Per parlare dei movimenti di mercato dei biancocelesti è intervenuto ai microfoni di Radio Olympia l’ex biancoceleste Luigi Corino. Queste le sue parole: “La Lazio deve assolutamente fare mercato. Alla squadra serve subito un forte difensore che possa partire titolare e un altro di riserva pronto a subentrare ma che non faccia rimpiangere gli assenti. Mancano quattro giorni alla finestra invernale e la società ha tutto il tempo, prima che riprenda il campionato, di presentare il nuovo acquisto. Io cederei Felipe Anderson e farei di tutto per tenere Keita. Se è vera l’offerta dello United, ovvero 40 milioni, Lotito e Tare devono venderlo reinvestendo subito il denaro incassato. Tra l’altro il brasiliano non è mai tornato ai livelli di quelle 15 partite della scorsa stagione, è triste e distaccato. Mentre al contrario, Keita è molto maturato rispetto a qualche mese fa, ha lavorato su se stesso, lo ritengo al centro del progetto tecnico-tattico di mister Pioli, la Lazio non deve cederlo”.
#èSemprePrimavera – Murgia: “Siamo un gruppo unito e forte”
Alessandro Murgia, centrocampista della Lazio Primavera, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel (233 di Sky) e Lazio Style Radio 89.3 FM: “La vittoria contro il Lanciano è stata molto importante soprattutto in chiave classifica. Siamo entrati concentrati e ci siamo meritati i 3 punti, ho avuto la fortuna di fare un bel gol ma questo passa in secondo piano rispetto alla vittoria. La partita ci ha dato molta carica e consapevolezza dei nostri mezzi, siamo un grande gruppo. Dalla vittoria contro il Napoli abbiamo invertito il senso di marcia e ora contro il Lanciano abbiamo riconfermato il cambio di tendenza. Il girone C è uno dei più difficili, le squadre sono quasi tutte allo stesso livello, ma la classifica ora è un po’ bugiarda, il nostro obiettivo è quello di risalire e migliorare i risultati fuori casa. La classica è corta e il campionato è ancora lungo, noi pensiamo a migliorare e fare risultati utili. Il ritiro in prima squadra mi ha dato fiducia e carica, è stata un’esperienza fantastica, mi ha aiutato molto dal punto di vista mentale e fisico. Ho fatto miei i consigli di mister Pioli e di tutto lo staff. Dedico ogni giorno molto tempo a migliorarmi perché solo così possono arrivare grandi risultati. Di questo anno ricordo con maggior piacere il gol contro il Lanciano, è stata una rete difficile che si è poi rilevata fondamentale per vincere la partita. Un ringraziamento speciale va in primo luogo alla mia famiglia e poi ai giocatori della prima squadra che sono sempre molto disponibili con noi. Se si potesse rigiocherei la finale Scudetto perché meritavamo di vincere, ci è mancata un pizzico di fortuna. Eravamo un gran gruppo ma lo siamo anche quest’anno. Il 09 gennaio affrontiamo il Palermo in Coppa Italia, sarà sicuramente una partita molto combattuta, dove l’episodio sarà decisivo. Il Palermo è una squadra molto tosta, si chiude bene e riparte, ha giocatori di qualità davanti. Noi pensiamo a noi, giochiamo in casa e vogliamo sfruttare le nostre qualità. Vogliamo arrivare in semifinale. Sarà un match tattico, noi più grandi dobbiamo trasmettere tranquillità e consapevolezza al resto della squadra. Obiettivi per il 2016? E’ quello di fare sempre risultati positivi in campionato per accedere alle Final Eight. Anche la Coppa Italia è un nostro obiettivo. Sappiamo che gruppo siamo e cosa possiamo dare, siamo carichi e consapevoli dei nostri mezzi. Il mio obiettivo personale è quello di fare meglio”.
Savino: “Il successo con l’Inter è stato importantissimo, darà molto morale per ripartire alla grande”
Finalmente si riparte, la sosta natalizia è quasi definitivamente alle spalle, e i biancocelesti sono tornati a faticare sul campo di Formello per prepararsi alla prima prestazione dell’anno nuovo, quando all’Olimpico dovranno affrontare il Carpi. Il vecchio anno si è chiuso con l’eclatante successo di Milano sulla capolista Inter e gli uomini di Pioli vogliono iniziare il nuovo nella stessa maniera come hanno finito il precedente: ossia con una vittoria. Per parlare di quanto potrebbe valere e cosa potrebbe rappresentare l’ultima vittoria dei biancocelesti per il prosieguo del campionato ai microfoni di Lazio Style Radio è intervenuto l’ex centrocampista biancoceleste Gabriele Savino: “Quella di San Siro è stata una vittoria conquistata grazie ad una grande unità di gruppo e con molto sudore. Il bel risultato finale ottenuto, molto difficile sulla carta, ha alzato il morale dei giocatori. Ora dopo la sosta inizia anche il mercato e tutto può cambiare. Ma almeno il morale della vittoria resta ed è utile per ripartire alla grande. Stefano Pioli è un allenatore emergente che sa il fatto suo, è riuscito a tenere unito il gruppo, è lui l’artefice di questa Lazio. In una piazza come Roma, tanto più nella piazza biancoceleste, non è facile lavorare ma il tecnico e i suoi collaboratori stanno facendo molto bene. In campionato si può recuperare, la squadra è stata anche sfortunata visti i tanti infortuni. Il reparto difensivo è quello più in crisi a causa dei tanti stop. Ma la Lazio ha grandi giocatori: vincere a San Siro vuol dire che i giocatori ci sono e che sono elementi di valore. Quelli biancocelesti sono calciatori che in molti vorrebbero. Come attaccante esterno mi piace Candreva, quando giocavo io