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Allegri: “Ordine, concretezza e grinta: questa è la vera Juve”

Alla luce degli ultimi risultati ottenuti si direbbe, senza alcun dubbio, che la Juventus con il 3-0 esterno a Palermo abbia davvero intrapreso la giusta via in campionato. Con il successo in terra siciliana i bianconeri hanno confermato la propria posizione alle spalle dei primi ed ora si ritrovano a soli tre punti dal quarto posto, occupato in questo momento dalla Roma. Senza dimenticare, tra l’altro, che nel frattempo i bianconeri hanno raggiunto gli ottavi di Champions con la possibiità di confermarsi al primo posto del proprio girone strappando almeno un pareggio a Siviglia nel prossimo turno. “Siamo stati ordinati, concreti e grintosi”, le parole con le quali Allegri ha commentato il quarto centro consecutivo della sua squadra in campionato, il quinto tenendo conto anche dell’1-0 sul Manchester City in Coppa. Il tecnico bianconero aveva predicato pazienza. Non si era mai preoccupato quando le cose andavano male ed i tifosi lo criticavano ma ora i fatti stanno dimostrando che aveva ragione. Dal quattordicesimo posto la squadra è risalita al quinto ed ora si appresta a concentrarsi sulle prime posizioni, cominciando dal terzo posto “che è l’obiettivo minimo”, come dichiarato dal dg Beppe Marotta. I prossimi due incontri in campionato possono essere quelli della svolta definitiva. I bianconeri giocheranno venerdì con la Lazio – arrabbiata per la sconfitta di Empoli – ed il 13 dicembre in casa ospiteranno la Fiorentina. La sfida con gli uomini di Sousa è attesa come il vero banco di prova. Secondo Morata quelli contro i rosanero sono “stati tre punti chiave” conquistati grazie al “grande lavoro di tutta la squadra”. Sui social “Avanti Juve”, è il grido di Chiellini e Buffon, che tornano a pensare in grande. L’unico giocatore di Allegri un pò scontento, a sentire le sue parole nel dopo-partita di Palermo, sembra Zaza: “Mi piacerebbe giocare di più”. Dopo la giornata di riposo concessa dalla società, oggi la ripresa degli allenamenti a Vinovo per preparare la trasferta in terra capitolina dove, i bianconeri, dovranno fare a meno di Paul Pogba squalificato per un turno. La Juventus sembra tornata e la sua presenza ingombrante pesa sulle avversarie che la precedono. Dopo tutto il primo posto è lontano ma “nulla è scontato”, come detto da Marchisio, dopo l’“ottima prova” di Palermo.

 

Europa League – Brutte notizie per la trasferta in Francia

I tifosi biancocelesti in occasione della prossima trasferta di Europa League non potranno seguire la propria squadra. Infatti la trasferta in Francia con il Saint Etienne, in programma giovedì 10 dicembre, è stata vietata ai sostenitori biancocelesti. Questo quanto comunicato dalla società biancoceleste: «Tale misura restrittiva, è stata imposta dal governo francese a seguito degli attentati di Parigi» e, rivolto ai tifosi, «di non mettersi in viaggio verso la Francia e di non acquistare biglietti di altri settori al fine di evitare sanzioni da parte delle autorità locali».

Fonte: AdnKronos

Dabo: “I laziali non sono fascisti. Il ricordo più bello? Il calcio di…”

L’ex centrocampista biancoceleste, Ousmane Dabo, si è raccontato in una lunga intervista a FrSerieA svariando dagli albori della sua carriera iniziata in Francia al grande calcio raggiunto grazie all’Inter. E poi la Lazio, l’aquila sul petto portata sempre con onore e rispetto. Cinque stagioni tra i capitolini, dal 2003 al 2006 e poi dal 2008 al 2010.

L’esperienza nell’Inter: Milano è stata un sogno ad occhi aperti, ho giocato al fianco di grandi giocatori come Ronaldo, Djorkaeff e Cauet, che oltretutto, aiutò me, Camara, Frey, Silvestre e Zoumana, ad integrarci nel gruppo”.

L’esperienza più importante però è biancoceleste: “Il ricordo a cui sono più legato sono i calci di rigore nella finale di Coppa Italia del 13 maggio 2009. Essere l’ultimo a tirare e riuscire a vincere il trofeo con quel tiro è stata un’emozione incredibile. Ed ancora più incredibile riuscire a farlo a Roma, dove la gente vive il calcio un maniera incredibile. In nessun’altra parte di Italia si vive il calcio come nella Capitale.

Roma però è soprattutto derby: “Una partita speciale, la pressione è enorme. E’ già una gara difficile per un calciatore straniero come me, quindi pensate per un giocatore del posto che ha amici sia nella Lazio che nella Roma. Poi ci sono i tifosi che già dal momento della firma del contratto ti fanno capire quanto sia importante battere i rivali cittadini. A volte prima della gara può verificarsi qualche scontro tra tifosi ma negli ultimi anni questo accade sempre meno”.

