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Biglia dopo l’incontro arbitri-società: “Sto bene, ora voglio…”

A partire dalle 11:30 di oggi, presso la Sala Conferenze dello Stadio Olimpico, si sta svolgendo l’incontro tra arbitri e dirigenti, allenatori e calciatori appartenenti alle società di Serie A. A rappresentare la Lazio sono arrivati con un’ora di ritardo: Claudio Lotito, il vice di Stefano Pioli Giacomo Murelli e Lucas Biglia. Alla riunione presente il presidente della Figc Tavecchio, il Presidente dell’Associazione Italiana Arbitri Marcello Nicchi, insieme ad altri esponenti della Federazione Italiana Giuoco Calcio.

AGGIORNAMENTO ORE 14.00 – Alla fine della riunione anche il team manager Maurizio Manzini che ha commentato così l’incontro avvenuto in mattinata: “Si è parlato di un’attenzione maggiore per situazioni come il fuorigioco. E’ stato un buon incontro, a noi società è stato chiesta dagli arbitri massima collaborazione. Mentre l’argomento sulla sospensione di Lazio-Napoli non è stato toccato”.

AGGIORNAMENTO ORE 13.45 – Dopo l’allenatore in seconda arriva anche la dichiarazione del capitano Lucas Biglia: “Sto bene, voglio tornare presto“.

AGGIORNAMENTO ORE 13:35– Al termine dell’assemblea l’allenatore in seconda Giacomo Murelli ha rilasciato questa dichiarazione sul momento Lazio: “Se la Lazio riuscirà a riprendersi? Sì, stiamo lavorando per questo”.

Reja: “Deprimente l’Olimpico vuoto, mi piacerebbe che tornasse pieno”

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In occasione dell’incontro tra arbitri, dirigenti, tecnici e capitani di A, ha parlato il tecnico dell’Atalanta (ed ex laziale) Edy Reja, queste le sue dichiarazioni: “Dall’arrivo di Pioli mi pare che qualcosa di positivo nella Lazio ci sia stato, poi può capitare che in alcuni momenti le cose non girino bene. Ci sono stati poi parecchi infortuni, soprattutto al centro della difesa. Quando giochi in Europa ne capitano sempre parecchi, anche io ne ho avuti tanti. I tifosi? Anche io ho avuto difficoltà con loro, perché in alcuni momenti non ne ho condiviso le scelte. Quando sono subentrato a Petkovic, eravamo a circa metà classifica, poi ci siamo rialzati e in 20-21 partite abbiamo portato a casa 36 punti. Abbiamo sfiorato di un soffio l’Uefa e allo stadio c’erano 3-4 mila persone. Vedere l’Olimpico vuoto è deprimente, soprattutto per i ragazzi, che mi chiedevano dove stavamo giocando. Questo non aiuta. Anche se non credo che verrò ascoltato, vorrei dire che quando uno ama la Lazio deve partecipare sempre, perché i valori della squadra vengono prima di qualsiasi motivo di contestazione. La Lazio ha un patrimonio straordinario e in alcune partite lo stadio era pieno, era un’emozione vedere questi colori bianchi e azzurri. Mi piacerebbe che quei tempi ritornassero“.

Cori a Koulibaly, la versione dell’arbitro Irrati

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A quasi una settimana di distanza, non accenna a placarsi l’eco delle polemiche per i cori razzisti rivolti dai tifosi della Lazio al difensore del Napoli Koulibaly, che hanno portato all’interruzione per alcuni minuti del match dell’Olimpico tra biancocelesti e partenopei. A parlare stavolta è il protagonista della vicenda, l’arbitro Massimiliano Irrati, che, in occasione dell’incontro tra arbitri, dirigenti, tecnici e capitani di serie A, ha voluto chiarire i motivi che lo hanno spinto ad adottare il provvedimento di sospensione della gara. Queste le sue parole, riportate da ‘TMW’: “Koulibaly aveva sentito i cori e a fine partita è venuto a salutarmi. Era opportuno fermare la partita, io non ho fatto altro che applicare il regolamento. Pioli ha avuto da ridire? Sono io l’arbitro, non lui. Comunque mi ha fatto piacere ricevere tante attenzioni“.

Cagni: “La crisi dell’attacco della Lazio parte dalle corsie esterne. Pioli tecnico equilibrato.”

