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Scudetto 1915, sulla storica maglia delle finali debutta lo stemma SPL

Come tutti sappiamo il Campionato di Prima Categoria 1914/15 è stato tramandato ai posteri come il campionato interrotto dalla Grande Guerra, in cui il tricolore fu assegnato a tavolino al Genoa in modi e termini a di poco nebulosi ed alla Lazio furono arbitrariamente negati i grandi meriti sportivi che la resero l’unica squadra certa di essersi conquistata l’ambita finalissima nazionale. Per la gloriosa società capitolina, tuttavia, quella stagione calcistica fu di rilevantissimo valore anche per un’altra ragione storico/sportiva. Sulle splendide divise a tinte marcatamente biancazzurre quell’anno, infatti, fece il suo debutto il primo logo sociale, l’acronimo “SPL” della Società Podistica Lazio, che all’epoca affiancò lo stemma istituzionale in cui spiccavano l’aquila imperiale ad ali spiegate ed un fregio marmoreo a forma circolare. Il nuovo logo del club romano si caratterizzava per le tre iniziali della originaria denominazione sociale della Lazio, scritte in bianco, intrecciate tra loro ed incastonate in un cerchio azzurro bordato di blu. Con ogni probabilità, peraltro, quello stemma laziale ispirò il monogramma “ASR” con cui nel 1927 si decise di rappresentare la neonata A.S. Roma. La c.d. “Maglia delle Finali”, come riporta “Il Cielo come Maglia” edito dalla Goal Book Edizioni, fu ininterrottamente utilizzata dalla Lazio sino al 1925, anno in cui, per il venticinquennale della fondazione, lasciò il posto ad una bellissima divisa celebrativa, più chiara, sulla quale campeggiava un elegante stemma triangolare con al centro il numero “25” scritto in rilievo aureo. Noi l’amiamo e per lei combattiamo, così recita uno slogan adottato due anni fa in casa Lazio per esaltarne l’attaccamento alla maglia, ma in realtà sembra coniato su misura anche per le splendide maglie laziali e lo Scudetto Negato del 1915 di cui le stesse non poterono mai fregiarsi. Ecco perché la battaglia continua, non potrebbe essere altrimenti, l’ex aequo tricolore è il minimo che si possa riconoscere a quelle gloriose divise che per l’occasione si erano anche vestite a festa…

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Gian Luca Mignogna

Sportiello sulle orme di Marchegiani: “Era il mio idolo, spero di ripercorrerne la carriera”

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Come ormai sanno anche i muri, la rosa della Lazio a giugno sarà completamente rivoluzionata. Tanti sono infatti i giocatori destinati a fare le valigie per approdare ad altri lidi e tanti altri che ancora non sanno con precisione che cosa ne sarà del loro futuro. Tra essi Federico Marchetti, che, nonostante il recente rinnovo, non sembra del tutto sicuro di restare nella Capitale anche il prossimo anno. Per la sua sostituzione nei giorni scorsi si era parlato di Marco Sportiello, talentuoso portiere che sogna il grande salto dopo una stagione ad ottimi livelli con la maglia dell’Atalanta. Proprio costui, in un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’, ha parlato del suo futuro, svelando un aneddoto a tinte biancocelesti riguardante i suoi esordi: “Il mio idolo era Marchegiani. Me lo ricordo quando giocava nella Lazio e mi piaceva molto la sua capacità di lettura. Spero di ripercorrerne anche in parte la carriera, anche se so che devo ancora crescere“.

TEMPI BELLI – La Lazio è là

E’ retorico dire che non capita spesso commentare una vittoria, quest’anno. Capita ancor di rado commentare una bella partita, quando c’è la Lazio di questa stagione di mezzo. “Eppure è successo“, come suggeriva in Magnolia la scritta a chi si stupiva quando iniziavano a piovere rane. Stavolta non sono piovuti gol, ne sono bastati un paio, ma bel gioco, speranze (Keita) e nostalgia (Klose), il tutto condito da un pizzico di rabbia, ben testimoniata dalla violenza con la quale Candreva ha scagliato alle spalle di Handanovic il rigore del due a zero.

