Rinnovi in casa Lazio, dopo quello quasi in porto di Marchetti Lotito ha rinnovato quello del ds Igli Tare, già scaduto nell’estate scorsa. Il nuovo accordo – come scrive quest’oggi il Corriere della Sera, è fino al 2018. In agenda ora la questione Lazio in perenne crisi ed il mercato di gennaio che si avvicina ma con un budget limitato, dunque – come sostiene il Cor Sera – con la prospettiva all’orizzonte che venga ceduto qualche big.
RASSEGNA STAMPA – Con Marchetti accordo totale
Sì, c’è il sì. In mezzo alla crisi, alle polemiche trasversali, alle tempeste, alle critiche interne e al ritiro è spuntato il rinnovo di Federico Marchetti. Non è ancora ufficiale, manca l’annuncio, ma il portiere ha detto sì a Lotito per altri due anni rispetto alla scadenza del 2016, dunque sino al 2018. Non sono previste opzioni per il 2019, è anche questa la notizia. Marchetti guadagnerà 1,5 milioni a stagione, la cifra comprende i bonus. L’accordo è totale, va solo ratificato. La società ha evitato di perderlo a scadenza e il portiere ha fatto una scelta di vita. Ha 32 anni, ha deciso di legarsi ancora una volta ai biancocelesti. Da settimane rimbalzavano rumors di ogni tipo, annunciavano la Juventus sulle sue tracce. Il manager Bozzo ha sempre negato contatti, ha respinto ogni ipotesi legata ai bianconeri. La trattativa è stata lunga e a volte tortuosa. Un mese fa la firma sembrava vicinissima, poi c’è stato un rallentamento. Le parti si sono avvicinate e allontanate spesso sino a quando non hanno trovato l’intesa. Marchetti, inizialmente, aveva preso tempo, non era convinto, considerava bassa l’offerta di Lotito in quanto a ingaggio e durata del contratto, s’aspettava di più. Dopo una fase di stand-by il club ha rilanciato proponendo un rinnovo biennale con opzione sino al 2019 e un ingaggio da 1,5 milioni (bonus compresi). Alla proposta ha fatto seguito una nuova fase di riflessione e di freddezza, gli incontri-verità sono slittati, la separazione sembrava nell’aria, poi è arrivata la svolta, poi è arrivato il colpo di scena: accordo biennale, secco.
Fonte : Il Corriere dello Sport
RASSEGNA STAMPA – Se salta Pioli pronti Lippi e Brocchi
AGGIORNAMENTO – L’ex ct della Nazionale, dopo l’esperienza in Cina, per il momento non ha nessuna intenzione di sedere su una panchina di Serie A, come rivelato ai microfoni di Tuttomercatoweb.com: “Se tornerò in panchina? Non credo. Per ora, comunque, sono a casa. Vediamo…”.
La Lazio è rinchiusa nel centro sportivo di Formello dove Lotito ha spedito la squadra in ritiro punitivo. I risultati ma soprattutto l’atteggiamento negativo mostrato dai giocatori biancocelesti, ha aperto ufficialmente la seconda crisi della stagione dopo quella successiva al 5-0 del San Paolo contro il Napoli. I giocatori sono nel mirino della critica ma una buona parte dei tifosi se la prende anche con Pioli. Il tecnico per ora non rischia ma se le cose non dovessero migliorare ecco allora che Lotito dovrà prendere in considerazione l’ipotesi legata all’esonero. Ci sono tre partite (Empoli, Juve e Samp) prima di una eventuale rivoluzione. In questi giorni sono circolati alcuni nomi ma al momento l’unica candidatura seria è quella legata al duo Lippi-Brocchi. Ma i tempi sono ancora prematuri per parlare di un cambio così radicale.
Fonte : Il Corriere dello Sport
RASSEGNA STAMPA – Pioli rilancia Candreva. Keita, niente Spagna: ha scelto il Senegal
Il primo giorno di ritiro inizia subito con un allenamento in più. Doppia seduta per la Lazio, nonostante da programma fosse stata segnalata solo quella pomeridiana. I giocatori invece sono scesi in campo già in mattinata per la prima sgambata della giornata, in cui è stato svolto solo un lavoro a ritmi blandi. Certamente più importante quella pomeridiana (iniziata con un’ora di ritardo rispetto al previsto), dove Pioli ha provato qualcosa a livello tattico in vista della gara di Europa League con il Dnipro.
PROVE DI 4-2-3-1: CANDREVA TORNA TITOLARE – Stando alle prove dell’allenatore, sarà ancora il 4-2-3-1 il modulo di riferimento, probabilmente con un largo turnover rispetto all’undici sceso in campo nel deludente pareggio con il Palermo, Milinkovic e Kishna il tris di trequartisti dietro Matri (in vantaggio su Klose). In ballo per il ruolo di rifinitore pure Morrison, che però è stato testato nei due centrocampisti davanti alla difesa insieme a Cataldi. Se fosse confermato in quella posizione, allora sia Parolo che Biglia potrebbero prendersi una partita di riposo. La difesa sarà probabilmente composta da Konko (Basta non si è nemmeno allenato), Mauricio, Gentiletti e Radu; in porta tornerà Berisha.
