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Onofri: “Due squadre con dei buoni organici guidate da due ottimi tecnici”

Per parlare dei due tecnici, Simone Inzaghi e Ivan Juric, che si sfideranno all’Olimpico domenica prossima è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 89,3 l’ex difensore genoano Claudio Onofri:

“L’impronta di Inzaghi e Juric si vede, le due squadre sono molto duttili, propositive e non si accontentano mai di giocare la partita solo per non subire gol. Questa incidenza è più visibile in Simone Inzaghi, in relazione al fatto che Juric aveva una traccia scolpita dal suo maestro Giampiero Gasperini anche se lo stesso tecnico genoano sta dimostrando di avere visioni allargate rispetto al modo di intendere calcio che aveva compreso e attuato al Crotone attraverso appunto gli insegnamenti di Gasperini. Mentre Simone Inzaghi sta facendo tutto da solo, per cui mi aspetto una partita interessante, con due organici di un certo rilievo. La Lazio viene da un momento migliore a livello di rendimento e di forma come risultati e soprattutto ha una rosa che può ritenersi anche superiore rispetto a quella del Genoa. Però i rossoblù sapranno ritornare ad alcune situazioni di rendimento che nelle ultime due-tre gare si sono affievolite. Non credo che per la Lazio sia un’impresa facile battere il Grifone e il tecnico biancoceleste lo sa sicuramente. Immobile è un ottimo giocatore che si è espresso a corrente alternata nella sua carriera. Ha risolto il problema più grosso della Lazio, capitalizza le occasioni.

 

Genoa: rossoblu a ranghi completi

Mattinata in campo per gli uomini di Juric. Lo staff tecnico ha potuto riabbracciare Gakpé, Ninkovic e Rincon, rientrati dalle nazionali. Il venezuelano ha raggiunto i compagni ad allenamento iniziato e ha svolto una sessione defaticante. Ocampos è tornato pienamente a disposizione e ha svolto l’allenamento con i compagni. L’unico a lavorare a parte Brivio. Presente alla seduta il figlio del presidente Preziosi, Fabrizio, che ha seguito il lavoro svolto in vista della partita di domenica contro la Lazio, che vanta, con l’Atalanta, la migliore striscia positiva attuale in Serie A: sette risultati utili consecutivi. Sugli spalti una cinquantina di tifosi infreddoliti dalla temperatura rigida. Il gruppo rossoblu, comprensivo dei giovani Cella, Micovschi e Pellegri, è tornato a lavorare quasi al completo. L’unico giocatore ancora assente Laxalt, arrivato nel pomeriggio all’aeroporto di Milano. Lo staff ha iniziato i lavori con una riunione in sala video. Per la rosa a disposizione esercitazioni specifiche ad alta intensità, per poi passare a provare gli schemi. Venerdì e sabato allenamenti a porte chiuse. La partenza per Roma è fissata per il primo pomeriggio di sabato.

Il cantautore Baccini: “Sì allo scudetto alla Lazio del 1915. Domenica gara da over”

Cantautore tra i più apprezzati in Italia e grandissimo tifoso genoano, Francesco Baccini è intervenuto sugli 88.100 di Elleradio nella trasmissione “Laziali On Air” per parlare della sfida di domenica prossima che vedrà opposta la Lazio proprio contro i grifoni rossoblu.

Da un anno e mezzo va avanti la rivendicazione laziale dello scudetto 1914/15. Cosa pensa un genoano di questa vicenda? “Bisogna vedere come venivano assegnati gli scudetti all’epoca. Lo Spezia ha vissuto una vicenda simile ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Il Genoa stesso ha perso uno scudetto in quegli anni dei pionieri contro il Bologna. La partita si giocò tre volte, l’ultima delle quali a porte chiude, con la storia che racconta di pesanti favori verso i felsinei. In questa particolare vicenda sono favorevolissimo all’ex aequo. Non ci sono testimonianze dirette, ma documentazioni dell’epoca. E’ difficile stabilire con esattezza la verità e l’ex aequo sarebbe un modo per fare giustizia senza paura di sbagliare. Da genoano posso dire che l’importante è che non venga toccato il titolo del Genoa, giustamente, ma l’assegnazione ex aequo mi sembra un’eccellente soluzione, anche perché un campionato di Guerra presenta particolarità irripetibili”.

Che partita sarà Lazio-Genoa? “Il Genoa è una squadra che fa un pressing pazzesco e deve correre molto. Appena arriva un po’ di calo fisico, subentrano delle difficoltà. Quest’anno siamo partiti veramente a razzo e vedo giocatori come Rincon e Laxalt un po’ stanchi, anche per gli impegni con le Nazionali sudamericane. Loro due in particolari sono uomini chiave e il Genoa per girare al meglio deve contare sulla loro freschezza. La sosta può aiutare le squadre che devono rifiatare e può penalizzare quelle squadre che erano lanciate. La sconfitta di Bergamo ci ha creato difficoltà, ma l’Atalanta in questo momento gioca benissimo e ne sono anche felice perché sono un gasperiniano convinto. Non avrei mai dato via il nostro ex mister, anche se Juric è un suo degno allievo. Mi aspetto comunque una partita ricca di gol, non ricordo in tempi recenti una partita tra Lazio e Genoa senza molti gol”.