Certo, la fregatura c’è sempre, come in una perfetta imitazione made in Taiwan: la vittoria è bella ma la classifica no, e a poco servirà probabilmente aver sfilato sei punti su sei ad un’Inter che pure sembra potersi permettere ragionamenti colonialistici sul mercato laziale. Candreva piace all’Inter, Biglia piace all’Inter… a noi piace Scarlett Johansson, ma più di una spruzzata di peperoncino concentrato degli occhi non otterremmo, se ci avvicinassimo. Quando Mancini in conferenza ha detto “Biglia? Costa troppo“, rideva, ma c’era una vena amara che ci fa pensare che se Atene piange, Sparta quasi mai ride davvero.

La vera risposta suggerita dal successo contro l’Inter è che la Lazio è là: ancora là, a disposizione di tutti coloro che l’anno prossimo vorranno crederci ancora. E anche di chi non vorrà, perché sentirsi traditi a vita è un’emozione che merita soprattutto rispetto. Non lo merita però neanche chi vive la Lazio come una condivisione e non sente che possa esistere “un’altra” Lazio. Soprattutto non meritano importanza né valore le persone che dello sputare melma sulla Lazio ne hanno fatto un mestiere e un personale godimento. Il danno mostruoso compiuto da queste persone è soprattutto “dissuadere altri laziali dal manifestarsi come tali. Dire “che meraviglia il gol di Klose” ti manda incontro alla solita vomitata di parole radiocomandata che ti fa sentire uno scemo, se osi parlar bene della tua squadra. Nemmeno Foschi sognava tanto” (cit.).

Ma per scappare dalle cellule impazzite, la Lazio è là. Nei padri con bambini mano per la mano ad assistere al match, insignificante e due settimane dopo un derby perso rovinosamente, contro l’Empoli, in chi per un secondo, a vedere questo Lazio-Inter, ha vissuto un’emozione che per un secondo gli ha fatto dimenticare la classifica. Anche la classifica è là, impossibile scordarlo in una stagione in cui da Fiorentina-Lazio a Lazio-Inter è passato un girone intero per rivedere una partita decente. Ma a chi insulta per un genuino applauso ad un gol della Lazio, non serve mostrare che la Lazio è là con l’indice, ma alzare il sempiterno terzo dito. Quello che indica Trigoria.

Fabio Belli

 

Salas ricorda Mancini e su Simeone: “È tra i migliori tecnici in circolazione, spero che…”

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A Roma i tifosi biancocelesti ancora se lo ricordano per i suoi gol (uno dei quali regalò una Supercoppa Europea, a Montecarlo contro il Manchester United), festeggiati con il famoso ‘inchino’ sotto la Curva. Stiamo parlando di Marcelo Salas, il Matador, che, ai microfoni di ‘calciomercato.it’, ha parlato di Simeone e Mancini, suoi compagni nella Lazio e ora affermati allenatori: “Quando sono arrivato alla Lazio, Roberto è stato uno dei miei compagni di stanza. Ha sempre avuto questo carattere così forte che lo porta spesso a dire ciò che pensa senza mezze misure, e questo magari a volte ha provocato qualche polemica. Personalmente però preferisco un tipo cosi, che dice quello che pensa in faccia e non alle spalle. Di Diego invece ho un grande ricordo, con lui ho condiviso diverse esperienze alla Lazio. Eravamo compagni di stanza e ricordo che quando preparava le partite curava molto i dettagli, aspetto che ha mantenuto anche adesso che fa l’allenatore. Al momento penso possa esser considerato tra i migliori allenatori in circolazione e spero possa tornare in Italia“.

Fabio Argentini: “L’unità di intenti fondamentale per un grande evento come Di Padre in Figlio”

Una delle menti della serata del 23 maggio “Di Padre in Figlio”, il giornalista Fabio Argentini, è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua” condotta da Danilo Galdino (a sua volta chiamato alla scrittura e alla conduzione dello spettacolo) per fare il punto sull’iniziativa a venti giorni dal suo svolgimento, anche dall’alto delle sue esperienze e i suoi ricordi.

Ricordo la grande festa del Centenario, con la società, la curva e la Polisportiva tutti riuniti attorno allo stesso tavolo. Difficile ripetere al momento questa alchimia, ma una tale unità di intenti è senz’altro fondamentale per riuscire a realizzare grandi eventi.

