span style="font-weight: 400;">Stamattina ci siamo svegliati tutti un po’ così. Ieri sera abbiamo perso male una gara che non ci ha visto mai protagonisti, contro un Inter che è molto più forte di noi e a cui auguriamo di vincere la Champions League.
Le statistiche del match sono impietose: la Lazio non ha mai tirato nello specchio della porta, praticamente ha fatto metà dei passaggi dell’Inter e il possesso palla è stato solo del 38%. Insomma una gara che sin dalle prime battute, mostrava delle differenze abissali. Però, tutto sommato, nel primo tempo avevamo subito soltanto una rete e nella ripresa potevamo quantomeno, non dico giocarcela, ma provare a opporre resistenza, e invece quel rigore così ingenuo, da parte di un giocatore esperto come Pedro, ha di fatto spezzato le gambe ai ragazzi chiudendo la gara. I rimanenti 40 minuti sono stati di una noia mortale. Un’agonia perché tutti noi sapevamo che “non c’era trippa per gatti”.
Una Supercoppa demotivante. Sarri ha ragione
La cosa che – forse – abbiamo tutti percepito è che i giocatori in campo non sembravano giocare al massimo dell’agonismo. Ok le differenze tecniche fra i due schieramenti su cui non si può far nulla, ma quello che è mancata è stata la grinta, la tigna e il mordente.
Sì i ragazzi hanno fatto il loro compitino, ma nulla di più e nulla di meno. Sarri ha ragione, come dargli torto. Una Supercoppa che non solo si gioca in un altro continente, ma che addirittura si gioca fra quattro squadre, di cui la Fiorentina che lo scorso anno è arrivata ottava. La Supercoppa deve essere disputata tra la vincente dello scudetto e la vincente della Coppa Nazionale. Punto.