la fascia dovevi farla tutta. La Coppa Italia e l’Europa faranno da traino anche per risalire in classifica in campionato. Il campionato italiano non ha tregua ma non vedo tanta differenza con l’Europa League, partite facili non ce ne sono. In Europa magari le squadre sono meno chiuse e ti lasciano giocare e allora cambia tutto. Ora con le vacanze si sono riposati, quindi è il momento di allenarsi, è tutto programmato. Si lavora bene e si cerca di trovare soluzioni diverse per affrontare le tre competizioni. Si ricomincia e si dovrà lavorare per rientrare nella forma migliore e ottenere il meglio fino alla fine. Lazio-Carpi sarà una partita difficoltosa, quella emiliana è una squadra che ha dimostrato che non vuole mollare e che affronta ogni incontro per raggiungere la salvezza. Queste, dopo la sosta, sono partite trabocchetto che comportano dei risultati a sorpresa. Comunque la sosta ti permette di recuperare giocatori che erano fuori e far riposare chi ha dato di più. Io farei giocare anche durante le feste natalizie, la Serie B lo ha fatto ottenendo ottimi risultati. Felipe Anderson quest’anno non è ancora quello della scorsa stagione, da lui mi aspetto più impegno. Magari anche la sosta servirà a tirare su le singole prestazioni. Per il campionato vedo la Juventus favorita, ha degli ottimi giocatori, hanno recuperato quando ormai due mesi fa tutti consideravano fuori dai giochi e inoltre quelli bianconeri sono giocatori abituati a vincere. Mi piacciono anche Napoli e Fiorentina. L’Inter è la vera sorpresa, ha cambiato tanto ma ha un tecnico molto bravo. Nonostante abbia cambiato tantissime volte la formazione Mancini è riuscito a vincere il titolo d’inverno”.
Calciomercato – Gli occhi della Lazio su un esterno colombiano…
A cinque giorni dall’apertura del mercato, la Lazio prepara le sue mosse per non farsi trovare impreparata. Mentre il desiderio collettivo è un centrale di difesa, Lotito e Tare sembrano pronti a ricoprire anche altri ruoli della rosa biancoceleste. Infatti secondo Tuttomercatoweb.com, è di pochi minuti fa la notizia che le attenzioni della società siano rivolte verso Johan Mojica, esterno sinistro del Real Valladolid, 23enne esterno che ricopre anche ruoli di terzino sinistro e centrocampista in una linea a cinque.
Kishna, senti i tuoi ex compagni: “La sua scelta di giocare nella Lazio…”
Fa parte dei baby d’oro, è uno di quelli su cui si punta forte sin dal suo primo giorno a Roma. Ricardo Kishna è il giovane talento della Lazio. L’olandese, anche in patria, è stato sempre considerato un potenziale campione del futuro panorama calcistico. I numeri ce li ha e li ha mostrati nelle apparizioni in questi primi 5 mesi di Lazio. Alcuni dei suoi ex compagni, attraverso alcune dichiarazioni hanno approvato il suo trasferimento nella capitale, come ad esempio il suo ex compagno di squadra Tete, che con Kishna era nel settore giovanile: “Ci sono state delle ingiuste critiche ma Kishna non era contento all’Ajax, era in una situazione molto complicata e ha scelto giustamente un grande club come la Lazio. Non ha sbagliato a scegliere la Lazio. Ha giocato abbastanza in un importante campionato come la serie A”. Anche un altro suo ex compagno, considerato la futura stella del calcio Olandese, ha mostrato fiducia nella sua scelta, Bazoer che ai media Olandesi ha dichiarato: “Non bisogna mai guardare troppo in avanti con il tempo, ad esempio Kishna militava nelle giovanili dell’Ajax ed ora si ritrova a giocare in un campionato di grande interesse come quello italiano”.
FORMELLO – Le ultime novità dall’allenamento mattutino
Mercoledì 30 dicembre: a Formello è previsto il rientro dei sudamericani, di Onazi e di Oikonomidis. In campo però l’unico presente è il giovane australiano, che alle 10 intraprende la prima seduta della giornata (la seconda avrà luogo alle 15). Insieme a mister Pioli e ad un gruppo ancora piuttosto ridotto: all’appello mancano infatti Gentiletti, Mauricio, Biglia, Anderson, Onazi, oltre agli infortunati Marchetti, De Vrij, Lulic (inserito dal sito ‘Reprezentacija.ba tra i migliori 5 assist-men della Nazionale bosniaca, precisamente al quarto posto con 7 assist) e Kishna e agli assenti di giornata Basta, Patric, Konko, Braafheid e Mauri. Insomma, pochi i terzini a disposizione del tecnico parmense, che monitora in particolare le condizioni di Basta: il serbo infatti è alle prese con la pubalgia, un problema la cui gravità induce alla cautela e alla gestione, evitando accelerazioni inutili in questi giorni di festa. Buone notizie arrivano invece da Cataldi e Klose, che ieri avevano svolto lavoro differenziato e che oggi si sono riuniti ai compagni nella partitella prima con le mani e poi con i piedi. Pioli spera di averli a disposizione anche il prossimo 2 gennaio, nell’amichevole di Formello contro il Real Carsoli: la formazione abruzzese già l’anno scorso fece da sparring partner ai biancocelesti, i quali si imposero per 15-0 e portarono sulle tribune del Fersini circa 5mila tifosi. Chissà se lo spettacolo si ripeterà anche quest’anno…
Lazio, inizio d’anno con il Real Carsoli. E il neo sposo Onazi
Inizio 2016 in campo per la Lazio, che sabato 2 gennaio affronterà a Formello in amichevole il Real Carsoli, squadra che milita nel campionato di Promozione. Il match, il cui ingresso sarà aperto al pubblico, avrà inizio alle ore 15.