Ex Hellas Verona e Genoa fra le tante squadre allenate di carriera, Luigi Cagni è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua“, per fare il punto su Lazio-Verona di giovedì prossimo, senza dimenticare un giudizio sulla sfida in casa dei grifoni disputata sabato sera.

Sabato ho visto una partita tra due squadre che hanno dimostrato di stare molto bene fisicamente. Sotto l’aspetto dell’aggressività e dell’agonismo è stato un grande match. Per quanto riguarda la Lazio le note positive riguardano l’atteggiamento e la sensazione di crescita fisica emersa dall’incontro, a dispetto di un campo che non era adeguato per una partita di Serie A. I biancocelesti devono essere meno altalenanti sul piano del gioco, ritrovando la continuità potrà tornare ad essere una Lazio anche bella da vedere.

Alla luce della classifica la stagione della Lazio è ormai compromessa? “E’ stata un’annata diversa, l’anno scorso funzionava tutto, stavolta partendo dal preliminare le cose si sono complicate sin dall’inizio. Per l’Europa mancano ancora tante partite, a parte la questione a due per lo scudetto mi sembra ancora tutto aperto. Contro il Verona giovedì non sarà facile, anche se contro Atalanta e Inter hanno dimostrato di non mollare niente. La Lazio dovrà sfruttare le lacune gialloblu nella fase difensiva, provando a recuperare gli elementi infortunati.”

L’attacco della Lazio sta soffrendo con nessuna delle punte centrali che sta apportando il rendimento sperato: “Non credo sia un problema di qualità, Matri, Djordjevic e Klose hanno dimostrato di essere grandi giocatori nella loro carriera. Secondo me manca il giusto apporto dalle corsie esterne, a sinistra manca forse qualità, non arrivano i cross e i suggerimenti giusti. Poi anche gli infortuni hanno avuto un peso grandissimo su tutta la stagione. Quello che non si considera è che quando mancano i big, anche la qualità degli allenamenti e del lavoro in generale diventa più difficile e scadente.

Tra pochi giorni per la Lazio riprenderà anche l’avventura in Europa League. “Bisogna recuperare energie nervose, una Lazio al meglio ha sicuramente i mezzi per battere il Galatasaray. Pioli mi sembra abbastanza sereno e lucido, deve trasmettere questa tranquillità ai ragazzi. Si tratta di un tecnico equilibrato che all’occorrenza ha saputo mettere in discussione se stesso. I risultati possono essere altalenanti, ma la qualità del lavoro nel suo caso non manca e ci deve essere uniformità e coerenza di giudizio nei confronti di Pioli.

Sul campionato: “Ormai siamo a quattordici partite dalla fine e le squadre che si giocheranno lo scudetto saranno Napoli e Juventus. Bisognerà vedere come i bianconeri reggeranno l’urto delle tre competizioni. Lo scontro diretto potrebbe diventare decisivo solo se vincesse il Napoli, che poi si troverebbe a giocare, con gli scontri diretti favorevoli, un cospicuo vantaggio di cinque punti. Alle loro spalle ci sarà un gruppo che si giocherà l’Europa: per la retrocessione invece prevedo alla fine una lotta più ampia di quanto non dica ora la classifica.

Fabio Belli

LAZIO SOCIAL – Marchetti ringrazia per gli auguri e fa una promessa…

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Ha compiuto proprio ieri trentatre anni. Ma, a parte la lieta ricorrenza, per Federico Marchetti non ci sono tanti motivi per festeggiare: il portiere veneto, che della Lazio è uno dei decani, sente infatti forse più di tutti il momento di difficoltà attraversato dalla squadra di Pioli. Nonostante tutto, però, la fiducia non gli manca e, attraverso il proprio profilo Twitter, ha inviato un messaggio di tranquillità a compagni e tifosi. Approfittando dell’occasione, ha ringraziato per i tanti auguri ricevuti e contemporaneamente ha rassicurato l’ambiente: “Grazie a tutti per gli auguri! È un momento complicato, ma ne usciremo. Un abbraccio“, il contenuto del ‘cinguettio’. Della serie, la speranza è l’ultima a morire…

