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FOCUS – I settori della crisi: ATTACCO

Dopo aver analizzato i problemi del della difesa (clicca qui) e del centrocampo della Lazio (clicca qui), è arrivato il momento di completare questo percorso analitico con un reparto che sta dando problemi  non solo nell’ultimo periodo ma fin da inizio stagione: l’attacco biancoceleste.
A dir la verità la poca vena realizzativa del reparto d’attacco è sempre stata una peculiarità del gioco di mister Pioli, il suo gioco propositivo infatti richiede un lavoro prettamente di sacrificio da parte delle punte per permettere gli inserimenti dei centrocampisti, degli esterni e/o del trequartista di turno a seconda del modulo utilizzato (4-3-3 o 4-2-3-1), con risultati a dir poco entusiasmanti vista la mole di gol realizzata dalla banda Pioli la scorsa stagione: 71 gol fatti (uno in meno della Juventus Campione d’Italia) ripartiti appunto tra centrocampo e attacco, a testimonianza del fatto che nonostante i compiti prettamente di sacrificio, gli attaccanti della Lazio sono riusciti spesso a dare un notevole contributo: Klose 13 gol; Djordjevic 8 gol (fuori a lungo per infortunio); Mauri (l’anno scorso utilizzato come Falso nueve) 9 gol; Keita 1 gol.
In questa stagione invece i numeri sono assai imbarazzanti. Tra i vari problemi che stanno accompagnando questa prima parte di stagione dei ragazzi di Pioli c’è anche quello appunto della poca (per usare un eufemismo) prolificità del reparto offensivo. Dal gol inutile di Kishna contro il Milan, la squadra di Pioli non segna su azione da ben tre partite. A secco con Roma, Empoli e Juventus, solo il rigore di Candreva contro il Palermo ha evitato l’ennesimo ko. Klose, Djordjevic e Matri, tre punte, quattro gol in tre…(senza contare Kishna con due reti e Keita con una) poca roba per ambire a traguardi importanti, sintomo che il gioco latita e che le idee scarseggiano se gli esterni non si accendono. Ormai il momento è critico, serve una scossa immediata. I tifosi biancocelesti si aspettano molto di più  a livello realizzativo sopratutto dagli attaccanti centrali. Servirebbe come il pane un bomber di razza purissima come Gonzalo Higuain ma in questo momento storico sarebbe come prentendere di raggiungere la luna…Sì un vecchio detto dice: “punta alla luna, male che vada arriverai tra le stelle“…il problema è che l’attacco biancoceleste si trova nel buio più totale

STATISTICHE: i numeri parlano di “attacco dalle polveri bagnate” – I biancocelesti infatti hanno realizzato solo 17 gol in 15 gare (1.13 a partita).

Andiamo ad analizzare le responsabilità individuali dei vari NON-protagonisti dell’attacco biancoceleste: 

KLOSE – L’uomo che ha fatto al storia della Germania calcistica agli ultimi mondiali, diventando campione del mondo, nonostante i 37 anni si aspettava un inizio totalmente differente da quello attuale. Doveva essere il trascinatore dell’attacco biancoceleste, ma complice anche un infortunio a inizio stagione che ha tenuto in apprensione tutto il popolo biancoceleste il tedesco ha impiegato molto a entrare in forma, e anche quando è tornato al 100% non  è più riuscito a incidere come voleva, nonostante in ogni partita dà sempre il 200% a dispetto dell’età. Oggi Klose lotta per rialzarsi da terra. Non è assolutamente finito il Panzer e le sue 150 presenze realizzate venerdì contro la Juventus non devono rappresentare per lui la fine….ma un record da incrementare con tantissimi gol ancora. Serve un ultimo sforzo da parte sua, il popolo biancoceleste ha ancora bisogno di lui, senza il miglior  Klose sarà ancora più dura per la Lazio uscire dalla crisi.  (totale minuti giocati: 426; 7 presenze – 0 reti – 2 ammonizioni)

© Gianni Barberi
© Gianni Barberi

DJORDJEVIC – Anche Djordjevic non sta vivendo un momento esaltante: prima il grave infortunio dell’anno scorso che ha bloccato la sua ascesa nel mondo biancoceleste, quest’anno invece (doveva essere la sua stagione) complice una serie di fastidiosi infortuni non è riuscito a rendere come voleva, tanta buona volontà ma manca la cosa più importante…i gol, almeno in campionato, perchè se andiamo a vedere l’andamento in coppa, il serbo non sta sentendo per niente l’emozione del debutto dimostrando di avere un feeling particolare con Europa League, tant’è che l’Uefa lo ha addirittura omaggiato via twitter per aver realizzato realizzando 3 gol in 2 presenze per un totale di 86 minuti (per una media di 1 gol ogni  28′), il sogno è che il serbo si dimostri decisivo anche in campionato e aiutare così la Lazio a uscire da questo incubo  (totale minuti giocati: 487; 8 presenze – 2 reti – 0 ammonizioni).
Djordjevic

MATRI – E’ stato il grande colpo dell’ultimo giorno del mercato estivo biancoceleste. Arrivato in prestito secco dal Milan, Alessando Matri ha voluto fin da subito di essere qualcosa di più di un vice-Klose, mettendosi subito in mostra con una bellissima doppietta all’esordio contro l’Udinese, da qui in poi però c’è il nulla: un grande lavoro di sacrificio per la squadra e un gol importantissimo contro il Rosenborg in Europa League ma niente di più. Non è un cannoniere ma è comunque un ottimo attaccante e da lui ci si aspetta decisamente di più.  (totale minuti giocati 344; 10 presenze – 2 reti – 1 ammonizione).

Alessandro Matri Lazio Udinese
© Gianni Barberi

KEITA – Nonostante il magro bottino di gol realizzati il giovane talento spagnolo è uno dei membri più attivi e decisivi dell’attacco biancoceleste. Pioli lo ha usato molto spesso come arma letale a partita in corso: Keita infatti ogni volta che è entrato in campo è stato in grado di dare la svolta alle partite bloccate con assist, calci di rigore e calci di punizioni procurate. Anche lui come tutta la Lazio sta vivendo un momento di flessione, e negli ultimi tempi riesce solo a rendere leggermente più vivace la manovra d’attacco biancoceleste ma niente di più. La Lazio ha bisogno ora più che mai di lui e del suo immenso talento.  (totale minuti giocati 670; 11 presenze – 1 -rete- 1 ammonizione).

Keita applaude la curva Nord Lazio
© Gianni Barberi

KISHNA – Il giovane talento olandese è uno dei pochi colpi dell’estate biancoceleste capace di far entusiasmare i tifosi, complice anche la nomea di “The Dutch Di Maria” che lo ha accompagnato negli ultimi tempi all’Ajax. Il suo inizio prometteva molto bene, con il gol all’esordio in Serie A (segnare al debutto è ormai un suo marchio di fabbrica) poi è uscito un po’ dai radar di mister Pioli che lo ha utilizzato sopratutto in Europa League, mentre in Serie A ha pagato la feroce concorrenza con il trio Candreva, Felipe Anderson e Keita. Ogni volta che è stato chiamato in causa però ha sempre fatto vedere doti tecniche impressionanti rendendolo di fatto una delle note più positive di questo difficile inizio di campionato. Purtroppo ancora non riesce ad incidere e ad essere costante come vorrebbe, bisogna pazientare è ancora molto giovane, ha tutto il futuro davanti a sé e la Lazio non vede l’ora di beneficiarne. La svolta potrebbe passare proprio dai suoi piedi. Indubbiamente Kishna resta uno di quei giocatori su cui ricostruire la Lazio del futuro. (totale minuti giocati: 541; 10 presenze – 2 reti – 0 ammonizioni).