KEITA SCEGLIE LA NAZIONALE SENEGALESE – Intanto dal Senegal emerge un curioso retroscena: il giovane talento Baldé Diao Keita, avrebbe scelto di vestire la maglia del Senegal e non della Spagna, pur essendo nato ad Arbúcies (paese di poco più di 5000 abitanti nella Catalogna) e cresciuto nella “cantera” del Barcellona. A rivelarlo è proprio lo stesso attaccante in un’intervista rilasciata a wiwsport.com: “Ho parlato con la mia famiglia e i miei genitori, non è stato facile. Sono giovane, ho un futuro davanti a me. Ma la scelta ormai l’ho presa e ho intenzione di giocare per il Senegal. Discutendone ho messo tutto sulla bilancia, valutando pro e contro. Normale che ci abbia riflettuto bene, non è una scelta da prendere alla leggera”.
Fonte : La Repubblica
RASSEGNA STAMPA – Pioli e Tare processano la Lazio
Uniti nel nome della Lazio. Non esistono altri modi per uscire dalla crisi. Tutti in castigo e ritiro a tempo indeterminato, il processo è già scattato. Formello s’è trasformato in un vero e proprio bunker, è vietato superare il cancello d’ingresso, giocatori blindati e bonus terminati, lo ha ordinato il presidente Lotito. Vale anche per Pioli, l’ultimatum di tre gare partirà con il Dnipro in Europa League, durerà fino alla sfida con la Juventus, la società si aspetta una reazione immediata. Non basterà solo vincere, servirà l’atteggiamento dello scorso anno, la filosofia che trascinò la Lazio in Champions League. Il raduno di lunedì sera ha rappresentato il primo passo verso la riscossa, la cena in programma alle 20.30 ha riunito l’intero gruppo, era presente anche il diesse Tare.
Bocche cucite e poca voglia di parlare, confronti quotidiani (anche tra Tare, Pioli e i leader del gruppo da Biglia a Candreva), c’è la volontà di chiarire al più presto. Clan e giocatori divisi, spogliatoio spaccato in due, motivazioni sotto zero, una fascia da capitano che ha creato più di un problema, se ne sentono di tutti i colori. E le punizioni continuano, fissato per ieri un doppio allenamento (inizialmente era in programma solo la seduta del pomeriggio), la Lazio non può perdere altro tempo: lavoro atletico la mattina, prove tattiche alle 16, Pioli dovrà decidere entro oggi la formazione per domani sera (turnover massiccio e spazio a Kishna, Konko, Radu, Cataldi, Berisha e Matri). Keita è squalificato, ieri ha scelto il Senegal, non giocherà con la Spagna.
Bloccati i social Network, per il momento si parla solo sul campo, tra Murelli e Cataldi è pace fatta: il giovane centrocampista era stato ripreso dal vice di Pioli per una risata in panchina (durante la gara con il Palermo) considerata fuori luogo e inopportuna, molto probabilmente verrà multato. Non si accettano più comportamenti del genere, da adesso in poi tutti dovranno remare dalla stessa parte, stop ad inutili individualismi, il gruppo è chiamato a rispondere. Lo staff tecnico proverà a lavorare sulla testa dei giocatori, i rapporti personali diventano fondamentali, nei prossimi giorni verranno studiate iniziative per ricompattare la rosa. E intanto però il ritiro dovrà risollevare la Lazio, i senatori sono obbligati a reagire: Klose, Mauri e Biglia su tutti, spetterà a loro coinvolgere anche i più giovani e dimenticare le ruggini del passato.
Se lo augura Pioli, altrimenti sarà lui il primo e unico a pagare: Lippi-Brocchi, Guidolin (ha smentito nella giornata di ieri), Prandelli, Del Neri, la vecchia fiamma Yakin, c’è la fila alle spalle del mister di Parma. L’allenatore svizzero era stato a un passo nel 2013, l’esonero di Petkovic portò alla fine sulla panchina biancoceleste l’ex Reja. Ma i rapporti con Tare sono ancora buoni, Murat ha lasciato lo Sparta Praga in estate, è libero di firmare per un altro club, la Lazio potrebbe essere in agguato. Il presidente Lotito proverà fino all’ultimo nel tentativo di rianimare la squadra con Pioli al comando, difficilmente cambierà tanto per farlo, cercherà di dare continuità al progetto. Il tecnico non vuole mollare, lo ha fatto sapere ai suoi collaboratori, è convinto di uscire dalla crisi nel giro di poche settimane. Lavorerà cercando di trovare un compromesso con la squadra, ha bisogno la fiducia di tutti, dovrà ripartire da zero. È il momento di stringere i denti.