Biglia-Inter, spunta un clamoroso retroscena

L’Inter a gennaio aveva messo le mani su Lucas Biglia. A rivelare il clamoroso retroscena, ad una settimana dalla chiusura della sessione invernale del mercato, il portale ‘calciomercato.com’, secondo cui il da nerazzurro Ausilio sarebbe stato ad un passo dal piazzare il colpo per portare il regista biancoceleste alla corte di Roberto Mancini. Secondo il sito internet, il club milanese avrebbe destinato all’affare parte dei soldi ricavati dalla cessione di Guarin in Cina, offrendo alla Lazio una cifra intorno ai 15-16 milioni di euro più bonus e alcune contropartite. E problemi non ci sarebbero stati nemmeno nel trattare con l’agente dell’argentino, che si sarebbe detto favorevole ad un approdo sui Navigli del suo assistito. Insomma, la trattativa – per la quale si sarebbe mosso in prima persona anche il vice presidente interista (e connazionale di Biglia) Javier Zanetti – era davvero vicinissima alla conclusione, e invece alla fine è saltato tutto. I motivi? Due in particolare: il primo il ritardo nelle operazioni di trasferimento in Oriente del colombiano, il secondo l’infortunio, l’ennesimo della stagione, occorso al Principito. Il cui futuro potrebbe tuttavia ancora tingersi di nerazzurro: a giugno infatti l’Inter potrebbe bussare nuovamente alla porta di Formello, nonostante le indiscrezioni che la danno sulle tracce di Banega (che agisce nello stesso ruolo di Biglia) e Soriano. Staremo a vedere…

TEMPI BELLI – Dovremmo monetizzare questo nostro grande amore

Dovremmo monetizzare questo nostro grande amoreperché è ora di fare i conti, anche se siamo ancora a febbraio e ci aspettano ancora quattro mesi di divertimento folle. Un rollercoaster di zero a zero che, per dirla un po’ come Mandrake di Febbre da Cavallo, solo a pensarci ci viene la commozione, anzi, non lo vedete, abbiamo un groppo in gola.

Dovremmo monetizzare con dei video virali o dei post svergognati, da 7000 mi piace. Un po’ come fanno i nostri giocatori, più attivi sull’arena dei social network che su quella verde dei campi da gioco. La gara per fare gli auguri a De Vrij è stata serratissima, quella per segnare a Perin un po’ meno. Chi si è impegnato di più era il più vecchio in campo, che almeno per luogo comune dovrebbe essere quello che utilizza meno ‘ste cose.

Tu immagina i bond, di questo nostro grande amore: perché, caro procuratore di Biglia, per rifiutare certe offerte bisogna essere dei grandi professionisti, ma guarda che anche per rifiutare l’amore incondizionato della gente laziale ci vuole un fegato che manco The Hateful Heigt: eppure voi lo fate sistematicamente, quattro mesi da stella vi fanno pensare ad altre maglie, altri lidi, forse altri stipendi. Senza capire che qui, caro Felipe stiamo parlando anche con te, potevate guadagnarvi l’immortalità. Bond d’amore fruttiferi più di quanto si possa immaginare offrendosi a destra e a manca: “Io me ne voglio andare perché qui non c’è un progetto, possibile che nessuno voglia spendere 50 milioni e 8 l’anno d’ingaggio per giocatori di una squadra da nono posto?

Questo nostro grande amore non ha lunedì neri, non conosce default. Senza banche centrali, senza WTO. Ci svegliamo la mattina convinti di tifare per i colori più belli del mondo e questa è l’unica convinzione che non si svaluta. Non come la classifica che ormai sembra un enorme cielo grigio a perdita d’occhio, non come le speculazioni di mercato, tra chi proprio non vuol comprare e chi vuol fare di tutto per vendersi. Il nostro indice è sempre al rialzo, il nostro pollice sempre in su, le nostre curve segnano sempre sorrisi.

Bisognerebbe prendere l’ispirazione da questo nostro grande amore per un libro, una serie o per un film commerciale: in 402 sale la Vigilia di Natale. Altro che Checco Zalone, altro che Di Caprio nel remake di Masha & Orso: ci vorrebbe un Paolo Sorrentino per girare “La Pazienza dei Tifosi Laziali”, che non è La Solitudine dei Numeri Primi perché siamo tanti e pure incazzati. E vorremmo dire basta alle occasioni sprecate e vorremmo che il “non oso” non fosse sempre agli ordini dell'”io vorrei”, come il povero gatto della favola. E allora l’anno prossimo, perché è già tempo di pensarci all’anno prossimo, sarebbe giusto investire una volta tanto non su procuratori slavi, giovani di altri continenti o incastri di compravendita all’ultimo minuto del 31 agosto. Rivalutiamo il vecchio cuore biancazzurro, tutti, dai tifosi alla dirigenza, indirizziamo ogni decisione solo verso questo nostro grande, infinito amore per lei, la Lazio.