Kishna Lazio Bologna
© Gianni Barberi

Ora…al di là della distribuzione delle varie colpe della crisi, ciò che conta adesso è SOLO il bene della Lazio. Le parole sono finite, non ha più senso tergiversare. Ora servono i fatti!

Marco Lanari

 

 

Un anno da fenomeno, Felipe Anderson meglio di Rooney…

Quando si va verso l’ultimo giorno dell’anno, arriva il tempo di tirar le somme. E’ cosi anche per Felipe Anderson. Il dieci laziale, anche se non sta affatto brillando in questa prima parte di stagione, può essere più che soddisfatto di quanto fatto negli ultimi 365 giorni. Si, perché sono stati 12 mesi da protagonista indiscusso nel campionato Italiano. Nella stagione entusiasmante, che ha portato la Lazio terza in classifica, Felipe ha preso per mano la squadra a suon di assist e gol, così da regalare ai suoi tifosi gioie continue. Nonostante negli ultimi mesi ci sia stata un’involuzione evidente da parte del Brasiliano, per quanto fatto vedere nel recente passato (oltre ad essere in lizza per un importante premio) l’importante rivista FourFourTwo.com lo ha inserito nella top 100 dei calciatori più forti del 2015. Il giovane talento biancoceleste occupa la posizione 84, precedendo, tra gli altri, gente come Rooney e Verratti, di certo non gli ultimi arrivati.

FOCUS – I settori della crisi: CENTROCAMPO

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‘Il centrocampista ha da avere istintivo o quasi il senso geometrico del gioco’. Gianni Brera

Dopo aver analizzato la difesa, è il momento di guardare la crisi Lazio dal centro nevralgico del gioco: il centrocampo. Proprio quel centrocampo che lo scorso anno riusciva a far girare la squadra in maniera perfetta, con il regista Biglia ottimamente assistito da Parolo, Lulic, Cataldi o Onazi. Chiunque venisse chiamato in causa sapeva fornire un ottimo contributo, sulla spinta anche di un’ottima condizione psico-fisica. Una mediana bassa questa, bravissima ad innescare la folta schiera di trequartisti e ali a disposizione di Stefano Pioli: Felipe Anderson, Candreva, Mauri. A questi 7 interpreti in estate sono stati aggiunti Milinkovic-Savic e Morrison, con risultati alquanto differenti. Nella scorsa stagione la Lazio veniva schierata con un modulo di base 4-3-3, facilmente trasformabile in 4-5-1 in fase difensiva. Il compito della linea dei 3 centrali era chiaro: un regista classico al centro e due mezzali dinamiche ai suoi lati. La squadra girava alla perfezione, mentre quest’anno, nonostante la conferma, almeno iniziale, del modulo, gli interpreti sembrano lontani parenti dei giocatori ammirati nella cavalcata della scorsa stagione.

CENTROCAMPISTI:

Biglia – Il perno centrale della mediana, il faro, colui da cui parte ogni azione della compagine biancoceleste. In estate mister Pioli decise di affidargli la fascia di capitano, per metterlo al centro del progetto e tentare in questo modo anche di tenerlo lontano dalle sirene inglesi o spagnole. Il Principito appare un giocatore involuto: lento, impacciato, poco lucido, nonostante i 3 gol messi a segno in questa stagione sembra non riuscire a trovare la quadratura del cerchio, del suo cerchio. E quando ad una squadra manca il cervello è difficile se non impossibile che il corpo riesca a funzionare. Continue noie muscolari gli hanno fatto saltare parecchi match ad inizio stagione e gli hanno impedito di raggiungere quel picco di condizione necessario affinchè possa esprimere l’assoluto valore che tutti gli riconoscono. Nonostante ciò rimane un giocatore imprescindibile per la Lazio: basti pensare che senza di lui sono arrivate le prime 3 sconfitte dei biancocelesti in campionato (il non-mercato estivo non ha portato un sostituto degno di chiamarsi tale). Le lacrime al termine della sconfitta con la Juventus sembrano comunque sintomo di un grande attaccamento alla maglia, cosa che in passato era stata messa in dubbio. Solo una domanda sorge spontanea: come mai con la maglia della Nazionale argentina Biglia sforna sempre prestazioni sopra le righe?

Parolo – La mezzala di Gallarate è un elemento fondamentale del modulo di Pioli. Il suo moto perpetuo e la sua dinamicità, oltre alla formidabile capacità di inserimento ed in fase conclusiva, lo rendono indispensabile nelle trame di gioco biancocelesti. In questa stagione sembra sottotono: una preparazione “anomala” e la necessità di giocare ogni 3 giorni sono fattori che hanno influito parecchio nel rendimento del numero 16 biancoceleste. L’infortunio muscolare patito in Nazionale, e le successive 3 settimane di stop hanno rallentato la corsa di Parolo verso il raggiungimento di una condizione fisica ottimale, anche se ultimamente è sembrato in recupero. Ulteriore nota dolente: appena 2 gol in 15 presenze per lui in questa stagione, equamente divisi tra campionato ed Europa League, a fronte di ben 11 gol nella scorsa stagione, segnati in 40 apparizioni.

Parolo Lazio Genoa

Cataldi – L’astro nascente del centrocampo biancoceleste, romano e laziale, atteso dalla critica e dai tifosi al definitivo salto di qualità. Niente di tutto ciò: il nativo di Ottavia sembra la brutta copia del tuttocampista ammirato nella scorsa stagione. Passaggi sbagliati, poca fiducia nei propri mezzi, paura nel provare una giocata decisiva. Ha pesato l’aver giocato l’Europeo Under 21 certamente, ha pesato altresì l’essere gettato nella mischia in partite decisive nonostante un evidente ritardo di condizione, ma tutto questo non può e non deve essere un alibi. La società e i tifosi si aspettano molto di più da lui perchè ha ampiamente dimostrato di avere i numeri giusti per essere il futuro del centrocampo biancoceleste. Deve ritrovare fiducia, decisione e tranquillità, l’anagrafe è dalla sua parte, deve solamente crederci.

OnaziIl più in palla della mediana biancoceleste. L’uomo di coppa, titolare inamovibile in Europa League. Tanta legna e tanta corsa anche se con evidenti limiti tecnici. Spesso è stato il primo giocatore in fase di impostazione ed il primo in fase di interdizione della squadra di Pioli, dimostrando inoltre una buona capacità di inserimento (un gol per lui contro il St. Etienne). Sfortunato: proprio nel momento di top della condizione si è infortunato nella gara della sua Nigeria contro lo Swaziland è fuori da quasi un mese.

