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Pulici: “Cataldi incarna la lazialità, la società tuteli e valorizzi questo gioiello”

Il numero uno dello scudetto del ‘74, Felice Pulici, è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua” per fare il punto sul momento nero della Lazio, ora al decimo posto in classifica e in netta difficoltà con un solo punto conquistato nelle ultime cinque partite di campionato. Questo al netto delle controversie arbitrali, con la partita di Empoli che ha scritto l’ennesimo capitolo stagionale da dimenticare nel rapporto tra i biancocelesti e i direttori di gara.

Pulici interviene in quello che sarebbe stato il giorno del compleanno di Luciano Re Cecconi, il suo compagno di scudetto. “Re Cecconi arrivò a Roma con la volontà assoluta di Maestrelli che lo aveva avuto al Foggia. La Lazio utilizzò i soldi per la cessione di Massa all’Inter, un affare che servì anche per l’acquisto di Frustalupi, il giocatore con la maggiore intelligenza calcistica che io abbia mai visto. In una squadra un po’ rissosa, dallo spogliatoio diviso ma nella quale Re Cecconi sapeva rappresentare il trait d’union. Tanto che veniva definito il saggio della squadra, pur essendo un giocatore che in campo esprimeva il maggior dinamismo tra gli undici titolari.

Quali personaggi nella Lazio attuale potrebbero essere rappresentativi del biancoceleste così come lo furono gli eroi del ’74? “Danilo Cataldi esprime il valore massimo della lazialità in questo momento. Un ragazzo cresciuto nella Lazio arrivando dall’Ottavia, dal cuore di Roma e che può essere sicuramente rappresentativo del popolo biancoceleste in campo. Cataldi ha ricevuto un premio come promessa mantenuta, il “Manlio Scopigno“, che evidenzia l’importanza che questo ragazzo può avere, anche strategicamente, nel futuro di questa società. Servirà concretezza e struttura per sostenere questi personaggi che possano incarnare lo spirito della Lazio all’interno della società.

La stagione della Lazio ha in ogni caso bisogno di ritrovarsi attorno a figure forti dopo un momento di smarrimento. Quanto può aver pesato la delusione-Champions nell’approccio in questa finora infelice stagione? “A noi pesò molto non disputare la Coppa dei Campioni. Una situazione difficile perché anche all’epoca significava far parte dell’elite europea, era un sogno competere con i grandi dell’epoca. La squadra deve ritrovarsi e come dicevo prima deve farlo intorno ai suoi personaggi di spicco, quelli con maggiore personalità ma che sappiano anche ritrovare sé stessi nell’indossare la maglia della Lazio..

Fabio Belli

Lazio, per il dopo Pioli si guarda in Cile

Domenica, dopo il ko di Empoli, la Lazio, per bocca del ds Tare, ha ribadito l’assoluta solidità della panchina di Stefano Pioli. La fiducia della società potrebbe tuttavia non essere a tempo indeterminato e già venerdì sera, in caso di nuovo risultato negativo nell’anticipo contro la Juventus, il tecnico parmense potrebbe essere sollevato dal suo incarico. Tra i candidati per la sostituzione, oltre ai vari Lippi-Brocchi, Guidolin e Simone Inzaghi circolati in questi giorni, sarebbe spuntato anche Jorge Sampaoli. A rivelarlo ‘Calciomercato.com’, secondo cui l’attuale ct del Cile, in corsa per il premio Fifa ‘Tecnico dell’anno’, sarebbe finito nel mirino dei biancocelesti a seguito della fantastica stagione alla guida della Roja, culminata quest’estate con la vittoria della Coppa America. Molte sono tuttavia le concorrenti: dalla Roma, interessata in caso di esonero di Rudi Garcia, alle inglesi Arsenal (in cui troverebbe il cileno Alexis Sanchez) e Manchester City, passando per lo stesso spogliatoio dei sudamericani (che, per bocca dell’interista Medel, ha chiesto a gran voce la sua riconferma).

