Un pareggio amaro per i biancocelesti che hanno visto svanire la vittoria a pochi secondi dal triplice fischio. Rivivi con noi tutti gli scatti più belli della serata realizzati dal nostro fotografo Gianni Barberi. Buona visione.
Un pareggio amaro per i biancocelesti che hanno visto svanire la vittoria a pochi secondi dal triplice fischio. Rivivi con noi tutti gli scatti più belli della serata realizzati dal nostro fotografo Gianni Barberi. Buona visione.
Dopo il pareggio con la Sampdoria questa mattina la squadra biancoceleste è subito tornata al lavoro. Sul terreno centrale di Formello si sono ritrovati i giocatori che ieri sera non sono scesi in campo, mentre gli altri hanno svolto lavoro di scarico in palestra. Con i primi anche Parolo che però si è limitato a lavorare a parte. Ancora assente Basta che ha lavorato in palestra. Fermi anche Marchetti e Keita: per il portiere si prospetta una lesione alla coscia destra, l’attaccante invece ha riportato un problema al ginocchio (leggi QUI il parere del dott. Salvatori). Al termine della seduta i giocatori sono rientrati a casa, appuntamento a domani quando scatterà un mini-ritiro fino all’incontro di Coppa Italia con l’Udinese in programma giovedì prossimo.
Non tira una buona aria nella Lazio, dopo la pesante contestazione oggi è andato in scena un mini-ritiro che si è concluso a Formello, e alla spicciolata escono dal centro sportivo tutti i calciatori. Dei tifosi hanno presenziato Formello per far sentire il proprio dissenso ai protagonisti. Pochi minuti fa, si è diretto verso l’uscita il tanto discusso (dalla società) mister Pioli che alle provocazioni di un tifoso presente, ha risposto: “”Ora mi vedete in maniera diversa rispetto alla scorsa stagione solo perché non stanno arrivando i risultati. Ma non mi faccio assolutamente pena”. I tifosi lo accusano di alcune scelte tecniche sbagliate e di non avere più in mano lo spogliatoio e lui reagisce così: “Secondo voi faccio giocare un calciatore se penso che sia contro di me?”.
Inevitabilmente in casa Lazio tiene banco un solo argomento, chi sarà il dopo Pioli. Ormai sembra certo il suo esonero, e tra i nomi fatti, per sostituire l’attuale tecnico biancoceleste, figura quello di Francesco Guidolin. Il mister è intervenuto ai microfoni di Radio Incontro Olimpia per spiegare meglio la situazione: “Smentisco categoricamente qualsiasi contatto con la società biancoceleste, anche se essere accostato ad una grande squadra e sapere dell’eventuale apprezzamento dei tifosi è motivo di grande piacere, ma ripeto che non mi ha mai chiamato nessuno fino ad ora”.
Il medico sociale biancoceleste, Stefano Salvatori, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio, 89.3 FM al termine dell’allenamento di ripresa di questa mattina, per fare il punto sull’infermeria: “Federico Marchetti ha riportato un infortunio muscolare, si sospetta una lesione tra il primo e secondo grado del bicipite femorale della coscia sinistra. Questo tipo di sospetto diagnostico lo definiremo meglio dopo un ulteriore controllo strumentale. E’ probabile che non ci sarà contro Udinese e Inter. Vedremo quali saranno i tempi di recupero. Per quanto riguarda la gara di ieri non abbiamo problematiche importanti da segnalare, ci sono stati dei lievi traumi da gioco di lieve entità che valuteremo nel breve. Evoluzioni di traumi a più alto impatto devono essere valutati nel lungo periodo, poche ore dalla gara non bastano, bisognerà attendere tra oggi e domani per vedere se ci sono problematiche ancora nascoste.
Dusan Basta oggi ha iniziato del lavoro atletico in palestra. Domani dovrà fare una doppia seduta rispetto agli altri. Al momento le percentuali per vederlo in campo contro l’Udinese non sono alte, mentre non sono basse quelle per vederlo in campo domenica. Vedremo se fare un allenamento con la squadra, per la gara contro l’Inter non ci dovrebbero esser difficoltà. Senad Lulic farà ulteriori controlli nel periodo natalizio. Sta proseguendo il suo trattamento dopo aver subito l’intervento. Ricardo Kishna, è fermo a causa di un trauma al ginocchio. Venerdì si sottoporrà ad Utrecht ad un intervento in artroscopia al ginocchio. Non dovrebbe essere un intervento di importanza a livello di metodologia chirurgica, ma al seguito definiremo i tempi di recupero che dovrebbero essere abbastanza rapidi. La parte esterna del ginocchio, rispetto a quella interna, ha tempi di recupero più lunghi biologicamente parlando. Keita a livello medico non ha patologie rilevanti in atto. L’atleta comunque ieri ha evidenziato un dolore al ginocchio, non era logico portarlo neanche in panchina, perché il dolore ne limitava le attività. A livello di evidenza clinica non ha patologie in atto”.