I giocatori più forti con cui ha giocato: Ronaldo e Zidane. Il brasiliano credo sia il miglior centravanti di sempre, ancora più forte di Messi e Cristiano Ronaldo. Il francese invece era un genio. Per quanto riguarda ora, penso a Pogba, non perché mio conterraneo ma perché lo trovo fantastico”.

Un giudizio sulla Serie A: “L’Italia avrebbe dovuto rinnovare gli stadi. Gli impianti sono vecchi e con sempre meno gente. Le istituzioni faticano a prendere decisioni che possono portare grandi cambiamenti. Poi c’è sempre paura di agire”.

In un documentario i media in Francia hanno descritto negativamente i tifosi romani: “Sono state date immagini disoneste, una documentazione scorretta e non corrispondente alla realtà. E’ una vergogna puntare il dito contro tutti i tifosi tacciandoli di fascismo o razzismo quando questo problema riguarda solo una minoranza del pubblico. E’ successo anche in Francia nella Tribuna Boulogne ma non per questo accusiamo i tifosi del PSG di essere nazisti. E’ stata una pessima pubblicità per Roma e non rappresenta i miei giorni nella Città Eterna. Inoltre il calcio è manipolato dai politici, è il riflesso della società. Non voglio dire che non esistano questi problemi ma dico che non bisogna generalizzare”.

Il laziale è razzista? “Non è un discorso prettamente del tifoso biancoceleste, i versi delle scimmie li ho sentiti ovunque. Questo malcostume non esiste solo in Italia ma anche in Francia o in Spagna. E’ capitato anche da parte dei tifosi laziali ma mi dissero fosse solo un tentativo di destabilizzare l’avversario. Avevo un buon rapporto con i tifosi, quando è capitato ho parlato anche con i capi ultras chiedendo di trovare un altro modo, magari con fischi e cori. Naturalmente, anche se era solo una provocazione, questo atteggiamento mi riguardava da vicino, mio padre è nero: anche se non erano cori rivolti a me mi davano fastidio. Ma i sostenitori della Lazio vivono completamente il calcio e la sua squadra. Sono degli ottimi tifosi: ogni francese abbia giocato lì vi dirà la stessa cosa, chiedete a Saha, Cissé o Ciani!.

Il presente: “Ho una scuola calcio in Senegal, a Ziguinchor. Almeno i giovani svolgono le attività in buone infrastrutture piuttosto che sulla terra. Con l’aiuto degli sponsor vorrei installare un campo sintetico. I giovani migliori, che possono avere un futuro in ambito professionistico, proviamo a proporli a club senegalesi o europei. Noi li accompagnamo, aiutandoli in questo”.

 

 

Importante decisione del giudice sportivo sulla Lazio…

Importanti novità arrivano dal giudice sportivo Gianpaolo Tosel, che ha da poco reso noto il comunicato ufficiale sulle decisioni della 14° giornata di serie A. Il Direttore Sportivo Igli Tare, “per essersi, al rientro negli spogliatoi al termine della gara, rivolto ad un Arbitro addizionale con un atteggiamento irriguardoso”, è stato ammonito con diffida. Tra le decisioni, spicca anche la squalifica del centrocampista Juventino Paul Pogba, che ha rimediato l’ammonizione nella gara con il Palermo essendo diffidato, e quindi salterà il match di venerdì contro i biancocelesti.

FRANCIA – Clamoroso: Benzema cacciato dalla Nazionale?

PARIGI, 1 DIC – Ora arriva anche il cartellino rosso di Manuel Valls. Intervistato questa mattina da radio Europe 1, il primo ministro della Francia, ha lasciato intendere che l’avvenire di Karim Benzema nell’Equipe de France è fortemente compromesso a causa del suoi coinvolgimento nello scandalo legato ai ricatti a luci rosse con il sextape al compagno di squadra Mathieu Valbuena. «Un grande sportivo – ha avvertito Valls – dev’essere esemplare. Se non lo è non c’è posto per lui in Equipe de France». «Se ci ci fosse un ministro indagato, oggi non starebbe più nel governo. In un certo senso è la stessa cosa per la Nazionale di Calcio», ha tagliato corto il primo ministro della Francia. A inizio novembre l’attaccante del Real Madrid è stato iscritto nel registro degli indagati per «complicità in tentato ricatto e partecipazione ad associazione a delinquere». I giudici cercano di capire se Benzema abbia esercitato pressioni su Valbuena affinchè accontentasse un gruppo di ricattatori che chiedeva 150 mila euro per non divulgare un riservatissimo video hard ‘rubatò dal suo smartphone. Secondo fonti vicine all’inchiesta, durante il fermo al commissariato di Versailles, a inizio novembre, Benzema ha confessato di aver fatto «da intermediario» per «facilitare i contatti» tra il collega in Nazionale e Karim Zenati, suo caro amico d’ infanzia finito nei giri del malaffare e presunto ricattatore. In un’intervista pubblicata nei giorni scorsi sul quotidiano Le Monde Valbuena ha puntato per la prima volta il dito contro Benzema. Da Facebook ha anche rimosso la profile picture che lo ritraeva abbracciato al fianco del suo ex-amico e compagno di squadra. I tre ricattatori da settimane in carcere e incriminati per ricatto e associazione per delinquere rischiano un minimo di 5 anni. Alla vigilia dell’apertura dell’europeo di calcio 2016, che si terrà l’estate prossima proprio in Francia, i Bleus di Didier Deschamps, devono fare i conti con un nuovo scandalo di cui proprio non si sentiva il bisogno.

