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CHAMPIONS – Il Barcellona umilia la Roma 6 a 1

Una Roma inesistente, impaurita, mal posizionata (specie in difesa) con poca dignità e mordente rivive al Camp Nou i fantasmi della disfatta all’Olimpico contro il Bayern Monaco, che ne condizionò la scorsa stagione. La differenza è che stavolta, contro il Barcellona che Garcia definisce nel dopo partita «un’armata invincibile», prende un gol in meno rispetto al match contro i bavaresi, sei invece che sette, ma il risultato è che arriva l’ennesima disfatta della squadra giallorossa in campo continentale. Dopo questo 6-1 contro i marziani blaugrana dell’ex nocchiero di Trigoria Luis Enrique il ricordo va anche all’1-7 dell’Old Trafford contro il Manchester United, nell’era Spalletti, a dimostrazione che questo club alla fine non cresce mai, nonostante certi proclami dirigenziali e i sogni di grandezza della tifoseria. Il Barcellona è in stato di grazia come ha testimoniato lo 0-4 del Bernabeu nel ‘Clasicò, ma la Roma ci ha messo del suo con certi svarioni difensivi (irriconoscibile Manolas, mediocre Rudiger) facilitando il lavoro del micidiale tridente offensivo della migliore squadra del mondo. Strano che in questo festival del gol non abbia messo lo zampino Neymar, che si è limitato a regalare giocate spettacolari e tocchi sopraffini, mentre Messi e Suarez ne hanno fatti due a testa (molto bello il secondo personale del ‘Pistolerò con un tiro a volo). Gli altri due gol sono stati segnati da Piquè, un regalo di Messi che si era appena ‘bevutò la difesa avversaria, e Adriano che ha ribattuto in rete il rigore che Szczesny aveva respinto a Neymar. L’emblema della disastrosa prova della Roma è anche uno Dzeko che sta diventando un caso, nonostante la ‘rete della bandierà segnata con un colpo di testa al 91’. Il bosniaco, che peraltro non ha ricevuto palloni giocabili, si è divorato una rete in apertura con un colpo di testa sbagliato da facile posizione, mentre a 8′ dalla fine si è fatto parare un rigore, mal calciato, da Ter Stegen. Per il resto ha caracollato per il campo, cercando di impegnarsi in un gioco di sponde di ‘generosita« che non è ciò che si aspettavano coloro che, in casa romanista, in lui avrebbero voluto vedere un bomber micidiale com’era Batistuta. Uno che, ai tempi della Fiorentina, mise il silenziatore al Camp Nou con una rete spettacolare. Unica nota positiva per questa Roma travolta dal Barcellona è che la qualificazione agli ottavi di finale è ancora possibile, visto che basterà vincere nel turno conclusivo in casa contro il Borisov. Ma il problema è che dopo una serata del genere, che ha impietosamente sottolineato tutti i difetti di una squadra che vorrebbe competere per lo scudetto, ci potrebbero essere riflessi anche in campionato, dove continueranno a non esserci, almeno per ora, Salah e Gervinho, due uomini che oggi a Garcia avrebbero fatto molto comodo. Non a caso uno come Iturbe, entrato a inizio ripresa, con la sua velocità è riuscito a creare un paio di grattacapi al Barca. Sarà il match di domenica contro l’Atalanta a far capire a che punto sia la Roma, in attesa anche del mercato dove sarà il caso di prendere almeno un rinforzo per la difesa.

Fonte: Ansa

FIFA – Chiesta la squalifica a vita per Platini

La camera istruttoria del Comitato etico della Fifa ha chiesto la radiazione di Michel Platini, presidente della Uefa e candidato alle elezioni presidenziali della federazione internazionale del prossimo febbraio. La conferma, secondo quanto riporta la stampa francese, è arrivata direttamente dagli avvocati di Platini. La richiesta di squalifica a vita per il dirigente transalpino è stata presentata nei giorni scorsi alla commissione etica giudicante della Fifa. Il verdetto dovrebbe arrivare entro dicembre. Platini è finito sotto accusa per la somma di 2 milioni di franchi svizzeri ricevuti nel 2011 per lavori svolti per la Fifa dal 1999 al 2002. Il numero uno della Uefa sta scontando la sospensione provvisoria di 90 giorni che gli è stata inflitta dal Comitato etico della Fifa.

Fonte: AdnKronos

MONDIALI 2018 A MOSCA: Data sorteggi e provvedimenti di sicurezza

Il Comitato organizzatore ‘Russia 2018‘ fa sapere che i sorteggi della fase finale del campionato mondiale di calcio avverranno a Mosca il 1° dicembre 2017
Inoltre per quanto riguarda la sicurezza fuori e dentro gli stadi, il Ministro dello sport russo Vitali Mutko, fa sapere che le misure di sicurezza per i mondiali di calcio del 2018 in Russia «saranno rafforzate alla luce degli ultimi eventi nel mondo».