Potremmo vivere anche solo dei diritti SIAE.

Fabio Belli

Un fascia senza padroni, è la Lazio dei “capitani”

Come riporta oggi il “Corriere dello Sport“, la squadra biancoceleste quest’anno ha tanti rappresentanti della squadra, e alla fine della fiera “forse” questo crea in piccola parte un po’ di instabilità dentro lo spogliatoio. Stefano Mauri l’aveva lasciata a Giugno per poi riprendersela a Marassi sabato sera. L’aveva già portata in altre due occasioni, contro l’Udinese alla terza giornata del girone d’andata (vinta dagli uomini di Pioli per 2-0, doppietta di Matri), e contro il Rosenborg in Europa League (22 Ottobre 2015, partita vinta per 3-1).

Ad oggi il capitano è Lucas Biglia, che però per svariati problemi è sempre costretto a saltare tante partite. L’argentino in estate all’unanimità fu insignito della qualifica di rappresentante della squadra con “onori” e “oneri“, ed era considerato l’allenatore in campo. Tanti mugugni, uno su tutti quello di Antonio Candreva, che voleva essere identificato come “leader” di squadra e tifoseria. Poi a Leverkusen accettò la fascia consegnatagli da Pioli dopo un colloquio chiarificatore fra i due. Lulic e Klose furono sin da Luglio nominati i vice Biglia. Sia il tedesco che Senad hanno avuto sporadiche occasioni di indossarla in qualche partita.

All’interno dello spogliatoio il fattore dell’anzianità viene considerato importante. Ecco perché in passato era considerato Stefan Radu dopo Mauri il primo della lista in fatto di anzianità di servizio. Nelle ultime settimane si è aggiunto il settimo capitano: si tratta di Abdoulay Konko, biancoceleste dal 2010, quando venne acquistato per sostituire Lichtsteiner, ceduto alla Juve. Il francese era stato capitano a metà dicembre con il Saint Etienne e ha portato la fascia anche domenica scorsa a Udine.

Super Bowl 50 ai Broncos, Carolina Panthers ko

I Denver Broncos si aggiudicano il Super Bowl. Battendo i Carolina Panthers 24 a 10. I Broncos di Peyton Manning dominano l’incontro fin dalle prime battute e non sono mai in svantaggio. Manning esce dal campo a pochi secondi dal finale e si gode una standing ovation dello stadio: potrebbe essere la sua ultima partita, la fine di una gloriosa carriera nel football.

Ma il campione non conferma le indiscrezioni: ”Mi prendo del tempo per riflettere. Stasera berro’ molta Budweiser” dice Manning di fronte alle telecamere che lo assediano. L’evento sportivo piu’ seguito d’America si apre con tutte le star del football, anche Tom Brady, fischiato dal pubblico. La difesa dei Broncos funziona alla perfezione. E sembra impenetrabile anche per il quarterback dei Carolina Panthers, Cam Newton, a cui piace paragonarsi a Superman e che ha spinto la sua quadra fino alla partita al Levi’s Stadium di Santa Clara, in California. Fra i migliaia di spettatori sugli spalti, molti vip: da Catherine Zeta-Jones e Michael Douglas a Justin Bieber e suoi amici, da David Beckham e suo figlio Brooklyn a Kate Hudson. Le regine della serata sono pero’ Lady Gaga e Beyonce‘.

