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RASSEGNA STAMPA – Assalto ai gioielli La Lazio alza il muro

È partito l’assalto alla diligenza come la scorsa estate. Nel mirino dei grandi club europei e italiani ci sono i gioielli di famiglia della Lazio e Lotito è pronto a fare catenaccio per evitare di dover passare attraverso una cessione eccellente per finanziare l’acquisto dei due difensori che servono a Pioli. Sta per cominciare (ufficialmente il 4 gennaio) un mercato che si annuncia ricco di novità per i biancocelesti alle prese con gli infortuni di De Vrij e Gentiletti. E allora, a prescindere dalle offerte irrinunciabili che possono sempre arrivare in qualsiasi momento, Lotito e Tare devono decidere se investire i pochi milioni di euro presenti in cassa per i rinforzi senza sacrificare qualche pedina. Una scelta, quella di non cedere nessuno, che è stata spesso criticata anche dagli stessi tifosi laziali che non hanno gradito l’immobilismo estivo con un sinistro presagio sui risultati poi molto al di sotto delle attese della vigilia. Si vedrà, intanto, proprio guardando il misero decimo posto in classifica, crescono estimatori per i giocatori laziali pensando di trovare terreno fertile in Lotito. Invece, il presidente biancoceleste vuole andare avanti così, la rifondazione avverrà a giugno quando finiranno il loro contratto Marchetti, Konko, Mauri e Klose e qualche big sarà ceduto. Per ora non si vende anche se le offerte cominciano ad arrivare per tanti calciatori.

Andiamo con ordine. Secondo l’edizione online del quotidiano Marca, il Barcellona avrebbe chiesto alla Lazio una valutazione del cartellino di Candreva, il cui costo sarebbe di circa 35 milioni. Una cifra che non spaventa affatto il Barça, pronto a investire pesantemente nel mercato invernale, quando scadrà il blocco imposto dalla Fifa. Sul fantasista romano c’è anche l’Inter anche se Mancini non vuole fare trattative con l’«antipatico» Lotito. Biglia è ormai da tempo nel mirino del Real Madrid che due estati fa aveva offerto 18 milioni: la risposta di Formello era stata negativa. Pure il regista argentino piace alla capolista, i nerazzurri sarebbero disposti a mettere sul piatto il cartellino di Ranocchia, ma il problema per imbastire una trattativa restano i rapporti difficili tra l’allenatore dell’Inter e il presidente laziale. E’ di ieri la notizia di un sondaggio per Marchetti da parte del Liverpool che non si fida più di Mignolet. «Siamo a buon punto», aveva detto il portiere biancoceleste qualche settimana fa sul rinnovo del contratto in scadenza a giugno. È chiaro che, a fronte di una proposta economica interessante e in caso di mancato accordo, la Lazio potrebbe anche accettare qualche milione di euro con la prospettiva di non prendere nulla tra sei mesi. L’ipotesi più probabile resta il rinnovo ma non si possono escludere ribaltoni. Cataldi piace a mezza serie A, le grandi del Nord (Juventus su tutti) e Napoli ma Lotito e Tare puntano molto sul giovane romano, così come appare impossibile accettare ora proposte al ribasso su Felipe Anderson (Manchester United alla finestra) alla ricerca di se stesso dopo la straordinaria stragione scorsa. Infine Keita nel mirino del Monaco (l’offerta di 15 milioni non è mai arrivata), Tare vuole tenerlo ma se qualcuno alza la posta può succedere di tutto.

Alla fine, quindi, chi veramente potrebbe andare via è il nigeriano Onazi che ha chiesto la cessione (ha estimatori in Tuchia e in Germania). Sul fronte acquisti, dopo la pausa natalizia si aspettano risposte prima della fine dell’anno. Dalla Russia è anche spuntato lo slovacco Hubocan della Dinamo Mosca (30 anni, piace a Tare) ma la lista è lunga: Douglas, N’Koulou, Pogba, Raggi, Perrin, Zapata, De Maio, Heurtaux e Rolando. Novità previste a breve.

Fonte : Il Tempo

RASSEGNA STAMPA – Keita vuole andare via: «A Barcellona si vince»

Al cuor non si comanda: «Un giorno mi piacerebbe tornare al Barcellona, è il mondo in cui sono cresciuto e rimarrò sempre legato ai colori blaugrana. Lì c’è una mentalità diversa, si è abituati a vincere sempre e vivi il successo come qualcosa di normale», giura Keita. Tornato in Spagna per le vacanze di Natale, ma anche per partecipare alla sfida della Catalogna contro i Paesi Baschi: «Non ci ho pensato due volte ad accettare. Avevo già giocato con l’Under 16 e ora sono molto orgoglioso di rappresentare il mio Paese». In realtà Keita, dopo tanti anni, ha accettato la convocazione del Senegal. Ha sempre più voglia di giocare, il Balde giovane. Per questo, dopo 6 mesi, rimane comunque viva l’idea di quest’estate di poter lasciare la Lazio. Il manager Savini è tornato a muoversi per cercargli una squadra. Arenata la trattativa con il Monaco, Lotito chiede 20-25 milioni, gli stessi che erano stati rifiutati ad agosto in extremis dopo l’exploit di Keita: «ll primo gol quest’anno è arrivato subito, nel play off di Champions League contro il Bayer Leverkusen».