Su Marchetti: “E’ sicuramente un gran portiere, a sua volta dodicesimo – e a tratti anche titolare – della Nazionale. Anche lui ha i suoi momenti, a volte alterna grandi prestazioni a errori piuttosto evidenti. Diversi fastidi fisici lo hanno però condizionato in momenti chiave della carriera, di questo bisogna tenerne conto”.

Ti aspettavi una Lazio così? “La Lazio è partita un po’ sottotono, nelle aspettative e nel gioco, invece ora sta vincendo e convincendo pur avendo perso un campione come Candreva, che in biancoceleste faceva la differenza. A me della Lazio piace tantissimo Felipe Anderson, lo vedo un po’ pazzo, fa delle cose da marziano e la domenica dopo magari si nasconde. Se avesse continuità probabilmente giocherebbe nel Barcellona. Lo stesso vale per Keita, quando loro girano riescono ad entusiasmare e a far girare tutta la squadra”.

Su Immobile: E’ sicuramente molto forte, mi piace perché ha il fiuto del gol e lo sta dimostrando anche in Nazionale. Alla Lazio sta ritrovando quella fiducia e quella componente psicologica che gli era mancata nelle sue esperienze all’estero. Quando un attaccante non segna inizia poi ad innescarsi un circolo vizioso che lo porta anche un po’ a deprimersi”.

Parolo: “Col Genoa gara fondamentale. Inzaghi ci ha dato nuova energia”

Marco Parolo è stato intervistato da Premium Sport: “Spero di ripartire da dove abbiamo lasciato ovvero da prestazioni e risultati importanti. Non vedo l’ora di tornare in campo con la squadra per la gara del prossimo weekend che sarà fondamentale per noi. Inzaghi? Ci ha dato libertà di gestione e una nuova energia. Il mister ha un carattere aperto al dialogo e questo ci permette di seguirlo al meglio. Il quarto posto in classifica? Il potenziale questa squadra lo ha e lo avrà sempre. Dovevamo trovare la chiave giusta per ripartire con la nuova stagione. Il mister è stato importante in questo senso, iniziando a correre fin da subito. Io vice Biglia? Nasco mezzala ma se c’è bisogno di adattarsi gioco anche in porta. Questo fa parte del nostro spirito di squadra dove tutti si metterono a disposizione. La Champions League? Non dobbiamo pensare che quanto fatto finora possa bastare. Bisogna lavorare quotidianamente e non mollare mai. In questo modo si può arrivare fino in fondo”.

Il centrocampista azzurro si è soffermato anche sul compagno Immobile: “Non sono sorpreso della sua partenza perché col Torino e in Nazionale avevo già visto che tipo di giocatore fosse. Io leader della Lazio? Io sono contento di essere qua e di essermi ritagliato il mio spazio. Sono contento di quello che sto facendo e sono convinto che si possa aprire un ciclo, prendendo spunto dagli errori commessi in passato. Dobbiamo crescere per fare bene per più anni. Pioli all’Inter? Può portare entusiasmo e carica.Vorrà rimettersi in gioco e questo sarà un grande vantaggio per i nerazzurri. Se la squadra lo seguirà fin da subito potranno togliersi delle soddisfazioni. Ventura e il nuovo corso azzurro? È normale che qualche alto e basso ci possa stare, ma credo che finora abbiamo sbagliato solo il primo tempo con la Spagna e qualche minuto con la Macedonia. L’obiettivo è il Mondiale, dobbiamo lavorare bene nel corso di questi mesi“.

INFORTUNIO KEITA – Queste le condizioni del senegalese in vista di Lazio Genoa

Biglia ok, De Vrij tornerà la prossima settimana e Bastos migliora ma stavolta a far preoccupare è proprio il giovane Keita Balde Diao, che come avevamo scritto ieri, non ha partecipato all’allenamento. Infatti al ritorno dai due match con la nazionale (90′ minuti per lui contro il Sud Africa ma zero gol) non ha ripreso ad allenarsi per un leggero fastidio al ginocchio. Ma niente di grave e, assicura il giocatore e lo staff medico,  domenica alle 15 contro il Genoa Keita scenderà in campo nell’undici titolare. Si tratta di un momento troppo importante per la Lazio che nonostante i molti infortuni è in pieno stato di forma e la voglia di fare meglio è ribadita da tutti. Vincere dopo la sosta è d’obbligo, anche se nelle partite seguite alle giornate di stop la Lazio fa fatica e non vince dal 2015 contro Udinese 2-0, dopo di che due pareggi e due sconfitte con Pioli e due pareggi questa stagione con Inzaghi. Inoltre, la partita ha un valore particolare per Immobile che è un ex e per Marchetti che durante l’estate è stato vicino al club rossoblu. Insomma tra numeri e scaramanzia non si può sbagliare nulla e serviranno tutti i giocatori al massimo, soprattutto Keita.

