I
n casa Lazio sono giorni difficili. A dir la verità, tutta l’annata è stata costellata più da tristezze che da gioie, tolte le parentesi poisitive nel girone di Champions League e la vittoria nel derby di Coppa Italia.
Per il resto, la Lazio è passata dal secondo posto dello scorso campionato, al settimo di quest’anno, ma soprattutto quello che fa più male sono le due dimissioni dei tecnici. Sarri, osannato come ‘maestro di calcio’, ha dimostrato sì di avere le palle, ma anche delle problematiche dal punto di vista umano e tattico. Infatti questa Lazio, con gli uomini che aveva, non poteva mai giocare con il 4-3-3, ma soprattutto bisogna anche dire che diversi giocatori hanno avuto problemi relativi ai premi Champions e ai rinnovi contrattuali che hanno acuito i problemi di casa Lazio.
Poi è arrivato Tudor, mister tosto, sergente di ferro che però fece molto bene col Verona e anche qui nella nostra Lazio, non è stato male il suo ruolino di marcia: su 9 gare disputate ben 5 le vittorie ottenute, 3 i pareggi e una sola sconfitta, con una media di due punti a partita.
Ora la Lazio è di nuovo in difficoltà, come troppo spesso è capitato in questi ultimi anni e non me ne voglia il presidente, non può essere sempre colpa degli altri. Inzaghi va via e la colpa è del mister, Sarri va via e la colpa è del mister, tudor si dimette e la colpa è del tecnico croato. In effetti basta guardare un po’ il passato, tolti i cicli (molto positivi) di Delio Rossi e Simone Inzaghi che sono stati 4 e 5 anni sulla panchina biancoceleste per vedere che tutti i mister arrivati a Roma sponda Lazio, sono sempre durati fra i due e i tre anni.
Purtroppo è un dato di fatto su cui dobbiamo riflettere e perché no accettarlo. Con Lotito presidente ad ogni stagione positiva ne segue una sottotono. Quindi se la matematica non è un opinione, il prossimo anno dovremmo avere una stagione positiva, magari con una campagna acquisti roboante e perché no, vincere di nuovo una coppa Italia.