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La vita in prigione di Dani Alves: dopo un anno chiede una richiesta speciale

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ani Alves è detenuto da un anno nel carcere catalano di Brians 2 ed è stato rinviato a giudizio per il reato di violenza sessuale dalla Procura di Barcellona. Il processo per stupro che lo vede imputato inizierà il 5 febbraio prossimo: in base alla legge spagnola rischia una condanna fino a un massimo di 15 anni. Ad accusarlo è una donna 23enne spagnola, incontrata una sera nella discoteca Sutton della capitale catalana. L’aggressione e gli abusi sarebbero avvenuti il 30 dicembre 2022 in un bagno del locale. Il calciatore brasiliano è detenuto in condizione di custodia cautelare dal 20 gennaio scorso e i giudici hanno sempre respinto ogni istanza di liberazione su cauzione da parte dei suoi legali ritenendo alto il pericolo di fuga sia per la capacità economica, sia per la residenza in Messico (conservata nonostante il club Pumas abbia sciolto il contratto), sia per la doppia nazionalità brasiliana e spagnola, sia per la mancanza di accordi di estradizione tra i due Paesi.

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Dani Alves si presenterà al processo con un nuovo avvocato: Cristóbal Martell non lo difende più. La difesa del giocatore si è concentrata su una narrazione secondo cui il rapporto sessuale avvenuto in bagno durante la serata nella discoteca sarebbe stato consensuale e non estorto con la violenza. Tuttavia, le testimonianze e i riscontri forensi raccolti hanno smentito questa versione dei fatti, portando alla decisione di mandare Alves a processo.

In carcere, Alves ha avuto difficoltà ad adattarsi alla nuova realtà e a fronteggiare la privazione della libertà. Ha avuto un grave disagio emotivo, ma è stato in grado di trovare una forma di sostegno tra i suoi compagni di prigionia. La sua situazione personale ha influenzato anche la sua vita privata, portando al divorzio dalla moglie Joana Sanz, che lo ha sostenuto durante quest’anno difficile.

La vicenda legale di Dani Alves è in corso e il processo inizierà il 5 febbraio. L’accusa di violenza sessuale potrebbe portare a una condanna fino a 15 anni, che avrebbe enormi conseguenze per la carriera del calciatore, considerando i numerosi successi ottenuti in campo. La difesa ha tentato di riportare la sua versione dei fatti, ma le prove raccolte sembrano contraddire la sua narrazione, con testimonianze contrastanti e versioni incongruenti dei fatti. Nei corridoi del carcere, è stato coinvolto in varie situazioni legate alla sua fama, ma ha ricevuto anche un sostegno finanziario da parte di Neymar, che ha pagato le spese legali e offerto aiuto in questa delicata fase della sua vita.

Adesso l’ex campione brasiliano è in attesa del processo, con la speranza di ottenere una sentenza meno severa rispetto alla condanna di 15 anni che potrebbe ricevere, ma la sua situazione personale e la sua carriera sono già state gravemente colpite dai trascorsi avvenimenti.

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