RASSEGNA STAMPA – Controlli per Onazi. Mauri lavora in campo

Ai microfoni di Lazio Style, il medico sociale biancoceleste, Stefano Salvatori, ha fatto il punto sull’infermeria della Lazio: “Per quanto riguarda la gara di ieri sera non ci sono situazioni cliniche preoccupanti dal punto di vista medico. Oggi pomeriggio Onazi farà il controllo strumentale per la sua patologia muscolare all’adduttore della coscia. Ci auguriamo un responso positivo, Eddy ha sensazioni positive dal punto di vista del dolore. Mauri invece ha cominciato il lavoro in campo oggi, sta rispondendo bene anche dal punto di vista del dolore.  Per De Vrij, che è l’unico lungo degente, vi daremo informazioni riguardo la situazione in settimana”.

Fonte : Il Corriere dello Sport

RASSEGNA STAMPA – «L’Atletico senza Tiago: idee Biglia-Bonaventura»

L’Atletico Madrid cerca un centrocampista dopo il grave infortunio di Tiago. Lo conferma As in Spagna. Diversi i profili che Simeone sta studiando per gennaio. Toulalan, del Monaco, risponde al profilo del giocatore che serve. Piace anche Tielemans del Anderlecht, con il quale sono già stati avviati i contatti. Biglia della Lazio e Bonaventura del Milan sono gli altri potenziali obiettivi.

Fonte : Corriere dello Sport

RASSEGNA STAMPA – Lazio in caduta libera, Pioli sotto esame

La situazione diventa sempre più preoccupante. La sconfitta di Empoli conferma la caduta a picco della Lazio di Pioli, capace di conquistare un solo punto nelle ultime cinque giornate di campionato.

I TORTI ARBITRALI – È vero, però, che sull’ultima partita in Toscana hanno inciso in maniera evidente anche fattori esterni, come le controverse decisioni arbitrali del signor Fabbri: i due gol annullati a Klose (almeno uno buono), le potenziali espulsioni di Livaja e Tonelli, più il tocco di mano in area dello stesso Tonelli (già ammonito). È più che legittimo, insomma, il lungo sfogo del ds Tare al termine della gara: “Contro di noi arbitraggi sempre sfavorevoli. Se la situazione è questa, possiamo anche evitare di presentarci nelle prossime partite”, in sintesi. È altresì legittimo porsi qualche domanda che vada oltre le polemiche arbitrali: perché se è vero che la reazione della Lazio è stata evidente, è altrettanto giusto ammettere che il vantaggio della squadra di Giampaolo arriva al 5′ e non è bastata una partita intera per raggiungere almeno il pareggio.

PIOLI “ALLA PETKOVIC” – Desta preoccupazione, in particolare, il primo tempo confuso, disorganizzato ed evanescente della squadra di Pioli, che inizialmente si schiera con un 4-4-1-1. Ma lo è solo sulla carta, il modulo sul campo è molto simile a un 4-1-4-1 di “petkoviciana” memoria. E le analogie con il secondo anno alla Lazio (quello della separazione) dell’attuale commissario tecnico della Svizzera sono sempre più inquietanti. A partire dall’andamento opposto tra campionato ed Europa League, passando per la Supercoppa persa con la Juve a inizio stagione, fino ad arrivare al contraccolpo conseguente al grande traguardo raggiunto: con Petkovic la Coppa Italia, il terzo posto con Pioli. Disastroso in entrambi i casi anche l’andamento in trasferta in campionato: al suo secondo anno alla Lazio l’allenatore di Sarajevo non riuscì a vincerne una lontano dall’Olimpico (5 sconfitte e 4 pareggi prima dell’arrivo di Reja).

NUMERI DA RETROCESSIONE – Rispetto a Petkovic, Pioli può “vantare” un successo a Verona con l’Hellas. Una magra consolazione visto che nelle altre 6 gare fuori casa sono arrivate solo sconfitte. E se si aggiunge pure quella casalinga con il Milan fanno 7 in 14 partite, un dato che la Lazio aveva registrato 31 anni fa, nella stagione dell’ultima retrocessione in serie B. Numeri che non fanno sorridere la dirigenza biancoceleste, anche perché il calendario adesso mette nell’ordine Juventus, Sampdoria e Inter (le prime due in casa). Un trittico impegnativo che, se dovesse portare altri risultati negativi, potrebbe far precipitare la Lazio (attualmente decima) nelle sabbie mobili della lotta salvezza. Un vero paradosso per una squadra che in estate sognava di partecipare alla prossima Champions. Senza contare poi il mercato di gennaio e le tante offerte ancora in ballo per i vari big: da quella del Manchester United per Felipe Anderson, alle sirene spagnole e inglesi per Biglia e così via.