Lady Gaga, con un completo pantalone rosso di Gucci e scarpe con i colori della bandiera americana, canta l’inno nazionale, mandando in visibilio il pubblico e la rete. ”Cantare l’inno al Superbowl e’ il mio sogno” afferma, sottolineando che fin da piccola si esibiva nell’inno ispirandosi a Whitney Houston. Beyonce’ e’ la regina dell’halftime: la star compare accanto ai Coldplay e Bruno Mars. Si esibisce con loro, ma e’ la vera regina con una mise e pose che ricordano Michael Jackson negli anni 1990. Si riprende mentre sta per cadere quando canta la canzone lanciata poche ore prima, e poi al termine dello show annuncia il suo nuovo tour mondiale. Il sito della cantante viene preso d’assalto ed e’ inaccessibile, sommerso dai contatti. Beyonce‘ poco prima della performance ha ricevuto – secondo indiscrezioni riportate dalla stampa americana – 10.000 rose dal marito Jay Z.

Uomo colpito da “meteorite”. Primo caso al mondo di decesso

Un uomo è stato ucciso da un meteorite in India. Il primo caso di decesso nella storia avviene in un modo singolare e per tanta sfortuna del mal capitato. (secondo gli astronomi essere colpiti da un meteorite ha una probabilità di 1 su 700mila e il protagonista della vicenda è quell’uno).

Sono stati gli agenti della polizia forense a stabilire lo strano caso. Nella buca profonda circa 80 centimetri non sono state trovate tracce di esplosivo. E’ stato invece rinvenuto poco distante dalla zona d’impatto un pezzo del corpo celeste che ha causato la morte dello sfortunato autista.

Non è così improbabile vedere meteoriti che si schiantano sulla Terra. Ma questo è probabilmente il primo caso documentabile in cui a perdere la vita è un essere umano. Il caso più eclatante della storia moderna ci riporta al 2013 quando in Russia, a Chelyabinsk,un grosso meteorite è esploso nell’impatto con l’atmosfera provocando seri danni a centinaia di edifici e ferendo circa un migliaio di persone.

Fonte: tgcom24

Stefano Mauri, l’usato garantito

Cercasi disperatamente “attaccante” capace di buttarla dentro in tutti i modi. Che sia alla Pippo Inzaghi, quindi con il 95 % del corpo o alle Beppe Signori tutto classe e polmoni, la musichetta non cambia. La squadra non riesce più a segnare e questo segnale è molto preoccupante.

Perché è vero che contro il Genoa la difesa ha retto bene con Hoedt e Mauricio, ma c’è stata molta inconcludenza e disordine in attacco. Klose, Matri, Djordjevic, Kirshna e Keita, non riescono, chi per un motivo chi per un altro, a essere produttivi ed efficaci.

Ecco che mister Pioli potrebbe affidarsi a Stefano Mauri, l’ex capitano rivisto in campo nella sfida del “Marassi“. “Il lavoro del brianzolo – sottolinea l’edizione odierna de Il Corriere dello Sport – potrebbe infatti essere utile in zona gol, grazie ai suoi movimenti di gioco che in tante occasioni hanno mandato in gol i compagni di squadra“.

Felipe Anderson, “talento cristallino” dalle emoticon facili

A volte la tecnica, quando è fine a se stessa, lascia il tempo che trova. La domanda è lecita: come si può avere un tale talento, quasi cristallino ma non avere, o avere a tratti (troppo alterni) il carattere, la consapevolezza e la tenacia per metterlo a disposizione della squadra?

Ebbene sì, parliamo di Felipe Anderson. In questo momento di difficoltà, nel quale l’esperienza, il tasso tecnico e la capacità di saper risolvere le partite, dovrebbero portare il giocatore di Brasilia a prendersi per mano la squadra (o quantomeno provarci), il giocatore nulla di tutto ciò combina, è impalpabile, inconcludente. Lo vediamo in campo a tratti, alcuni momenti è presente, ma comunque la sua manovra non è produttiva né efficace. Altri sparisce completamente dal gioco, e diventa totalmente avulso per la squadra.

Campare di rendita” in uno sport è una cosa impossibile, e Felipe sta facendo di tutto per far rimpiangere quel “furetto“, tanto forte e veloce, che l’anno scorso seminava il panico nelle difese avversarie, con colpi d’estro e stravolgimenti.

La sensazione è che il giocatore ne voglia poco di calcare l’Olimpico, e perché (forse) le sue attenzioni sono proiettate verso altri lidi, e perché l’ambiente (a cominciare dalla società), non garantirebbero serenità nemmeno al più veterano dei campioni.