Fonte: ANSA

L’AVVERSARIO DI TURNO – Il Dnipro per ripartite…defintivamente

La società ha deciso: sarà ritiro punitivo a tempo indeterminato, finchè la Lazio non ritroverà se stessa. La Lazio ha il dovere di uscire immediatamente da questo periodo No e si spera che il ritiro che si sta svolgendo in questi giorni si riveli decisivo per risolvere definitivamente i problemi del gruppo. La crisi in questo momento parla di un punto nelle ultime quattro partite di campionato (numeri da incubo), ma non c’è tempo per piangersi addosso, bisogna lavorare in vista degli immediati impegni calcistici e dare un primo e importante segnale di reazione (e si spera sia quello definitivo) già giovedi in Europa League: contro il Dnipro i biancocelesti sono infatti chiamati non solo a Vincere ma soprattutto Convincere…e forse l’europa capita al momento giusto visto che fino ad ora in questa competizione i ragazzi di Pioli hanno fornito ottime prestazioni che stanno valendo il primo posto del girone. Quello di giovedì sera alle ore 19.00 (clicca qui per sapere dove vedere la partita) contro gli ucraini è un appuntamento da non fallire. Alla Lazio basta un solo punto per ottenere la qualificazione ai sedicesimi di finale, una vittoria che darebbe sicuramente un pizzico di serenità per i biancocelesti, in attesa dei risultati in campionato, magari già domenica pomeriggio contro l’Empoli e non solo…

IL CAMPIONATO UCRAINO – Attualmente (con i loro 28 punti) gli ucraini si trovano terzi in campionato ma come i biancocelesti anche la squadra di Markevych sta vivendo un momento piuttosto negativo (anche se la loro posizione in classifica è migliore di quella dei ragazzi di Pioli): e lo testimonia la sfuriata del tecnico ucraino dopo il brutto 0-0 contro la Chornomorets Odesa penultima in classifica (ecco i risultati delle eurorivali) dove ha accusato in conferenza stampa i suoi di scarso impegno:  “Chi va in campo deve essere determinato. E’ troppo facile pensare che siamo il Dnipro e possiamo vincere su una gamba sola, quei giorni sono passati. Capisco che l’allenatore è responsabile di tutto, ma qualcuno cammina in mezzo al campo. Ma l’atteggiamento con cui abbiamo giocato nel primo tempo non rispecchia la squadra. “Se i miei si sono risparmiati per la trasferta di Roma? Risparmiarsi non serve, c’era una partita e siamo venuti a giocare, bisognava vincere: non ci sono scuse. Se poi si pensa a cosa ci aspetta a Roma….
Se i giocatori credono nel passaggio del girone? Lo spero, giochiamo all’Olimpico, se non sarà uno stimolo per giocare non so dove poter andare a giocare“.
Giovedì, gli ucraini si giocheranno le ultime chance di qualificazione e vorranno sicuramente evitare un’altra sfuriata del loro allenatore: i 4 punti nel girone non sono sufficienti per accedere al turno successivo. Quella di domani sarà quindi una partita decisiva per loro futuro europeo.

INTRECCI DI MERCATO – Lazio-Dnipro sarà anche l’occasione ideale per parlare di mercato. I biancocelesti infatti sono da tempo alla ricerca di un centrale difensivo in grado di coprire la prolungata assenza per infortunio di un big come Stefan de Vrij e il brasiliano (classe ’90) Douglas sembra essere il profilo ideale. Per lasciare andare il loro gioiello gli ucraini chiedono almeno 6-7 milioni di euro ma Lotito spera di ottenere uno sconto. Difficile l’ipotesi del prestito visto che, come rivelato dal suo procuratore (leggi qui), il giocatore vuole essere ceduto SOLO a titolo definitivo. Si prospetta una doppia sfida all’interno dell’Olimpico quindi, la speranza è che la Lazio riesca a vincere entrambe. 

COME SCENDERANNO IN CAMPO – Il Dnipro scenderà in campo con il consueto 4-2-3-1, modulo molto apprezzato da Markevych sia in campionato che in Europa League. Rispetto alla partita di andata il tecnico ucraino presenta vari cambi, ma spicca sopratutto l’assenza del capitano Rotan (causa squalifica in Europa League per somma di ammonizioni). A difendere la porta di Boyko, accanto all’osservato speciale Douglas dovrebbe agire GueyeMatos e Tomecak saranno invece i terzini che avranno l’arduo compito di bloccare Felipe Anderson e Kishna. A centrocampo Cheberyachko e Gama dovrebbero partire dal 1′ , mentre il trio di trequartisti dovrebbe essere composto da: Danilo, Bezus e Matheus. Il terminale offensivo invece sarà ancora una volta  il bomber Seleznev, già decisivo all’andata segnando il gol del pareggio ucraino all’ultimo secondo.

