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De Martino: “Vittoria da aquile, bravo Keita. Caso Morrison? Non esiste”

Grande orgoglio in casa Lazio dopo la vittoria nell’andata del preliminare di Champions. Anche Stefano De Martino, responsabile della comunicazione della Lazio, intervenuto a Lazio Style Radio, dice la sua e chiude in partenza ogni possibile “Caso-Morrison“. “Ieri sera è stata una vittoria che ci inorgoglisce molto. Una vittoria arrivata contro un’ottima squadra come il Leverkusen che da anni primeggia inn Germania ed in Europa, raggiunta grazie ad un grande cuore. Una vittoria da aquile. Era importante non prendere gol, e ci siamo riusciti. Faccio i complimenti a Keita per il bellissimo gol, ma è la vittoria di tutti. Smentisco inoltre ogni tipo di coro razzista o di annuncio da parte dell’arbitro, molti giornali avevano già chiuso la loro edizione ma domani sono certo ci sarà una smentita”. In mattinata si sono sparse voci su un presunto caso Morrison, ferma la sua replica “Ormai hanno capito tutti che tipo di gioco c’è dietro a determinate situazioni. Keita doveva lasciare la Lazio giorni fa, ed invece è stato decisivo ieri…E’ impensabile che ogni volta che un giocatore non entra in campo si vociferi di una sua lamentela o di un suo addio. Ribadisco: non c’è nessun caso Morrison! Ravel è un giocatore di talento, su cui la Lazio ha puntato, ma ha bisogno di tempo così come Milinkovic, Kishna, Hoedt e altri“.

INFERMERIA: Domani accertamenti per Klose. Preoccupano Djordjevic e Marchetti. De Vrij ok

Il giorno dopo la vittoria nel preliminare di andata contro il Bayern Leverkusen poteva essere più lieto…L’infortunio subito ieri da Klose, e le condizioni di Marchetti e Djordjevic non possono far dormire sonni tranquilli a Stefano Pioli. Buone notizie arrivano invece da De Vrij e Braafheid. Il dott. Salvatori, intervenuto sulle frequenze di Lazio Style Radio, ha fatto il punto sull’infermeria. “Le condizioni di Klose saranno più chiare domani, quando svolgerà esami strumentali. Sospettiamo però una lesione muscolare al flessore della coscia sinistra. Ad oggi però è impossibile fare previsioni più accurate. Djordjevic ha da poco iniziato la nuova fase di recupero, ma sta svolgendo un carico di lavoro piuttosto basso,non sarà disponibile per domenica. Posso invece tranquillizzare tutti sulle condizioni di De Vrij. Ieri ha subito un forte trauma cranico, seguito da una momentanea perdita di coscienza. In nottata però non ci sono state evoluzioni, non ha quindi nessun tipo di problema in visto della gara con il Bologna“. Primo allenamento in gruppo anche per Braafheid oggi “La caviglia ha reagito bene ed ha svolto tutto l’allenamento con il gruppo“. Niente da fare per Marchetti invece “Visto il suo ruolo bisogna aspettare che il dolore passi con il riposo, non sarà disponibile domenica”

Formello – Kishna-show in partitella, scarico per chi ha giocato

E’ un dolce tornare in campo per i ragazzi di Pioli dopo la vittoria di ieri. Alle 10 di stamani i biancocelesti sono scesi in campo al “Fersini“. Presenti tutti coloro che non hanno messo piede in campo ieri sera. Dieci minuti di riscaldamento, poi la partitella in famiglia contro la primavera. Il giovane Borrelli difende i pali della “Lazio titolare”, davanti a lui Konko, Hoedt, Gentiletti e Radu. Il centrocampo a tre formato da Patric, Cataldi e Morrison fa da collante al tridente offensivo Braafheid, Calì e Kishna. E’ proprio l’ex Ajax il mattatore della gara, con tre gol ed un assist per Morrison (Il giovane Calì sigla la quinta rete). In palestra tutti gli altri, eccezion fatta per Onazi, Biglia, Parolo, Milinkovic ed il match-winner Keita che effettuano una corsa defaticante a bordo campo. Pioli non vuole distrazioni, la vittoria di ieri deve caricare la squadra e l’ambiente, ma non bisogna assolutamente adagiarsi. Domenica prima, e mercoledì poi, sono sempre più vicini…

 

Simone Palombi, futuro in Olanda per il bomber della Primavera?

