In attesa di giocare l’ultima di campionato contro la Fiorentina, in casa Lazio si è già proiettati sulla ormai nota rivoluzione estiva. Molti e grandi saranno infatti i cambiamenti che avranno luogo in quel di Formello a partire dal prossimo giugno e che riguarderanno la rosa fino ad arrivare all’allenatore. Proprio su questo argomento è intervenuto, ai microfoni di ‘Radio Radio’ l’ex portiere biancoceleste Fernando Orsi: “Questa rivoluzione non mi stuzzica molto. – ha detto – Avrei preferito un progetto partito dodici anni fa e concluso con qualcosa di importante. Invece siamo sempre alle stesse situazioni, sono anni che ne parliamo e non è cambiato molto. Lotito dovrebbe risolvere i problemi senza parlare“.
Facciamo i conti: ecco chi più spende e chi più vince. Lazio virtuosa, Fiorentina la più parismoniosa. Disastro Roma
Confutare l’assioma più spendi, più vinci può ridursi – come in passato si è tentato di fare – ad un mero esercizio economico, una logica concettuale basata su dati sterili; sovvertire però tale assetto metodologico con l’incontestabile – il numero, non manipolabile nella sua interezza – restituisce una chiarezza dovuta e necessaria al quadro d’insieme, troppo spesso distorto, capovolto, stravolto.
Per far ciò un loophole biancoceleste ci riporterà alla stagione 2008/2009, annata in cui viene conquistato il primo trofeo dell’era Lotito – che lo stesso presidente descriverà come il primo tassello di un valoroso progetto: il 13 maggio 2009, allo Stadio Olimpico di Roma, la Lazio vince la finale di Coppa Italia battendo la Sampdoria dopo i calci di rigore (i tempi supplementari si erano conclusi sull’1-1). Non ridimensionando l’ambizione e il valore – presunto o reale – di tale progetto, è tuttavia più facile ora evidenziarne la crescita, ancora meglio se circoscritta alle tre squadre prese come termine di paragone: Napoli, Fiorentina e Roma – da cui i biancocelesti si distinguono, dato di fatto, per quanto concretizzato e materializzato in quasi un decennio nonostante le differenze d’approccio, di strategia e di gestione. Escluse le “strisciate” Juventus (inarrivabile nell’ultimo lustro), Milan e Inter, sono questi infatti i club, per similare storia, blasone e potenzialità, con cui si può raffrontare con maggior efficacia l’operato biancoceleste per trarne conclusioni concrete
Nella stagione già citata, infatti, la Lazio pur lanciandosi in mirati investimenti atti ad apportare migliore qualità tecnica ed una complessiva crescita di ogni settore della rosa – l’ingaggio di Juan Pablo Carrizo (7 milioni di euro); l’acquisto, per 1,5 milioni di euro, del terzino Lichtsteiner; il riscatto di Rozehnal per 3,6 milioni di euro e di Radu, per 4,5 miloni di euro; Brocchi e Matuzalém (prelevato dal Real Saragozza a titolo di prestito con diritto di riscatto fissato a euro 8 milioni), per il centrocampo; due attaccanti: il ceco Libor Kozák, acquistato dall’Opava, e l’argentino Mauro Zárate, di proprietà dell’Al-Sadd, in prestito (2 milioni di euro) con diritto d’opzione – è la squadra a detenere uno dei minori monte ingaggi della Serie A: la Roma ha una rosa stipendiata 65 milioni di euro; la Fiorentina 37 milioni di euro; il Napoli 29 milioni di euro; la Lazio, appunto, solo 27 milioni di euro.
Vero è che se rapportata alle due precedenti stagioni la retribuzione complessiva è più che raddoppiata, ma la differenza di competitività economica dalle avversarie è ancora evidente – pur non costituendo, tuttavia, motivo di minore valore calcistico: la stagione successiva è infatti inaugurata dalla vittoria della Supercoppa Italiana, contro la invincibile armata nerazzurra – l’Inter Mourinhiana. Tanto basta ad affermare che vale più un trofeo di un piazzamento in campionato: l’annata 2008/2009 si conclude al decimo posto per i biancocelesti – peggio di loro, nel prospetto a quattro che si tenta di ricostruire, solo il Napoli che termina la stagione al dodicesimo posto; la Fiorentina e la Roma ottengono rispettivamente la quarta e la sesta posizione. La stagione successiva peggiora addirittura il piazzamento della Lazio: 12esima in classifica ma secondo trofeo per un Claudio Lotito ferocemente contestato – una costante invariabile, che poco sposta gli equilibri. I giallorossi confermano la crescita nella competizione nazionale, ottenendo il secondo posto; i partenopei conquistano il sesto posto e la qualificazione in Europa League; ma – e trattasi di un crollo – la Fiorentina si posiziona undicesima, ad un solo punto di vantaggio sui biancocelesti.