PROBABILE FORMAZIONE (4-2-3-1) – Boyko; Tomecak, Gueye, Douglas, Matos; Cheberyachko, Gama; Danilo, Bezus, Matheus; Seleznev. All. Markevych

Marco Lanari

Calori e il momento Lazio: “Serve unità d’intenti. Il ritiro? Può servire…”

La Lazio ha il dovere di uscire immediatamente da questo periodo no e si spera che il ritiro che si sta svolgendo in questi giorni si riveli decisivo per ricompattare definitivamente il gruppo. La crisi in questo momento parla di un punto nelle ultime quattro partite di campionato (numeri da incubo), ma non c’è tempo per piangersi addosso, bisogna lavorare in vista degli immediati impegni calcistici e dare un primo e importante segnale di reazione (e si spera sia quello definitivo) già giovedi in Europa League contro il Dnipro. Di questo momento difficile dei biancocelesti e sui possiibli effetti che può portare questo ritiro ha parlato l’eroe che aiutò la Lazio a vincere il suo 2° scudetto: Alessandro Calori.
L’ex mister di Brescia e Novara è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3.
Queste le sue parole riportare dal portale lalaziosiamonoi.it: 

“La Lazio ha perso spensieratezza, sicurezza e fluidità di gioco. È una squadra giovane negli interpreti e questo dato lo sconti quando le cose vanno male. I Milinkovic, i Keita ed i Felipe Anderson volano quando c’è entusiasmo ma nei momenti no manca la figura dei trascinatori. Il gruppo è una cosa seria, i calciatori della Lazio rappresentano una tifoseria importante, hanno grandi responsabilità. Dev’esserci unità d’intenti, è necessario dare il massimo ed oltre per raggiungere obiettivi importanti. Durante una stagione capitano anche momenti come questi. Non è semplice, ma si può recuperareLa società ha deciso per il ritiro, per mia esperienza può servire questa mossa di stare insieme per analizzare i problemi. Lotito vuol capire i motivi del declino e si attende una reazione per ricompattare il gruppo. Il problema principale è che la Lazio lo scorso anno si è abituata bene, a vincere spesso e volentieri. Ora non è semplice risollevarsi dopo prestazioni incolore. La gara contro il Dnipro avrà tanto valore. Pioli deve riprendere in mano la situazione per far tornare i risultati positivi e il conseguente entusiasmo. Il calcio è come la vita. È fatto di motivazioni. Non c’è solo il lato tecnico”.

ACCADDE OGGI – Marsiglia – Lazio 0-2 con rissa Mihajlovic/Marchegiani (VIDEO)

Correva l’anno 1999, 24 novembre e la Lazio, all’indomani di un derby catastrofico perso per 4-1, andava in Francia nella tana del Marsiglia. La partita era valevole per il girone di Champions League e i biancocelesti la affrontarono con molto timore per via delle scorie del derby. Eriksson sivoluzionò la formazione, lasciando in panchina Veron e Almeyda e dando spazio a Boksic in attacco. La Lazio inizia male il match: è nervosa, disattenta e sembra che la serata non possa non terminare con un’altra sconfitta. Nonostante ciò i francesi non ne approfittano, complice anche un buon Marchegiani. la svolta è tutta nella ripresa quando i biancocelesti riescono a passare in vantaggio con un colpo di testa di Stankovic su cross di Pancaro. il match si mette bene e in contropiede la chiude Conçeicao su assist di Salas. Il match verrà ricordato anche per la rissa sfiorata tra Mihajlovic e Marchegiani sul finire del match. I due arrivarono quasi alle mani dopo un’incomprensione in fase difensiva che per poco non permetteva a ravanelli di siglare il gol della bandiera.

 

Dieci anni dopo, è ancora The Best!