Una carriera da colosso in difesa, il profilo ricercato da mesi in casa Lazio. Difensore ad altissimi livelli, arcigno, leader in campo e fuori. Oggi il lavoro sul campo lo svolge bene come allora, da allenatore delle riserve dell’Ajax, ma con l’imminente possibilità di diventare allenatore della prima squadra del Fulham. Il gigante Olandese, intervenuto ai microfoni di Sky Sport ha rilasciato dichiarazioni importanti sul suo futuro: “Ora vorrei allenare un club, mi piacerebbe l’Olanda, l’Inghilterra e l’Italia”. Poi ricorda i momenti vissuti con le maglie di Lazio e Milan: “Dei momenti vissuti alla Lazio ho ricordi bellissimi, soprattutto della coppa Italia vinta. Dopo andai a Milano e avevamo i calciatori più forti al mondo. Ad Istanbul quella sera buttammo via tutto dopo che avevamo fatto la gara perfetta vincendo 3-0″ Infine una battuta sulla Serie A: “so che Milan e Lazio non stanno andando bene ma sono sicuro che risaliranno presto, la Lazio ha un olandese forte come De Vrij. E’ un gran talento, spero si riprenda dall’infortunio tornando a far bene e dare il via ad una grande carriera, senza dimenticare che c’è anche Hoedt”.
Francesco Colonnese, difensore ex Lazio ma per tanti anni anche all’Inter, è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua” dopo l’amaro pareggio contro la Sampdoria e quasi alla vigilia del match che vedrà la Lazio affrontare proprio i nerazzurri in trasferta.
Il primo commento su Lazio-Sampdoria: “La squadra non è brillantissima e ha paura. Molti giocatori non riescono ad esprimere la sfrontatezza della passata stagione. Giocatori come Felipe Anderson, Candreva ma anche Djordjevic stanno deludendo, per non parlare della difesa.“
E proprio da ex difensore Colonnese dice la sua sul momento difficile attraversato dalla squadra per quanto riguarda il reparto difensivo: “Sono quelle annate che nascono male, la Lazio è partita con l’eliminazione dalla Champions League che ha portato insicurezza in questa squadra. La Lazio sembra aver dimenticato come si gioca a calcio, in barba a quanto dimostrato un anno fa. La piazza è esigente e queste pressioni si sentono sui giocatori.“
Ma l’esonero di Pioli può essere una soluzione? “Anche Pioli l’anno scorso ha dimostrato qualità che in questa stagione sembrano sparite, pur avendo a grandi linee a disposizione la stessa squadra. Per me è venuta meno la mentalità, una mancanza di sicurezza che sta diventando sempre più pesante partita dopo partita.“
Alla luce di tutto questo, Inter-Lazio che partita sarà? “I biancocelesti sono a un bivio, arrivare alla sosta natalizia con soli venti punti significherebbe dire addio anche alla prospettiva dell’Europa League. Ma si troverà di fronte un’Inter che crede più che mai alla possibilità di lottare per lo scudetto: sarà molto difficile fare punti a San Siro. Personalmente ero certo delle qualità dell’Inter, si tratta di una rosa di primissimo livello che può permettersi il lusso di tenere in panchina Kondogbia, sul quale sono stati investiti quasi quaranta milioni di euro.“
Quali possono essere al momento le rivali dei nerazzurri? “Più che il Napoli vedo bene la Juventus, che sta tornando ai piani alti di prepotenza, e anche la Roma che, superato il momento difficile, potrebbe far valere il suo ottimo tasso tecnico. Il Napoli se Higuain non gira ha troppi problemi e questo in chiave scudetto potrebbe essere decisivo.“
Passando all’argomento europeo, alla Lazio è stato riservato un abbinamento piuttosto insidioso in Europa League. Quali delle tre italiane impegnate in questa competizione, secondo Colonnese, potrebbe arrivare in fondo? “Sulla carta, tecnicamente l’impegno della Lazio mi sembra il più agevole, ma bisognerà valutare in quali condizioni i biancocelesti si presenteranno all’appuntamento. Anche in Champions per le italiane sarà dura, anche se il Real sta evidenziando difficoltà di cui la Roma potrebbe approfittare. Non escludo che, se la Juventus dovesse superare l’ostacolo Bayern, non possa poi condurre una campagna europea come quella dello scorso anno, pur essendoci comunque squadre stellari in gioco.“
Fabio Belli
“Sono stato definito antiquato per aver insegnato il metodo “accucciati e riparati”, ma ride bene chi ride ultimo!” – Seymour Skinner, educatore.