Lecito e legittimo quindi che i tifosi pretendano la profusione di maggiori sforzi – siano questi sostenitori della Lazio, della Roma, della Fiorentina o del Napoli: quanto però è giustificabile la voglia di aggredire ostinatamente il calciomercato e il campionato, senza prima stabilirelinee guida nell’affrontare le competizioni? Dopotutto, nel calcio, ci sono solo vincitori – nessun premio al merito: e pur disputando campionati mediocri, è la Lazio a figurare negli almanacchi e negli annuari – quasi a volersi appropriare di una dimensione d’orgoglio. I biancocelesti hanno infatti ottenuto quel che è storicamente al di sopra degli obiettivi stagionali fissati: quasi che l’arrivo di Lotito abbia restituito voglia di vittorie, ambizioni ed aspettative. Consultando le statistiche relative al quinquennio 2009-2014, si apprende che la media punti della Lazio (58) è del 5,7% superiore al trending delle precedenti 25 stagioni; mentre il valore della rosa ha avuto un incremento dell’8,5% (passando da un valore minimo di 113,8 milioni di euro ad un massimo di 161,3 milioni di euro). La rivale per antonomasia – la Roma – ha una media di 69 punti (e nessun trofeo), ed un segno negativo sulla crescita annuale del valore della rosa: -5,4%, a riprova che la tanto ricercata pratica delle plusvalenze è un rischio, non un criterio meritocratico aggiunto. La Fiorentina incrementa del 3,1%; il Napoli registra il dato migliore in assoluto: un +26,6% che riscatta l’anonimato delle passate stagioni.
La maggiore differenza, però, sta nuovamente nella linea di credito: tutti i club in lotta per un posto in Europa hanno aumentato i loro investimenti, e ciò accade per i frequenti adeguamenti contrattuali. Lo sforzo maggiore l’ha fatto il Napoli, con un’impennata nella stagione2009/2010 a 37 milioni; si confermano Roma (69,7 milioni di euro) e Fiorentina (40 milioni di euro); cresce la Lazio (32,9 milioni di euro). Non è facile, ma anche questa è la riprova di una programmazione biancoceleste che tende a valorizzare il gruppo: dando ai più il tempo di crescere, senza forzature di alcun tipo. Perché è possibile uno sviluppo sostenibile, senza ricorrere ad illusori e pericolosi salti in alto.
Quali sono però i motivi che inducono – o dovrebbero indurre, riferendoci ai giallorossi – ad un controllo delle spese? Tanto per la Lazio quanto per il Napoli, la Fiorentina e la Roma, negli anni c’è stato un netto aumento dei ricavi; questi, però, non sono ricavi strutturali: le entrate costituiscono un una tantum (premi europei UEFA, cessioni e plusvalenze), mentre i costi, dagli ingaggi alle spese, e gli investimenti sul mercato, sono in costante aumento.
É un fenomeno consequenziale alla nuova frontiera retributiva – e ciò avviene effettivamente non solo per le squadre di vertice: analizzando il bilancio di calciomercato del Napoli degli ultimi 5 anni, la squadra è al terzo posto nella ipotetica classifica spese. Sono quasi 100 i milioni di euro di deficit tra acquisti e cessioni tra il 2010 ed il 2015 (bilancio alla mano, solo nel 2012/2013 i partenopei hanno incassato più di quanto speso) – certo, molte operazioni di mercato hanno poi generato plusvalenze che ritoccano in meglio il bilancio della società di De Laurentiis. Basti citare i 114 milioni di euro complessivamente versati dal PSG per Lavezzi e Cavani, con l’attaccante uruguaiano quinto acquisto più costoso di sempre nella storia del calciomercato. Così come il Napoli ha usufruito dei ricavi Champions per rinforzare la propria rosa e far quadrare i propri conti. Eppure si poteva fare meglio con questo budget? Sono solo tre i trofei conquistati: due Coppa Italia (nella stagione 2011/2012; 2013/2014) ed una Supercoppa (2014/2015) – tanto quanto vinto dalla Lazio, la cui gestione è sempre stata parsimoniosa secondo alcuni, oculata a detta di altri.
Dalla lettura di ogni bilancio biancoceleste si evince come ogni spesa abbia un suo ritorno, ed il pareggio tra entrate e uscite è quasi sempre assicurato al termine della stagione. Un esempio su tutti: l’operazione Cissé. Che non è stata poi così tanto fallimentare, almeno per quanto riguarda le finanze: la cessione a gennaio dell’attaccante francese (Cissé arriva nel luglio 2011 dal Panathinaikos, pagando ai greci una cifra vicina ai 6 milioni di euro) ha prodotto una plusvalenza di 800mila euro, oltre poi al risparmio sul suo oneroso ingaggio.
Proprio qui sta la differenza abissale tra le due società romane: quella giallorossa è la seconda squadra italiana ad aver speso di più sul mercato negli ultimi 5 anni. Pur non tenendo in considerazione il passivo della stagione in corso, il deficit tra uscite ed entrate dal 2010 al 2015 è di oltre 100 milioni di euro. L’utile registrato nel 2014 (quasi 44 milioni di euro il guadagno tra acquisti e cessioni grazie alle plusvalenze sulle cessioni di Marquinhos, Lamela ed Osvaldo) è stato surclassato dai pesanti passivi 2011/2012 e 2014/2015 – nell’ultima stagione, infatti, i giallorossi hanno investito più di tutti sul mercato, senza però ottenere i risultati sperati.
