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Maturità 2016: uscite le materie

La Maturità 2016 inizierà mercoledì 22 giugno con la prova di Italiano. Il giorno successivo sarà la volta della seconda prova scritta, nella materia caratterizzante ciascun indirizzo.

LICEI – Le materie per la seconda prova sono: Greco al Classico, Lingua straniera al Liceo linguistico, Matematica allo Scientifico (anche nell’opzione Scienze applicate), Scienze Umane per l’omonimo Liceo, Diritto ed economia politica al Liceo delle Scienze Umane – opzione Economico sociale, Discipline artistiche e progettuali caratterizzanti l’indirizzo di studi all’Artistico, Teoria, analisi e composizione al Musicale e Tecniche della danza al Coreutico.

ISTITUTI TECNICI:  tra le materie scelte per i Tecnici, Economia aziendale per l’indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing, Discipline turistiche e aziendali per il Turismo, Meccanica, macchine ed energia per l’indirizzo Meccanica, Meccatronica ed Energia, Struttura, costruzione, sistemi impianti del mezzo per l’indirizzo Trasporti e Logistica.

ISTITUTI PROFESSIONALI:  fra le discipline che saranno proposte agli studenti dei Professionali, Scienza e cultura dell’alimentazione per l’indirizzo Servizi enogastronomia e ospitalità alberghiera, Tecniche professionali dei Servizi commerciali per l’indirizzo Servizi commerciali, Tecnica di produzione e di organizzazione per l’indirizzo Produzioni industriali e artigianali.

Sulla pagina del sito del Miur dedicata all’Esame di Stato è disponibile l’elenco di tutte le materie. È disponibile anche l’elenco delle discipline affidate a commissari esterni. Quest’anno saranno infine 211 gli istituti coinvolti nel Progetto Esabac, per il rilascio del doppio diploma italiano e francese.

Fonte: Ansa

Brutte notizie per Stefan Radu

Come riportato dal sito biancoceleste questa mattina Stefan Radu è stato sottoposto ad accertamenti strumentali presso la clinica Paideia in seguito ad un trauma indiretto alla coscia sinistra, subito due giorni fa durante l’allenamento presso il Centro Sportivo di Formello. Per il terzino notizie niente affatto confortanti: gli esami, infatti, hanno evidenziato una lesione di primo grado del muscolo bicipite femorale.

Ciani: “Alla Lazio si lavorava molto. Il derby mi caricava tantissimo”

Michael Ciani, intervistato dai media del proprio paese, è tornato a parlare della sua esperienza in biancoceleste. Esperienza con molti alti e bassi ma che il giocatore ricorda con piacere: Al mio arrivo alla Lazio ebbi molte difficoltà. Dopo la prima seduta di allenamento sostenuta a Formello mi sembrava di non essermi mai allenato fino ad allora. C’era molto da lavorare, un calciatore pigro non ce l’avrebbe fatta. Inoltre lasciare il proprio paese e stare lontano dalla propria famiglia non è facile per nessuno. Ricordo con piacere i derby come fossero oggi, c’era una tensione unica. Quell’atmosfera mi galvanizzava”.

Orgoglio e dignità: parole sconosciute a chi ci rappresenta

E’ partita l’operazione sciacallaggio. Come sempre, classico del popolo italiano, siamo tutti bravi a commentare gli errori degli altri ma sarebbe il caso di essere più coerenti con se stessi visto che poi il tutto si risolve, come da tradizione, a tarallucci e vino. Anzi, in questo caso, solo tarallucci perchè di vino stavolta non se ne è visto proprio in rispetto alla cultura iraniana, per cui i soggetti in questione non hanno neanche l’alibi di avere avuto la mente offuscata dai fumi dell’alcool.

Non sono d’accordo personalmente con la scelta presa da non si sa bene chi e in nome di chi – perchè ora è partito lo scaricabarile – di coprire in occasione della visita del presidente iraniano Hassan Rohani in Campidoglio alcune statue di nudi dei Musei Capitolini. La copertura sarebbe stata decisa come forma di rispetto alla cultura e alla sensibilità iraniana… ma si può aver rispetto e prostrarsi al passaggio di un Capo di Stato nel cui paese nel 2016 ancora si lapidano le donne e imperia la legge del più forte?

Eppure la nostra storia ci ha insegnato ad essere liberi. I nostri avi hanno pagato un conto salato, a prezzo della loro stessa vita, per renderci così come siamo, orgogliosi della nostra storia e delle nostre tradizioni. E noi? Noi dall’alto della nostra “saggezza” e della nostra “ignoranza” offendiamo la loro memoria abbassando la testa, in nome del dio denaro, disconoscendo la nostra identità. Eppure l’Italia è stata da sempre forza trainante, riconosciuta in tutto il mondo, della cultura del popolo europeo. Come è possibile che ora da tutto ciò si sia ridotta ad essere succube di chiunque si affacci nel “bel paese”?