Per “Di Padre in Figlio” gli autori come Fabio Argentini potranno avvalersi di un regista come Sergio Colabona: “Un professionista che ha lavorato per i grandi network nazionali, ma è soprattutto un laziale enorme. Mentre preparavamo la scaletta continuava a tirar fuori aneddoti e a ricordare giocatori. Persino a parlarmi di quando evitò di riportare la prima fidanzatina allo stadio perché la prima volta la Lazio aveva perso e aveva portato sfortuna. Lavorare in questo scenario mi rende orgoglioso dei colori biancazzurri, Poi dopo la riunione ci siamo ritrovati in Piazza della Libertà, che vede ogni anno riunirsi spontaneamente. Una delle tante storie che racchiudono la lazialità, come quella di Giorgio Chinaglia seppellito al fianco di Tommaso Maestrelli, caso unico della storia del calcio.

D’altronde la storia della Lazio è ricchissima e dovrebbe essere quotidianamente rievocata: “Quello che rappresentiamo deve essere un patrimonio che va conservato e tramandato. Io scrissi un libro sulla nascita dello sport a Roma: non era un libro specificamente sulla Lazio, ma pur nella voglia di equidistanza, c’erano tracce di Lazio in ogni passaggio. Un museo della storia della Lazio rappresenterebbe qualcosa di meraviglioso, se ben fatto e capillarmente organizzato con rappresentati tutti gli aspetti della storia biancazzurra.

Il direttore artistico di “Di Padre in Figlio” sarà Augusto Santucci: “Si tratta di un personaggio abituato a risolvere ogni tipo di problema. Ha lavorato nella musica con grandi artisti e nel teatro, con artisti come Garinei, Montesano e De Sica. Ha una grandissima esperienza per i grandi eventi live. Dal punto di vista dello spettacolo il filo conduttore sarà quello della favola. Non abbiamo fatto altro che dare alla gente quello che vuole, mettendola nella condizione di emozionarsi di nuovo. Noi ricordiamo la Curva Nord per le bellissime coreografie, ma in pochi conoscono davvero cosa ci sia dietro la preparazione di questi spettacoli, negli anni i tifosi laziali hanno raggiunto un livello di creatività che in molti ci invidiano.

Dalla Cina al Colosseo. La polizia cinese invade Roma. Perché?

Dalla Cina a Roma e Milano per assistere i turisti connazionali che si trovano in vacanza in Italia. Quattro poliziotti della Jingcha, la polizia del popolo, sono arrivati domenica scorsa nella Capitale e lunedì sono scesi di pattuglia al Colosseo e ai Fori Imperiali insieme con agenti della polizia di Stato e carabinieri. Resteranno fino al prossimo 13 maggio.

“In cambio – secondo l’accordo sottoscritto fra Viminale e ministero dell’Interno cinese – poliziotti e militari dell’Arma italiani svolgeranno lo stesso genere di servizi a Pechino e a Shanghai in aiuto ai nostri turisti”.

Roma, si vendica dell’ex. Iscrive la suocera ad una chat ‘erotica’

Per tormentare l’ex fidanzato, ha escogitato un piano malato e diabolico. Ha riversato tutta la rabbia e la frustrazione scaturite da un rapporto finito sulla famiglia del ragazzo che amava. Cane compreso. Ha anche iscritto la suocera mancata su un sito per scambisti, inventando un colorito nickname e pubblicando il numero di telefono privato della donna.

Ora, con l’accusa di stalking, una quarantenne romana è finita sotto processo. L’ex innamorato, di vent’anni più giovane, ha esposto davanti al giudice una lunga serie di “torture” e minacce. “Ha tentato di uccidere il mio cane con delle polpette avvelenate – ha dichiarato il ragazzo in sede di denuncia – l’abbiamo salvato facendogli una lavanda gastrica”. In quell’occasione, la vittima sarebbe pure stata raggiunta da un messaggio minatorio: “Hai visto cosa ho fatto? Il prossimo sarai tu”.

RASSEGNA STAMPA – Klose gol senza tempo. Ora è caccia a Pandev

Il passaggio a Lulic, quello di ritorno dettato nello spazio. Il controllo, poi la prima finta. A seguire la seconda, la terza, fino al punto di far cadere a terra un gigante come Handanovic, beffato subito dopo con una carezza che si trasforma in un delicato pallonetto. Così, dopo appena otto minuti, Miroslav Klose ha messo la firma sull’incontro con la sua terza rete in carriera ai nerazzurri, ancora una volta decisiva, come nei primi due casi.