Perché la Lazio voleva vendere Marchetti? Ecco svelato il motivo

Durante l’estate il presidente Lotito ha più volte provato a vendere Federico Marchetti anche inserendolo in altre trattative (vedi Genoa e Perin) e finalmente si scopre il motivo. Non solo le altalenanti prestazioni della precedente stagione a ledere la fiducia del presidente laziale nei confronti del portiere ma anche dei commenti di troppo del numero 22 biancoceleste. Commenti negativi sulla gestione societaria del presidente Lotito che una volta arrivate all’orecchio del patron laziale lo hanno infastidito non poco, riporta il Messaggero. Nonostante il recente rinnovo contrattuale, Marchetti è stato inserito della lista nera del presidente che ha fatto di tutto per cederlo. Se le cose sono andate diversamente è merito di Simone Inzaghi che più volte ha ribadito pubblicamente la sua fiducia nel portiere di Bassano del Grappa. Marchetti dal canto suo vuole rimanere a Roma ma è risaputo quanto sia difficile uscire dalla lista nera di Lotito: il futuro del giocatore si capirà nella sessione di mercato di Gennaio.

Lazio Genoa arbitra Di Bello: ottimi precedenti per i biancocelesti

Sono stati resi noti questa mattina alle ore 12.30 dal sito dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA) i nomi dei quintetti arbitrali che dirigeranno le partite della tredicesima giornata di Serie A. Per Lazio Genoa ci sarà Di Bello: il fischetto di Brinidisi vanta 42 presenze in Serie A fino alla stagione scorsa e nel 2014 ha vinto il premio come miglior arbitro esordiente.  Con lui la Lazio ha ottimi precedenti infatti la squadra capitolina vanta, in 8 precedenti, 5 vittorie 2 pareggi e una sola sconfitta. L’ultima partita è stata Lazio Bologna di questa stagione che ha visto un risultato di parità raggiunto dai biancocelesti con un rigore al 94′ procurato da Wallace, segnato da Immobile e contestato dai rossoblu. A coadiuvare Di Bello saranno gli Assistenti Carbone e Valeriani, il IV Uomo Fiorito e gli Addizionali Giacomelli e Nasca. A seguire l’elenco completo di tutte le designazioni:

ATALANTA – ROMA
ROCCHI
DI FIORE – PERETTI
IV: MELI
ADD1: IRRATI
ADD2: ABISSO

BOLOGNA – PALERMO
RUSSO
PASSERI – MONDIN
IV: GAVA
ADD1: MARIANI
ADD2: MAINARDI

CHIEVO – CAGLIARI Sabato 19/11 h.15.00
GAVILLUCCI
DOBOSZ – PRENNA
IV: TOLFO
ADD1: PAIRETTO
ADD2: DI PAOLO

CROTONE – TORINO
CELI
DEL GIOVANE – DI VUOLO
IV: LA ROCCA
ADD1: MARESCA
ADD2: ROS

EMPOLI – FIORENTINA
MASSA
GIALLATINI – MARZALONI
IV: PAGANESSI
ADD1: MAZZOLENI
ADD2: CHIFFI

JUVENTUS – PESCARA Sabato 19/11 h.20.45
FABBRI
POSADO – DE MEO
IV: VIVENZI
ADD1: CALVARESE
ADD2: ABBATTISTA

LAZIO – GENOA
DI BELLO
CARBONE – VALERIANI
IV: FIORITO
ADD1: GIACOMELLI
ADD2: NASCA 

MILAN – INTER h. 20.45
TAGLIAVENTO
DI LIBERATORE – MANGANELLI
IV: BARBIRATI
ADD1: ORSATO
ADD2: VALERI

SAMPDORIA – SASSUOLO h. 12.30
DOVERI
TONOLINI – LO CICERO
IV: ALASSIO
ADD1: DAMATO
ADD2 PASQUA

UDINESE – NAPOLI Sabato 19/11 h.18.00
BANTI
TEGONI – MARRAZZO
IV: RANGHETTI
ADD1: RIZZOLI
ADD2: AURELIANO

Sculli attacca i laziali: “Me ne andai da Roma perché stanco delle malignità”

Per Giuseppe Sculli, Lazio Genoa non è una partita come le altre: nei due club ha passato praticamente gli ultimi dieci anni, con l’eccezione del Pescara nel 2013 e dell’accademia Pavese dove gioca tutt’ora. Con i rossoblu più fortunato (168 presenze con 24 gol) mentre con la Lazio ha avuto fortune alterne date le vicende contrattuali e di scontro con il presidente Lotito. Retroscena che lo stesso giocatore non nasconde: “Quando ero alla Lazio mi hanno accusato di rubare lo stipendio – racconta al Secolo XIX -. Dell’esperienza in biancoceleste ho bei ricordi, ma gli anni al Genoa sono stati i più importanti, sono legato ai colori rossoblu. Ho sempre dato tutto non mi sono risparmiato, ma ero stanco di combattere contro malignità enormi”. 

