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Scusa se mi chiamo Etrit Berisha…

Ligabue cantava le difficoltà del vivere “una vita da mediano”…ma nessuno si preoccupa di quanto sia altrettanto dura la vita del portiere di riserva. Già fare il secondo portiere non è facile: hai poche occasioni per giocare (perchè giustamente c’è il titolare che è più bravo di te) e in quelle poche occasioni che ti vengono concesse non puoi permetterti errori o giornate storte, nessuna pazienza con te è tollerata (nonostante si sia consapevoli che quello del portiere è un ruolo dove la completa maturazione si raggiunge più tardi e hai bisogno di cotinuità per poter crescere). In poche parole ci vogliono spalle larghe per riuscire a sopportare tale pressione e il rischio che con un niente tu venga etichettato come “scarso” e (come insegna Pirandello) togliersi un etichetta di dosso è una delle cose più difficili di questo mondo. Insomma già il portiere di calcio è uno dei ruoli più difficili che esistano, fare il secondo non deve essere una passeggiata, sopratutto in casa Lazio: ne sanno qualcosa i vari Sereni, Bizzarri…e ora Etrit Berisha.

L’ARRIVO – L’ex Kalmar giunto alla Lazio nella stagione 2013/2014 con la speranza di essere più di un vice-Marchetti ha sempre fatto fatica a ritagliarsi un ruolo da protagonista sia per motivi calcistici (togliere il posto a uno dei più forti portieri italiani come Marchetti è una vera e propria impresa) che non…Dal suo arrivo alla Lazio Berisha non ha giocato moltissimo e ha accettato con professionalità il ruolo di vice, del resto se chi gli stava davanti parava pure l’impossibile non hai molte speranze di emergere. Solo quando Marchetti ha dovuto fare i conti con un periodo No Etrit è riuscito a ritagliarsi qualche spazio e a sovvertire le gerarchie. Da quel momento è iniziata una nuova vita per il portiere albanese? Assolutamente No. Complice qualche svarione di troppo, Etrit non è riuscito ad entrare nel cuore dei tifosi, anzi era (ed è ancora oggi) inondato di pensanti critiche. Il paradosso è che tutto ciò aveva portato i tifosi a rimpiangere l’ex Bizzarri (cosa curiosa visto che fino al’addio del portiere agentino si udivano quasi le medesime critiche, come è strano a volte il calcio eh?!). Purtroppo Roma è una piazza difficile e per toglierti l’etichetta devi sudare 71 camice se vuoi risorgere. Etrit non si è arreso e si è impegnato per cercar di trasformare i fischi in applausi.

LAZIO-CHIEVO – Gli ultimi applausi in ordine di tempo sono stati  ieri contro il Chievo: Quello contro i clivensi è il quarto rigore parato su sette da quando è alla Lazio, un dato che non può essere una semplice coincidenza…
Etrit ieri ha chiuso definitivamente la partita. Ha intuito subito dove Paloschi avrebbe tirato e in un lampo si è buttato mandando la palla in calcio d’angolo (dimostrando all’attaccante gialloblu come non sempre la Laizo gli porti fortuna). L’eventuale gol di Paloschi su rigore avrebbe sicuramente riaperto la partita. Lui stesso ha dimostrato tutta la sua gioia sul suo account di Instagram per la bellissima rimonta e per il rigore parato:

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Una foto pubblicata da Etrit Berisha (@etritberisha99) in data:

I rigori a quanto pare stanno diventando sempre più una sua specialità (e non può essere sempre dovuto alla fortuna). Complice la sua struttura fisica e la sua abilità nello studiare il rigorista avversario, Berisha si sta rendendo un vero e proprio pericolo per i rigoristi. La prima gioia (parata ovviamente) è stata in Europa League contro il Ludogorets, quando parò all’attaccante bulgaro   un rigore calciato con il cucchiaio, mentre la seconda prodezza è arrivata in campionato contro l’Inter quando, subentrando a Marchetti, respinse il tiro di Icardi tenendo in piedi una Lazio in nove. I suoi successivi miracoli sono giunti in questa stagione: uno in Europa League contro il Rosenborg, e il secondo ieri in campionato proprio contro il Chievo (Paloschi). Il record di rigori parati in una stagione appartiene ad Handanovic, quando nella stagione 2010-2011 parò 6 rigori. Etrit in questa stagione è a quota 2. Il numero 99 biancoceleste ha sfruttato alla grande l’opportunità di giocare titolare a causa dell’infortunio di Marchetti. Contro la Juventus in coppa italia ha salvato la Lazio da quella che sarebbe potuta essere una catastrofica imbarcata, compiendo miracoli su miracoli. Ma si sa…le parate sono difficili da ricordare in quanto ordinaria amministrazione…non sono mica dei gol…

VOGLIA DI RISCATTO – Questo, più le buone prestazioni che il portiere albanese sta effettuando da quando è riuscito ad avere un pò di continuità dimostrano come non è così scarso come si vuol far credere e che non è così assurdo vederlo in Serie A, anzi forse è stato un po’ troppo sottovalutato. Certo gli errori purtroppo non mancano (vedi la papera contro la Fiorentina che ha rischiato di compromettere la partita) ma chi non li fa? Non è Buffon o Handanovic è vero, quelli sono dei campioni, però è sicuramente un buon portiere e magari con il tempo lo dimostrerà. Purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista) non sarà alla Lazio. Lui a Roma sta benissimo ma ha anche tanta voglia di riscatto e di dimostrare di essere un portiere di livello, pertanto è assai probabile che a fine stagione lascerà la Lazio per giocarsi le sue chance come primo altrove e cercar una volta per tutte di riscattarsi. Nel frattempo dà tutto per la Lazio sperando di strappare finalmente qualche applauso. Il suo nome è Etrit Berisha e finchè darà il massimo con la maglia biancoceleste avrà bisogno del sostegno dei tifosi.