I momenti no nella vita fanno emergere la vera indole delle persone. Si getta via la metaforica maschera con la quale nascondiamo il nostro vero io in questa società impersonale, e si affronta la montagna da scalare con le risorse che si hanno a disposizione. C’è chi affronta le avversità con rabbia, c’è chi fa emergere doti da stratega e ne esce fuori con calma e freddezza, chi si agita troppo e sprofonda come nelle sabbie mobili, chi mostra personalità da leader e chi prende atto dei propri limiti e si affida a professionisti che possano aiutarlo.
E poi c’è chi si accuccia, si mette le mani in testa e piange.
Ora, lungi da noi dileggiare la Lazio, la nostra Lazio. Perché i primi con le mani in testa siamo proprio noi, popolo biancoceleste. Sappiamo bene che per qualche strano motivo nell’essere laziali la fortuna ci ha sì baciati, ma prima di lavarsi i denti: e ci succedono cose strane come il gol di Zukanovic, che poi è di Anderson e che forse è colpa di Berisha ma anche di Konko, per non parlare di Pioli che alza la difesa a centrocampo al 93′ sull’uno a zero. Insomma, un po’ di tutti. E alla fine ai nostri ragazzi, anche se intimamente vorremmo strozzarli a uno a uno, gli vogliamo un gran bene e vederli così ci fa male. Vorremmo consolarli, dirli che passerà.
In fondo sono consumati professionisti e non sarà un pareggio contro la Samp, né due punti in sette partite, a far finire la Lazio che ha superato ben altri cataclismi. Però fa tenerezza vedere un vicecampione del mondo come Biglia per due partite di fila con gli occhi rossi praticamente fuori dalle orbite, a palla stile crisi isterica. Perché hai voglia a dire “pensa al Real Madrid“. Di questo passo anche un prestito alla Salernitana per certi giocatori, nonostante le raccomandazioni interne, sarebbe una strada impervia da percorrere. E loro lo sanno, oh se lo sanno…
Vederli così, insomma, fa tenerezza, ma anche un po’ paura. Perché al di là di liti, fasce di capitano, mercato insufficiente, società poco presente, allenatore poco lucido e sfighe varie, la sensazione è che la situazione sia sfuggita di mano, a tutti. E allora forse è meglio che a pensare a risolvere le cose provveda chi doveva già pensarci in estate, quando al momento di modellare un diamante grezzo (la squadra dello scorso anno) ha finito col ritrovarsi con un pezzo informe di vetroresina (la squadra di adesso). Perciò nei momenti neri, forse è meglio non fare nulla: accucciatevi e riparatevi. Però smettetela di piangere, perché anche da una sola lacrima si vede una debolezza che gli avversari non ti perdonano, mai.
Fabio Belli
Le speranze dei tifosi per raddrizzare una stagione nata male sono riposte tutte nel mercato di riparazione di gennaio. La priorità è quella di sistemare la difesa in entrata, in uscita invece la clamorosa opportunità di cedere al Monaco Keita Balde Diao, secondo quanto riferisce lalaziosiamonoi.it. Il club del Principato è in piena lotta per il titolo in Ligue 1 e per contrastare il PSG degli sceicchi ha bisogno di investire sul mercato e l’esterno laziale sembra corrispondere al profilo giusto per rinforzare il proprio attacco. Il Monaco dunque offrirebbe alla Lazio circa 15 milioni di euro per Keita: una cifra che potrebbe far riflettere Lotito che ancora lo considera un incedibile. In alternativa il Monaco potrebbe offrire alla Lazio l’ex milanista El Shaarawy, ultimamente sceso nelle gerarchie del tecnico monegasco.