Fonte : La Repubblica

RASSEGNA STAMPA – Panchina Lazio, Inzaghi risale

Il dubbio c’è, verrà sciolto soltanto a fine campionato, la Lazio non ha smesso di valutare Simone Inzaghi. È chiaro, le chance sono poche, forse inesistenti, ma le sorprese restano in agguato. La società preferirebbe ripartire da un tecnico d’esperienza, un uomo in grado di riportare entusiasmo e di risollevare l’ambiente.

La vittoria contro l’Inter però ha rispolverato la candidatura del tecnico di Piacenza: tre successi (arrivati quando c’è stata la possibilità di preparare le partite settimanalmente) e due sconfitte (guarda caso ravvicinate tra loro) in cinque partite disputate; otto gol fatti e cinque subiti, l’Europa League rimane una missione impossibile. Ma lo spirito è cambiato, Inzaghi ha riportato fiducia all’interno dello spogliatoio, ha messo ordine e ristabilito le gerarchie, adesso è convinto di giocarsi la riconferma. Lotito e Tare riflettono da giorni, non hanno ancora deciso, hanno intrapreso la strada delle consultazioni: «Con Simone abbiamo parlato all’inizio di questo nuovo percorso – ha svelato il diesse biancoceleste – siamo stati chiari e non vogliamo mettergli pressione. Ha questa possibilità di fare un mini-ciclo, poi prenderemo una decisione finale sulla sua permanenza. I risultati sicuramente ci aiuteranno».

Fonte : Il Tempo

RASSEGNA STAMPA – Simone non si sente più solo un “traghettatore”

Accelerazioni, brusche frenate, sorpassi e uscite di pista. Il gran premio che assegna la panchina della Lazio per il prossimo anno è alle ultime curve e nulla è scontato. L’outsider Inzaghino dopo la brillante prova contro l’Inter ha messo in crisi la società. Dopo il ko contro la Sampdoria le strade sembravano doversi separare, e invece la notte dell’Olimpico ha portato consiglio. E non solo per quanto visto in campo ma anche per il modo con cui Simone ha preso di petto la situazione. «Il mio futuro? Sono tranquillo e sereno. Assieme al mio staff facciamo il massimo, è capitata quella partita a Genova che nove volte su dieci non la perdi. Stiamo lavorando bene, sono contento di questi ragazzi. Io continuo a lavorare, a parte la Juve e senza le vicissitudini di Genova ne avrei vinte quattro su quattro» ha sottolineato il tecnico biancoceleste mostrando già il piglio dei grandi. Se la sta giocando a testa alta e senza nessuna voglia di lasciare nulla d’intentato, per questo ha chiesto a tutti gli straordinari.

Fonte: Il Messaggero

Video – La reazione dei giocatori, la vittoria della Premier League. Leicester ‘Campione’

La favola del Leicester non avrà età, non verrà dimenticata. Da sportivi, giocatori e allenatori, l’impresa di Ranieri porterà la consapevolezza di come sia possibile con il lavoro, la dedizione e l’entusiasmo ottenere risultati insperati. Proponiamo le immagini  di quanto accaduto, immediatamente dopo la fine della partita (derby) tra Chelsea e Tottenham, pareggiata all’ultimo dagli uomini di casa, che di fatto ha sancito la vittoria della Premier per il Leicester.

I giocatori del Leicester festeggiano la vittoria della Premier, aspettando la fine del derby tra Chelsea e Tottenham

L’emozione di Miro Klose: “Ancora non mi sono reso conto di essere nella storia del calcio”

AGGIORNAMENTO ore 9:00 del 3/5 – L’attaccante tedesco dopo aver apposto la sua firma ha espresso tutta la sua emozione: “E’ stato bello poter tenere in mano la Coppa del Mondo originale per la seconda volta nella mia vita. Questa volta, almeno, posso prendermi il tempo che voglio e godermela. Onestamente, non ho ancora realizzato di essere parte della storia del calcio. Probabilmente lo capirò solo quando finirà la mia carriera“.