Palalottomatica: Elisa “On Tour”

Elisa, la cantante friulana dalla voce inconfondibile, arriva nella capitale per presentare il nuovo spettacolo “On Tour”: progetto legato all’ultimo album “On”, pubblicato lo scorso 25 marzo, già premiato con il Disco d’Oro. La cantante, dopo aver bissato le date di Padova e Milano, ha scelto di raddoppiare anche la tappa capitolina del tour: sabato 19 e domenica 20 novembre (ore 21). Elisa, con talento ed energia, dal palco del Palalottomatica coinvolgerà il pubblico in un lungo abbraccio nel corso di un live arricchito dalla musica pop ed elettronica, passando velocemente ad influenze drum and bass e dance. In programma, oltre agli ultimi singoli estratti dall’album “On”, anche i suoi più grandi successi che alternano testi in italiano e inglese: fra gli altri “Broken”, “Luce”, “Ti vorrei sollevare” e “Gli ostacoli del cuore”. Ad aprire la doppia data del Palalottomatica, il giovane cantante Lele Esposito. Sul palco Elisa sarà affiancata da un band composta da Cristian Rigano alle tastiere, Victor Indrizzo alla batteria, Andrea Rigonat alla chitarra, Curt Schneider al basso; inoltre Jessica Childress e Sharlotte Gibson coriste.

 

CALCIOMERCATO – Ecco le ultime novità sul futuro di Biglia e Morrison

Il prossimo di dicembre sarà un mese cruciale in casa Lazio per quanto concerne il futuro di Lucas Biglia. Il regista argentino ha il contratto in scadenza nel 2018 e negli ultimi giorni ha lasciato più d’uno spiraglio sul rinnovo, ma il tempo scorre velocissimo e la società non può permettersi di tergiversare oltremodo se vuole evitare che già nella sessione di mercato di gennaio la concorrenza possa presentarsi a Formello e portarsi via il classe ’86. Il quale nei prossimi giorni, non si sa ancora di preciso quando, incontrerà insieme al suo procuratore il presidente Lotito per discutere della questione. Che al momento non sembra di facile risoluzione, visto che ci sarebbe ancora della distanza fra le parti: il patron biancoceleste, riporta oggi Tuttosportnon sembra infatti intenzionato ad esaudire la richiesta d’ingaggio di 3 milioni di euro a stagione avanzata dal giocatore. Per questo motivo, sono già diversi i club alla finestra pronti all’assalto, e non solo in Italia: oltre all’Inter di Pioli e alla Juventus, che ci starebbero seriamente facendo un pensiero, in Spagna potrebbe addirittura andare in scena un ‘derby’ di mercato fra Real e Atletico Madrid con il Principito come trofeo.

MORRISON – Non solo l’Hull City sul centrocampista inglese, che vive ormai da vero e proprio ‘separato in casa’ con la Lazio: secondo quanto riporta l’Huddersfield Examiner, infatti, anche Newcastle Aston Villa, che attualmente militano in Championship, sarebbero interessate. Vedremo se una delle due sarà in grado di esaudire le richieste dei biancocelesti, ai quali Morrison è legato da un contratto fino al 2019, e permetterà all’ex United di dire (finalmente) “Arrivederci Roma“.

De Canio: “Lazio-Genoa bella partita, ho sempre creduto in Immobile”. E su Inzaghi…

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Dopo la sosta per le Nazionali, la Serie A riprende spedita il proprio cammino nel weekend. Alla Lazio toccherà un impegno importante in chiave ambizioni d’Europa, all’Olimpico contro il Genoa di Juric. E proprio di questa sfida, e dell’ottimo inizio di stagione dei biancocelesti, ha parlato, ai microfoni di Radio Incontro Olympia, l’ex tecnico rossoblù Luigi De Canio:

Ho sempre considerato quella della Lazio un’ottima rosa, sotto il prifilo della qualità, dell’esperienza e della cultura del lavoro. Molti dei giocatori si conoscono da anni e sono piuttosto duttili per caratteristiche. Immobile? Lo volevo quando ero a Lecce e l’ho allenato a Genova, ho sempre creduto in lui. Il mio è ovviamente un giudizio di parte, ma credo che le sue prestazioni parlino chiaro. Se c’erano delle perplessità, era altri fattori, ad esempio lo scollamento tra tifoseria e società, elementi che hanno condizionato anche i giudizi estivi“. Poi sul ‘collega’ Simone Inzaghi: “Averlo scelto era una scommessa, non possiamo nascondere che è stato preso perché qualcuno ha rifiutato. Però dobbiamo dargli atto che è stato bravissimo e riconoscere i suoi meriti. Umile, perseverante e bravo anche sotto il profilo tecnico, ha dato un’identità tattica e morale alla Lazio. Non era semplice, considerato l’ambiente che ha trovato a luglio, ma lui ci ha creduto e ha saputo trasmettere tutto questo ai suoi giocatori. Ha fatto un grande lavoro con il gruppo“. Infine sul match contro il Grifone: “Domenica sarà una bella partita. Il Genoa non è una sorpresa, scegliendo Juric ha dato continuità alle scelte passate. Ha compiuto un percorso costruito negli anni, adesso è tornato a Genova e ha trovato dei buoni giocatori e una società che la pensa come il suo allenatore “.

