Venezia Lazio 15 novembre 1998 – 22 febbraio 2025.
So’ passati 27 anni da quando buttammo uno fori dar traghetto. Diciamo che non me ricordo bene ma a uno l’amo fatto “nero”. Non credo che l’abbiamo buttato de sotto, ma sicuramente jamo fatto pià un sacco d’acqua.
Le trasferte nostre erano così. Eravamo matti, matti de Lazio e non c’avevamo paura de nisuno. Eravamo un gruppo unito e ben diviso. Ognuno col proprio ruolo. Eravamo i ragazzi della sede di via Bossi, eravamo e siamo ancora i tifosi della Lazio, la prima squadra della Capitale.
Caro Valerio te vojo bene e ho scritto ‘sto post, che poi è diventato per coraggio un articolo, solo perché sabato torno in trasferta dopo er Covid proprio in quella fantastica trasferta, anche se c’aveva segnato Tuta.
Ti ricordi come cantavamo con Stefano “Nebbia in Val Padana, alza la sottana noi… “. Che risate, che orgoglio…
Sto in sentimenti e carichissimo per la gioia di partire sabato a vedere la NOSTRA LAZIO, e niente, mi è partito un po’ di romanticismo ultras che tu sicuramente apprezzerai tantissimo. Eravamo tanti ma dalla sede eravamo i soliti: Io, te, Romanella, Ciccetto, Daniele, Palmiro, Stefanino Casamonica e “Er Pasticca” .
Allo stadio Penzo per Venezia Lazio, la squadra scese in campo scese co’ sti giocatori: Marchegiani, Pancaro (57′ Iannuzzi), Fernando Couto, Negro, Favalli, Sergio Conceicao, Venturin (86′ Okon), Almeyda, Baronio (46′ Gottardi), Mancini, Salas e in panchina c’era Eriksson.
Nonostante la sveja per due a zero, quella era una Lazio forte, che da lì a poco avrebbe vinto prima la coppa Italia, poi l’anno dopo la Coppa delle Coppe, per poi vincere lo scudetto nel 2000.
Quella Lazio era come noi: forte nonostante qualche errore, spavalda e ambiziosa come nessuno. Ciao amico mio. Ci vediamo sabato a Venezia…
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