Peggio, quindi, va alla Roma: l’ultimo trofeo vinto risale alla stagione 2007/2008, quando i giallorossi si imposero per 2-1 sull’Inter e sollevarono la Coppa Italia. Da allora, nonostante gli ingenti investimenti, i vanagloriosi proclami e l’assoluta certezza della bontà del progetto, più nulla – più nulla di concreto, tangibile, che non sia la morale del secondo posto. E pesa ancora l’onta del 26 Maggio 2013: nonostante i giallorossi guidati dalla proprietà americana si siano obiettivamente rafforzati – tanto che il monte ingaggi è passato da 76,5 milioni a 95 in quella sola stagione – Il 26 maggio la Lazio trionfa in finale di Coppa Italia contro i rivali storici, battuti per 1-0 grazie a una rete di SenadLulić. La società biancoceleste, pur ormai omologato il pensiero di un Lotito estraneo agli investimenti, statisticamente ha invece sempre chiuso in leggero passivo ogni sessione di calciomercato dal 2010 ad oggi: passivi minimi, che sommati hanno però totalizzato 21 milioni di euro di scarto negativo tra acquisti e cessioni.
La Fiorentina, invece, ha contenuto le spese: sono 9 i milioni di deficit tra entrate ed uscite nel quinquennio. È stata l’avveduta gestione dei Della Valle a sanare il disastroso bilancio 2011 (che i Viola hanno su anno solare), chiuso con un passivo di 32 milioni di euro: l’obiettivo dichiarato della società è infatti di non ricorrere più al supporto dei soci. Le plusvalenze ottenute dalle cessioni di Jovetic, Ljajic e Cuadrado, negli anni, sono state le principali artefici della quadratura del bilancio. Tanto più che uno dei capisaldi dei Viola – e del Napoli – è evitare il ricorso al credito delle banche, logica diametralmente opposta alla strategia giallorossa. Tanta accortezza gestionale da parte della dirigenza toscana è però probabilmente dovuta anche ai mancati riscontri in campionato: la stagione 2011/2012, a conferma di quanto detto in precedenza, si conclude con un mediocre tredicesimo posto. La Fiorentina fa quindi registrare in quell’annata il peggiore rapporto monte ingaggi/posizionamento: i fratelli Della Valle sono settimi come classifica stipendi – circa 37 milioni di euro.
In questi ultimi anni Claudio Lotito ha risanato la Lazio, alzato l’asticella degli ingaggi, agito coerentemente al credo si spende soltanto quello che si incassa. Da qui la risaputa cautela sul mercato – pur centrando in più occasioni colpi di valore e prestigio (gli acquisti di Lulic, Klose, Hernanes, Biglia, Candreva…) – abbinata ad una visione sul medio-lungo periodo. Quanto sia pratica condivisibile, quanta lungimiranza ci sia nell’attuazione di una strategia temporeggiatrice – che non stravolga l’equilibrio economico nel (vano, il più delle volte) tentativo di conquistare prestigio immediato nella competizione italiana ed europea – è di tanta difficile stima quanto facile deduzione: gli americani a capo della società giallorossa non sono mecenati; la Fiorentina pare essersi drasticamente ridimensionata pure analizzando i risultati ottenuti nella stagione in corso – e, più generalmente, le già non esaltanti prestazioni delle annate passate. Ad avere solide basi è il Napoli, poco più indietro la Lazio: in questi anni De Laurentiis e Lotito hanno saputo far di conto, tanto che hanno potuto vantare una gestione virtuosa. Ma ad avere la meglio, nella stagione 2014/2015, è proprio la formazione biancoceleste: con un monte ingaggi di 55,1 milioni di euro (il Napoli è già a quota 70 milioni di euro) riesce ad imporsi sulla rivale partenopea. Il 31 maggio, in occasione dell’ultima partita di campionato, la Lazio espugna lo Stadio San Paolo, battendo per 2-4 il Napoli; tale risultato permette al club capitolino di piazzarsi al terzo posti in classifica e di qualificarsi per la Champions League, cosa che non accadeva dalla stagione 2006-2007. La Lazio conclude la stagione conquistando la finale di Coppa Italia e la finale di Supercoppa italiana – entrambe perse contro la Juventus.