L’ex Del Nero: “Ho pianto quando ho lasciato la Lazio, Matuzalem il più forte”. E su Inzaghi…

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Torna a parlare Simone Del Nero. L’ex giocatore della Lazio, ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com, ha ripercorso la sua carriera, tra presente e passato: “Qui a Carrara ho trovato il miglior gruppo della mia carriera, sto a già a 2 gol. Abbiamo ragazzi umili, volenterosi. E un grande allenatore come Danesi, che ho avuto anche nei dilettanti…“.  “Ho iniziato alla Carrarese – prosegue – e oggi chiudo un ciclo. Ho esordito in Serie A nel ’99 con l’Empoli di Orrico, poi sono andato a Brescia”. Tra i successi ottenuti, la vittoria dell’Europeo Under 21: “Avevamo già il titolo in tasca, la rosa era eccezionale! Impossibile perdere, momenti indelebili. Giocavo, ero al top della forma, ho dato il mio contributo. Porterò tutto con me. Barzagli, Gilardino, De Rossi, Zaccardo, Amelia, nel 2006 hanno vinto il Mondiale. Lasciatelo dire, se avessi avessi avuto la costanza e la freddezza di Cristian Ledesma avrei vinto la Coppa del Mondo insieme a loro, sono sicuro”.

Immancabile poi un ricordo dell’esperienza in biancoceleste: “Ho vinto una Coppa Italia, ho giocato in Champions, ho bei ricordi. Una volta entrai nello spogliatoio e vidi che Baronio aveva attaccato i miei vestiti alla parete col nastro adesivo. Non ci ho visto più, presi la sua roba e gliela buttai sotto la doccia. Poi abbiamo chiarito. In tutto ciò Cribari se la rideva come un matto! Lui è uno dei miei migliori amici, tutt’oggi lo sento ancora, siamo rimasti legatissimi, ci conosciamo dai tempi delle giovanili dell’Empoli”. Un’avventura terminata nell’ultima ora di mercato: “Avevo spento il cellulare quel giorno, volevo restare a Roma. Poi lo riaccesi, trovai 70 chiamate perse e fui costretto ad accettare. Ho pianto, non lo nego, ma a Cesena mi sono rimesso in gioco ed è andata bene, sono riuscito a segnare in Serie A 7 anni dopo l’ultima volta”.

Il più forte di tutti in quel gruppo era Matuzalem. – conclude – Inzaghi? Un giocherellone, avevamo un bellissimo rapporto. Spero faccia bene, è il miglior acquisto della Lazio e si merita tutto. Da giocatore faceva gruppo, andavamo anche a giocare a biliardo insieme“.

Circo Massimo: riapre l’area Archeologica

Finalmente, dopo sette anni di lavori, i cittadini ed ovviamente i turisti della capitale potranno visitare l’area Archeologica all’interno del Circo Massimo. A margine dell’inaugurazione, rilevanti le dichiarazioni della sindaca Virginia Raggi: “E’ importante aver restituito ai cittadini un’area Archeologica così preziosa per la città. Tutti noi romani passandoci vicino ci chiedevamo quando riaprirà? E oggi è un onore inaugurarla. Abbiamo votato ieri in giunta un prezzo politico per il biglietto – specifica la Raggi – è fondamentale che il biglietto fosse accessibile a tutti”. Un’area dal grande valore culturale che mette in risalto le stesse origini della città eterna. L’area Archeologica del Circo Massimo, infatti, nell’antichità rappresentava il più grande edificio esistente per lo spettacolo. Cittadini e turisti, quindi, potranno visitare l’area acquistando biglietti per un costo che varia dai 3 ai 5 euro. A seguito delle operazioni di restauro, realizzazione di percorsi di visita, impianti di illuminazione e contenimento del terreno l’ingresso ai visitatori è stato definito in piazza di Porta Capena.

 

Calcio estero: il ricordo di Puskas

Ricorrono oggi, 17 novembre 2016, i dieci anni dalla morte di Ferenc Puskas: il grande attaccante ungherese, protagonista sul campo fra gli anni ’50 e ’60. Puskas, dotato di un sinistro invincibile, ha indossato nel corso della sua carriera la maglia di sole due squadre: Honved di Budapest e Real Madrid dove approdò nel 1958 dopo aver vinto già 6 scudetti nel paese d’origine. Gli spagnoli, infatti, puntarono forte sul suo talento diventando presto uno dei punti di forza dell’undici titolare. Con il Real Madrid realizzò ben 156 gol disputando 180 match (da ricordare le 4 triplette nella sua prima stagione madrilista). Particolare anche la sua esperienza con la nazionale: debuttò con la nazionale ungherese nel 1945 (record di gol con 84 reti in 85 presenze totali), ma in seguito all’invasione dell’Ungheria nel 1956 Puskas decise di richiedere la nazionalità spagnola. Venne poi convocato, a 34 anni, dall’allora ct Helenio Herrera per debuttare direttamente in una partita di qualificazione mondiale contro il Marocco. Un campione, Ferenc Puskas, sicuramente da ricordare che al termine della carriera da calciatore professionista provò anche quella da ct girando il mondo: esordì in Spagna sulla panchina dell’Hercules di Alicante, passando poi per Usa e Canada.

