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Lazio, Pedro come una Fenice: il giocatore incanta l’Olimpico



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L’Araba Fenice è descritta come un uccello dalle piume splendenti, i suoi vivaci colori vanno dall’oro al rosso, ricordando quelli del sole. Secondo la leggenda, questa creatura rinasce dalle proprie ceneri dopo la morte e proprio per questo motivo, simboleggia anche il potere della resilienza, ovvero la capacità di far fronte in maniera positiva alle avversità, coltivando le risorse che si trovano dentro di noi. Si potrebbero fare mille discorsi per raccontare il momento che sta vivendo Pedro, ma mai saranno appropriati come la descrizione dello splendido animale descritto nei miti egizi, greci e anche nella Bibbia, la fenice.
Una Coppa del Mondo, una coppa Europea, tre Champions League, sei scudetti tra Liga e Premier League, una Europa League, e molto altro. Questi sono solo una parte dei tanti titoli vinti da Pedro. Il campione spagnolo ha sposato la causa biancoceleste nell’agosto 2021, voluto fortemente da Sarri, il quale si espresse su di lui in un intervista: “Il giorno prima della finale di Europa League, Zola mi dice: “che idee hai per domani?” Io gli ho risposto: “giocano Giroud e Pedro, gli altri li scegli te”. Queste parole potrebbero bastare per descrivere la carriera di un giocatore che è risultato decisivo praticamente in tutte le finali che ha giocato? forse si, ma quest’anno stiamo assistendo a una seconda giovinezza.
L’anno passato si è concluso non nel migliore dei modi. Sia il poco spazio che il cambio di allenatore non hanno aiutato il morale dello spagnolo che, nella seconda parte della stagione si era quasi spento. Tuttavia quest’estate, la società ha scelto di prolungare il contratto di un anno, sotto lo scetticismo dei tifosi che ritenevano ormai conclusa la sua avventura nella capitale, vista anche la rivoluzione fatta da Fabiani che ha ceduto tutti i veterani di uno spogliatoio ormai alla deriva. Chi pensava che il ruolo di Pedro nella nuova Lazio di Baroni fosse più importante fuori dal campo, con del minutaggio povero, si è dovuto subito ricredere. Il merito va dato anche al mister che ha saputo toccare le giuste corde, mettendo Pedro subito al centro del progetto, attribuendogli delle qualità da leader e da trascinatore, meritatamente. L’ottima gestione del tecnico ha permesso all’ex Barcellona di giocare molto, soprattutto in Europa, dove ha siglato 4 gol, ma anche in campionato (5 gol). Andando più a fondo però, notiamo che i gol sono solo la punta dell’iceberg; perché a stupire in realtà è la cattiveria, la voglia di lottare su ogni pallone, la gioia negli occhi di un uomo che, nonostante abbia vinto tutto in carriera, ha ancora voglia di divertirsi, nell’unico modo che conosce: vincere. Ed ecco come una fenice, questo splendido giocatore ha saputo rialzarsi dalle proprie ceneri, e far vedere a tutti che non si è campioni per caso.

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