Trentaquattro gol in sessantotto partite. Esattamente una rete ogni due match disputati con la maglia della Lazio Primavera. Simone Palombi è stato uno degli elementi di spicco nelle ultime due strepitose stagioni degli aquilotti. Che, va ricordato hanno portato due trionfi in Coppa Italia, uno in Supercoppa Primavera e una finale scudetto persa ai rigori contro il Torino.

NIENTE SERIE B – Per il bomber classe ’96 però il futuro potrebbe essere lontano da Roma. L’entourage dell’attaccante non sarebbe infatti convinto della cessione in prestito nelle serie inferiori. Una possibilità che per molti attaccanti ex Primavera (vedi Ceccarelli e Rozzi, solo per citare casi degli ultimi anni) si è rivelata poco felice. Le punte poche esperte possono trovare poco spazio in campionati molto competitivi come la Serie B e la Lega Pro.

SIRENE OLANDESI – Le carte in tavola potrebbero cambiare in caso di cessione all’estero: un campionato famoso per offrire buone possibilità ai giovani è l’Eredivisie olandese. Per Palombi si sarebbe mosso concretamente il Vitesse di Arnhem. Le perplessità della Lazio verso a una cessione definitiva dell’attaccante potrebbero cadere di fronte alla voglia del bomber della Primavera (giunto alla fine del suo percorso con la squadra allenata da Simone Inzaghi) di giocare con continuità.

Cosa che gli sarebbe permessa sul prato del ‘Gelredome‘, casa del club giallonero. La pista olandese per Palombi resterà calda fino alla fine del mercato: a patto di trovare una formula di trasferimento che soddisfi entrambi i club e il calciatore.

Fabio Belli

Keita, la “maravilha” dal malumore all’urlo Champions

Non è la prima volta che accade: in casa Lazio così come in altri club, giocatori che sembrano arrivati al capolinea di un’avventura diventano improvvisamente indispensabili al progetto tecnico. “La costruzione di un amore spezza le vene delle mani, mescola il sangue col sudore se te ne rimane.” Cantava Mia Martini su testo di Ivano Fossati. E l’amore tra Keita e la Lazio è stato a prima vista, burrascoso e passionale, fatto di urla, pianti ma anche di esplosioni di immensa gioia, come quella di martedì sera.

Per la “maravilhaex Barcellona nulla è mai stato facile. Non lo è stato dall’inizio, quando il Cornellà se lo è ritrovato spedito direttamente dalla Masia blaugrana per indisciplina. Si parla di dentifricio e cubetti di ghiaccio sui cuscini, robetta da caserma, ma l’educazione è fondamentale per il club catalano. Lui segna nelle giovanili della società satellite cinquanta gol in un campionato e stupisce tutti quando dice: “Io a Barcellona non ci torno.

Si inserisce la Lazio, che porta lui e Tounkara a Formello: per il transfer servirà però un lungo anno di inattività, in cui il presidente Lotito lo rincuora personalmente. “Ce la farai, presto giocherai, presto sarà il campo la tua unica preoccupazione.” E il campo arriva in una freddissima mattina di gennaio, un Lazio-Palermo Primavera pareggiato con un rigore sbagliato da Rozzi. La settimana dopo, a Terni, c’è un altro rigore decisivo per la vittoria da calciare. Sul dischetto si presenta lui, e sbaglia. “Cominciamo bene,” mormora qualcuno in tribuna. Da lì in poi, la Lazio Primavera vincerà tutte le partite di campionato, e in una calda serata d’inizio giugno a Gubbio si laureerà Campione d’Italia, dodici anno dopo. La “maravilha” c’è, e saranno state le sue magie ad illuminare la strada verso lo scudetto.

