O
ggi il mister della Roma Daniele De Rossi, ha esternato nella conferenza stampa prima di Roma Bologna, il disappunto verso le dichiarazioni di Lotito riguardo il caso di Udinese Roma e il giocatore Ndicka.
Il tecnico giallorosso ha parlato male del presidente della Lazio (sbagliando), perché a tutti è sembrato esagerato chiedere la sospensione della gara per un trauma toracico, compreso Sebino Nela, non certo il primo dei tifosi della Lazio.
Per carità, dovere di tutti accertarsi delle condizioni del giocatore Ndicka a cui va tutta la nostra solidarietà, che però non ha mai perso i sensi, dai primi accertamenti dai medici sul campo non ha mai rischiato nulla, pare che nemmeno il defibrillatore ha dato chissà quali segnali di pericolo, ed è stato trasportato all’ospedale in codice giallo, (forse anche esagerando). La Roma poteva giocare subito o anche il giorno dopo. Venti minuti appena e via, e invece no. Allora ecco che imperversa la polemica perché Udinese Roma si giocherà il 25 aprile, 3 giorni appena prima del match contro il Napoli.
Ma in questo caso il regolamento parla chiaro: la gara sospesa deve giocarsi entro 15 giorni, proprio per non alterare i valori in campo. Il problema è sicuramente della Lega che non passa a un campionato a 18 squadre che darebbe più slot per la nazionale e per gli imprevisti di questo genere ma, tornando a noi, Daniele De Rossi seppur simpatico, intelligente e alla mano, dovrebbe ricordarsi di quando era lui ad adottare comportamenti al limite dell’etica sportiva, come nel caso di quella simulazione storica, forse la più importante della nostra Serie A: Roma Chievo del 7 maggio 2013, Dainelli pesta il piede al centrocampista giallorosso e il tuffo del romanista fa il giro del mondo, sbeffeggiato da tre quarti del pianeta. Quindi, prima di giudicare gli altri, sarebbe più opportuno pensare ai propri di comportamenti. Per storia e tradizione da voi nessuna lezione!