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Il ritorno dell’araba fenice

Capitàno e càpitano. Basta cambiare un accento e il senso della frase cambia.

Ci sono capitàni e capitàni, sia chiaro. C’è chi lascia il segno, chi lo toglie, c’è chi a cui basta una stagione o anche un’ora per entrare nella storia.

E poi ci sono cose che càpitano ad alcuni e che càpitano ad altri. Fossero capitate ad altri, chissà come sarebbe andata a finire… A Stefano Mauri, quel che capitava capitava, ciononostante si sapeva che sarebbe rimasto capitàno.

Questa storia inizia da un cous cous cucinato in cella. Anzi no, inizia con una partita di Coppa Italia nel gelo di gennaio (Lazio-Inter 1-1, per chi non se la ricordasse). Tra i due episodi ci sono più di sei anni di differenza. Nel 2012 Mauri viene incarcerato nell’ambito delle indagini per l’ennesimo scandalo scommesse. Custodia cautelare  stabilita il 28 maggio, derubricata il 14 giugno con la seguente comunicazione: “Non ci sono i presupposti per applicare una misura cautelare”. Touchè! Siamo in Italia…

Mauri “dentro” ci è finito per uno scandalo-scommesse fumoso e poco circostanziato rispetto a quelli che hanno scosso il calcio italiano nel corso dei decenni. Le partite incriminate, ovvero Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, ininfluenti ai fini della classifica, risalgono al 2011, ma questa storia continuerà a tormentare il capitàno per quattro anni. Cose che càpitano? Mica tanto. Non accade spesso di essere processati, di scontare una condanna per omessa denuncia inerente a partite sulle quali non è mai stato accertato un chiaro illecito. Ancor più atipica è l’idea di voler riaprire quel processo a tre anni di distanza. C’è chi vuole mischiare ancora le carte, in un incubo che sembra senza fine.

“La Lazio rischia” è il titolo abusato sui giornali, siti internet, sottopancia di servizi televisivi. Un titolo consunto, utilizzato anche dopo il trionfo di Napoli, il 31 maggio scorso. Tutta colpa di tal Baranca della Federbet (per la serie: “Carneade! Chi era costui?“) convinto che la UEFA attendesse la riapertura del processo sportivo sul caso Mauri per escludere la Lazio dalle competizioni europee. Nulla di nuovo insomma. Una punizione esemplare che, a detta di molti, avrebbe dovuto colpire la Lazio in tutte le ultime quattro stagioni. Tutte tranne una: nel 2014 quando la Lazio, guarda caso, non si è qualificata neppure per l’Europa League. Cose che càpitano…

Il capitàno invece, è sempre risorto dalle proprie ceneri. Ci è riuscito quando nel 2006, appena arrivato a Roma, gli fu detto che non era né carne e né pesce. Non fu dello stesso avviso Delio Rossi che lo reinventò trequartista alle spalle di Pandev-Rocchi. Quei 3 insieme spinsero la Lazio alla conquista della qualificazione in Champions. Ce l’ha fatta quando ha avuto tutta l’opinione pubblica contro dopo la diffusione della foto con Ilievski. Schernito e insultato dai tifosi avversari, Mauri ha saputo riscattarsi segnando e decidendo due derby nella stessa stagione. Ogni qual volta è stato attaccato, Mauri ha sempre risposto sul campo a suon di gol. Nel maggio del 2013 è arrivato anche l’affronto definitivo: il trionfo del 26 maggio. Troppo.

Arrivata la squalifica, mezza Italia e soprattutto mezza Roma ha esultato: “il mostro è stato finalmente sbattuto fuori dagli spogliatoi”. Oltre che in prima pagina. E lui di tutta risposta è rientrato in campo proprio nel derby, con la Roma favorita e la Lazio investita dai media del ruolo di vittima sacrificale. Tuttavia la gara è finita 0-0.

Torna a giocare Mauri, con indosso la fascia da capitàno. La fenice è di nuovo risorta. A gennaio ennesimo derby tra “galacticos” e “peones”, come vorrebbe la realtà della grande stampa: il campo dice ben altro, e il primo gol chi lo segna? Esatto, la fenice.