TREQUARTISTI:

Felipe AndersonFA7, così lo chiamavano lo scorso anno i tifosi laziali paragonandolo al numero 7 più famoso dei giorni nostri, Cristiano Ronaldo, per tutti CR7. Accelerazioni, dribbling, tiri forti e precisi, assist al bacio. Dove è finito FA7? In estate cambio di numero, consegna del numero 10 al brasiliano e conseguente cambio di rendimento, ma in senso negativo. Svogliato, apatico, discontinuo. Un talento cristallino che appare solo a sprazzi anche all’interno di una stessa partita e nonostante ciò capace di realizzare ben 4 gol in questo inizio di stagione. Pioli nelle ultime uscite lo ha relegato in panchina, gli ha lanciato un segnale, ma il talento di Brasilia quando entra in corsa sembra se possibile ancora più scarico e fuori dal match. Se riuscisse a trovare continuità sarebbe un fenomeno vero, ma è noto, con i se e con i ma non si va da nessuna parte…

Felipe Anderson

Milinkovic-Savic – Mister 10 milioni, l’acquisto più oneroso dell’opinabile mercato estivo biancoceleste. La parabola del giovane serbo, classe ’95, parte da un equivoco di base: qual è il suo ruolo? Presentato come vice-Biglia, ammirato in Belgio e con la Nazionale Under 21 del suo paese come mezzala, schierato da Pioli come trequartista. Struttura fisica imponente, ottima tecnica e capacità di inserimento, un gol all’attivo siglato nella prima trasferta europea contro il Dnipro. Milinkovic garantisce sempre buone prestazioni ma senza acuti, gioca bene ma non incide nei match, spesso girovagando nel campo alla ricerca della giusta posizione. La giovane età gli garantisce un futuro roseo, ma forse la Lazio aveva bisogno di un giocatore pronto da subito. Nel frattempo si spera qualcuno lo collochi nella giusta posizione

Candreva – Parte tutto da questa estate, dalla telenovela fascia di capitano: designato Biglia, Candreva vice. Candreva voleva i gradi di capitano come segno di riconoscenza per aver tirato la carretta in questi ultimi anni e come segno di appartenenza alla città, rifiuta il ruolo di vice e cade in un polemico silenzio. Solo nelle stanze di Formello si conosce la verità su questa vicenda, fatto sta che il numero 87 ha avuto un importante calo di rendimento nella stagione in corso. Tra dribbling non riusciti, cross sbagliati e improbabili punizioni da distanza siderale calciati tra barriere avversarie e tribune, l’esterno di Tor de’ Cenci sembra aver smarrito la vèrve che tutti i tifosi e gli addetti ai lavori avevano apprezzato estasiati nelle scorse stagioni. Appena 3 gol per lui quest’anno, di cui solamente uno in campionato, su rigore. Turbo Candreva sembra essersi inceppato e viaggia come una macchina a metano. Il cuore è quello di sempre, ma il fattore psicologico sembra determinante.

Candreva-01

MauriIl re dell’inserimento. Lo storico capitano in estate aveva salutato compagni e tifosi con un commovente messaggio sui social, ma dopo poche settimane c’è stato il dietrofront, firma sul rinnovo annuale e ritorno a Formello tra i dubbi generali. Dubbi leggittimi: il brianzolo ha evidenziato una notevole pesantezza fisica e nonostante ciò il tecnico lo ha spesso utilizzato da titolare preferendolo a giocatori atleticamente più pronti. Un’operazione per l’ernia del disco lo tiene fuori dai campi da circa un mese, ma onestamente in pochi se ne sono accorti.

Morrison – Il fenomeno dei social, Ravel Morrison, arrivato con la fama di bad boy e con le ottime referenze fornite dal maestro Alex Ferguson. Bene, la fama di bad boy, tra fughe dal ritiro e mancate convocazioni è rimasta tale, le referenze non sono state confermate. Probabilmente perchè ci si è fermati alle prime righe del pensiero dell’ex tecnico dello United; se si fossero approfondite le sue parole in molti forse avrebbero capito prima che i piedi dell’inglese sono da fenomeno, ma la sua testa non lo rende un vero calciatore. Cè’ però da dire in sua difesa che ha avuto pochissime occasioni per dimostrare il suo valore, ma evidentemente ci saranno dei motivi validi.

Oikonomidis – Fenomeno nella Primavera, idolo in Australia, oggetto misterioso nella Lazio (prima squadra). Eppure Pioli, si mormora, è pazzo per lui tanto da non avallare un prestito. Eppure zero presenze. Qualcosa non torna. Ma è giovane e il tempo è dalla sua parte.

JOLLY:

Lulic – Dopo essere stato menzionato tra i difensori bisogna giustamente riportare Senad Lulic anche tra i centrocampisti. Il jolly bosniaco eroe del 26 maggio dopo la scorsa annata vissuta da protagonista come mezzala di centrocampo, in questa stagione ha spesso giocato come terzino sinistro al posto di Radu. Nelle prime uscite stagionali in mezzo al campo o come esterno sulla linea dei trequartisti ha dato il solito apporto: corsa, dinamicità, ma evidenti lacune tecniche. Un rinnovo contrattuale che tarda ad arrivare ed un incredibile incidente ad un dito della mano ne stanno destabilizzando la stagione.

 

Giulio Piras

 

FOCUS – I settori della crisi: DIFESA

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La crisi della Lazio è causata soprattutto degli errori individuali dei giocatori, delle scelte tattico e tecniche dell’allenatore e dell’immobilismo della società. In questo FOCUS andremo ad analizzare il reparto difensivo per capire quali sono le responsabilità individuali dei giocatori e le cause che hanno portato i biancocelesti a subire una caterva di gol in questo primo scorcio di campionato.

STATISTICHE: 24 gol subiti (di cui 9 in due gare: 5 dal Napoli e 4 dal Chievo) in 15 gare. Media di 1,6 gol incassati.

PORTIERI

Marchetti – Il portierone di qualche anno fa è completamente svanito nel nulla. Federico, causa anche vari infortuni, non è più riuscito a tornare a grandissimi livelli. E’ stato spesso decisivo in passato, ma ultimamente i suoi errori hanno penalizzato la Lazio. Nel derby su Gervinho, contro il Milan e contro la Juventus su Dybala gli errori sono stati troppo eclatanti. Ha perso, inoltre, la grinta che era il suo punto di forza. Peccato perché questa involuzione gli è costata anche la Nazionale italiana.

Marchetti

Berisha – Etrit vive di alti e bassi. Contro il Chievo colpevole soprattutto sulla punizione di Birsa. Decisivo invece in Europa League. Vorrebbe giocare di più e prendere il posto di Marchetti (forse al momento meriterebbe di essere promosso titolare), ma deve trovare continuità di prestazioni. Il suo punto debole sono le uscite e il non infondere sicurezza al reparto arretrato.

Guerrieri – La giovane promessa proveniente dalla Primavera è rimasto soprattutto per la lista Uefa. forse un prestito sarebbe stato meglio sia per lui che per la società, così come sta accadendo per Strakosha.

DIFENSORI CENTRALI

De Vrij – Doveva essere lui il leader della difesa della Lazio. L’orange, dopo l’ottima annata dello scorso anno doveva di nuovo chiudere la porta agli avversari a suon di tackle. Peccato però che la sorte gli si è rivoltata contro. Infortunio in Nazionale, operazione e stagione finita. Grazie a lui, chiunque gli stesse accanto, appariva come un ottimo difensore. Senza di lui la retroguardia biancoceleste è allo sbando.

Gentiletti – L’argentino è irriconoscibile. Santiago, che sembrava essersi ripreso dopo il tremendo infortunio dello scorso anno, doveva far coppia con De Vrij. Ma senza di lui ha subito un calo evidente fatto di errori grossolani (vedi la brutta prestazione contro la Juventus). A tutto ciò si va ad aggiungere la pecca di essere un difensore lento e non in grado di impostare. Forse troppo sopravvalutato lo scorso anno, ora paga anche la cattiva condizione della squadra.