Una considerazione va fatta, e sulla base del concetto della “professionalità“. Che Anderson vada via o meno a Giugno, o che magari avrebbe preferito farlo durante questa finestra di mercato poco importa. Quando sei un professionista, dimostri fino all’ultimo la tua serietà in campo e fuori. E queste qualità ovvero la competenza, la costanza dell’impegno, la scrupolosità e la dedizione, ultimamente non fanno parte di questo “talento cristallino” dalle Emoticon facili.

Meno “Twitter” più “Allenamenti”.

RASSEGNA STAMPA – Biglia ha fretta di tornare in campo

Lucas Biglia corre verso il recupero, provando ad anticipare i tempi. Ha ripreso la preparazione in modo differenziato e cercherà di forzare per tornare a disposizione (almeno per la panchina) già dall’anticipo di giovedì nell’anticipo della Lazio col Verona. Lo staff medico frena, per prudenza si pensa a riportarlo in campo per i sedicesimi di andata di Europa League con il Galatasaray a Istanbul. Tra oggi e domani Pioli prenderà una decisione. Vale a dire o forzare i tempi per averlo contro il Verona o attenderlo per la  la sfida con i turchi. Dovrebbe tornare in campo Bisevac, scontato il rientro di Radu, idem Candreva. Più incerta, la situazione di Onazi, non convocato per Genova.

Fonte : Il Corriere dello Sport

RASSEGNA STAMPA – L’attacco non segna più, Pioli si consola con la difesa

Lo 0-0 contro il Genoa non può certo lasciare soddisfatto il tecnico della Lazio Pioli. La sua squadra conferma gli enormi problemi in fase offensiva (anche se questa volta almeno si contano 2 tiri in porta, più una traversa colpita da Mauri), visto che sono ormai 3 partite consecutive di campionato che non riesce a esultare per un gol.

SEGNALI INCORAGGIANTI DALLA DIFESA – Ma se è vero che davanti non si segna, è altrettanto vero che dietro – proprio nel reparto più critico (e criticato) di questo inizio di stagione – arrivano segnali incoraggianti. Nonostante l’ultimo acquisto Milan Bisevac sia già ai box (dopo due partite consecutive in meno di una settimana, una ricaduta muscolare era abbastanza prevedibile per un giocatore inattivo da mesi), la coppia Mauricio-Hoedt si sta mettendo in evidenza con prestazioni positive. La parte del bicchiere mezzo pieno della partita di Sabato, infatti, è che i due centrali sono stati i migliori in campo, integrandosi alla perfezione nel duro compito di arginare Pavoletti, uno degli attaccanti più in forma del momento. Il brasiliano si è occupato del lavoro sporco, francobollandosi al centravanti genoano per tutta la gara e seguendolo praticamente ovunque, l’olandese gli ha dato copertura nelle poche volte in cui l’ex Sporting Lisbona se lo è lasciato scappare, con precisione e ottima lettura preventiva delle azioni di gioco.

Fonte : La Repubblica

RASSEGNA STAMPA – Un attacco da rifondare

La Lazio ha il mal di gol. Ufficiale dopo lo 0-0 di Marassi, anche se ormai i segnali erano evidenti. E se qualcuno si è soffermato sugli errori dei difensori in questi primi sette mesi di campionato, è stato colpevolmente tralasciato quello che ora è diventato il vero problema di una squadra sempre più anonima. Tre centravanti che hanno segnato in campionato la metà di Pavoletti (il genoano ha realizzato 10 reti). Numeri imbarazzanti, tre gol Matri, due Djordjevic e addirittura nessuno Miro Klose, proprio lui il bomber tedesco che nei giorni scorsi ha rifiutato un’offerta faraonica per andare a giocare in Cina. La classfica rispetta i minuti giocati: in testa l’ex milanista con 1059, seguito dal serbo con 945, ultimo il «vecchio» Miro con 798. Udinese, Napoli e Genoa, gli ultimi tre match hanno mostrato preoccupanti limiti strutturali. Come riporta «Lazio Page», anche contro la squadra di Gasperini i biancocelesti hanno fatto appena 2 tiri in porta, 3 in totale nelle ultime 3 uscite. Inoltre sono nove le partite sulle 24 giocate in campionato nelle quali la banda Pioli non è riuscita a segnare.