Fonte : Il Tempo
RASSEGNA STAMPA – Col Dnipro vietato sbagliare
Primo giorno di ritiro nel centro sportivo di Formello, Stefano Pioli “punisce” la Lazio con una dose extra di allenamenti. In scena, nella giornata di oggi, una doppia seduta di lavoro perché si comincia a far sul serio per la sfida contro il Dnipro. Giovedì all’Olimpico basta un pareggio con gli ucraini per strappare matematicamente il pass per i sedicesimi di finale di Europa League, non si può sbagliare. Il tecnico emiliano comincia a studiare la formazione che scenderà in campo, le prime indicazioni tattiche parlano di un 4-2-3-1 e di un forte turnover. Molti biancocelesti scesi in campo nel deludente pareggio con il Palermo infatti resteranno a riposo, anche in vista dell’impegno in trasferta contro l’Empoli, un altro appuntamento da non fallire. Konko, assente in mattinata, si è rivisto invece nel pomeriggio: il francese, insieme a Radu, potrebbe tornare sulla corsia esterna in difesa. Anche Cataldi – che verrà multato dalla società dopo il piccolo diverbio in panchina con il vice Murelli – e Kishna aspettano la loro occasione. Morrison sogna il Dnipro, ma sarà difficile strappare una maglia: oggi l’inglese è stato provato davanti alla difesa, lì c’è Parolo in pole. Keita è squalificato, Candreva e Felipe Anderson corrono per una maglia, Milinkovic-Savic partirà dal primo minuto. Matri invece si candida per guidare l’attacco della Lazio: con il Palermo è rimasto ai box, Djordjevic potrebbe riposare, l’ex Milan apre il ballottaggio con Klose per un posto da titolare e rischia anche di vincerlo.
Fonte : Il Tempo
CHAMPIONS – Il Barcellona umilia la Roma 6 a 1
Una Roma inesistente, impaurita, mal posizionata (specie in difesa) con poca dignità e mordente rivive al Camp Nou i fantasmi della disfatta all’Olimpico contro il Bayern Monaco, che ne condizionò la scorsa stagione. La differenza è che stavolta, contro il Barcellona che Garcia definisce nel dopo partita «un’armata invincibile», prende un gol in meno rispetto al match contro i bavaresi, sei invece che sette, ma il risultato è che arriva l’ennesima disfatta della squadra giallorossa in campo continentale. Dopo questo 6-1 contro i marziani blaugrana dell’ex nocchiero di Trigoria Luis Enrique il ricordo va anche all’1-7 dell’Old Trafford contro il Manchester United, nell’era Spalletti, a dimostrazione che questo club alla fine non cresce mai, nonostante certi proclami dirigenziali e i sogni di grandezza della tifoseria. Il Barcellona è in stato di grazia come ha testimoniato lo 0-4 del Bernabeu nel ‘Clasicò, ma la Roma ci ha messo del suo con certi svarioni difensivi (irriconoscibile Manolas, mediocre Rudiger) facilitando il lavoro del micidiale tridente offensivo della migliore squadra del mondo. Strano che in questo festival del gol non abbia messo lo zampino Neymar, che si è limitato a regalare giocate spettacolari e tocchi sopraffini, mentre Messi e Suarez ne hanno fatti due a testa (molto bello il secondo personale del ‘Pistolerò con un tiro a volo). Gli altri due gol sono stati segnati da Piquè, un regalo di Messi che si era appena ‘bevutò la difesa avversaria, e Adriano che ha ribattuto in rete il rigore che Szczesny aveva respinto a Neymar. L’emblema della disastrosa prova della Roma è anche uno Dzeko che sta diventando un caso, nonostante la ‘rete della bandierà segnata con un colpo di testa al 91’. Il bosniaco, che peraltro non ha ricevuto palloni giocabili, si è divorato una rete in apertura con un colpo di testa sbagliato da facile posizione, mentre a 8′ dalla fine si è fatto parare un rigore, mal calciato, da Ter Stegen. Per il resto ha caracollato per il campo, cercando di impegnarsi in un gioco di sponde di ‘generosita« che non è ciò che si aspettavano coloro che, in casa romanista, in lui avrebbero voluto vedere un bomber micidiale com’era Batistuta. Uno che, ai tempi della Fiorentina, mise il silenziatore al Camp Nou con una rete spettacolare. Unica nota positiva per questa Roma travolta dal Barcellona è che la qualificazione agli ottavi di finale è ancora possibile, visto che basterà vincere nel turno conclusivo in casa contro il Borisov. Ma il problema è che dopo una serata del genere, che ha impietosamente sottolineato tutti i difetti di una squadra che vorrebbe competere per lo scudetto, ci potrebbero essere riflessi anche in campionato, dove continueranno a non esserci, almeno per ora, Salah e Gervinho, due uomini che oggi a Garcia avrebbero fatto molto comodo. Non a caso uno come Iturbe, entrato a inizio ripresa, con la sua velocità è riuscito a creare un paio di grattacapi al Barca. Sarà il match di domenica contro l’Atalanta a far capire a che punto sia la Roma, in attesa anche del mercato dove sarà il caso di prendere almeno un rinforzo per la difesa.