Gentiletti

Mauricio – Purtroppo per il brasiliano gli aggettivi (negativi) sono terminati. Non ha mai convinto lo scorso anno ma, come per Gentiletti, gli errori passavano in secondo piano grazie alle chiusure di de Vrij. Oggi appare come un pesce fuor d’acqua. Troppo falloso (con conseguenti espulsioni), irruento, in cerca sempre del contatto fisico con l’avversario. Esteticamente non elegante, è un difensore che purtroppo non è adatto al calcio italiano.

Hoedt – Arrivato in estate con grandi aspettative, l’olandese ha dimostrato che deve ancora crescere molto. Alcune buone prestazioni, soprattutto in Europa League, ma anche l’umiliazione del San Paolo dove Higuain si è preso più volte gioco di lui. Sicuramente è tra i meno colpevoli del reparto arretrato, vista anche la giovane età. Speriamo che “sbagliando, impari”.

TERZINI DESTRI

Basta – Il serbo è il titolare della fascia destra. Anche perchè le alternative non sono certo all’altezza. Involuzione anche pr Dusan, che non è più il “treno” dello scorso campionato. Il problema è che la se la squadra non gira, le sue volate sulla fascia risultano innocue e prive di senso. A ciò si aggiunge anche uno sfortunato autogoal che ha dato il via alla rimonta dell’Atalanta, l’inizio delle 5 sconfitte in 6 gare della Lazio.

Basta-01

Konko – Poche le sue presenze e tutte in Europa League. Non è giudicabile e non può esser tirato in ballo in questa crisi laziale.

Patric – Chi l’ha visto? Per avere notizie su di lui bisogna andare su Google e scrivere il suo nome.

TERZINI SINISTRI

Lulic – il jolly di Pioli, ha iniziato da mezzala per poi esser arretrato a terzino sinistro con la bocciatura di Radu. Lui è risultato sempre tra i migliori (o tra i meno peggio?) del pacchetto arretrato e non solo. Senad corre, crossa, chiude, lotta. Ma la sfortuna era dietro l’angolo. Frattura del dito con rischio amputazione della falange. Erano l’unico che si salvava nella diroccata difesa biancoceleste.

© Gianni Barberi

Radu – Tremenda bocciatura per il rumeno. La disfatta di Napoli l’ha fatto retrocedere nelle gerarchie di Pioli. Persa la maglia da titolare a discapito di Lulic, persa la fascia da capitano a discapito di Biglia, Stefan ha iniziato la nuova vita da titolare in Europa League. Mai convincente quando è stato chiamato in causa, soprattutto nel derby dove ha rischiato a più riprese il rosso per eccesso di nervosismo. Da anni la lazio dovrebbe acquistare un nuovo terzino, ma la fiducia in Radu ha sempre bloccato ogni operazione di mercato. Forse è il momento di cambiare terzino, per sempre.

Braafheid – Escluso anche dalla lista Uefa, l’olandese, dopo alcune buone prestazioni dello scorso anno, è stato accantonato senza un motivo preciso. Forse un rapporto incrinato con Pioli? Nessuno lo sa. L’unica cosa certa è che il suo nome è costantemente legato alla panchina o alla tribuna.

Marco Corsini

Al-Hussein: “La FIFA va riformata dall’interno…”

«L’orologio della corruzione ha esaurito il suo tempo, è il momento di cambiare. Rifiuto l’idea che la Fifa non possa essere riformata dall’interno». Ne è convinto Ali bin Al-Hussein il principe giordano in corsa per prendere il posto di Joseph Blatter alla guida della Fifa nel congresso che si svolgerà il prossimo 26 febbraio a Zurigo. «Gli ultimi atti della Giustizia statunitense hanno rimosso ogni dubbio sulla necessità di riformare la Fifa. Prosegue Ali bin Al-Hussein commentando l’inchiesta che ha accusato di corruzione altri 16 membri della Fifa: «Serve un cambio di leadership al vertice e anche un cambio culturale».

Fonte: AdnKronos

Lulic finalmente può tornare a casa…

Secondo quanto riportato dal portale Lazionews.eu, il giocatore biancoceleste Senad Lulic, a seguito dei miglioramenti riscontrati, quest’oggi ha abbandonato la clinica romana Mater Dei. Le cure hanno avuto effetto l’effetto sperato dai medici biancocelesti e così il bosniaco, accompagnato da sua moglie, ha lasciato la struttura con una vistosa fasciatura e proseguirà nella sua abitazione il recupero. Il rischio amputazione (seppur della sola parte terminale del dito come specificato dal dottor Salvatori) non è ancora scongiurato del tutto, ma c’è un certo ottimismo. Lulic verrà monitorato costantemente nei prossimi giorni dovrà tornare in clinica periodicamente per valutare il percorso post operatorio.

Nuovo comunicato di Lotito: la maglia per il Giubileo e un messaggio per i tifosi…

Ecco il nuovo comunicato del Presidente Lotito nel day-after la sconfitta contro la Juventus. Nessun accenno però alla partita, l’allenatore, il ritiro e la dura contestazione dei tifosi biancocelesti. Il comunicato parla prettamente della maglia dedicata all’imminente Giubileo, anche se non manca un messaggio proprio ai tifosi biancocelesti…

“Ecco la maglia dedicata al Giubileo. Una scelta che ho adottato personalmente e che vuole rendere omaggio a quegli stessi valori che l’Anno Santo si propone di veicolare nel mondo. Misericordia, solidarietà e passione, valori che costituiscono le fondamenta del nostro futuro, nonché solide basi del calcio italiano e mondiale. In questo senso, la società si è impegnata verso una partecipazione diretta alle celebrazioni dell’anno giubilare, nello stesso ricordo delle parole che a maggio Papa Bergoglio pronunciò nei confronti della Polisportiva. Tutt’oggi siamo una casa aperta dove si alimenta fraternità e si combatte ogni forma di discriminazione, una casa nella quale i nostri tifosi hanno un ruolo cruciale: mi auguro rafforzino il loro sostegno intorno alla squadra all’insegna di tali valori. La Lazio rappresenta quei valori che bisogna custodire nel cuore

 

 

SERIE A – Il Torino pareggia in zona Cesarini. Contro la Roma finisce 1 a 1

La Roma non esce dalla crisi. Contro il Torino, nell’anticipo della 15esima giornata di Serie A, la squadra di Garcia non va oltre un pareggio per 1-1. I giallorossi, che non vincono da quasi un mese e cioè dal derby dell’8 novembre, vengono punti nei minuti di recupero da un errore difensivo di Rudiger ma la loro prestazione non è comunque stata all’altezza di una squadra che punta allo scudetto. Incandescente il finale di partita, al vantaggio capitolino firmato al 38′ da una punizione di Pjanic, con la complicità di Padelli che non interviene su una conclusione non irresistibile, risponde Maxi Lopez su un rigore concesso da Damato per fallo di Manolas su Belotti, dopo un errato controllo in area di Rudiger. In classifica i capitolini salgono a quota 28 restando in quarta posizione, mentre il Toro è ottavo con 22 punti. L’avvio di partita è di marca granata. Dopo 4 minuti Baselli sfonda sulla fascia sinistra, penetra in area e serve Belotti ma la sua conclusione trova la pronta deviazione del portiere giallorosso. Passano tre minuti e Bruno Peres ci prova con una gran tiro da fuori area che trova la deviazione di Digne che quasi inganna Szczesny. Passata la paura iniziale la formazione di Garcia alza il baricentro del gioco con un pressing alto e non corre più rischi per tutta la prima frazione. I capitolini però faticano a rendersi pericolosi dalle parti di Padelli pur mantenendo il controllo del gioco. Verso la metà del tempo la Roma perde Gervinho per dei problemi muscolari, l’ivoriano lascia spazio a Iturbe.