POSSIBILITÀ BROCCHI – Un rischio che la società vuole scongiurare. E anche se a parole “l’atteggiamento con l’Empoli è piaciuto”, le riflessioni sulla possibilità di un avvicendamento in panchina sono all’ordine del giorno. Il club valuta varie possibilità, da quella interna (ed economica) che porterebbe all’attuale tecnico della Primavera Simone Inzaghi, passando per le ipotesi Guidolin e Mazzari, fino ad arrivare alla soluzione al momento favorita: il tandem Lippi-Brocchi, con il primo che recentemente non ha nascosto la sua volontà di tornare ad allenare in Italia e il secondo che, nonostante adesso sia a Milano per guidare la Primavera del Milan, conserva con la Lazio, e in particolare con la società biancoceleste, un ottimo rapporto. Il binomio con Lippi, ma anche la possibilità di affidare al solo ex mediano la panchina laziale è un’ipotesi che stuzzica Lotito. Forse se ne riparlerà dopo la partita con la Juve. Potrebbe essere l’ultimo appello per Stefano Pioli.

Fonte : La Repubblica

RASSEGNA STAMPA – Lazio divisa tra arbitraggi e classifica

La partita peggiore nel momento più difficile. La Lazio prova a rialzarsi dopo l’ennesimo tonfo, Pioli ha quattro giorni per rianimare la squadra prima della sfida contro la Juventus.

Sia chiaro, il tecnico non rischia la panchina, almeno al momento: ha un contratto fino al 2017, e continua ad avere la fiducia della società nonostante la stagione fallimentare; la sconfitta nella finale di Supercoppa italiana contro la Juve, l’eliminazione dalla Champions League per mano del Bayer Leverkusen e gli scarsi risultati ottenuti in campionato avrebbero spinto qualsiasi altro club a prendere in considerazione un cambio in corsa.

La panchina di Pioli è ancora salda, il presidente laziale non è solito allontanare gli allenatori su due piedi; in passato ha esonerato due tecnici che avevano portato la squadra in zona retrocessione e licenziato – per giusta causa – Pektovic che aveva tradito (a suo dire) la fiducia del club. Oggi l’esonero di Pioli certificherebbe il fallimento del progetto tecnico, significherebbe una compartecipazione di responsabilità che i dirigenti laziali non intendono condividere: del resto l’organico è rimasto identico alla passata stagione, il mercato non ha tolto – né aggiunto – risorse significative alla squadra. I problemi sono tutti dentro Formello. Stimoli, ambizioni, rapporti che son venuti meno nel corso di questi mesi e che hanno minato – sul nascere – la nuova Lazio.

Oggi i numeri sono impietosi: decimo posto in classifica, sette sconfitte su quattordici partite, un solo punto nelle ultime cinque sfide, sedicesima difesa della Serie A, decimo attacco del torneo. La Lazio non sa difendere, ma non riesce neanche ad attaccare; nelle retrovie lo stop di De Vrij ha tolto a Pioli una pedina fondamentale, ma la genesi dell’infortunio risale alla passata stagione, la patologia dell’olandese era nota e in chiave mercato il club biancoceleste avrebbe potuto – e dovuto – acquistare un elemento di maggior spessore, capace di fornire maggiori garanzie. In attacco i problemi di rendimento sono simili, coi tre attaccanti capaci di segnare – fin qui – la miseria di otto gol. Ma è sulle motivazioni del gruppo che va ricercata la soluzione alla crisi perché sono le prestazioni di ogni singolo elemento a essere altamente inferiori rispetto al passato.

I giocatori ribadiscono con le parole la fiducia nei confronti di Pioli, ma puntualmente vengono smentiti dalla loro stessa attività pedatoria. Infine c’è l’aspetto legato agli arbitraggi. E’ inconfutabile che nel corso della stagione ci siano stati episodi contrari, ed è allo stesso modo frustrante essere penalizzati dal Palazzo nel momento in cui la presidenza della Lazio è detenuta dalla stessa persona che ha in mano il calcio italiano. Ma gli arbitraggi avversi appaiono una banale giustificazione che tende a esemplificare una crisi ben più profonda che affonda le radici all’interno della stessa Lazio.