Rispettare gli altri non significa disconoscere la propria identità e, in questo momento particolare di crisi sociale durante il quale sono poche le cose che ci rendono orgogliosi di essere italiani, non è di questo che abbiamo bisogno. Non si può offendere per vile denaro la storia e l’identità di un paese orgoglioso come il nostro. Mancare di rispetto proprio a quell’orgoglio e a quella storia che ci ha portati a essere quel grande popolo, culla della civiltà, che siamo sempre stati è una cosa vergognosa della quale i nostri governanti si sono macchiati offendendo tutto il popolo italiano. Ma di una cosa sono certo: siete solo voi che dirigete in modo incompetente questa nazione a non avere le palle non certo il popolo italiano fiero e superbo, a differenza vostra, delle proprie radici e della propria cultura.

Lazio, a breve l’ufficialità della cessione in attacco…

E’ ormai da giorni in procinto di lasciare formello, ora sembra proprio che le strade dell’attaccante scuola Barcellona e la Lazio si stiano per dividere. Dopo giorni di trattative, sembra essere andato tutto a buon fine e presto dovrebbe arrivare l’ufficialità del passaggio di Mamadou Tounkara  alla Salernitana. Secondo TuttoSalernitana.com infatti lo spagnolo avrebbe già firmato il contratto che lo legherà alla squadra di mister Torrente.

Udinese-Lazio, ecco l’arbitro: precedenti e statistiche…

Una Lazio decimata dagli infortuni e dalle squalifiche si avvicina all’importante trasferta di Udine. I ragazzi di Pioli dovranno dimostrare che gli ultimi risultati utili portati a casa, non sono stati frutto della semplice casualità. Da pochi minuti tramite il sito dell’Aia sono stati designati gli arbitri che dirigeranno le gare valide per la terza di giornata di ritorno. Ad arbitrare Udinese-Lazio sarà Domenico Celi di Bari.  Per il ruolo di guardalinee sono stati designati Manganelli e Tegoni, quarto uomo Padovan. Gli addizionali saranno, invece, Di Paolo e Russo. Il bilancio con il fischietto pugliese è positivo per i biancocelesti: lo score nelle 13 volte in cui l’arbitro ha diretto la Lazio in Serie A hanno fatto registrare: 6 vittorie, 5 pareggi e 2 sconfitte. L’ultima gara arbitrata, è quella contro il Palermo, dove la Lazio non è riuscita ad andare oltre il pareggio (1-1).  Di seguito tutti i direttori di gara designati per la prossima giornata di campionato:

ATALANTA – SASSUOLO Sabato 30/01 h. 18.00
GAVILLUCCI
PEGORIN – CARBONE
IV: SCHENONE
ADD1: ROCCHI
ADD2: SAIA

BOLOGNA – SAMPDORIA
FABBRI
MELI – LO CICERO
IV: MUSOLINO
ADD1: GERVASONI
ADD2: NASCA

CARPI – PALERMO Sabato 30/01 h. 15.00
RIZZOLI
GIALLATINI – RANGHETTI
IV: DE PINTO
ADD1: BANTI
ADD2: RAPUANO

CHIEVO – JUVENTUS h. 12.30
DOVERI
POSADO – LA ROCCA
IV: PAGANESSI
ADD1: DI BELLO
ADD2: LA PENNA

GENOA – FIORENTINA
GIACOMELLI
LONGO – GALLONI
IV: TONOLINI
ADD1: IRRATI
ADD2: PASQUA

MILAN – INTER h. 20.45
DAMATO
DI LIBERATORE – DOBOSZ
IV: PRETI
ADD1: MAZZOLENI
ADD2: CALVARESE

NAPOLI – EMPOLI
MASSA
VUOTO – MARRAZZO
IV: DE LUCA
ADD1: CERVELLERA
ADD2: PAIRETTO

ROMA – FROSINONE Sabato 30/01 h. 20.45
GUIDA
CRISPO – VIVENZI
IV: PASSERI
ADD1: TAGLIAVENTO
ADD2: ABBATTISTA

TORINO – H. VERONA
MARIANI
VALERIANI – FIORITO
IV: DI FIORE
ADD1: VALERI
ADD2 AURELIANO

UDINESE – LAZIO
CELI
MANGANELLI – TEGONI
IV: PADOVAN
ADD1: RUSSO
ADD2: DI PAOLO 

MERCATO – Restano in due, da Pescara il dopo Klose?