Fonte: Ansa

Boksic: “Lazio serve pazienza” e poi su Felipe Anderson…

Sei anni totali con la maglia della Lazio ed ex bianconero. Alen Boksic torna a parlare ai microfoni di TuttoSport prima della sfida Lazio-Juventus e si dice triste per il brutto momento dei biancoazzurri: “Mi rammarica vedere la Lazio in queste condizioni, serve avere calma nei giudizi, ma purtroppo si sa che il calcio non è sinonimo di pazienza. Sono dell’idea che non basta cambiare gli allenatori per venire fuori dai problemi, anche perché secondo il mio parere Pioli non ha colpe“. Poi l’ex attaccante continua sui possibili motivi di questo periodo no: “Da fuori non è facile capirne i motivi, ma di sicuro servirebbe che Felipe Anderson torni decisivo come prima”.

SERIE A – Il Verona annuncia il suo nuovo allenatore

(ANSA) – VERONA, 1 DIC – È Luigi Delneri il nuovo allenatore del Verona, che ieri ha esonerato Andrea Mandorlini. Lo ha annunciato il club scaligero. Il tecnico di Aquileia sarà affiancato da Francesco Conti (vice allenatore), Maurizio D’Angelo (collaboratore tecnico) e Luca Alimonta (preparatore atletico). La conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore è in programma alle 13.30.

Candreva – Inter: Parla l’agente….

Da quando è iniziata la discesa della Lazio, ha tutti i fari puntati su di lui. Tra dichiarazioni e partite iniziate in panchina è stato uno dei più chiacchierati anche a livello di calciomercato. Antonio Candreva è l’uomo del momento, nelle ultime due gare in cui la Lazio ha segnato lui è andato in gol. Ma questo non è bastato a spegnere le voci di mercato sull’esterno della Nazionale. Di un possibile interessamento dell’Inter, ha parlato il suo procuratore Federico Pastorello, intervenuto direttamente ai microfoni di fcinternews.it: “Smentisco assolutamente che il mio assistito sia vicino all’Inter. Ha un contratto con la sua attuale squadra e rimarrà a Roma. Ho letto di questa cosa, sia da giornali che da altre parti ma posso dire con certezza che tra Antonio e i neroazzurri non c’è nulla“. Poi lo stesso procuratore si esprime su un altro suo assistito, Samir Handanovic: “Definiremo il tutto tra dicembre e gennaio, ma sulla durata del contratto ancora dobbiamo discuterne“.

Reja: “Alla Lazio manca organizzazione da grande squadra”

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Dopo la vittoria nel suo personale ‘derby’ con la Roma, Edy Reja ha rilasciato alcune dichiarazioni a ‘La Gazzetta dello Sport’: “Euforico? No, non lo sono mai, resto sempre con i piedi per terra, perché nel calcio, quando si fanno troppi voli, si fa sempre presto a cadere. Mentirei però se negassi che battere i giallorossi è stata una soddisfazione enorme. Solo da atalantino però, nonostante Tare mi abbia ringraziato in diretta. Sicuramente anche Lotito mi avrà perdonato, dopo quello che è successo con la Lazio. I ragazzi seguono le mie indicazioni in maniera sempre più convinta. Proprio guardando le gare dell’anno scorso contro la Lazio mi è venuta l’idea del 4-3-3, è l’ideale con Gomez e Moralez e domenica lo abbiamo applicato al massimo. La Roma ha pagato i contraccolpi dei risultati negativi con Bologna e Barcellona, mentre noi abbiamo interpretato la gara quasi alla perfezione, vincendo e giocando anche bene. È stata la nostra esibizione più spettacolare, anche se non è stata l’unica al cospetto di squadroni come Inter e Milan. Adesso dobbiamo provare a replicarci anche in casa, abbiamo ottimi margini di crescita. Per l’Europa le concorrenti sono tante: io so che il presidente Percassi può puntare sul mercato di gennaio, ma non gli chiederò nulla, anche perché ha dato all’Atalanta quell’organizzazione da grande squadra, quelle strutture e quella capillare distribuzione dei compiti che manca a Napoli e Lazio. Lavoro con circa quindici uomini, due solo dei quali sono miei: Alberto Bollini e Gigi Febbrari, che ha avuto il coraggio di seguire la Roma per seguirmi qui. Con tutti c’è totale sintonia, usiamo metodi all’avanguardia, sia nell’analisi dei dati fisici dei giocatori sia nella preparazione atletica, e finora non abbiamo avuto neanche un infortunio muscolare. Giorni fa Febbrari mi ha letto un articolo in cui Piquè parla del sistema di allenamento del Barcellona: in pratica, si lavora sul campo e in palestra non si usano macchine, come facciamo noi. Un sogno? C’è una cosa che con la Lazio ho sfiorato due volte di fila e che vorrei raggiungere, ma non vorrei sembrare esagerato facendo proclami o sparando alto. Vorrei tanto ascoltare una musichetta che ho sentito solo davanti alla tv, quella della Champions…come mi piacerebbe!“.