Nella periferia di Belfast, capitale dell’Irlanda del Nord, nacque un ragazzo che, come tanti suoi coetanei, andava pazzo per il pallone. La mamma disse di non aver mai visto George Best, questo era il suo nome, lontano più di 5 metri dalla palla. Come se ne avesse bisogno, se senza, a stento, riuscisse a vivere. Piccolo fisicamente, dispensava dribbling ubriacanti negli sconfinati prati che circondavano il suo quartiere. Era un ragazzo che, oltre il pallone, amava i libri e la scuola. Un’infanzia nella media, figlio di lavoratori della working class irlandese, non viveva nel lusso, ma di problemi grossi non ce ne erano. Il primo problema sorse quando, iscrittosi ad una scuola molto rinomata, scoprì che tra gli sport praticati non vi era il calcio. Brutto colpo per il ragazzino, che per un po si accontentò dei prati dietro casa per far magie con la palla ma dopo poco, preso dalla squadra del quartiere, decise di cambiarla, per stare più vicino al campo di allenamento. Fu il primo, e decisivo passo, che segnò l’addio ad una promettente carriera scolastica, e che lo lanciò verso la leggenda. Gracile fisicamente si pensava potesse faticare nei polverosi campi minorili, oppresso da centimetri e kg degli avversari. Invece no. Il suo talento era incredibile, ma la sua astuzia, se possibile, lo era ancor di più. Sfruttava ogni tipo di vantaggio che un ragazzino minuto e poco prestante poteva avere con uno molto più grande di lui. Il risultato era sempre lo stesso: i difensori impazzivano, quel ragazzo moro passava dove spazio non c’era, e la palla scompariva per riapparire all’improvviso, dietro di loro o già dentro la rete. Un giorno, la squadra di Best, aveva un amichevole con l’under18 di una società della capitale. George, appena quindicenne, segnò due reti da cineteca, incantò tutti gli spettatori. Fortuna volle che tra tutti quelli che rimasero a bocca aperta vi era anche un osservatore del Manchester United. Immediata la chiamata al quartiere generale dei red devils, la risposta fu “Torna con questo ragazzo, oppure non tornare proprio“. Detto, fatto. Di lì a due giorni George salì sull’aereo direzione Manchester. Abituato alla tranquillità ed il verde della sua cittadina, si trovò difronte ad una città caotica e piena di palazzi. Le industrie avevano preso il posto delle colline, il traffico aveva rubato la scena agli uccellini ed il dialetto inglese gli era davvero ostile. Dopo solo due allenamenti, molló: torna a casa. Sì perché, nonostante la nomea ed il personaggio che si è creato, George è timido, insicuro ed ama la vita tranquilla. Due allenamenti, però, sono bastati a capire che razza di giocatore fosse. Uno che, farselo sfuggire, sarebbe stato davvero un delitto. Emissari da Manchester partono allora per Belfast e, per fortuna, George ci ripensa. Spinto ed incoraggiato soprattutto dalla mamma vuole darsi un’ulteriore opportunità. Questa volta il risultato, è diverso. Si inserisce nella squadra giovanile ed anche nella vita di Manchester, anzi comincia a prenderci proprio gusto. Si parla di lui ben da prima del suo esordio che, comunque, non ha bisogno di essere raccontato: un autentico capolavoro. Di lì in avanti la sua storia è leggenda. C’è chi pensa che sia il più classico esempio di genio e sregolatezza, chi invece lo reputa il più forte giocatore di sempre e chi, come il sottoscritto, non lo ha mai visto giocare ma ne è sempre stato affascinato. La verità, forse sta nel mezzo, ma limitarsi a parlare dell’aspetto calcistico di George Best sarebbe riduttivo e poco interessante. Sì perché lui è stato, sicuramente, la più grossa rock star avuta nel mondo del calcio. Ragazzi innamorati del suo stile di vita, ragazzi innamorati del suo calcio e ragazze innamorate (e basta) di lui facevano la fila fuori dall’hotel per strappargli una firma. A Manchester diventó “il quinto Beatles” per alcuni, il migliore di tutti per altri. Di lì in poi però, la sua timidezza viene messa, almeno per l’aspetto pubblico, da parte, forse troppo. Con la maglia numero 7 dello United vince tutto e milioni di persone si innamorano di lui. Che sia stato il più grande di sempre, uno dei più grandi, o semplicemente un ottimo giocatore e poco importa se, nel giorno del suo funerale, oltre 50.000 persone scesero per strada a piangere la sua morte. Si, perché evidentemente allora, qualcosa di speciale lo ha fatto in vita, ancor prima che in carriera. E se oggi, 10 anni dopo la sua prematura morte, ancora far parlare di se allora si, fu davvero una rock star. Ancora oggi, in giro per il mondo c’è chi crede che “Pelé is good, Maradona is better ma George is the Best”…

Guidolin successore di Pioli? Ecco cosa ha risposto l’ex Udinese…

Non si placano le voci sul futuro di Pioli. Il tecnico biancoceleste potrebbe pagare a caro prezzo il momento negativo condito da 3 sconfitte e un pareggio nelle ultime quattro partite. Scattato il ritiro punitivo, Pioli si gioca il futuro contro Dnipro e Empoli. Eventuali passi falsi potrebbe portare Lotito e tare a prendere la decisione dell’esonero. Al momento non c’è nulla di certo, ma le voci sono tante. Il portale lalaziosiamonoi ha contattato Guidolin, ultimo allenatore accostato alla Lazio. L’ex tecnico dell’Udinese ha così commentato questo rumor: “Niente di vero. Nessun contatto tra me e la Lazio“. parole di cirocstanza o verità’?