Sul fronte del mercato, il nome più caldo in casa Lazio è certamente quello di Eddy Onazi, la cui cessione porterebbe cash per gli acquisti. Per il nigeriano però in queste ore sembra andare spegnendosi la pista che porta in Bundesliga, dove il Werder Brema riterrebbe troppo alta la valutazione di 8 milioni data dal presidente Lotito e per questo avrebbe virato su Sambou Yatabarè, maliano classe ’89 dell’Olympiakos (ma di proprietà dello Standard Liegi), che costa meno di Onazi (circa 1 milione di euro) e che negli ultimi mesi ha visto il campo con più continuità rispetto al nigeriano. Che, a meno di nuovi clamorosi risvolti nei prossimi giorni, sembra dunque destinato a rimanere nella Capitale, almeno fino a giugno.

Così come Guerrieri: il portierino classe ’96, che da luglio ricopre il ruolo di terzo dietro Berisha e Marchetti, attende infatti ancora di poter fare il suo esordio tra i pali biancocelesti. Sulle sue tracce ci sarebbero Spezia, Ternana Frosinone, ma, secondo quanto rivela ‘lalaziosiamonoi’, la società non sembra intenzionata a privarsene in questo mercato di gennaio. Il presidente Lotito avrebbe risposto negativamente in particolare ai ciociari e agli umbri, con cui i contatti sono stati più frequenti. E che dunque dovranno rassegnarsi, almeno fino a giugno, quando si deciderà cosa fare in merito al futuro dell’ex Primavera.

In entrata, smentita nuovamente la pista Valdifiori (“Non ci sono riscontri in merito, non ho mai sentito Lotito su questo argomento“, le parole dell’agente a Sportitalia), si lavora invece per trovare l’erede di Klose, che a giugno dovrebbe lasciare la maglia biancoceleste. Tra i nomi circolati (Pellè, Pavoletti), secondo ‘lalaziosiamonoi’, sarebbe emerso nelle ultime ore quello di Lapadula, attaccante del Pescara rivelazione del campionato cadetto. Sul giocatore la concorrenza è amplissima (Juventus, Chievo, Empoli), per cui Tare avrebbe deciso di muoversi per tempo, chiedendo informazioni all’ex biancoceleste Massimo Oddo.

Sergio: “Pioli meglio quest’anno della stagione scorsa. Anderson? Ora deve aspettare…”

Ex terzino di Lazio e Udinese, Raffaele Sergio è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua” per fare il punto a pochi giorni dalla sfida che vedrà i biancocelesti scendere in campo proprio in Friuli, nella terza giornata di ritorno del campionato di Serie A.

Che partita sarà Udinese-Lazio? “Sarà una partita difficile per i biancocelesti, perché nonostante le difficoltà che sta incontrando secondo me l’Udinese è una buona squadra. Sicuramente i bianconeri avranno più pressioni sul momento visto che Colantuono sembra quasi all’ultima spiaggia, viste anche le dichiarazioni di Pozzo. La Lazio sta lentamente ritrovando un equilibrio che era mancato nella prima metà della stagione: vedo un atteggiamento diverso da parte dei giocatori, a prescindere dai risultati positivi che sono recentemente arrivati.

Saranno ancora Candreva e Keita gli esterni d’attacco titolari, o ci sarà una chance per Felipe Anderson? “Fossi in Pioli ora non cambierei molto, proprio in virtù dell’equilibrio ritrovato. Felipe Anderson dovrà attendere l’occasione giusta quando sarà chiamato in causa: i segnali che ha lanciato in questo senso nel match contro il Chievo sono incoraggianti.

Pioli ha spesso smentito i suoi detrattori, superando anche quest’anno un momento che lo aveva visto probabilmente arrivare ad un passo dall’esonero. “Pioli è stato molto bravo a gestire una fase così delicata. L’anno scorso Pioli era arrivato accompagnato da un mercato secondo me importante con gli arrivi di Basta, De Vrij, Parolo e Djordjevic. Quest’anno il mercato è stato più conservativo e teso al ringiovanimento della rosa. Il tecnico ha dovuto lavorare per ovviare la mancanza di quel salto di qualità che l’ambiente un po’ si attendeva. Alla fine dopo un anno e mezzo bisogna decidere se Pioli è un bravo allenatore o no. Io lo ritengo un ottimo tecnico, che è stato più bravo quest’anno, con tutte le difficoltà che ci sono state, rispetto alla scorsa stagione.

La Lazio sta soffrendo molto di più in difesa: “Secondo me l’infortunio di De Vrij ha scombinato i piani anche oltre quello che si poteva immaginare. Giudico molto positivamente l’arrivo di Bisevac, dotato dell’esperienza giusta per colmare la lacuna numerica che si era creata nel reparto difensivo. Lo stesso problema è identificabile a centrocampo con Biglia. Non ci sono giocatori con le stesse caratteristiche dell’argentino. Cataldi è cresciuto moltissimo, ma senza Biglia devono cambiare le caratteristiche di un centrocampo che senza il regista sudamericano non può giocare allo stesso modo.”