Marco Lanari

Birsa “Troppo severa l’espulsione a Cesar”

In casa Chievo si torna a parlare della pesante sconfitta di ieri in casa della Lazio. A dire la sua è il centrocampista clivense Birsa ai microfoni Chievo TV. Ecco le sue parole: “Abbiamo fatto una buona partita, ma con l’espulsione di Cesar la Lazio ci ha messo pressione. Il secondo giallo? Non mi sembrava un contropiede pericoloso. Al secondo minuto del secondo tempo poteva anche risparmiarlo. Se perdi 4-1 ci si dimentica subito di cosa fatto. E’ una sconfitta pesante, ma ora dobbiamo rialzarci e fare una grande partita contro i Campioni d’Italia. C’erano tante assenze e qualcuno non era al massimo. Dispiace aver sprecato il rigore. Loro non erano messi in campo con equilibrio e se avessimo segnato alla fine poteva anche starci il pareggio“.

Duro comunicato dell’AUC nei confronti della squadra friulana

Anche l’AUC, Associazione Ufficiale Club, esce allo scoperto dopo la pesante sconfitta subita dall’Udinese a Palermo con un proprio comunicato ufficiale:

“Ora non possiamo più stare zitti, da inizio campionato abbiamo sempre dato il “beneficio del dubbio” alla squadra e all’allenatore sperando che con il lavoro cambiassero le cose ma, a parte qualche rara partita, le cose non stanno cambiando.
La partita di oggi è solo l’ennesima conferma di quanto visto in queste 21 giornate.
Una squadra senza voglia, senza grinta, senza gioco e con le idee confuse. I tifosi ormai sono stufi di assistere a queste partite. Si può vincere e si può perdere ma la maglia dev’essere sempre onorata in campo, atteggiamenti come quelli visti negli ultimi periodi non verranno più tollerati.
È ora che vi diate una svegliata!!
È ora di tirar fuori gli “attributi” e far vedere a tutti che ci tenete ai nostri colori.
Il nostro appoggio è sempre stato incondizionato e sempre lo sarà, ma se serve siamo anche pronti a farci sentire, perché la nostra maglia e i nostri colori vengono prima di tutto. Questo vale per tutti, giocatori staff e società, fate vedere ai tifosi che vi seguono sempre che ci tenete davvero. Solo insieme si vince e solo con la voglia si esce da questo momento che si sta protraendo da molto, troppo tempo.
È ora di cambiare, è ora di dare una svolta, è ora di iniziare a giocare con la stessa grinta e la stessa voglia che ogni domenica i tifosi mettono sugli spalti.
A noi non ci spaventa la serie b, ma noi pretendiamo gente che lotta per la nostra maglia!”

Daniele Muraro
Presidente AUC

INFERMERIA – Controlli in Paideia per Hoedt

Un fastidio al ginocchio non gli ha permesso di scendere in campo ieri contro il Chievo, obbligando Pioli a spostare Radu al centro della difesa: questo pomeriggio Wesley Hoedt si è recato presso la clinica Paideia per effettuare i controlli strumentali del caso. Con la difesa in piena emergenza causa le squalifiche dello stesso Radu e di Lulic, si spera il centrale olandese possa rientrare per la sfida di domenica contro l’Udinese. SEGUONO AGGIORNAMENTI

EUROPA LEAGUE – Vendita biglietti Galatasaray-Lazio

La società biancoceleste ha comunicato che dalle ore 16,00 di martedi 26 gennaio, verranno messi in vendita i tagliandi per la gara di Uefa Europa League in Turchia.

Questa i dettagli della vendita:

– Gara: Galatasaray – Lazio del 18 febbraio ore 21:05;

– Prezzo:  – Settore Ospiti € 31 più prevendita Listicket-Ticketone  per un totale di € 35;

– Prezzo:  – Tribuna € 125 più prevendita Listicket-Ticketone  per un totale di € 129;

– Tagliando a pagamento: SOLO presso i punti vendita abilitati LISTICKET Gruppo Ticketone – verrà rilasciato un segna posto personalizzato;

– Periodo di vendita: dalle ore 16:00 di martedi 26 gennaio fino alle ore 10:00 di martedi 16 febbraio.

– Limite di vendita: fino a quattro biglietti presentando l’acquirente il documento in originale e le copie dei documenti degli altri tre titolari.

Con il tagliando rilasciato dai punti vendita Listicket-Ticketone, si potrà ritirare il biglietto ingresso stadio, SOLO presso uno dei seguenti Lazio Style 1900 a vostra scelta (da comunicare al momento dell’acquisto del tagliando presso un punto vendita Listicket-Ticketone) dalle ore 10:00 di giovedi 28 gennaio presentando sempre un documento e copia degli eventuali altri tre titolari:

Lazio Style 1900 di Via G. Calderini 66/C

– Lazio Style 1900 di Parco Leonardo (lunedi 15/2 e martedi 16/2 sarà chiuso – ricordarsi di ritirare il tagliando entro domenica 14/2)

– Lazio Style 1900 di Via Prenestina, 200.

IMPORTANTE:

La SS Lazio informa che in occasione della gara Galatasaray-Lazio del prossimo 18 febbraio 2016, saranno adottate le stesse misure di sicurezza valide in Italia e pertanto i destinatari di DASPO non avranno titolo per accedere al Türk Telekom Arena.

E’ fondamentale presentare al ritiro dei tagliandi presso i Lazio Style, lo stesso documento che porterete in trasferta in Turchia.

Lopez: “Grande gruppo, ho rivisto la miglior Lazio. Cataldi…”

Per parlare dei biancocelesti a Lazio Style Radio è intervenuto Totò Lopez. L’ex centrocampista biancoceleste ha dichiarato: “Quella di ieri è stata una grande Lazio. I biancocelesti si sono vendicati dell’incontro di andata e hanno dato finalmente continuità ai risultati. Soprattutto nella secondo tempo ho rivisto la Lazio migliore, tutta la squadra era motivata a vincere, è prevalso lo spirito di gruppo. I biancocelesti sono consapevoli che la classifica non rispecchia il vero valore della squadra. E’ un gruppo forte, ora sono in forma, bisogna continuare su questa strada e dare seguito alle buone prestazioni di questo periodo. Cataldi può ricoprire il ruolo di Biglia, ha le caratteristiche giuste per agire da regista. Ieri ha giocato benissimo, mi auguro si sia sbloccato. L’Udinese – prossima rivale dei biancocelesti – è una squadra equilibrata che, anche se in questo periodo non sta passando un buon momento, attacca molto concedendo spazi che gli uomini di Pioli dovranno saper sfruttare. La Lazio deve andare a Udine con lo spirito giusto per conquistare i tre punti”.

