può iniziare a capire il percorso tattico che l’allenatore vorrà intraprendere sin da subito. Ballardini in questi primi giorni ha cercato di portare tranquillità all’interno del gruppo, ancora sotto choc dopo l’esonero di Iachini. E’ ripartito subito con il lavoro, portando sul campo – insieme al suo staff – quelle che sono le sue idee. Si ripartirà da dove finì 6 anni fa, il 4-3-1-2 sarà lo schema di partenza. La difesa a quattro è stata sempre un punto fermo del tecnico ravennate ed anche in questa nuova avventura sarà il modulo su cui puntare nel reparto arretrato. Altro punto fermo del tecnico sarà Franco Vazquez: il tecnico ha detto di puntare molto sul ragazzo, bisogna solo capire se verrà sfruttato come tre-quartista o seconda punta. Per gli altri due posti tra attacco e trequarti, invece, resta da assegnare una sola maglia: Gilardino sarà il centravanti, mentre per l’ultimo posto libero sarà ballottaggio tra Trajkovski e Quaison. Unico neo di questa prima settimana con Ballardini è stato proprio l’assenza dei Nazionali. Giorni duri per il neo allenatore che, al loro rientro, dovrà verificare tante cose: l’adattamento di Lazaar ad una difesa a quattro con un centrocampo portato più ad attaccare che a difendere; il rientro di Andelkovic – in ballottaggio con gli altri quattro centrali della rosa – al fianco di Gonzalez, unico inamovibile; l’utilizzo di Hiljemark in mediana e quello di Trajkovski, carico a mille dopo la sua prima tripletta con la maglia della Macedonia.

 

Heurtaux, a breve un incontro con la società

Il difensore dell’Udinese Thomas Heurtaux, attualmente fermo per infortunio, fa gola a diversi club. Tra questi, la società biancoceleste che, da tempo, è alla ricerca di un centrale in grado di sostituire il lungodegente Stefan De Vrij; inoltre il nome del giocatore dell’Udinese già nell’estate scorsa era stato avvicinato ai colori biancocelesti e sarà sicuramente uno dei nomi caldi del prossimo mercato invernale. Il calciatore però, oltre che dalla società romana, è monitorato anche da squadre estere, tedesche e francesi su tutte: Colonia, Hoffenheim, Lione e Olympique Marsiglia già rivolsero le loro attenzioni al giocatore durante l’ultima sessione di calciomercato. Nel frattempo però, nei prossimi giorni, ci sarà un contatto tra il procuratore del calciatore e la dirigenza friulana per comprendere quale sarà il futuro del difensore; dopo l’incontro se ne saprà di più. L’unica cosa certa è che non sarà facile arrivare al ventisettenne friulano perchè, a prescindere dalla folta concorrenza, l’Udinese parte da un valore di mercato superiore ai 10 milioni.

 

Lotito: “Lo sport può essere il punto d’incontro tra diverse civiltà”

Il presidente biancoceleste Claudio Lotito è tornato di nuovo sui fatti tragici che venerdì scorso hanno scosso duramente la capitale francese: “Quello di Parigi è stato un attacco sconsiderato che ha scaraventato non solo la Francia, bensì tutta l’Europa nella paura del terrorismo. Anche l’Italia, con il prossimo Giubileo, corre seriamente il rischio di finire nel mirino dei jihadisti. Bisogna mettere in campo misure concrete a supporto dell’intelligence italiana e delle forze dell’ordine ma soprattutto bisogna introdurre provvedimenti che possano prevenire tragedie come quella del Bataclan, istituendo percorsi sociali di integrazione e de-radicalizzazione. Anche il calcio può rappresentare un importante mezzo di confronto, il punto d’unione tra noi ed il mondo arabo, ci vuole una nuova ‘diplomazia del pallone’, principalmente con i Paesi del Golfo, attori importanti nello scacchiere mediorientale e nel sistema calcistico globale. Detto ciò, quello di mantenere vivo il ricordo delle vittime di Parigi è un atto dovuto e sentito. Le basi della democrazia sono il senso civico ed il rispetto dell’essere umano e quello che è successo venerdì deve essere uno stimolo in più per ognuno di noi alla ricerca di queste fondamenta. Sono atti da condannare, da reprimere nel migliore dei modi. Lo sport può essere il giusto tramite per sensibilizzare i tanti appassionati e per far maturare tutte le coscienze non solo in Italia ma nel mondo intero.