Quando sei una garanzia, un pilastro, una stella o semplicemente “Leggenda” significa che nella tua vita professionale sei riuscito a fare qualcosa di straordinario ed è giusto prendere tutti il riconoscimenti che il mondo è pronto a darti. Ancora una volta (ieri sera) il mondo ha visto scendere in campo il più forte di tutti, l'”Uomo della Storia“: Miroslav Klose. Oggi, come si ascolta da Lazio Style Radio 89.3, il bomber tedesco si recherà a Zurigo insieme al presidente Claudio Lotito e al responsabile della comunicazione Stefano De Martino per ricevere l’ennesimo riconoscimento che solo un campione come lui può collezionare. In Svizzera, infatti,  il campione del mondo firmerà il Muro dei Campioni presso il Fifa World Football Museum, che, inaugurato il 28 febbraio scorso, contiene una straordinaria collezione con leggendari cimeli dedicati alla storia dei Mondiali. Dall’alto delle sue 16 realizzazioni, il miglior marcatore nella storia della più importante competizione intercontinentale, di certo non può mancare. Da parte di tutto il popolo biancoceleste possiamo sire che è stato un onore per la capitale averlo ospitato per cinque intensi anni: un gigante del calcio, un punto di riferimento per i più giovani e per chiunque voglia trovare ancora qualcosa di pulito in uno sport troppo spesso inquinato e lontano da certi valori. SEMPLICEMENTE MIROSLAV KLOSE

 

 

CRONACA – Roma, fiamme su bus con studenti a bordo

Un bus Cotral con a bordo studenti delle scuole medie e superiori di Segni ha preso fuoco mentre transitava sulla provinciale Montelanico-Segni 60B. Molte persone a bordo del mezzo verso le 8 di mattina hanno sentito puzza di bruciato provenire dalla parte posteriore del bus e solamente grazie alla prontezza dell’autista la tragedia è stata solo sfiorata.

L’uomo alla guida ha accostato il mezzo, fatto scendere immediatamente tutti i passeggeri e chiamato i soccorsi. Sul posto sono prontamente intervenuti i vigili del fuoco di Montelanico e quelli di Colleferro che hanno subito spento le fiamme che intanto avevano completamente avvolto l’intero abitacolo. Sul posto è intervenuta anche una ambulanza del 118 ma fortunatamente nessuno dei viaggiatori è rimasto ferito gravemente, il tutto si è risolto solo con tanta paura e problemi di respirazione. I carabinieri accorsi sul luogo del rogo hanno chiuso la strada per consentire l’opera di bonifica e dopo circa due ore la situazione è tornata sotto controllo. L’altro ieri, al centro di Grottaferrata, era avvenuto un episodio simile.

SOCIAL – Attenzione ai tag di facebook. Rischio virus

State attenti ai tag degli amici su facebook: c’è un nuovo virus che si insedia nel vostro computer quando si clicca sul contenuto del post in cui si è menzionati. Migliaia di italiani sono caduti nel tranello negli ultimi giorni. Per capire che si tratta del virus basta notare il considerevole numero di persone taggate nel post. Se cliccate sopra diventate da vittima a carnefice perché il virus pubblica automaticamente il post infetto dal proprio contatto e tagga i vostri amici. Diffidate dunque dai post con molti tag e dai link senza nessuna descrizione. Ricordatevi di segnalare immediatamente il problema a facebook cliccando sulla freccetta in alto a sinistra del post.

 

E adesso il miracolo Leicester diventa un film

Nessuno ci avrebbe scommesso un centesimo, ma adesso è tutto vero: il Leicester è campione d’Inghilterra.

Tutto arrivato con una rimonta insperata del Chelsea contro il Tottenham dopo il dopo il doppio vantaggio degli Spur. Alla fine è finita 2 a 2 allo Stamford Bridge e l’ansia delle ultime 24 ore si è trasformata in festa per i tifosi della volpe. Un happy end degno dei migliori film di Hollywood. E proprio Hollywood potrebbe portare sul grande schermo l’impresa di Vardy e compagni.

L’idea è di Adrian Butchart, sceneggiatore inglese di base a Hollywood, famoso per il film Goal! Butchart qualche mese fa ha visitato in luoghi in cui è cresciuto Vardy: dai campetti dello Stocksbridge Park Steels, club ai sobborghi di Sheffield dove ha bucato le prime reti, fino a Fletwood dove con la squadra locale 4 anni fa si laureava capocannoniere della quinta categoria inglese, passando per la fabbrica di fibre di carbonio dove Jamie aveva parcheggiato il sogno di calciatore.