La ripresa si apre con un coast to coast di Peres che parte quasi dalla sua area, si fa tutto il campo, va sul fondo destro e mette un pallone in area che Szczesny fa suo in presa alta. La Roma risponde con un tiro di Nainggolan da fuori che Padelli blocca senza particolari problemi. Al 20′ grande azione di Acquah, che riceva palla da Quagliarella, arriva ai 25 metri ma il suo destro termina abbondantemente alto. Solo nel finale i giallorossi prendono in mano la partita, più con la forza dei nervi che con la qualità del gioco, costringendo i granata sulla difensiva. Al 26′ bel cross dalla destra di Florenzi per Dzeko la cui conclusione di testa termina a lato, qualche minuti più tardi su un calcio d’angolo sbuca Iturbe sul primo palo ma il suo colpo di testa termina sull’esterno della rete. Pirotecnico il finale dove prima i giallorossi si illudono con la punizione di Pjanic e poi vengono puniti da un errore di Rudiger che sbaglia il controllo in area e si fa superare da Belotti sul quale interviene fallosamente Manolas. Dagli 11 metri Maxi Lopez è perfetto regalando un pareggio tutto sommato meritato ai suoi.

Fonte: Adnkronos

FOTO – Macabro striscione dei romanisti contro Lulic

Nel corso di Torino-Roma, nel settore riservato ai sostenitori giallorossi, è spuntato uno striscione che recitava testualmente “71, non c’è ricrescita. Frase dedicata a Senad Lulic e all’operazione seguita al grave infortunio riportato questa settimana. Uno striscione di cattivo gusto che getta l’ennesimo velo pietoso su chi non può dimenticare lo “schiaffone” subito quel 26 maggio 2013…

Orsi: “Pioli non ha nessuna colpa se la società…”

L’ex portiere biancoceleste, Fernando Orsi, intervenuto ai microfoni di Radio Radio, ha preso le difese del tecnico biancoceleste – puntando il dito sull’operato della società biancoceleste – ed ha parlato del momento di Lazio e Juventus: “Le colpe di Pioli in questa particolare situazione sono l’elemento minore di questo dissesto. Le responsabilità maggiori sono della società che nel mercato non ha agito in maniera giusta, sono stati fatti acquisti sbagliati solo per investire e non per rafforzare la squadra. I difensori non si completano e gli attaccanti sembrano altri in confronto a quelli visti la stagione passata. Credo che solo dopo Natale, se la squadra continuerà ad avere problemi, si dovranno prendere delle decisioni importanti. Non credo che Lippi possa guidare i biancocelesti, non lo vedo tanto in sintonia con Lotito e Tare. Per quanto riguarda la Juventus invece, credo che per vincere lo scudetto i bianconeri da qui alla fine dovranno sbagliare il meno possibile. Secondo me il Napoli è più forte della Juve, inoltre è determinato e convinto delle proprie forze. I bianconeri hanno iniziato male il campionato e nonostante abbiano vinto 5 partite consecutive sono ancora a 7 punti dai partenopei”.

Giordano: “Sogno di allenare la Lazio. Lotito mi chiamò ma…”

E’ stato uno degli attaccanti più prolifici della Lazio. Per lui con la casacca biancoceleste ben 86 reti in 203 partite di campionato. Bruno Giordano si è raccontato al Corriere dello Sport. L’ex biancoceleste, attualmente allenatore del Tatabanya – squadra ungherese che schiera tra le sue fila l’ex biancoceleste Tommaso Rocchi -, ha raccontato i suoi inizi di carriera e le sue ambizioni.

I suoi inizi: “Sono nato a Trastevere. Giocavamo per strada, piazza de’ Renzi era il nostro Flaminio e piazza Santa Maria l’Olimpico, anche se spesso i vigili ci portavano via il pallone. Ma a quei tempi un Super Santos costava pochissimo. Il primo campo “serio” – c’erano addirittura le porte – fu la parrocchia di Via Induno dove Don Pizzi, che ora ha 94 anni e che vado spesso a trovare, ci lasciava giocare fino a sera. La parrocchia ha salvato molti di quei ragazzi. Mia madre era contenta di sapermi lì dentro perchè eravamo controllati e si potevano evitare le compagnie sbagliate. Nel quartiere girava molta droga e c’erano molti piccoli furti. Ho perso molti amici a causa della droga. Calcio e parrocchia mi hanno salvato”.

Sei sempre stato laziale? “No, da bambino tifavo per la grande Inter di Burgnich, Facchetti, Sarti… Papà era romanista e trasteverino, quando mi cercarono i giallorossi i dirigenti gli dissero che mi avrebbero regalato anche un motorino e lui vacillò. Ma io avevo dato la parola alla Lazio ed allora mio padre mi accompagnò a Via Col di Lana, dove c’era la sede biancoceleste, per firmare. Ero piccolo, mi ritrovai circondato dalle foto di tutti i campioni della storia biancoceleste, mi sembrava di sognare. Papà dopo poco divenne laziale e io mi dimenticai di Mazzola e Corso“.

Dopo la Lazio il Napoli con Maradona e Careca: Diego è una persona generosa oltre ad essere un calciatore di un altro pianeta. Al posto del piede ha una mano. Quando mi infortunai mi mandò un telegramma da Barcellona. Fu lui a volermi al Napoli, diceva che eravamo simili, sia per le origini che per le condizioni sociali. A Napoli eravamo due scugnizzi senza essere napoletani. Ricordo che Diego girava, senza farlo sapere, per gli ospedali a portare doni ai bambini. Quando mi ruppi la clavicola mi ospitò con la mia famiglia a casa sua. Ci diede la sua camera e si trasferì a dormire in un’altra. Può anche aver sbagliato tanto ma come ha sempre detto ‘Ho sbagliato ma senza mai fare male ad altri, se non a me e ai miei cari'”.

Cosa pensa di Totti? “E’ un fenomeno ed in più ha sempre difeso Roma. Per la sua squadra resta l’uomo in più, come ragazzo merita 10 come il suo numero”.

Da allenatore non sta raccogliendo i successi avuti da giocatore: “Forse ho sbagliato a fare certe scelte. Spesso mi sono trovato in società con grandi problemi economici dove è stato impossibile sviluppare un progetto. A Crotone, Reggio Emilia e Messina non ho fatto male. Ma è difficile allenare con una società in crisi”.

Come si trova in Ungheria? “Le cose vanno bene, abbiamo fatto diciannove punti in dieci partite vincendo le ultime sei. Vogliamo vincere il campionato e spero, anche con il rientro di Rocchi, di riuscirci. Poi i colori della squadra sono bianco e celeste ed il simbolo è l’aquila”.

Il suo sogno nel cassetto: Allenare i biancocelesti è il mio sogno. Lotito nel 2009 mi interpellò per farmi fare da raccordo tra società e squadra ma rifiutai. Mi sento allenatore, ho bisogno del rapporto con il campo. Guidare la Lazio mi piacerebbe molto“.

Primavera, le voci post derby. Germoni, Mattia e Inzaghi concordi sul rigore: non c’era

Ai microfoni di Lazio Style Channel i protagonisti del derby Primavera hanno analizzato il ko biancoceleste, arrivato dopo quattro anni e mezzo senza sconfitte nella stracittadina.