Arianna Michettoni (tratto dal Nuovo Corriere Laziale)
MERCATO – Contatti con un ex ct per la panchina. E sulla trequarti…
Domenica scorsa, dopo la vittoria sul Carpi, Simone Inzaghi ha dichiarato di aspettarsi la riconferma. Eppure la Lazio continua a guardarsi intorno alla ricerca di un nuovo allenatore per la prossima stagione. Tra i tanti nomi circolati, oltre a quello di Cesare Prandelli, nelle ultime ore è emerso anche quello dell’ex ct del Cile Jorge Sampaoli. Si tratta di un interesse concreto: nei giorni scorsi, infatti, le due parti avrebbero allacciato i contatti per parlare di cifre e dunque di contratto. Sampaoli si inserisce dunque a pieno titolo nella corsa all’eventuale dopo Inzaghi, che intanto si prepara all’ultimo esame della stagione contro la Fiorentina. Con l’obiettivo di confermare la promozione.
Per il reparto offensivo, invece, secondo quanto riporta ‘Calciomercato.com’, piace molto Ryad Boudebouz, trequartista classe ’90 del Montpellier. Con la cui maglia quest’anno ha collezionato 47 presenze e ben 12 assist, che gli hanno permesso di piazzarsi al terzo posto tra i migliori assist-man della Ligue 1, dietro Ibrahimovic e Di Maria. Insomma, l’alternativa ideale in caso di partenza di uno tra Candreva e Felipe Anderson.
Calcio femminile, pareggio sul campo della Neapolis per la Lazio Women
Pareggio sul campo della quinta in classifica del campionato di Serie B Girone D per la Lazio Femminile di mister Roberto De Cosmi.
Nonostante le tante defezioni per infortunio, ben otto, le ragazze biancocelesti hanno disputato una bella partita, segnando la propria rete con il difensore centrale Lommi alla sua terza segnatura stagionale.
La Lazio Women si è trovata in svantaggio dopo pochi minuti ma ha poi spinto sull’acceleratore e solo l’ottima partita del portiere avversario Balbi, autrice di ben tre grandi interventi, ha salvato il risultato per le partenopee. Una grande parata nel primo tempo sulla Celli all’incrocio, poco dopo su calcio d’angolo della Lombardozzi, ancora un intervento miracoloso sul colpo di testa di Lommi, abile però sulla seconda palla la Casali a rimettere al centro per la stessa Benedetta Lommi, sedici anni, tap-in a segno al 45’, per la terza volta in campionato in goal.
Nella ripresa è ancora Lazio a fare la gara, un rigore reclamato dalla squadra di De Cosmi e non concesso, una grande azione della Corradino per la Pezzotti e di nuovo un’ottima parata avversaria, ed infine bravissima la nostra Ilenia Sarnataro, portiere e all’occorrenza attaccante, a salvare il pareggio su un pericoloso tiro ravvicinato.
La classifica per le azzurre è quinto posto, mentre per le biancocelesti alla fine è ottavo posto in graduatoria.
Il tabellino
DOMINA NEAPOLIS-LAZIO WOMEN 1-1
Marcatrici: 11’ Ciccarelli 1-0, 45’Lommi 1-1
LAZIO (4-2-3-1): Sarnataro; Sette, Vaccari(K), Lommi, Autili; Casali, Lombardozzi; Pezzotti, Lattanzi, Corradino; Celli (40’st Olivieri). A disp.: Schiavi
Indisponibili: Spagnuolo, Coletta, Cianci, Berarducci, Latini, Santoro, Angelini, Mari.
Arbitro: Pierpaolo Salvati.
Nome nuovo per il reparto offensivo biancoceleste. Classe ’90 di proprietà del Porto
Inizia il tam tam mediatico riguardo il mercato estivo, e come al solito nomi su nomi riempiono le pagine dei giornali sportivi.
Oggi il Corriere dello Sport ha aggiunto una voce nuova per l’attacco dei biancocelesti, un tale Josuè Filipe Soares Pesqueira, esterno offensivo in prestito al Braga ma di proprietà del Porto. Classe ’90 è nel mirino di Tare da un po’ di tempo, che valuterà le scelte da farsi, considerando che l’attacco sarà uno dei reparti (crediamo) con più modifiche da fare e rivoluzionare.
Bernardo Corradi su Inzaghi: “Persona seria, andrebbe confermato”
Torna a parlare di Lazio Bernardo Corradi e lo fa ai microfoni di Tennis Press, dove ha potuto commentare anche il momento attuale della sua ex squadra, sottolineando la preparazione e serietà dell’attuale tecnico biancoceleste Simone Inzaghi, che meriterebbe pertanto la conferma a fine stagione.
Lotito parla di una figura manageriale in società, ennesimo proclama?
L’annata appena conclusasi non passerà di certo nel novero degli sportivi come esaltante o foriera di emozioni. Claudio Lotito ha compiuto ieri 59 anni, e raggiunto dai microfoni di Lazio Style Radio ha parlato a tutto tondo del momento Lazio e di voler mettere in atto una piccola rivoluzione.
Questa volta però non si è soffermato soltanto su organico o allenatore, ma ha lasciato trapelare la sua volontà di farsi affiancare da una figura manageriale, cercando di ricompattare ambiente e dirigenza. Idee che non sono una novità, per Lotito, che spesso ha pensato di mettere mano alla dirigenza del club. Ovviamente per ora nulla è definito e si brancolerà nel buio ancora per mesi, cercando di capirne le intenzioni e la volontà. Ieri (per l’ennesima volta) ha parlato di cambiamento e unione, sperando che questa volta possa dare seguito a parole, che ormai si accumulano e vanno nel dimenticatoio.
