Luca Pellegrini si racconta: tra calcio, famiglia e la quiete della nuova casa. Scopri il lato nascosto del terzino della Lazio e i segreti della sua vita privata che pochi conoscono. #Lazio #BehindTheBaller #CalcioItalia
Il giocatore della Lazio, Luca Pellegrini, ha recentemente condiviso dettagli affascinanti sulla sua vita privata e calcistica in un’intervista rilasciata a Behind The Baller (una pubblicazione che offre uno sguardo più intimo sui protagonisti del calcio), ripresa poi da TMW.
VITA PRIVATA – Pellegrini racconta la sua nuova vita: «Ci siamo trasferiti qui da poco, vivo con mia sorella Eleonora e la mia ragazza, Jennifer. Abbiamo progettato quest’estate di fare qualche festa con gli amici qui in relax con la piscina e la musica. Purtroppo non abbiamo potuto sfruttarla per ora perché il tempo non è dei migliori, anche se c’è il sole fa un po’ freddo. Qui c’è un’altra parte con il Teqball. Mi piace giocare con i miei amici e sfidarli, con loro è più facile (una modalità di gioco simile al ping pong, ma con i piedi su un tavolo inclinato). Poi quando sarà bel tempo chiamerò anche qualche compagno di squadra, magari a stagione finita per dare priorità al nostro lavoro. Mi sono trasferito in questa zona perché è molto tranquilla, si sentono gli uccellini (ride, ndr.). Si sta molto bene, in relax, e poi è a 10/15 minuti dal campo ed è molto comodo per me. La comodità poi per me è una cosa importante, come nella vita di tutti».
FAMIGLIA – Un altro pilastro nella vita di Pellegrini è il padre, una figura determinante nel suo percorso calcistico: «Tra le influenze più grandi che ho avuto nel calcio c’è senza dubbio la figura di mio padre. Condividiamo la stessa passione, e già quando ero più piccolo lui mi dava qualche consiglio perché ha giocato a calcio da difensore. Io in realtà nella mia vita calcistica non nasco difensore e terzino sinistro, ma esterno alto. Poi ho capito che forse spostarmi dietro era meglio (ride, ndr.). Lui mi ha aiutato molto, anche nei momenti di sconforto è riuscito a tirarmi su (riferendosi al supporto emotivo e tecnico che il padre gli ha sempre offerto). Mi ha dato dei consigli sul mio atteggiamento o su una semplice partita, sin da quando ero piccolo ci riguardavamo tutte le partite che giocavo per capire cosa potevo migliorare. Ora lo faccio da solo (ride, ndr.). Mi ricordo che spesso poi ci scontravamo su alcune cose, com’è poi normale in un rapporto padre – figlio. Avendo più esperienza, spesso alla fine aveva ragione lui (ride, ndr.)».
RAIOLA – L’influenza di Mino Raiola, storico agente calcistico, è stata altrettanto significativa: «Un’altra figura che ha avuto una grande influenza su di me è stato Mino Raiola. Vedeva cose nitide dove altri magari non riuscivano nemmeno ad arrivare con il pensiero. Era un luminare. Ho avuto la fortuna di conoscerlo quand’ero più piccolo, intorno ai 13/14 anni, insieme a Enzo con cui ancora mi interfaccio (un tributo all’intuizione e al supporto ricevuto da Raiola). La cosa che mi ricordo di più di Mino è la sua convinzione nelle cose che conosceva e diceva, era quasi spiazzante, a volte ti freddava. Almeno a me dava questa impressione. Ricordo nella mia prima trattativa con lui che quando sono andato via ero bianco in faccia per quello che aveva detto. Usava dei termini come quando io parlo con i miei amici, per intenderci. Mentalmente era un animale, ancora oggi mi meraviglia e mi impressiona pensare a come vedeva le cose».
MUSICA – Pellegrini svela la sua passione per la musica rap e oltre: «Sono cresciuto con tanto rap, ascoltavo Noyz Narcos, Gemitaiz fino a Geolier, Marracash e Gue. Con il tempo ho imparato ad apprezzare vari stili di musica un po’ diversi conoscendo anche lo spagnolo e l’inglese. Ho iniziato ad ascoltare anche tanta musica latino-americana. La musica è stata sempre una parte importante nella mia vita, perché per la maggior parte del tempo ho vissuto da solo. La musica mi faceva compagnia e mi aiutava a elaborare dei pensieri per cui non avevi parole per descriverli (descrivendo l’importanza della musica come compagnia e fonte di ispirazione). Prima della partita però non ascolto nulla, mi piace concentrarmi, ripassare nella mia testa le cose che devo fare e magari vado a vedere gli avversari contro cui devo giocare».
LE MAGLIE DELLA LAZIO – Nel giardino di casa, Luca condivide sentimenti legati alle sue maglie biancocelesti: «Queste sono fantastiche, mi vengono in mente tanti ricordi, tante partite. È bellissimo vedere i nomi di Stam, Crespo, Nedved… Pavel l’ho conosciuto di persona quando giocavo alla Juventus, era il vicepresidente e avevamo lo stesso procuratore (evocando memorabili incontri e relazioni nel mondo del calcio). Guardandole penso ai tempi passati e a tanti grandi calciatori. Non ho parole per descriverle».
CUCINA – La dieta rigorosa di Pellegrini alterna rarissime indulgenze: «Per Luca prendiamo tutte cose da allevamenti naturali, verdura biologica. Oggi è festa per Luca con la carbonara, è uno dei suoi piatti preferiti. Non glielo faccio mai. Ha quattro diete, una a seconda del tipo di allenamento che fa. L’unica cosa che non c’è mai sono gli zuccheri (una cura meticolosa nella scelta di alimenti per favorire una dieta equilibrata). Il commento del terzino sulla carbonara ne rispecchia l’apprezzamento: “Veramente buona! Peccato che la fa solo la mia chef, mi dispiace per voi (ride, ndr.)».
LA CARRIERA – Un percorso calcistico avvincente, dai successi giovanili alla Serie A: «Ho iniziato la mia carriera calcistica alla Roma, dove ho fatto tutto il settore giovanile lì dagli 11 anni ai 17/18. Ricordo che vincevamo ogni competizione che giocavamo, sono stato fortunato su quello. Ho esordito lì con la prima squadra, poi sono andato prima in prestito sei mesi al Cagliari e sono tornato per un anno (un viaggio attraverso le sue esperienze nei campi di calcio).
LAZIO – Infine, Pellegrini esprime amore per i colori biancocelesti: «La cosa che mi ricordo di più erano gli sguardi dei miei amici nelle chiacchierate e nelle telefonate nei giorni prima dell’ufficilità del mio arrivo. La maggior parte di noi tifosi della Lazio sognavamo questa cosa (ricordando l’emozione legata al suo passaggio alla Lazio). Ricordo i fumogeni non tanto all’aeroporto, ma arrivati a casa mia con tutti i miei amici più stretti che mi hanno accolto. È stato l’inizio di una favola che ancora oggi continua e che spero possa continuare ancora per molto tempo». Un racconto che sottolinea il legame profondo tra Luca Pellegrini e il mondo che lo circonda, fatto di affetti, passioni e preziosi ricordi calcistici.
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