IL FILM DI LAZIO CHIEVO

Continua il trand positivo della Lazio che con la vittoria contro il Chievo ha raggiunto il suo settimo risultato utile consecutivo in campionato. Una gara iniziata malissimo ma finita nel migliore dei modi, con la squadra biancoceleste a due facce. Al gol di Cesar, hanno risposto nella ripresa Candreva, Cataldi, poi di nuovo Candreva e infine Keita. Una partita sicuramente divertente, ricca di episodi: 2 espulsioni, 2 rigori (di cui uno parato) e 5 gol non sono facili da vedere, soprattutto nel nostro campionato. Ecco le foto più belle della partita realizzate dal nostro fotografo Gianni Barberi. Buona visione. Se vi piacciono condividetele su facebook.

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Il giovane che avanza, si scrive Cataldi si legge speranza…

Dentro ogni bambino, innamorato della propria squadra di calcio, c’è un sogno che è sempre lo stesso, quello di indossare la maglia tanto desiderata di fronte la propria tifoseria e segnare davanti a tutti loro, per loro. Il 6 agosto 1994 nasceva uno di questi bambini con quel sogno, il 6 agosto 1994 nasceva DANILO CATALDI. La sua speranza, la conserva gelosamente li insieme alle sciarpe della sua Lazio ed ogni volta tornava da scuola col pensiero di aprire un giorno quel cassetto pieno di speranze, preparando il suo borsone si dirigeva agli allenamenti dell’Ottavia (squadra dov’è cresciuto calcisticamente). La strada è lunga e piena di insidie, ma per uno che vuol emergere non è ammesso arrendersi alle prime difficoltà e in seguito, questo, sarà un tema che risulterà essere molto utile al ragazzo. Dal 2006 comincia a prendere forma il suo sogno, quell’anno viene acquistato dalla Lazio e inizia la trafila nelle giovanili fino ad essere campione d’Italia con la primavera nel 2012. Altra data importante è il 9 luglio 2013, visto che la società gli rinnova la fiducia per altri 4 anni mandandolo in prestito al Crotone per “farsi le ossa”. Il sogno è ancora li, sempre a portata di mano, lui dimostra di essere pronto per ritornare alla base e questo accade a fine stagione. Ma un brutto infortunio lo ferma per un lungo periodo, le preferenze dell’allenatore inevitabilmente ricadono su altri compagni e questo ostacola il suo voler risultare protagonista con l’aquila sul petto, il pensiero che si palesa ogni giorno nella testa del giocatore è quello di un destino avverso.

Quando abbiamo detto che per realizzare un sogno non bisogna arrendersi alle difficoltà, Cataldi ha dovuto far suo questo concetto, anche dopo esser rientrato dall’infortunio, il primo febbraio nella trasferta di Cesena mette a segno un’autorete che fredda la Lazio e che la fa uscire sconfitta. Critiche e dubbi piovono su di lui e quel ragazzino appena 21enne vede il suo momento più bello trasformarsi in un incubo. Quello era il momento di dimostrare quanto tenesse a tutti i sacrifici fatti.

A suon di prestazioni costanti e di alto livello, emerge in prima squadra, prendendosi presto l’etichetta del predestinato. E’ il 9 marzo 2015 all’Olimpico si gioca Lazio-Fiorentina e i biancocelesti conducono per 4-0, è standing ovation all’Olimpico. Poi accade qualcosa che assume i contorni di una favola, succede tutto all’80’, un minuto che rimarrà impresso nella testa e negli occhi di Danilo. La prima volta non si scorda mai. Mauri esce per Onazi, il vice-capitano designato è Radu, che lascia l’onore a Cataldi. La Fascia al braccio, anche se per 10 minuti, è  il sogno di una vita e la indossa mentre la sua Lazio illumina gli occhi dei suoi tifosi, Danilo rende felice il popolo laziale, ma soprattutto riempie di gioia il cuore di papà Francesco e mamma Barbara. Tutto bello, un sogno da dove nessuno vuole svegliarsi. Ma nella testa del ragazzo, che nel frattempo incanta con la nazionale dell’Under 21, c’è ancora la voglia di riscattare quell’autogol e regalarsi il sogno che accarezza sin da piccolo, segnare davanti la sua gente. Il suo è un pensiero fisso e lo ribadisce anche dopo Lazio-Frosinone, dove prova più volte a segnare senza successo, ma regala a Keita il gol del vantaggio e scherzando in un intervista ammette: “Il giorno che la butto giù esulto da solo come un pazzo”.

Ma il momento non sembra mai arrivare, le prestazioni non sono all’altezza delle aspettative, purtroppo alcune sue performance risultano negative anche per il fatto che l’assenteismo della società sul mercato lo obbliga a giocare spesso in un ruolo non suo, quello di vice-Biglia. Le sue ottime gare disputate durante il primo anno sono tutte figlie di una squadra, che al contrario di questa stagione, girava a millle così da aiutarlo nella sua crescita ma soprattutto veniva schierato come mezz’ala agendo al fianco proprio di Lucas Biglia. Questo non lo esenta certo da varie colpe che lui stesso si assume nel corso della stagione, finisce in panchina e sa che deve sfruttare qualsiasi occasione per far ricredere Pioli.