Pulici: “Cataldi incarna la lazialità, la società tuteli e valorizzi questo gioiello”

Il numero uno dello scudetto del ‘74, Felice Pulici, è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua” per fare il punto sul momento nero della Lazio, ora al decimo posto in classifica e in netta difficoltà con un solo punto conquistato nelle ultime cinque partite di campionato. Questo al netto delle controversie arbitrali, con la partita di Empoli che ha scritto l’ennesimo capitolo stagionale da dimenticare nel rapporto tra i biancocelesti e i direttori di gara.

Pulici interviene in quello che sarebbe stato il giorno del compleanno di Luciano Re Cecconi, il suo compagno di scudetto. “Re Cecconi arrivò a Roma con la volontà assoluta di Maestrelli che lo aveva avuto al Foggia. La Lazio utilizzò i soldi per la cessione di Massa all’Inter, un affare che servì anche per l’acquisto di Frustalupi, il giocatore con la maggiore intelligenza calcistica che io abbia mai visto. In una squadra un po’ rissosa, dallo spogliatoio diviso ma nella quale Re Cecconi sapeva rappresentare il trait d’union. Tanto che veniva definito il saggio della squadra, pur essendo un giocatore che in campo esprimeva il maggior dinamismo tra gli undici titolari.

Quali personaggi nella Lazio attuale potrebbero essere rappresentativi del biancoceleste così come lo furono gli eroi del ’74? “Danilo Cataldi esprime il valore massimo della lazialità in questo momento. Un ragazzo cresciuto nella Lazio arrivando dall’Ottavia, dal cuore di Roma e che può essere sicuramente rappresentativo del popolo biancoceleste in campo. Cataldi ha ricevuto un premio come promessa mantenuta, il “Manlio Scopigno“, che evidenzia l’importanza che questo ragazzo può avere, anche strategicamente, nel futuro di questa società. Servirà concretezza e struttura per sostenere questi personaggi che possano incarnare lo spirito della Lazio all’interno della società.

La stagione della Lazio ha in ogni caso bisogno di ritrovarsi attorno a figure forti dopo un momento di smarrimento. Quanto può aver pesato la delusione-Champions nell’approccio in questa finora infelice stagione? “A noi pesò molto non disputare la Coppa dei Campioni. Una situazione difficile perché anche all’epoca significava far parte dell’elite europea, era un sogno competere con i grandi dell’epoca. La squadra deve ritrovarsi e come dicevo prima deve farlo intorno ai suoi personaggi di spicco, quelli con maggiore personalità ma che sappiano anche ritrovare sé stessi nell’indossare la maglia della Lazio..

Fabio Belli

Lazio, per il dopo Pioli si guarda in Cile

Domenica, dopo il ko di Empoli, la Lazio, per bocca del ds Tare, ha ribadito l’assoluta solidità della panchina di Stefano Pioli. La fiducia della società potrebbe tuttavia non essere a tempo indeterminato e già venerdì sera, in caso di nuovo risultato negativo nell’anticipo contro la Juventus, il tecnico parmense potrebbe essere sollevato dal suo incarico. Tra i candidati per la sostituzione, oltre ai vari Lippi-Brocchi, Guidolin e Simone Inzaghi circolati in questi giorni, sarebbe spuntato anche Jorge Sampaoli. A rivelarlo ‘Calciomercato.com’, secondo cui l’attuale ct del Cile, in corsa per il premio Fifa ‘Tecnico dell’anno’, sarebbe finito nel mirino dei biancocelesti a seguito della fantastica stagione alla guida della Roja, culminata quest’estate con la vittoria della Coppa America. Molte sono tuttavia le concorrenti: dalla Roma, interessata in caso di esonero di Rudi Garcia, alle inglesi Arsenal (in cui troverebbe il cileno Alexis Sanchez) e Manchester City, passando per lo stesso spogliatoio dei sudamericani (che, per bocca dell’interista Medel, ha chiesto a gran voce la sua riconferma).