Torna a parlare tale Ilievski, la causa di molti mali, di accuse non ancora del tutto precisate. I giornali riprendono a gonfiare i titoli: “La Lazio rischia, Mauri sarà di nuovo processato”. I ritagli di due e tre anni prima potrebbero essere tranquillamente riciclati. E alla fine arriva l’addio alla Lazio: “Sono certo che questo non è un addio, ma un arrivederci…”, c’è scritto nella lettera di commiato ai tifosi.

Ma mai dare per morta la fenice, che la sua resurrezione l’ha in realtà  vissuta in quella cella con altri due detenuti nordafricani. Qualcuno si aspettava che dopo una vita di agi da calciatore, sarebbe crollato svelando chissà quale scenario apocalittico sul calcio italiano. Lui, invece, si è comportato con naturalezza, cucinando il cous cous per lui e per i due occasionali commensali, aspettando che la sua verità venisse a galla. E adesso che l’incubo è finito, qualcuno si è inorridito nel vedere la fenice risorgere ancora. Di nuovo con l’aquila sul petto, di nuovo con la fascia da capitano a difendere i colori più belli del mondo.

Perché c’è capitàno e capitàno.

Fabio Belli

Klose si ferma: lesione al flessore della coscia sinistra

Unica nota dolente di martedì sera è stato l’infortunio che ha costretto Klose ha lasciare il campo durante l’intervallo. Nella giornata di oggi il panzer ha sostenuto controlli strumentali alla Paideia. Esito: Lesione al flessore della coscia sinistra“. I tempi di recupero sono ancora da stabilire, in quanto il calciatore tedesco si sottoporrà nuovamente a controlli durante la pausa di campionato di fine agosto. Solo allora si saprà con certezza quando il panzer potrà tornare a calcare il campo di gioco. Klose lascia la Lazio per un tempo ancora indeterminato…

Lotito blocca il mercato della Lazio: “Tutte false le voci che circolano”

Da Balotelli a Matri, passando per Gilardino. Ma anche la ricerca di un terzino ed ecco i nomi di D’Ambrosio, Santon, Andreolli. Vere o presunte, le voci hanno accostato questi nomi al club biancoceleste. Ma è di poco fa una chiara ma concisa dichiarazione del Presidente Lotito. Intervistato da FcInternews.it ha così commentato le voci di mercato: “Tutto falso, la lazio non sta trattando questi giocatori“. Frase di circostanza o semplice realtà dei fatti? Il primo settembre lo sapremo…

Barriere all’Olimpico, la Nord tuona: “Non entreremo contro il Bologna!”

La goccia che ha fatto traboccare il vaso e scatenare la rabbia dei tifosi laziali è stato l’inserimento delle barriere che sezioneranno la Curva Nord. Un gesto per nulla apprezzato dalla tifoseria che non intende lasciar passare inosservato questo ennesimo affronto da parte delle istituzioni. In un lungo comunicato la Nord ha deciso ufficialmente di non entrare allo stadio contro il Bologna, precisando però: “tiferemo pacificamente fuori dallo Stadio Olimpico, nel piazzale“. Altresì i ragazzi hanno criticato le pesanti e ingiustificate perquisizioni avvenute durante il match contro il Bayer: “Perquisizioni assurde che hanno creato ore di attese e di fila. Queste disposizioni stanno facendo allontanare la gente dallo stadio e presto tutti gli stadi saranno deserti. Invece di avvicinare la gente, il Governo la sta allontanando“. Infine, una precisazione: “Sono 20 anni che all’interno della Curva non accadono episodi di violenza e tutti sanno che gli scontri avvengono solo fuori dallo stadio e in zone molto lontane. Pertanto queste barriere sono del tutto ingiustificate!“.

Balotelli-Lazio: sogno di una notte di mezza estate

Mercoledì  26 agosto sarà una notte decisiva per l’undici di Pioli: una partita che decreterà Champions League in caso di successo o Europa League in caso di sconfitta. La vittoria nel match di andata per 1 a 0 fa ben sperare, merito sopratutto di un Keita in forma Champions. A questo punto sognare è lecito.

Lazio tra fantasia e sogno, la fantasia di una stagione tra le grandi d’Europa e il sogno che diverrebbe realtà proprio in caso di qualificazione. Il sogno si chiama Mario Balotelli. I laziali ci sperano, con l’auspicio di poter tornare ad ammirare il Super Mario di Euro 2012 e non la brutta copia di Liverpool. Gli ingredienti ci sono tutti: tiro dalla distanza, calci piazzati e personalità. Probabilmente è la testa che manca. Ciononostante Balotelli ha messo a segno 67 reti in 174 presenze in carriera. Numeri importanti per un ragazzo di 25 anni.