Arriviamo alla storia più recente, è il 17 dicembre 2015, allo stadio Olimpico arriva l’Udinese per gli ottavi di coppa Italia, la Lazio vive di alti e bassi e quando il risultato è sull’uno a uno arriva il gol del vantaggio, arriva il gol di Danilo Cataldi. Il popolo laziale tutto, quello che si riconosce in quel bambino che non ha mai mollato, viene assalito da un brivido nel vedere il ragazzo esultare con rabbia e lacrime. Fischio finale e un incredulo Cataldi interviene davanti i microfoni dichiarando: “Dedico questo gol ai tifosi della Lazio, questo gol è per la mia gente che vorrei rivedere presto in curva”. Si perché così ha sempre sognato il suo gol, sotto la curva nord. Ma sotto una curva nord piena d’amore come oggi non è per via delle barriere divisorie che hanno svuotato lo stadio. Quel gol pieno d’emozioni e sentimenti, diede vita ad un cambio di marcia della Lazio in campionato, che fino a quel momento non era mai riuscita a collezionare una striscia tanto positiva in serie A sin da inizio stagione.

La data più importante però è storia ancor più recente, 24 gennaio 2016. All’Olimpico di Roma c’è la bestia nera Chievo da affrontare che come al solito si dimostra uno scoglio pronto a far naufragare la barca biancoceleste. La giornata sembra di quelle stregate, destinate a finire male, anche Cataldi in un primo tempo a dir poco opaco sembra risentirne della partita nata storta. Ma non può esser così ed ogni laziale lo sa, perché in quel giorno ricade l’anniversario della nascita del mai dimenticato GIORGIO CHINAGLIA. E’ il minuto 74, (come l’anno del primo scudetto della squadra guidata da Long John) il risultato è fermo sull’uno a uno, Chinaglia dal cielo guarda la sua Lazio e proprio in quel minuto dal cielo cade un pallone che quel bambino raccoglie e con un tiro da fuori area spedisce la palla alle spalle del portiere dei veronesi. Ha segnato la Lazio, ha segnato CATALDI. Primo gol in serie A e sogno realizzato, nel segno di Chinaglia. Si può avere la conferma, sempre che ce ne fosse bisogno, del suo amore per questi colori quando a fine match ha una dedica da fare in un momento così importante per lui: “Dedico il gol a Giorgio Chinaglia, oggi è il giorno del suo 69esimo compleanno e lo dedico a lui”.

E’ ancora giovanissimo, la strada è ancora molto lunga e nessuno può sapere cosa accadrà al bambino che sta diventando uomo, ma una cosa si è potuta notare durante questi primi anni, ha già dovuto passare momenti poco esaltanti, ma ha dimostrato di avere le capacità di uscirne al meglio, di uscirne da laziale. E allora tutto questo è speranza per il futuro, è speranza per i tifosi biancocelesti a cui lui dedica sempre un pensiero. Nella storia di Cataldi c’è la Lazio, ora ci si augura che nella storia della Lazio ci sarà Cataldi ancora per molti anni. Il giovane che avanza, si scrive Cataldi si legge speranza. Una nota a margine, il ragazzo voleva realizzare il suo sogno e lottando ce l’ha fatta, ma ad onor del vero dalle sue parole si evince che il suo desiderio è quello di segnare, e lo ha già fatto, ma vorrebbe farlo con la sua gente che popola la curva ed esulta con lui, è quello ora il suo obbiettivo. Cataldi vuole riabbracciare i tifosi laziali che a loro volta vorrebbero poter vivere ancora certe emozioni senza barriere. Il tifoso ha quello di desiderio, il laziale per i suoi colori, tra ricordi ed emozioni torna sempre un po bambino e sappiamo tutti che un bambino che desidera una cosa non molla finché non la ottiene, un po come CATALDI…

Alessio Allegrucci

Vendita biglietti per Udinese-Lazio del 31 gennaio

Questo il comunicato della Lazio relativo alla vendita dei tagliandi per la gara di Campionato UdineseLazio del 31 gennaio.

Questi i dettagli della vendita:

– gara: Udinese – LAZIO

– stadio: Dacia Arena di Udine

– domenica 31 gennaio ore 15:00

– prezzo del settore ospiti  20 €, sul Web 15 €

– settore ospiti Disabili: 15,00 € (disabile) – 15,00 € (accompagnatore) – per informazioni sull’acquisto dei biglietti per i disabili cliccare qui.

– circuito di vendita: Listicket – (visualizza questo elenco -selezionare Listicket/Biglietteria Calcio/**Calcio settore ospiti)

– chiusura delle vendite: sabato 30 gennaio ore 19:00

La vendita del settore ospiti, è vietata  ai residenti della Regione Lazio fatta eccezione ai soli possessori delle Fidelity Card (nel settore ospiti la Fidelity Card è obbligatoria anche per i residenti di altre regioni).  I punti vendita della regione Lazio potranno vendere solo il settore ospiti.

Raffaele Sergio: “Questa è la vera Lazio! Le esultanze? Le ho interpretate…”

Dopo la rotonda vittoria contro il Chievo Verona la Lazio ha dimostrato voglia, carattere e si da la possibilità di riaprire il discorso riguardante la corsa ad un posto in Europa League, per parlare di tutto questo L’ex difensore biancoceleste, Raffaele Sergio, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio: “Dopo un primo tempo negativo, è arrivata un’ottima reazione della squadra e la vittoria è positiva. Rimontare un risultato serve all’autostima e ad essere consapevoli della forza che si ha. Ora si può affrontare al meglio la seconda parte di stagione”. Poi su cosa sia cambiato rispetto al girone d’andata spiega: “Rispetto all’inizio del campionato, la Lazio ora sta dando la sensazione di una squadra compatta, questa è importante per il proseguo del campionato”. Sull’esultanza dei giocatori dopo i gol dichiara: L’esultanza dopo un primo tempo difficile, la interpreto come una cosa positiva, significa che c’è attaccamento alla maglia, ad esempio subito dopo il rigore segnato da Candreva, il centrocampista ha raccolto la palla e l’ha portata a centrocampo. Questo significa solo una cosa, che la squadra voleva ottenere i 3 punti a tutti i costi”.