Lo sceneggiatore inglese ha ammesso che sono già iniziati i contatti con alcuni attori che potrebbero interpretare Vardy: le prime scelte sono quella di Zac Efron ex stella di High School Musical e Robert Pattinson salito alla ribalta con la saga dei vampiri di Twilight. A interpretare Ranieri invece la grande idea è quella di Robert De Niro viste le origini italiane di quest’ultimo. La volontà di Butchart è quella di riproporre il duo Efron-De Niro già visto in Nonno scatenato, uscito di recente nelle sale cinematografiche. Non c’è che dire, una bella soddisfazione per Claudio Ranieri che sta vivendo un 2016 magico.

Fabrizio Piepoli

Mistero Radiohead: prima mandano uno strano messaggio ai fans e poi spariscono dal web

Qualche giorno fa i fans dei Radiohead hanno trovato nelle loro cassette postali uno strano volantino che recita: “Sing the song of sixpence that goes – Burn the witch – We know where you live”. La prima è una filastrocca per bambini, la seconda frase è un loro brano inedito di 13 anni fa, mentre “Noi sappiamo dove abiti”, suona più come una minaccia. Non è la prima volta che i Radiohead sorprendono i loro fans con messaggi misteriosi, solitamente il tutto avviene prima dell’uscita di un nuovo album.

A stuzzicare ulteriormente la curiosità dei fans, i Radiohead sono spariti dal web, o meglio hanno cancellato tutti i post e i tweet dai loro account ufficiali di facebbok e twitter. Svuotati di ogni contenuto, persino dell’immagine del profilo e di quella di copertina. Anche la pagina di Thom Yorke non dà segni di vita da giorni. Una bella operazione di marketing che è riuscita nell’intento di catturare l’attenzione, un silenzio assordante che i fans sperano si trasformi presto nell’annuncio dell’uscita di un nuovo album.

 

Bonolis mastica amaro: “Partita brutta, quella in campo non era la mia Inter ma…”

Il tifoso d’onore della squadra nerazzurra Paolo Bonolis, conduttore di Ciao Darwin è intervenuto ai microfoni di Radio Radio per parlare della sconfitta di ieri dei nerazzurri contro la Lazio. Queste le sue parole:

“Ieri sera (domenica ndr) non mi sono divertito per niente, non solo perché l’Inter non ha vinto, ma soprattutto perché l’Inter nemmeno era in campo. Sono andato a vedere giocare la Lazio, contro delle persone che avevano addosso la maglia dell’Inter. E’ stata una partita brutta”.

LAZIO SOCIAL – La gioia ritrovata di Onazi, Lulic, Mauri e Marchetti

Grande protagonista di questa nuova Lazio targata Inzaghi è Ogenyi Onazi, che da quando è tornato titolare ha messo ordine a centrocampo. Il nigeriano ha espresso tutta la sua gioia per la vittoria di ieri su Twitter: “Ieri sera abbiamo ottenuto una vittoria perfetta. C’è stato anche il grande sostegno da parte dei tifosi”.

 

 

Oltre al nigeriano hanno espresso tutta la loro gioia per la grande vittoria di ieri anche Senal Lulic (autore dell’assist vincente per miro Klose) e Stefano Mauri sui loro profili Twitter ed Instagram:

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Una foto pubblicata da Senad Lulic (@senad.lulic) in data:

 

Anche Marchetti si è unito al coro di gioia riportando su Twitter il seguente post: “Grande prestazione e vittoria strameritata!!! Daje ragazzi!”

M5S, Virginia Raggi dichiara guerra alle botticelle: “Vanno abolite, basta maltrattamenti”

Grande iniziativa della candidata a sindaco Virginia Raggi che dichiara ufficialmente guerra ai maltrattamenti di animali a Roma e nello specifico le reali (e tristi) condizioni in cui sono tenuti i cavalli delle botticelle romane (ossia le carrozze trainate dai cavalli). Così la candidata sindaco di Roma del M5S Virginia Raggi ha risposto su Twitter a un utente che le chiedeva cosa intende fare sul tema botticelle .«M5S ama gli animali. Nel programma per Roma c’è abolizione botticelle. Stop a maltrattamenti, cambieremo regolamento!».

