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otito punzecchia la Roma. I giallorossi sono stati tra i temi dell’intervista che il presidente della Lazio ha concesso a ‘Radio Serie A’.
L’esordio del colloquio è però affidato ad un argomento ancora caldo: l’addio di Milinkovic. “I top club – svela in proposito il patron – non ci hanno mai fatto offerte concrete. L’unica fu di una squadra italiana che offrì oltre 100 milioni di euro. Io però rifiutai perchè mi ero impegnato con Inzaghi e poi perchè non avremmo fatto in tempo a sostituirlo. Quest’estate invece lui ha fatto una scelta personale. Io non volevo venderlo e gli ho offerto anche ingaggi importantissimi. Ma, lui prima della fine del campionato, mi disse che voleva fare una nuova esperienza“.
Domani ci sarà Italia-Ucraina, decisiva per la qualificazione a Euro 2024: “Abbiamo tutte le possibilità per riuscire. Di giocatori e allenatori però se ne trovano tanti, ma di presidenti pochi. Bisogna creare quell’alchimia legata non solo alla capacità tecnica, ma all’ambiente a 360°. Io ho un minimo di esperienza nel ruolo e so che un presidente è fondamentale. Deve essere capace di stimolare e far esprimere al meglio i giocatori, oltre che di far credere in un progetto. E’ come un padre di famiglia, un punto di riferimento“.
Tornando alla Lazio, l’esordio in Champions si avvicina: “La squadra, a livello qualitativo e numerico, ha tutto per competere. L’anno scorso abbiamo ritenuto che la Conference non fosse di nostro interesse. La Champions è diversa, dà risorse straordinarie e grande visibilità. In vista dell’Atletico, dovremo verificare le condizioni fisiche e psicologiche dei nazionali. La speranza è che arrivino in condizione e che gli sforzi profusi non ne intacchino la prestazione“.
LOTITO PUNZECCHIA LA ROMA. E SULLO STADIO…
Ma il presidente non dimentica la questione ‘stadio di proprietà’: “Le problematiche che possono incidere sulla realizzazione le conosco bene. Sto lavorando su alcune idee, tra cui il Flaminio, e poi vedremo quale sarà la soluzione. Noi vogliamo un impianto efficiente, adeguato alle esigenze e che rappresenti un valore aggiunto. Ristrutturando il Flaminio, non si possono ottenere alcuni ricavi. Lo stadio ex novo invece è complicato da fare su Roma. Lo proposi su un terreno di mia proprietà, ma me lo impedirono e fu un errore per la città“.
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