Fonte: Ansa
FIFA – Chiesta la squalifica a vita per Platini
La camera istruttoria del Comitato etico della Fifa ha chiesto la radiazione di Michel Platini, presidente della Uefa e candidato alle elezioni presidenziali della federazione internazionale del prossimo febbraio. La conferma, secondo quanto riporta la stampa francese, è arrivata direttamente dagli avvocati di Platini. La richiesta di squalifica a vita per il dirigente transalpino è stata presentata nei giorni scorsi alla commissione etica giudicante della Fifa. Il verdetto dovrebbe arrivare entro dicembre. Platini è finito sotto accusa per la somma di 2 milioni di franchi svizzeri ricevuti nel 2011 per lavori svolti per la Fifa dal 1999 al 2002. Il numero uno della Uefa sta scontando la sospensione provvisoria di 90 giorni che gli è stata inflitta dal Comitato etico della Fifa.
Fonte: AdnKronos
MONDIALI 2018 A MOSCA: Data sorteggi e provvedimenti di sicurezza
Il Comitato organizzatore ‘Russia 2018‘ fa sapere che i sorteggi della fase finale del campionato mondiale di calcio avverranno a Mosca il 1° dicembre 2017.
Inoltre per quanto riguarda la sicurezza fuori e dentro gli stadi, il Ministro dello sport russo Vitali Mutko, fa sapere che le misure di sicurezza per i mondiali di calcio del 2018 in Russia «saranno rafforzate alla luce degli ultimi eventi nel mondo».
Fonte: ANSA
L’AVVERSARIO DI TURNO – Il Dnipro per ripartite…defintivamente
La società ha deciso: sarà ritiro punitivo a tempo indeterminato, finchè la Lazio non ritroverà se stessa. La Lazio ha il dovere di uscire immediatamente da questo periodo No e si spera che il ritiro che si sta svolgendo in questi giorni si riveli decisivo per risolvere definitivamente i problemi del gruppo. La crisi in questo momento parla di un punto nelle ultime quattro partite di campionato (numeri da incubo), ma non c’è tempo per piangersi addosso, bisogna lavorare in vista degli immediati impegni calcistici e dare un primo e importante segnale di reazione (e si spera sia quello definitivo) già giovedi in Europa League: contro il Dnipro i biancocelesti sono infatti chiamati non solo a Vincere ma soprattutto Convincere…e forse l’europa capita al momento giusto visto che fino ad ora in questa competizione i ragazzi di Pioli hanno fornito ottime prestazioni che stanno valendo il primo posto del girone. Quello di giovedì sera alle ore 19.00 (clicca qui per sapere dove vedere la partita) contro gli ucraini è un appuntamento da non fallire. Alla Lazio basta un solo punto per ottenere la qualificazione ai sedicesimi di finale, una vittoria che darebbe sicuramente un pizzico di serenità per i biancocelesti, in attesa dei risultati in campionato, magari già domenica pomeriggio contro l’Empoli e non solo…
IL CAMPIONATO UCRAINO – Attualmente (con i loro 28 punti) gli ucraini si trovano terzi in campionato ma come i biancocelesti anche la squadra di Markevych sta vivendo un momento piuttosto negativo (anche se la loro posizione in classifica è migliore di quella dei ragazzi di Pioli): e lo testimonia la sfuriata del tecnico ucraino dopo il brutto 0-0 contro la Chornomorets Odesa penultima in classifica (ecco i risultati delle eurorivali) dove ha accusato in conferenza stampa i suoi di scarso impegno: “Chi va in campo deve essere determinato. E’ troppo facile pensare che siamo il Dnipro e possiamo vincere su una gamba sola, quei giorni sono passati. Capisco che l’allenatore è responsabile di tutto, ma qualcuno cammina in mezzo al campo. Ma l’atteggiamento con cui abbiamo giocato nel primo tempo non rispecchia la squadra. “Se i miei si sono risparmiati per la trasferta di Roma? Risparmiarsi non serve, c’era una partita e siamo venuti a giocare, bisognava vincere: non ci sono scuse. Se poi si pensa a cosa ci aspetta a Roma….
Se i giocatori credono nel passaggio del girone? Lo spero, giochiamo all’Olimpico, se non sarà uno stimolo per giocare non so dove poter andare a giocare“.
Giovedì, gli ucraini si giocheranno le ultime chance di qualificazione e vorranno sicuramente evitare un’altra sfuriata del loro allenatore: i 4 punti nel girone non sono sufficienti per accedere al turno successivo. Quella di domani sarà quindi una partita decisiva per loro futuro europeo.