Formello – Tanti dubbi per Pioli

Gli uomini di Pioli continuano la preparazione in vista dell’incontro di Europa League di giovedì prossimo alle 19 con il Dnipro. Per la squadra biancoceleste si presenta la ghiotta occasione per poter chiudere in anticipo la pratica qualificazione ed il tecnico ha l’intenzione di fare il massimo per ottenere i tre punti. La truppa biancoceleste nel pomeriggio è tornata in campo per il secondo allenamento del ritiro punitivo iniziato ieri sera. L’incontro con gli ucraini è senza dubbio importante ma l’allenatore deve anche tenere in considerazione che la vera prova d’appello sarà quella di domenica prossima con l’Empoli. Comunque, una buona prestazione contro il Dnipro aiuterebbe molto l’ambiente, dando modo di arrivare in terra toscana con più fiducia nei propri mezzi. Pioli punterà sui giocatori che ultimamente sono stati sfruttati poco: Cataldi, Konko, Kishna e Radu sono in rampa di lancio. Con loro spera anche Morrison (ma sarà difficile spodestare Parolo), l’inglese nella seduta pomeridiana è stato provato davanti alla difesa in un 4-2-3-1, con Milinković-Savić vertice alto. Il centravanti questa volta potrebbe essere Matri, in ballottaggio con Klose.

Keita: “Sto bene alla Lazio ma sogno il Barca. Nazionale? Niente Spagna, giocherò per…”

Visto che il passaporto spagnolo tarda ad arrivare, Keita Balde Diao, si è dichiarato pronto a rinunciare alla nazionale iberica per indossare la casacca del Senegal. Ad annunciarlo ai media africani è lui stesso: “Ne abbiamo parlato in famiglia, mio padre viene dalla Casamance (una regione del Senegal meridionale, ndr). La nostra cultura senegalese fa parte di noi, ci riconosciamo in essa, ma non è stata una decisione facile. Sono giovane, ho tutto il futuro davanti ma oramai ho scelto e non torno indietro. Ho deciso di giocare per il Senegal. Quindi il prossimo obiettivo è essere presente al Mondiale 2018“Mi auguro di poterci essere ma non dipende solo da me. Sarà l’allenatore a decidere, ho già parlato con senatori, dirigenti e con l’allenatore. Seguo da sempre il Senegal: sono felice del successo conquistato con il Madagascar. Ho seguito l’incontro con i miei amici ed al termine eravamo felici”. Ma il biancoceleste non solo si è soffermato sulla nazionale ma ha anche parlato della sua Lazio“Mi trovo in un grande club e qui voglio continuare a crescere. Alla Lazio va tutto bene ed io continuo il mio percorso di crescita. Comunque la squadra dei miei sogni è il Barcellona. Sono nato e cresciuto nella loro cantera, a 16 anni è arrivata la Lazio, ma il Barca è il massimo per chiunque e resta ciò che di meglio possa desiderare”.

Anche Lippi-Brocchi per il dopo Pioli

Come capita sempre quando le cose vanno male la colpa è da dividere fra tutte le componenti ma, nella maggior parte dei casi, chi ne paga le spese è sempre l’allenatore e dato il periodo negativo della squadra biancoceleste, come riportato dal Corrieredellosport.it, in caso di allontanamento di Pioli dalla panchina della squadra romana (potrebbero essere decisivi i prossimi incontri con Dnipro ed Empoli) la società starebbe guardandosi intorno. Dopo l’indiscrezione  Guidolin circola voce che i biancocelesti possano puntare sull’accoppiata Lippi-Brocchi, ma il tutto per ora resta solo nel campo delle ipotesi.

L’agente di Milinkovic-Savic: “Sergej ha sposato il progetto Lazio”

Pian piano si sta mettendosi in luce ritagliandosi sempre più spazio nella rosa biancoceleste. Anche Parolo ha detto di trovarsi bene a giocare con lui. Parliamo di Milinkovic-Savic,acquistato in estate dal Genk, che dopo un ottimo finale di stagione in Belgio si sta facendo conoscere anche in Italia: “Sin da subito il gruppo lo ha accolto nel migliore dei modi e lui è felice della scelta fatta in estate – ha dichiarato il suo agente Kezman a tuttomercatoweb -. Sta facendo bene, la squadra è forte anche se gli ultimi risultati non hanno sorriso. Gli infortuni purtroppo ne hanno condizionato il rendimento e negli ultimi tempi anche un pizzico di sfortuna ci ha messo lo zampino. E’ giovane, ha avuto tanto spazio e si è legato alla Lazio con un progetto a lungo termine: è un ragazzo intelligente, è aperto ad imparare nuove cose e consapevole di essere in un gran club. Ha venti anni, ha scelto la Lazio per il suo progetto futuro. In squadra ci sono tanti giovani e stanno facendo tutti bene. Parla spesso con Pioli e Tare, sta imparando l’italiano e adattandosi rapidamente al suo nuovo campionato”.