Secondo Tuttomercatoweb l’accordo tra Lazio e Liverpool prevede il prestito della punta con diritto di riscatto a favore della società biancoceleste, alla Lazio spetterebbe il pagamento del 30% dell’ingaggio che ammonta a 6 milioni di euro a stagione, il restante spetterebbe al Liverpool. Usiamo il condizionale proprio perché l’accordo diverrà realtà solo  in caso di qualificazione in Champions. In caso contrario ci sarebbe alle porte il Siviglia, dove Balotelli raggiungerebbe Immobile alla corte di Emery.

E’ oggettiva però la necessità di trovare una punta di livello, per sopperire alle assenze dei due bomber laziali Klose e Djordjevic. Tanti i nomi che si accostano alla Lazio in questi giorni; si parla di Matri, Gilardino e Borini.

Lorenzo Centioni

Galliani: “Nessuna richiesta della Lazio per Matri”

Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan, raggiunto dal portale IlMilanista.it, ha smentito le voci riguardanti Matri: “Nessuno della Lazio ci ha richiesto il giocatore“. Nonostante le smentite di rito,  l’attaccante rossonero dopo l’arrivo di Bacca e Luiz Adriano potrebbe spingere per una cessione. Per la Lazio, dopo gli infortuni di Klose e di Djordjevic, potrebbe essere una valida alternativa. Il calciatore nelle ultime finestre di mercato è stato spesso vicino alla squadra biancoceleste e questa potrebbe essere l’occasione buona.

Ceduto Alfaro a titolo definitivo

Altra cessione in casa Lazio. Secondo indiscrezioni raccolte dalla redazione di Lalaziosiamonoi.it, Emiliano Alfaro lascia la società biancoceleste. Il giocatore è stato ceduto a titolo definitivo al Buriram United. Rientrato alla base dopo il prestito al Liverpool Montevideo, ora l’uruguaiano si cimenterà nel campionato thailandese. Il giocatore ha firmato un contratto per due anni, mentre alla Lazio verrà riconosciuto un indennizzo di circa un milione di euro.

Milikovic-Savic: “Che emozione l’esordio in Champions”

Esordio con la maglia della Lazio ed esordio in Champions tutto in un colpo solo. Il 18 Agosto del 2015 Milikovic-Savic lo ricorderà a lungo. Partito dalla panchina ad inizio secondo tempo è stato mandato a scaldare da Pioli, per entrare dopo poco. “E’ stata un’emozione incredibile! Quando il mister mi ha detto di andare a riscaldarmi non ci credevo, avevo la pelle d’oca” racconta il giovane calciatore ai media serbi. “Qui a Roma è tutto perfetto, la maglia lo stemma la gente… Abbiamo battuto il Bayern ed ora arriva il Bologna, io lavoro per farmi trovare pronto. Non mi rendo ancora conta di cosa mi stia succedendo, accade tutto così in fretta. Già andare in panchina e sentire la musica della Champions è stato fantastico, non mi era mai capitato con le mie ex squadre, il resto poi…Ora abbiamo un piccolo vantaggio, ma è ancora dura. Giocare contro i più forti del pianeta sarebbe fantastico. La mia vita a Roma mi rende felice, sto cercando casa ed esco con Basta, Djordjevic e Lulic. La macchina? Ne prenderò una piccola, ho capito che qui ogni centimetro è preziosissimo“.

Lazio-Bologna: arbitra Rocchi. I precedenti

Sono state diramate le prime designazioni della stagione calcistica 2015/2016. Sarà Rocchi a dirigere la prima di campionato della Lazio contro il Bologna. 30 i precedenti con la Lazio, con 12 vittorie 11 sconfitte e 7 pareggi. L’ultimo precedente è davvero recente: Napoli-Lazio 2-4 all’ultima giornata dello scorso campionato, quando i gol di Parolo, Candreva, Onazi e Klose regalarono il terzo posto alla Lazio di Pioli e relegarono il Napoli al quinto posto in classifica. Si comincia come si era finito insomma, sperando non solo come designazione.