INTRECCI DI MERCATO – Lazio-Dnipro sarà anche l’occasione ideale per parlare di mercato. I biancocelesti infatti sono da tempo alla ricerca di un centrale difensivo in grado di coprire la prolungata assenza per infortunio di un big come Stefan de Vrij e il brasiliano (classe ’90) Douglas sembra essere il profilo ideale. Per lasciare andare il loro gioiello gli ucraini chiedono almeno 6-7 milioni di euro ma Lotito spera di ottenere uno sconto. Difficile l’ipotesi del prestito visto che, come rivelato dal suo procuratore (leggi qui), il giocatore vuole essere ceduto SOLO a titolo definitivo. Si prospetta una doppia sfida all’interno dell’Olimpico quindi, la speranza è che la Lazio riesca a vincere entrambe.
COME SCENDERANNO IN CAMPO – Il Dnipro scenderà in campo con il consueto 4-2-3-1, modulo molto apprezzato da Markevych sia in campionato che in Europa League. Rispetto alla partita di andata il tecnico ucraino presenta vari cambi, ma spicca sopratutto l’assenza del capitano Rotan (causa squalifica in Europa League per somma di ammonizioni). A difendere la porta di Boyko, accanto all’osservato speciale Douglas dovrebbe agire Gueye. Matos e Tomecak saranno invece i terzini che avranno l’arduo compito di bloccare Felipe Anderson e Kishna. A centrocampo Cheberyachko e Gama dovrebbero partire dal 1′ , mentre il trio di trequartisti dovrebbe essere composto da: Danilo, Bezus e Matheus. Il terminale offensivo invece sarà ancora una volta il bomber Seleznev, già decisivo all’andata segnando il gol del pareggio ucraino all’ultimo secondo.
PROBABILE FORMAZIONE (4-2-3-1) – Boyko; Tomecak, Gueye, Douglas, Matos; Cheberyachko, Gama; Danilo, Bezus, Matheus; Seleznev. All. Markevych
Marco Lanari
Calori e il momento Lazio: “Serve unità d’intenti. Il ritiro? Può servire…”
La Lazio ha il dovere di uscire immediatamente da questo periodo no e si spera che il ritiro che si sta svolgendo in questi giorni si riveli decisivo per ricompattare definitivamente il gruppo. La crisi in questo momento parla di un punto nelle ultime quattro partite di campionato (numeri da incubo), ma non c’è tempo per piangersi addosso, bisogna lavorare in vista degli immediati impegni calcistici e dare un primo e importante segnale di reazione (e si spera sia quello definitivo) già giovedi in Europa League contro il Dnipro. Di questo momento difficile dei biancocelesti e sui possiibli effetti che può portare questo ritiro ha parlato l’eroe che aiutò la Lazio a vincere il suo 2° scudetto: Alessandro Calori.
L’ex mister di Brescia e Novara è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3.
Queste le sue parole riportare dal portale lalaziosiamonoi.it:
“La Lazio ha perso spensieratezza, sicurezza e fluidità di gioco. È una squadra giovane negli interpreti e questo dato lo sconti quando le cose vanno male. I Milinkovic, i Keita ed i Felipe Anderson volano quando c’è entusiasmo ma nei momenti no manca la figura dei trascinatori. Il gruppo è una cosa seria, i calciatori della Lazio rappresentano una tifoseria importante, hanno grandi responsabilità. Dev’esserci unità d’intenti, è necessario dare il massimo ed oltre per raggiungere obiettivi importanti. Durante una stagione capitano anche momenti come questi. Non è semplice, ma si può recuperare. La società ha deciso per il ritiro, per mia esperienza può servire questa mossa di stare insieme per analizzare i problemi. Lotito vuol capire i motivi del declino e si attende una reazione per ricompattare il gruppo. Il problema principale è che la Lazio lo scorso anno si è abituata bene, a vincere spesso e volentieri. Ora non è semplice risollevarsi dopo prestazioni incolore. La gara contro il Dnipro avrà tanto valore. Pioli deve riprendere in mano la situazione per far tornare i risultati positivi e il conseguente entusiasmo. Il calcio è come la vita. È fatto di motivazioni. Non c’è solo il lato tecnico”.
ACCADDE OGGI – Marsiglia – Lazio 0-2 con rissa Mihajlovic/Marchegiani (VIDEO)
Correva l’anno 1999, 24 novembre e la Lazio, all’indomani di un derby catastrofico perso per 4-1, andava in Francia nella tana del Marsiglia. La partita era valevole per il girone di Champions League e i biancocelesti la affrontarono con molto timore per via delle scorie del derby. Eriksson sivoluzionò la formazione, lasciando in panchina Veron e Almeyda e dando spazio a Boksic in attacco. La Lazio inizia male il match: è nervosa, disattenta e sembra che la serata non possa non terminare con un’altra sconfitta. Nonostante ciò i francesi non ne approfittano, complice anche un buon Marchegiani. la svolta è tutta nella ripresa quando i biancocelesti riescono a passare in vantaggio con un colpo di testa di Stankovic su cross di Pancaro. il match si mette bene e in contropiede la chiude Conçeicao su assist di Salas. Il match verrà ricordato anche per la rissa sfiorata tra Mihajlovic e Marchegiani sul finire del match. I due arrivarono quasi alle mani dopo un’incomprensione in fase difensiva che per poco non permetteva a ravanelli di siglare il gol della bandiera.
