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Pellegrini si presenta: “Giocare dipende da me. Il derby? Vale tre punti”

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Pellegrini si presenta. Arrivato sul gong del mercato di gennaio, il laterale classe 1999 ha fatto quest’oggi il suo primo assaggio ufficiale del mondo biancoceleste. In attesa di esordire con la nuova maglia, si è divertito a rispondere alle domande dei cronisti presenti a Formello. A partire da quella sul tifo per la Lazio, che ha sempre seguito anche dall’estero: “Chiamavo sempre i miei amici più stretti, che sapevano sempre tutto prima degli altri. E insieme ci scherzavamo un po su“.

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Adesso che ha realizzato il sogno di giocare nella squadra del cuore, l’obiettivo è convincere Sarri a dargli una chance. “Credo di avere le potenzialità per riuscirci. Lo conoscevo già da prima e qualche concetto mi è rimasto. Lo stimo molto per come vede il calcio, un altro fattore che mi ha spinto a venire qui. Tutti i giocatori con cui ho parlato mi hanno detto belle cose di lui. Ci ho lavorato insieme solo due mesi, ma ho visto qualcosa e spero di sfruttarlo a mio favore“.

Anche i nuovi compagni gli hanno fatto una buona impressione: “Mi hanno stupito anche se tanti già li conoscevo. Avevo un rapporto in particolare con Romagnoli, Patric e Zaccagni, ma anche gli altri mi hanno impressionato tantissimo. Credo sia un gruppo davvero unico, con dei grandi valori. Ambientarsi, anche predisposti, non è mai facile, ma io ci sono riuscito subito benissimo“.

Un approdo concretizzato solo in extremis: “La certezza l’ho avuta l’ultimo giorno. Se ne parlava da tempo, ma per me non era molto importante, visto che leggo poco i giornali. Un anno e mezzo fa, però, quando ho letto che la Lazio cercava un terzino sinistro, scherzando ho detto al mio agente ‘andiamo’“. Sul possibile esordio: “Ogni allenatore vede la partita diversamente. Quando sarò pronto, chiedete a lui. Io ho completa fiducia, se non mi ha messo ancora avrà i suoi motivi“.

Dalla sua ha già tanta esperienza, nonostante la giovane età: “Girare tanto ti dona un bagaglio culturale ampio. All’Eintracht ho visto un altro calcio, diverso da quello italiano. Ho capito che è uno sport complicato e giocarlo in ogni condizione può fare la differenza. Mi porto bellissimi ricordi e sensazioni. Abbiamo fatto un campionato importante e ci siamo qualificati per gli ottavi di Champions. Penso sia un’esperienza che tutti dovrebbero fare, perché ti arricchisce e ti apre la testa sulla cultura e il modo di sentire il calcio di altri paesi“.

Sui suoi modelli: “Fino a 16 anni non lo avevo, avendo cambiato tanti ruoli. Quando poi mi sono avvicinato al terzino sinistro, mi sono appassionato a Bale, