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Simoni: “Inzaghi è in gamba, ma Prandelli sarebbe il Top”

L’ex allenatore della Lazio, Gigi Simoni, dalle frequenze di TMW Radio, è entrato nel merito della stagione deludente della Lazio, consigliando Inzaghi e facendo un pronostico sul prossimo match tra Lazio e Inter. Iniziando dai problemi dei biancocelesti ha detto:

L’annata è stata storta perchè i calciatori non si sono espressi allo stesso livello dello scorso anno. Inoltre l’esonero di Pioli ha mandato tutto all’aria. Inzaghi è un bravo ragazzo e non dovrà preoccuparsi per un eventuale esonero. Fa parte del calcio. Prandelli? Sarebbe il massimo per la Lazio. E’ bravo e prepararato, sono sicuro che farebbe molto bene“. Poi sulla prossima sfida tra Lazio e Inter: “Sono legato ad entrambi i club, per questo mi auguro che finisca in parità“.

 

Criscitiello: “Lotito e Tare non hanno idee per il prossimo anno. Panchina? Punterei su…”

Il direttore di Sportitalia, Michele Criscitiello, è intervenuto a Radiosei alla trasmissione “Nove Gennaio Millenovecento”. L’esperto di calcio e calciomercato ha analizzato la stagione della Lazio: “Dopo aver fallito un preliminare non è mai semplice fare una buona stagione. In fin dei contti però la Lazio non ha rischiato come Sampdoria e Palermo. E’ al nono posto, una posizione più che tranquilla, anche se ovviamente il bilancio è negativo“.

Poi sulla programmazione futura della Lazio: “Lotito e Tare non hanno le idee chiare e no sanno cosa fare per la prossima stagione. Anche su Inzaghi non hanno ancora deciso. Il mio parere però è che Inzaghi non sia ancora pronto per la Lazio, come Brocchi per il Milan. Il mio consiglio è di farsi le ossa in Serie B“. Poi sul futuro allenatore della Lazio: “Prandelli non credo, forse Mihajlovic ha qualche possibilità in più. Il mio consiglio? Guidolin o Maran“.

Palermo – Comunicato ufficiale contro l’arbitro Valeri

Dura presa di posizione del Palermo nei confronti dell’arbitro Valeri, il direttore di gara dell’incontro tra Carpi e Empoli. La società rosanero attraverso il sito ufficiale ha pubblicato un duro comunicato nel quale attacca l’arbitro reo di aver diretto e condizionato il risutato finale della sfida tra emiliani e toscani fondamentale per il discorso salvezza.

Nel comunicato si legge: “La lotta per non retrocedere è stata condizionata, ieri in occasione della partita Carpi-Empoli diretta dall’arbitro Paolo Valeri, da tre assurdi episodi – ampiamente documenti dai fotogrammi che alleghiamo al presente comunicato che confermano quanto visto ieri da tutti in diretta televisiva”. Poi continua con l’espulsione di Mchedlidze, il gol annullato ai toscani, il rigore non dato sempre all’Empoli e le dichiarazioni polemiche nel dopo gara dei giocatori, del tecnico Giampaolo e degli opinionisti di Sky.

E infine: “Invitiamo la Procura a monitorare con la massima attenzione le prossime partite e tutti i protagonisti della lotta per non retrocedere, monitoraggio teso ad evitare simili episodi. Il presidente Maurizio Zamparini è molto preoccupato per episodi che si ripetono dall’inizio della stagione (vedi rigori a favore non concessi e rigori contro palesemente inventati). Bisognerebbe prendere, pertanto, esempio dal campionato inglese. Egli invita il nostro Presidente Federale a documentarsi e prendere provvedimenti per il regolare svolgimento in futuro delle competizioni”.

MOTOCICLISMO – Lorenzo ci ripensa e riconosce la bravura di Valentino Rossi

Si è corso domenica scorsa a Jerez de la Frontera il Gran Premio di Spagna. A tagliare per primo il traguardo è stato Valentino Rossi, seguito dal compagno di squadra Jorge Lorenzo e da Marc Marquez.

Il campione del mondo in carica, terminata la gara, si è lamentato dei problemi riscontrati con lo pneumatico posteriore affermando che, senza questo problema, avrebbe vinto la gara con distacco sugli altri piloti. Ma ora a distanza di qualche giorno e dopo aver ascoltato che tutti i piloti hanno avuto le sue stesse difficoltà in pista è tornato sulle sue parole: “Ho visto che la maggior parte dei piloti ha avuto il mio stesso problema, forse il mio è stato maggiore, ma di sicuro questo ha reso la gara più lenta“, ha dichiarato il maiorchino. Poi ha aggiunto: “La mia gomma al centro aveva dei tagli, forse più di Rossi e degli altri, però Valentino ha sfruttato la combinazione giusta, aveva il setting migliore, ha guidato preciso e concentrato fino all’ultima curva e nei giri finali aveva più trazione”.

Formello, la seduta pomeridiana

I biancocelesti si sono ritrovati in campo a Formello per la seduta pomeridiana. Scatti e allunghi nella fase di riscaldamento per i ragazzi di Inzaghi, per poi passare a un lungo lavoro sul possesso palla con il gruppo diviso in due squadre. Dopodiché lavoro atletico con ripetute a ritmo medio. Al termine della seduta partitella a metà campo e il rientro negli spogliatoi. Alcuni giocatori sono rimasti sul terreno di gioco per provare i tiri in porta.

Fermo Hoedt a causa della contusione alla coscia rimediata nell’incontro con la Sampdoria. A parte i lungodegenti fermi anche Biglia (in Paideia per dei controlli) e Konko. Klose si è allenato con i compagni, potrebbe essere lui il candidato per l’attacco domenica sera contro i nerazzurri. Per domani prevista una doppia seduta.

Inter – L’assurda confessione di Felipe Melo

Il centrocampista dell’Inter Felipe Melo nel corso di un’intervista rilasciata a Sky Sport si è lasciato andare ai ricordi sulla sua infanzia ma, il calciatore, non si è limitato a parlare delle sue origini calcistiche ma è sceso profondamente e senza freni sul personale vissuto.

Nel corso della chiacchierata, lasciando alquanto increduli gli interlocutori, ha dichiarato: “Se non fossi diventato un calciatore sarei diventato un assassino perché vivevo in una delle favelas più pericolose, girava droga e armi, ho lasciato quella vita per andare a lavorare, inseguire un sogno. Dopo il Flamengo è arrivato il Cruzeiro dove ho vinto il Triplete, che in Brasile è una cosa pazzesca. Avevo solo 17 anni e per me era tutto nuovo, una squadra nuova, una città nuova”.

Le sue parole ovviamente hanno subito fatto il giro del web e, il giocatore brasiliano, una volta resosi conto della gravità di quanto dichiarato dopo poche ore attraverso il proprio profilo Facebook ha ritratto tutto: “So che alcune persone devono essere rimaste scioccate delle mie dichiarazioni riguardo al fatto che se non fossi un giocatore sarei un assassino, ma mi spiego. Ho concesso un’intervista a un mezzo di stampa italiano, parlando in italiano e, in quel momento, non trovavo la parola nella lingua. In realtà volevo dire che se non fossi un giocatore sarei potuto restare invischiato nel mondo del crimine, perché le occasioni positive in una comunità come quella di São Gonçalo, dove vivevo quando giocavo nel Flamengo, non sono molte, ma non avrei mai il coraggio di uccidere qualcuno. Di certo non sarei un assassino. Ho sempre rispettato il mio corpo e arrivo a 32 anni giocando ad alti livelli. Sono felice di essere titolare in una squadra come l’Inter e non permetterò che questa cosa rovini il mio momento. Ma non do colpe al canale perché sono stato io a esprimermi in maniera sbagliata. Non mi piace mai perdere, ecco il perché della mia voglia e della mia determinazione in campo, ma sono un bravo ragazzo, che ama sua moglie e i suoi quattro figli. Di certo l’essere competitivo mi ha portato a questa grande vittoria nella vita personale e professionale“.

CRONACA – Roma: il Pasquino emancipato, non più scritti ma sempre denunce

Pasquino, la “voce anonima” del popolo romano, torna a farsi sentire ma questa volta non lo fa con i suoi soliti scritti contro gli sfruttatori e gli approfittatori bensì in una nuova versione, ma non per questo certamente meno ironica e tagliente di quella storica.

Imfatti in via di Panico, a Roma, passanti e turisti sono rimasti stupiti, interdetti e piacevolmente sorpresi da un fatto che, se non fosse per la vera origine della questione, sembrerebbe una barzelletta. Al posto di un’immagine mariana, tipica della devozione popolare, è stato posizionato con un fotomontaggio un ritratto di Madonna Louise Veronica Ciccone. Una foto in plastica e su misura, un lavoro ben svolto che deve aver richiesto un progetto, cura del prodotto finale e un’operazione notturna per la collocazione.

L’originale dell’immagine sacra, come ricordato in sito da una targhetta, venne tolta nel Giubileo del 2000 ma l’antica effige da allora non è mai stata più ricollocata al suo posto. L’edicola ottocentesca (1867) ritraeva una Madonna con Bambino e San Filippo Neri ma al posto dell’opera è apparsa Santa Madonna Ciccone. Sotto si continua a leggere la scritta “Exaltavit Humiles”, legata all’apostolato di san Filippo Neri.

Non si tratta di sacrilegio ma di una provocazione perché il vero sfregio è stato quello di sottrarre un pezzo di storia della città. Santa Madonna Ciccone è ritratta mentre ride, il messaggio è chiaro. Ora spetta alla soprintendenza capitolina, che nel suo sito calcola 522 edicole sacre, svelare dove sia finita l’immagine scomparsa. Se fosse sparita per qualche ragione oscura o se si temesse di rimetterla per paura di un furto sarebbe giusto sostituirla con una copia. Sicuramente meglio una copia che Santa Madonna Ciccone, che sta lì a ridersela, alla faccia dei romani.

Prandelli : “Se andrei alla Lazio? E’ una grande squadra…”

L’ex Ct della Nazionale italiana, Cesare Prandelli, è uno dei nomi accostati alla panchina biancoceleste per la prossima stagione.

Il tecnico nativo di Orzinuovi è intervenuto sulle frequenze di RadioRadio, dove ha anlizzato la situazione in casa biancoceleste e parlato dell‘eventualità di allenare la Lazio: “Se andrei alla Lazio? La Lazio è una grande squadra e una grande società. C’è un presidente che sa cosa vuole fare ed è molto attento a tutto e quindi saprà scegliere in maniera autonoma, soprattutto saprà scegliere la persona giusta per una squadra che ha in mente. Mi sembra che alla Lazio chi arrivi deve solo allenare, non deve pensare a nient’altro quindi già questo è un buon segnale. Poi è chiaro che le grandi squadre e le grandi società sono sempre per un allenatore un punto di riferimento“. La Lazio ha comunque un ottimo organico: “Assolutamente sì…”. 

 

Scherma: la regina del fioretto si ritira

Dopo aver vinto nove medaglie olimpiche, tra cui sei ori, ed esser salita per ben 25 volte sul podio mondiale (16 ori, 5 argenti e 4 bronzi) Valentina Vezzali all’età di 42 anni e due mesi ha deciso di ritirarsi dalle scene.

“Nella scherma oltre il senso della misura è fondamentale una buona scelta di tempo. C’è un tempo per tutto e credo che questo sia il giusto tempo per togliere la maschera, appendere il fioretto al chiodo ed avviare un nuovo inizio”, con queste parole la schermidrice di Jesi ha annunciato il ritiro dall’attività agonistica. La scherma è stata la mia vita – ha dichiarato la portabandiera ai Giochi Olimpici di Londra 2012 –, il fioretto mi accompagna da quando avevo poco più di sei anni e insieme abbiamo condiviso emozioni, delusioni, medaglie, infortuni, lacrime di gioia e lacrime di rabbia. Lascio la pedana con la consapevolezza di aver dato tutto quello che potevo dare a questo affascinante sport e la certezza di aver ricevuto almeno altrettanto. Ho due splendidi figli e una famiglia meravigliosa e da tempo ho cominciato a misurarmi nella vita anche al di fuori della pedana, ma lasciare questo grande amore comunque non è facile. Ma di una cosa sono certa: la scherma mi ha insegnato a battermi e a non mollare mai. Ha formato il mio dna e nella vita dopo ogni fine c’è sempre un inizio e io non vedo il tramonto, ma l’alba di nuove sfide da affrontare e da vincere”.

LAZIO SOCIAL – Matri vuole recuperare in fretta

Alessandro Matri è fermo da quasi due settimane per via di un problema muscolare al polpaccio, e l’assenza di Klose ha limitato le scelte di Inzaghi per il reparto offensivo.