RASSEGNA STAMPA – Controlli per Onazi. Mauri lavora in campo

Ai microfoni di Lazio Style, il medico sociale biancoceleste, Stefano Salvatori, ha fatto il punto sull’infermeria della Lazio: “Per quanto riguarda la gara di ieri sera non ci sono situazioni cliniche preoccupanti dal punto di vista medico. Oggi pomeriggio Onazi farà il controllo strumentale per la sua patologia muscolare all’adduttore della coscia. Ci auguriamo un responso positivo, Eddy ha sensazioni positive dal punto di vista del dolore. Mauri invece ha cominciato il lavoro in campo oggi, sta rispondendo bene anche dal punto di vista del dolore.  Per De Vrij, che è l’unico lungo degente, vi daremo informazioni riguardo la situazione in settimana”.

Fonte : Il Corriere dello Sport

RASSEGNA STAMPA – «L’Atletico senza Tiago: idee Biglia-Bonaventura»

L’Atletico Madrid cerca un centrocampista dopo il grave infortunio di Tiago. Lo conferma As in Spagna. Diversi i profili che Simeone sta studiando per gennaio. Toulalan, del Monaco, risponde al profilo del giocatore che serve. Piace anche Tielemans del Anderlecht, con il quale sono già stati avviati i contatti. Biglia della Lazio e Bonaventura del Milan sono gli altri potenziali obiettivi.

Fonte : Corriere dello Sport

RASSEGNA STAMPA – Lazio in caduta libera, Pioli sotto esame

La situazione diventa sempre più preoccupante. La sconfitta di Empoli conferma la caduta a picco della Lazio di Pioli, capace di conquistare un solo punto nelle ultime cinque giornate di campionato.

I TORTI ARBITRALI – È vero, però, che sull’ultima partita in Toscana hanno inciso in maniera evidente anche fattori esterni, come le controverse decisioni arbitrali del signor Fabbri: i due gol annullati a Klose (almeno uno buono), le potenziali espulsioni di Livaja e Tonelli, più il tocco di mano in area dello stesso Tonelli (già ammonito). È più che legittimo, insomma, il lungo sfogo del ds Tare al termine della gara: “Contro di noi arbitraggi sempre sfavorevoli. Se la situazione è questa, possiamo anche evitare di presentarci nelle prossime partite”, in sintesi. È altresì legittimo porsi qualche domanda che vada oltre le polemiche arbitrali: perché se è vero che la reazione della Lazio è stata evidente, è altrettanto giusto ammettere che il vantaggio della squadra di Giampaolo arriva al 5′ e non è bastata una partita intera per raggiungere almeno il pareggio.

PIOLI “ALLA PETKOVIC” – Desta preoccupazione, in particolare, il primo tempo confuso, disorganizzato ed evanescente della squadra di Pioli, che inizialmente si schiera con un 4-4-1-1. Ma lo è solo sulla carta, il modulo sul campo è molto simile a un 4-1-4-1 di “petkoviciana” memoria. E le analogie con il secondo anno alla Lazio (quello della separazione) dell’attuale commissario tecnico della Svizzera sono sempre più inquietanti. A partire dall’andamento opposto tra campionato ed Europa League, passando per la Supercoppa persa con la Juve a inizio stagione, fino ad arrivare al contraccolpo conseguente al grande traguardo raggiunto: con Petkovic la Coppa Italia, il terzo posto con Pioli. Disastroso in entrambi i casi anche l’andamento in trasferta in campionato: al suo secondo anno alla Lazio l’allenatore di Sarajevo non riuscì a vincerne una lontano dall’Olimpico (5 sconfitte e 4 pareggi prima dell’arrivo di Reja).

NUMERI DA RETROCESSIONE – Rispetto a Petkovic, Pioli può “vantare” un successo a Verona con l’Hellas. Una magra consolazione visto che nelle altre 6 gare fuori casa sono arrivate solo sconfitte. E se si aggiunge pure quella casalinga con il Milan fanno 7 in 14 partite, un dato che la Lazio aveva registrato 31 anni fa, nella stagione dell’ultima retrocessione in serie B. Numeri che non fanno sorridere la dirigenza biancoceleste, anche perché il calendario adesso mette nell’ordine Juventus, Sampdoria e Inter (le prime due in casa). Un trittico impegnativo che, se dovesse portare altri risultati negativi, potrebbe far precipitare la Lazio (attualmente decima) nelle sabbie mobili della lotta salvezza. Un vero paradosso per una squadra che in estate sognava di partecipare alla prossima Champions. Senza contare poi il mercato di gennaio e le tante offerte ancora in ballo per i vari big: da quella del Manchester United per Felipe Anderson, alle sirene spagnole e inglesi per Biglia e così via.