La Lazio si aggiudica l’incontro con l’Inter grazie ad un Miroslav Klose in grande spolvero e grazie alla sfortuna dei nerazzurri che colpiscono due pali con Guarin e Cassano. Grazie ai tre punti conquistati i biancocelesti si portano ad un solo punto dai nerazzurri. La squadra di Petkovic grazie ad una buona prestazione supera l’esame-verità. In un primo momento sembra soffrire le giocate degli avversari ma poi riesce a piazzare la zampata finale con l’intramontabile tedesco che punisce l’Inter nella parte conclusiva dell’incontro. Partita dai due volti, per quasi un’ora le due squadre si fronteggiano senza farsi del male, merito anche delle retroguardie che annullano gli avanti avversari. Per assistere alla prima giocata degna di nota bisogna aspettare quasi venti minuti. La Lazio pian piano diventa più aggressiva ma il gioco resta contratto ed impacciato e la retroguardia interista senza particolari difficoltà ha facilmente la meglio. Dopo un’ora di gioco il tecnico interista Stramaccioni tenta di scuotere i suoi inserendo una terza punta, Palacio, al posto di Cambiasso. Petkovic, da parte sua, inserisce Candreva per Lulic. La gara si fa più combattuta: Guarin colpisce il palo a Marchetti battuto e, dopo pochi minuti, è Cassano a scuotere di nuovo il montante, sulla ribattuta Marchetti compie un vero e proprio miracolo su Nagatomo. La Lazio risponde con Klose che prima a tu per tu con Handanovic non riesce a fermare il pallone sprecando una grande occasione, e poi, su passaggio di Mauri, si inserisce in area tra i difensori interisti e mette la palla in rete. Sulla conclusione il tedesco si infortuna e viene sostituito da Floccari. La Lazio una volta trovato il gol del vantaggio si copre inserendo Dias per Hernanes, mentre nell’Inter Coutinho rileva Pereira. L’incontro termina tra i festeggiamenti dei sostenitori biancocelesti.La Lazio, al sesto risutato utile, allunga la striscia positiva e punta la Juventus.
IL TABELLINO
LAZIO: Marchetti, Konko, Biava, Ciani, Radu, Mauri, A. Gonzalez, Ledesma, Hernanes (87′ Dias), Lulic (64′ Candreva), Klose (85′ Floccari). A disposizione: Bizzarri, Carrizo, Scaloni, Diakite, Cana, Brocchi, Onazi, Rozzi. All.: Petkovic
INTER: Handanovic, Nagatomo, Ranocchia, Samuel, Pereira (86′ Coutinho), Gargano, Zanetti, Cambiasso (60′ Palacio), Guarin, Milito, Cassano. A disposizione: Castellazzi, Belec, Silvestre, Juan Jesus, Mbaye, Benassi, Pasa, Duncan, Jonathan, Mariga. All.: Stramaccioni
Arbitro: Sig. Mazzoleni (Bergamo)
Assistenti: Sigg. Di Liberatore e Giordano
Quarto uomo: Sig. Musolino
Assistenti di porta: Sigg. Banti e Damato
Marcatori: 81′ Klose
Note: serata umida con terreno scivoloso per la pioggia caduta nella giornata. Ammoniti Gargano, Samuel, Konko e Candreva tutti per gioco falloso. Calci d’angolo 7-5. Recuperi: 2′ p.t., 4′ s.t.
Spettatori: 45.000 circa.
Se quello con la Juve doveva essere l’esame di laurea in proiezione scudetto, ebbene i biancocelesti lo hanno superato a pieni voti. Una grandissima Lazio è riuscita ad espugnare il Delle Alpi di Torino battendo i bianconeri per 2-1, risultato che non rende merito alla superiorità dimostrata dagli uomini di Roberto Mancini. Il Mancio, nelle dichiarazioni della vigilia, aveva annunciato che sarebbe andato a Torino per ottenere i tre punti ed è stato di parola. Il tecnico della Lazio ha impostato sin da subito la sua squadra per una partita votata all’attacco. Azioni su azioni ad una velocità impressionante e Juve completamente in balia degli avversari. Quando i difensori bianconeri conquistavano il pallone trovavano sempre Fiore, Corradi, Lopez e Cesar a pressare ed in più Stankovic si aggiungeva ai compagni con veloci tagli verso il centro che gettavano nel panico la difesa avversaria. Nella prima mezz’ora solo un Buffon strepitoso evita alla Juve più volte la capitolazione. E invece, come sempre accade nel calcio, chi sbaglia paga ed alla prima occasione i bianconeri si portano in vantaggio con l’ex Nedved che batte Peruzzi con un perfetto diagonale. L’azione, tra l’altro, è sembrata viziata da un fallo di mano di Del Piero precedente all’assist vincente. La Lazio, senza scomporsi minimamente, nel giro di un minuto ristabiliva subito il pari; il risultato, tuttavia, non rispecchiava affatto l’andamento della gara. Su un lungo traversone Corradi di testa spizzava il pallone verso Fiore che giungendo in corsa faceva partire un rasoterra che si andava ad infilare nell’angolino alla destra di Buffon. Dopo il gol la Lazio riparte alla carica alla conquista del successo ma il portiere bianconero, con due straordinarie parate su Stankovic, si oppone alla grande. Si arriva così in parità al termine di un primo tempo dominato dai biancocelesti. All’inizio del secondo tempo la Lazio riprende a spingere e dopo appena 5′ su azione di Cesar è ancora Fiore ad agganciare il pallone e a spedirlo alle spalle di Buffon, regalando ai suoi la meritata vittoria. Per la Lazio un successo conquistato grazie al gioco. Una squadra che funziona in modo meraviglioso: la difesa stretta attorno a Stam, che ha giganteggiato, si è comportata benissimo; il continuo tourbillon degli attaccanti in sincronia con i centrocampisti ha fatto perdere la testa agli avversari. La chiave di tutto è stato Corradi, elemento fondamentale di questa Lazio, che rientrando a centrocampo quando il pallone era nei piedi dei propri difensori metteva, grazie ai suoi stacchi di testa, in chiara difficoltà gli avversari per poi scaraventarsi nell’area della Juve. Un po’ sottotono il “Piojo” Lopez, mancato specialmente quando la Juve si è spinta in avanti alla ricerca disperata del pareggio lasciando ampi spazi al contropiede biancoceleste.