Ad essa potrebbe partecipare anche il neo sposo Eddy Onazi: il centrocampista, infatti, nella giornata di ieri è convolato a nozze con la sua compagna Sandra. Il matrimonio è stato celebrato nella capitale nigeriana Lagos in gran segreto, poche ore prima che Onazi facesse ritorno a Roma per riprendere gli allenamenti in vista del Carpi. Ovviamente a lui e alla dolce consorte vanno i migliori auguri da parte di tutta la redazione di Laziochannel.
TEMPI BELLI – Che ce frega der mercato noi c’avemo Abdu Konko
Babbo Natale quest’anno arriva tutte le mattine, altro che venticinque dicembre. Sotto l’albero abbiamo trovato pigiami, calzini, pantofole e portachiavi a forma di Muppet (molti quotidiani in questi giorni hanno dedicato ampi dossier al tema “regali brutti“, poi a pagina 35 l’intervista alla ricercatrice che ha scoperto la proteina anticancro), ma il meglio doveva ancora venire.
Ogni mattina una pioggia di milioni, nella giornata di oggi, 30 dicembre, addirittura 50 per Felipe Anderson. Senza considerare quelli per Candreva, Biglia, De Vrij (offerta di 36 milioni, è stato scritto, per un giocatore che starà fermo altri sei mesi salvo complicazioni, probabilmente confondendo una notizia risalente all’agosto scorso). Se li vendiamo tutti, ci sono diverse possibilità.
A) Ci compriamo direttamente il Manchester City, che ha un roster sicuramente competitivo per la Serie A, ed evitiamo di compiere gli errori dei cugini, che pagarono Nainggolan, Ibarbo e Astori il 33% in più di quanto Giulini pagò tutto il Cagliari.
B) Apriamo un chiosco di grattachecche in Costa Rica a ogni tifoso e realizziamo il grande sogno italiano, mollo tutto e vado a vivere sulla spiaggia. Poi però resterebbe il problema del modulo, a meno di non aprire un chiosco anche a Pioli.
C) Prendiamo un difensore (questa sarebbe sicuramente l’opzione più sorprendente).
Gli intrighi sul mercato sono tanti, si sa, ma a distinguere tra il fumo e l’arrosto (non quello di Natale) ci vuole poco. Gli altri imbandiscono la tavola coi nostri piatti, varrebbe la pena, classifica alla mano, fargli sapere che noi finora non ci abbiamo mangiato granché. E in questo turbinio di milioni virtuali, una certezza reale ce l’abbiamo: contro il Carpi speriamo che Konko recupera, sennò siamo scoperti a destra.
Perché sapete qual è la morale di questa favoletta natalizia? Che uno può sognare anche che Babbo Natale gli lasci una Rolls Royce sotto l’albero, coi fantastiliardi degli sceicchi per i “gioielli”: poi però bisogna fare i conti col fatto che Babbo Natale non esiste. Per cui, sotto l’albero ci trovi i pedalini, che alla fine tornano sempre utili. Come Konko.
Buon anno e ci risentiamo nel 2016! E mi raccomando, nel frattempo non ve li spendete tutti.
Fabio Belli
Difensore: no di Gil, (ri)spunta una pista spagnola
Lazio su Gil, niente di più falso. Almeno a sentire il diretto interessato, che con un post su Facebook ha voluto smentire le voci circolate nelle ultime ore. “Non ho ricevuto offerte dall’Italia“, ha tuonato il 28enne centrale del Corinthians, accostato da radio mercato ai biancocelesti e al Napoli. Un’indiscrezione, a quanto pare, priva di qualsiasi fondamento: “Gli ultimi rumors di mercato che mi vedono coinvolto non sono assolutamente veri. – ha proseguito Gil – Solo io, il Corinthians e il mio manager Carlos Leite siamo autorizzati a parlare del mio futuro e di eventuali trattative“.
Spento sul nascere un obiettivo, la Lazio potrebbe dunque puntarne un altro, ovvero Gustavo Cabral del Celta Vigo. Classe ’85, non è un nome nuovo per i biancocelesti, che erano interessati a lui già qualche anno fa. E che ora, secondo quanto riporta ‘Il Messaggero’, potrebbero stringere per portarlo a Roma e metterlo agli ordini di Pioli già per la sfida dell’Epifania contro il Carpi.
“Felipe Anderson va venduto!”, l’opinione di molti ex giocatori laziali
Il Manchester United è tornato alla carica per Felipe Anderson – scrive il Corriere dello Sport – offrendo la cifra mostruosa di 50 milioni di euro. Un’offerta irrinunciabile che fa seguito a quelle formulate in estate. Rispetto a qualche mese fa lo scenario è ora diverso, solo il tempo dirà della veridicità di queste voci inglesi. In estate però sul tavolo di Lotito sono arrivate delle offerte reali che lui ha rifiutato con forza.
A fronte di tale offerta molti ex laziali si sono espressi favorevoli alla cessione del brasiliano. “Sarebbe una fortuna per la Lazio avere un ragazzo che porta 60 milioni di euro nelle casse della Lazio – l’opinione di Fernando Orsi ai microfoni di Radio Radio – bisognerebbe pensarci benissimo perché con quei milioni i biancocelesti potrebbero sistemare tutta la rosa”. Dello stesso avviso Felice Pulici: “Vendilo! Per quella cifra, se è vero, va venduto – dalle colonne del Corriere dello Sport – mi dispiace ma a quelle cifre non ci puoi pensare su. Personalmente però non credo a queste voci, mi sembrano follia pura. Un anno fa forse sì ma quest’anno no”. Sulla stessa linea d’onda gli ex Pino Wilson (“Con il ricavato si allestirebbe una Lazio di prim’ordine”), Vincenzo D’Amico (“Io lo avrei già venduto per 40 milioni in Primavera”) e Massimo Piscedda (“E’ un grande talento, ma un’offerta così non si rifiuta”).