Dieci anni dopo, è ancora The Best!
Nella periferia di Belfast, capitale dell’Irlanda del Nord, nacque un ragazzo che, come tanti suoi coetanei, andava pazzo per il pallone. La mamma disse di non aver mai visto George Best, questo era il suo nome, lontano più di 5 metri dalla palla. Come se ne avesse bisogno, se senza, a stento, riuscisse a vivere. Piccolo fisicamente, dispensava dribbling ubriacanti negli sconfinati prati che circondavano il suo quartiere. Era un ragazzo che, oltre il pallone, amava i libri e la scuola. Un’infanzia nella media, figlio di lavoratori della working class irlandese, non viveva nel lusso, ma di problemi grossi non ce ne erano. Il primo problema sorse quando, iscrittosi ad una scuola molto rinomata, scoprì che tra gli sport praticati non vi era il calcio. Brutto colpo per il ragazzino, che per un po si accontentò dei prati dietro casa per far magie con la palla ma dopo poco, preso dalla squadra del quartiere, decise di cambiarla, per stare più vicino al campo di allenamento. Fu il primo, e decisivo passo, che segnò l’addio ad una promettente carriera scolastica, e che lo lanciò verso la leggenda. Gracile fisicamente si pensava potesse faticare nei polverosi campi minorili, oppresso da centimetri e kg degli avversari. Invece no. Il suo talento era incredibile, ma la sua astuzia, se possibile, lo era ancor di più. Sfruttava ogni tipo di vantaggio che un ragazzino minuto e poco prestante poteva avere con uno molto più grande di lui. Il risultato era sempre lo stesso: i difensori impazzivano, quel ragazzo moro passava dove spazio non c’era, e la palla scompariva per riapparire all’improvviso, dietro di loro o già dentro la rete. Un giorno, la squadra di Best, aveva un amichevole con l’under18 di una società della capitale. George, appena quindicenne, segnò due reti da cineteca, incantò tutti gli spettatori. Fortuna volle che tra tutti quelli che rimasero a bocca aperta vi era anche un osservatore del Manchester United. Immediata la chiamata al quartiere generale dei red devils, la risposta fu “Torna con questo ragazzo, oppure non tornare proprio“. Detto, fatto. Di lì a due giorni George salì sull’aereo direzione Manchester. Abituato alla tranquillità ed il verde della sua cittadina, si trovò difronte ad una città caotica e piena di palazzi. Le industrie avevano preso il posto delle colline, il traffico aveva rubato la scena agli uccellini ed il dialetto inglese gli era davvero ostile. Dopo solo due allenamenti, molló: torna a casa. Sì perché, nonostante la nomea ed il personaggio che si è creato, George è timido, insicuro ed ama la vita tranquilla. Due allenamenti, però, sono bastati a capire che razza di giocatore fosse. Uno che, farselo sfuggire, sarebbe stato davvero un delitto. Emissari da Manchester partono allora per Belfast e, per fortuna, George ci ripensa. Spinto ed incoraggiato soprattutto dalla mamma vuole darsi un’ulteriore opportunità. Questa volta il risultato, è diverso. Si inserisce nella squadra giovanile ed anche nella vita di Manchester, anzi comincia a prenderci proprio gusto. Si parla di lui ben da prima del suo esordio che, comunque, non ha bisogno di essere raccontato: un autentico capolavoro. Di lì in avanti la sua storia è leggenda. C’è chi pensa che sia il più classico esempio di genio e sregolatezza, chi invece lo reputa il più forte giocatore di sempre e chi, come il sottoscritto, non lo ha mai visto giocare ma ne è sempre stato affascinato. La verità, forse sta nel mezzo, ma limitarsi a parlare dell’aspetto calcistico di George Best sarebbe riduttivo e poco interessante. Sì perché lui è stato, sicuramente, la più grossa rock star avuta nel mondo del calcio. Ragazzi innamorati del suo stile di vita, ragazzi innamorati del suo calcio e ragazze innamorate (e basta) di lui facevano la fila fuori dall’hotel per strappargli una firma. A Manchester diventó “il quinto Beatles” per alcuni, il migliore di tutti per altri. Di lì in poi però, la sua timidezza viene messa, almeno per l’aspetto pubblico, da parte, forse troppo. Con la maglia numero 7 dello United vince tutto e milioni di persone si innamorano di lui. Che sia stato il più grande di sempre, uno dei più grandi, o semplicemente un ottimo giocatore e poco importa se, nel giorno del suo funerale, oltre 50.000 persone scesero per strada a piangere la sua morte. Si, perché evidentemente allora, qualcosa di speciale lo ha fatto in vita, ancor prima che in carriera. E se oggi, 10 anni dopo la sua prematura morte, ancora far parlare di se allora si, fu davvero una rock star. Ancora oggi, in giro per il mondo c’è chi crede che “Pelé is good, Maradona is better ma George is the Best”…
Guidolin successore di Pioli? Ecco cosa ha risposto l’ex Udinese…
Non si placano le voci sul futuro di Pioli. Il tecnico biancoceleste potrebbe pagare a caro prezzo il momento negativo condito da 3 sconfitte e un pareggio nelle ultime quattro partite. Scattato il ritiro punitivo, Pioli si gioca il futuro contro Dnipro e Empoli. Eventuali passi falsi potrebbe portare Lotito e tare a prendere la decisione dell’esonero. Al momento non c’è nulla di certo, ma le voci sono tante. Il portale lalaziosiamonoi ha contattato Guidolin, ultimo allenatore accostato alla Lazio. L’ex tecnico dell’Udinese ha così commentato questo rumor: “Niente di vero. Nessun contatto tra me e la Lazio“. parole di cirocstanza o verità’?
