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Il dramma di Tacconi: «Ecco la mia esperienza durante il doloroso percorso della malattia»

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Una battaglia personale

Stefano Tacconi, ex portiere di fama della Juventus, ha recentemente ripercorso il difficile viaggio che ha affrontato dopo essere stato colpito da un aneurisma cerebrale nel 2022. Durante un’intervista concessa a Sportweek, Tacconi ha raccontato dettagliatamente la sua esperienza e le sfide incontrate durante la sua riabilitazione.

Le difficoltà iniziali

Nel corso dell’intervista, Tacconi ha descritto il periodo critico iniziale del suo calvario: "Non capivo niente, e avevo perso trenta chili. Non riuscivo a tenere la testa su, non potevo camminare, balbettavo", ha ricordato. I medici avevano detto a sua moglie che la sua condizione era paragonabile a quella di un bambino di tre anni. Questa situazione lo ha costretto a re-imparare ogni singolo gesto della vita quotidiana. Nonostante tutto, il supporto della famiglia è stato fondamentale. Sua moglie, seguendo diligentemente le istruzioni del professor Barbanera, non ha mai smesso di credere nella sua guarigione.

Il percorso verso la ripresa

Tacconi ha raccontato di essere stato trasferito in un centro riabilitativo a Milano dopo un primo periodo ad Asti, dove il percorso riabilitativo si è dimostrato particolarmente duro. Inizialmente desiderava la solitudine, ma col tempo è riuscito a creare legami con altri pazienti. Un episodio emblematico della sua graduale ripresa è stato quando sua moglie non lo trovò in camera: lui si era unito agli altri degenti per giocare a briscola, ricordandone perfettamente le regole. Questo momento ha segnato un passo importante verso la normalità e ha dimostrato che, nonostante le difficoltà, era sulla strada giusta per la ripresa.

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