 

Inzaghi: “Amo questi colori, la Lazio è casa mia”. Poi sulla squadra ribadisce…

Manca pochissimo e poi (finalmente) sarà ancora campionato. I ragazzi di mister Inzaghi si preparano ad affrontare il Genoa di Juric. Il tecnico piacentino non vede l’ora di ricominciare, a maggior ragione ora che l’infermeria si sta finalmente svuotando con i ritorni imminenti di Lukaku e de Vrij, oltre il gradito ritorno da ormai 2 settimane di Bastos. La sua Lazio è lì dove merita e non ha intenzione di scendere.  Per tutti è la nuova sorpresa che affascina (vedi Sconcerti), non per Simone Inzaghi. In un’intervista a La Stampa, il tecnico biancoceleste analizza un momento magico per tutti:

A sorpresa per qualcuno, non per me: conosco i miei ragazzi, so dove possono arrivare. Questo è un gruppo destinato a migliorare, anche perché spero che ci abbandoni la cattiva sorte per i tanti infortuni. Con i ragazzi bisogna saper parlare, e non è un luogo comune. Solo così capisci se hanno personalità o no: quando gli dai fiducia e ti dimostrano di capire come si sta in uno spogliatoio, il più è fatto. Poi, è chiaro, occorrono le qualità”. Ha scacciato l’ombra di Bielsa, si è preso finalmente la sua Lazio: “Nessun fastidio per come è andata. So come va il calcio, ma soprattutto conosco il mio amore per questi colori. E comunque, nelle sette partite della passata stagione, penso di aver dimostrato qualcosa. Io tecnico moderno? Se per moderno si intende la voglia di sperimentare, sì: io sono uno che cambia anche modulo a seconda degli avversari da affrontare, come accaduto ad esempio nella sfida di Napoli. Per ora sento la fiducia della gente e questo mi gratifica, al di là di quelli che potranno essere i giudizi futuri: Roma è una piazza non semplice, essere rispettati qui ha un valore doppio”. 

“ALLA LAZIO COME A CASA” – Anni di Lazio sulle spalle, una vita al servizio di quei colori: “Lazio significa essere a casa. E’ così che mi sento in una realtà che ho vissuto da professionista in campo e da tecnico partendo dal basso: questa è una forza che ti porti dietro per sempre”. Il rapporto con Pippo: “Con Pippo ci sentiamo ogni giorno perché è forte il legame tra lui e i miei figli: lo zio vuole sapere tutto. Il suo Venezia va alla grande e Pippo è felicissimo perché impegnato a trasmettere le sue conoscenze: poteva aspettare un’occasione in serie A a campionato in corso, o accettare la B, ma lo hanno convinto con l’entusiasmo che chiedeva. Prendi la squadra e avrai carta bianca: in un attimo ha detto sì”. Sinisa e Diego, due ex compagni, due amici, due colleghi: “Sinisa-Toro mi sembra un binomio perfetto: i granata giocano bene, faranno una bellissima stagione e magari saremo rivali per un posto in Europa. Al Toro c’è anche Lombardo, l’ho salutato con affetto quando abbiamo giocato là. Per quanto riguarda Simeone, sono stato a casa sua quando l’Atletico ha giocato contro il Psv Eindhoven in Champions League: là, a Madrid, lo amano e lo trattano come un re, sarà dura per lui andare via”. 

GLI INIZI – Piacenza, dove tutto cominciò. La sua Piacenza e un Materazzi come modello e maestro: “Penso a lui, il mio allenatore ai tempi di Piacenza: mi mandò in campo giovanissimo, eppure fra gli attaccanti di quella squadra c’era gente come Dionigi, Rastelli e Piovani”.

MURGIA – E in chiusura indica un giovane su cui puntare: “Il nostro Murgia: ha delle potenzialità incredibili!”.