Il centravanti di proprietà del Milan vuole recuperare in fretta in vista della partita casalinga della Lazio contro l’Inter, in programma domenica, e tramite la propria pagina Instagram ha pubblicato una foto che lo vede con le gambe immerse in acqua ghiacciata, con la didascalia “Recovery time“, letteralmente “Tempo di recupero“.

 

Recovery time ❄️❄️❄️💪💪💪

Una foto pubblicata da Alessandro Matri (@alessandro_matri_32) in data:

Mercato – La Lazio pesca in…MLS?

La Lazio a fine stagione sarà costretta ad una vera e propria rivoluzione in sede di mercato, soprattutto per quanto riguarda l’attacco.

Miroslav Klose è al passo d’addio, Alessandro Matri tornerà al Milan per fine prestito, mentre Filip Djordjevic ha dimostrato di non poter essere la prima scelta per quanto riguarda il reparto offensivo. Nei giorni scorsi sono stati fatti molti nomi, più o meno noti: Immobile, Gabbiadini, Borini; e poi Lapadula, Bakambu e chi più ne ha più ne metta. Tutti giocatori provenienti comunque da campionati europei. L’ultimo nome trapelato, secondo indiscrezioni raccolte dalla redazione di Calciomercato.com, arriverebbe però da lontano, addirittura da oltreoceano. Si tratta di Cyle Larin, attaccante canadese classe ’95. Gioca nel campionato MLS, la Major League Soccer di USA e Canada, precisamente negli Orlando City, stessa squadra tra gli altri di Kaka, Nocerino e Julio Baptista. Prima scelta al Superdraft della scorsa stagione (dall’Università de Connecticut, con il quale ha segnato 14 gol nel  2013 e 9 nel 2014), a dicembre è stato eletto Rookie of the Year. Prima punta con grande fiuto del gol, il nativo di Brampton ha già messo a segno 4 gol in 6 partite, dopo i 17 del 2015.
Il suo futuro potrebbe essere in Europa: il Molde ha mandato degli emissari per visionarlo durante la sfida di New York contro i Red Bull, sfida in cui tra l’altro Larin ha aperto il tabellino dei marcatori. Su di lui però ci sarebbe anche la Lazio: i biancocelesti avrebbero informazioni, aiutati dagli ottimi rapporti con i suoi agenti. Il suo cartellino costa 9 milioni di dollari.

Lazio – Le pericolose conseguenze del nono posto…

Dopo la doppia sconfitta consecutiva nelle due trasferte dell’ultima settimana (3-0 contro la Juventus e 2-1 contro la Sampdoria), la Lazio si trova miseramente al nono posto in classifica, appaiato al Chievo Verona di Maran, il quale ha però dalla sua parte il vantaggio negli scontri diretti.

Una stagione deludente, sotto tutti i punti di vista. Stagione che rischia però anche di compromettere, o perlomeno complicare fortemente, anche la prossima annata calcistica. Il nono posto nella classifica finale di Serie A infatti, implicherebbe conseguenze non proprio lusinghiere: nono posto innanzitutto significherebbe preliminari di Coppa Italia, quindi l’obbligo di cominciare la stagione ufficiale non più tardi della metà di agosto, con effetti problematici sulla preparazione e la condizione fisica (stagione in corso docet); nono posto significherebbe anche meno introiti, nello specifico 3,1 milioni di Euro, a differenza dei 4,3 spettanti all’ottava classificata e ai 5 garantiti a chi arriva al settimo posto. I biancocelesti dunque, al di là della mancanza di obiettivi, dovranno trovare le motivazioni giuste per cercare di non complicare anche la prossima stagione.

Di Vaio ospite di Di Canio: “Venivo allo stadio a vederti giocare”

Marco Di Vaio e Paolo Di Canio: due romani, due laziali, due calciatori che con percorsi e carriere differenti hanno sempre portato l’aquila biancoceleste nel cuore.

Ieri, nel corso della trasmissione House of Football, in onda su Fox Sports, di cui Di Canio è presentatore e padrone di casa, Di Vaio è stato l’ospite d’eccezione. Tanti gli aneddoti e le curiosità raccontate dai due ex attaccanti biancocelesti. Per Di Vaio l’idolo dei tifosi del West Ham è più che un’icona: “Sul campo non ci siamo mai frequentati perchè ero più giovane, ma venivo allo stadio a vederti giocare. Non posso dimenticare il tuo gol contro la Roma sotto la Sud. Ero in quel settore dell’Olimpico, giocavo nel settore della Lazio e ci davano le tessere per andare a vedere le partite“. Diverse epoche ma stessa casa madre, ha proseguito Di Vaio: “Siamo cresciuti nello stesso nido…“.

Rizzoli: “Keita e Bonucci due episodi diversi”

Domenica, durante la sfida di Marassi persa per 2-1 dalla Lazio contro la Sampdoria di Montella, Keita Balde si è reso protagonista di un episodio che ha fatto molto discutere.

Il giovane senegalese infatti, è stato ammonito per simulazione al 38esimo minuto del primo tempo, e dopo aver ricevuto il ‘giallo’ è andato a chiedere spiegazioni faccia a faccia al direttore di gara, il fischietto di Mirandola Nicola Rizzoli. E’ tornato subito alla mente quel famoso testa a testa con Bonucci durante Torino-Juventus, ma Rizzoli ha voluto fare chiarezza sui due episodi, spiegando, ai microfoni di Radiouno, come le due situazioni fossero totalmente diverse: “Keita era assolutamente immobile e si è avvicinato solo per chiedere spiegazioni, senza dimenticare che ci troviamo sempre in uno stadio dove per il clamore del tifo a volte si fa fatica sentire“. Diverso invece il caso di Bonucci: “Credo se ne sia parlato troppo, non è qualcosa che possa avermi demoralizzato o coinvolto più di tanto. E’ vero che l’arbitro non deve farsi avvicinare dai giocatori, ma non si possono costruire dei castelli in aria in base a due fotografie. Lo juventino è stato ammonito perché ha protestato, mentre ieri il calciatore laziale no perché è stato assolutamente tranquillo“.

MERCATO – Per l’attacco in pole c’è Borini, ma gli ostacoli non mancano

Sarebbe Fabio Borini il nome numero uno per l’attacco della Lazio targata 2016-2017. A rivelarlo ‘Cittaceleste.it’, secondo cui l’attaccante del Sunderland è un pallino del ds Tare, che vuole a tutti i costi portarlo nella Capitale. Al momento la sua valutazione oscilla intorno ai 12-13 milioni, ma tutto dipenderà dall’esito della stagione del club inglese, in piena lotta salvezza con Norwich e Newcastle: in caso di retrocessione in Prima Divisione, infatti, sarebbe lo stesso Borini a chiedere la cessione, mentre, se dovesse restare in Premier League, il Sunderland non avrebbe bisogno di monetizzare e dunque la trattativa si farebbe più complicata. Ma c’è di più: a fare da ostacolo c’è anche l’ingaggio, un contratto fino al 2019 da 3 milioni annui, quindi fuori dai parametri. E non dimentichiamo la concorrenza, che conta numerosi club sia italiani che esteri. La Lazio però resta in pole position ed è decisa all’investimento su un giocatore ancora giovane (ha 26 anni) e che può essere schierato sia come punta centrale che sull’esterno. Quindi una valida alternativa in caso di addio di Candreva.

Lazio, un big a rischio per l’Inter? Oggi gli accertamenti in Paideia

Forse una tegola per Inzaghi in vista del match contro l’Inter. Un big della formazione biancoceleste sta effettuando infatti, nella tarda mattinata di martedì, degli accertamenti in Paideia. Si tratta di Lucas Biglia, che pure ha stretto i denti fino alla fine nel match di Genova, cercando anche il pareggio al 94′ su punizione. Nel pomeriggio si attendono novità per capire se l’argentino potrà essere della partita contro i nerazzurri domenica sera.

Scudetto 1915… più biancazzurro che biancoceleste!

Le consultazioni storiografiche eseguite per la rivendicazione dello Scudetto 1915 hanno riproposto con forza il tema dei colori sociali della Lazio. Nell’ultimo ventennio la polisportiva capitolina ha optato ufficialmente per il biancoceleste, ma storicamente, nell’immaginario collettivo e nel linguaggio dei tifosi a prevalere era e resta sempre il biancazzurro. Se fossimo stati in Inghilterra la questione non si sarebbe nemmeno posta, perché gli anglosassoni racchiudono tutte le gradazione del cielo nell’unicum del blue sky. Non così nell’articolata lingua italiana, in cui, invece, anche la gamma dei colori subisce tutta una serie infinita di sfumature e specificazioni. “La Lazio avrà i colori del cielo!”: così esclamarono Luigi Bigiarelli & C. il 9 Gennaio 1900 a Piazza della Libertà in occasione della fondazione della prima squadra della capitale. Come sappiamo la scelta fu compiuta anche per omaggiare lo spirito olimpico ellenico, custodito “omnia saecula saeculorum” nella sublimazione dei colori della bandiera greca. Ma il cielo di colore è? L’uomo comune non avrebbe alcun dubbio: il cielo è azzurro! E lo stendardo greco come si caratterizza cromaticamente? Qui la risposta è senz’altro più articolata, perché quello moderno è evidentemente bianco e azzurro scuro, mentre quello antico era bianco e azzurro chiaro o per tornare a “noantri” bianco e azzurro cielo. E il celeste? Il celeste nelle antiche civiltà greco/romane era utilizzato prevalentemente per riferimenti a realtà immanenti (c.d. corpus coeleste), mentre per definire il mondo materiale era molto più utilizzato il colore “azureum”. Sul fronte Lazio l’insorta dicotomia biancazzurro/biancoceleste si spiega invece per tre ordini di ragioni. La prima. Nel corso della sua storia la Lazio in alcune occasioni ha schiarito le proprie maglie, spesso per consentire un miglior contrasto con stemma, calzoncini e calzettoni a tonalità più scure. La seconda. A volte si è ricorsi al biancoceleste per distinguersi dal Napoli, che tuttavia sarà fondato solo 26 anni più tardi (1926), non avrà il bianco nei propri colori sociali e sarà caratterizzato dall’azzurro mare e non già dall’azzurro cielo. La terza. Sotto la Presidenza Generale (1992-2005) del compianto Renzo Nostini (1914-2005) è prevalsa la corrente di pensiero pro biancoceleste, che per l’effetto fu ufficializzato con il consenso del più grande presidente, dirigente ed atleta polisportivo che la Lazio abbia mai potuto annoverare (nuoto, pentathlon moderno, pallanuoto, rugby e scherma). La ricerca emerotecaria, tuttavia, ci ha detto qualcosa di più e di diverso. Sia negli anni antecedenti la grande guerra, sia nelle cronache del campionato 1914/15, sia nei decenni successivi, la Lazio nella maggior parte dei casi era definita biancazzurra, alcune volte esclusivamente azzurra ed assai più raramente biancoceleste (perlomeno fino agli anni ’90). Ne forniscono un’inconfutabile prova “per tabulas” i numerosi articoli di giornale esaminati, le fonti storiche del calcio italiano (testi, riviste, almanacchi, album) e non ultimo il volume “Il Cielo come Maglia” (Ed. Goal Book – Novembre 2013), in cui a commento della divisa sociale utilizzata dalla Lazio Calcio nel 1914/15 viene testualmente riferito che “…la maglia indossata in questa stagione si presenta a tinta unita, dalla tonalità cromatica più azzurra che celeste e con i laccetti incrociati a chiudere l’ampio collo. La maglia riprende il modello utilizzato nella prima finale scudetto giocata dalla Lazio nel 1912/13 e sarà utilizzata per molti anni dal club…”. Del resto se negli anni settanta si cantava “Forza Lazio biancazzurra, tu nun devi ave’ paura…”, se dagli anni ottanta all’Olimpico è sempre riecheggiato “Nel cielo biancazzurro brilla una stella, che in tutto il firmamento è sempre la più bella…”, se a partire dagli anni duemila è nata “Bianco e Azzurro è il tuo colore, Bianco e Azzurro Lazio nel cuore…”, se in tutti i cori della curva e delle tribune è sempre stato evocato il biancazzurro, se il primo gruppo storico di aggregazione ultras si è chiamato G.A.B.A. (Gruppi Associati Bianco Azzurri), beh, allora, sembra proprio evidente che una qualche ragione ci dovrà pur essere…

Biancazzurri alé alé, Biancazzurri alé alé!

Gian Luca Mignogna

Hernandez: “Anche la Lazio sulle mie tracce in estate. In futuro in Italia?…”

I 26 goal messi a segno quest’anno in Germania gli hanno permesso di ritrovarsi, ma nel suo futuro potrebbe esserci l’Italia. Non lo esclude Javier Hernandez, che già la scorsa estate, prima di trasferirsi al Bayer Leverkusen, aveva ricevuto diverse proposte dal nostro campionato, tra cui una proprio di quella Lazio eliminata ai preliminari di Champions dal suo attuale club. Ad ammetterlo lo stesso ‘Chicharito’ ai taccuini de ‘La Gazzetta dello Sport’: “Il Bayer mi ha riscattato e fatto firmare un contratto fino al 2018. Qui ho tutto quello che cerco: sono in un bel campionato, gioco la Champions e mi pagano bene. Negli ultimi tre anni, però, ho giocato in tre squadre di Paesi diversi e so che tutto può succedere. La Serie A? È un torneo di alto livello, non escludo di giocarci un giorno. Pensate che in estate mi hanno cercato in Italia Juve, Milan, Inter, Lazio e Roma“. E chissà che a giugno non si riapra la corsa dei nostri club alle prestazioni dell’ex Real Madrid.

Ballotta: “Lazio, ci vuole programmazione: decidere gli obiettivi per il futuro e, di conseguenza, l’allenatore”

L’ex portiere biancoceleste Marco Ballotta è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio, nella trasmissione “I Laziali Sono Qua“, per parlare di Lazio con tre giornate ancora da giocare di un finale di stagione che non sembra riservare grandi emozioni all’orizzonte per i biancazzurri.

A Genova non ho visto male la Lazio. Forse la squadra ha fatto meno bene rispetto alla prime due partite della gestione Inzaghi, ma la determinazione mi è sembrata quella dei momenti migliori. Il fatto è che il cambio di allenatore non può far cambiare dal giorno alla notte l’atteggiamento tenuto per una stagione intera: manca la personalità e la squadra ha dimostrato di averne poca durante tutto l’anno. Gli alti e bassi sono stati costanti per tutto l’anno e non sono una componente che si può imputare esclusivamente al tecnico. Per centrare gli obiettivi ci vuole un altro tipo di mentalità, quanto accaduto quest’anno deve servire assolutamente da lezione per il futuro.

Per la prossima stagione, giusto dare fiducia a Simone Inzaghi o puntare su un allenatore più esperto? “Ci vuole programmazione: quando la società decide cosa fare, quale campionato si può disputare e con quali ambizioni, allora la scelta dell’allenatore deve essere conseguente. A seconda di quello che vuoi fare puoi scegliere anche il tecnico. Inzaghi può andare bene, l’importante è che ci sia chiarezza su quello che si vuole fare. Come ripeto alla Lazio servono innesti di esperienza e soprattutto di carattere, una squadra che sappia reagire alle avversità come non è quasi mai accaduto quest’anno. Probabilmente bisognava intervenire durante il mercato invernale, investimenti mirati che potessero per lo meno garantire l’obiettivo dell’ingresso in Europa.

Domenica Lazio-Inter potrebbe essere una partita poco stimolante per entrambe le squadre. “Anche l’Inter è una squadra che ha fatto molta fatica a trovare la giusta continuità. Mancini si è trovato a cambiare spessissimo formazione e questo probabilmente ha impedito alla squadra di trovare una precisa identità, un gioco. Sicuramente l’esperienza di quest’anno avrà permesso al tecnico nerazzurro di capire su chi contare, crescendo ancora con due-tre inserimenti di qualità sul mercato.

Un’ultima riflessione sulla favola del Leicester in Inghilterra. “Sto seguendo questa vicenda come tutti gli appassionati di sport. E’ incredibile come questo club sia riuscito a combattere le squadre inglesi che sono in prima fila per la creazione di una SuperLega. E’ una storia che fa molto bene al calcio: il Leicester ha un po’ le caratteristiche di Ranieri, non molla mai su ogni pallone. Sono giocatori che uniti valgono di più, il classico caso in cui l’insieme totale è superiore alla somma delle singole parti.

Fabio Belli

Giovedì prossimo la conferenza di presentazione di “Di Padre in Figlio”

Giovedì 28 aprile alle ore 17.30 presso l‘hotel Donna Laura Palace in via Lungotevere delle Armi 21 si terrà la conferenza stampa di presentazione ufficiale dell’evento “Di Padre in Figlio“, in programma il 23 maggio 2016 a partire dalle ore 19.00 presso lo stadio Olimpico di Roma.

Verrà presentato l’evento degli organizzatori della A.S.D. 73-74. Presenti, oltre allo staff di professionisti che si sta occupando della realizzazione di questo grande spettacolo, il Direttivo della Curva Nord 12 e molti calciatori che hanno vestito e onorato la maglia della Lazio negli ultimi 40 anni.

L’ingresso alla conferenza stampa è libero.