Capitano della Serbia under 21, MIlinkovic-Savic sogna la chiamata nella nazionale maggiore ma senza bruciare le tappe: “Lui non ha fretta: aveva tanta voglia di giocare contro Italia e Slovenia, curiosamente è andato in rete contro gli azzurrini e ha risposto Cataldi, suo compagno alla Lazio. In Serbia comunque sono in atto grossi cambiamenti dopo il fallimento della qualificazione agli Europei: non credo passerà molto per la sua convocazione, ma non vogliamo saltare degli step, non abbiamo fretta”.

Rozehnal: “Scelsi la Lazio perché è un grande club. Rudi Garcia? A Lille non avevo un buon rapporto…”

Difensore arcigno, Arrivò alla Lazio nel mercato di Gennaio del 2008. Oggi David Rozehnal ha 35 anni e milita nell’Oostende (Jupiler League, Serie A belga). I tifosi della Lazio lo ricordano soprattutto per essersi preso la grande e inaspettata responsabilità del tiro dagli undici metri nella finale di coppa Italia, vinta ai rigori contro la Sampdoria: “Non so il motivo per cui abbia calciato io quel rigore“, ricorda in un’intervista ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it.

Poi il gigante ceco spiega la sua scelta di andare nella capitale: “Anche se la Lazio in quel momento navigava in zone basse della classifica è sempre un grandissimo club e così scelsi di arrivare a Roma anche per mettermi alla prova contro grandi squadre come Milan, Juventus, Inter e Roma“. Continua parlando del rapporto con Delio Rossi: “Era sempre con la sigaretta in bocca e le sedute di allenamento con lui duravano due o anche tre ore e se non giocavamo come voleva lui ci mandava a quel paese” Poi il legame con Lotito: “Avevo un buon rapporto anche con lui che si da da fare molto per il club, anche se non piace a tutti come lo fa…quando lo incontrai per la prima volta non potevo credere che era accompagnato da tre guardie del corpo“.

E ancora parla dei compagni con cui ha legato di più nel periodo romano: “Sicuramente Lichtsteiner, il quale arrivò dopo sei mesi e lo aiutai con la lingua. Anche con Kolarov legai parecchio anche se era, al contrario degli Italiani, un tipo introverso“. Sulla domanda che riguarda i tifosi della Lazio ha risposto: “C’è sempre stato rispetto reciproco, è vero che non sono stato un big, ma hanno riconosciuto il mio voler dare sempre il massimo. Prima di arrivare a Roma sono venuto a conoscenza delle cose brutte sul loro conto ma che io non ho mai e poi mai riscontrato“. Di seguito sulla Coppa Italia vinta confessa: “Non so veramente perché tirai io quel rigore ma non ero nervoso affatto, mi accorsi solo dopo quanto fosse importante“.

L’attuale tecnico della Roma Garcia lo allenò al Lille e lui svela: “Non ho mai avuto rapporti con lui, non eravamo compatibili, a me piacciono le persone che dicono le cose in faccia e lui con me non lo fece“. Infine lancia un messaggio ai tifosi della Lazio: “State vicino alla squadra e sostenetela anche nei momenti difficili, perché con i tifosi vicino i giocatori hanno tutto per fare bene”. 

SQUALIFICHE – Lazio, a Empoli senza un titolare

Le cattive notizie non vengono mai da sole. La gara contro il Palermo, oltre a mostrare una brutta prestazione e la spaccatura dello spogliatoio, porta con sé anche una grave squalifica. Infatti nella prossima sfida contro l’Empoli Pioli dovrà fare a meno di Santiago Gentiletti. Il difensore, nel fallo commesso su Vazquez nel secondo tempo, ha rimediato il quinto cartellino stagionale ed è stato squalificato dal Giudice sportivo Gianpaolo Tosel. Per la Lazio entra poi in diffida un altro Argentino, Lucas Biglia. Mentre rimangono ad un passo dalla quinta ammonizione Lulic,  Milinkovic-Savic e Mauricio.

FORMELLO – Ritiro, atto I: ecco le ultime novità

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È partito questa mattina per la Lazio il ritiro di Formello. La squadra ha dormito all’interno del centro sportivo e, appena sveglia, è corsa subito in campo. Si tratta di una seduta ‘punitiva‘, visto che il programma per oggi avrebbe previsto solo l’allenamento pomeridiano: attraverso di essa Pioli conta di dare una scossa al suo gruppo. Che è quella che pretendono Lotito e Tare, i quali proprio ai calciatori imputano le maggiori responsabilità del momento no. Per cui, dopo mezz’ora di riscaldamento in palestra, tutti in campo per una serie di esercitazioni tecniche su cross e tiri in porta e poi per la classica partitella a campo ridotto. Assenti gli infortunati De Vrij, Mauri e Onazi (che sarà il primo a rientrare, tra circa tre settimane), ai quali si aggiunge anche Konko, che resta a lavorare in palestra. Appuntamento dunque alle 15 per la ripresa.