IL TABELLINO
JUVENTUS: Buffon, Thuram, Iuliano (30′ Ferrara), Montero, Birindelli, Zambrotta, Tacchinardi, Davids, Nedved (46′ Camoranesi), Del Piero, Salas (56′ Di Vaio). A disposizione: Chimenti, Conte, Baiocco, Zalayeta. Allenatore: Lippi
LAZIO: Peruzzi, Oddo, Negro, Stam, Favalli (74′ Pancaro), Fiore (81′ D.Baggio), Simeone, Stankovic (90′ Giannichedda), Cesar, Corradi, C.Lopez. A disposizione: Concetti, Colonnese, S.Inzaghi, Chiesa. Allenatore: Mancini
Arbitro: Sig. Pellegrino (Barcellona Pozzo di Gotto)
Marcatori: 34′ Nedved, 35′ Fiore, 50′ Fiore
Ammoniti: Salas, Negro, Simeone e Lopez per gioco falloso
Recuperi: 2′ p.t., 4′ s.t.
Spettatori: paganti 4.576, incasso 131.525 euro; abbonati 33.438, quota 473.446 euro.
È amareggiato Stefano Pioli, l’allenatore della Lazio che non riesce, stavolta anche con sfortuna, ad uscire dalla crisi: «È stata una partita difficile, con un avversario che ci ha chiuso tutti gli spazi. Una partita che avevamo in mano, ma in questo momento commettiamo delle ingenuità che paghiamo a caro prezzo.
Lavoriamo bene tutti i giorni, ma poi in partita tutto diventa più complicato. Senza l’infortunio di Marchetti avrei inserito un centrocampista in più, ma pure questo infortunio è prova di questo momento. Sento la fiducia della società e dei miei giocatori. Io continuo a lavorare, poi la società deciderà la soluzione migliore per tutti. Ho schierato la migliore formazione per affrontare questa gara e il risultato ci stava dando ragione, anche con i cambi al momento giusto. Dovevamo gestire meglio l’azione che ha portato alla punizione del loro gol, addirittura si è partiti da un corner a favore nostro. I tifosi? Sicuramente l’Olimpico vuoto non ci aiuta, ma dobbiamo fornire prestazioni migliori per riportarli allo stadio».
Fonte : Il Corriere dello Sport
Uno sfortunato quanto improvvido tocco di testa di FelipeAnderson trasforma in oro e in un punto una punizione senza grandi pretese di Zukanovic. Lazio-Sampdoria finisce 1 a 1, dopo che Matri, saltando più in alto di tutti, aveva insaccato alle spalle di Viviano. E l’Olimpico sentenzia: per Lotito fischi e insulti.
EDER INFORTUNATO – Montella non può più permettersi di perdere, Pioli non può ancora fallire. Il tecnico biancoceleste sceglie l’attacco pesante, Klose davanti insieme a Djordjevic e Candreva libero di svariare a tutto campo. Centrocampo con Cataldi al fianco diBiglia e Parolo a proteggere Gentiletti e Hoedt. Il doriano deve rinunciare al suo uomo in più, a Eder, che si ferma in pieno riscaldamento e viene sostituito da Lazaros. Senza pure Muriel(inizialmente in panchina) e Silvestre, l’ex tecnico viola si affida aZukanovic e Moisander dietro e a un centrocampo a cinque. La posta in palio è troppo importante per le due squadre e ne viene fuori un primo tempo arido e timoroso, in cui il solo Barreto, dopo un flipper pericoloso in area laziale, sfiora il palo di destra della porta di Marchetti. La Lazio nulla, o poco più, paga pure la poca forza d’impatto sulle fasce per andare a cercare le teste dei due maxi-attaccanti. Klose ci prova, propria in acrobazia, ma spara alto. Nella ripresa Pioli si gioca la carta Felipe Anderson per Cataldi e poi Matri per Klose, mentre Montella chiama fuori Cassano e mette Muriel. Il colombiano mette subito paura ai biancocelesti e sul passo lungo non lo tiene nessuno, fortuna per i laziali che la sua conclusione finisca fuori. E proprio da una tipica azione di sovrapposizione e cross arriva al 78′ il vantaggio laziale: Radu vola via e mette in mezzo e Matri stacca più in alto di tutti e prende il sette a destra di Viviano: 1-0. Un gran gol per l’attaccante, di forza e precisione, dove Viviano può solo guardare.
Un pari che sa di beffa quello rimediato dalla Lazio contro la Sampdoria. Stefano Pioli è amareggiato al termine della sfida dell’Olimpico con i suoi raggiunti in pieno recupero da una punizione di Zukanovic. “Bisogna cercare di cambiare velocemente. Abbiamo una settimana molto difficile, abbiamo la Coppa Italia e poi la trasferta a San Siro contro l’Inter. Il nostro è un momento delicato, difficile, in questo momento la squadra non riesce a mettere in campo gli elementi quotidiani”.
“In questo momento la testa è pesante – ha spiegato il tecnico biancoceleste – non abbiamo il massimo della serenità. Siamo al di sotto delle nostre aspettative e possibilità. Non è poi così facile scendere in campo, la squadra ci ha provato, poi commette tanti errori, perchè la situazione è quella che è. La realtà è che non abbiamo fatto abbastanza fino al 95′ per vincere”. Una squadra che sembra ormai bloccata fin da quando scende in campo e come dopo la sconfitta con la Juventus con Biglia, stasera è toccato a Anderson finire in lacrime: “è normale che sia così – motiva Pioli – io sono l’unico responsabile di questa situazione. Ne vogliamo venire fuori, ma in questo momento facciamo fatica a reagire. Sono convinto che il gruppo ci sta provando veramente. Ci stiamo mettendo del nostro – conclude in modo critico Pioli – lasciamo stare fortuna o sfortuna, perchè dopo una partita non facile contro un avversario che si è chiuso molto bene eravamo anche andati in vantaggio e serviva molta più attenzione e lucidità per chiudere in vantaggio il finale”.
Tempo scaduto. In queste ore la società sta decidendo la sorte del tecnico biancoceleste. Fiducia esaurita. Pioli si è giocato le ultime carte in una partita decisa da un’autorete. Una partita che la Lazio stava vincendo fino a una manciata di secondi dalla fine. È arrivato un altro pareggio, un ulteriore passo falso che spinge la squadra nella zona calda della classifica. Domenica prossima a Milano – in caso di risultato negativo – la Lazio entrerebbe ufficialmente nella lotta per la retrocessione.
Una squadra senza capo né coda che era ugualmente riuscita a trovare il vantaggio grazie a una prodezza di Matri. L’esultanza del centravanti verso la panchina laziale ha ulteriormente rimarcato – qualora ce ne fosse bisogno – la distanza che si è venuta a creare tra gran parte dello spogliatoio e il tecnico laziale. Pioli si è presentato in sala stampa a testa bassa e con un filo di voce, con l’aria di chi aveva appena perso l’ultimo treno.
«Non abbiamo vinto per colpa nostra – sottolinea il tecnico laziale – ci abbiamo provato, ma in questo momento non c’è la lucidità per giocare meglio. Non abbiamo avuto la forza di stringere il pugno di una partita che avevamo in mano».
Pioli sente che il futuro gli sta scivolando dalle mani, lo stesso futuro che si era conquistato a forza di risultati ridestando l’entusiasmo della piazza. La squadra resta in ritiro, i dirigenti valutano minuto dopo minuto la situazione considerando che la squadra non ha ancora reagito ai vari input via via inviati dal tecnico e dagli stessi dirigenti. Stamattina alle dieci i giocatori saranno nuovamente in campo per preparare la prossima sfida di coppa Italia contro l’udinese. Poi ci sarà l’ultima trasferta dell’anno solare a Milano contro l’Inter. Nel 2004 la trasferta di Udine costò il posto a Mimmo Caso.
Il presidente Lotito passò le vacanze di Natale per fare le audizioni: alla fine arrivò Papadopulo. Nel 2013 la sconfitta rimediata a Verona contro l’Hellas costò la panchina a Vlado Pektovic: stesso scenario, stesse primarie. Arrivò l’ennesima avventura di Reja. «La squadra non riesce a portare sul campo quello che fa in settimana – ammette Pioli – ci vogliono prestazioni differenti per portare a casa risultati».
La società teme la mancata reazione della squadra, ieri sera nel vertice tra il presidente Lotito e il direttore sportivo Igli Tare è stato analizzato a più riprese questo concetto. La squadra non ha un gioco, appare smarrita. La lista dei papabili successori è lunga, ma Lotito non vuole sbagliare, rischiando di aggravare una situazione già grave di per sé. Marcello Lippi sarebbe una suggestione che darebbe sostanza a un nuovo progetto, il turco Murat Yachin rappresenterebbe un salto nel buio con un tasso di rischio elevatissimo considerando la scarsa conoscenza del campionato italiano da parte dell’ex allenatore del Basilea.
Resta in piedi la candidatura di Cristian Brocchi, sponsorizzata da parte dello spogliatoio, spuntano i nomi di Guidolin e Gianni De Biasi, attuale allenatore della Nazionale albanese. La Lazio è barricata dentro Formello: è tregua armata, l’ultimatum è già partito.
Fonte : Il Tempo
Ultima chiamata per la Lazio sul binario del campionato. La disperata corsa della Sampdoria di Montella – ancora alla ricerca della prima vittoria sulla panchina blucerchiata, dopo tre sconfitte – non deve essere un ostacolo. Pioli si gioca il posto, la squadra e il presidente Lotito vuole placare la contestazione dei tifosi esplosa in settimana. Lo stadio Olimpico è deserto, tante le assenze biancocelesti: out Basta, Lulic, Keita, Kishna e il lungodegente De Vrij. Mauricio è squalificato, c’è la coppia Hoedt-Gentiletti al centro con Konko confermato sulla corsia mancina della difesa. Il tecnico emiliano ne inventa un’altra per sbrogliare la matassa, arriva il Natale e il modulo ad albero con Candreva e Djordjevic alle spalle di Klose. Il serbo svaria tra il ruolo da trequartista e la seconda punta, a trasformare la Lazio in un 4-3-1-2, anche se i biancocelesti non sembrano avere troppo chiari in mente i movimenti di gioco da fare. Per i blucerchiati c’è Cassano a trainare l’attacco, senza troppo successo. Sul fronte opposto Klose non capitalizza il pallone servito a puntino da Candreva per la sua inzuccata. Il tedesco ha vissuto certamente momenti migliori, poco dopo lascia sfumare un’altra occasione a tu per tu con Viviano. Il centrocampista romano invece appare il più in forma – si fa trovare al posto giusto al momento giusto, ma predica nel deserto – Radu è il leader della difesa: il romeno mette una toppa alle disattenzioni della retroguardia biancoceleste e chiude un paio di affondi doriani. La Lazio è quasi irritante, i tifosi sono pochi ma fanno sentire i fischi per una squadra che proprio non riesce a girare e a inventare la manovra. Biglia trova difficoltà a impostare il gioco. Il secondo tempo si apre col cambio tra Cataldi e Felipe Anderson, Pioli ha capito che la forma mentis della Lazio è giocare sulle fasce e per tutta la prima frazione i biancocelesti si sono mossi su un’unica corsia: Djordjevic avanza qualche metro a fare la punta vera, il brasiliano e Candreva gli esterni in un 4-2-2. Il Pipe è fumoso, l’esterno romano è l’unico che riesce a mettere palloni in area per compagni assenti, l’evanescente Klose lascia il posto a Matri. Montella prova a dare la scossa ai suoi e sostituisce Cassano – da ex giallorosso fischiato dai laziali – con Muriel per gli ultimi venti minuti di partita. La Lazio è prevedibile, tenta sempre lo stesso gioco, impatta sempre contro il muro blucerchiato: non registra occasioni degne di nota. Ma la svolta invece la dà l’attaccante biancoceleste appena entrato con un gran gol di testa a girare servito da Radu. I biancocelesti esultano come se fosse la rete della vita: Marchetti riesce nell’incredibile impresa di stirarsi una coscia per correre dai compagni, entra Berisha. Un paio di uscite sconsiderate per l’albanese, la seconda – con la complicità di errori marchiani della difesa, Konko in primis – costa la delusione più grande alla Lazio. Cartellino giallo per il portiere a travolgere Muriel, poi la punizione mortifera della Sampdoria. Il sinistro di Zukanovic, la deviazione di testa di Felipe Anderson ed ecco la beffa biancoceleste. L’1-1 arriva in pieno recupero e sancisce una crisi senza fine. Solo due punti nelle ultime sette partite di serie A, solo sei lunghezze dalla zona retrocessione.