Sergio conosce molto bene anche la piazza di Napoli, che al momento si gode il primato in classifica in Serie A: “Ormai siamo oltre metà stagione: la Juventus ha trovato un grosso equilibrio, ma il Napoli produce il miglior calcio del campionato. L’unico punto interrogativo riguardante i partenopei è la necessità che tutti siano al massimo fisicamente. A livello numerico la squadra può avere più problemi rispetto ai bianconeri. L’Inter invece sta deludendo molto: Mancini cambia sempre formazione e non è una cosa positiva non aver trovato un assetto certo a questo punto della stagione. Dietro le due battistrada vedo meglio la Fiorentina, per il quinto posto Lazio e Milan potrebbero giocarsi l’Europa League. La Roma al momento ha le stesse problematiche dell’Inter, non ha un’identità chiara e questo costa molto in termini di punti.

Fabio Belli

Novità sulla petizione!

Una richiesta di civiltà per tutta la nostra città. Noi, come Laziochannel.it ribadiamo il medesimo concetto espresso già in precedenza quando decidemmo di aderire alla petizione lanciata dalla curva nord, contro le barriere innalzate nelle due curve dello stadio olimpico. Il popolo laziale e non solo, (visto che questa problematica colpisce tutti i cittadini che amano la libertà), vuole tornare ad esistere ed essere protagonista allo stadio, perché spetta di diritto a chi ha reso questo gioco il più bello al mondo, spetta di diritto ai tifosi. Questa petizione lanciata da pochi giorni ha già raggiunto la bellezza di 18325 firme, certi numeri ottenuti in così poco tempo fanno pensare che non è affatto precluso il traguardo delle 30 Mila sottoscrizioni. La nostra redazione, è sempre stata e sarà sempre, al fianco dei tifosi riconoscendo in loro la purezza di pensare esclusivamente al bene del proprio popolo, come ad esempio in questa circostanza, o tante altre battaglie già affrontate in passato. In questi giorni (per l’ennesima volta) si è di fronte ad uno scandalo generale nel mondo del calcio, che sembra sia ancora gremito di personaggi poco raccomandabili, gli stessi che non hanno mai perso occasione nell’ additare gli ultras come “male del calcio”. Si è potuto notare che, il male è non vedere più da qualche tempo i tifosi popolare lo stadio con bandiere, sciarpe e cori d’amore, per rivedere tutto questo consigliamo a chi ancora non l’ha fatto di firmare la petizione che troverete sul nostro sito Laziochannel.it o direttamente dal sito “Change.org” cercando la petizione “Eliminare le barriere in curva nord e in curva sud”. È una richiesta di civiltà per tutta la nostra città.

‘Dalla scuola allo stadio”, le parole di Lulic su 26 maggio e…scudetto

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Secondo appuntamento in casa Lazio con ‘Dalla scuola allo stadio: il modo giusto per sostenere lo sport‘. Questa mattina è stato il turno di Hoedt, Lulic e Keita, che hanno fatto visita all’Istituto ‘San Giuseppe al Trionfale’ di Roma. Di seguito le loro dichiarazioni riportate da lalaziosiamonoi.it.

Lulic: “Il 26 maggio? Più passa il tempo e più mi rendo conto di cosa abbia significato e di quanto sia stato importante il mio gol. Per me e tutta la squadra è stata un’emozione incredibile, perché un derby come quello non si vince ogni anno, ma rimane per sempre. Se avrei preferito essere in un’altra squadra? No, sono contento alla Lazio. La squadra che ci fa più paura? Noi non temiamo nessuno, ma rispettiamo tutti. Non abbiamo paura, perché in campo si scende sempre per vincere. Lo scudetto? Non l’ho mai vinto, speriamo un giorno di riuscirci, ci stiamo lavorando. Da piccolo giocavo sempre a pallone, sono cresciuto così. Anche voi, se volete diventare calciatori, dovete continuare a giocare e non smettere mai: dovete fare cosi se avete talento e magari anche voi un giorno farete di un hobby il vostro lavoro“.

Keita: “Dopo aver giocato nel Barcellona, la Lazio è la squadra che mi ha voluto di più e che mi ha dato più fiducia. La vita di un calciatore, nonostante qualcuno lo creda, non è semplice: ci alleniamo un’ora e mezza o anche due al giorno. È vero che abbiamo una bella vita, ma facciamo anche tanti sacrifici e passiamo momenti difficili. Il razzismo non dovrebbe esistere: spesso, a causa del risultato o del momento, in campo esce fuori il lato peggiore di una persona. Non credo succeda per cattiveria, purtroppo però simili episodi si verificano spesso. Come mi sento quando in campo ci applaudono? In realtà ci fischiano. No, a parte gli scherzi, è molto bello, è una soddisfazione. Il primo gol? Un’emozione unica che non si dimentica mai. A giocare ho iniziato a 7 anni“.