Tare: “Klose è incredibile, per noi è fondamentale!”

Costretto ai box, non si sa ancora per quanto, Miroslav Klose è comunque sempre nei pensieri di tifosi e dirigenti. Tutti innamorati del panzer, delle sue doti umane e di calciatore. Questa volta è il ds Tare a tesserne le lodi, parlando ai media tedeschi. “E’ incredibile quello che riesce a fare a 37 anni, per noi è un onore averlo in rosa. E’ importante sotto ogni aspetto, umano e calcistico. La sua freddezza e la sua esperienza sono doti fondamentali per tutti noi“.

Canigiani: “Proroga per gli abbonamenti. Viaggiamo su alti ritmi”

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A poche ore dal debutto in campionato con il Bologna, arrivano in casa Lazio alcuni dati relativi alla biglietteria. A comunicarli, dalle frequenze di Lazio Style Radio, il responsabile marketing Canigiani: Quanto alla campagna abbonamenti, ci sarà sicuro una proroga. Domani chiuderemo temporaneamente per favorire le vendite per la gara col Bologna. Ricordiamo che l’abbonamento si può sottoscrivere anche online. Al momento gli abbonati sono più di 10mila, viaggiamo buoni ritmi. Lazio-Bologna? Sono staccati solo 3mila biglietti, ma ci aspettiamo qualcosa in più perché molta gente sabato rientrerà dalle vacanze e nel giorno della gara molte ricevitorie saranno aperte. Consiglio di acquistare il biglietto prima per evitare le file“.

Altolà Keita. L’ag: “Con la Lazio ottimo rapporto. Non è detto che vada via”

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Lo scarso utilizzo nella scorsa stagione aveva messo in forte dubbio la permanenza di Keita Balde alla Lazio. Adesso il gol contro il Leverkusen e quel vamos urlato sotto la Nord sembrano aver cambiato le carte in tavola. A confermarlo l’agente dell’ex Barça Savini a Radio Sportiva: “Avevamo chiesto la cessione perché un ragazzo giovane deve giocare, ma ora il gol ha rimescolato tutto. Con la Lazio c’è un ottimo rapporto è cercavamo una soluzione d’accordo con tutti. Se vale 15 milioni? Sì, ma le valutazioni possono cambiare. L’Inter? Cerca esterni e sarebbe un ipotesi affascinante, ma ce ne sono anche altre. Noi però non vogliamo andare via per forza.

Visite terminate, Mauri bis a un passo

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Se non è ufficiale poco ci manca: Stefano Mauri sarà (di nuovo) un giocatore della Lazio. Il 34enne brianzolo ha terminato proprio in questi minuti le visite mediche di idoneità presso la clinica Paideia e si pone così a un passo dalla sua seconda avventura con l’aquila sul petto, dopo lo svincolo di luglio e un addio che sembrava definitivo. “Sono contento e carico. E sto anche bene“, le sue prime parole. L’ufficialità dovrebbe arrivare in giornata, quando l’ ex capitano in giornata firmerà un contratto di un anno da 800mila euro più bonus.

Di Vaio consiglia: “Lazio prendi Balotelli”

“Io Balotelli lo prenderei. Sarebbe una bella suggestione vederlo ancora nel nostro campionato e con la maglia biancoceleste. E’ una punta completa che può cambiare gli equilibri”. Parola di bomber, parola di Marco Di Vaio, che non ha mai nascosto di tifare Lazio, nonostante una carriera trascorsa prevalentemente in Emilia. L’ex attaccante romano sulle colonne del Messaggero, ha poi analizzato la gara di sabato: Sono cresciuto a Roma con la Lazio a cui sono legati tutti i miei sogni. Sabato sarà una gara molto difficile. Noi veniamo da una brutta gara di Coppa Italia e abbiamo cambiato molto a differenza della Lazio che è la stessa squadra dello scorso anno, un gruppo solido che è arrivato al terzo posto. Spero in un pareggio per accontentare testa e cuore. La Lazio partirà forte perché vorrà fare bene davanti ai loro tifosi. Ma noi andiamo lì per combattere e giocarcela fino all’ultimo. L’obiettivo del Bologna? Vogliamo salvarci. Consolidare la serie A e crescere tutti quanti insieme”.