La prima scommessa è vinta, l’amore con i tifosi è già scoppiato. Di lì all’esordio in Serie A il passo è breve, e il grande momento si consuma nei minuti finali di una partita casalinga vinta contro il Chievo. La prima da titolare arriva quattro giorni dopo, in Europa League contro il Legia Varsavia: assist per Hernanes e partita vinta. Il 10 novembre 2013, il primo gol in Serie A, a Parma. Al termine del campionato i gol saranno 5, più uno in Europa. In più, il record fissato il 9 febbraio 2014: Lazio-Roma 0-0, Keita è il più giovane calciatore ad essere sceso in campo da titolare nella storia del derby capitolino.

Sembra una strada spianata verso il successo, e invece ecco ancora il sangue che si mescola col sudore. Nella stagione successiva la Lazio di Pioli comincia a volare, l’esplosione di Felipe Anderson penalizza la “maravilha”. Che si trova spesso, troppo spesso, ad immalinconirsi in panchina. Tra un palo di troppo a Bergamo e tante occasioni mancate, tra un gol e l’altro in campionato passeranno 359 giorni, in pratica un anno intero. L’unico sigillo arriverà contro il Parma (proprio la squadra del primo gol nel massimo campionato), con tanto di esultanza liberatoria. Ma nonostante la Champions conquistata, rispetto all’anno prima è un passo indietro.

La costruzione di un amore non ripaga del dolore, è come un’altare di sabbia in riva al mare.” A Shanghai c’è di nuovo Lotito a tenere la testa di Keita tra le mani. Così come quando la “maravilha” non poteva giocare in Primavera perché mancava il transfer. Stavolta, l’ennesimo mancato utilizzo fa esplodere il giovane attaccante, Pioli non lo vede, Keita chiede la cessione. Si parla addirittura di un prezzo fissato a quindici milioni di euro. Inter, Genoa, l’Inghilterra, sembra tutto deciso. E invece.

E invece il malumore nero della “maravilha” si trasforma nell’urlo Champions della magica notte di martedì, quel “Vamooooos!” che esalta tutto lo stadio. C’è un amore ancora da costruire e una storia tutta da scrivere, a partire da quella che mercoledì sera sarà la battaglia della BayArena. Il mal di pancia non è ancora passato, ma per Keita, forse, le pagine del romanzo in biancoceleste saranno ancora tante.

Fabio Belli

 

Lazio, il valzer delle punte: tra Balotelli e Borini spunta Matri

L’infortunio di Miro Klose contro il Bayer Leverkusen ha aperto una porta che era rimasta socchiusa in casa Lazio per tutta la sessione estiva di calciomercato. Quella dell’arrivo di una punta che funga da alternativa a Klose e Djordjevic. Keita ha fatto esplodere l’Olimpico nell’andata dei play off di Champions League, e Pioli l’ha definitivamente promosso a punta centrale. Nonostante questo, il tecnico emiliano ha espressamente richiesto in conferenza stampa un’alternativa a Klose.

REDS PASSION – E’ ancora calda la pista che porta a Mario Balotelli, in cerca di una squadra per rilanciare la sua carriera. I rapporti tra il presidente Lotito e Mino Raiola sono al momento molto buoni, come conferma l’affare Kishna. Tuttavia, sono molti gli ostacoli da superare: in primis l’ingaggio, impossibile da sostenere per le casse biancocelesti se il Liverpool non volesse collaborare. Non solo Balotelli, i Reds decideranno anche il destino di un altro obiettivo biancoceleste, quel Fabio Borini per il quale il club capitolino sarebbe disposto a mettere sul piatto 4 milioni di sterline. Gli inglesi ne chiedono, però, almeno 8. Anche in questo caso la distanza economica è notevole, ma Borini gode del gradimento di mister Pioli, che lo ritiene particolarmente adatto al suo progetto tecnico.