Formello – Tanti dubbi per Pioli
Gli uomini di Pioli continuano la preparazione in vista dell’incontro di Europa League di giovedì prossimo alle 19 con il Dnipro. Per la squadra biancoceleste si presenta la ghiotta occasione per poter chiudere in anticipo la pratica qualificazione ed il tecnico ha l’intenzione di fare il massimo per ottenere i tre punti. La truppa biancoceleste nel pomeriggio è tornata in campo per il secondo allenamento del ritiro punitivo iniziato ieri sera. L’incontro con gli ucraini è senza dubbio importante ma l’allenatore deve anche tenere in considerazione che la vera prova d’appello sarà quella di domenica prossima con l’Empoli. Comunque, una buona prestazione contro il Dnipro aiuterebbe molto l’ambiente, dando modo di arrivare in terra toscana con più fiducia nei propri mezzi. Pioli punterà sui giocatori che ultimamente sono stati sfruttati poco: Cataldi, Konko, Kishna e Radu sono in rampa di lancio. Con loro spera anche Morrison (ma sarà difficile spodestare Parolo), l’inglese nella seduta pomeridiana è stato provato davanti alla difesa in un 4-2-3-1, con Milinković-Savić vertice alto. Il centravanti questa volta potrebbe essere Matri, in ballottaggio con Klose.
Keita: “Sto bene alla Lazio ma sogno il Barca. Nazionale? Niente Spagna, giocherò per…”
Visto che il passaporto spagnolo tarda ad arrivare, Keita Balde Diao, si è dichiarato pronto a rinunciare alla nazionale iberica per indossare la casacca del Senegal. Ad annunciarlo ai media africani è lui stesso: “Ne abbiamo parlato in famiglia, mio padre viene dalla Casamance (una regione del Senegal meridionale, ndr). La nostra cultura senegalese fa parte di noi, ci riconosciamo in essa, ma non è stata una decisione facile. Sono giovane, ho tutto il futuro davanti ma oramai ho scelto e non torno indietro. Ho deciso di giocare per il Senegal“. Quindi il prossimo obiettivo è essere presente al Mondiale 2018: “Mi auguro di poterci essere ma non dipende solo da me. Sarà l’allenatore a decidere, ho già parlato con senatori, dirigenti e con l’allenatore. Seguo da sempre il Senegal: sono felice del successo conquistato con il Madagascar. Ho seguito l’incontro con i miei amici ed al termine eravamo felici”. Ma il biancoceleste non solo si è soffermato sulla nazionale ma ha anche parlato della sua Lazio: “Mi trovo in un grande club e qui voglio continuare a crescere. Alla Lazio va tutto bene ed io continuo il mio percorso di crescita. Comunque la squadra dei miei sogni è il Barcellona. Sono nato e cresciuto nella loro cantera, a 16 anni è arrivata la Lazio, ma il Barca è il massimo per chiunque e resta ciò che di meglio possa desiderare”.
Anche Lippi-Brocchi per il dopo Pioli
Come capita sempre quando le cose vanno male la colpa è da dividere fra tutte le componenti ma, nella maggior parte dei casi, chi ne paga le spese è sempre l’allenatore e dato il periodo negativo della squadra biancoceleste, come riportato dal Corrieredellosport.it, in caso di allontanamento di Pioli dalla panchina della squadra romana (potrebbero essere decisivi i prossimi incontri con Dnipro ed Empoli) la società starebbe guardandosi intorno. Dopo l’indiscrezione Guidolin circola voce che i biancocelesti possano puntare sull’accoppiata Lippi-Brocchi, ma il tutto per ora resta solo nel campo delle ipotesi.
