Tanti auguri per il trentesimo compleanno al gruppo degli Irriducibili Lazio
In principio ci fu la Lazio dei meno nove e, nella stagione successiva, nascevano gli Irriducibili. Anni di rottura in casa Lazio. Era l’estate del 1986 (gli Irriducibili nasceranno una stagione dopo, esattamente in un Lazio-Padova) e a Roma, sponda biancoceleste, c’è aria di nuovo, voglia di cambiare marcia, dopo la fantastica rimonta dei ragazzi di Eugenio Fascetti. Anche nei tifosi, una volta superato lo scoglio degli spareggi c’è voglia di vedere la Lazio tornare in Serie A. Il punto più basso è stato toccato, la paura più grande sconfitta, ora si può scorgere all’orizzonte solo un futuro migliore. Ma facciamo un tuffo indietro, tornando con la mente a quell’estate torrida fra i sanpietrini della città eterna e la sentenza della Lega di retrocedere la nostra Lazio in serie C.
UNA ESTATE CALDA NON SOLO PER LA TEMPERATURA
Quell’estate fu forse uno dei punti più alti vissuti dal popolo laziale, in coincidenza con uno dei punti più bassi toccati dalla Società, sprofondata per qualche settimana in Serie C. A salvare la Lazio dal baratro furono proprio i tifosi della Curva Nord. La battaglia di Villa Borghese il giorno del verdetto della Disciplinare, la marcia con migliaia di persone che il 20 agosto sfilarono per Roma per protestare chiedendo giustizia.
LA SENTENZA CHE PORTO’ AI DISORDINI
Il 27 agosto i giudici della CAF sono riuniti all’Hotel Hilton per decidere il destino della Lazio. La sera stessa Lazio e Napoli sono in campo per la Coppa Italia ma nessuno pensa alla partita. Sandro Petrucci, giornalista RAI e grande tifoso laziale, viene a sapere che i giudici hanno deciso di confermare la sentenza di primo grado condannando la Lazio alla Serie C per il Calcioscommesse. Decide così di dare la notizia in diretta al TG2 serale mentre all’Olimpico le squadre sono in campo. La notizia rimbalza ai giornali e la sentenza, che significa la fine della Lazio, arriva come una doccia gelata.
LE REAZIONI
L
o stadio in pochi minuti si trasforma in una vera e propria polveriera. Si scatena l’inferno. Risse, scontri con le forze dell’ordine, l’assedio dell’Hotel Hilton con i giudici dentro impossibilitati a lasciare Roma prima dell’annuncio del verdetto. Quella battaglia, prolungatasi per tutta la notte, convinse i giudici a cambiare la sentenza trasformando la retrocessione in una penalizzazione di 9 punti ma nella serie cadetta. Con due punti a vittoria, partire da meno nove fu comunque una penalizzazione pesantissima, o al limite del possibile.
LA CREAZIONE DI UNA NUOVA CURVA NORD
Quella salvezza dal sapore leggendario non fu la sola novità di quegli anni. Il fenomeno del tifo organizzato stava prendendo piede su scala nazionale. Si stava evolvendo. L’aggregazione fra tifosi divenne sempre più uno strumento di socializzazione e in Curva Nord tanti tifosi della Lazio sentivano il bisogno di cose nuove. Fra i tanti giovani che frequentavano quelle gradinate di sicuro c’era anche un certo Antonio Bravaccini, per tutti noi “Il Grinta”. Da lì in poi nacque una lunghissima storia di amore e passione. Qualcosa che farà epoca nel panorama del tifo organizzato nazionale. La nascita di un gruppo che, durante un Lazio-Padova, il diciotto ottobre del 1987 mise uno striscione sul muretto centrale del vecchio Stadio Olimpico. Quel giorno nacquero gli IRRIDUCIBILI LAZIO. All’inizio della stagione c’era fermento non solo in società ma anche in curva. La nascita di un nuovo gruppo, portò una ventata di freschezza fra i tifosi con uno stile unico e ben delineato. Quel gruppo di ragazzi amava la Lazio più di tutto. E per Lei fecero cose impensabili.
L’IMPORTANZA DI MISTER ENRICH
Come simbolo del gruppo fu scelto il protagonista di un fumetto inglese. Mr. Enrich, un uomo con bombetta in testa, immortalato mentre calcia un qualcosa di ipotetico. Un personaggio sicuramente anticonformista, proprio come quei ragazzi che iniziavano a radunarsi in Curva Nord.
CAPITOLO COREOGRAFIE
Sin dai primi anni si accantonarono i tamburi per seguire uno stile più anglosassone e ricercato. Bandierine, sciarpe popular e coreografie divennero una costante ma, soprattutto negli anni d’oro a cavallo del secondo scudetto, il gruppo degli Irriducibili propose opere fino allora impensabili ma soprattutto bellissime. In quegli anni conquistarono notorietà anche fuori dai confini nazionali e la compattezza della gente laziale aumentò. Una tifoseria caratterizzata da goliardia, inventiva e una mentalità diversa. Con schiettezza e sagacia le coreografie hanno raccontato la storia della Lazio, elargendo i suoi tifosi a massimi rappresentanti di un’idea in voga dal millenovecento. L’universo ricostruito nella Nord – ripreso poi anche per un campagna pubblicitaria della Coca-cola – con alcuni tifosi sul tartan vestiti da astronauti, mentre la Curva si riempiva di cartoncini blu elettrico che facevano scintillare il sistema solare raffigurato con i pianeti riprodotti con il polistirolo. In campo la scritta “Il futuro ci appartiene”.
Senza poi dimenticare l’aquila imperiale “osare, credere, spavaldi di essere”, oppure quella dopo i famosi quattro derby vinti “fate il vostro gioco noi poker servito”. Senza poi mai dimenticare quella più identitaria. Quella più vera, seppur politicamente scorretta “AS Roma M****”, ricostruita attraverso fratini dati a ognuno degli ottomila tifosi della Curva Nord.
TRENT’ANNI E NON SENTIRLI
I tempi passano e le generazioni cambiano, ma la fede è ancora ben illuminata. Oggi nel trentennale della nascita di questo gruppo così tanto importante siamo qui a celebrare e perché no, a festeggiare assieme a loro, per ringraziarli per tutto quello che hanno fatto. Dal primo all’ultimo. I nostri migliori auguri vanno a tutti quelli che hanno contribuito a rendere bella la nostra Curva. Dai ragazzi che ebbero l’idea, a quelli che guidarono la Lazio verso il secondo scudetto sfidando il sistema manifestando tutto il loro sdegno in via Allegri. Dai più vecchi ai più giovani, da quelli che ci hanno lasciato fino a quelli che verranno. Irriducibili come stile di vita. Irriducibili se-se-sempre, irriducibili o-o-ovunque.
Davide Sperati e Danilo Tramontana
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