Fonte : Il Tempo

FOTO – Epic fail di Madonna: carica una sua foto sui social ma in realtà…

La testa a una certa età gioca brutti scherzi, anche per un’intramontabile pop star come Madonna. La cantante 57enne è stata protagonista di un errore che ha scatenato l’ilarità dei suoi fan. Sui suoi vari account social ha caricato un’immagine che la ritrae mentre fuma. La foto è accompagnata dal post: “Non fumo ma mi piace accendere il fuoco”. Ma in realtà la ragazza della foto non è lei, ma bensì la showgirl italiana Paola Barale. Ad avvertire la cantante statunitense dell’errore ci ha pensato su Instagram Rudy Zerbi, noto discografico e personaggio televisivo. Di tutta risposta la Barale ha minimizzato l’accaduto scrivendo su Instagram: “Ragazzi va tutto bene… che sarà mai un po’ di confusione?”. D’altronde a quale donna non farebbe piacere essere accostata a Madonna?! Specie se l’autrice di questo accostamento è Madonna stessa? L’immagine è stata poi cancellata da instagram ma è ancora presente sugli account ufficiali di twitter e facebook. Vedere per credere.

Del Neri avverte la Lazio: “A Roma per fare la nostra partita”

In conferenza stampa, il tecnico del Verona Luigi Del Neri ha parlato anche della sfida di giovedì contro la Lazio: “La squadra può avere la caratteristica giusta per combattere come oggi. Vista la partita di ieri, per vincere dobbiamo andare di più in porta. La Lazio ha giocatori di qualità nonostante le assenze, non sarà facile. Ma noi dobbiamo andare a fare la nostra partita, come su ogni campo. Vediamo cosa succede oggi, l’importante è andare vicini alla quart’ultima”. 

FOTO – Kishna punta il Verona: “Sono tornato!”

Due mesi dopo dalla sua ultima partita riecco Ricardo Kishna. Il giocatore che nella prima parte della stagione ha avuto un rendimento altalenante (come tutta la Lazio) è finalmente pronto a dimostrare il suo valore. L’ala olandese è tornato stamattina ad allenarsi coi compagni e su Instagram si è detto pronto per il prossimo match.

 

Returned to training with the team again!! Ready for the next match 👊🏾🔵⚪️🔵⚪️🔵⚪️

Una foto pubblicata da Ricardo Kishna (@ricardo88kishna) in data:

Federcalcio romena: “Abbiamo bisogno di Radu in nazionale”

Sono ormai quasi 3 anni che Stefan Radu non indossa la maglia della nazionale romena, soprattutto per problemi col tecnico Iordanescu. Tuttavia, se il c.t. romeno non rimpiange l’assenza del terzino laziale, non è dello stesso avviso Burleanu, presidente della Federcalcio romena che su digisport.ro ha dichiarato: “Noi vogliamo averlo in squadra, lui lo saSiamo in attesa di una sua risposta. Aspettiamo a braccia aperte sia Stefan sia Ciprian Marica: sono due calciatori che vale la pena avere in squadra e di cui il calcio romeno ha urgente bisogno”.

Clamoroso al San Paolo, esposto uno striscione sul Vesuvio…

Tanto e forse troppo è stato detto sui cori e gli ululati di Lazio-Napoli. Oggi, dopo gli episodi dell’Olimpico, il Napoli e Koulibaly hanno fatto il loro rientro in campo al San Paolo. Al momento dell’ingresso in campo di Napoli e Carpi, i tifosi partenopei, in risposta ai fatti accaduti mercoledì, hanno indossato tutti la maschera raffigurante il volto di Koulibaly. Un gesto di solidarietà per far sentire la propria vicinanza al centrale francese, intonando il coro“Kalidou, Kalidou”. Ma prima del fischio d’inizio, è comparso anche uno striscione autoironico, riguardante i cori sul Vesuvio, che già in passato era stato esposto dalla curva napoletana: “Vesuvio, lavaci col fuoco”. Quei cori che abbiamo potuto ascoltare mercoledì all’indirizzo della tifoseria campana non sono certo giustificabili, ma questo comportamento autoironico tenuto dagli stessi napoletani, conferma quanto sia stata esagerata l’indignazione dei media, senza pensare che da sempre tra tifoserie avverse questo è un mezzo per innervosire l’avversario che travalica magari il limite del goliardico, ma parlare di razzismo e discriminazione lo riteniamo alquanto esagerato.