De Vrij, ct Olanda: “Quando tornerà…”
La Lazio rivedrà de Vrij in campo solo nella prossima stagione. L’operazione per tornare più forte di prima, parla di lui il ct olandese Danny Blind che, parlando dell’Olanda in ottica Mondiali 2018, promuove la scelta del giocatore di operarsi: “Chiunque può contestare le mie scelte – le sue parole ai microfoni di AD Sportwereld – non dico nulla. Però non mettete in dubbio le mie buone intenzioni. Abbiamo dei giocatori chiave, ma tutto dipende anche dagli infortuni. Per esempio, de Vrij starà fuori a lungo, ma con la Lazio ha fatto una buona scelta. De Vrij è un uomo, sta crescendo e può diventare ancora più forte”.
RASSEGNA STAMPA – Stendardo: Napoli da scudetto, Atalanta e vivaio, modello vincente
Nessuno è profeta in patria, dicono. Ma Guglielmo Stendardo è un’eccezione alla regola. La domenica dopo Natale, ad Agropoli, dove vive la sua famiglia, il difensore dell’Atalanta ha ricevuto il prestigioso premio Paolo Serra, riconoscimento a carattere nazionale dedicato alla memoria dell’ex sindaco di Agropoli, amministratore molto noto nel Cilento. Trentaquattro anni, nato a Napoli, (un fratello, Mariano, 32 anni, difensore della Fidelis Andria), Guglielmo detto Willy è calcisticamente cresciuto nelle giovanili del club partenopeo. Ha giocato nella Samp e nella Salernitana. Poi Catania, Perugia, Lazio, Juve, Lecce, ancora Lazio e, dal 2012, Atalanta, della quale è diventato un autentico totem, amatissimo dai tifosi. Laureato in giurisprudenza, Stendardo è l’unico calciatore professionista della serie A abilitato alla professione forense. Fortemente impegnato nel sociale, sostenitore della Casa So.Spe. (Sostegno e Speranza) fondata da Suor Paola a Roma per aiutare le donne vittime di violenze e di abusi e i loro bambini, il giocatore nerazzurro è molto legato alla sua Campania, anche se Bergamo l’ha adottato.
Signor Stendardo, che cosa pensa di questo campionato, mai così equilibrato dopo 17 turni, con 5 squadre a contendersi lo scudetto in un fazzoletto di 4 punti? “Mai visto un torneo così avvincente. Juve, Roma, Inter e Napoli sono le squadre che lotteranno sino alla fine per il titolo. Ma le sorprese di questa serie A sono il Sassuolo e l’Atalanta.”
Perché il Sassuolo e l’Atalanta stanno facendo così bene? “Perché sono società solide, i cui settori giovanili sono splendide realtà. Nell’Atalanta, ad esempio, ci sono giovani di valore cresciuti in quella miniera d’oro che risponde al nome di Zingonia. Penso a Sportiello, Grassi, Conti. In prima squadra c’è anche Monachello, che, nonostante abbia soltanto ventun anni, ha già mostrato quale sia il suo talento”.
Che cosa cambierebbe l’avvocato Stendardo nel sistema calcistico italiano? “Darei sicuramente più spazio ai giovani italiani e aprirei subito al campionato delle riserve, sul modello dell’Inghilterra e della Spagna”.
Crede che calciatori già esperti accetterebbero l’idea di giocare in una seconda squadra? “Personalmente non avrei problemi. Anche i miei colleghi del campionato italiano potrebbero accettare l’idea di buon grado. Nel calcio deve sempre prevalere l’interesse della collettività, non del singolo”.
Certo che, con gli stadi che ci ritroviamo in Italia, è difficile colmare il divario con i Paesi calcisticamente più evoluti: “Il problema riguarda tutto il nostro Paese. Le eccezioni sono lo Stadium juventino, il Mapei del Sassuolo a Reggio Emilia e il Friuli che l’Udinese ha trasformato in un vero gioiello. Il resto è obsolescenza, lentezza, ritardi inaccettabili. Ad esempio: l’Atalanta ha presentato un progetto strepitoso ma, sinora, i lavori di restauro e di recupero hanno coinvolto solo rifacimento della tribuna centrale e la creazione dell’area pitch view, che consente di seguire la partita praticamente da bordo campo. Il presidente Percassi e noi giocatori crediamo nelle istituzioni e ci auguriamo che i tempi burocratici siano brevi”.
Con una laurea in giurisprudenza e un ventennio di esperienza, crede di poter aiutare il nostro calcio? “Anche se ho 34 anni, mi auguro di giocare a calcio ancora per molti anni. Quando smetterò, cercherò di coniugare le mie due passioni: il pallone e la legge”.
Ha mai pensato alla Figc? “Mi sento ancora un calciatore, ma non escludo nulla. In quell’ambiente servono personalità competenti. Oltre ad essere uno sport, il calcio ha un ruolo sociale ed etico. La mia Figc ideale dovrebbe essere gestita da sportivi che siano un esempio per tutti: come Roberto Baggio”.
A proposito dello Stendardo giocatore: nonostante la sconfitta, lei è stato uno dei migliori in campo nella partita con il Napoli giocata prima di Natale. Che impressione le ha fatto la squadra di Sarri? “Il Napoli ha vinto, ma noi abbiamo lottato fino alla fine. E’ difficile avere la meglio contro un attaccante come Higuain, uno dei più forti del mondo. Comunque, abbiamo fatto bella figura. Per me, ogni gara contro il Napoli ha un sapore particolare: il Napoli è la squadra della mia città, nella quale sono calcisticamente cresciuto e la porterò sempre nel cuore. Non potrei mai dimenticare l’esordio con quella maglia e in quella piazza”.