Hoedt: “Il giorno più bello della mia carriera è stato quando mi sono trasferito alla Lazio. Le simulazioni?  Io qualche fallo lo faccio, ma secondo me quando cade Keita non è vero (ride ndr). Gioco da quando avevo 5 anni e non mi sono mai fermato“.

Francesco Rutelli, ex sindaco della capitale racconta la sua lazialità

L’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli ha parlato della sua fede calcistica biancoceleste al programma radiofonico ‘Un Giorno da Pecora’. Ecco le sue parole:

“Sono l’unico sindaco ad aver sempre detto di essere un tifoso laziale, questa è la mia tessera dello stadio, sono abbonato da una vita”

Come mai, secondo lei, nessun sindaco ha dichiarato la propria fede biancoceleste? 

“Perché pare che a Roma ci sia un rapporto 7 a 1, tra tifosi della Roma e della Lazio. I sindaci del passato erano in prevalenza juventini e milanisti e si dichiaravano romanisti”. 

Si riferisce allo juventino Veltroni? 
“No, ha sempre dichiarato la sua fede”. 

Ignazio Marino invece per quale squadra tifava? 
“Non è chiaro, così come per Alemanno”

In quale settore dello stadio Olimpico è abbonato?
“Ho iniziato in curva, poi per tantissimi anni sono andato in Tribuna Tevere e quest’anno ho fatto un atto di fede: ho preso un abbonamento in Tribuna Montemario”. 

Si dice, però, che i tifosi della Lazio siano di destra, al contrario suo. 
“E’ vero, ma vi dico una cosa. La Roma fu voluta da Mussolini, che tento’ anche di unificare la Lazio, nel 1927, quando noi esistevamo già dal 1900″. 

Prosegua. 
“Lui voleva una squadra rappresentativa dell’incipiente impero, e attribuì il simbolo e il nome della città ad una squadra nata 27 anni dopo. Il paradosso è che i laziali sono più mussoliniani che i romanisti”.

Bruno Pizzul racconta la Lazio, domande e curiosità

In occasione della sfida contro l’udinese, la redazione di LazioPress.it ha contattato il noto tifoso bianconero, telecronista d’altri tempi e noto giornalista italiano, Bruno Pizzul, per parlare della partita di campionato e anche della storia della Lazio.

Che partita ti aspetti domenica?

Sarà sicuramente una partita molto delicata, soprattutto per l’Udinese che sta attraversando un periodo negativo con tre sconfitte consecutive dopo un periodo di bel calcio. La classifica sicuramente non è delle migliori. La Lazio viene da un momento positivo, nelle ultime uscite ha dimostrato di essere una grande squadra e sicuramente parte favorita. Mi aspetto una partita intensa, entrambe vorranno fare risultato, ma la qualità dell’organico biancoceleste è molto superiore”.

Come valuti il lavoro dei due allenatori?

Pioli è un ragazzo molto intelligente, i suoi problemi e quelli della Lazio sono dovuti soprattutto agli infortuni. Colantuono è arrivato in un ambiente particolare, ha avuto alti e bassi incredibili. Ad inizio campionato il suo andamento è stato molto positivo mentre adesso sta attraversando una fase difficile. La cosa più preoccupante non è la mancanza di risultati, ma l’atteggiamento che ha la squadra in campo. Quest’aspetto mi lascia piuttosto perplesso. Evidentemente ad Udine speravano di aver allestito un gruppo per raggiungere una salvezza tranquilla, ma i fatti dicono che l’organico è piuttosto modesto”.

Da una parte Klose, dall’altra Di Natale, i due uomini simbolo delle due squadre. Ti aspettavi un campionato così dei due?

Purtroppo l’età è quella che è. Di Natale quest’anno ha avuto molti problemi fisici ed è un peccato per un giocatore come lui che fa sempre la differenza. Klose non sta trovando la via del goal, non è più puntuale in zona rete come era prima. La mia impressione è che nessuno dei due giocherà domenica.”.

Cosa manca alla Lazio, per fare il definitivo salto di qualità?

Manca sicuramente la continuità, questa squadra alterna dei momenti di brillantezza a momenti di apatia totale. Se dovesse ritrovare la giusta continuità che ha già avuto nei momenti passati penso che possa tranquillamente lottare per la zona Europa League, i primi tre posti credo siano ormai non raggiungibili”.

C’è un giocatore che ti piace particolarmente nella rosa biancoceleste?