Fonte : Il Tempo

Tavecchio: “Il futuro di Conte? Sono ottimista…”

«Con Conte ho un rapporto molto fraterno, anzi filiale, e penso di poter dire che ci siano buone chance che resti. Il suo nome è stato accostato alla Roma? Io non so chi lo chiama o no, ma noi a Conte stiamo dando responsabilità come nessuno mai prima d’ora. Lui non è solo il commissario tecnico della nazionale, è anche il responsabile di 17 rappresentative azzurre di cui sceglie pure gli allenatori». Il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, torna così sul futuro del ct azzurro dopo gli Europei 2016 ed esprime ottimismo sul possibile rinnovo del suo contratto in scadenza dopo la rassegna continentale.

Fonte: AdnKronos

UFFICIALE: Hellas Verona, esonerato Mandorlini

Con l’allontanamento di Andrea Mandorlini dalla panchina del Verona, salgono a sei gli esoneri in Serie A dall’inizio della stagione. Il tecnico romagnolo segue la sorte di Giuseppe Iachini, sostituito da Davide Ballardini al Palermo, e di Walter Zenga, con la panchina della Sampdoria affidata a Vincenzo Montella, esonerati entrambi lo stesso giorno il 10 novembre scorso. A inizio del mese, la stessa sorte era toccata a Giuseppe Sannino, rimasto poco più di un mese sulla panchina del Carpi, ora riaffidata al tecnico della storica promozione, Fabrizio Castori. Il 28 ottobre, c’era stato il passaggio di consegne al Bologna tra Delio Rossi e Roberto Donadoni.

Fonte: ANSA

Premio Scopigno: Cataldi rassicura i tifosi durante la premiazione

Qualche giorno fa alla domanda se sentisse ancora in mano lo spogliatoio, Stefano Pioli aveva risposto in modo deciso: “Assolutamente si”. A queste parole fecero eco quelle di Marco Parolo I fatti però hanno dimostrato che la Lazio è ancora la bruttissima copia dell’anno scorso, l’unica soddisfazione raggiunta è il primato del girone di Europa League, ma il campionato fino ad ora continua ad essere fonte di delusioni. Eppure viene ribadito, in attesa dei fatti, lo stesso concetto: il gruppo è UNITO e la squadra è con Pioli.
Al coro si è unito oggi anche Danilo Cataldi:
Il giovane centrocampista biancoceleste questa mattina, presso la sala Consiliare del Comune di Rieti, ha ritirato il “Premio Manlio Scopigno”  insignito dell’onoreficenza “Promessa Mantenuta”. Subito dopo 
le celebrazioni di rito, Cataldi è stato incalzato dai cronisti presenti sul delicato momento in casa Lazio ma, dopo aver in un primo momento sviato le domande con la frase “Non è questa la sede opportuna per parlarne”, ha voluto ribadire un unico grande concetto: “La squadra è con Pioli”. Tutti avranno l’ennesima occasione di dimostrare tale concetto  già a partire da venerdì, quando la Juventus verrà a fare visita all’Olimpico. Riuscirà a mantenere anche questa “promessa”?

Io, privilegiato per aver vissuto la “Kobe-era”