ECCO MATRI
La rete dell’illusione. Purtroppo il preliminare sfumò comunque nella sfida di ritorno: «Giocare quella competizione era il sogno di tutti. E’ stato un brutto colpo da mandar giù, nonostante mister Pioli abbia lavorato tanto nella mente dei giocatori per farla dimenticare», assicura Matri a Skysport. Ora bisogna voltare pagina: «In Italia capita spesso di giocare contro squadre che ti temono e quindi si chiudono e giocano per il pareggio. In Europa League siamo sempre scesi in campo con la mente sgombra, senza l’assillo della classifica. Adesso vogliamo arrivare in fondo, il Manchester e il Siviglia sono però le più accreditate per la vittoria finale».

Fonte : Il Messaggero

Il City presenta il nuovo stemma. Laziochannel vi racconta la storia del logo (FOTO)

Il Manchester City, durante il Boxing Day, ha presentato ai suoi tifosi il nuovo logo che sarà presente sulle maglie dei Citizens dalla prossima stagione. Dopo quasi un mese di consultazioni, tra dirigenza, espertti di storia del club, designer e anche tifosi, il City ha deciso di togliere l’aquila e di ritornare all’antico, avendo come figura principale la nave e la rosa. Ma soprattutto si è scelto un logo tondeggiante, più appetibile nel settore del marketing.
city new logo

LA STORIA: il Manchester City, fondato nell’1894, ha cambiato ben 4 volte lo stemma. Il primo stemma comparve nel 1930 e fu protagonista sulle maglie celesti fino al 1972. Forma tondeggiante come il logo attuale, nave dorata e tre bande gialle che rappresentavano i tre fiumi di Manchester. Nel 1972 lo stemma diede più spazio ai colori sociali, il bianco e il celeste, che andarono a sostituire il dorato dell’originario. Sempre presente la scritta Manchester City F.C. La rivoluzione avvenne nel 1997, viste le difficoltà con la registrazione del precedente logo. In questo caso si cambiò tutto. Via il logo tondeggiante e spazio all’aquila dorata con tre stelle dorate in cime e il motto in latino Superbia in Proelio (Orgoglio in battaglia). Ora dal 2016 il nuovo logo in forma tondeggiante che richiama il primissimo stemma originario del club.

LogoNew

IL SIGNIFICATO DEL NUOVO LOGO: ogni figura, tratto e colore del nuovo logo ha un significato ben preciso. Scopriamolo insieme.

DESIGN ROTONDO in memoria del primo leggendario stemma del club, eliminando l’aquila dorata presente solamente nel terzo stemma. I colori prescelti sono stati solamente il celeste e il bianco, i colori base del club e che “dipingono” la prima maglia.

 – LA NAVE DI MANCHESTER che simboleggia i legami commerciali della città e la sua prospettiva globale, nonché il canale di Manchester

I TRE FIUMI (Irwell, Medlock e Irk) che rappresentano la linfa vitale della città (le tre strisce celesti sotto la nave sullo sfondo azzurro)

LA ROSA ROSSA che simboleggia il collegamento storico con il Lancashire

Perchè uno stemma, un logo, non è solo un disegno. Ma una storia da raccontare…

Candreva al Barcellona? Ecco la risposta del ds blaugrana

Candreva al Barcellona? Ariedo Braida, ds dei catalani, che ai microfoni di Calciomercato.com ha spiegato: “Nell’ultimo periodo sono veramente tantissime le voci di mercato, probabilmente troppe. Quello che posso dire è che non c’è mai stato alcun contatto, non ho mai sentito Candreva e lo stesso discorso vale anche per Bernardeschi”.

NAZIONALE – A Roma nascerà la “gemella” del centro sportivo di Coverciano

Il Centro tecnico di Coverciano avrà presto una sorella gemella a Roma. Il direttore generale della Federcalcio, Michele Uva, presente al convegno di apertura di Globe Soccer a Dubai ha infatti annunciato che presto nascerà nella Capitale una nuova importante struttura federale e il bando di gara è praticamente pronto. L’Italia, ha detto il braccio destro di Carlo Tavecchio, avrà i suoi 200 centri federali già annunciati, con 1200 allenatori, e le aziende del calcio si trasformeranno rapidamente nel rispetto di competenze formate secondo programmi precisi.

Fonte: Ansa

Onazi: “Giocare a Roma è meraviglioso ma non quando le cose vanno male. Il ricordo più bello…

Eddy Onazi ha concesso ai microfoni dei media del suo paese una lunga intervista nel corso della quale ha parlato di tutto, sia della sua esperienza in biancoceleste sia per ciò che concerne la sua vita privata. Nonostante la distanza da Roma la Lazio è sempre al centro dei suoi penseri: “Giocare a Roma è qualcosa di meraviglioso, i tifosi sono molto vicini alla squadra, rendono tutto più piacevole, ma non quando le cose vanno male. La nostra squadra è forte, siamo molto preparati tatticamente e Pioli ha portato una mentalità vincente. Il nostro è un gruppo unito: lavoriamo tutti insieme puntando molto sul pressing, attaccando e difendendo compatti. Roma è molto bella, si respira un’atmosfera speciale”. Il momento più bello da quando indossa la maglia della Lazio: “Senza dubbio il derby del 26 maggio è stato un momento speciale, ma io mi preparo sempre allo stesso modo perchè qualsiasi partita lo è. Il derby è sempre una partita particolare, sia per me che per i tifosi, ma cerco di approcciarlo nel modo più normale possibile”. Dal calcio si passa alla vita privata: “La mia vita è il calcio ma anche la musica mi rende felice. Se non avessi giocato a pallone probabilmente la musica sarebbe stata la mia strada, è il mio primo amore. Mi sono avvicinato alla musica grazie ad un Pastore, Jos, che mi ha incoraggiato a suonare nel coro. Cantare in chiesa è un privilegio, mi consente di servire Dio. Jos mi ha insegnato molte cose, soprattutto a pensare agli altri meno fortunati. E’ per questo che ho comprato quei regali per i più poveri. Mi preoccupo per loro, soprattutto a Natale, che è anche il giorno del mio compleanno, e Capodanno”. Poi un pensiero sulla sua Nigeria: “Questa è una stagione particolare, la mancata qualificazione alla Coppa d’Africa 2015 mi ha influenzato molto ed ho avuto un approccio differente. Se avessimo preso parte alla competizione le cose sarebbero andate diversamente ma grazie a Dio posso dare ancora molto”.