Felipe Anderson assolutamente. E’ un giocatore fantastico, possiede cambio di passo, rapidità, palleggio, tutte caratteristiche di un grande giocatore. Lo scorso anno ha fatto vedere cose incredibili, quest’anno mi pare che sia lui che la Lazio, vadano di pari passo. Non riesce a mantenere quella continuità che farebbe di lui un vero campione. Però devo dire che nelle ultime prestazioni sta tornando quello che tutti noi conosciamo. Poi devo aggiungere che alla Lazio servirebbe un po’ di tranquillità ambientale, questa lotta tra il presidente Lotito e la tifoseria non giova a nessuno ed è un vero peccato”.

C’è un aneddoto della sua lunga carriera da telecronista legato al mondo Lazio?

“Ce ne sono veramente tanti. Ricordo con piacere l’episodio della finale di Champions League disputata a Roma, tra i giallorossi e il Liverpool. Dopo la fine della partita che ha visto trionfare la squadra inglese, la città di Roma era divisa in du: da una parte il silenzio da funerale dei tifosi romanisti, dall’altra la festa dei tifosi biancocelesti che mi hanno riconosciuto all’uscita dello stadio e portato con loro a festeggiare nei locali per tutta la notte. Un altro è la finale di Coppa Uefa, a Parigi tra Lazio e Inter. Prima della partita ero con alcuni amici e parlando anche con qualche giocatore biancoceleste vedevo la loro convinzione di poter vincere il trofeo, erano quasi spavaldi in questo. Poi però il campo ha detto altro, con i nerazzurri che hanno trovato in Ronaldo l’uomo in più per vincere quella coppa”.

Il giocatore più forte della storia della Lazio secondo te?

“Io impazzivo per Vincenzo D’Amico. Siamo amici tutt’ora. Per me era un genio, aveva una tecnica da grande campione. Ricordo un episodio con lui. Una volta stavo pranzando con il presidente della Roma Viola, in un ristorante si era appena ritirato dal calcio giocato Pele, appena mi vide venne vicino a noi e disse: “A dottò, ora che si è ritirato lui sono io il più forte”. Era un ragazzo con tanta autostima di sé, devo dire che era veramente un grandissimo giocatore”.

Berisha – Marchetti: A Pioli l’ultima sentenza

Il rientro in gruppo di Federico Marchetti, dopo lo stiramento procuratosi durante l’esultanza contro la Sampdoria, potrebbe creare uno di quei grattacapi che tutti gli allenatori vorrebbero, soprattutto Stefano Pioli, che quest’anno di esuberi ne ha avuti veramente pochi.

Etrit Berisha, secondo portiere della Lazio ultimamente ha convinto un po’ tutti, con delle prestazioni di spessore, nonostante alcuni momenti di incertezze difensive.
Il portiere albanese era dato in partenza per Giugno, con l’ingresso al posto suo di Lovre Kalinic dell’Hajduk Spalato, ma le ultime partite giocate con autorevolezza e determinazione, lo stanno facendo rientrare di diritto tra i preferiti del Mister.

Resta il fatto che il numero uno rimanga Federico Marchetti, Berisha dal canto suo parando l’ultimo rigore, per nulla facile ad Alberto Paloschi domenica contro il Chievo, ha almeno lasciato uno spiraglio per la permanenza nel club biancoceleste.

Tounkara, una cena che sa di addio?

“Grazie di tutto ragazzi”, con questa frase il giovane e promettente Mamadou Tounkara saluta i tifosi della Lazio, pubblicando una foto sul suo profilo Facebook, che lo ritrae in compagnia di amici e persone a lui vicine, durante una cena di saluti. L’incontro si è svolto ieri sera, ed era presente anche il primavera Luca Germoni, suo compagno ed amico.

Il classe ’96 approderà presto a Salerno, dove vestirà la maglia granata e ritroverà il difensore Franjo Prce e Oikonomidis, entrambi ex compagni di squadra.

#ultimacena #graziedituttoragazzi ✌🏾️

Una foto pubblicata da Mamadou Tounkara (@tounkara_9) in data:

RASSEGNA STAMPA – L’ex Siviglia è il nuovo club manager della Ternana

La Ternana calcio ha annunciato di aver sollevato dall’incarico di direttore sportivo Gugliemo Acri ed il suo staff. Contestualmente la società ha reso noto di avere affidato l’incarico di Club manager all’ex difensore della Lazio Sebastiano Siviglia.

Fonte : Il Corriere dello Sport

RASSEGNA STAMPA – Klose chiede più cross: e Candreva lo accontenta

Una settimana fa, subito dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia contro la Juve, il centravanti della Lazio Miro Klose aveva lanciato l’allarme: “Da quattro anni e mezzo (ossia da quando si è trasferito in biancoceleste, ndr) sono abituato ad avere pochi palloni per segnare. Se siamo già in vantaggio bisogna crossare e avere almeno 2-3 giocatori in area. Noi non crossiamo mai, forse abbiamo paura di sbagliare e ricevere i fischi dello stadio”. Studia già da tecnico, il tedesco. Che ha posto in evidenza le difficoltà della Lazio in fase di costruzione della manovra.