Udinese: in vista della Lazio, scatta il ritiro anti crisi

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Dopo i quattro gol subiti ieri dal Palermo, l’Udinese si prepara ad andare in ritiro. Per i bianconeri, che domenica prossima affronteranno la Lazio, la crisi è profonda, tanto da spingere patron Pozzo ad intervenire drasticamente per dare una scossa. A preannunciare la decisione il tecnico Colantuono ai microfoni di ‘RaiSport’: “Andremo in ritiro, la società ci aveva già messo in preallarme riguardo a questa eventualità“. Parole cui hanno fatto seguito quelle, a ‘Udinese Tv’ del ds friulano Giaretta: “Quattro gol sono tanti. Subiamo gli eventi senza riuscire a reagire. Neanche la fortuna con gli arbitri ci aiuta: sul 2-0 c’era un rigore su Badu e l’espulsione del giocatore del Palermo. È un episodio che ha influito, nonostante anche la nostra prestazione non sia stata all’altezza. Dobbiamo ritrovare il sangue agli occhi che avevamo fino a qualche settimana fa e tornare a giocare con il coltello tra i denti. Il mister dovrà analizzare i problemi, perché non si può pensare di cambiare questa situazione attraverso il mercato. I nostri ragazzi devono invertire velocemente la tendenza e per questo adesso sono in ritiro“.

MERCATO – Un centrocampista argentino in arrivo dalla Spagna?

Potrebbe arrivare a breve il secondo colpo di mercato in casa Lazio: secondo quanto rivela ‘calciomercato.com’, i biancocelesti sarebbero vicini a chiudere per l’acquisto di Fernando Tissone, centrocampista del Malaga ed ex di Udinese e Sampdoria. Il giocatore, scrive il portale, avrebbe convinto i dirigenti capitolini attraverso il padre-procuratore, che avrebbe fatto da ponte per superare alcune iniziali perplessità (nello specifico, il fatto che al club spagnolo è praticamente un fuorirosa e non gioca una partita ufficiale da novembre). In più, per caratteristiche (dinamismo, corsa, piedi buoni, fisico), è complementare a quelli che sarebbero i suoi compagni di squadra e potrebbe dunque essere un ottimo rinforzo in caso di partenza di Onazi. Classe ’86, argentino ma di passaporto italiano, il calcio si può dire essere la sua vita: a soli 3 anni, infatti, riesce, grazie alle sue doti nel palleggio, a entrare in una scuola calcio (nonostante l’età minima per iscriversi fosse 5 anni). Il suo acquisto sarebbe conforme ai parametri imposti dalla Lazio: costi ridotti, nessun bisogno di adattarsi e possibilità di garantire subito ordine e alternative alla rosa biancoceleste. Se il trasferimento andrà in porto, Tissone continuerà quindi ad indossare una maglia biancoceleste, ma non più quella del Malaga, bensì quella della Lazio. La stessa indossata dall’idolo del 30enne: Juan Sebastian Veron.

Corradi: “Le esultanze? Meglio quelle che esprimono gioia…”

Bomber della banda-Mancini, con il suo rendimento in biancoceleste si guadagnò anche la maglia della Nazionale. Bernardo Corradi è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio, nella trasmissione “I Laziali Sono Qua“, per parlare del momento biancoceleste.

Contro il Chievo la Lazio si è trovata ad affrontare l’ennesimo avvio in salita: non è una situazione ideale, ma in compenso sono arrivati gli ennesimi segnali di reazione confortanti, come a Bologna. Alla luce del risultato finale il bicchiere è sicuramente mezzo pieno, resta il dato preoccupante di essere la squadra che ha incassato il maggior numero di gol nel primo quarto d’ora.

Luci ed ombre nel successo biancoceleste: l’Europa sembra più vicina, ma le esultanze dei giocatori laziali sembrano acuire la crisi con la tifoseria. “Al momento tra alcuni elementi c’è sicuramente una spaccatura con i tifosi. Forse un’esultanza dovrebbe essere soltanto un momento di gioia, senza lasciarsi andare a strascichi polemici. Servirebbe forse una figura dirigenziale che sappia mediare tra squadra e tifoseria, magari un ex calciatore che conosce bene gli equilibri dell’ambiente. Ci sono comunque giocatori come Cataldi sul quale non si possono avere dubbi riguardo a quanto sia legato all’ambiente.

Sugli attaccanti: “La squadra paga probabilmente la minor sicurezza in difesa. Una problematica che fa abbassare il baricentro a tutto l’undici in campo, e per le punte diminuiscono di conseguenza i palloni giocabili e le occasioni da gol. Per questo l’innesto di un difensore potrebbe risolvere questioni irrisolte anche nel reparto offensivo. Purtroppo il mercato di gennaio è particolare: non ci sono movimenti ed occasioni come in estate, senza grandi disponibilità economiche non si possono mettere a segno colpi importanti.

Su Pioli: “E’ una persona molto equilibrata ed un tecnico molto preparato, ed ha retto molto bene al momento più difficile. Per rendere al meglio serve un grande supporto da parte della società. Allegri alla Juventus, la società che ha fatto scuola in questi ultimi anni, sente sempre la presenza e il sostegno delle principali figure dirigenziali. Questo non mi sembra avvenire alla Lazio, e alla lunga l’allenatore e i giocatori possono risentirne.”

Su Udine, trasferta che la Lazio dovrà affrontare con diverse defezioni: “Nelle ultime trasferte la Lazio ha fatto vedere ottime cose. Sarà una partita determinante, vincere in Friuli potrebbe permettere ai biancocelesti di gettare le basi per una rimonta come quella dell’anno scorso, in cui la Lazio risalì dall’ottavo al secondo posto proprio partendo da una vittoria a Udine. I bianconeri non sembrano quelli degli scorsi anni, vengono da diversi risultati negativi ed è una partita da conquistare con aggressività, per lanciare un nuovo segnale di riscossa e mettere pressione alle squadre che precedono la Lazio in classifica.