 

 

NAZIONALE – Pioli per il dopo Conte?

Il Chelsea ha da poco cambiato allenatore passando da Mourinho a Holland, ma nel futuro dei Blues potrebbe esserci Antonio Conte. Per la Nazionale la Federcalcio pensa al tecnico della Lazio Stefano Pioli.

Quest’estate sarà particolarmente calda per il mercato allenatori. Ancelotti al Bayern Monaco e Guardiola al Manchester City sono giù acclarati, resta da scoprire chi siederà sulla panchina del Real Madrid e del Manchester United (Beniterz e Van Gaal sono ormai destinati a salutare i rispettivi club) ma soprattutto quella del Chelsea rimasta orfana di Mourinho (Hiddink traghetterà i blues fino a fine stagione). Crescono i rumors che vorrebbero Conte alla corte di Abramovic. Il tecnico salentino da mesi sta studiando l’inglese, non è un mistero dato che lui stesso l’ha confermato. Oltretutto il rinnovo contrattuale stenta ad arrivare. In merito alla questione il presidente della Federcalcio Tavecchio ha detto: “Sono convinto che Conte rinnoverà, ma se non dovesse farlo morto un Papa se ne fa un altro”. Parole che dicono tutto e che non dicono niente. Conte non si è mai adeguato al ruolo di commissario tecnico e in una recente intervista ammise che gli mancava giocare la Champions.

Insomma, Euro 2016 potrebbe essere l’ultima e l’unica competizione con Conte come tecnico della Nazionale. Secondo il Corriere dello Sport, il nome caldo come possibile sostituto è quello di Fabio Capello. La Puma, che ha sborsato 5 mln a stagione fino al 2018, pretende un nome altisonante. Quello di Capello è un nome che fa gola visto il suo peso a livello internazionale. Più difficile un Lippi 3 che tempo fa disse che sarebbe tornato in Nazionale solo in veste di direttore tecnico. Altro nome importante è quello di Luciano Spalletti, anche lui molto conosciuto a livello internazionale. Potrebbe tornare in auge il nome di Zaccheroni, già in corsa due anni fa con Conte. In alternativa Tavecchio potrebbe puntare su un outsider, come accadde 10 anni fa con Donadoni. A quel punto, secondo il quotidiano romano, il primo della lista sarebbe Stefano Pioli, subito dopo di lui Di Francesco e Montella. Allo stato attuale difficile pensare a Mancini, Allegri e Sarri che hanno da poco sposato dei progetti importanti coi loro rispettivi club.

Fabrizio Piepoli

MERCATO – Berisha richiesto da un club italiano

Mentre la Lazio è a caccia di un difensore, potrebbe ben presto trovarsi in emergenza portieri. Marchetti stenta a rinnovare e su di lui è piombato il Liverpool, mentre Berisha è corteggiato dall’Hellas Verona. Stando ai media albanesi, il club scaligero avrebbe bussato alla porta della Lazio per chiedere informazioni. Il numero 1 biancoceleste ha sempre ribadito il concetto di voler giocare con continuità e già qualche anno fa era stato a un passo dal trasferirsi a Verona, però sponda Chievo. E’ facile pensare che il futuro di Berisha sia legato a quello di Federico Marchetti. Se il portiere italiano dovesse rinnovare, è probabile che l’albanese saluti Formello, viceversa avrebbe la possibilità di giocare titolare.

RASSEGNA STAMPA – Onazi vuole andar via

La stagione di Onazi è stata fin qui negativa: soltanto 5 presenze in campionato e a Dicembre non ha praticamente mai giocato. E’ normale quindi che il giocatore inizi a valutare un futuro lontano dalla Capitale, come confermato dal suo agente nei giorni scorsi. Secondo il Tempo, Onazi avrebbe ufficialmente chiesto alla società la cessione. sogna di giocare in Premier League ma finora l’hanno richiesto in Germania e in Turchia. La Lazio lo valuta 8 mln e l’intenzione della società è quella di usare i soldi della sua eventuale cessione per acquistare il difensore.