Dopo 17 giornate, l’Atalanta è nona in classifica con 24 punti. Sin qui, un campionato molto brillante: qual è il segreto? “La solidità della società, la sua organizzazione e la sua serietà. Il presidente Percassi è a capo di un gruppo che dà lavoro a seimila dipendenti in Italia e all’estero: ha portato nell’Atalanta lo spirito manageriale e la modernità che contraddistinguono le sue molteplici attività. In un club di calcio, se c’è un’organizzazione stabile, anche la squadra è più serena e rende al meglio”.
Qual è il suo rapporto con i tifosi atalantini? “La tifoseria bergamasca è straordinaria. Lo stadio è sempre gremito, l’entusiasmo è contagioso: anziani, bambini, donne, uomini, famiglie. C’è un un vero e proprio culto dell’Atalanta. A Bergamo non si dice: vado allo stadio. Si dice: vado all’Atalanta. Che credo sia un bell’esempio di senso dell’appartenenza e aggregazione. Il merito è anche di Percassi: non perde l’occasione per coccolare i suoi sostenitori con iniziative di marketing particolarmente azzeccate. Ad esempio, ogni neonato negli ospedali delle città e della provincia riceve in dono una maglia nerazzurra. Questa si chiama fidelizzazione…”
Che ricordo ha della Lazio e dei tifosi? “Ho un ricordo meraviglioso. La Lazio era ed è una squadra straordinaria. A Roma sono stato ben accolto e ho sempre nutrito il massimo rispetto verso i tifosi laziali. Ancora oggi, a distanza di anni, sento la loro vicinanza. Vedere gli stadi vuoti è davvero triste, soprattutto se si tratta dell’Olimpico”
Il suo rapporto con Suor Paola, celeberrima tifosa laziale che gestisce la casa di accoglienza So.Spe nella capitale, risale agli anni della sua permanenza a Roma? “Suor Paola è una religiosa straordinaria. Ogni volta che posso, vado a salutare i suoi bambini. Non riuscirei a trascorrere un Natale sereno se non lo facessi”.
Fonte : Il Corriere dello Sport
RASSEGNA STAMPA – Parolo: “E’ ora di riportare i tifosi allo stadio”
È il fedelissimo per eccellenza di Pioli, Marco Parolo. L’uomo a cui il tecnico non vorrebbe mai rinunciare. Lo dimostrano i 3564 minuti giocati nella scorsa stagione che lo rendono il calciatore più impiegato in assoluto, a distanza di oltre 6 partite dal secondo in classifica Stefan De Vrij a quota 2995. Anche in questa stagione, nonostante l’infortunio muscolare alla coscia che lo ha tenuto fuori tra ottobre e novembre, è quarto nella graduatoria del minutaggio a 1620, dietro soltanto Felipe Anderson, Basta e Gentiletti (rispettivamente 1744, 1726 e 1675).
“NEL MOMENTO DI DIFFICOLTÀ CI SIAMO CONFRONTATI” – Contro l’Inter, nell’ultima gara prima della sosta, Parolo è stato tra i migliori in campo ed è proprio da quella prestazione che vuole ripartire per cominciare il 2016: “Nell’ultimo mese – ha spiegato il centrocampista a LazioStyleRadio – abbiamo fatto buone prestazioni senza ottenere risultati per sfortuna e mancanze nostre. Ci siamo sbloccati in Coppa Italia, poi a San Siro volevamo dare una svolta per ripartire e fare un regalo ai nostri tifosi. Vogliamo continuare ora sulla strada intrapresa prima della sosta”. Una benedetta vittoria che ha toccato nel profondo l’animo dei giocatori biancocelesti: “Questo successo ci ha confermato che il percorso era quello giusto. È cambiata la mentalità nell’affrontare le cose, nel momento difficile è nato un confronto tra di noi e abbiamo mostrato la voglia di uscire da questa situazione. Contro Empoli, Juventus e Sampdoria abbiamo fatto sempre buone partite. Quelli di Milano sono tre punti in casa della prima che danno morale. Abbiamo concesso poco, sfruttando le nostre occasioni. Ci siamo tutti sacrificati per la squadra, poi alcuni elementi che abbiamo a disposizione possono fare la differenza. Giocare ogni tre giorni non è facile, ma ora abbiamo capito cosa serva. La partita contro l’Inter è stato il momento più bello della stagione, era quello che occorreva nel momento più opportuno. Ci ha permesso di affrontare la sosta nel modo ideale. C’era l’aria giusta anche negli spogliatoi, abbiamo capito che possiamo dire ancora la nostra”.
“TOCCA A NOI RIPORTARE I TIFOSI ALLO STADIO” – Sui tifosi: “Non cerchiamo giustificazioni, con i risultati e la voglia di lottare dobbiamo riportare la gente allo stadio. Spetta soltanto a noi. I fischi sono giusti, ma in tutte le partite devo dire che abbiamo avuto sempre il sostegno e la passione dei nostri sostenitori. Certo, vedere l’Olimpico vuoto dopo le 50 000 persone dello scorso anno è brutto. Ci sono state diverse polemiche su cui non mi esprimo. Spero soltanto possano tornare allo stadio. Dobbiamo trascinarli, meritano la possibilità di poterci incitare tutti insieme”. La stagione scorsa, insieme a Candreva e Felipe Anderson, è stato il secondo miglior cannoniere della Lazio, subito dopo Klose a 16. In quella in corso, tra campionato e coppa, ha incrementato il suo bottino in biancoceleste con altre due reti: “Sono sempre bei momenti, vai in estasi totale quando segni. Lo sogniamo fin da piccoli, chiunque gioca spera di poter trovare un gol. È sempre bello, ci sono frangenti in cui arriva anche casualmente. Viviamo per attimi così”.