Spinozzi: “Se la polemica sulla fascia da capitano fosse vera, vorrebbe dire che…”

Stopper indomito di una Lazio che negli anni ottanta ha navigato a lungo in cattive acque. Nonostante tanti problemi fisici, Arcadio Spinozzi è rimasto nei cuori dei tifosi biancocelesti per l’attaccamento alla maglia. Un personaggio che con il suo libro “Una vita da Lazio” ha raccontato retroscena particolari del mondo del calcio. Spinozzi è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua” sugli 88.100 di Elle Radio per parlare del difficile momento biancoceleste.

Forse proprio un certo tipo di atteggiamento e di carattere sta mancando alla Lazio negli ultimi tempi. Ma il ritiro può essere un rimedio efficace? Secondo Spinozzi: “Il ritiro forse è opportuno ma non tanto come prova di forza o per ritorsione da parte della società verso i giocatori, ma per ritrovare serenità e preparare la prossima partita nel migliore dei modi. I risultati mi hanno smentito, un paio di mesi fa avevo detto di essere convinto che la Lazio avrebbe condotto un campionato di prim’ordine. Forse le motivazioni non sono rimaste le stesse rispetto all’anno scorso.

Su Stefano Pioli: “Personalmente non lo conosco ma traspare la figura di un grande professionista. Soprattutto un tecnico che sta provando a salvaguardare qualche giocatore che forse meritava qualche tiratina d’orecchie in più. Pensa sicuramente esclusivamente a fare gli interessi della società che sono anche i suoi, il suo comportamento mi sembra impeccabile a prescindere dalle possibili critiche. E’ chiaro che l’allenatore viene criticato quando mancano i risultati. Non so se in sede di mercato qualche giocatore abbia fatto pressioni per partire: fosse stato così era il caso di lasciarlo andare, perché quando gli obiettivi vengono meno è dura mantenere alta l’asticella delle motivazioni.

Da difensore come giudica Spinozzi i problemi della difesa della Lazio? “L’assenza di De Vrij pesa molto, ma non credo si possano derubricare tutti i problemi alla mancanza di un singolo giocatore. Io credo che il reparto difensivo soffra anche perché manca la giusta protezione in mezzo al campo. Il che porta in maggiore evidenza gli errori individuali. Quello che appare evidente è che la difesa soffre perché la Lazio in generale difetta in equilibrio.

Spinozzi è stato per tre anni allenatore della Primavera dell’Udinese e si intende abbastanza di giovani, elementi che non mancano quest’anno nella rosa della Lazio. Ma troppi giovani inseriti tutti insieme in un contesto possono soffrire l’impatto con la Serie A? “Credo che a prescindere le qualità siano importanti,” spiega Spinozzi, “e se un ragazzo ha qualità non può che emergere. Un giovane di talento deve però anche essere guidato nel modo giusto ed avere in mezzo al campo i giusti riferimenti. Purtroppo quest’anno alla Lazio ci sono state anche polemiche interne che hanno forse un po’ destabilizzato i tanti giovani. Sicuramente se la fascia di capitano fosse stata un pomo della discordia come si dice, vuol dire che certi giocatori non sono uomini fino in fondo. Se fosse vero non ci sarebbe certo di che rallegrarsi, sarebbe una polemica povera di contenuti.

Giovedì la Lazio affronterà la sfida di Europa League contro il Dnipro: la Lazio ha le potenzialità per arrivare in fondo a questa competizione? “Qualche tempo fa dissi che le potenzialità c’erano per far bene sia in campionato sia nelle Coppe. I risultati per ora mi hanno smentito ma le qualità restano. Ritrovare serenità e risultati positivi potrebbe cambiare le carte in tavola.

Fabio Belli

MERCATO – Novità importanti sul difensore

Manca circa un mese all’apertura del mercato di gennaio, ma in casa Lazio prosegue a ritmo sempre più serrato la ricerca del difensore centrale per sostituire l’infortunato de Vrij. Tra i tanti nomi circolati, negli ultimi giorni è comparso anche quello di Fernando Varela, capoverdiano classe ’87 di proprietà dello Steaua Bucarest. E proprio dalla Romania è giunta in queste ore la notizia secondo la Lazio avrebbe inviato alcuni emissari per visionare da vicino il giocatore, il cui contratto è in scadenza il prossimo giugno. Gli osservatori, secondo quanto riferiscono alcuni siti romeni, sarebbero stati visti domenica a Bucarest, in occasione del derby tra la Dinamo e, appunto, lo Steaua, match che il caso ha voluto fosse sbloccato proprio da Varela con una goffa autorete. Al termine della gara, lo stesso giocatore ha così commentato le voci sul suo conto: “Il mio desiderio è restare qui fino a fine contratto. Però, se arriva una squadra che mi vuole sul serio, allora è un altro discorso. A gennaio posso liberarmi, ho una clausola rescissoria di 5 milioni“. Impensabile che la Lazio possa sborsare tanti soldi adesso: più probabile che aspetti qualche settimana e provi a portarselo a casa a costo zero. Una possibilità messa in conto anche dal tecnico dello Steaua, Dumitriu: “È vero, è possibile che parta. D’altronde, se arriva una buona offerta, la società non può far altro che cederlo. Se così fosse, spero che sia sostituito degnamente“.