IDEA MATRI – Si arriva così all’ultima ipotesi, avanzata subito dopo il k.o. di Klose in Champions League: Alessandro Matri. Il giustiziere dei biancocelesti nella finalissima di Coppa Italia, è al momento ai margini nella rosa del Milan, chiuso dalla coppia Bacca – Luiz Adriano sulla quale la società rossonera ha investito tantissimo. La Lazio lo vorrebbe in prestito, ma c’è da convincere il tecnico rossonero Sinisa Mihajlovic, che non vuole privarsi di una valida alternativa in attacco.

Quello della punta centrale rischia di diventare dunque un vero e proprio rebus in casa Lazio in questi ultimi giorni di mercato. Di sicuro contro il Bologna all’esordio in campionato e nella decisiva sfida di ritorno contro il Bayer Leverkusen, ci sarà Keita a guidare il fronte offensivo biancoceleste. Ma molto probabilmente un attaccante arriverà alla corte di Pioli. Chissà che il d.s. Tare non cali un asso nella manica, come spesso ha abituato i tifosi biancocelesti. Un colpo a sorpresa che esuli dal tris Balotelli-Borini-Matri di cui si è tanto parlato e si continua a parlare in questi giorni.

Fabio Belli

Benvenuti su Laziochannel.it

Il 19 agosto di un anno fa, ritornavo a Roma dopo l’esperienza nella vibrante Londra. A distanza di un anno, in qualità di fondatore, ho il piacere di scrivervi per annunciarvi la nascita della testata giornalistica laziochannel.it

Abbiamo deciso di andare online proprio oggi, perché indecisi su quando iniziare, abbiamo pensato bene di fissare la data esattamente un anno dopo il mio ritorno in patria. Volevo simpaticamente ricordare quell’esperienza, dandogli un valore e un peso specifico. Un viaggio che mi fece capire cosa significhi stare così lontano dagli affetti e dal caldo sole presente nella Capitale. Appena misi piede in Italia, mi prefissai l’obiettivo di realizzare un sito per i fans della Lazio e il nuovo progetto editoriale è il frutto di questo lungo lavoro strategico durato circa 12 mesi, giorni e giorni a studiare il target di riferimento, svariate analisi di benchmarking ed eventuali opportunità di crescita professionale.

Ciò detto, stamattina, proprio come un anno fa, nei miei occhi traspare ancora il solito entusiasmo, accompagnato da quel sorriso beffardo, tipico di chi ha la gioia di lottare per nuove sfide di vecchie passioni.

Laziochannel.it vuole essere una voce, non per forza fuori dal coro e non per forza differente. Il nuovo progetto editoriale è semplicemente il nostro modo di intendere il giornalismo sportivo e nella fattispecie, raccontare la Lazio, per tradizione, una società gloriosa. Sarete soltanto voi lettori a giudicare il nostro operato e ci auguriamo di cuore che questo prodotto sia di vostro gradimento.

Da oggi, anche noi, vogliamo dire la nostra sulla Lazio, visto che sin troppi lo fanno senza rispetto e privi di una qualunque competenza professionale. Per questo mi sembra giusto che anche noi, diamo vita al “pensiero dell’uomo qualunque” entrando in campo con laziochannel.it, più che un sito, un nuovo pensiero, quasi un nuovo ideale.

D’altronde chi vi scrive, è per tradizione familiare un figlio di un sentimento comune fra molti di noi. Un’emozione semplice e popolare, messa troppo spesso sotto accusa dai soliti politici, lontani anni luce dal tessuto cittadino in cui operano, oppure da qualche cialtrone, con o senza tessera professionale. In questi anni, il mio istinto non mi ha mai abbandonato, anche grazie alle sue radici profondissime – in gran parte ereditate dai miei genitori e da mia sorella – un compagno di lotta che è rimasto inalterato nel tempo, ma soprattutto leale, onesto e puro. Il mio istinto lotta per Amore. Quando metti il cuore, quando metti l’amore in quello per cui credi, tutto cambia sapore, assumendo altri significati.