“VORREI RIGIOCARE LA SUPERCOPPA CON LA JUVE” – Uno dei suoi due gol questi è arrivato in Europa League, una competizione dove la Lazio sembra decisamente più a suo agio: “In campionato è successo spesso di trovare squadre molto chiuse. Se abbiamo spazi con i nostri giocatori possiamo far male, altrimenti bisogna esser bravi a concretizzare le occasioni che creiamo. Gli avversari conoscono il nostro valore al di là della classifica e cercano di chiudere le nostre fonti di gioco. Serve così movimento e cinismo da parte nostra. In Europa invece gli avversari tendono a giocare di più e lasciare meno spazio al tatticismo. Guardano meno l’avversario e più il loro gioco. Così spesso vengono a mancare le attenzioni sui punti forti delle squadre, per noi è un vantaggio ovviamente. Abbiamo tempo e modo per prepararci al meglio. Il Galatasaray? Ci aspetta una partita difficile, ma siamo pronti”. Prima però ce ne sono altre, a partire da quella con il Carpi: “Sarà una sfida difficile, da interpretare con intensità e senza concedere nulla. Possiamo giocare per vincere contro chiunque”. In questa stagione però sono state molte le sconfitte. In generale sono tre quelle che Parolo vorrebbe rigiocare: “Vorrei rigiocare sicuramente il derby di ritorno dell’anno scorso e la gara di Leverkusen, tuttavia al primo posto metto la finale di Coppa Italia contro la Juventus. Avevamo grande voglia in tutti e tre i confronti, ma non abbiamo portato a casa il risultato. In queste tre gare forse solo i tedeschi hanno meritato. In quel caso ci è mancato quel passo in più. Shanghai? Le finali vanno giocate in Italia, soprattutto per rispetto delle persone che vengono allo stadio”.
MERCATO: SI TRATTA PER KALINIC DELL’HAJDUK – Intanto la società continua a lavorare sul mercato. Va avanti la caccia al difensore: N’Koulou del Marsiglia, Pogba del Saint-Étienne, Mandi dello Stade Reims e Basa del Lille sembrano essere gli indiziati principali per sostituire De Vrij. Per quanto riguarda la possibile partenza di Gentiletti invece piace De Maio del Genoa, non nell’ambito di uno scambio con l’argentino: l’ex San Lorenzo non interessa al club di Preziosi. Difesa a parte, la Lazio lavora anche per arrivare al portiere dell’Hajduk Spalato Lovre Kalinic: l’offerta biancoceleste è di 3,5 milioni, la richiesta dei croati è ferma a 5. C’è ancora distanza, insomma, ma il club di Lotito vuole arrivare al gigante di 201 cm cercato anche dal Chelsea e dall’Aston Villa. Ha 25 anni e conta solo 2 presenze in nazionale. Arriverebbe, nel caso, a giugno, probabilmente per sostituire Berisha. Marchetti infatti, nonostante i continui rinvii, sembra orientato a firmare il prolungamento del contratto, attualmente in scadenza a fine stagione.
Fonte : La Repubblica
RASSEGNA STAMPA – Allarme pubalgia per Basta
L’allarme era scattato una settimana fa, a poche ore dalla trasferta di San Siro. Sensazioni negative e quadro clinico da analizzare attentamente: preoccupano le condizioni di Dusan Basta (ha saltato le ultime tre partite del 2015 con Sampdoria, Udinese in Coppa Italia ed Inter), inizialmente s’era parlato di un semplice problema muscolare, nel giro di pochi giorni s’è trasformato in un principio di pubalgia. Il serbo – reduce dalle vacanze di Natale trascorse a Belgrado – si è allenato regolarmente nella giornata di lunedì, ha partecipato a tutto il lavoro con il gruppo, ma ieri (giornata di doppia seduta) è rimasto a riposo a scopo precauzionale. Proverà a recuperare per il Carpi (6 gennaio ore 15 stadio Olimpico), ma verrà valutato quotidianamente, potrebbe anche restare fermo e tornare con la Fiorentina.
Nel giorno della Befana mancheranno Marchetti, Kishna, Lulic, De Vrij, Gentiletti e gli squalificati Biglia e Milinkovic Savic. In regia dovrebbe giocare Cataldi (da due giorni si allena a parte), Pioli confermerà il 4-3-3, in caso di 4-2-3-1 invece come trequartista verrebbe lanciato dal primo minuto Stefano Mauri. In attacco spazio ancora a Matri, ha superato Djordjevic e Klose, è l’uomo del momento. Oggi è in programma un’altra doppia seduta, rientreranno i sudamericani, Onazi e Oikonomidis.
RASSEGNA STAMPA – Douglas-De Maio, Lotito tratta
L’obiettivo principale era quello di rinforzare la difesa al più presto e consegnare a Pioli un nuovo centrale entro il 6 gennaio (giorno di Lazio-Carpi). Al momento però si tratta di una missione quasi impossibile: il mercato aprirà il 4 e difficilmente la società riuscirà a chiudere almeno una trattativa nel giro di una settimana. In Italia il nome caldo resta quello di De Maio , c’è stato un contatto tra Lotito e Preziosi , si lavora per un prestito con diritto di riscatto. La Lazio dovrà sostituire De Vrij e Gentiletti (ha chiesto la cessione), arriveranno due giocatori. All’estero occhio a Douglas del Dnipro: offerta da 4 milioni di euro, è attesa una risposta. In Francia attenzione a N’Koulou e Rolando del Marsiglia, nel mirino anche Perrin e Pogba del Saint Etienne, Raggi del Monaco e Mandi del Reims.