LAZIO GUARITA DAL “MAL DI CROSS” – Contro la Juve la squadra di Pioli ha chiuso con zero tiri in porta e appena 13 cross, tutti totalmente inefficaci. Troppo poco per un quarto di finale di Coppa, in cui la Lazio si giocava gran parte delle sue chance di conquistare l’obiettivo Europa. Le parole di Klose hanno risuonato forte e chiaro all’interno dello spogliatoio e, a giudicare dalla successiva partita con il Chievo, sono state anche recepite dai suoi compagni. Già, perché nell’ultima gara di campionato – anche se Klose è partito dalla panchina – la Lazio ha chiuso addirittura con 40 cross, di cui 8 andati a buon fine.

Fonte: La Repubblica

RASSEGNA STAMPA – Salvate il soldato Felipe Anderson

Recuperatelo, fatelo giocare, dategli una chance. Deve ritrovare il sorriso, ha bisogno di divertirsi, non può finire così. E’ l’unico che può riaccendere l’entusiasmo, trascinare la Lazio in Europa e salvare la stagione. Chiede spazio Felipe Anderson, non ha intenzione di mollare, vorrebbe ripartire dall’Udinese. Il brasiliano cercherà di mettere in difficoltà Pioli, proverà a soffiare il posto a Keita, farà l’impossibile per evitare l’ennesima panchina consecutiva. Nel 2015 esplose definitivamente alla quarta di ritorno, un anno dopo sogna il riscatto e una maglia da titolare: il Pipe non aspetta altro, ha spazzato via il Manchester Utd, resterà a Roma almeno fino a giugno, ha deciso senza ascoltare nessuno. Per la società rappresenta un patrimonio prezioso, Lotito e Tare non lo hanno mai abbandonato, ci puntano fortemente. Anche mister Pioli è consapevole di allenare un potenziale top-player: sei gol e quattro assist in trenta presenze (tra campionato, Europa League e Coppa Italia), può fare di più, non c’è dubbio, deve solo sbloccarsi, basta una giocata. Anderson paga l’andamento negativo di tutta la squadra, caratterialmente è molto debole, nelle difficoltà (a volte) affoga senza reagire.

Fonte : Il Tempo

Tavecchio sull’inchiesta “Fuorigioco”: “Prima di agire voglio vedere gli atti”

L’inchiesta di Napoli? Risponderò dopo che ho visto di cosa si tratta. Se sono deluso? Bisogna vedere gli atti e poi faremo quello che dovremo fare“. Il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, si esprime così in merito all’inchiesta ‘Fuorigioco‘ che vede indagati 64 tra calciatori, procuratori e dirigenti di club di serie A e B per reati tributari, dall’evasione fiscale alle false fatturazioni.

Non si sbilancia nemmeno il presidente della Lega Serie A, Maurizio Beretta, a Roma per il consiglio Figc: “In questa fase dobbiamo vedere cosa accade. C’è un’inchiesta in corso e in questo momento non è appropriato fare nessun tipo di commento“, si limita a dire il numero uno della Lega di serie A.

Fonte: Adnkronos

COPPA ITALIA – La Juve annienta l’Inter e ipoteca la finale

E sono 14 le vittorie consecutive della Juventus. Che non si ferma più in campionato e sfreccia anche in Coppa Italia. Nell’andata delle semifinali si è mangiata in un solo boccone l’Inter in piena crisi di identità, tanto cambiata da Mancini rispetto allo sciagurato 1-1 con il Carpi, ma altrettanto molle e inconcludente, e poi rimasta in 10 per l’espulsione di Murillo. I bianconeri sono già praticamente in finale: che l’Inter ribalti tra poco più di un mese la batosta di questa sera è quasi fantacalcio. Allegri, dopo avere risistemato tante cose, ha ritrovato questa sera l’unico che era ‘disperso‘, quel Morata a digiuno di gol da tanto tempo e spesso intristito in panchina. Lo spagnolo ha reagito con una doppietta, dopo un inizio di partita nervoso, tra calci presi e dati e poco altro.