Kobe l’ha fatto. Lo temevano tutti, da mesi ormai. Ieri Kobe Bryant ha annunciato che, a fine stagione, si ritirerà. Lo ha fatto a modo suo, come sempre, e da oggi dovremo fare nostra l’idea di un campionato NBA senza il Black Mamba! Facciamo un passo indietro però, chi è Kobe? Beh dipende da chi si pone questa domanda. Mi spiego meglio, il basket si divide in Ante Jordan e Post Jordan. Che Michael sia il più grande di tutti i tempi, pochi dubbi. C’è chi ha vissuto la carriera di Jordan ed ha visto nascere Kobe. Chi lo ha potuto quindi veder crescere e formarsi e poi dire “Questo è il più forte giocatore di basket dopo Jordan“. C’è invece chi, come me, con Kobe a fare magie sul parquet c’è nato o quasi. Quelli come me Jordan lo hanno visto nei film, negli speciali e nei video, ma mai hanno potuto assistere ad una sua partita di basket. Non hanno mai avuto l’ebrezza di sperare che la palla andasse nelle sue mani per vedere cosa avrebbe potuto fare (quello che voleva, sicuro). Questa sensazione invece io l’ho avuta con Kobe, nelle nottate insonni ho potuto sperare di vederlo fare qualcosa di strabiliante, qualcosa che nessuno avesse visto prima. E vi dico che, nonostante la mattina mettersi sui libri era dura, andare a scuola ancor di più, mai, e sottolineo mai, con lui in campo la mattina mi sono detto “La prossima volta va a letto presto che poi non ti svegli“. No, questo non è mai successo. Nel momento in cui inevitabilmente ha annunciato il suo addio io, come tanti, mi sono sentito vecchio, e triste. Quando un tuo idolo smette di fare quello che sei abituato a vedere qualcosa cambia. In questo pericolo, ahimè, più di uno ha detto stop. Però subito dopo aver saputo la notizia ho riflettuto: triste, certo è normale, però io l’ho visto sul campo giocare. Io l’ho visto incantare e fare canestri assurdi, seguiti da quel sorriso che non mancava mai. Sorrideva lui, rimanevamo a bocca aperta noi. Sempre, tutte le sante notti. E allora no, la tristezza deve lasciar spazio alla gratitudine perché d’ora in poi non esisterà solo il pre e post Jordan, ma anche il pre e post Bryant. Ed io, cari miei, mi sento un privilegiato ad aver assistito ai suoi capolavori. Kobe Bryant è mondiale, ma anche un po italiano. Sentire le sue interviste in cui dispensa un italiano quasi perfetto ci inorgoglisce e fa anche un po’ strano. Guai a sentirci artefici del suo successo: uno che ha quel talento non va formato, va solo fatto giocare. Anni fa, in un lockout tanto folle quanto ferreo si era anche sparsa la voce “Kobe giocherà a Bologna“. Incredibile, Kobe torna in Italia non da bambino ma da star assoluta! Non si è avverato, il presidente della Virtus ci ha provato, ma far muovere uno del suo calibro è un po come spostare una montagna, ci vogliono tempi e modi impossibili per il basket italiano. Abbiamo sognato, tutto qui, pazienza. Pazienza perché, in fondo, il solo poterlo vedere è stata un’esperienza unica, anche se lontano migliaia e migliaia di km. Da qui in avanti prendiamo tutto ciò che si può prendere ed apprendere da un giocatore in televisione, prestate attenzione a come muove la palla, come difende, come salta è come sorride….Prestate attenzioni ragazzi, perché vedere live uno così, non so quando potrà riaccadere. Un campione smette di giocare, la sua leggenda invece, resta per sempre.

Qui di seguito la traduzione della lettera di addio al basket di Kobe Bryant, che ha fatto da corollario al suo annuncio.

Caro basket,
dal momento in cui ho cominciato ad arrotolare i calzini di mio padre
e a lanciare immaginari tiri della vittoria nel Great Western Forum
ho saputo che una cosa era reale:
mi ero innamorato di te.
Un amore così profondo che ti ho dato tutto
dalla mia mente al mio corpo
dal mio spirito alla mia anima.
Da bambino di 6 anni
profondamente innamorato di te
non ho mai visto la fine del tunnel.
Vedevo solo me stesso
correre fuori da uno.
E quindi ho corso.
Ho corso su e giù per ogni parquet
dietro ad ogni palla persa per te.
Hai chiesto il mio impegno
ti ho dato il mio cuore
perché c’era tanto altro dietro.
Ho giocato nonostante il sudore e il dolore
non per vincere una sfida
ma perché TU mi avevi chiamato.
Ho fatto tutto per TE
perché è quello che fai
quando qualcuno ti fa sentire vivo
come tu mi hai fatto sentire.
Hai fatto vivere a un bambino di 6 anni il suo sogno di essere un Laker
e per questo ti amerò per sempre.
Ma non posso amarti più con la stessa ossessione.
Questa stagione è tutto quello che mi resta.
Il mio cuore può sopportare la battaglia
la mia mente può gestire la fatica
ma il mio corpo sa che è ora di dire addio.
E va bene.
Sono pronto a lasciarti andare.
E voglio che tu lo sappia
così entrambi possiamo assaporare ogni momento che ci rimane insieme.
I momenti buoni e quelli meno buoni.
Ci siamo dati entrambi tutto quello che avevamo.
E sappiamo entrambi, indipendentemente da cosa farò,
che rimarrò per sempre quel bambino
con i calzini arrotolati
bidone della spazzatura nell’angolo
5 secondi da giocare.
Palla tra le mie mani.
5… 4… 3… 2… 1…
Ti amerò per sempre,
Kobe