POSSIBILITÀ BROCCHI – Un rischio che la società vuole scongiurare. E anche se a parole “l’atteggiamento con l’Empoli è piaciuto”, le riflessioni sulla possibilità di un avvicendamento in panchina sono all’ordine del giorno. Il club valuta varie possibilità, da quella interna (ed economica) che porterebbe all’attuale tecnico della Primavera Simone Inzaghi, passando per le ipotesi Guidolin e Mazzari, fino ad arrivare alla soluzione al momento favorita: il tandem Lippi-Brocchi, con il primo che recentemente non ha nascosto la sua volontà di tornare ad allenare in Italia e il secondo che, nonostante adesso sia a Milano per guidare la Primavera del Milan, conserva con la Lazio, e in particolare con la società biancoceleste, un ottimo rapporto. Il binomio con Lippi, ma anche la possibilità di affidare al solo ex mediano la panchina laziale è un’ipotesi che stuzzica Lotito. Forse se ne riparlerà dopo la partita con la Juve. Potrebbe essere l’ultimo appello per Stefano Pioli.

Fonte : La Repubblica

RASSEGNA STAMPA – Lazio divisa tra arbitraggi e classifica

La partita peggiore nel momento più difficile. La Lazio prova a rialzarsi dopo l’ennesimo tonfo, Pioli ha quattro giorni per rianimare la squadra prima della sfida contro la Juventus.

Sia chiaro, il tecnico non rischia la panchina, almeno al momento: ha un contratto fino al 2017, e continua ad avere la fiducia della società nonostante la stagione fallimentare; la sconfitta nella finale di Supercoppa italiana contro la Juve, l’eliminazione dalla Champions League per mano del Bayer Leverkusen e gli scarsi risultati ottenuti in campionato avrebbero spinto qualsiasi altro club a prendere in considerazione un cambio in corsa.

La panchina di Pioli è ancora salda, il presidente laziale non è solito allontanare gli allenatori su due piedi; in passato ha esonerato due tecnici che avevano portato la squadra in zona retrocessione e licenziato – per giusta causa – Pektovic che aveva tradito (a suo dire) la fiducia del club. Oggi l’esonero di Pioli certificherebbe il fallimento del progetto tecnico, significherebbe una compartecipazione di responsabilità che i dirigenti laziali non intendono condividere: del resto l’organico è rimasto identico alla passata stagione, il mercato non ha tolto – né aggiunto – risorse significative alla squadra. I problemi sono tutti dentro Formello. Stimoli, ambizioni, rapporti che son venuti meno nel corso di questi mesi e che hanno minato – sul nascere – la nuova Lazio.

Oggi i numeri sono impietosi: decimo posto in classifica, sette sconfitte su quattordici partite, un solo punto nelle ultime cinque sfide, sedicesima difesa della Serie A, decimo attacco del torneo. La Lazio non sa difendere, ma non riesce neanche ad attaccare; nelle retrovie lo stop di De Vrij ha tolto a Pioli una pedina fondamentale, ma la genesi dell’infortunio risale alla passata stagione, la patologia dell’olandese era nota e in chiave mercato il club biancoceleste avrebbe potuto – e dovuto – acquistare un elemento di maggior spessore, capace di fornire maggiori garanzie. In attacco i problemi di rendimento sono simili, coi tre attaccanti capaci di segnare – fin qui – la miseria di otto gol. Ma è sulle motivazioni del gruppo che va ricercata la soluzione alla crisi perché sono le prestazioni di ogni singolo elemento a essere altamente inferiori rispetto al passato.

I giocatori ribadiscono con le parole la fiducia nei confronti di Pioli, ma puntualmente vengono smentiti dalla loro stessa attività pedatoria. Infine c’è l’aspetto legato agli arbitraggi. E’ inconfutabile che nel corso della stagione ci siano stati episodi contrari, ed è allo stesso modo frustrante essere penalizzati dal Palazzo nel momento in cui la presidenza della Lazio è detenuta dalla stessa persona che ha in mano il calcio italiano. Ma gli arbitraggi avversi appaiono una banale giustificazione che tende a esemplificare una crisi ben più profonda che affonda le radici all’interno della stessa Lazio.

Fonte : Il Tempo

Tavecchio: “Il futuro di Conte? Sono ottimista…”

«Con Conte ho un rapporto molto fraterno, anzi filiale, e penso di poter dire che ci siano buone chance che resti. Il suo nome è stato accostato alla Roma? Io non so chi lo chiama o no, ma noi a Conte stiamo dando responsabilità come nessuno mai prima d’ora. Lui non è solo il commissario tecnico della nazionale, è anche il responsabile di 17 rappresentative azzurre di cui sceglie pure gli allenatori». Il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, torna così sul futuro del ct azzurro dopo gli Europei 2016 ed esprime ottimismo sul possibile rinnovo del suo contratto in scadenza dopo la rassegna continentale.