Un ultimo commento sull’Inter e su Roberto Mancini, tecnico di Corradi alla Lazio, reduce da una settimana pesantissima: dopo la polemica con Sarri è arrivata quella con Icardi. “Beh Roberto ha detto la verità, con i piedi che aveva e che ha il gol di Icardi lo avrebbe segnato anche a cinquant’anni. L’Inter però forse non ha più giocatori al top della forma come Murillo e Miranda, determinanti in difesa a inizio campionato. Mancini mi sembra molto cresciuto a livello di impatto con i media, forse la polemica con Sarri aveva anche l’obiettivo di destabilizzare un po’ l’ambiente del Napoli. Gli allenatori di grande profilo come Mancini o Mourinho utilizzano anche strategie mirate come questa, ferma restando la gravità delle parole di Sarri.

Fabio Belli

LAZIALI FUORI PORTA – In due vedono la luce in fondo al tunnel

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Tra esordi, grandi ritorni e assenze giustificate, si chiude un altro weekend per i ‘laziali fuori porta’. Partiamo dalla serie B, dove lo squalificato Filippini non prende parte alla gara persa dalla sua Pro Vercelli contro lo Spezia: le presenze dell’ex Bari restano dunque 13, per un totale di 1025′. Assente, dopo il rosso all’esordio, anche Crecco, nel pari tra Modena e Avellino: il centrocampista tornerà a disposizione nel prossimo turno, che lo vedrà opposto alla Ternana, sua ex squadra. È invece in attesa di cominciare una nuova esperienza, dopo la fine dell’esperienza a Crotone, Tounkara: dovrebbe accasarsi all’Ascoli, anche se nelle ultime ore la Salernitana starebbe provando a convincerlo a vestirsi di granata. Campani dove esordisce dal 1′ Oikonomidis, nel 3-0 sul Brescia: l’australiano, tra i più positivi in campo, si mette subito in mostra con il cross che propizia l’autorete dell’1-0. In campo da titolare anche Ronaldo, già una colonna del centrocampo, guardano il match dalla panchina Strakosha Prce, mentre Pollace non è neanche tra i convocati: per il terzino, richiesto da Lanciano, Latina e alcuni club di Lega Pro, è pronta una nuova avventura. Sorride Minala, che fa il suo nuovo debutto con il Bari nei minuti finali della gara vinta con il Vicenza: per il camerunense, dopo tante esclusioni, finalmente un’iniezione di fiducia in vista del prosieguo della stagione. La stessa che coinvolge, in Lega Pro, anche Rozzi, subito in campo con la nuova maglia della Robur Siena: l’ex Lanciano entra in campo nell’ultima mezz’ora e, dopo 6′, i toscani trovano il pareggio con l’altro ex laziale Mendicino: non c’è che dire, davvero un ottimo inizio. E, se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, la strada verso il riscatto si propone tutta in discesa. Ritrova invece una maglia dal 1′ Lombardi, nel 3-2 dell’Ancona sul Prato: nessun gol ma tanti apprezzamenti nei 68 minuti in cui l’ex Trapani corre sul campo. In Ligue 1, assente Perea, alle prese con una distorsione alla caviglia che lo terrà ai box ancora per qualche settimana: il colombiano non prende dunque parte alla vittoria corsara del Troyes sul Lilla. In pausa infine la Primera Division messicana, l’Alka Superligaen danese e la Super League svizzeraGonzalez e il suo Atlas torneranno in campo il 31 gennaio, con il match casalingo contro il Club Universidad Nacional. Per Elez e l’Aarhus il prossimo 28 febbraio ci sarà invece la sfida all’Odense, mentre il 6 lo Zurigo di Vinicius è atteso dalla gara della 19^ giornata contro il Lyon

TEMPI BELLI – Lazio & fenomenologia dei social network

Dire “te l’avevo detto” rende antipatici si sa. I saputelli e i perfettini non piacciono a nessuno, ed è dai tempi di Pinocchio che il Grillo Parlante viene immaginato da bambini di ogni generazione arrostito da un rutto flambé di Mangiafuoco.

Eppure c’è una categoria di persone che è ancor più irritante. Peggio di quelli che effettivamente prevedono il futuro e poi te lo rinfacciano, ci sono quelli che non capiscono una mazza e poi spariscono. Nel nulla più completo, non li ritrovi per un confronto su quanto asserito in precedenza neppure a pagarli oro. L’esplosione di un mezzo di comunicazione come quello dei social network, in tutte le sue forme e derivazioni, ha rappresentato un megafono senza pari per soggetti che probabilmente cercano di anticipare una “mal parata”, come si dice a Roma. Ma se qualcuno ci ha insegnato che non può piovere per sempre, allora è più facile che un ricco entri nel regno dei cieli che uno di questi si palesi dopo un rigore parato da Berisha.

Scopriamo la fenomenologia dei social network dei laziali pessimisti.