La Serie A un anno dopo – Napoli a +16, Fiorentina come un anno fa. La Lazio…
Classifiche a confronto dopo 37 giornate. Rispetto a un anno fa, la Juventus ha due punti in più nonostante la sconfitta contro in fanalino di coda Hellas Verona nell’ultimo turno. La squadra col miglior score resta il Napoli (+16), quella col peggiore l’Hellas Verona (-17) ultimo in graduatoria. A 90 minuti dal termine la Fiorentina ha gli stessi punti di un anno fa. Di seguito le graduatorie a confronto riportate da Tuttomercatoweb.it:
Juventus 88 (+2 rispetto alla Serie A 2014/15 dopo 37 giornate)
Napoli 79 (+16)
Roma 77 (+7)
Inter 67 (+14)
Fiorentina 61 (=)
Sassuolo 58 (+12)
Milan 57 (+8)
Lazio 54 (-12)
Chievo Verona 49 (+6)
Genoa 46 (-13)
Torino 45 (-6)
Empoli 43 (+1)
Atalanta 42 (+5)
Bologna 41 (in Serie B)
Sampdoria 40 (-15)
Udinese 39 (-2)
Palermo 36 (-10)
Carpi 35 (in Serie B)
Frosinone 31 (in Serie B)
Hellas Verona 28 (-17)
Prese le borseggiatrici dei Musei Vaticani: si fingevano turiste e rapinavano chi faceva la fila…
Si fingevano turiste per rapinare i visitatori in fila ai Musei Vaticani. Le borseggiatrici, due donne di origini bosniache di 28 e 24 anni, senza fissa dimora e con precedenti, sono state sorprese dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia San Pietro mentre stavano rubando il portafoglio di una giovane turista cinese in coda per l’ingresso ai Musei Vaticani. Come riporta il portale Adnkronos, le due donne indossavano abiti di tendenza allo scopo di mimetizzandosi al meglio tra i numerosi visitatori in fila per l’accesso ai Musei Vaticani per agire indisturbate. Questa volta il loro travestimento, non è bastato. Una pattuglia di carabinieri le ha riconosciute e notate mentre stavano rovistando all’interno della borsa di una turista cinese in attesa di entrare ai Musei Vaticani. La 28enne ha bloccato con una scusa il braccio della turista cinese, per permettere alla sua complice, posizionata alle spalle, di aprire la borsa e sfilare il portafoglio. Le arrestate, sono state portate in caserma su disposizione dell’autorità giudiziaria, in attesa del rito direttissimo. Il portafoglio rubato è stato restituito alla malcapitata turista cinese.
Oddi: “I giocatori sono tutti dalla parte di Inzaghi e questo mi induce a pensare anche male…”
L’ex difensore biancoceleste e Campione d’Italia 73/74, Giancarlo Oddi è intervenuto ai microfoni di Radiosei per dare la sua opinione sul lavoro svolto da Simone Inzaghi in questo mini-ciclo di partite e per parlare di una sua ormai quasi certa permanenza:
“Che Simone Inzaghi stia facendo un buon lavoro è fuori dubbio, tra l’altro ieri era il Carpi ad essere mosso da maggiori motivazioni, peccato per loro che abbiano fatto harakiri. I giocatori sono tutti dalla parte di Inzaghi e questo mi induce a pensare anche male. Tutti questi attestati di stima e di fiducia non li ricordo con Pioli. Detto ciò, questo finale di stagione buono è stato inutile. Penso che la società abbia già deciso, Inzaghi è molto sicuro di quello che dice, nelle sue interviste trapela la convinzione che resterà anche il prossimo anno. Non credo che una gara come quella con la Fiorentina possa cambiare le cose. Magari sarà anche la scelta giusta, vedremo. Certo il fatto che questi dirigenti facciano sempre tutto da soli mi fa un po’ temere“
Disastro Nesta. Già finita l’avventura con i Miami FC?
Potrebbe essere giunta già al capolinea l’avventura di Alessandro Nesta da allenatore dei Miami FC. Dopo pochi mesi infatti l’ex capitano biancoceleste sta vivendo un periodo a dir poco difficile. Il tecnico italiano, infatti, non è ancora riuscito a raccogliere i tre punti (solo 2 pareggi e 4 sconfitte) e, dopo l’ultima sconfitta patita contro i capolisti della NASL (i Cosmos), la squadra della Florida si è trovata in fondo alla classifica (all’ultimo posto) con la differenza reti peggiore del campionato (-7, 5 fatti e 12 subiti). Si dice che quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare…riuscirà Nesta e realizzare la risalita prima che sia troppo tardi?