E novità positive arrivano anche dal fronte relativo a Matip: la Bild riporta infatti stamane le parole con cui il ds dello Schalke Heldt ha annunciato l’offerta di rinnovo al 24enne camerunense: “Gli abbiamo offerto il rinnovo. Da parte nostra è tutto chiaro, ma Joel vuole attendere gli svilupi della squadra“. Un quadriennale da 3,5 milioni annui, che però, rivela ‘calciomercato.com’, il giocatore ha rifiutato per ascoltare le offerte degli estimatori europei. Che sono tantissimi: dalla Lazio al Milan, passando per il Newcastle. Il club di Gelsenkirchen finora ha respinto gli assalti, ma, vista l’imminente scadenza di contratto, dovrà rivedere al ribasso la sua richiesta di 15 milioni. Il che dona un’aurea di ottimismo circa la possibilità di un suo trasferimento nella Capitale. 

Dossier Lazio: piange il botteghino. Crollo vertiginoso dei tifosi

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Rispetto alla stagione 2014/15 il tifo biancoceleste ha perso il 36.8% degli spettatori presenti

Secondo il Report diramato da Osservatorio Calcio Italiano, crollano le presenze nelle gare interne dei biancocelesti. Con una media spettatori pari a 22.597 nel mese di novembre si è registrata una flessione del 9.5% rispetto al dato equivalente del mese precedente: ad ottobre, infatti, l’Olimpico biancoceleste aveva fatto registrare una media spettatori pari a 24.968.

La gara contro il Palermo ha fatto registrare per la Lazio il secondo peggior dato stagionale (17.175, dietro soltanto al corrispettivo della 5° giornata contro il Genoa pari a 15.716), nonché il terzo peggior dato della 13° giornata (dietro soltanto a Carpi-Chievo Verona con 7.033 spettatori e Udinese-Sampdoria con 15.713 spettatori).

Nelle prime sette uscite casalinghe la Lazio ha fatto registrare una media totale pari a 22.094 spettatori (7° piazzamento della Serie A). Il dato segna una flessione del 36.8% se rapportato all’equivalente della stagione precedente (34.949 per un totale di 664.038 spettatori che lo scorso anno è valso ai biancocelesti la 5° posizione nella massima serie).

Dati preoccupanti, che testimoniano la gravità della situazione e l’incapacità della dirigenza laziale a creare sinergie e rapporti con il suo pubblico. Non è soltanto colpa delle barriere o dell’emergenza terrorismo. Qui ormai, è sempre la stessa storia. Le colpe di questo drastico calo, che sta annientando l’identità del tifoso biancocelesete e la voglia di partecipazione attiva, sono purtroppo, da ricercarsi nella politica attuata dallo staff dirigenziale che non fa nulla per la sua gente e che dimostra “poco attaccamento alla maglia”. Cosa fare per riportare l’entusiasmo? 

IL FILM DI LAZIO PALERMO – La marsigliese a inizio match e i vip sugli spalti…

Rivivi gli scatti più belli di Lazio Palermo del nostro fotografo Gianni Barberi. 
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Le parole di Parolo, un altro “capitano” della Lazio

Lazio in ritiro, dopo il pari interno contro il Palermo il presidente Lotito ha preso la decisione del ritiro a Formello fino alla gara di giovedì contro il Dnipro all’Olimpico. A proposito della sfida di domenica al termine della gara Marco Parolo era stato designato come il giocatore che doveva andare a parlare con i giornalisti in zona mista. Prima i uscire dagli spogliatoi l’ex Parma – come rivela quet’oggi il Corriere dello Sport – ha esortato i compagni all’interno degli spogliatoi parlando così: “Guardiamoci negli occhi, cominciamo a parlare davvero tra di noi perché così non andiamo da nessuna parte”.

Parolo è una persona intelligente e capisce il momento e magari sente la Lazio più di altri. Gli “altri” forse in questo momento pensano più al goal siglato in Nazionale o ancora meglio alla prossima destinazione… e così via. Dunque le parole di Parolo dette quelle di un capitano, lui che ufficialmente capitano non è. E Biglia dov’era? Forse a sfogliare proprio la margherita per la prossima stagione?

Marco Savo