  1. Il contestatore. Vive in funzione di Claudio Lotito, e ogni discussione viene portata verso l’argomento preferito: il lider maximo. La squadra perde? Colpa del mercato, perché Lotito… La squadra vince? Eh ma vedrai che Lotito… La squadra arriva terza? Mo’ Lotito deve pagare i premi… La squadra arriva ultima? E’ un piano di Lotito… L’aglio nella carbonara ci va? Lotito. E’ in realtà segretamente innamorato del presidente e finisce per essere un incubo anche in periodo di contestazione, perché la gente non ne può più di sentirne parlare. Ha fatto chiudere un paio di forum e una fiera del mobile per la sua monotematicità.
  2. Il twittatore compulsivo. Quando la Lazio perde sinapsi ed endorfine ballano il twist nella sua testa, e una serie concatenata di sventure può anche portarlo molto vicino ad una sensazione di piacere sessuale. Quando è attivo è consigliabile non aprire i propri profili social né da personal computer né da dispositivi mobili, per non essere inondati da una serie di status molto profondi ed estremamente articolati. “Che pena.” “Vergogna”. “Oddio”. “Tutti a casa”. “Addio”. “Lo sapevo”. “Uno scempio”. A volte il twittatore e il contestatore coincidono, in questo caso basta aggiungere la parola “Lotito” agli status. Se la Lazio vince, i suoi profili restano inattivi dai 15 ai 28 giorni (quando gli zombie, solitamente, riprendono vita).
  3. Il simpaticone. E’ quello che vuole accattivarsi le simpatie dei romanisti, in particolare le ragazze, cecione che girano in tuta giallorossa nei centri commerciali ma di sera si acchittano al Pigneto e le trovi al Cohouse a parlare della barba di De Rossi. Per stare in argomento ed agganciarle il simpaticone le attira sui social network con frasi, status e commenti denigratori sui giocatori della Lazio, ma sempre sull’allegrotto andante. Che se non fosse laziale pure lui, sarebbe una strategia da non sottovalutare. Fa a gara di nomignoli astrusi che non fanno ridere nessuno che non abbia nel cassetto un biglietto di Roma-Dundee o un pedalino usato di Batistoni: passa con disinvoltura dai “Filippa Anderson” ai “Paperisha”. A seconda dei like e dei retweet ricevuti, la “battutona” può essere reiterata fino all’inevitabile chiamata di disdetta verso il proprio operatore. Rispetto al contestatore e al twittatore la butta sul ridere e infatti solitamente porta fortuna. Solitamente si lagna della possibile cessione del giocatore che pigliava per il culo come se non ci fosse un domani fino a cinque minuti prima (vedi Anderson). Un rigore parato da Etrit può causargli la perdita dello scalpo.
  4. Il complottista. Solitamente tiene un santino di Michele Plastino nel portafoglio. E’ intimamente convinto che la Lazio perderà ogni partita, retrocederà in ogni campionato e che il sole sarà presto oscurato da un marshmallow gigante, ma te lo dice senza aggressività. I suoi status su Facebook sono articolatissimi, e riesce a spiegarti con certezza come il procuratore di Patric sia un rettiliano e perché la Lazio nei prossimi 15 anni prenderà solo terzini del Madagscar per compiacere Raiola. “Mediocrità” è la sua parola preferita. Anche lui sparisce quando le sue tesi si rivelano sballate, ma al contrario degli altri non vede l’ora di essere chiamato in causa per rigirare completamente la frittata dei suoi ragionamenti e spiegarti, comunque, che te l’aveva detto (rientra quindi funestamente anche tra i Grilli Parlanti).
  5. Il Konko fashion-victim. Per lui il povero Bubu è la spiegazione di tutti i mali del pianeta. Solitamente ne ricalca lo stile di vita, veste solo firmato e si fa visitare in Paideia per un giradito. Questa sua attitudine lo rende credibile quando dice di aver visto il terzino francese ad una sfilata o in incognito per una visita medica segreta. Grazie alla sua frenetica attività l’hashtag #Konko e sempre tra i primi 10 in TENDENZE MONDO assieme a Katy Perry, Di Caprio e gli One Direction, e nel Massachussets i teenager su Twitter passano il tempo a chiedersi chi c***o sia questo qui. Lo si può riconoscere facilmente perché col passare del tempo tende sempre più ad assomigliare fisicamente all’oggetto della sua ossessione. Per questo sembra che Konko si faccia visitare in Paideia 15 volte al giorno: in realtà sono tutti i Konko fashion-victim che si alternano alla gastroscopia dopo ogni vittoria biancoceleste.

(to be continued…)

Fabio Belli

Lazio – Chievo: Lotito vince in campo e lo vuole fare anche sul mercato

La partita di ieri contro il Chievo Verona non si è giocata a quanto pare solo in campo, ma ci sono stati contatti prima e dopo il match per approfondire anche il tema del mercato.

E’ nota la volontà da parte del club biancoceleste di tenere “l’esuberante” Ravel Morrison, del quale non vengono di certo messe in dubbio le qualità tecniche, ma c’è anche la convinzione che facendogli fare un po’ di gavetta lo si potrebbe mettere in riga dandogli la possibilità di conquistare, tappa dopo tappa le opportunità di giocare, che forse gli sono arrivate subito e troppo facilmente.

Dietro questa linea, tutto sommato logica e che non fa una grinza c’è il presidente del club veneto Luca Campedelli, in ottimi rapporti con Claudio Lotito, e sempre alla ricerca di un trequartista di spessore da affiancare alle punte.

L’idea del prestito potrebbe convenire ad entrambe le squadre anche se, per dovere di cronaca, dobbiamo dire che i clivensi non sono poi così convinti di avere tra le fila un giocatore così problematico, e poi va valutato l’investimento a basso costo e le potenzialità dello stesso.

Discorso diverso invece per il mercato in entrata, con il club laziale “sempre” interessato a Fabrizio Cacciatore, terzino cercato tempo fa e non preso, poi sostituito con Dusain Basta dall’Udinese. Il giocatore è in prestito con obbligo di riscatto dalla Sampdoria, e con i blucerchiati bisognerebbe imbastire una trattativa. C’è l’apprezzamento di Pioli nei suoi riguardi per la sua duttilità, può agire sia al centro che sulla destra, negli ultimi giorni di mercato si potrebbe arrivare ad un prestito.

Lotito ha anche sondato il terreno per altri due giocatori del Chievo, Lucas Castro, vicino alla Lazio nel 2012 e poi passato al Catania e Alberto Paloschi, attaccante scuola Milan da sempre oggetto di interesse che andrebbe a sostituire le caselle del sicuro partente Miroslav Klose e del “quasi” Alessandro Matri.