LA RINASCITA DI MORATA – Il penalty segnato ad un pararigori della fama di Handanovic lo ha sbloccato mentalmente, Morata si è ripetuto spedendo al volo un rinvio infelice di Pogba ed ha avuto altre due nitide palle-gol, di piede e di testa. Ma può accontentarsi, felice anche della grande festa che gli hanno fatto i compagni, più ancora che i tifosi. Morata aveva segnato un solo gol in campionato, al Bologna, due in Champions, pesanti, a Manchester e con il Siviglia, ma ormai lontani nel tempo. Allegri ha scelto l’occasione giusta per il riscatto di Morata, alla disperata ricerca del gol perduto, in coppia con Mandzukic lasciando in panchina Dybala; il forfait dell’ultima ora è stato quello Sturaro, influenzato, e a centrocampo c’è stato posto per Asamoah, con Pogba spostato interno a destra, al fianco di Cuadrado. L’Inter era quasi completamente diversa rispetto a quella che ha pareggiato con il Carpi: solo 4 (Handanovic, Murillo, Melo e Ljajic) i confermati della formazione iniziale di domenica. Felipe Melo, ex bersagliato dai fischi, ha provato a scuotere l’Inter ed è stato il primo tiro, ma Neto ha bloccato con facilità. Sarebbe stato l’unico tiro in porta dei nerazzurri in 90′.

LE AZIONI SALIENTI – Un rasoterra di Cuadrado, in gran forma, ha scaldato la Juve, che al 10′ aveva protestato per un mani di Medel in area, una girata di testa di Jovetic lontanissima dalla porta ha chiuso i tentativi dell’Inter. E la Juve è passata con il rigore di Morata per il contatto tra Murillo e Cuadrado, tra le proteste dei nerazzurri. Il raddoppio di Morata (18’st) ha depresso ancora di più l’Inter rimasta con un uomo in meno al 25′: scatto e progressione di Cuadrado ed Inter nel pallone: D’Ambrosio e Nagatomo si sono arresi, non Murillo, ma con un fallo al limite: seconda ammonizione e partita finita. Il tecnico nerazzurro, sfottuto dalla curva sud bianconera che ha esibito il cartello “Mancini, l’8 marzo cosa fai?”, ha provato ad evitare il tracollo mettendo forse un altro difensore, Juan Jesus, ma Dybala ha affondato ancora il coltello nella piaga: 3-0 e per l’Inter la Coppa Italia sfuma.

Fonte: Ansa

 

Il killer del carabiniere confessa: “Dovevo vendicare i miei figli…”

AGGIORNAMENTO delle 20:30 – Si è costituito e ha confessato l’omicidio, organizzato per vendicare i figli, il killer del maresciallo dei carabinieri Antonio Taibi, 47 anni, in servizio presso la caserma di Carrara, ucciso stamani intorno alle ore 7,30, sulla porta della sua abitazione, in una palazzina di via Monterosso, nella zona vicino all’ospedale. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo fermato, Roberto Vignozzi (72 anni, residente Carrara, un ex postino in pensione) avrebbe suonato il campanello della casa del militare presentandosi come un musicista. Appena Taibi ha aperto la porta, è stato assassinato con un colpo di arma da fuoco. Poi il killer è fuggito portando l’arma con sé. Sentendosi senza via di scampo, vista la mobilitazione delle forze dell’ordine, avrebbe deciso di costituirsi. L’ipotesi è quella della vendetta per i guai giudiziari dei figli di Vignozzi: “Ha rovinato la vita a me e ai miei figli, mi sono vendicato“, avrebbe detto l’uomo fermato e sentito in caserma.
Sembra che Taibi abbia avuto a che fare con i figli di Vignozzi quando era in servizio al nucleo operativo di Carrara, dove seguì una serie di vicende che li avrebbe coinvolti. Le indagini dei carabinieri sono coordinate dal sostituto procuratore Alberto Dello Iacono. Gli investigatori hanno sentito diverse persone e testimoni per far luce sulla dinamica dell’omicidio. Si stanno facendo anche verifiche per capire se Roberto Vignozzi ha agito da solo oppure se ha potuto contare su alcune complicità. Il sottufficiale dell’Arma, 47 anni, aveva il grado di maresciallo aiutante. Lascia la moglie e due figli, 16 e 21 anni.

Il premier Matteo Renzi, si apprende da fonti di Palazzo Chigi, ha chiamato il comandante generale dell’Arma dei carabinieri Tullio Del Sette per esprimere il profondo cordoglio e la vicinanza del governo per la morte del maresciallo.

Fonte. Adnkronos

Un carabiniere è stato ucciso stamane nella sua abitazione, nel centro di Carrara, a pochi passi dall’ospedale. L’assassino prima è fuggito a piedi poi si è costituito. Ora è sotto interrogatorio in procura. Ancora sconosciuti i motivi del gesto.

La vittima, secondo l’Ansa,  ha 47 anni, ed era in servizio a Massa (Massa Carrara). La strada dov’è avvenuto l’omicidio è stata chiusa. L’assassino, avrebbe suonato alla porta dell’abitazione del militare (sposato e con due figli), e avrebbe fatto fuoco appena lui è apparso sul pianerottolo. Il cadavere è stato trovato dalle donne delle pulizie dopo aver udito dei colpi di arma da fuoco.

Non si conosce ancora il motivo che ha spinto l’uomo a freddare il carabiniere che prestava servizio nella caserma di Massa.