Fonte: AdnKronos

 

Gracias por todo Raul Gozalez Blanco, di nome e di fatto!

Raul Gonzalez Blanco questa notte ha detto basta. Oltre mille partite in carriera, caterve di gol ed una bacheca stracolma di trofei possono bastare. In nottata si è ufficialmente chiusa la carriera di un giocatore che, per la mia generazione, è l’emblema del Real Madrid. Raul-Real Madrid è un binomio che, per molti, è inscindibile, da sempre e per sempre. Vero, verissimo, ma forse non tutti sanno la sua storia prima che quella camiceta blanca diventasse una seconda pelle. Nato da Pedro Gonzalez e Maria Luisa Blanco a San Cristóbal de los Ángeles, un modesto barrio nella periferia madrilena, la sua vita non è stata sempre rosa e fiori. Papà elettricista e mamma casalinga, con tre figli alle spalle, dovevano fare gli straordinari per far mangiare e studiare tutti in casa. Non c’era tempo per giochi o viaggi costosi, il passatempo preferito era giocare a calcio per le strade del quartiere. Raul, esile, poco prestante fisicamente, era il più piccolo del gruppo e, ogni volta, veniva “donato” alla squadra che perdeva la conta per la palla. Un po come dire “Palla o ragazzino?”. Probabilmente la partita durava poco, perché piccolo ed esile si, minuto pure, ma di un altra categoria anche…Papà Gonzalez che appena aveva una pausa dal lavoro lo andava a vedere capì fin da subito le qualità fuori dalla norma del piccolo di famiglia “In una partita in strada, dove non c’è tattica o rispetto delle posizioni, lui giocava in maniera fin troppo elegante, faceva quasi paura” disse anni dopo. In effetti si, la sua classe era cristallina e dopo 5′ in cui “il ragazzino” aveva già fatto la differenza la partita si sospendeva e….”rifacciamo le squadre” era una frase gridata quasi all’unisono. Non solo il papà si accorge di lui, ma anche le giovanili del quartiere. Comincia così, con il San Cristóbal de los Ángeles la carriera di Raul. Caterve di gol che non passano inosservate e via, la grande opportunità nella capitale: Atletico Madrid, per la felicità del papà, di fede colchoneros. Si avete capito bene, va a Madrid, ma sponda Atletico. Troppo forte per la sua categoria, troppo esile per giocare da sottoetà? Si, ma non importa, perché uno così, fisico o non fisico, non può non giocare. Oltre cento gol in due anni alle giovanili, l’esordio in Liga appare imminente ma….la società ha gravi problemi economici, le giovanili chiudono. Ed è proprio da qui, da questa sciagura finanziaria, che nasce l’amore tra Raul ed il Real Madrid. Nelle giovanili fa la differenza, da subito, come al solito, come fosse per strada nel suo barrio. Mamma e papà che lo seguivano in tutte le partite giovanili, in silenzio su qualsiasi tipo di scalinata che circonda i campi della periferia madrilena in un attimo, senza accorgersene, si trovano sulle tribune del Bernabeu per l’esordio in Liga. Per vedere il primo gol devono aspettare tanto? Niente affatto, appena una settimana. Lo scenario? Probabilmente neanche il miglior regista avrebbe potuto fare meglio….avete già capito con chi è il Match? Facile dai: Atletico Madrid, il derby. La fede di papà per i colchoneros non può che passare in secondo piano, perché il piccolo di casa gioca una partita incredibile: gol, assist e giocate favolose, ed al 60′, quando esce, il Santiago Bernabeu si alza in piedi ad applaudire quello che diventerà un simbolo. Commozione e lacrime di mamma e papà sono inevitabili, ma Raul non ha solo talento e visione di gioco, ha anche un carattere ed un intelligenza tale da non montarsi la testa, anzi, capisce che è il momento di lavorare sempre più sodo, e lo farà. I risultati li sanno tutti, inutile ora dilungarsi a narrare la sua carriera. Con la camiceta blanca numero 7 sulle spalle ha fatto la storia. Si è reso protagonista di stagioni fantastiche ed è diventato, non solo per i gol, simbolo ed emblema del Real Madrid. È diverso dagli altri, forse da tutti. Quell’eleganza che mostrava nelle strade del suo barrio la porta, senza cambiarla neanche un po’, negli stadi più famosi del mondo. Celebre, e ripetuto in migliaia e migliaia di campetti provinciali, il suo modo di esultare: bacio all’anulare e doppio colpo a battersi sul petto, in onore di sua moglie, con la quale ha cinque figli. Una dedica, forse di più, come per dire “È grazie a te se sto qui, se segno e se gioco bene, è grazie alla serenità che mi dai“. È vero? Probabilmente no, perché il talento era talmente cristallino che anche se fosse stato un playboy scapestrato, sarebbe emerso uguale. Ma forse non sarebbe diventato la bandiera ed il punto di riferimento che è stato. “I giocatori vanno, le bandiere restano” facile a dirsi, difficile a realizzarsi se la tua squadra è il Real Madrid. Fu così che, in silenzio e con classe, chiuso da una caterva di fuoriclasse acquistati di anno in anno, e chiuso da altri fenomeni (quasi) come lui, ma più giovani, decide di lasciare. “È un arrivederci, non un addio” disse in sala stampa, e noi ci crediamo. Schalke prima, Qatar ed Usa po, le sue mete. In fondo passano gli anni, ma il suo gioco preferito è sempre quello…Oggi, nel giorno in cui ha detto definitamente basta, forse una scrivania con il suo nome al Bernabeu è già pronta. Ma non è necessario vederlo in giacca e cravatta per ricordarsi di lui. Perché scusateci se noi, amanti di un calcio romantico, continueremo ad esultare così, ed indossare quella maglietta, sintomo di classe dentro e fuori dal campo. E scusateci se, anche tra venti o trenta anni, quando il fisico sarà tutto meno che esile, segneremo il giovedì sera nella partitella tra amici, e non mimeremo Hulk o non faremo il gesto “Tranquilli qui ci sto io“, ma ci porteremo l’anulare sulle labbra e poi ci batteremo il cuore, magari senza moglie a casa o neanche fidanzata, ma quello, per noi, sarà un gesto che resterà sempre nella storia del calcio, simbolo di classe ed eleganza. Grazie di tutto, delle emozioni e delle perle che ci hai regalato. Ci mancherai su un campo di calcio Raul Gonzalez “Blanco”….di nome e di fatto.

