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Il figlio di D’Amico racconta papà Vincenzo. Piangeva solo per 2 cose

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atteo D’Amico, figlio dell’indimenticabile Vincenzo D’Amico, ha reso omaggio al suo padre durante la serata di ieri. Un evento destinato a ricordare lo storico scudetto del ’74.

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Il Ricordo di un Padre e il Valore dell’Esempio

Vincenzo D’Amico, riportava un sorriso costante. Matteo descrive Vincenzo come un uomo che incuteva coraggio negli altri. Non era un padre che si affidasse molto alle parole, ma piuttosto a insegnamenti tangibili. Matteo ha ereditato da suo padre l’essenza della pura lazialità, che Vincenzo ha insistito a passare non con fanfare o esibizionismi particolari, ma attraverso la quotidiana dimostrazione di essa.

Un Amore Incondizionato per la Lazio, via dal Torino

L’immagine che Matteo ha del D’Amico laziale è affettuosa e genuina. Il padre amava sinceramente la Lazio, al punto da esser capace di piangere solo per la sua squadra del cuore e per la sua famiglia. Un episodio emblematico di tale passione è stato ricordato da Matteo: quando Vincenzo si trasferì al Torino, disse al direttore sportivo di voler tornare alla Lazio, sottolineando che se ciò non fosse stato possibile, se ne sarebbe andato lo stesso.

Un Tributo Sentito e Travolgente

L’omaggio a Vincenzo D’Amico è stato caratterizzato da una straordinaria genuinità di sentimenti, tanto che Matteo ha sentito il bisogno di ringraziare tutti coloro che hanno partecipato a quella che è stata una giornata travolgente. Emotivamente coinvolto dalla commemorazione, ha concluso il suo intervento con un affettuoso ricordo di Maestrelli, un’altra icona laziale: “Maestrelli prende sempre in giro Oddi dicendo che tutti avrebbero potuto giocare oggi, ma Giancarlo no“.

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