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Lazio, Fabiani sulla Lega Serie A: “la mano sinistra non sapeva quello che faceva la destra”

Il direttore sportivo della Lazio Angelo Fabiani. (Foto Fraioli)

Al termine della vittoria contro il Genoa, il direttore sportivo della Lazio, Angelo Fabiani, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti presenti nella zona mista dello stadio. Oltre alla soddisfazione per i tre punti conquistati, Fabiani si è soffermato sul momento particolare che la squadra ha dovuto affrontare negli ultimi giorni, a causa delle modifiche imposte al calendario dalla Lega Serie A dopo la scomparsa di Papa Francesco.

Sono stati giorni travagliati per il dispiacere della scomparsa del Santo Padre, una persona carismatica che credo sia entrata nel cuore di tutti. Per chi è credente come me, tutta la squadra e il nostro ambiente, è stata una triste notizia. Non è stato facile però la vita purtroppo è questa, domani andremo a rendere omaggio al Santo Padre con la prima squadra e con la Women perché gli è dovuto in quanto prima ancora di essere un grande Papa è stato un grande uomo”.

“Incomprensioni con la Lega? Quello che ho percepito è che la mano sinistra non sapeva quello che faceva la destra e si è generata una confusione, si è creato più di qualche disguido. Io ho dovuto prendere e pagare un aereo quando ce n’era uno già nel pacchetto, per rientrare a Roma perché se fossimo rimasti qui a Genova per altri due giorni non avremmo saputo dove andarci ad allenare. Non potevamo far stare fermi quattro giorni i calciatori. Per questo siamo rientrati e questa mattina ci siamo alzati di buon’ora e poi ligi alle disposizioni impartite siamo venuti a giocare la partita. Certo non era facile e per questo dobbiamo dire grazie ai ragazzi che sono andati in campo dando tutto e di più ePi addirittura conquistando l’intera posta che ci consente di affrontare queste ultime cinque gare con un moderato ottimismo. Non era facile perché venivamo da una non qualificazione in Europa, siamo usciti ai calci di rigore ma si sa sono una lotteria. Credo che anche questo ha fatto sì che scattasse una molla nei calciatori, di riprendersi subito e non abbattersi. Non è mai facile all’indomani di un’eliminazione da una competizione europea fare una prestazione come quella di oggi qui a Marassi che è un campo molto molto difficile. Io lo conosco bene, ci ho lavorato e so cosa significa”.

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