La questione delle botticelle è tornata d’attualità dopo che 38 vetturini sono stati indagati con l’accusa di maltrattamenti. Come riporta  ” Il Messaggero.it”, infatti, i cavalli erano tenuti ore ed ore  (a volte giorni) senza vedere la luce, senza finestre, costretti ad aspettare l’apertura dell’uscio per intravvedere il sole. Il tutto si svolgeva all’interno delle stalle dell’ex Mattatoio di Testaccio. A ottobre di due anni fa la struttura fu controllata e sequestrata, ma ancora ad oggi è lasciata in uso alle “botticelle“. In mancanza di alternative però, fu concesso ai vetturini di continuare ad utilizzare le stalle per i circa 80 animali ospiti dell’ex mattatoio. In teoria, a gennaio 2015, e quindi più di un anno fa, le botticelle avrebbero dovuto essere trasferite nelle nuove stalle di Villa Borghese. Per il momento ancora nessuna notizia delle stalle volute dall’amministrazione guidata da Ignazio Marino.  Gli animalisti chiedono da anni di abolire le botticelle e chissà forse le loro preghiere stanno finalmente per essere esaudite.

 

Il rimpianto di Nesta: “Nel 2007 potevo tornare, ma Lotito…”. Poi manda un messaggio ai tifosi

E’ da tutto il mondo riconosciuto come il più forti difensori che abbiano mai calcato un campo di calcio. Classe, eleganza e stile oltre unaNesta capacità difensiva fuori dal comune erano le sue qualità migliori. Si è sacrificato per salvare la squadra che ama fin da piccolo e nonostante la sua carriera conosca solo glorie avrebbe tanto voluto tornare un ultima volta a casa. Stiamo parlando del grande Alessandro Nesta. Un capitano dal cuore laziale. A distanza di anni e di chilometri (dal lontano Canada), l’ex difensore della Lazio (ora allenatore nella Major League Soccer) è intervenuto ai microfoni di Radiosei (98.100) nella trasmissione ‘La Voce della Nord‘:

La vita da allenatore:La partenza da allenatore nella seconda divisione americana non è stata delle migliori, ma qui negli Stati Uniti il calcio è diverso, andiamo avanti. Una cosa è certa, è molto meglio giocare, ma l’età ormai è quella, adesso piano piano cerco di iniziare a capire come funziona – spiega Nesta – . Nelle prime cinque partite ho fatto un disastro (ride, ndr), tre le abbiamo perse“.

Pochi giorni fa ricorreva una finale importante di Coppa Italia contro il Milan vinta grazie ad un suo gol: “E’ uno dei ricordi più belli della mia vita, da tifoso trovarsi una palla così decisiva a portata di mano è incredibile. Non l’ho dimenticherò mai”.

L’addio: “Negli ultimi due anni di Lazio c’è stato un momento di crisi della Lazio ed in crisi sono andato anche io. Ogni giorno mi chiamavano per accettare offerte da altri club, alla fine è andata nel modo che conosciamo, potevo restare lo stesso impuntandomi l’ultimo giorno di mercato, ma si viveva in un contesto delicato, la società non pagava gli stipendi da oltre un anno e dietro l’angolo c’era il rischio di un fallimento. Ripensandoci potevo gestire meglio quell’addio, se fossi stato più maturo avrei spiegato a tutti quello che stava accadendo. E’ andata così, mi sono preso qualche insulto ma poi tutto è stato chiarito“.

Il ritorno mancato sotto la gestione Lotito:Nel 2007 c’è stato un contatto con la Lazio tramite Oddo, poi è saltato tutto, la Lazio neanche si è seduta a parlare, neanche avevo chiesto soldi. Io andavo in scadenza, ancora mi sentivo bene, ma non si è aperto neanche il discorso. E’ stata più una chiacchierata tra amici con Massimo Oddo, l’avevo buttata lì, poi ognuno ha i propri programmi, magari pensavano che chiedessi troppi soldi“.

Però è ancora possibile un ritorno da allenatore:Magari un giorno da allenatore:Ora devo imparare ancora molto, la partenza non è stata positiva. Di certo mi manca Roma, la mia famiglia, la sento sempre la mia città. Conosco i problemi che sta vivendo il tifoso della Lazio, ma una cosa mi sento di dirla, non bisogna MAI perdere di appartenza per questi colori“.