Per il tecnico Simone Inzaghi: “Nel complesso posso dire che non meritavamo di uscire sconfitti dal campo, soprattutto nel finale abbiamo prodotto un’intensità tale che con un pizzico di fortuna in più sarebbe valsa il pareggio. Sia contro il Torino in Supercoppa sia contro la Roma abbiamo giocato alla pari contro due squadre molto attrezzate, purtroppo in entrambi i casi siamo stati penalizzati dal risultato. Germoni mi ha assicurato che il rigore non c’era, ma sono episodi che possono capitare. Peccato aver dovuto affrontare una partita così importante con tante assenze, soprattutto in attacco.”

Luca Germoni ha comunque fatto autocritica: “Il gol del pareggio poteva essere strategicamente importante, purtroppo invece di pensare ad amministrare il match ci siamo riversati in avanti per ribaltare la partita e siamo stati subito puniti. Le assenze non devono essere un alibi visto che abbiamo in rosa i ricambi per affrontare al meglio ogni impegno. Non dobbiamo perdere la fiducia in noi stessi, prima o poi gli episodi gireranno di nuovo a nostro favore. Ultimamente ogni tiro in porta che subiamo ci costa un gol.”

Simone Mattia ha le idee piuttosto chiare sull’andamento della partita: “Abbiamo la forza e la qualità per riprendere in mano le sorti del nostro campionato. Siamo molto arrabbiati per l’episodio del rigore, rivedendolo tutti i nostri dubbi si sono concretizzati. Siamo sicuri che il fallo fosse fuori area e non lo siamo per niente che fosse fallo. Peccato perché un episodio così importante è arrivato proprio nel momento in cui avevamo riequilibrato la partita.”

Fabio Belli

Derby Primavera, le pagelle: Cardoselli quanti break, Dovidio spinge tantissimo

di Fabio Belli

ROMA

Crisanto 7: Si fa sempre trovare pronto e salva il risultato su una grande bordata di Dovidio. Reattivo.

E.De Santis 6: Svolge diligentemente il suo compito, senza strafare ma senza sbavature.

Marchizza 6.5: Sua la sfortunata deviazione sulla conclusione che regala il pari alla Lazio. Meglio in fase propositiva che difensiva, trasforma con freddezza il rigore della vittoria.

Paolelli 6: Forse un po’ teso, cala nel finale ma non rinuncia a portare il suo contributo durante l’assalto finale laziale.

Anocic 7: Le sue discese sono una spina nel fianco per la retroguardia laziale, uno dei più propositivi della formazione giallorossa.

Machin 7: Forse la sua migliore prestazione dell’anno, è il centrocampista che porta il cambio di passo nella zona nevralgica del campo.

Vasco 6.5: Una partita non appariscente, ma di grande sostanza

Ndoj 6: Forse fatica più di altri compagni di squadra, si aiuta con mestiere. Non gli manca la grinta, forse un pizzico di lucidità (dal 60′ Bordin 6.5: La sua energia è fondamentale nel momento più difficile della partita per la Roma).

D’Urso 6.5: Ha numeri brillanti, forse pecca di lucidità negli ultimi sedici metri, come quando manca l’occasione del 3-1.

Tumminello 7.5: E’ lui l’uomo partita per la Roma, realizza il vantaggio e guadagna il rigore decisivo. A tratti incontenibile, conferma le ottime prove già messe in mostra nel corso di questo campionato.

Soleri 6.5: Parte a razzo, poi cala un po’ ma si dimostra estremamente volenteroso, anche se impreciso alla conclusione.

L’all. Alberto De Rossi 6.5: Si vede che ci teneva a non perdere l’ennesimo derby. Consapevole anche delle fatiche europee che attendono la sua squadra, sfrutta al meglio le fiammate di Tumminello e copre la difesa al massimo, portando a casa i tre punti attesi per quattro anni e mezzo nella stracittadina.

LAZIO

Matosevic 6.5: Non può nulla sui due gol incassati, non si fa trovare impreparato quando gli avversari lo chiamano in causa dalla distanza.

Dovidio 6: Sbaglia qualcosa in fase difensiva, soprattutto in occasione del primo gol romanista. Ma in fase propositiva è a tratti incontenibile, un treno sulla fascia destra.

Quaglia 5.5: Soffre i ritmi alti del derby, nel complesso se la cava nonostante la fisicità degli attaccanti avversari lo metta un po’ in difficoltà.

Mattia 5.5: Non una delle sue migliori prestazioni, prova a compensare in grinta quello che manca a livello di applicazione tattica.

Germoni 5.5: Anche lui più impreciso del solito, non trova le giuste misure e dopo un discreto primo tempo nella ripresa cala la qualità del suo contributo (dal 63′ Rokavec 6: Si getta a capofitto nella mischia senza trovare il guizzo decisivo).

Murgia 6.5: E’ uno dei più esperti e si vede, è decisivo nell’azione del pareggio e in generale ha grande lucidità nel dirigere il traffico a centrocampo e nel tentare gli inserimenti tra le linee.

Cardoselli 6.5: Non merita il sette pieno in pagella solo perché nel secondo tempo progressivamente si spegne. Spende tantissimo e mette da solo in crisi il centrocampo romanista con innumerevoli break nel primo tempo. Da tenere decisamente d’occhio (dal 67′ Bezziccheri 5.5: Inzaghi lo chiama in causa per aggiungere peso in attacco, ma i suoi tentativi sono sostanzialmente un po’ confusi).

Verkaj 6: La sua qualità è indiscutibile, nel primo tempo si esibisce in un paio di numeri di spessore. Non trova però la giusta continuità, deve recuperare la piena forma (dal 81′ Folorunsho sv)

Collarino 5.5: Mette da subito in campo una grande voglia, ma sbatte troppo spesso contro la piazzatissima difesa romanista.

Calì 5: Forse sente la partita più di altri, la sua prova è però sostanzialmente impalpabile, anche a causa dei mancati rifornimenti dalle retrovie.

Manoni 6.5: Suo lo scambio vincente con Murgia nell’azione del gol, è un “finto” esterno offensivo che si sta adattando molto bene a questa realtà.

L’all. Simone Inzaghi 6: La sua squadra gioca un derby di grande sostanza agonistica, ma complici le assenze in attacco non si concretizza la manovra e soprattutto non porta il pressing che a tratti è stato asfissiante.

Pioli e Murelli a colloquio con la società, ecco la decisione…

Altra sconfitta. Ennesima sconfitta. Tutti colpevoli, ma ancora nessuno che ne paga le conseguenze (al momento). Durante la seduta di scarico, Pioli e il suo vice, sono stati ricevuti dalla dirigenza laziale nelle segrete stanze di Formello. Al termine del colloquio tenuto è arrivata la decisione. Ritiro. Come riportato da Calciomercato.it, da domani tutti a Formello fino a lunedì 14 dicembre. La sconfitta arrivata ieri sera, porta quindi al terzo ritiro stagionale. Per adesso con Pioli ancora sulla panchina biancoceleste.