Anderson: “Finalmente sto ritrovando continuità…”

Brillano i gioielli in casa lazio. I tifosi biancocelesti, dopo le ottime prestazioni (tutte condite con gol) nelle varie nazionali di Cataldi, Milnkovic-Savic e Antonio Candreva, vedono tornare a splendere il calciatore che più li fece sognare lo scorso anno, Felipe Anderson.

Nella roboante vittoria per 5 a 1 del Brasile under 23 contro i pari età degli Usa , il talento laziale ha sfoderato una grandissima prestazione mettendo a segno una fantastica doppietta. Pipe si è guadagnato l’attenzione dei media e queste sono le sue dichiarazioni a globoesporte.com: “Sono concentrato sul bene della squadra e non su quello individuale pensando di diventare capocannoniere. Sono contento della doppietta e che sto trovando stabilità e continuità di prestazioni cosicché possa aiutare i mie compagni. La cosa fondamentale è che tutta la squadra giochi bene e trovi facilità nelle trame di gioco“.

Alessio Allegrucci

PRIMAVERA – Lazio-Empoli (TIM Cup): ufficiali data e ora

La S.S. Lazio comunica che la gara Lazio-Empoli, valida per gli ottavi di finale della Primavera TIM Cup, si giocherà mercoledì 18 novembre alle ore 14:30 presso il Centro Sportivo di Formello.

Fonte: sslazio.it

Antonio Filippini: “Pioli allenatore top, ma un fattore lo sta mettendo in difficoltà…”

Ha vissuto una sola stagione in biancoceleste, ma è entrato nel cuore dei tifosi per l’attaccamento alla maglia e la grinta messa in campo. Antonio Filippini è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione I Laziali Sono Qua direttamente dall’Australia, dove sta lavorando per una scuola calcio allestita dal Milan.

Giovedì prossimo tornerò in Italia dopo un’esperienza di tre mesi qui in Australia. Qui c’è un ambiente che vuole crescere sotto il punto di vista calcistico ed ho avuto modo di imparare tantissimo a mia volta“.