EURO 2016 – Un altro big alza bandiera bianca, l’Italia ringrazia…
Questo Europeo in Francia se non sarà ricordato per chi lo vincerà sarà ricordato sicuramente per la sfortuna che sta portando a molti giocatori importanti man mano che il 10 giugno si avvicina. Dopo Marchisio, Perin, Benzema (quest’ultimo però per altri motivi) e Oxlade Chamberlain si è unito al gruppo degli assenti anche il perno della difesa del Belgio Vincent Kompany.
Una notizia che sicuramente farà piacere al Ct italiano Antonio Conte, visto che i belgi saranno i primi avversari dell’Italia nel torneo europeo. Come riporta, infatti, il portale Ansa.it: Kompany sarà indisponibile per circa quattro mesi a causa di una lesione muscolare alla coscia, riportata durante la semifinale di ritorno di Champions tra Manchester City e Real Madrid. Brutta notizia per il ct Marc Wilmots, che sarà privo del suo capitano. Nicolas Lombaerts sarà probabilmente uno dei due centrali: Jason Denayer, 20 anni, ha già sostituito degnamente Kompany, ma ha meno esperienza in un ruolo così importante. Toby Alderweireld, protagonista di un’ottima stagione con il Tottenham, potrebbe essere il sostituto naturale di Kompany, ma un suo spostamento lascerebbe vacante la fascia destra. Qui potrebbero giocare Denayer ed eventualmente Thomas Meunier o Guillaume Gillet.
West Ham – Cala il sipario su Upton Park, il palcoscenico che fu di Paolo Di Canio
Quando il progresso chiama bisogna per forza rispondere. Cala il sipario su Upton Park, casa dal 1904 del West Ham. Gli Hammers, infatti, a partire dalla prossima stagione, traslocheranno nel nuovo Olympic Stadium, costruito per le Olimpiadi londinesi del 2012. Domani contro il Manchester Uniter (nel recupero della 35esima giornata di Premier League) ci sarà l’ultimo spettacolo. Questo stadio fu teatro di uno dei gol più belli della storia del club londinese e guarda caso fu di un grande ex laziale. Il 26 marzo 2000, infatti, l’ex bandiera biancoceleste Paolo Di Canio fece un destro al volo contro il Wimbledon per la vittoria dei padroni di casa per 2-1. Un gol d’antologia, rimasto scolpito per sempre nel cuore del popolo Hammers.
METEO – Il caldo può attendere, il ciclone “Poppea” riporta pioggia e vento
Arriva il “Ciclone Poppea“. No, non è un sequel del film di Carlo Vanzina “S.P.Q.R. 2000 e mezzo anni fa”. Ma è l’ennesimo cambiamento meteorologico che colpirà violentemente la nostra penisola portando pioggia e vento dall’10/11 Maggio fino a domenica 15 Maggio. Temperature in diminuzione di qualche grado, ma non farà freddo, di fatto comunque la Primavera entrerà in crisi per molti giorni:
“Da mercoledì 11 – secondo le previsioni del sito www.ilMeteo.it – inizierà una fase di diffusa instabilità al Centro-Nord dove il ciclone Poppea, dal vicino Atlantico si avvicinerà minaccioso all’Italia, attivando venti di Libeccio forieri di piogge e temporali al Nord e al Centro“.
LE PREVISIONI –“Le precipitazioni – spiega ilMeteo.it – risulteranno anche abbondanti e in alcuni casi sotto forma di veloci nubifragi soprattutto in Liguria, Toscana, Pianura Padana e tutte le Prealpi. Il Sud sarà più protetto dall’alta pressione, ma anche lui vedrà il passaggio, anche se meno frequente, di temporali e piogge su molte regioni. Temperature in diminuzione di qualche grado, ove piovoso, ma non farà freddo, di fatto comunque la Primavera entrerà in crisi per molti giorni“. Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.iLMeteo.it avvisa infatti che “l’instabilità portata dal ciclone Poppea, dopo che dall’Atlantico si sarà portato verso la Svizzera, l’Austria e la Germania, perdurerà sull’Italia almeno per una settimana per cui le piogge e i temporali saranno frequenti, anche se alternati a pause asciutte e soleggiate, soprattutto al Nord e parte del Centro. Soltanto verso la fine del mese sembrerebbe che l’alta pressione africana possa conquistare l’Italia, ma la distanza temporale ci invita ad essere prudenti“.