Intanto però il primo rinforzo è per giugno, la Lazio è a un passo da Lovre Kalinic , portiere di proprietà dell’Hajduk Spalato. Una trattativa portata avanti in gran segreto e tenuta nascosta fino a lunedì sera, ma la chiusura adesso è vicina. In realtà c’è ancora una sottile distanza tra le parti: il club croato chiede almeno 5 milioni di euro per liberare l’estremo difensore, il presidenteLotito è fermo a 3,5 milioni, i contatti sono frequenti e l’affare alla fine andrà in porto.
Kalinic è un classe 1990, ha due presenze con la Croazia, piace a Chelsea e Aston Villa. Un’operazione legata probabilmente al futuro di Berisha : l’albanese è richiesto da Verona e Club Brugge, sogna una nuova sfida da protagonista, a fine stagione potrebbe lasciare Roma. Attenzione però anche a Federico Marchetti: il rinnovo non arriva, la Lazio rischia di perderlo a zero tra sei mesi, sono tutte valutazioni che andranno affrontate al più presto.
Fonte : Il Tempo
RASSEGNA STAMPA – Parolo: «Laziali tornate allo stadio»
Due rinforzi dal mercato? Magari e pure in fretta. Un’accelerazione di Felipe Anderson come l’anno scorso? Certo, sarebbe bellissimo. Un gol di Klose al derby? Atteso ormai da tre anni. Tutti auguri legittimi per l’anno che sta arrivando ma il vero obiettivo della Lazio per il 2018 è un altro: ripopolare l’Olimpico, farlo tornare pieno di passione come si era visto durante la volata per centrare un posto in Champions League.
Oggi, invece, Lotito piange il 36% in meno di presenze allo stadio, record di una seria A dove comunque l’emorragia è evidente per tutti. A Roma ci si sono messe pure le barriere in curva, le misure restrittive del Prefetto a rendere più chiara una crisi di rapporti tra i laziali e la propria squadra. Dopo l’idillio del 31 maggio quando settemila tifosi aspettarono gli eroi del San Paolo fino alle 2 di notte al centro sportivo di Formello al deserto delle ultime partite interne. E così, Marco Parolo, leader dello spogliatoio e coscienza critica del gruppo confessa a Lazio Style Radio il suo dispiacere per la diserzione dei sostenitori biancocelesti: «Il momento più bello di questa parte di stagione è sicuramente la gara contro l’Inter, speriamo serva a riconquistare la nostra gente. Non cerchiamo giustificazioni, siamo noi che con i risultati dobbiamo riportare tutti sugli spalti, perchè andare allo stadio è un divertimento. Le partite in casa che ci sono state, chiunque è venuto allo stadio, ci ha sempre tifato, e quando è stato giusto, ha fischiato ma quant’è brutto vedere l’Olimpico vuoto. Quando la scorsa stagione ci sono state cinquantamila persone è stata una carica unica, tutto però passa dai nostri risultati. Parte da noi, quindi ce la metteremo tutta per tornare a stare tutti insieme». Per certi versi sembra più facile migliorare l’attuale decimo posto e rimontare in classifica che provare a riempire l’Olimpico svuotato soprattutto dalla contestazione a Lotito. Parolo crede nell’impresa impossibile di ottenere entrambi gli obiettivi: lo stadio pieno e un posto in Europa. In questo senso sarà decisivo il mese di gennaio: «Nell’ultimo mese, a parte contro il Palermo, abbiamo sempre fatto una buona prestazione. Ci sono state difficoltà a segnare dove abbiamo trovato squadre molto chiuse. Noi siamo una squadra che, se ha spazio, può fare la differenza. Di certo, valiamo di più del posto attuale in classifica. Ora stiamo lavorando sulla strada intrapresa prima della sosta, che affrontiamo con la serenità e la consapevolezza di essere una squadra forte, finalmente nello spogliatoio c’è aria positiva, sappiamo che possiamo ancora dire la nostra».
Dopo l’eliminazione dalla Champions League aveva fatto appello ai compagni per ritrovare quella unità d’intenti necessaria per centrare risultati importanti. Era caduto nel vuoto, poi i ritiri, il quasi esonero di Pioli e adesso l’inversione di rotta: «A San Siro abbiamo lottato tutti, abbiamo corso e ci siamo sacrificati con la squadra e per la squadra. Parte tutto dal gruppo, forse giocare ogni tre giorni ci ha fatto perdere ritmo. In questa sosta abbiamo capito tante cose, come e cosa serve per andare avanti: possiamo battere chiunque». Ed è per questo che la stagione della Lazio non è finita, anzi c’è da provare a continuare il cammino nelle coppe oltre che rimontare in campionato e, come dice Parolo «riportare i tifosi allo stadio». Auguri.
Fonte: Il Tempo
RASSEGNA STAMPA – Marchetti-Lazio, presto la verità
Gennaio è all’orizzonte, la verità sarà svelata. Marchetti e la Lazio sono pregati di uscire allo scoperto. Si sposeranno di nuovo? Il portiere ha davvero voglia di firmare il rinnovo? Così dicono dal suo entourage. Manca la prova dei fatti, l’appuntamento decisivo è stato rinviato più volte da ottobre ad oggi. Il mistero è diventato più fitto dopo l’assalto lanciato dalla Lazio a Lovre Kalinic, portiere-gigante dell’Hajduk Spalato. In Croazia sono certi che a giugno sbarcherà a Roma, dalla Lazio hanno frenato. Il manager Pastorello ha dichiarato che i biancocelesti «sono un’opportunità». L’operazione non è ancora chiusa ufficialmente. Kalinic è bloccato, è alto 2,01, è nel giro della Nazionale croata, è in scadenza nel 2017. L’Hajduk inizialmente ha chiesto 5 milioni di euro, la proposta della Lazio s’aggira attorno ai due milioni. Kalinic è tenuto in caldo per vari motivi: Marchetti non ha ancora firmato e tra poche ore sarà libero di farlo per altri club. Berisha, il suo vice, scalpita da tempo, spinge per diventare titolare, potrebbe partire in estate. Chi conosce Kalinic dice che non è ancora pronto per difendere i pali della Lazio da numero uno, può valere come alternativa.
