Le situazioni ambigue riguardo le direzioni arbitrali, condite dalle solite sviste da parte del Var, iniziano ad aumentare in maniera esponenziale. La partita giocata ieri tra Inter e Lazio ne è la prova.
Potremmo parlare del calo di forma dei giocatori della Lazio, potremmo parlare delle sconfitte da gennaio in poi, che sicuramente non sono frutto di complotti o cause esterne, sia chiaro, ma resta il fatto che anche ieri, sembra essersi vista l’ennesima direzione arbitrale a senso unico. Certo, è sempre sbagliato partire prevenuti, eppure, dopo l’inutile giallo per presunta simulazione da parte di Isaksen a 50 metri dalla porta, risulta difficile far sparire quella strana sensazione di déjà vu.
Detto fatto, verso la fine del primo tempo, i nerazzurri segnano il gol del vantaggio grazie ad uno splendido tiro al volo di Arnautovic. Peccato che al momento del tiro, si può benissimo vedere un De Vrij in fuorigioco che ostruisce la visuale di Mandas. Qualora non fosse abbastanza si potrebbe far caso anche alla trattenuta di Dumfries su Rovella, che stava andando incontro all’austriaco al momento del tiro. Situazione singolare? No, dato che lo scorso anno, al Milan di Pioli, è stato annullato un gol a Bennacer, proprio contro l’Inter, per le stesse dinamiche di ieri. Insomma, due pesi e due misure.
Le problematiche degli arbitri non sono inerenti solo al mondo Lazio. Molto spesso si vedono decisioni prese in una partita, che nella successiva vengono sconfessate. Può capitare a chiunque, certo, eppure, nell’arco del campionato, su 7 interventi Var, tutti e 7 sono stati a sfavore dei biancocelesti. A Fiorentina Lazio, si concede un generoso rigore alla viola su un pestone di Tavares, mentre nell’incontro di ieri Pellegrini riceve il medesimo fallo da parte di Di Marco che avrebbe decretato un penalty ma ignorato totalmente dalla classe arbitrale.
Quali saranno ora le conseguenze? Perché è importante sottolineare che finora, l’AIA ha riconosciuto tutti gli errori subiti dai biancocelesti in questa stagione. Ricordiamo lo stop di Rapuano in Lazio-Fiorentina, dove perde la gara di mano, sorvolando su perdite di tempo, ma soprattutto sulla plateale spinta ai danni di Castellanos, o le dita negli occhi che subisce Romagnoli in un’azione di calcio d’angolo nell’area avversaria. Non solo, così come è stato già punito Ayroldi dopo Lazio-Cagliari, Di Bello dopo Lazio-Milan, Di Paolo dopo Juventus-Lazio e Zufferli dopo Parma-Lazio. Si può dire che i capitolini siano il peggiore incubo della classe arbitrale, e non il contrario (ironia). Ma fanno riflettere certe scelte, a partire dalla gomitata di Douglas Luiz su Patric, a pochi attimi dal gol del definitivo 1-0, seguendo con il gol annullato da Rovella contro il Parma, dopo che sono proprio i crociati a perdere il vantaggio dal presunto fallo dopo la rimessa laterale.
A fronte delle numerose sviste, risulta comunque inopportuno parlare di complotti, ma è doveroso sottolineare che ad oggi la classe arbitrale sta fallendo, in un epoca dove, oltre alla presunta competenza (presunta) del direttore di gara, è presente anche la componente “meccanica” che aiuta la direzione. Nonostante questo, il Var non ha aiutato neanche una volta la squadra di Baroni, anzi. Non è passata inosservata infatti, la doppia classifica degli interventi Var. Dove, provate ad indovinare, la Lazio è prima negli episodi a sfavore (7) e ultima negli episodi a favore (0). Eppure, di episodi a favore ce ne sarebbero dovuti stare, come quelli citati pocanzi. Invece, ci ritroviamo in testa ad una classifica, dove ne avremmo fatto volentieri a meno.
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