Fonte: AdnKronos

UFFICIALE: Hellas Verona, esonerato Mandorlini

Con l’allontanamento di Andrea Mandorlini dalla panchina del Verona, salgono a sei gli esoneri in Serie A dall’inizio della stagione. Il tecnico romagnolo segue la sorte di Giuseppe Iachini, sostituito da Davide Ballardini al Palermo, e di Walter Zenga, con la panchina della Sampdoria affidata a Vincenzo Montella, esonerati entrambi lo stesso giorno il 10 novembre scorso. A inizio del mese, la stessa sorte era toccata a Giuseppe Sannino, rimasto poco più di un mese sulla panchina del Carpi, ora riaffidata al tecnico della storica promozione, Fabrizio Castori. Il 28 ottobre, c’era stato il passaggio di consegne al Bologna tra Delio Rossi e Roberto Donadoni.

Fonte: ANSA

Premio Scopigno: Cataldi rassicura i tifosi durante la premiazione

Qualche giorno fa alla domanda se sentisse ancora in mano lo spogliatoio, Stefano Pioli aveva risposto in modo deciso: “Assolutamente si”. A queste parole fecero eco quelle di Marco Parolo I fatti però hanno dimostrato che la Lazio è ancora la bruttissima copia dell’anno scorso, l’unica soddisfazione raggiunta è il primato del girone di Europa League, ma il campionato fino ad ora continua ad essere fonte di delusioni. Eppure viene ribadito, in attesa dei fatti, lo stesso concetto: il gruppo è UNITO e la squadra è con Pioli.
Al coro si è unito oggi anche Danilo Cataldi:
Il giovane centrocampista biancoceleste questa mattina, presso la sala Consiliare del Comune di Rieti, ha ritirato il “Premio Manlio Scopigno”  insignito dell’onoreficenza “Promessa Mantenuta”. Subito dopo 
le celebrazioni di rito, Cataldi è stato incalzato dai cronisti presenti sul delicato momento in casa Lazio ma, dopo aver in un primo momento sviato le domande con la frase “Non è questa la sede opportuna per parlarne”, ha voluto ribadire un unico grande concetto: “La squadra è con Pioli”. Tutti avranno l’ennesima occasione di dimostrare tale concetto  già a partire da venerdì, quando la Juventus verrà a fare visita all’Olimpico. Riuscirà a mantenere anche questa “promessa”?

Io, privilegiato per aver vissuto la “Kobe-era”

Kobe l’ha fatto. Lo temevano tutti, da mesi ormai. Ieri Kobe Bryant ha annunciato che, a fine stagione, si ritirerà. Lo ha fatto a modo suo, come sempre, e da oggi dovremo fare nostra l’idea di un campionato NBA senza il Black Mamba! Facciamo un passo indietro però, chi è Kobe? Beh dipende da chi si pone questa domanda. Mi spiego meglio, il basket si divide in Ante Jordan e Post Jordan. Che Michael sia il più grande di tutti i tempi, pochi dubbi. C’è chi ha vissuto la carriera di Jordan ed ha visto nascere Kobe. Chi lo ha potuto quindi veder crescere e formarsi e poi dire “Questo è il più forte giocatore di basket dopo Jordan“. C’è invece chi, come me, con Kobe a fare magie sul parquet c’è nato o quasi. Quelli come me Jordan lo hanno visto nei film, negli speciali e nei video, ma mai hanno potuto assistere ad una sua partita di basket. Non hanno mai avuto l’ebrezza di sperare che la palla andasse nelle sue mani per vedere cosa avrebbe potuto fare (quello che voleva, sicuro). Questa sensazione invece io l’ho avuta con Kobe, nelle nottate insonni ho potuto sperare di vederlo fare qualcosa di strabiliante, qualcosa che nessuno avesse visto prima. E vi dico che, nonostante la mattina mettersi sui libri era dura, andare a scuola ancor di più, mai, e sottolineo mai, con lui in campo la mattina mi sono detto “La prossima volta va a letto presto che poi non ti svegli“. No, questo non è mai successo. Nel momento in cui inevitabilmente ha annunciato il suo addio io, come tanti, mi sono sentito vecchio, e triste. Quando un tuo idolo smette di fare quello che sei abituato a vedere qualcosa cambia. In questo pericolo, ahimè, più di uno ha detto stop. Però subito dopo aver saputo la notizia ho riflettuto: triste, certo è normale, però io l’ho visto sul campo giocare. Io l’ho visto incantare e fare canestri assurdi, seguiti da quel sorriso che non mancava mai. Sorrideva lui, rimanevamo a bocca aperta noi. Sempre, tutte le sante notti. E allora no, la tristezza deve lasciar spazio alla gratitudine perché d’ora in poi non esisterà solo il pre e post Jordan, ma anche il pre e post Bryant. Ed io, cari miei, mi sento un privilegiato ad aver assistito ai suoi capolavori. Kobe Bryant è mondiale, ma anche un po italiano. Sentire le sue interviste in cui dispensa un italiano quasi perfetto ci inorgoglisce e fa anche un po’ strano. Guai a sentirci artefici del suo successo: uno che ha quel talento non va formato, va solo fatto giocare. Anni fa, in un lockout tanto folle quanto ferreo si era anche sparsa la voce “Kobe giocherà a Bologna“. Incredibile, Kobe torna in Italia non da bambino ma da star assoluta! Non si è avverato, il presidente della Virtus ci ha provato, ma far muovere uno del suo calibro è un po come spostare una montagna, ci vogliono tempi e modi impossibili per il basket italiano. Abbiamo sognato, tutto qui, pazienza. Pazienza perché, in fondo, il solo poterlo vedere è stata un’esperienza unica, anche se lontano migliaia e migliaia di km. Da qui in avanti prendiamo tutto ciò che si può prendere ed apprendere da un giocatore in televisione, prestate attenzione a come muove la palla, come difende, come salta è come sorride….Prestate attenzioni ragazzi, perché vedere live uno così, non so quando potrà riaccadere. Un campione smette di giocare, la sua leggenda invece, resta per sempre.