Felice Anderson: “Giocare in Champions è un sogno che si realizza”

Sognavo di giocare la Champions fin da bambino e ieri sono riuscito a realizzarlo”. Parola di Felipe Anderson, che in patria ha raccontato la gioia della sua prima volta in Champions. Una serata magica, frutto di quel terzo posto conquistato a denti stretti al San Paolo: “La scorsa stagione abbiamo lottato molto per raggiungere questo obiettivo ed è molto gratificante vivere questo momento”. La vittoria dell’Olimpico lancia la Lazio verso la Champions League, ma ci sono altri 90′ da giocare: “Contro il Bayer eravamo nervosi per il debutto, non è stato facile, ma fortunatamente è andato bene. Era importante non subire gol. Adesso, però, dobbiamo concentrarci sul ritorno. Nulla è deciso, ma abbiamo un vantaggio e cercheremo di sfruttarlo”.

 

Mauri torna alla Lazio

Dopo l’incontro pomeridiano Stefano Mauri e la Lazio hanno raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto e del ritorno in squadra dell’ex capitano biancoceleste. Trovata l’intesa, il giocatore percepirà 800mila euro + alcuni bonus, come riportato da Il Tempo. Domani Mauri sarà a Formello e firmerà un contratto di un anno. Contratto che però conterrà una clausola particolare a favore della società biancoceleste. Nel caso dovessero uscire nuove situazioni compromettenti per la società ed il giocatore il contratto scadrà automaticamente. Mancano ormai solo pochi dettagli e arriverà la firma, che consentirà al capitano biancoceleste di riabbracciare mister Pioli ed i suoi compagni.

“Voi con il cuore, noi con la voce!” Lazio hai una tifoseria da Champions

Ieri sera è andato in onda il primo atto della sfida Lazio – Leverkusen. I ragazzi di Pioli hanno avuto la meglio per 1-0 grazie al gol di Keita e… al sostegno di un pubblico fantastico. 19 agosto, città deserta, ma allo Stadio Olimpico ecco presenti 40000 spettatori pronti a trascinare i propri beniamini. Il colpo d’occhio è fantastico già dal riscaldamento pre gara. Urla, cori, e bandiere al vento servono a caricare l’ambiente e soprattutto le undici aquile che scenderanno sul terreno di gioco. Durante il match il pubblico ha fatto come sempre la sua parte, trascinata dall’immensa Curva Nord, pronta a dettar i tempi dei cori, degli applausi e anche dei fischi! Il contorno ai 22 in campo è da brividi. Gli stati d’animo dei tifosi sono alterni e si passa dalla paura del palo tedesco alla gioia negata del palo di Klose. Ma la gioia è solo rimandata. Ed è Keita che fa saltare di gioia lo stadio intero quando con un colpo da biliardo mette la palla in rete proprio sotto il cuore del tifo laziale, la Curva Nord. Al 95’ ecco che la sofferenza va letteralmente via per far spazio alla festa, alla gioia della vittoria della partita d’andata. Il tifo è da Champions. Ora cara Lazio facci sognare e portaci nell’Europa che conta.

Marco Corsini

La Uefa chiarisce: “Ieri sera nessun coro razzista”

Si era temuto il peggio ieri sera quando ad un certo punto lo speaker dello Stadio Olimpico aveva invitato i tifosi a tenere un comportamento corretto nei confronti degli avversari. Alla mente dei supporter laziali e dei telespettatori è ricorso il pericolo porte chiuse già subito nella Europa League. Invece è arrivata prontamente la smentita da parte del portavoce della Uefa: “Nella relazione post partita dell’arbitro Eriksson non è stato menzionato nessun atto di razzismo o cori offensivi contro i giocatori del Leverkusen. Il tutto, invece, è stato frutto di un errore di valutazione“. Pericolo scampato per i tifosi biancocelesti.

Lazio, un centrocampo da Champions

Otto anni dopo, ieri sera  il popolo laziale si è ritrovato all’Olimpico ad ascoltare la musica della Champions League. Una vittoria sofferta con un gol arrivato nel miglior momento dei tedeschi. Una rete realizzata proprio da Keita, al centro di numerose voci di mercato in questi giorni. Il diamante grezzo spagnolo ha brillato, ma la vittoria degli aquilotti è il frutto della compattezza dell’11 di Pioli.