RASSEGNA STAMPA – I big laziali che fanno gola all’Europa

Non solo mercato in entrata, la Lazio dovrà valutare se cedere o meno qualcuno dei suoi big nella finestra invernale. Secondo il quotidiano spagnolo Marca al Barcellona piace Candreva. I blaugrana avrebbero chiamato Lotito per sondare il terreno e il patron romano ha chiesto 35 mln per l’ala biancoceleste. Per il momento a villa San Sebastiano non sono pervenute offerte, ma dopo le vacanze il Barca potrebbe lanciare l’attacco. Chi, invece, potrebbe lasciare la capitale a parametro 0 è Federico Marchetti. Il rinnovo è ai dettagli (dicono) da diversi mesi, ma ad oggi la firma ancora non c’è. Tra pochi mesi il portiere sarà libero di accasarsi dove vuole. Su di lui c’è il Liverpool. In bilico anche Biglia, che da tempo ha richiesto un adeguamento contrattuale che stenta ad arrivare e Lulic in scadenza nel 2017. Lo scrive il Corriere dello Sport.

RASSEGNA STAMPA – Lazio, per la difesa in corsa Rolando

Secondo l’edizione mattutina del Corriere dello Sport, il nome su di cui ha messo gli occhi la Lazio è Rolando, vecchia conoscenza del nostro calcio avendo indossato le maglie di Napoli e Inter. Il giocatore in estate ha firmato per l’Olympique Marsiglia fino al 2018, ma qualche settimana fa il suo agente si è detto onorato dell’interesse della Lazio, club che l’aveva già cercato ai tempi del Belenses. In Francia Rolando ha giocato pochissimo (6 presenze in Ligue 1) e il club marsigliese sarebbe disposto a darlo in prestito. Eventualmente il portoghese sostituirebbe Gentiletti che pare destinato ad andare via. Non solo Rolando, la Lazio ha richiesto al Marsiglia anche N’Koulou, ma i francesi lo valutano tanto nonostante sia in scadenza di contratto. A questo punto più probabile che Lotito attenda luglio per prenderlo a parametro 0. Nelle scorse settimane ci sono stati contatti con Basa del Lille, ma il giocatore vorrebbe un contratto fino al 2019 che la Lazio al momento non sarebbe disposta ad offrirgli. Nome suggestivo è quello di Zouma. Pare, infatti, che il Chelsea voglia liberarsene, ma l’ostacolo più grande è l’ingaggio (il francese percepisce 2 mln a stagione). Più alla portata gli “italiani” Heurtaux, Zapata e De Maio. 

RASSEGNA STAMPA – Assalto ai gioielli. La Lazio alza il muro

È partito l’assalto alla diligenza come la scorsa estate. Nel mirino dei grandi club europei e italiani ci sono i gioielli di famiglia della Lazio e Lotito è pronto a fare catenaccio per evitare di dover passare attraverso una cessione eccellente per finanziare l’acquisto dei due difensori che servono a Pioli. Sta per cominciare (ufficialmente il 4 gennaio) un mercato che si annuncia ricco di novità per i biancocelesti alle prese con gli infortuni di De Vrij e Gentiletti. E allora, a prescindere dalle offerte irrinunciabili che possono sempre arrivare in qualsiasi momento, Lotito e Tare devono decidere se investire i pochi milioni di euro presenti in cassa per i rinforzi senza sacrificare qualche pedina. Una scelta, quella di non cedere nessuno, che è stata spesso criticata anche dagli stessi tifosi laziali che non hanno gradito l’immobilismo estivo con un sinistro presagio sui risultati poi molto al di sotto delle attese della vigilia. Si vedrà, intanto, proprio guardando il misero decimo posto in classifica, crescono estimatori per i giocatori laziali pensando di trovare terreno fertile in Lotito. Invece, il presidente biancoceleste vuole andare avanti così, la rifondazione avverrà a giugno quando finiranno il loro contratto Marchetti, Konko, Mauri e Klose e qualche big sarà ceduto. Per ora non si vende anche se le offerte cominciano ad arrivare per tanti calciatori.

Andiamo con ordine. Secondo l’edizione online del quotidiano Marca, il Barcellona avrebbe chiesto alla Lazio una valutazione del cartellino di Candreva, il cui costo sarebbe di circa 35 milioni. Una cifra che non spaventa affatto il Barça, pronto a investire pesantemente nel mercato invernale, quando scadrà il blocco imposto dalla Fifa. Sul fantasista romano c’è anche l’Inter anche se Mancini non vuole fare trattative con l’«antipatico» Lotito. Biglia è ormai da tempo nel mirino del Real Madrid che due estati fa aveva offerto 18 milioni: la risposta di Formello era stata negativa. Pure il regista argentino piace alla capolista, i nerazzurri sarebbero disposti a mettere sul piatto il cartellino di Ranocchia, ma il problema per imbastire una trattativa restano i rapporti difficili tra l’allenatore dell’Inter e il presidente laziale. E di ieri la notizia di un sondaggio per Marchetti da parte del Liverpool che non si fida più di Mignolet. «Siamo a buon punto», aveva detto il portiere biancoceleste qualche settimana fa sul rinnovo del contratto in scadenza a giugno. È chiaro che, a fronte di una proposta economica interessante e in caso di mancato accordo, la Lazio potrebbe anche accettare qualche milione di euro con la prospettiva di non prendere nulla tra sei mesi. L’ipotesi più probabile resta il rinnovo ma non si possono escludere ribaltoni. Cataldi piace a mezza serie A, le grandi del Nord (Juventus su tutti) e Napoli ma Lotito e Tare puntano molto sul giovane romano, così come appare impossibile accettare ora proposte al ribasso su Felipe Anderson (Manchester United alla finestra) alla ricerca di se stesso dopo la straordinaria stragione scorsa. Infine Keita nel mirino del Monaco (l’offerta di 15 milioni non è mai arrivata), Tare vuole tenerlo ma se qualcuno alza la posta può succedere di tutto.

