Il Poicho è ricoverato in una clinica psichiatrica di Buenos Aires, dove il trattamento a cui è sottoposto è molto rigido. Per circa un mese non può ricevere visite né vedere la tv, e ha espresso la sua frustrazione ai suoi cari.
Il Pocho è isolato nella clinica di riabilitazione, dove nessuno potrà fargli visita per una ventina di giorni, nemmeno suo figlio o i suoi fratelli. Il trattamento a cui si è sottoposto è severo, ma lui è consapevole di non avere scelta. Gli è stato tolta anche la possibilità di vedere la tv, e ogni tanto gli lasciano usare il cellulare per spezzare un po’ la routine.
Quando può usare il cellulare, il Poicho è arrabbiato per quello che sente e vede. Vorrebbe chiamare i programmi televisivi per urlare la sua rabbia per quello che si dice su di lui. È ricoverato in una struttura psichiatrica per affrontare i suoi demoni e il reporter suggerisce che il suo problema principale sia l’alcol, che lo ha trascinato verso la dissoluzione.
Il Poicho si rende conto che deve rimettere a posto la sua vita e le sue abitudini per il bene del suo figlio. Ha bisogno di silenzio intorno a sé e di tempo per riprendersi, non importa quanto tempo ci voglia, è una fase indispensabile per uscire dal vortice che lo ha inghiottito.
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