Materazzi: “La Lazio può venirne fuori, ma deve essere più attenta in difesa”

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Giuseppe Materazzi, storico ex allenatore della Lazio alla fine degli anni ’80, è intervenuto sulle frequenze di LazioStyleRadio per analizzare il momento delicato dei biancocelesti, reduci dall’ennesima sconfitta stagionale. Queste le sue parole: “La Lazio nella fase difensiva deve essere più attenta. La sconfitta di ieri è dipesa molto dagli errori arbitrali e questo è un vero peccato perché la squadra ieri ha reagito positivamente e ha fatto una buona prestazione, purtroppo sono stati annullati dei gol che erano validi. Non bisogna scoraggiarsi perché la Lazio ha i numeri e le qualità per venire fuori da questa situazione, bisogna essere uniti. Pioli deve continuare a lavorare e a credere nei suoi giocatori. Venerdì ci sarà la sfida contro la Juventus che sta vivendo un momento positivo. Non sarà una gara facile perché i bianconeri giocheranno per vincere ma l’importante è scendere in campo e giocarsela. I biancocelesti devono essere compatti e proporsi con continuità. Personalmente, con la Juve, opterei per un modulo denso a centrocampo. In Europa la Lazio ha espresso un grande gioco, ha trovato gli spazi giusti che in campionato non sta ancora trovando, ma la strada è ancora lunga e nel calcio tutto può succedere“.

 

INFERMERIA – Le ultime su Onazi

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Dopo le parole di questa mattina del Dottor Bianchini, che parlavano di un miglioramento, è arrivato da pochi minuti il comunicato della Lazio riguardante l’esito degli esami a cui si è sottoposto il nigeriano Eddy Onazi, fermo da alcune settimane a causa di una lesione muscolare di primo grado. Come si legge dal comunicato ufficiale, “Ogenyi Onazi è stato sottoposto, nel pomeriggio di oggi, ad accertamenti di controllo presso la clinica Paideia. Gli esami hanno evidenziato un notevole miglioramento del quadro precedentemente rilevato. L’atleta ha cominciato da oggi un lavoro in piscina che verrà intensificato nell’arco dei prossimi giorni”.  Per Pioli quindi, dopo le notizie negative dal campo, almeno una buona notizia dall’infermeria.

Vinicius: “A Zurigo sto trovando continuità, sto crescendo”

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Due estati fa era approdato alla Lazio senza troppo clamore ma con ottime referenze; non riuscendo però a trovare spazio nella squadra di Pioli era stato mandato in prestito a Perugia, ma dopo una stagione anonima era stato rispedito dalle parti di Formello, per essere nuovamente ceduto in prestito, questa volta in Svizzera, allo Zurigo allenato da Sami Hyypia. Vinicius de Freitas Ribeiro, terzino sinistro brasiliano classe ’93, è stato contattato dalla redazione di LaLazioSiamoNoi, alla quale ha raccontato la sua nuova esperienza svizzera. Dopo un avvio stentato, la stagione del fluidificante carioca sembra aver definitivamente spiccato il volo: “Adesso sto bene, finalmente sto trovando la continuità che cercavo. Voglio confermarmi partita dopo partita, sto crescendo molto. All’inizio non ero al 100%, ecco perché non giocavo. Lo staff tecnico mi ha fatto un programma di allenamento personalizzato per recuperare la forma. In estate non ho svolto il ritiro perché ero in nazionale, inoltre ero reduce da un infortunio rimediato col Perugia”. Una scelta anomala quella di andare a giocare in Svizzera, in un campionato molto diverso dalla nostra Serie A: “Lo Zurigo mi ha voluto fortemente e io avevo bisogno di giocare con continuità. Il calcio svizzero è molto fisico, un po’ come in Italia. Ma qui si cura di meno la parte tattica”. Sami Hyypia è stato un grande difensore, può essere importante nella crescita del brasiliano: “Il mio rapporto con il mister è molto buono. Parla spesso con me, mi dice sempre come posso migliorare, guardiamo insieme i video delle partite per analizzare gli errori commessi. Grazie a lui sto crescendo molto sia tatticamente che fisicamente. In questa stagione ho fatto tre assist, spero che anche il gol arrivi presto”. Dopo una partenza difficile lo Zurigo sembra essersi ripreso, nonostante la batosta rimediata domenica: “Pensiamo partita dopo partita, abbiamo bisogno di fare punti per stare sereni. Il 12 dicembre giocheremo i quarti di Coppa, è una gara molto importante. Vogliamo arrivare lontano in questa competizione”. Infine riguardo i vecchi compagni della Lazio: “Felipe Anderson è un mio grande amico, ma è da un po’ che non lo sento. Quest’anno non siamo nemmeno andati in Nazionale insieme e quindi non ci siamo visti. Spero stia bene e che possa continuare ad aiutare la Lazio“.

Lazio vicinissima ad un giocatore del Chelsea

Secondo indiscrezioni raccolte dalla redazione di Lazionews.eu e riportate dai media inglesi la Lazio sarebbe vicina a raggiungere un accordo per la cessione in prestito del difensore del Chelsea Papy Djilobodji, poco utilizzato da Mourinho in questa prima parte di stagione. I biancocelesti devono sopperire all’assenza dell’infortunato Stefan de Vrij, e sembrano aver trovato il candidato ideale nella Premier League inglese. Il 26enne non riesce a trovare spazio con i Blues, i quali hanno speso in estate circa 6 mln di € per strapparlo al Nantes. Stando a quanto riportato, la Lazio starebbe lavorando per un prestito con diritto di riscatto fissato a circa 3.5 mln di €, soluzione che accontenterebbe tutte le parti in causa: i biancocelesti si ritroverebbero in rosa un giocatore pronto da subito e con buona esperienza; il Chelsea si libererebbe del difensore, fuori dal progetto tecnico di Mourinho; infine il calciatore avrebbe l’opportunità di rilanciarsi dopo la breve esperienza londinese, che lo ha visto calcare il campo di gioco per un solo minuto in League Cup.

 

 

Giorno di riposo in casa Juventus

Dopo una settimana intensa per la squadra bianconera – dove in otto giorni sono arrivate tre vittorie – la società tramite un comunicato ufficiale ha concesso una giornata di riposo agli uomini di Allegri. I bianconeri torneranno in campo domani per iniziare la preparazione in vista dell’incontro con la Lazio di venerdì prossimo. Il tecnico dovrà fare a meno di Pogba che dopo la sanzione di ieri sera a Palermo verrà squalificato. Vista l’assenza del centrocampista juventino il tecnico spera di avere di nuovo a disposizione sia Khedira che Lemina; in caso contrario l’allenatore avrà a disposizione solo Marchisio, Padoin e Sturaro.

Veron: “Momenti meravigliosi in biancoceleste. Un mio ritorno? Sarei…”

Per parlare della Lazio dei suoi tempi e di quella dei nostri giorni è intervenuto ai microfoni di Laziopress.it Juan Sebastian Veron. Queste le sue parole.

Gli anni passati in biancoceleste: “Nella Lazio ho vissuto momenti meravigliosi. Sono stato fortunato ad aver vestito una maglia gloriosa come quella biancoceleste. Nei due anni  trascorsi a Roma abbiamo vinto moltissimo. La squadra era formata da persone che oltre ad essere dei campioni sul campo erano uomini stupendi. Sia sul terreno di gioco che in ritiro c’era un’aria vincente. Ognuno di noi aveva la sicurezza di avere al proprio fianco un compagno che avrebbe fatto d tutto per aiutare la squadra e chiunque si trovasse in difficoltà”.

Il trofeo vinto che ricorda con maggior piacere: Senza dubbio lo Scudetto. Ancora ricordo al termine dell’incontro della Juventus a Perugia le parole del radiocronista quando disse l’ora e poi quelle parole: Lazio Campione d’Italia“.

Arrivasti in Italia grazie ad Eriksson, qual è il vostro rapporto: “Era molto di più di un semplice rapporto fra allenatore e giocatore. Eravamo molto in confidenza tra noi. Ha subito creduto in me portandomi alla Sampdoria. Ogni giocatore argentino in quel periodo sognava il campionato italiano perché c’era stato Maradona. Si incontravano grandi squadre come Inter, Juventus e Milan, squadre piene zeppe di campioni. Allora ero molto giovane, al mio arrivo mi aiutarono molto sia Eriksson che Mancini“.