Fonte: Il Corriere dello Sport
Benitez attacca i giornalisti in conferenza stampa…
Rafa Benitez dribbla le critiche e nel suo primo briefing con la stampa dopo le voci di un suo possibile esonero dal Real attacca: «C’è una campagna contro Florentino, contro di me e contro la squadra. Tutto è stato manipolato ad arte e tutto viene criticato, ma ora dobbiamo metterci un pò dalla nostra parte, a cominciare dal sottoscritto». Alla vigilia della delicata sfida con la Real Sociedad, il tecnico spagnolo approfitta dell’incontro con i giornalisti per sfogarsi: «Qui viene tutto ingigantito. Ho parlato con il presidente e con Jose Angel Sanchez e il rapporto è cordiale. So di fare le cose bene e voglio vincere». Quando gli è stata prospettata la parola «dimissioni» Benitez ha preferito voltarsi dall’altra parte: «Io penso solo a come vincere domani contro la Real Sociedad e come conquistare dei trofei, è quello che voglio anche se ancora non ne sono arrivati». E a chi gli fa notare che il Real è già fuori dalla Coppa del Re e al terzo posto nella Liga, il tecnico replica che «la squadra quando fa le cose bene vince, altre volte non le fa altrettanto bene e non vince». Poi la stilettata nei confronti della stampa: «Ogni settimana 13 giocatori restano fuori e una decisione tecnica viene interpretata come una decisione personale e cominciano le speculazioni, insomma una manipolazione continua. Ma il mio compito è quello di prendere decisioni perchè la squadra vinca e giochi bene ma per far questo c’è bisogno di stabilità e tranquillità. La squadra – ha concluso l’ex Napoli – sta meglio di quanto la gente pensi e anche il rapporto con la squadra è decisamente migliore di quello che si legge sulla stampa».
Fonte: ANSA
Nuovo tour de force: Lazio, imparata la lezione?
E’ di nuovo tempo di campionato in casa Lazio. Le feste sono ormai finite e da due giorni i biancocelesti sono tornati a lavorare intensamente in vista dei prossimi impegni che li attenderanno nel 2016. L’obiettivo per il nuovo anno? Sicuramente è quello di non vanificare quel che di buono è stato fatto nelle ultime due partite del 2015 e il nuovo tour de force che attenderà i ragazzi di Pioli gli darà la possibilità di dimostrare che finalmente questa Lazio è cambiata…per lo meno negli atteggiamenti. La vittoria di Milano contro la capolista Inter ha dato quella scossa emotiva tanto desiderata nelle precedenti partite dei biancocelesti e ha permesso di affrontare la sosta con la serenità necessaria per potersi ricaricare. Sicuramente a Formello si respira un aria diversa, con giocatori e staff che ridono e scherzano tra di loro, (anche Morrison ride, il che è già una notizia), segno di una serenità ritrovata e si spera duratura. Ora però è di nuovo tempo di pedalare…e anche tanto, sarà vitale giocare ogni singola partita da qui fino a maggio come se fosse una finale, il distacco con le prime posizioni è troppo ampio per pensarla diversamente. Basta delusioni, basta rimpianti, basta rammarichi…ora più che mai è il momento di tornare ad essere brutti, sporchi e cattivi…solo così si potrà sperare di riportare la Lazio nelle posizioni che contano (sperando anche in un aiuto dal mercato di riparazione).
Non sarà facile, anche perchè a partire dalla partita del 6 gennaio contro il Carpi i biancocelesti vivranno 2 mesi da incubo dove non avranno neanche un attimo per rifiatare. Certo la cosa può creare una comprensibile apprensione, sopratutto alla luce di quanto detto da Parolo questa mattina a Lazio Style Radio in merito alla difficoltà che comporta giocare ogni 3 giorni…ma l’ex Parma ha anche ribadito che: ora hanno la consapevolezza di essere una squadra valida e hanno capito che possono (e sopratutto vogliono) ancora dire la loro. Anche gli stessi giocatori quindi sanno benissimo che NULLA ancora è stato fatto e che non basta una vittoria, seppur bellissima, contro una delle pretendenti allo scudetto a far dimenticare tutto il malessere arrecato fino ad ora. Anzi a pensarci bene il rammarico sale ancora di più perché QUESTA è la vera Lazio…e fa ribollire il sangue il semplice domandarsi: “Dove sei stata fino ad ora meravigliosa creatura?”
Una cosa è certa, se c’è una cosa che ci ha insegnato questa squadra prima di perdersi nel buio, è che quando ha consapevolezza di sé…può giocare su qualsiasi campo, contro chiunque e vincere. Bene, è il momento di dimostrarlo… Certo ormai la Champions (nonostante la matematica non precluda ancora nulla) sembra un sogno quasi inavvicinabile, ma va ricordato un eventuale vittoria dell’Europa League permettebbe ai biancocelesti l’accesso diretto alla più importante competizione europea. Solo un sogno? Può darsi ma se la Lazio ha veramente ritrovato se stessa…allora è arrivato il momento di tornare a divertirsi e perché no…anche di sognare.
Diceva Martin Luther King: “Avere fede è fare il primo scalino anche se il resto della scala non si vede…“. Bene, il primo scalino si chiama Carpi…ANDIAMO?
Marco Lanari