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l 28 febbraio 1942, nella pittoresca Mariano del Friuli (GO), vide la luce uno dei colossi del calcio mondiale: Dino Zoff.
Le sue gesta calcistiche ebbero inizio tra le fila della squadra del suo paese, la Marianese. Nel 1960, fece il suo ingresso nella squadra riserve dell’Udinese, indossando la maglia bianconera per il debutto in Serie A. L’anno successivo, nella Serie B, conquistò il ruolo di titolare inamovibile. Nel 1963, si trasferì al Mantova per 30 milioni di lire, rimanendovi per quattro stagioni. Nel 1967, Dino Zoff passò al Napoli per 120 milioni di lire, oltre alla cessione del cartellino di Claudio Bandoni. Con i partenopei, Zoff difese la porta per cinque stagioni consecutive, dalla sua prima partita casalinga il 24 settembre 1967 fino alla sconfitta esterna contro l’Inter il 12 marzo 1972.
Nel 1972, si unì alla Juventus, rimanendovi fino al suo definitivo ritiro nel 1983. A trent’anni, divenne il portiere titolare della Vecchia Signora e mantenne la sua presenza in campo fino alla fine della stagione 1982-1983. Con la maglia bianconera, Zoff collezionò numerose vittorie, sia da giocatore che da allenatore, vincendo sei volte il titolo di Campione d’Italia, due Coppe Italia e una Coppa UEFA. Dopo la finale di Coppa dei Campioni persa ad Atene contro l’Amburgo, Zoff decise di ritirarsi.
In Nazionale, Zoff totalizzò 112 presenze, contribuendo alla vittoria dei Giochi del Mediterraneo nel 1963, del Campionato Europeo in Italia nel 1968 e del Campionato del Mondo in Spagna nel 1982. Le sue imprese lo fecero entrare nella Hall of Fame del Calcio italiano nel 2012, nella Walk of Fame dello Sport italiano nella categoria ‘Leggende’ nel 2015 e nelle ‘Leggende del calcio’ del Golden Foot nel 2004. Ricevette anche importanti onorificenze, tra cui il titolo di Commendatore Onore al Merito della Repubblica Italiana nel 1992 e di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana nel 2000. Nel 2003, l’Università di Cassino gli conferì la Laurea Honoris Causa in Scienze Motorie e Sportive. Nel 2014, pubblicò il libro “Dura un attimo, la gloria”.
Dopo il ritiro, Zoff intraprese la carriera di allenatore, dirigendo inizialmente la Nazionale Olimpica e successivamente la Juventus, vincendo la Coppa Italia e la Coppa UEFA nel suo secondo anno. Ricevette premi individuali come il Guerin d’Oro nella stagione 1989/90 e il Seminatore I.N.A. nel 1990. Tuttavia, fu costretto a lasciare la Juventus a causa di un riassetto societario.
Successivamente, fu chiamato a guidare la Lazio, riportandola in Coppa UEFA. Nel 1996, Zoff fu offerto il ruolo di presidente della Lazio, dopo essere stato esonerato come allenatore e riconfermato come presidente per due stagioni consecutive. Successivamente, fu nominato Commissario Tecnico della Nazionale Italiana, raggiungendo la finale del Campionato europeo del 2000, persa contro la Francia. A seguito di critiche politiche, si dimise dall’incarico e tornò alla Lazio come Vice Presidente. Successivamente, tornò a guidare la Lazio come allenatore, prima di essere esonerato e richiamato più volte. Infine, nel gennaio 2005, allenò la Fiorentina fino al termine della stagione, ritirandosi definitivamente dal mondo del calcio.