Sono passato dalla Curva Nord alla Tribuna Stampa e in questi dieci anni di tempo, ho avuto modo di capire e aumentare ancor di più la conoscenza, forgiare lo spirito, apprendere dagli sbagli quotidiani e capire con determinazione quale fosse il sentiero da intraprendere. Da Londra a oggi, ne è passata di acqua sotto i ponti, ma ciò che è rimasta invariata è stata la nostra volontà di raccontare i fatti del mondo, secondo il nostro punto di vista. Il giornalista è d’altronde un lavoro difficilissimo e arduo, ma tremendamente romantico. Parlando a nome della redazione, noi oggi siamo lieti di presentarvi, quello che ci auguriamo, possa diventare il vostro punto di riferimento per chi vuole essere sempre informato sui pionieri capitolini. La nostra redazione è un buon gruppo di lavoro, sapientemente diretta dal grande Fabrizio Piepoli, e il nostro entusiasmo mi rende soddisfatto e fiducioso nel lavoro sin qui svolto e in quello che verrà. D’altronde tutto ciò è impreziosito anche dal lavoro con calciomercato.it e quella ancor più salda con Danilo Galdino che, con la sua trasmissione radiofonica (I Laziali Sono Qua) ha fatto strike nell’etere romano, riportando in auge quel sentimento di cui stiamo parlando proprio adesso, in questa lettera di presentazione. D’altronde la voglia di dire il mio pensiero non è stata mai sopita. Dai tempi di Via Bossi sino alle aule universitarie, ho sempre cercato di arricchire (non per forza contrastare) il pensiero dominante che però troppo spesso aliena chi la pensa diversamente. Quando ero piccolo avevo i capelli lunghi e biondi, ero di mano mancina e tifavo Lazio, figuratevi quanta diversità già fra i banchi di scuola. Siam fatti così, e così intendiamo la vita. I tempi cambiano ma le linee guida rimangono invariate. Ora grazie a laziochannel.it possiamo dire la nostra e farci guidare dai valori dell’Ente Morale e dal codice dell’atleta, scritto dall’immenso Renzo Nostini.

Ricordando che l’informazione migliora un servizio fondamentale per il cittadino, sancito anche dalla Corte costituzionale della Repubblica Italiana, che ha dichiarato che è necessario “garantire il massimo grado di pluralismo esterno, al fine di soddisfare, attraverso una pluralità di voci concorrenti, il diritto del cittadino all’informazione”, da oggi anche noi siamo presenti nel web 2.0 per offrirvi notizie ed esclusive con il “nostro” taglio giornalistico.

Per dire quello che penso sono passato dai cori dello stadio, alle bombolette spray; dai discorsi in facoltà, alla tastiera di un computer. Insomma ho sperimentato tutte le forme di comunicazione possibili e immaginabili [!]. Oggi il tono è sicuramente più adatto e composto, la voce più pacata e certamente la saggezza rende il mio pensiero più equilibrato e maturo. Noi ci impegneremo costantemente affinché sia possibile separare il fatto dall’opinione, senza essere faziosi, avvalendoci di un linguaggio semplice, diretto e giovanile. Cari fans biancocelesti, in tutta sincerità, io vi dico che la mission della nostra fantastica redazione è quella di usare il vostro linguaggio diventando la vostra voce sul web. Un giornale nuovo, edito da uno di voi.

Gran parte di questo editoriale è stato scritto ieri sera allo Stadio Olimpico dopo il triplice fischio dell’arbitro Eriksson. Aggiustato questa mattina con solo 4 ore e mezza di sonno alle spalle,  e poi aggiustato ancora, perché è impossibile scrivere tutto quello che si prova all’interno di un solo editoriale. Comunque questa lettera di presentazione mi auguro che sia stata abbastanza chiara ed eloquente nello spiegare quale sia la nostra mentalità e il nostro modus operandi.

Noi oggi siamo qui, fra di voi e in mezzo a voi, cari fratelli di mille battaglie. E vogliamo rimanerci per più tempo possibile e che sia chiaro, non chiamateci “giornalisti terroristi”.

P.S.

Dedico questo primo editoriale ai ragazzi della Curva Nord. Uomini a me, più vicino di altri.