Calori: “Inzaghi sta facendo un ottimo lavoro, ha dato spensieratezza e motivazioni. Su Klose…”
L’eroe indiretto del secondo scudetto biancoceleste, Alessandro Calori, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3 FM per analizzare il cammino dei biancocelesti, soffermandosi anche sui singoli e sul tecnico della Lazio. Ecco le sue parole riportate sul sito ufficiale biacoceleste:
“Inzaghi sta facendo un ottimo lavoro. Per il suo futuro la società dovrà scegliere se vorrà puntare su un mister giovane che ha fatto bene. Il suo lavoro è stato soprattutto sulla testa dei giocatori, sicuramente ha dato spensieratezza e motivazioni. La leggerezza gli ha permesso di affrontare queste partite, ora bisogna chiudere la stagione con la serenità e dare consapevolezza a questa squadra per il futuro. Ci sono rimpianti per la stagione biancoceleste, ai nastri di partenza ci si aspettava molto dopo la scorsa straordinaria annata. Ma ci sono stagioni che nascono non bene e le responsabilità vanno ricercate in una serie di concause come i tanti infortuni che hanno colpito la rosa biancoceleste. Felipe Anderson ha un patrimonio straordinario, deve solo capire come usare il suo talento e come portare il suo motore al massimo. Deve diventare forte dal punto di vista mentale. Klose è un giocatori che deve essere un esempio per tutti, non lo abbiamo mai visto fuori posto, è sempre positivo e se vai a vedere i numeri della sua storia sono da fuoriclasse è l’atteggiamento che fa la differenza. Cataldi, Felipe, Milinkovic, Keita sono giocatori di uno spessore tecnico di livello altissimo, devono trovare la capacità mentale, devono avere fame e la voglia diventare qualcosa di unico, naturalmente l’allenatore deve aiutarli nel loro percorso di crescita. De Vrij è mancato, è un giocatore determinante per il settore difensivo perché ha personalità e guida un intero reparto, questo tipo di talenti non si trovano dietro l’angolo. Quando si perde il punto di riferimenti spesso si smarrisce. La costruzione di una squadra solida si basa sulla difesa”.
Rivaldo avverte: “Se venite alle Olimpiadi rischiate la vita”
L’Olimpiade di Rio de Janeiro è alle porte, ma la situazione in Brasile non sembra quella ideale a garantire la sicurezza di tutti coloro hanno intenzione di partecipare alla più antica manifestazione sportiva del mondo. Il più grande paese sudamericano sta vivendo un momento decisamente difficile. La criminalità, nonostante i messaggi propagandistici che vengono mostrati al mondo, appare dilagante o, almeno, è questo l’allarme lanciato da Rivaldo, ex stella brasiliana di Barcellona e Milan. Su Instagram l’ex campione della Nazionale verdeoro, ha condiviso sul proprio profilo l’immagine di una ragazzina 17enne assassinata a Rio. Si legge: “Questa mattina alcuni banditi hanno ucciso questa ragazza. Le cose più brutte accadono sempre in Brasile. Io consiglio a tutti coloro che intendono visitare il Brasile o venire all’Olimpiade di Rio, di restare a casa. Qui siete a rischio di essere uccisi. Per non parlare degli ospedali pubblici che non sono in grado di garantire un’assistenza adeguata e della situazione politica caotica. Solo Dio può cambiare la situazione del nostro Brasile”.
Kezman su Bisevac: “Il gol premio per un professionista esemplare”. Poi sul suo futuro…
Il procuratore del difensore biancoceleste Milan Bisevac, Mateja Kezman, ha rilasciato in esclusiva alcune dichiarazioni ai microfoni di LaLazioSiamoNoi, per parlare della stagione del suo assistito e del suo futuro.
Kezman è soddisfatto per la stagione di Bisevac, ieri al suo primo gol in maglia biancoceleste: “Siamo molto felici, è un premio a un calciatore serio e a un professionista esemplare. Purtroppo la condizione è arrivata da poco, colpa di qualche infortunio di troppo che ha inciso su Milan e sul suo rendimento. Lui è un ottimo giocatore, lo ha sempre dimostrato in carriera e credo lo stia facendo vedere anche in queste ultime partite“. Sul futuro del difensore serbo: “Sono convinto che il mio assistito resterà alla Lazio e farà vedere di sapere mettere a disposizione della squadra qualità importanti. Io, personalmente, sono felice che la squadra si stia riprendendo e abbia mostrato di saper giocare un buon calcio in queste ultime sei partite. La Lazio è un club prestigioso e spero che la prossima stagione sia ricca di soddisfazioni come lo è stata quella dello scorso anno“.
Ledesma: “Alla Lazio serve un progetto. Klose? Un campione” Poi sul suo futuro…
Cristian Ledesma è rimasto nel cuore di tutti i laziali. L’ex capitano biancocleste ha rilasciato una lunga intervista al Tg3, in cui ha parlato della stagione della Lazio e di tanti altri argomenti.