Fonte : Il Tempo
Le lacrime di rabbia e frustrazione a fine gara dei giocatori della Lazio non possono certo ripagare gli spettatori che hanno sfidato il gelo per assistere ad uno spettacolo indegno per certi palcoscenici. I biancocelesti e la Sampdoria hanno giocato il peggiore calcio della stagione e il punticino che si portano a casa ha l’effetto di un brodino riscaldato: non scalda il cuore di nessuno. Anzi. In casa Lazio la rabbia è tanta perché oltre a non aver affatto affrontato una gara definita da Pioli decisiva non si è riusciti nemmeno a gestire il gol segnato da Matri a dieci minuti dalla fine. Puntuale è arrivato il pasticcio che ha generato la punizione del pareggio doriano. La paura ha vinto su tutto e così la classifica resta da mani nei capelli. E pensare che di fronte c’era una Sampdoria che definire modesta è davvero tanto.
ZERO ASSOLUTO
Serviva una scossa per uscire da una crisi che ha afferrato la squadra biancoceleste e la sta portando sempre più giù, invece l’ennesima doccia gelata ha gettato tutto nel più assoluto sconforto. Non sembra esserci soluzione. Nemmeno il cambio di modulo ha prodotto stimoli. L’albero di Natale posticcio messo in campo nel primo tempo è da pianto e non va certo meglio nella ripresa quando Pioli passa al 4-4-2 gettando nella mischia Anderson. Il brasiliano dovrebbe infiammare il gioco con le sue accelerazioni invece vaga per il campo facendosi trovare sempre nel posto sbagliato come in occasione della fatale punizione di Zukanovic.
FUTURO OSCURO
Pioli resta in bilico e forse l’ultima occasione per mangiare un buon panettone sarà quella di comprarlo domenica a Milano quando i biancocelesti affronteranno l’Inter capolista. Si va avanti così, nessun cambio in panchina. E’ nella tradizione di Lotito che si ritrova anche il fardello monetario della causa con Petkovic a frenare possibili colpi di testa. Il tempo delle riflessioni è scaduto, serve che qualcuno prenda in mano la situazione perché ora come ora nessuno dei tesserati è in grado di trascinare la Lazio fuori dalle sabbie mobili.
Fonte : Il Messaggero
Uno Stefano Pioli rassegnato commenta il pareggio beffa subito dalla Lazio all’Olimpico contro la Sampdoria di Montella. «Questo è il nostro momento. Commettiamo delle ingenuità che paghiamo a caro prezzo. Io ho lavorato con concentrazione in settimana, come la squadra. Ma in questo periodo non riusciamo a trasformare il nostro lavoro. Stasera, però, la partita l’avevamo fatta. Nei minuti di recupero dovevamo gestirla diversamente. Senza l’infortunio di Marchetti avrei inserito un centrocampista in più, ma anche certe situazioni sono segnali chiari di questo momento. Se mi sento a rischio? Io fino ad oggi ho sentito la fiducia di tutti. Da domani torno a lavorare, poi la società deciderà la soluzione migliore per tutti. Ripeto: anche se purtroppo non siamo riusciti a mettere in campo la migliore formazione possibile. Messaggio ai tifosi? E’ sicuro che con loro allo stadio si farebbe meglio. Ma noi dobbiamo pensare a fare bene in campo. Sicuramente meglio».
Fonte : Il Messaggero
Al contrario di Pioli (leggi qui la sua conferenza stampa), dinanzi ai giornalisti presenti all’Olimpico si è presentato un Montella raggiante: “Abbiamo disputato un’ottima partita, era necessario per porre le basi per diventare squadra – ha dichiarato il tecnico napoletano -. Abbiamo smussato gli errori delle scorse gare e finalmente ho visto spirito di gruppo. Abbiamo giocato più bassi di quanto volevo, ma alla fine va bene così. Dopo il gol di Matri mi è crollato il mondo addosso: ho pensato che non meritavamo di perdere. Sono fiero della reazione della mia squadra. Il ritiro ci è servito a risolvere degli equivoci e a trovare compattezza”. Montella difende la Samp e la Lazio definite dalla stampa le più brutte della serie A: “Non credo, ho visto partite peggiori”. Infine sull’assenza della curva: “Lo stadio era semideserto. E’ triste ma in Italia gli stadi si stanno svuotando sempre di più”.
Incalzato dai cronisti presenti in mixed zone, l’esuberante presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, oltretutto noto tifoso romanista, ha commentato il primo punto della gestione Montella: “E’ stato il primo di una lunga serie”. Poi sulla crisi che ha colpito ambedue le compagini il patron doriano ha risposto sarcasticamente: “Solo i matrimoni vanno in crisi, non le squadre di calcio”.