Alla fine, quindi, chi veramente potrebbe andare via e il nigeriano Onazi che ha chiesto la cessione (ha estimatori in Tuchia e in Germania). Sul fronte acquisti, dopo la pausa natalizia si aspettano risposte prima della fine dell’anno. Ieri dalla Russia è anche spuntato lo slovacco Hubocan della Dinamo Mosca (30 anni, piace a Tare) ma la lista è lunga: Douglas, N’Koulou, Pogba, Raggi, Perrin, Zapata, De Maio, Heurtaux e Rolando. Novità previste a breve.

Fonte: Il Tempo

Beretta: “2015 estremamente positivo”

«Il 2015 è stato un anno estremamente positivo per i club italiani per quanto riguarda la dimensione europea con la Juventus in finale di Champions e un ottima performance delle squadre impegnate in Europa League, questo en plein è un segnale molto positivo». È il bilancio sul calcio italiano del presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta, ai microfoni di Rai RadioUno nell’ambito dello speciale all’interno di ‘Sabato sport’. Il numero uno della Lega passa poi a parlare della stagione in corso. «È un campionato bello e avvincente che sicuramente si concluderà all’ultimo con una grande incertezza -prosegue Beretta-. L’interesse è sempre molto alto. Questo copione non scritto del campionato sta divertendo molto rendendo tutto più interessante e avvincente». Beretta fa poi una disamina dell’anno che verrà. «Il 2016 sarà un anno che guarda a impegni internazionali importanti: le sfide dei club in Europa, la finale di Champions che sarà a Milano oltre a un Europeo molto interessante. Bisogna continuare a lavorare in una logica di sostenibilità nel medio e lungo periodo per il grande calcio. Sono già stati fatti passi avanti come col tetto alle rose ma dovremo proseguire in questo percorso nell’interesse delle società e dei tifosi». «La goal line technology? Certamente dà una sicurezza in più a giocatori, tifosi, spettatori e arbitri. L’introduzione delle tecnologia è un fatto molto positivo -sottolinea Beretta che conclude parlando dei risultati ottenuti in termini di sicurezza-. I risultati per la serie A, con la collaborazione con Forze dell’ordine e ministero dell’Interno, sono molto positivi. In A incidenti e Daspo sono diminuiti in maniera sensibile, è un segnale importante anche per le leghe minori perché questo percorso virtuoso possa avere un contagio positivo anche in Serie B e Lega Pro».

Biglia e Candreva, un abbraccio che vale più di mille titoli!

Quante ne abbiamo sentite, quante ne abbiamo lette. “Candreva è stufo” “Biglia non è rispettato da Candreva” e chi più ne ha più ne metta…Indubbiamente Candreva sarà stato deluso, ma è normale. Chi non ci rimane male quando non raggiunge un traguardo? È normale, è il calcio, anzi la vita. Detto questo peró, non bisogna andar oltre. È facile parlare quando le cose non vanno bene, ancor di più quando vanno malissimo. Faide nello spogliatoio, Candreva contro Biglia, Radu contro Candreva, ne abbiamo sentite di tutti i colori. La verità è che la Lazio è una squadra, ed i dualismi nel calcio non fanno che bene, se leali, corretti e stimolanti. Domenica a Milano, dopo l’impresa di San Siro il protagonista era indiscutibilmente Candreva: doppietta e tre punti portati a Formello. Le televisioni che ovviamente rincorrono l’esterno romano: tutto normale, tutto ovvio. Poi però accade qualcosa di importante, qualcosa che più dei tre punti fa capire che l’umore dello spogliatoio non è quello di cui si parla da mesi. Biglia vede Candreva, e da capitano si vuole congratulare con lui, come a ringraziarlo per la doppietta. E chissà che Antonio non lo abbia a sua volta ringraziato dell’assist sul primo gol…Un abbraccio vero. Da capitano a vice, da capitano a giocatore, da compagni di squadra o da amici, fate voi, cambia poco. Quel che conta è che i due si sciolgono in un lungo quanto spontaneo abbraccio, casualmente ripreso dalle telecamere. La Lazio torna a vincere, torna a lottare e torna a sorridere. Le faide di spogliatoio tornano, almeno per il momento, solo sui titoli di giornali che non vogliono altro che vendere e creare scompiglio. Biglia, Candreva, Klose, Mauri e Radu: basta fazioni, basta illazioni! La Lazio è il bene supremo, e siamo certi che tutti faranno ciò che serve per aiutarla, con o senza la fascia da capitano legata al braccio. In fondo forse, se in mezzo al campo ci sono più leader è solo un bene. Tutti uniti, tutti insieme a remare in un’unica direzione: solo così si continuerà l’ascesa cominciata a Milano!

Roma, quanti vigili lavoreranno a capodanno?

Rispetto agli eventi che si stanno programmando per il 31 dicembre, il Campidoglio ha assicurato che per la Polizia Locale di Roma Capitale si adotterà il modello che ha avuto pieno successo per gli eventi di apertura del Giubileo, basato sulla pianificazione e la condivisione.

Per questo, nei primissimi giorni della prossima settimana, il Commissario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca, incontrerà i rappresentanti delle organizzazioni sindacali per definire la modalità del servizio e l’organizzazione dello stesso. Verranno, pertanto, esaminate e condivise le regole che si rendono necessarie e indispensabili, affinché la notte del 31 dicembre tutto sia garantito per il buon svolgimento degli eventi.

Matri ripercorre il cammino europeo: “Contro il Dnipro è scoccata la scintilla”

“L’eliminazione dalla Champions è stato un brutto colpo, però adesso vogliamo riscattarci in Europa League”. Parola di Alessandro Matri che su Sky Sport ha parlato del cammino europeo della Lazio. “Siamo arrivati primi nel girone – ha proseguito l’attaccante italiano -, ma adesso arriva la parte complicata. Vogliamo ancor di più dimostrare il nostro valore. Società e tifosi sognavano la Champions, Pioli è stato bravo a farci superare la delusione dell’eliminazione e in Europa League abbiamo fatto bene anche se non siamo partiti bene: dopo il pareggio contro il Dnipro allo scadere eravamo rammaricati. Ma quella sera è scoccata la scintilla, la voglia di dare il massimo nelle altre gare europee. In Europa si ha più libertà di pensiero e di gioco, le squadre si aprono. Invece in Italia molte squadre ti temono, si chiudono e giocano per il pareggio. Inoltre in Europa giochiamo con la mente sgombra senza l’ansia della classifica. Dopo il pareggio col Dnipro sono arrivate due vittorie e abbiamo capito la nostra forza. Memorabile la vittoria contro il Rosenborg in cui abbiamo giocato in 10 uomini per più di 80′. Siamo stati bravi ad andare in vantaggio e a gestirlo. Abbiamo dimostrato tenacia in Europa, volevamo il primo posto a ogni costo. Non è stato facile distogliere il pensiero dal campionato e scendere in campo in Europa con ottimismo”. Infine sul Galatasaray: “Se vuoi andare avanti in una competizione devi affrontare tutte le squadre. Il sorteggio poteva andare meglio ma anche peggio. Il Galatasaray è forte e giocare in Turchia non è semplice per nessuno, ma proveremo a passare il turno. Dalla Champions sono scese tante squadre forti, ma è anche bello giocare certe gare. Il Manchester United è la più temibile per la sua storia e per le spese fatte, poi c’è il Siviglia che da due anni vince l’Europa League”.

Bomber stranieri e Serie A, amore a prima vista

Higuain, Kalinic, Mandzukic, Dzeko, Bacca, Klose. Sono questi alcuni dei tanti nomi che si leggono nelle rose della nostra Serie A alla voce attacco. Tutti hanno un comune denominatore. Quale? Sono stranieri. Ma questo, va detto in totale sincerità, non rappresenta affatto una novità. Il rapporto tra i bomber di nazionalità estera e il nostro campionato è sempre stato di profondo amore. Basta pensare ai vari Ronaldo, Salas, Trezeguet, Shevchenko, Batistuta, Crespo e chi più ne ha più ne metta. È una tradizione destinata a confermarsi sempre più nel tempo.

Resistono, come dei veri e propri baluardi, i Toni, i Gilardino, i Borriello e i Matri e, dietro di loro, spunta qualche figura intetessante, come Berardi, Zaza e Pavoletti, ma, per capirci, sembrano lontani anni luce i tempi dei Vieri e degli Inzaghi, come ben conferma la nostra Nazionale, costretta ad affidarsi all’ “inglese” Pellè. Ma, tornando a parlare di bomber stranieri, c’è una classifica che è in grado di far capire ancor di più la loro importanza. Andiamo ad analizzarla.

I 50 gol in un singolo campionato sono un traguardo estremamente importante per un attaccante. Ma chi è stato in Italia colui che l’ha raggiunto nel minor numero di partite? Shevchenko, in 68. Seguono i due interisti Ronaldo e Milito, rispettivamente con 70 e 71. Sono serviti 78 match invece a David Trezeguet. Chiude la top five Gabriel Omar Batistuta. Il Re Leone ha realizzato 50 gol in 84 sfide. Subito dietro di lui, l’unico della top ten che ancora gioca in Italia, Gonzalo Higuain, che ha raggiunto questo speciale traguardo in 86 partite. Numeri, dati e statistiche che devono comunque far riflettere. L’Italia, forse, non è più patria da bomber? Probabilmente è così. Ma di sicuro rimane assoluta maestra nella loro importazione. Tanto alla fine, egoisticamente parlando, conta solo quel rotondo pallone che rotola in rete.

Yilmaz, ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?

A volte il destino ama giocare strani scherzi e ha deciso di farlo ancora una volta con la Lazio.
Sono anni ormai che la Lazio è alla ricerca di un bomber che potesse alternarsi (e a breve sostituirsi) al Panzer tedesco Miro Klose e per ben quattro sessioni consecutive di mercato c’è stato un nome inseguito con insistenza ma che ormai è destinato a diventare solo un sogno, anzi un incubo come Freddy Krueger visto che il 18 Febbraio la fragile difesa dei baincocelesti dovrà affrontarlo in Europa League: stiamo parlando di Burak Yilmaz. Il turco è forse uno dei più grandi rimpianti del mercato biancoceleste, perchè anche se la Turchia storicamente a livello calcistico non ha mai dato grandi bomber di livello mondiale (l’ultimo di cui si ha memoria è Hakan Sukur con un breve trascorso non troppo esaltante nell’Inter), Burak più lo si guardava e più ti dava l’impressione che fosse l’attaccante giusto su cui puntare per la Lazio del futuro. Sarà per la grinta e determinazione che trasmette, sarà per le sue ottime doti tecniche e la grande vena realizzativa che da un po’ i nostri bomber sembrano aver perso, non si sa’… sta di fatto che puntualmente, ad ogni finestra di mercato, rumors e indiscrezioni su di lui e un eventuale suo approdo a Formello, puntualmente (come  il sole segue la notte e viceversa) si diffondevano tra gli organi d’informazione. Gli ultimi in ordine di tempo quest’estate, ma il momento in cui Burak è stato vicinissimo a vestirsi di biancoceleste è stato sopratutto nel 2013, prima che l’attaccante passasse dal Trazbonspor proprio al Galatasaray. Purtroppo è stata l’ennesima occasione mancata che non si concretizzerà più ed è un vero peccato, perché a QUESTA Lazio Yilmaz poteva fare molto comodo. Certo il campionato turco non è come quello italiano e quindi è assai probabile che il suo acquisto non avrebbe portato gli effetti sperati, ma alzi la mano chi non avrebbe rischiato, sopratutto quando lo si vedeva segnare a big europee in Champions League
Il paradosso è che grazie ai sorteggi di Europa League, Burak presto calcherà il prato dell’Olimpico…e incrocerà la Lazio…ma non per presentarsi come nuovo acquisto…arriverà come AVVERSARIO e quindi con l’intento di dare ai biancocelesti una delusione calcistica notevole (come se non bastassero quelle di mercato): Lazio e Galatasaray infatti si giocheranno l’accesso agli ottavi di Europa League, una sfida che è più da finale che da “sedicesimi”, ma la strada verso Basilea è ancora lunga e se i biancocelesti vogliono avere chance di arrivare in fondo devono affrontare questo difficile avversario, quindi ci dispiace caro Burak, ormai “quel che poteva essere” non conta più. Sei un avversario e come tale verrai trattato, ma sappi che se segnerai…a qualcuno farai più male di quanto si pensi…
Appuntamento, dunque, a metà febbraio (18 l’andata, 25 il ritorno in casa) per i sedicesimi di Europa League con una promessa: Sarà battaglia (calcistica) senza pietà

Marco Lanari

OLTRECONFINE – Liga BBVA: Simeone insegue il Barça. Real – Benitez al capolinea?

La Liga spagnola nelgi ultimo anni sta ruotando intorno alla triade Barcellona – Real Madrid – Atletico Madrid. Le tre compagini continuano ad essere una spanna sopra a tutte le altre. E nel mentre Luis Enrique si diverte ad alzare trofei con Messi & Co. (ultimo il Mondiale per club), la rivale storica del Real Madrid non sta certo passando il suo momento migliore. L’incomprensibile scelta di Florentino perez di sostituire Ancelotti con Benitez, alla lunga ha causato molteplici problemi alle merengues. In campionato dista solo due lunghezze dal Barcellona (che però ha giocato un aprtita in meno), ma il dramma è stato lo 0-4 casalingo proprio contro il Barcellona. Quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Florentino sta pensando di esonerarlo, visto anche la presenza di Mourinho sul mercato allenatori (esonerato dal Chelsea) e ai mal di pancia continui di Cristiano Ronaldo che rimpiange ogni giorno Ancelotti.

Si gode la vita invece l’altra sponda di Madrid. L’Atletico di Simeone è un’isola felice capace inoltre di rigenerare calciatori che sembravano finiti. Vedi Fernando Torres. El Cholo si sta dimostrando sempre più l’arma vincente dei Colchoneros che, con una rosa piena di talenti, sta mettendo pressione a Luis Enrique. Ottima la stagione fin qui. Momentaneamente primo in classifica insieme al Barça e qualificazione agli ottavi di Champions.

Il Barcellona si sta dimostrando il solito rullo compressore. Messi – Suarez – Neymar sono incubi per le difese avversarie e fanno il buono e il cattivo tempo quando vogliono. Gol a grappoli, tanta allegria in campo e trofei conquistati uno dietro l’altro con una facilità disarmante. Nella Liga c’è stato qualche piccolo passo falso ma anche il poker ai danni del Real. Sono sicuramente loro i favoriti per la vittoria finale. Da non dimenticare anche il sonoro 6-1 ai danni della Roma in Champions League.

LE ALTRE: bella sorpresa il Celta Vigo che per il momento si trova in quarta posizione a -2 dai Galacticos. Delusione Siviglia di Emery. Il talentuoso allenatore sembra non aver feeling con la Liga, cosa che invece ha con l’Europa League. Immobile e LLorente vanno a fasi alterne, soprattutto l’italiano che sembra essere ai margini della rosa. Anche il Valencia non sorride lontano anni luce dalle posizioni di alta classifica. Infine lotta per non retrocedere il Granada di Pozzo.

Lazio: La scorsa stagione per sognare, il brutto risveglio in quella attuale…

La cosa che ancora oggi suscita nostalgia ai tifosi laziali è il pensiero del campionato scorso. Quella terminata il 31 maggio allo Stadio San Paolo è stata una stagione da sogno, da cui nessuno avrebbe mai voluto risvegliarsi, almeno così brutalmente. Passare dal paradiso all’inferno nell’arco di pochi mesi, sotto tutti i punti di vista, non è stato assolutamente semplice. Lo scorso anno, per raccontare in breve cosa andava per il verso giusto, sarebbe anche riduttivo dire “tutto”, perchè forse era anche di più del previsto, la positività che si respirava sulla sponda biancoceleste: Tifoseria che riempiva l’Olimpico, squadra col più bel gioco d’Italia, continuità di risultati, giocatori che si aiutavano l’uno con l’altro, finali raggiunte, e squadra che veniva applaudita a fine gara anche dopo una sconfitta. Oggi non c’è niente di tutto ciò e la situazione è la seguente: la tifoseria non presenzia più lo stadio per protesta contro le barriere divisorie in curva, la squadra non ha uno schema di gioco, i risultati non arrivavano (fino alle ultime con Udinese ed Inter), spogliatoio spaccato, e squadra contestata pesantemente, più e più volte.