Davide Sperati

10 giugno 1934 – L’Italia vince il suo primo Campionato del Mondo (VIDEO)

Alle 15 del 10 giugno 1934 allo Stadio Nazionale del P.N.F. (l’attuale Flaminio, completamente ricostruito nel dopoguerra), a Roma, Italia e Cecoslovacchia si sfidano in campo per la finale del Campionato del Mondo.

Per gli azzurri del CT Pozzo, due temibili avversari. L’emozione di giocare davanti al Duce (in tribuna accanto ai principi di casa Savoia) e all’intera nazione, compresi i cinquantamila che affollavano gli spalti. E poi, la Cecoslovacchia, maestra di raffinatezze tecniche che negli ultimi anni aveva regalato ai propri tifosi e al calcio campioni straordinari. Le cronache spesso hanno ingigantito il duello tra le due formazioni, specie nei primi quarantacinque minuti, ma la realtà è tutta nelle parole di Vittorio Pozzo.

Questa la sua cronaca: “La levatura del giuoco non è troppo elevata. Le due squadre sono troppo emozionate, per giuocare bene. È la storia di sempre. L’importanza della posta taglia le gambe a tutti. Primo tempo in bianco assoluto. Secondo tempo, stessa falsariga. Finché, al 26. minuto, l’ala sinistra dei boemi, Puc, sguscia via, tira da lontano ed infila l’angolo basso della nostra rete, sulla destra di Combi. Il quale si è gettato in tuffo in ritardo e non è riuscito a parare. È emozionato anche lui, il buon Piero. Quel punto ha però la virtù di risvegliarci. Fa l’effetto di una staffilata sul morale dei nostri. Gli Azzurri non vogliono saperne di perdere. Ed al 36. minuto Orsi pareggia. Si è fatto luce sulla sinistra, con una muta di inseguitori appresso, finge di tirare di sinistro e di colpo spara invece di destro, verso l’angolo lontano alto. L’imbattibile Planicka si allunga in tutta la sua lunghezza sulla sua sinistra, sfiora la palla colla punta delle dita, ma non la ferma. Uno a uno. È il pareggio. Non perdiamo, e non perderemo più. Ne sono sicuro. Prima dei tempi supplementari non rientriamo negli spogliatoi. Rimaniamo lì sul prato. I nostri hanno facce cadaveriche, per l’emozione, per il momento che hanno attraversato. Proprio come in quei momenti di attesa e di mezzo panico prima dell’incontro. Forza, ragazzi. Vincere bisogna. Forza e calma, veterani di tante battaglie. Ricomincia la danza, per i due tempi di quindici minuti l’uno. Intuisco una soluzione all’intricato problema: ordino a Guaita ed a Schiavio di scambiarsi il posto. C’è un fracasso tale attorno al campo — la gente è scesa fino ad un paio di metri dalle linee laterali — che nessuno mi sente. Faccio di corsa il giro del campo, e giungo a dare a Guaita le opportune disposizioni: cambiarsi, poi ricambiarsi ancora di posto, e così ogni due o tre minuti, per disorientare gli avversari. Al secondo tentativo la manovra riesce appieno. È Schiavio che, sfinito, arriva in corsa, e fa partire una rabbiosa cannonata, in senso diagonale. È Planicka che per la seconda volta deve abbassarsi e raccogliere la palla nella sua rete. Di lì, come risultato, non ci si muove più: si può esserne sicuri ora. Vittoria per due a uno“. La sera della vittoria i giocatori italiani ricevono un premio partita di ventimila lire.

IL TABELLINO

Italia-Cecoslovacchia 2-1 d.t.s.

ITALIA: Combi, Monzeglio, Allemandi, Ferraris IV, Monti, Bertolini, Guaita, Meazza, Schiavio, Ferrari, Orsi; All. Pozzo Vittorio

CECOSLOVACCHIA: Planicka, Zenisek, Ctyroky, Kostalek, Cambal, Krcil, Junek, Svoboda, Sobotka, Nejedly, Puc; All. Petru

Arbitro: Eklind (Svezia)

Reti
: 70’ Puc, 80’ Orsi, 95’ Schiavio.

https://www.youtube.com/watch?v=XPn8XXUEj9Y