L’agente di Milinkovic-Savic: “Sergej ha sposato il progetto Lazio”
Pian piano si sta mettendosi in luce ritagliandosi sempre più spazio nella rosa biancoceleste. Anche Parolo ha detto di trovarsi bene a giocare con lui. Parliamo di Milinkovic-Savic,acquistato in estate dal Genk, che dopo un ottimo finale di stagione in Belgio si sta facendo conoscere anche in Italia: “Sin da subito il gruppo lo ha accolto nel migliore dei modi e lui è felice della scelta fatta in estate – ha dichiarato il suo agente Kezman a tuttomercatoweb -. Sta facendo bene, la squadra è forte anche se gli ultimi risultati non hanno sorriso. Gli infortuni purtroppo ne hanno condizionato il rendimento e negli ultimi tempi anche un pizzico di sfortuna ci ha messo lo zampino. E’ giovane, ha avuto tanto spazio e si è legato alla Lazio con un progetto a lungo termine: è un ragazzo intelligente, è aperto ad imparare nuove cose e consapevole di essere in un gran club. Ha venti anni, ha scelto la Lazio per il suo progetto futuro. In squadra ci sono tanti giovani e stanno facendo tutti bene. Parla spesso con Pioli e Tare, sta imparando l’italiano e adattandosi rapidamente al suo nuovo campionato”.
Capitano della Serbia under 21, MIlinkovic-Savic sogna la chiamata nella nazionale maggiore ma senza bruciare le tappe: “Lui non ha fretta: aveva tanta voglia di giocare contro Italia e Slovenia, curiosamente è andato in rete contro gli azzurrini e ha risposto Cataldi, suo compagno alla Lazio. In Serbia comunque sono in atto grossi cambiamenti dopo il fallimento della qualificazione agli Europei: non credo passerà molto per la sua convocazione, ma non vogliamo saltare degli step, non abbiamo fretta”.
Rozehnal: “Scelsi la Lazio perché è un grande club. Rudi Garcia? A Lille non avevo un buon rapporto…”
Difensore arcigno, Arrivò alla Lazio nel mercato di Gennaio del 2008. Oggi David Rozehnal ha 35 anni e milita nell’Oostende (Jupiler League, Serie A belga). I tifosi della Lazio lo ricordano soprattutto per essersi preso la grande e inaspettata responsabilità del tiro dagli undici metri nella finale di coppa Italia, vinta ai rigori contro la Sampdoria: “Non so il motivo per cui abbia calciato io quel rigore“, ricorda in un’intervista ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it.
Poi il gigante ceco spiega la sua scelta di andare nella capitale: “Anche se la Lazio in quel momento navigava in zone basse della classifica è sempre un grandissimo club e così scelsi di arrivare a Roma anche per mettermi alla prova contro grandi squadre come Milan, Juventus, Inter e Roma“. Continua parlando del rapporto con Delio Rossi: “Era sempre con la sigaretta in bocca e le sedute di allenamento con lui duravano due o anche tre ore e se non giocavamo come voleva lui ci mandava a quel paese” Poi il legame con Lotito: “Avevo un buon rapporto anche con lui che si da da fare molto per il club, anche se non piace a tutti come lo fa…quando lo incontrai per la prima volta non potevo credere che era accompagnato da tre guardie del corpo“.
E ancora parla dei compagni con cui ha legato di più nel periodo romano: “Sicuramente Lichtsteiner, il quale arrivò dopo sei mesi e lo aiutai con la lingua. Anche con Kolarov legai parecchio anche se era, al contrario degli Italiani, un tipo introverso“. Sulla domanda che riguarda i tifosi della Lazio ha risposto: “C’è sempre stato rispetto reciproco, è vero che non sono stato un big, ma hanno riconosciuto il mio voler dare sempre il massimo. Prima di arrivare a Roma sono venuto a conoscenza delle cose brutte sul loro conto ma che io non ho mai e poi mai riscontrato“. Di seguito sulla Coppa Italia vinta confessa: “Non so veramente perché tirai io quel rigore ma non ero nervoso affatto, mi accorsi solo dopo quanto fosse importante“.
L’attuale tecnico della Roma Garcia lo allenò al Lille e lui svela: “Non ho mai avuto rapporti con lui, non eravamo compatibili, a me piacciono le persone che dicono le cose in faccia e lui con me non lo fece“. Infine lancia un messaggio ai tifosi della Lazio: “State vicino alla squadra e sostenetela anche nei momenti difficili, perché con i tifosi vicino i giocatori hanno tutto per fare bene”.
SQUALIFICHE – Lazio, a Empoli senza un titolare
Le cattive notizie non vengono mai da sole. La gara contro il Palermo, oltre a mostrare una brutta prestazione e la spaccatura dello spogliatoio, porta con sé anche una grave squalifica. Infatti nella prossima sfida contro l’Empoli Pioli dovrà fare a meno di Santiago Gentiletti. Il difensore, nel fallo commesso su Vazquez nel secondo tempo, ha rimediato il quinto cartellino stagionale ed è stato squalificato dal Giudice sportivo Gianpaolo Tosel. Per la Lazio entra poi in diffida un altro Argentino, Lucas Biglia. Mentre rimangono ad un passo dalla quinta ammonizione Lulic, Milinkovic-Savic e Mauricio.