Un rappresentante della Nazionale australiana, Chris Oikonomidis, è presente nella rosa biancoceleste. “La Lazio non è tra le squadre più seguite in Australia, dove vengono tifati soprattutto i top club a livello europeo come Barcellona, Real Madrid e Manchester United. Però quando dicevo di aver giocato nella Lazio tutti rimanevano impressionati, essendo un club la cui storia è sicuramente molto conosciuta“.

Passando all’attualità, la Lazio sta vivendo un momento difficile in campionato, con critiche che hanno investito soprattutto l’aspetto caratteriale. Secondo Antonio Filippini: “Purtroppo la squadra sta attraversando un momento di appannamento probabilmente anche a livello fisico, che fa apparire la Lazio poco determinata pure dal punto di vista caratteriale. La sfortuna poi non è mancata e tanti episodi negativi hanno contribuito inevitabilmente anche ad abbassare il morale della squadra. Sicuramente ha pesato anche la Supercoppa e la preparazione particolare che la Lazio ha dovuto affrontare ad inizio stagione, difficoltà che mi sembrano molto simili a quelle attraversate dal Napoli nella scorsa annata“.

Su Pioli Filippini ha però le idee chiare:Penso che sia uno degli allenatori più bravi in circolazione in questo momento. L’anno scorso ha dimostrato di essere da grande squadra, in questa stagione ha pagato la mancata qualificazione in Champions League, che ha sfalsato l’intero approccio all’annata. Ci sono giocatori che stanno rendendo al meglio in Nazionale e meno in biancoceleste: Candreva è molto conosciuto a livello italiano ma è meno noto in campo europeo e forse in maglia azzurra può godere di maggiore libertà. E’ cambiato anche il fatto di dover affrontare tre competizioni: l’anno scorso, pur con la Coppa Italia nel finale, la Lazio si è potuta concentrare su un unico obiettivo. Stavolta lo scenario è cambiato e questo forse ha disorientato un po’ anche il tecnico. Credo che gli impegni infrasettimanali rappresentino il fattore diverso rispetto alla scorsa stagione che sta pesando di più sul rendimento della Lazio.

Ma dove può arrivare la Lazio quest’anno, alla luce di tutto questo? “Secondo me in Europa League può arrivare molto lontano. In campionato quest’anno la competitività è nettamente aumentata, ma se la Lazio ritrovasse la convinzione dell’anno scorso potrebbe sicuramente rientrare per le posizioni che contano“.

Fabio Belli

LAZIALI FUORI PORTA – Un solo titolare in un weekend tra panchine e Nazionali

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Weekend tutt’altro che esaltante per i baby aquilotti in prestito. Partiamo dalla serie B e da Tounkara, costretto a guardare dalla panchina il suo Crotone raggiunto nel finale sull’1-1 dal Lanciano. Stessa sorte per Pollace, nell’1-0 con cui la Salernitana regola il Novara: match a cui non prende parte nemmeno Strakosha, convocato dall’Albania U21 e sostituito tra i pali granata da Terracciano. In panchina anche Rozzi, che, in occasione della gara con il Crotone, ritrova dopo due mesi la convocazione del mister del Lanciano D’Aversa, e Crecco. Sorride invece Filippini, che parte ancora una volta titolare e gioca tutti e 90 i minuti nel match perso dalla sua Pro Vercelli contro il Modena, segno che ormai la fiducia nei suoi confronti è totale. “Minala è stato escluso dal gruppo per scelta tecnica, perché in ritardo rispetto ai compagni sotto il profilo. È troppo per importante, per la sua fisicità straripante e per la sua caratteristica dell’incursione, e ci punto tantissimo“: con queste parole il tecnico del Latina Somma ha motivato la decisione di escludere il camerunense, al secondo stop consecutivo, dai convocati per la sfida persa 3-1 dai pontini contro l’Avellino. In Lega Pro, parte dalla panchina, dopo una serie di maglie da titolare, Lombardi, nell’1-1 dell’Ancona con il Tuttocuoio: l’ex Trapani entra in campo al 64′, senza tuttavia incidere con il gol vittoria per i suoi. E voliamo infine in Messico, dove l’Atlas di Gonzalez ritrova la vittoria in Primera División dopo tre sconfitte di fila: l’uruguaiano non partecipa però all’1-0 sul Chivas perché convocato in Nazionale.