L’ERBA DEL VICINO – I momenti di gloria anche se singoli o sporadici non appartengono a questa squadra

(DAL NOSTRO INVIATO A TORINO). Che il problema della Roma non fosse soltanto la guida tecnica è stato sempre evidente. Anche durante l’era Garcia. Magari al tecnico transalpino la critica non ha mai perdonato un’impostazione di gioco tutt’altro che esaltante nonché una gestione dello spogliatoio, sulla base dei risultati ottenuti, fin troppo permissiva. Ma a scendere in campo sono sempre i giocatori: il loro stato psico-fisico, la loro personalità, il loro valore tecnico-tattico. Ed anche a Torino la prova degli undici giallorossi ha lasciato molto a desiderare.
Il goal della vittoria siglato da Dybala (un gran bel giocatore ndr) è stato viziato da una ripartenza bianconera veloce e ben orchestrata, a fronte di un errore di Florenzi, ora capro espiatorio per gran parte della stampa e della tifoseria giallorossa. Sul numero 24, però, c’è da fare una doverosa precisazione: sta ricoprendo un ruolo, quello di terzino destro, non suo che soprattutto fisicamente lo sta mettendo in evidente difficoltà (l’esterno basso di difesa deve saper in primis difendere per poi eventualmente offendere e Florenzi, riguardo questa analisi tecnica, è ahinoi in evidente difficoltà). Urge pertanto un giocatore di caratura internazionale capace di ricoprire con affidabilità e carisma questo ruolo anche perché Maicon sembra essere un lontano parente del campione apprezzato negli anni precedenti e Torosidis tecnicamente non è affidabile. Discorso simile vale anche per il centrale di difesa: con Rudiger che continua a mostrare delle evidenti lacune tecnico-tattiche e Castan in evidente ritardo è obbligatorio tornare sul mercato.
Spalletti è un allenatore tatticamente preparato ma flessibile. Contro la Juventus ha confermato questa sua predisposizione affiancando sulla mediana Vainqueur a Pjanic (nel ruolo che fu del “Pek” Pizzarro ndr) e spostando dietro le punte Nainggolan (nel ruolo che fu di Perrotta ndr). Il francese non ha demeritato dimostrando personalità mentre bosniaco e belga sembravano ancora fuori dagli schemi. Se dovesse rientrare Strootman, forse, la musica potrebbe cambiare. Per ora il centrocampo giallorosso sembra un bel coro senza un direttore di orchestra.
In attacco la mossa di affiancare Salah a Dzeko non si è rivelata vincente: l’esterno egiziano gioca a sprazzi ma non riesce ancora ad essere il valore aggiunto di questa squadra, il bosniaco sembra invece un’anima in pena, costretto da solo nel districarsi tra i difensori avversari giocando gran parte delle sue partite spalle alla porta.
Allo Stadium di Torino, con un po’ di coraggio ed un sussulto di orgoglio, si sarebbe potuto vivere una serata diversa. Soprattutto quei duemila fantastici supporters giallorossi giunti da Roma per fare un gran bel tifo avrebbero meritato altro. Ma come al solito questa squadra non è in grado di far vivere anche singoli o sporadici momenti di gloria.

Simone Roselli

RASSEGNA STAMPA – Altri esuberi verso Salerno

ROMA – La Lazio in soccorso della Salernitana. È quello che sta accadendo in questo mercato di riparazione. E che probabilmente accadrà ancora. Oikonomidis, Prce, Ronaldo Pompeu da Silva sono già in granata. Ma alla corte di Torrente potrebbero arrivare il terzino mancino olandese Braafheid, l’esterno offensivo Cristiano Lombardi (in prestito all’Ancona), l’attaccante Ravel Morrison. C’è addirittura chi sostiene che il co-patron granata stia dialogando con l’esterno difensivo Luis Pedro Cavanda, ex Lazio ed ora al Trabzonspor, in Turchia. Lotito, insomma, ha rotto gli indugi e ha deciso di portare giocatori di qualità (di area laziale) a Salerno.

Fonte: Corriere dello Sport

Il trionfo nel segno di Chinaglia

Non poteva essere altrimenti, certe emozioni e ricorrenze non vengono per caso e il fatto che la luce all’Olimpico abbia rispleso nel giorno del compleanno del Laziale dei Laziali, Giorgione Chinaglia, bandiera e mito di tutti i tifosi, non è una coincidenza. Ieri i biancocelesti contro il Chievo Verona hanno di fatto ricominciato a vincere in casa per la gioia dei presenti che hanno potuto gioire per la vittoria della squadra. Non avveniva dal 25 Ottobre 2015, Lazio – Torino 3 – 0, in quella partita senza storia il protagonista fu Felipe Anderson, autore di una doppietta.

Ieri a distanza di tre mesi la squadra ha offerto una prestazione “degna” delle aspettative e di fatto sfatando il tabù delle vittorie in casa ha riportato una “piccola” ventata di ottimismo nell’ambiente.

Ebbene la storia vuole che il 25 – 01 – 2016 Long John abbia compiuto 69 anni lui, uno dei giocatori più importanti e più ammirati della secolare storia biancoceleste, che ha incarnato più di chiunque altro quel sentimento che solo chi tifa Lazio può capire e la romanticità della coincidenza porta a noi, smielati ed appassionati scrittori, a pensare che il laziale ha “più di qualche santo in paradiso” e che è arrivato il momento di rialzarci e combattere.

Biševac, carattere e muscoli al servizio di Pioli

Milan Biševacè questo il nome nuovo in casa Lazio che sta, piano piano, diventando una piccola certezza per il reparto arretrato di Stefano Pioli. Arrivato in punta di piedi durante il mercato di “riparazione” di Gennaio, il serbo classe 83, non più di primissimo pelo, con grinta e determinazione, ma soprattutto a testa bassa e senza proclami mediatici, qualità che ultimamente non vediamo tanto, sta convincendo sempre di più società e tifosi.

Le prove contro la Juventus in Coppa Italia e ancor più ieri contro il Chievo hanno permesso agli addetti ai lavori, e non solo, di verificare le attitudini del giocatore. Spessore e sicurezza nella difesa, discreta padronanza palla al piede e grinta trasmessa a tutto il reparto. Qualità che ultimamente, e specie dall’inizio della degenza di Stefan De Vrij hanno latitato tra Radu e Co.

Sicuramente non ci sono ancora sufficienti elementi per valutarne il valore e in generale bisogna ancora verificare l’affidabilità a lungo termine, in relazione anche all’inserimento nel campionato italiano. Però, se il buongiorno si vede dal mattino, siamo di fronte ad un difensore tutto carattere e muscoli e con buona esperienza, qualità che ultimante latitano nel reparto arretrato.