Ledesma è partito dalle ultime prestazioni della squadra di Inzaghi: “La Lazio nelle ultime partite ha trovato quella continuità che non ha mai avuto sia ad inizio che a metà campionato. Questo lo ha sicuramente penalizzata. Inzaghi? Non so come lavora perché non l’ho mai visto all’opera come allenatore. Sicuramente è una persona che si fa volere bene. Questo conta, ma conta anche il lavoro sul campo. Per la sua conferma sono valutazioni che deve fare la società, insieme a lui e alla rosa che ha a disposizione“. Sull’addio a fine stagione di Miroslav Klose, giunto a 63 reti con la maglia della Lazio: “È un campione, e quando ne hai uno in una rosa fai fatica a farne a meno. Ma a questa età, se ha deciso così, è perché non si sente più di proseguire questa avventura“. Per la Lazio si parla di “rivoluzione” al termine della stagione in corso: “Penso che non serva soltanto investire nel mercato, ma occorra sviluppare un progetto importante alla pari di molte altre squadre. La Juve da quando è retrocessa sta portando avanti un progetto sempre più ambizioso. L’ambizione è cercare sempre di più“. Poi sul capitano della Roma, Francesco Totti: “Sicuramente merita il rinnovo. Lui e Klose sono campioni che hanno fatto tanto non solo in Italia ma a livello mondiale. Va riconosciuto loro quello che hanno fatto. Sono valutazioni però che spettano alle società, e dipende da come si vuole progettare il futuro. Per competere con la Juve credo oggi sia difficile. I bianconeri hanno una fame e una struttura che non ha eguali in tutta Italia. È quasi impossibile e lo dimostrano i risultati“. Il Frosinone da ieri è ufficialmente retrocesso: “Saluta la Serie A con molto onore. Tutto il calcio italiano, insieme ai suoi tifosi, dovrebbe battere le mani prima a questa società che ha mantenuto un allenatore che in altre società non sarebbe arrivato fino alla fine, poi anche alla squadra che dimostrato di potersela giocare. Sicuramente hanno delle responsabilità perché si potevano salvare. Mentalmente la sfortuna può incidere a livello mentale, soprattutto se sei una piccola. Ho giocato a Lecce e so di cosa parlo. Stellone ha lavorato con una società che lo ha sostenuto fino alla fine, ma non è sempre così. Ha dimostrato anche lui però di poter far bene nella massima serie“. Infine sul suo futuro: “Mi aspetto un’altra opportunità, stiamo valutando con la mia famiglia e con chi mi segue delle soluzioni, cercando di fare la scelta giusta e sperando che sia più positiva dell’ultima. In Brasile non è andata bene, ma era comunque un’esperienza da fare“.
Biglia-Lazio-Juventus: la situazione
Quale sarà il futuro di Lucas Biglia? Il capitano biancoceleste ha terminato la propria stagione con un’espulsione rimediata nell’ultima vittoriosa trasferta sul campo del Carpi.
Da oggi si comincia a pensare al suo futuro. Ieri il centrocampista argentino ha dichiarato nel post partita che deciderà la sua permanenza o la sua prossima destinazione solo dopo le vacanze al ritorno dalla Coppa America, mentre il Ds Tare, poco prima del fischio d’inizio della sfida del Braglia, aveva assicurato che il capitano biancoceleste non è sul mercato.
LA SITUAZIONE – Ma qual è la reale situazione? La Juventus è molto vigile sul giocatore, soprattutto dopo il brutto infortunio occorso a Claudio Marchisio. A frenare l’interesse di Marotta, che ha già avviato i contatti con l’agente del giocatore, Enzo Montepaone, è la richiesta di Lotito: 25 milioni. Troppi per i bianconeri, considerando i 30 anni del volante argentino. I bianconeri sembrano comunque non disposti ad offrire una cifra superiore ai 15 milioni.
RINNOVO – Dal canto suo Lotito si è da tempo detto disposto a prolungare il contratto al capitano, raddoppiando di fatto l’ingaggio fino a 2,5 milioni di euro più bonus. Nel caso però l’argentino chiedesse la cessione, ecco che la richiesta del presidente farà di fatto il mercato con lo staff del giocatore che avrebbe a quel punto il compito di trovare la società in grado di accontentare le richieste biancocelesti, che si annunciano in prima istanza piuttosto esigenti. Un accordo tra le parti (Lazio-Juventus, Biglia-Lazio), sembra dunque lontano, ma il mercato non è ancora iniziato ed in casa biancoceleste sarà una lunga e rovente estate.
Foschi svela un retroscena su Luca Toni e la Lazio…
Luca Toni, uno degli attaccanti più prolifici degli ultimi dieci anni, terminerà domenica la sua entusiasmante carriera da calciatore.
Intanto ieri ha salutato il pubblico di Bentegodi con una straordinaria vittoria del suo già retrocesso Verona contro i campioni d’Italia della Juventus, siglando anche la rete del vantaggio gialloblu con un delizioso cucchiaio su calcio di rigore. Per il saluto a Luca Toni, sulle tribune dello stadio Bentegodi era presente anche Rino Foschi, ex direttore sportivo del Palermo, l’uomo che riuscì a portare in rosanero l’attaccante modenese nel lontano 2003. L’ex Ds dei siciliani, ai microfoni di Tuttomercatoweb Radio, ha svelato un retroscena riguardante l’attaccante e la Lazio: “Sono andato al Bentegodi, mi faceva piacere vedere la sua ultima gara in casa. Gli applausi sono stati emozionanti. Scelse Palermo rifiutando la Lazio, nonostante fossimo in B, perché credeva nel progetto. Ha avuto ragione, e sono contento per lui“.