NON TUTTI I MALI VENGONO PER NUOCERE – Una volta sostituito Miro Klose con il provvidenziale Keita, la squadra ha sofferto molto il fatto di non potersi affidare al lancio lungo verso il veterano tedesco. Pioli ha dunque fatto di necessità virtù, sfruttando la velocità del baby talento spagnolo, abile  a seminare scompiglio nella retroguardia teutonica. Senza punti di riferimento in attacco, il centrocampo biancoceleste si è ritrovato a fare i conti con la qualità ed i muscoli del centrocampo del Bayer. Çalhanoğlu si è dimostrato un portento, non a caso Terim lo ha fatto esordire in nazionale a soli 19 anni. La sua bordata da centrocampo ha gelato  Berisha e i tifosi biancocelesti. Notevoli anche le sgroppate di Bellarabi sulla fascia che hanno dato non pochi problemi a Lulic.

TAGLIO E CUCITO – Ciononostante la Lazio ha retto bene la pressione avversaria. Infatti una delle chiavi del match è stata, senza ombra di dubbio, la solidità del centrocampo laziale.  Merito del duo Biglia e Onazi, che hanno dimostrato una buona sinergia e affiatamento. Il nigeriano si è rivelato il solito lavoratore infaticabile. Presente su tutti i palloni, è stato una vera e propria furia, una gioia vederlo così pimpante dopo il lungo stop. Biglia ha incassato colpi su colpi come Rocky, con una freddezza e una calma olimpiche. Il centrocampo laziale ha eretto un muro solido, contro il quale Kießling e compagni si sono infranti. Per il resto la serata si può racchiudere nella fuga di Keita, nel diagonale vincente e nel “Vamos!” sotto la curva Nord.

ASPETTANDO FELIPE – In attacco Candreva è stato il solito moto perpetuo dal quale la Lazio non può prescindere. Altresì, tanti sono stati gli errori di Anderson, ma di certo non si può biasimare la sua voglia di splendere tra le stelle della Champions League. E’ lui la speranza del popolo biancoceleste per la partita di ritorno. Ad attendere gli undici di Pioli alla Bay Arena ci sarà una bolgia. Tuttavia, dato il vantaggio collezionato in casa, le possibilità per imbastire ripartenze pericolose sono concrete. Note a margine l’esordio per Milinković-Savić. Il ragazzo ha personalità e tanta voglia, ma è ancora troppo presto per inserirsi nell’ingranaggio perfetto di Pioli.

 

Lorenzo Centioni

Felipe Anderson e la prima “da 10” all’Olimpico

Da grande investimento ad oggetto misterioso, da promessa a gioiello con il numero 10: è questa l’altalena vissuta da Felipe Anderson negli due anni. Ieri sera l’esordio davanti la sua gente, in un Olimpico tirato a festa, con il suo nuovo numero di maglia, il dieci. Non è un numero qualsiasi nella storia del calcio, lo hanno avuto i più grandi di sempre, i più estrosi, i più tecnici ed i più talentuosi. Non è il primo che indossa in carriera, infatti nelle giovanili del Brasile lo ha avuto sulle spalle, alternandosi con Ganso, per svariate categorie. Questa volta però è diverso, ora lo ha nel calcio dei grandi, e come è giusto che sia il suo debutto è stato preceduto da quella musichetta della Champions che la gente laziale pur di sentire ha lasciato mogli, fidanzate, parenti ed amici al mare. Otto mesi fa Felipe è esploso, completamente, tra le mani di Pioli. Il mister lo ha strigliato e coccolato, usando, come si suol dire “il bastone e la carota“. Non ha mai però voluto prendersi troppi meriti sull’esplosione del brasiliano “Uno con queste qualità esplode da solo” ha più volte ribadito. Ora però, da gioiello a stella il passo non è breve. Felipe non è arrivato, lo sa. Forse nessuno, neanche lui, sa davvero fin dove può arrivare. Ma sa, benissimo, che questa stagione, quella della conferma, è tanto difficile quanto importante. Confermarsi, specialmente nello sport, è la cosa più difficile di tutte, ma lui senza paura e senza nascondersi, la gioca con la numero 10. E allora forza Felipe, vola alto come solo le aquile sanno fare.

@stefanogaudino