Bob Dylan: no al ritiro del Nobel

Le polemiche intorno all’assegnazione del premio Nobel per la letteratura a Bob Dylan non sembrano placarsi. E’ delle ultime ore, infatti, il rifiuto da parte del cantautore americano di ritirare il premio Nobel e quindi la mancata partecipazione alla cerimonia di premiazione del prossimo 10 dicembre a Stoccolma. Ultimo tassello che si aggiunge alle precedenti difficoltà da parte del Comitato dell’Accademia di Svezia di riuscire a parlare direttamente con Dylan al momento dell’ufficializzazione della “vittoria”, datata 13 ottobre 2016. Da quanto riportato da un portavoce della stessa Accademia, Bob Dylan: “E’ molto onorato e vorrebbe ricevere il premio personalmente, ma altri impegni presi in precedenza purtroppo lo rendono impossibile”. Una scelta molto discussa, anticonformista, ma che non stupisce considerando il carattere di Bob Dylan che ha sempre vissuto fuori dallo star system. Inoltre la sua scelta ha dei precedenti altrettanto illustri: Doris Lessing, Harold Pinter e Elfriede Jelinek. Ma il caso più celebre è sicuramente quello del filosofo e scrittore francese Jean Paul Sartre che nel lontano 1964 rifiutò il premio. Al contrario di Sartre, invece, gioioso il momento in cui Dario Fo, nel 1997, venne a conoscenza di aver ricevuto il premio Nobel per la letteratura: il grande attore e drammaturgo, infatti, era in macchina mentre un  altro automobilista gli comunicò la vittoria mostrandogli un foglio bianco scritto a mano. A questo punto per concludere il tira e molla Bob Dylan, come da regolamento, avrà sei mesi di tempo per consegnare la sua “canzone” all’Accademia svedese.

Presentata a Milano la prima edizione del Bilancio Integrato della FIGC

Consapevole del ruolo centrale e dei valori che rappresenta sia in Italia che all’estero, la FIGC ha deciso di dotarsi per la prima volta del Bilancio Integrato (riferito all’anno 2015), realizzato in collaborazione con PwC (PricewaterhouseCoopers), che nasce con l’obiettivo di comunicare all’esterno il valore prodotto dalle proprie attività, proseguendo con determinazione il percorso avviato sul tema della Sostenibilità sin dal 2011. Il documento è stato presentato nel Salone d’Onore della Triennale di Milano, con gli interventi di Carlo Tavecchio, presidente della FIGC, di Paolo Bersani, partner PwC, di Bjoern Gulden, CEO PUMA, del calciatore del Trapani Abdoulie Dampha, di Roberto Rosetti, responsabile del progetto VAR per l’Italia, di Fiona May, coordinatrice della Commissione integrazione FIGC, e di Cristiano Fiorio, responsabile delle sponsorizzazioni FCA.

La FIGC è una delle prime organizzazioni sportive al mondo ad adottare il Bilancio Integrato, strumento attraverso il quale intende rafforzare il percorso di responsabilità sociale fondato sulla trasparenza e caratterizzato da un’informazione accurata e completa nei confronti di tutti i suoi stakeholder.

Il documento, evoluzione delle tre precedenti edizioni del Bilancio Sociale FIGC (testimonianza di 4 anni di rendicontazione) illustra i principali programmi strategici della Federazione ed il loro potenziamento, con particolare riferimento all’efficienza organizzativa interna, alla sostenibilità e alla trasparenza, nonché alla valorizzazione della dimensione sportiva e giovanile, alle azioni relative al settore del calcio professionistico e dell’impiantistica sportiva, anche attraverso la rivisitazione delle norme e dei regolamenti. Il Bilancio Integrato analizza, inoltre, i processi di sviluppo della dimensione internazionale della FIGC e l’impegno sociale, nonché la valorizzazione del patrimonio storico e culturale del calcio italiano.

“Questo primo Bilancio Integrato – ha sottolineato il presidente della FIGC Carlo Tavecchio – non rappresenta il punto di arrivo, bensì la partenza di un percorso che impegna quotidianamente la FIGC nella ricerca della produzione di quei Valori trasversali che costituiscono l’identità della stessa Federazione e che impattano sulla vita di milioni di persone. Il sistema calcio italiano, con 6 miliardi di euro, non è poi tanto quello vituperato che dicono. Questo è qualcosa di più di un semplice documento di rendicontazione, ma rappresenta un altro importante traguardo. La Federazione – ha aggiunto – vuole continuare a investire in trasparenza e sostenibilità, due concetti molto di moda ma che vanno messi in pratica”.

Tra gli interventi, significativo e toccante è stato quello del calciatore del Trapani Abdoulie Dampha che ha raccontato la sua storia, scappato da una terra difficile come il Gambia alla ricerca di un futuro migliore, e l’impatto che ha avuto il “Progetto Rete!” sulla sua integrazione in Italia. “Progetto Rete!” è un’iniziativa promossa dalla FIGC attraverso il Settore Giovanile e Scolastico in collaborazione con lo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) rivolta ai minori stranieri non accompagnati con l’obiettivo di promuovere i processi di inclusione sociale ed interculturale attraverso il gioco del calcio. Abdoulie Dampha, accompagnato a Milano da Pascal Desiato, ex tutore legale del ragazzo e operatore presso lo SPRAR ‘Horizont’ di Caltagirone, ha partecipato alla prima edizione e, anche grazie all’attività svolta con lo SPRAR Horizont di Caltagirone, vincitore del torneo a Cesena, si è messo in mostra ed è stato tesserato per il Trapani (società di Serie B).