Qui di seguito la traduzione della lettera di addio al basket di Kobe Bryant, che ha fatto da corollario al suo annuncio.

Caro basket,
dal momento in cui ho cominciato ad arrotolare i calzini di mio padre
e a lanciare immaginari tiri della vittoria nel Great Western Forum
ho saputo che una cosa era reale:
mi ero innamorato di te.
Un amore così profondo che ti ho dato tutto
dalla mia mente al mio corpo
dal mio spirito alla mia anima.
Da bambino di 6 anni
profondamente innamorato di te
non ho mai visto la fine del tunnel.
Vedevo solo me stesso
correre fuori da uno.
E quindi ho corso.
Ho corso su e giù per ogni parquet
dietro ad ogni palla persa per te.
Hai chiesto il mio impegno
ti ho dato il mio cuore
perché c’era tanto altro dietro.
Ho giocato nonostante il sudore e il dolore
non per vincere una sfida
ma perché TU mi avevi chiamato.
Ho fatto tutto per TE
perché è quello che fai
quando qualcuno ti fa sentire vivo
come tu mi hai fatto sentire.
Hai fatto vivere a un bambino di 6 anni il suo sogno di essere un Laker
e per questo ti amerò per sempre.
Ma non posso amarti più con la stessa ossessione.
Questa stagione è tutto quello che mi resta.
Il mio cuore può sopportare la battaglia
la mia mente può gestire la fatica
ma il mio corpo sa che è ora di dire addio.
E va bene.
Sono pronto a lasciarti andare.
E voglio che tu lo sappia
così entrambi possiamo assaporare ogni momento che ci rimane insieme.
I momenti buoni e quelli meno buoni.
Ci siamo dati entrambi tutto quello che avevamo.
E sappiamo entrambi, indipendentemente da cosa farò,
che rimarrò per sempre quel bambino
con i calzini arrotolati
bidone della spazzatura nell’angolo
5 secondi da giocare.
Palla tra le mie mani.
5… 4… 3… 2… 1…
Ti amerò per sempre,
Kobe

Materazzi: “La Lazio può venirne fuori, ma deve essere più attenta in difesa”

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Giuseppe Materazzi, storico ex allenatore della Lazio alla fine degli anni ’80, è intervenuto sulle frequenze di LazioStyleRadio per analizzare il momento delicato dei biancocelesti, reduci dall’ennesima sconfitta stagionale. Queste le sue parole: “La Lazio nella fase difensiva deve essere più attenta. La sconfitta di ieri è dipesa molto dagli errori arbitrali e questo è un vero peccato perché la squadra ieri ha reagito positivamente e ha fatto una buona prestazione, purtroppo sono stati annullati dei gol che erano validi. Non bisogna scoraggiarsi perché la Lazio ha i numeri e le qualità per venire fuori da questa situazione, bisogna essere uniti. Pioli deve continuare a lavorare e a credere nei suoi giocatori. Venerdì ci sarà la sfida contro la Juventus che sta vivendo un momento positivo. Non sarà una gara facile perché i bianconeri giocheranno per vincere ma l’importante è scendere in campo e giocarsela. I biancocelesti devono essere compatti e proporsi con continuità. Personalmente, con la Juve, opterei per un modulo denso a centrocampo. In Europa la Lazio ha espresso un grande gioco, ha trovato gli spazi giusti che in campionato non sta ancora trovando, ma la strada è ancora lunga e nel calcio tutto può succedere“.