Si parla spesso di un probabile ritorno in Italia ma qual è la verità: “Nessuno mi ha mai cercato dalla Lazio. Per me i ricordi migliori sono legati a ciò che ho fatto nella Lazio ed il rapporto con i tifosi, due cose che resteranno per sempre. Il rispetto ed il rapporto che ho con i sostenitori biancocelesti è qualcosa di incredibile. Se in futuro le nostre strade si dovessero incrociare di nuovo, io sarò sempre pronto ed entusiasta”.

Vedi in giro un giocatore che possa somigliarti? “Il calcio cambia, ora le caratteristiche dei giocatori sono diverse. Io preferisco i giocatori completi, gente che sia in grado di fare un po’ di tutto. Un calciatore che mi somiglia può essere Pogba. Mi piace molto anche Vidal“.

Malagò: “Molto male le romane. Le aspettative erano diverse”

“Male, molto male. I risultati sono quelli e sono sotto gli occhi di tutti, anche rispetto alle aspettative. Per il calcio romano non è buono, ma il campionato italiano mi sembra molto divertente. Poi è da capire se è livellato in alto o in basso”. Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, commenta il momento che stanno attraversando la Lazio e la Roma, sconfitte nell’ultimo turno di Serie A. Il capo dello sport italiano, a margine della cerimonia di consegna dei premi Coni-Ussi, non attribuisce pubblicamente però delle responsabilità alla lontananza dalla Capitale del presidente giallorosso James Pallotta.Ho un ruolo istituzionale che mi impedisce di entrare nel merito di questi discorsi che sono da cittadino e tifoso – precisa -. C’è una struttura di manager, come amministratore delegato, direttore generale, e direttore sportivo tale da integrare le funzioni del presidente. È evidente che qui in Italia siamo abituati a vedere un presidente che ha il suo impegno quotidiano e che vive la società quotidianamente. Qui c’è un discorso di impostazione e filosofia culturale diverso in questo caso, giusto o sbagliato è un dato di fatto”.

Fonte: Ansa

Liverani: “Mancano risultati ed entusiasmo. Ieri il pari sarebbe stato più giusto”

Per parlare del momento che sta vivendo la squadra biancoceleste ai microfoni di Tuttomercatoweb.com è intervenuto Fabio Liverani: “Ieri l’Empoli ha disputato una buona gara, ha approfittato di uno dei soliti infortuni della difesa biancoceleste ed è stato fortunato nelle decisioni prese dal direttore di gara. La Lazio non avrebbe meritato la sconfitta, per quanto visto in campo credo che il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto. E’ un periodo difficilissimo per i biancocelesti sia per quanto riguarda i risultati che per il gioco. La squadra ora deve arrivare nel miglior modo possibile alla sosta per poi aspettare le mosse della società. L’entusiasmo e la continuità della scorsa stagione sono venuti meno ed inoltre il reparto difensivo non è in grado di sostenere un campionato da primi posti. A gennaio bisognerà intervenire sul mercato se si vuole migliorare”.

 

PALLONE D’ORO – Ecco i 3 finalisti

Sono Lionel Messi, Cristiano Ronaldo e Neymar i tre finalisti per il Pallone d’Oro 2015. Lo ha annunciato online la Fifa. La cerimonia di premiazione in cui sarà reso noto il nome del vincitore si svolgerà l’ 11 gennaio a Zurigo. Messi ha già vinto 4 volte il premio di miglior giocatore del mondo, Cristiano Ronaldo è invece a quota tre (l’ultimo nel 2014). Neymar non lo ha ancora conquistato.

Fonte: Ansa

Simeone, sguardo interessato in casa Lazio

Contro l’Espanyol il centrocampista dell’Atletico Madrid, Tiago Mendes, ha riportato un grave infortunio. Il giocatore ha subito la frattura scomposta dela tibia della gamba destra, incidente che lo terrà fuori dai campi di gioco per quattro mesi. A causa del grave stop, nel mercato di gennaio, la società madrilena dovrà tornare sul mercato alla ricerca di un degno sostituto che possa essere di aiuto al reparto centrale di Simeone. Al momento, come riportato da As, i nomi sulla lista della spesa sono quelli di Biglia della Lazio, Bonaventura del Milan, Toulalan del Monaco e Tielemans dell’Anderlecht.