Lazio Juve di Coppa Italia resterà per sempre una delle più belle partite a cui abbiamo assistito. Quel Lazio Juventus di Coppa rimarrà sicuramente scalfito nelle menti dei tantissimi supporters biancocelesti che erano presenti in quella fredda notte di fine gennaio a Roma.
span style="font-weight: 400;">Giusto per essere democratici, quella partita – ahimè – se la ricorderanno anche i tantissimi tifosi juventini che, senza mancargli di rispetto, non potranno mai dimenticare quegli ultimi (otto) minuti di una partita che regalò ai pionieri capitolini la finalissima contro gli eterni rivali della Roma.
Negli anni Lazio e Juve si sono scontrate diverse volte nella coppa nazionale e anche nella Supercoppa e, seppur non può essere paragonata al più blasonato Inter-Juventus, la sfida tra biancocelesti e bianconeri appassiona sempre tantissimi tifosi italiani perché rappresenta due squadre che fanno dello stile e della signorilità alcuni dei loro tratti distintivi.
Quella fu una gara davvero emozionante perché la vincemmo dopo un tourbillon di emozioni. All’andata, seppur sfavorita, la formazione di Mister Petkovic riuscì ad agguantare un pareggio nel finale grazie ad una preziosa rete di Stefano Mauri, che riportò in equilibrio il risultato, dopo il vantaggio dei bianconeri siglato dal difensore Peluso.
Valeva ancora la regola dei gol segnato fuori casa e quindi nella gara di ritorno era la Juventus che doveva fare la partita. Ciononostante la Lazio attraverso una prova caparbia e garibaldina, riuscì a passare in vantaggio grazie alla rete del Tata Gonzalez nei primi minuti del secondo tempo.
Ovvio che l’armata bianconera avrebbe espresso tutto il suo potenziale alla ricerca di un pareggio che però tardava ad arrivare. Comunque era nell’aria che la zampata della vecchia signora prima o poi sarebbe arrivata, e fu così che Arturo Vidal, sfruttando un errore della difesa biancoceleste, al novantunesimo mise a segno il gol del uno pari riportando tutto in perfetto equilibrio.
Quando tutti sugli spalti credevano che i tempi supplementari fossero lo scenario più prevedibile, ecco che sull’imminente capovolgimento di fronte, la Lazio guadagnava un calcio d’angolo sotto la tribuna Monte Mario. Soltanto i più ottimisti avrebbero creduto che Sergio Floccari di testa avrebbe gonfiato la rete riportando i nostri in vantaggio. Ma fu proprio così: dopo appena due minuti dal gol bianconero, la Lazio si è riportava subito in vantaggio. APOTEOSI ALL’OLIMPICO!!!
Mancavano soltanto tre minuti alla fine del match e la Lazio aveva la qualificazione in tasca. Era fatta. Mancava solo l’ultima azione di gioco e poi sarebbe stato Finale! Ormai era cosa fatta. Soltanto altri tre fottuti minuti di gioco dividevano la Lazio dalla finale di Coppa Italia. Però fu talmente tanta la paura che per la legge d’attrazione ecco che la Juve stava di nuovo pareggiando il conto delle reti, ma questa volta il gol del due a due avrebbe qualificato la formazione di Antonio Conte, per la regola dei gol in trasferta.
La Lazio, come si dice qui a Roma – però meglio non dirlo – diciamo che dopo il gol di Floccari aveva paura e non ce la faceva più a sopportare quella pressione causata proprio da un goal inaspettato. Quel gol di Floccari che di fatto aveva provocato uno scossone talmente forte che aveva imbambolato i giocatori in campo. La Juve dal canto suo sapeva che sarebbe uscita entro i prossimi due minuti di gioco e allora con tutte le forze rimaste cercò di realizzare un gol che gli avrebbe consentito di accedere alla finale.
Palla a centrocampo verso Giovinco che cerca il triangolo, Ciani che si perde la marcatura, l’attaccante riceve palla ritrovandosi solo davanti a Marchetti. In quel momento tutti insieme noi laziali abbiamo fatto in modo che il portierone biancoceleste respinse quel dannato pallone che, ancora più sfortunatamente, cadde sui piedi di Marchisio il quale solo davanti alla porta e senza nessun ostacolo, clamorosamente indirizzava la palla al di fuori della porta.
Se per il tiro di Giovinco abbiamo invocato tutti i santi possibili e inimmaginabili, chissà cosa abbiamo pensato quando la sfera è andata sui piedi del capitano bianconero che – incredibilmente – non c’entrava lo specchio della porta, regalando di fatto l’accesso alla finale alla nostra cara amata Lazio.
8 minuti di adrenalina pura. 8 minuti non adatti a chi soffriva di cuore. 8 minuti di vera goduria sportiva. Quel Lazio Juve di Coppa Italia me lo ricorderò per sempre così.
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