Per verificare il perché di questo repentino cambiamento, ecco alcuni dati inequivocabili che non lasciano spazio ad interpretazioni. Classifica alla mano, ad oggi la squadra di Pioli ha ben 7 punti in meno rispetto a questo punto dello scorso campionato. Ma se i punti persi potranno essere in qualche modo recuperati, quello che preoccupa di più il tifoso laziale è l’atteggiamento in campo, diametralmente opposto a quello della passata stagione. Le assenze che hanno pesato sin da inizio stagione possono essere una scusante si, ma le brutte prestazioni non possono essere dipese solo dagli infortuni. Con il forfait stagionale di De Vrij, la Lazio ha ballato in difesa, subendo la “bellezza” di 26 gol. Nel primo anno di Pioli, l’Olandese si era confermato partita dopo partita come uno dei miglior centrali nel panorama calcistico e con lui a comandare la difesa i gol subiti sino alla 17esima erano 19, sette in meno e di questi tempi sarebbero già qualche punticino in più. Tra le varie partite steccate dalla banda Pioli, c’è una che fotografa perfettamente la differenza tra le due stagioni, Quella col Napoli al San Paolo. Dal paradiso all’inferno anche qui, nell’arco di 4 mesi. Se lo scontro diretto contro i partenopei del campionato 14/15 fu per i laziali l’apoteosi, quella del 20 settembre con Sarri in panchina è l’incubo che fece cadere tutti dal letto. Nell’ultima della scorsa stagione Parolo, Candreva, Onazi e Klose portarono la Lazio in Champions League. Tra i 4 gol laziali successe di tutto, e non mancò neanche quella sera l’abnegazione da parte di tutti, e quell’abbraccio finale che oggi ha fatto capoccella nelle ultime due gare vinte, mentre nella stagione dei sogni diventò consuetudine. Il risultato che tutti vorrebbero dimenticare è la vendetta di Higuain e compagni con un sonoro 5-0. La Lazio non scese mai in campo, se non i primi 6 minuti dove Keita spara alto davanti la porta, nell’unica occasione biancoceleste della serata. Troppo brutta per essere vera, ma il dato ancor peggiore arriva dai gol fatti, o meglio non fatti. Lo scorso anno lo score era di 31 gol, mentre oggi sono ben 11 in meno le reti realizzate da Candreva e compagni. Per non parlare di altre sfide, come ad esempio Samp in casa e Sassuolo in trasferta. Tutte e due le compagini furono fatte fuori con una semplicità disarmante e con lo stesso largo punteggio di 3-0. In tutte e due le sfide, ci fu un Felipe Anderson sugli scudi, gol da capogiro in entrambe le gare e assist per Djordjevic ad una e Klose nell’altra. Tra queste due partite il fantasista brasiliano è riuscito a siglare un gol contro gli emiliani che non è servito a nulla. Lazio-Sampdoria 1-1 con fischi finali dei pochi presenti, Sassuolo-Lazio 2-1 ed ennesima sconfitta in trasferta. Da confrontare attentamente anche le due partite in casa con il Milan. La Lazio in quella partita esordiva con la maglia bandiera tanto cara ai tifosi, e l’atteggiamento fu da subito quello giusto. Poco prima della fine del primo tempo i rossoneri andarono in vantaggio con Menez. I fischi ci furono, ma all’indirizzo dell’arbitro che negò due rigori di cui uno su Radu e un altro su Stefano Mauri. Ma la squadra di Pioli diede a tutti l’impressione di voler a tutti i costi vincere quella partita, rientrò in campo 5 minuti prima del fischio d’inizio e a testa bassa segnò 3 gol in 45 minuti e portò a casa 3 punti da VERA SQUADRA. Quella giocata il primo novembre 2015 fu l’esatto opposto, il risultato è lo stesso della stagione precedente ma stavolta a favore della squadra allenata da Mihajlovic. La squadra non reagisce mai, a prendersi la vendetta della scorsa stagione è Mexes, che espulso nella partita persa, in questa entra e sigla il gol che spezza le gambe ai biancocelesti che sembrano volersi consegnare al “diavolo”. Solo all’85esimo c’è il gol della bandiera dell’appena entrato Kishna, l’unico a salvarsi nell’ennesima serata da dimenticare per Pioli e i suoi ragazzi. Ancora c’è tanta strada da fare, 21 partite nel campionato attuale da disputare e tutto è ancora possibile, ma serve ritornare, o  almeno a somigliare, alla Lazio che fece sognare ed urge tornare sulla retta via, già alla ripresa contro il Carpi per dare continuità ad un sogno iniziato con il romantico gol di Danilo Cataldi, a cui è stato dato seguito con la vittoria dei desideri in casa della capolista. Sarebbe giusto per dare continuità e non tornare a svegliare il tifoso già insonne da ormai 5 mesi.