Per quanto riguarda il documento presentato oggi a Milano, il percorso virtuoso di pubblicazione dei report e degli altri principali documenti che periodicamente la FIGC, ormai da diversi anni, elabora e rende disponibili (Codice Etico, budget, bilancio consuntivo, Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ai sensi del D.lgs. 231/2001, Management Report, Bilancio Sociale e ReportCalcio, consultabili sul sito FIGC nella sezione Trasparenza) ha permesso di rispondere in modo più efficace alle istanze di trasparenza nei confronti degli stakeholder, che le organizzazioni (sportive e non) sono sempre più chiamate a rispettare. Un aspetto ulteriormente testimoniato anche dalla recente relazione di Transparency International, che ha inserito la FIGC tra le 14 federazioni calcistiche più virtuose per aver reso disponibili in modo trasparente tutti i principali documenti di riferimento relativi alla propria attività e al proprio profilo, rispetto alle 211 federazioni affiliate alla FIFA.
Prima della fine della presentazione del Bilancio Integrato, il Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero per gli Affari Esteri Vincenzo De Luca ed il presidente della FIGC Carlo Tavecchio hanno sottoscritto un programma di collaborazione per sostenere, per quanto di rispettiva competenza, la promozione del sistema Italia in ambito internazionale.

CALCIOMERCATO – L’Utrecht dice no all’offerta della Lazio per l’attaccante francese

Con Filip Djordjevic in partenza la Lazio è alla costante ricerca di un attaccante di scorta da mettere a disposizione di Simone Inzaghi sin dal prossimo mercato di gennaio. I dirigenti biancocelesti avrebbero individuato il profilo giusto nell’attaccante ventiduenne dell’Utrecht Sebastian Haller tanto che, a quanto riportato da Calciomercato.it, il club olandese avrebbe respinto un’offerta di 10 milioni di euro presentata dal ds biancoceleste Igli Tare. L’attaccante francese, autore finora di 5 gol e 4 assist in 12 partite di campionato, è seguito in Italia anche dalla Fiorentina, mentre al Napoli è stato proposto ma i partenopei non si sono detti interessati. L’intenzione dell’Utrecht sarebbe quella di cedere il giocatore a giugno per tentare di ricavare il massimo dalla sua cessione.

Spostamento orario derby: la posizione della Lega Serie A

A margine della Junior Tim Cup, il torneo giovanile di calcio a 7 riservato agli Under 14, a pochi giorni dal derby capitolino è intervenuto ai microfoni il direttore generale della Lega Serie A Marco Brunelli che ha spiegato la posizione della Lega riguardo un’eventuale variazione di orario della stracittadina viste le elezioni per il Referendum costituzionale: “Abbiamo fatto presente, con totale serenità e spirito di collaborazione, sia alla Questura che all’Osservatorio i problemi organizzativi che comporterebbe un anticipo del derby alle 12:30. Una volta sentite le due società, la Lazio in veste di organizzatrice diretta della partita, e la Roma, abbiamo dichiarato il nostro punto di vista. Poi, eventualmente, ci atterremo alle eventuali decisioni prese come è sempre stato”.

Giappone, efficienza allo stato puro. L’Italia quando imparerà? (VIDEO)

Lo scorso 8 novembre una gigantesca voragine si era aperta in una strada della città giapponese di Fukuoka. L’enorme cratere (30 metri x 27 di larghezza e 12 di profondità) era stata causata dai lavori per l’estensione di una linea metropolitana sotterranea e non aveva provocato feriti. Una domanda a quel punto è sorta spontanea, quanti mesi ci vorranno prima che venga completamente riparata? Mai risposta fu più semplice…sono bastate solo 48 ore.  Gli operai hanno lavorato giorno e notte per rimettere tutto a posto, compresi i semafori che regolano il traffico dell’incrocio e la condotta della fognatura che passa nel sottosuolo proprio in quel punto. Per riempire il vuoto sono stati usati 6.200 metri cubi di terra e cemento.

Efficienza ed organizzazione allo stato puro che molti paesi si sognano e tra questi, purtroppo, si trova anche l’Italia. La disorganizzazione regna sovrana nel nostro Stato: basti pensare che possono passare anche più di 20 giorni prima che una semplice “buca” situata sul manto stradale venga riparata e solo quando ques’tultima è stata fonte di incidenti…forse ( e sottolineiamo il “forse”), gli organi competenti si decidono ad intervenire, per la serie “con calma e per piacere“. Possiamo solo immaginare los scenario apocalittico che si verrebbe a creare nel caso di una vera e propria voragine. Se lo stato italiano vuole crescere sul serio deve assolutamente prendere esempio da episodi di efficacia ed efficienza come avviene in Giappone. Basterebbe abbandonare un po’ di quella “disorganizzazione tipica italiana” per notare immediatamente una netta differenza. Si spera ciò avvenga il prima possibile