IL GIORNO DOPO – Allegri, Chiellini e Marchisio ripensano alla Lazio…

Il risveglio, dopo la vittoria contro la Lazio, è dolce in casa Juventus. Oltre alle varie dichiarazioni dei giocatori bianconeri , ieri sera nel post partita, sono arrivati nel corso della mattinata i pensieri di alcuni protagonisti sulla prestazione della squadra. Il difensore della Nazionale, Giorgio Chiellini ha postato su Twitter il suo personale commento “Vittoria da grande squadra”. Soddisfatto anche Claudio Marchisio, anche lui lo ha fatto sapere tramite i social scrivendo “Non abbiamo ancora fatto nulla, ma continuiamo così”. E poi sui fattori che hanno determinato il trionfo il centrocampista aggiunge: “carattere, gruppo e umiltà”, Insomma, tutte componenti che mancano alla Lazio. Il tecnico Massimiliano Allegri ha voluto commentare, con grande soddisfazione, la vittoria che lo porta ad agganciare (momentaneamente) la Roma in classifica: “Solidi dietro, decisi in mezzo e precisi davanti. La Juve di stasera somiglia sempre di più a quella che avevamo tutti in testa ad agosto”. Sempre più in crescita la Juventus, che adesso si appresta a risalire in classifica e recitare il ruolo che più le compete, quello da protagonista.

FORMELLO – Le ultime dalla seduta di scarico post Juve

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Dopo la batosta contro la Juventus, la quinta nelle ultime sei apparizioni, la Lazio torna in campo alle 10 al ‘Fersini’ per la consueta seduta di scarico. L’allenamento dura appena 50 minuti e vi prendono parte solo i giocatori non impiegati ieri sera e quelli subentrati a gara in corso: per loro lavoro atletico e tecnico con il pallone, mentre il resto del gruppo è a sudare in palestra, salvo gli infortunati Onazi Mauri, impegnati a parte. Appuntamento ora a lunedì, quando la squadra al completo tornerà ad allenarsi in vista della trasferta di giovedì in EL contro il Saint Etienne. Una gara inutile ai fini della qualificazione, già conquistata, insieme al primo posto, con il Dnipro e in cui quindi Pioli farà giocare le seconde linee. Ad assistere alla seduta, dalla panchina, anche il ds Tare: nessuna sfuriata dopo il ko con i bianconeri, a Formello solo tanta freddezza e una posizione, quella del tecnico parmense, sempre più in bilico.

PRIMAVERA – Derby, presentazione e probabili formazioni

Ci siamo. Si gioca oggi alle 13 sul terreno di Trigoria il tanto atteso derby tra la Roma Primavera e i pari età della Lazio. Un incrocio che potrebbe avere conseguenze importanti in merito alla sopravvivenza nel girone e all’approdo al sogno Final Eight e che dunque assume fascino in una gara già di per sé molto affascinante. De Rossi contro Inzaghi, Calí contro Soleri: chi la spunterà?

Dalle stelle alle stalle. I giallorossi sono tornati con i piedi per terra e hanno visto il primo posto prendere la via di Frosinone. La voglia di riprenderselo, la supremazia cittadina, il desiderio di rivincita nei confronti degli eterni rivali e di ritrovare un sorriso che manca dal 31 ottobre saranno dunque le loro principali motivazioni, in primis per il tandem d’attacco formato da Tumminello Soleri, che avranno l’arduo compito di non far rimpiangere l’assenza di Sadiq (e dei suoi finora 8 gol) e di Di Livio, convocati in prima squadra da Rudi Garcia. Sulla trequarti, invece, ci si affiderà al dinamismo e all’imprevedibilità di D’Urso per ripetere l’exploit della finale di andata di Coppa Italia dello scorso anno e riportare a casa il successo nelle stracittadine di campionato dopo quattro anni.

In casa biancoceleste, invece, c’è da fare i conti con il tabù trasferta, con i tre punti che mancano dall’esordio a Pescara. Per tornare temibili bisogna dunque abbandonare il timore e tirare di nuovo fuori gli artigli proprio in quella tana del nemico da dove negli scorsi anni sono arrivati numerosi successi. Ci crede Inzaghi, nonostante l’assenza di uno dei suoi fedelissimi, Palombi, fermato nelle ultime due sedute da una distorsione alla caviglia. Sarà convocato, ma difficilmente entrerà in campo, sostituito da Collarino nel tridente offensivo con Manoni Calí (chiamato a sostituire lo squalificato Rossi). Nessuna novità in difesa, mentre a centrocampo agirà Verkaj con Murgia e Cardoselli.

Probabili formazioni

Roma (4-3-1-2): Crisanto; De Santis, Paolelli, Marchizza, Anocic; Vasco, Ndoj, Machin; D’Urso; Tumminello, Soleri  All. De Rossi

Lazio (4-3-3): Matosevic; Dovidio, Mattia, Quaglia, Germoni; Murgia, Cardoselli, Verkaj; Calí, Manoni, Collarino  All. Inzaghi

 

La cronaca: dopo 4 anni e mezzo Lazio ko nel derby Primavera, 2-1 per la Roma a Trigoria

La Lazio torna a perdere un derby Primavera dopo quattro anni e mezzo in campionato. Una partita non bella, decisa dagli episodi e da un rigore che ha dato la mazzata ad una squadra come quella di Inzaghi che era riuscita a raggiungere un preziosissimo pareggio in apertura di ripresa. La Roma ha stretto i denti nonostante la stanchezza nel finale, ed è arrivato così un successo che riporta in quota i giallorossi e riporta la Lazio fuori dalla zona play off.

FORMAZIONI – Assenze pesanti in entrambe le formazioni. Tra i giallorossi out Sadiq e Di Livio, convocati per Torino da Rudi Garcia, mentre Ponce sarà out fino a fine stagione per un grave infortunio. Un problema muscolare ferma nella Lazio Simone Palombi, neanche in panchina. Lo sostituisce Collarino nel tridente offensivo, con l’ex di turno Calì schierato titolare. A centrocampo c’è Verkaj, fuori Folorunsho.

RITMI BASSI – Prime fasi del match molto combattute: la Roma prova a sfondare per vie centrali con il vivace Soleri, la Lazio dirotta molto il gioco sulle fasce. Un pallone perso al limite dell’area giallorossa costa però al 10′ la prima ammonizione della partita a Dovidio, costretto al fallo tattico su Tumminello. Il primo quarto d’ora del primo tempo scorre via sostanzialmente senza emozioni. La Roma prova a guadagnare campo ma la Lazio pratica un pressing asfissiante e al 24′ l’ennesimo break di Cardoselli costa il giallo a Ndoj. Per il primo vero brivido sotto porta bisogna attendere il 26′: invitantissimo cross teso di Anocic e Soleri in spaccata non ci arriva d’un soffio.

LAMPO TUMMINELLO – Un minuto dopo, Roma in vantaggio: Dovidio sale con un attimo di ritardo, il fuorigioco non scatta e Machine può involarsi a tu per tu con Matosevic. Lo spagnolo serve un comodissimo assist a Tumminello che appoggia il pallone in rete per il vantaggio giallorosso. La Lazio accusa al colpo e al 33′ è ancora un inserimento di Tumminello a far sfiorare il raddoppio alla squadra di De Rossi, con Matosevic che deve superarsi nella respinta di piede. E’ praticamente l’ultima emozione significativa di un secondo tempo che ha visto la Lazio esprimersi a buoni livelli di intensità atletica, ma senza incisività in attacco. Le assenze di Rossi e Palombi si sentono eccome.

RUGGITO LAZIO, REAZIONE ROMA – I biancocelesti partono però a testa bassa nella ripresa e trovano subito il pareggio: Manoni innesca sulla destra Murgia sul secondo palo, cross teso e deviazione di Marchizza che beffa Crisanto. Uno e uno e praticamente il secondo tempo ricomincia in situazione di parità. Ma Tumminello resta lo spauracchio della difesa biancoceleste è dopo 7′ guadagna un calcio di rigore che lo stesso Marchizza realizza spiazzando Matosevic, rimediando così all’episodio sfortunato per lui del pari laziale.

LA CARTA DEI CAMBI – Il secondo tempo viaggia a ritmi ben diversi rispetto al primo. Ancora Murgia all’11’ va vicino al gol con una conclusione che esalta i riflessi di Crisanto. Simone Inzaghi tenta la carta dell’inserimento di Rokavec e Bezziccheri per Germoni e Cardoselli, che hanno speso moltissimo nel corso della partita. Le due formazioni tentano la chance dei tiri dalla distanza ma i portieri fanno buona guardia. Al 27′ a D’Urso arriva al limite dell’area il pallone giusto per il 3-1 ma calcia in bocca a Matosevic. 5′ dopo Crisanto deve superarsi su una gran botta di Dovidio, che sembrava poter far gridare al gol la panchina laziale.

FORCING FINALE – Nei 20′ conclusivi del match la Roma perde brillantezza. Simone Inzaghi si gioca la carta Folorunsho, il forcing biancoceleste aumenta ma non porta i frutti sperati. Il gioco è sterile, pur svolgendosi quasi nella sua interezza nella metà campo giallorossa. Ed arriva così il triplice fischio finale, dopo 4′ di recupero, che fa uscire dalla crisi la Roma e torna a rendere preoccupante la classifica della Lazio di Simone Inzaghi.

Fabio Belli

IL TABELLINO

ROMA-LAZIO 2-1

Marcatori: 27′ Tumminello (R), 48′ aut. Marchizza (L), 53′ rig. Marchizza (R)

ROMA (4-3-1-2): Crisanto; E.De Santis, Marchizza, Paolelli, Anocic; Machin, Vasco, Ndoj (60′ Bordin); D’Urso; Tumminello, Soleri. A disp.: Romagnoli, Ciavattini, Grossi, Omic, Pellegrini, Tofanari, D’alena, Spinozzi, Di Nolfo, Franchi. All. Alberto De Rossi

LAZIO (4-3-3): Matosevic; Dovidio, Quaglia, Mattia, Germoni (63′ Rokavec); Murgia, Cardoselli (67′ Bezziccheri), Verkaj (81′ Folorunsho); Collarino, Calì, Manoni. A disp.: Borrelli, Lazzari, Cinti, Cotani, Bernardi. All. Simone Inzaghi

Arbitro: Giua (sez. Pisa). Ass.: Oliviero-Capaldo

NOTE. Ammoniti: 9′ Dovidio (L), 21′ Ndoj (R), 83′ D’Urso (R), 87′ Soleri (R) Recupero: 4′ st.

I 10 motivi di un fallimento annunciato…

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La Lazio cade ancora. Cinque sconfitte e un pareggio nelle ultime 6 gare. Una crisi profonda, nera e che forse era evitabile. Cerchiamo in 10 punti di capire da dove nasce questa maledetta crisi di risultati:

1 MERCATO ESTIVO DELUDENTELotito non ha allestito una squadra all’altezza per poter affrontare 3 competizioni. Soprattutto non all’altezza per poter accedere alla fase a gironi di Champions.

2 MALUMORE DEI GIOCATORI – Proprio il mancato mercato ha provocato malcontento nei giocatori togliendo stimoli. I giocatori non hanno visto ripagato il grande lavoro svolto la scorsa stagione.

3 LA FASCIA DI CAPITANO – Il dopo Mauri ha scatenato l’inferno a Formello. Pioli a sorpresa promuove Biglia capitano facendo infuriare Candreva e i giocatori che lo volevano con la fascia al braccio. Situazione gestita malamente da Pioli e dalla società.

4 SUPERCOPPA E PRELIMINARE CHAMPIONS – Due traguardi falliti nel giro di poche settimane ad agosto. Due mazzate tremende soprattutto la sconfitta di Leverkusen che ha messo in mostra tutti i limiti di una rosa con troppe lacune.

5 SENZA DE VRIJ DIFESA COLABRODO – L’infortunio dell’olandese è stata una mazzata per la retroguardia biancoceleste. Senza di lui la Lazio non ha un leader in difesa e la coppia Mauricio Gentiletti risulta poco collaudata e non affiatata. Errore grosso della società che non ha acquistato un centrale di alto livello.

6 MANCANZA DI UN BOMBER DI RAZZAPochissimi gol da parte delle punte. L’età avanzata di Klose si fa sentire e Djordjevic e Matri non sono goleador da doppia cifra. Un problema che va avanti da anni ma anche qui c’è stato l’immobilismo sul mercato.

7 SCIOPERO DEL TIFO – La spinta dei tifosi spesso risulta fondamentale per una squadra quando gioca in casa. Lo abbiamo constatato lo scorso anno quando in 40000 si incitava la Lazio facendola arrivare al terzo posto. Quest’anno tra scelte del prefetto e polemiche tifosi/società lo stadio è completamente deserto.

8 PIOLI IN CONFUSIONE – Non è lo stesso mister dello scorso anno. Pioli ha le idee confuse. Troppi cambi di modulo e cambi di interpreti non hanno giovato e non stanno giovando alla squadra. Assurda la difesa a 3 di Leverkusen pagata a caro prezzo. Non ha più in mano lo spogliatoio e forse qualcuno rema anche contro di lui.

9 SCELTE ARBITRALI – Forse la troppa “esuberanza” di Lotito in Lega ha fatto crescere astio nei direttori di gara verso la Lazio. Molti errori arbitrali eclatanti (Sassuolo, Derby, Empoli solo per citarne alcuni), sono costati punti preziosi alla Lazio. Forse anche Lotito dovrebbe fare dei passi indietro in Lega e pensare più al club

10 ANALOGIE CON IL PASSATO – Da Rossi a Pioli passando per Ballardini nulla è cambiato. Dopo una stagione positiva ne è seguita sempre una anonima o molto negativa. Gli errori sono sempre gli stessi ovvero sopravvalutare la rosa a disposizione per poi non comprare in estate con il conseguente mancato salto di qualità.

Per la Lazio ora si fa dura ma siamo laziali e… risorgeremo

Marco Corsini

RASSEGNA STAMPA – Pioli: «Abbiamo perso fiducia. C’è urgenza di reagire»

Il tecnico della Lazio Stefano Pioli analizza il momento difficile della Lazio e prova a chiedere da subito una giusta reazione ai suoi: «Non è sufficiente giocare soli 5 minuti, abbiamo preso gol alla prima occasione, lasciando alla Juve la partita che preferiscono: difesa e ripartenza. Siamo stati poi lenti e prevedibili. Stiamo perdendo fiducia, i risultati negativi ti tolgono sicurezza. Ora dobbiamo avere l’umiltà di ripartire. La nostra prestazione è stata sufficiente ma non eccezionale e con la Juve ci vuole qualcosa di diverso. Ripeto, non si può subire un gol alla prima azione degli avversari, ma sono situazioni che si stanno ripetendo troppo spesso. Le lacrime di Biglia? I giocatori che hanno a cuore la maglia che indossano e la loro professione sanno bene che le cose non funzionano. Ci sono gli spazi per riprendersi ma c’è urgenza di farlo».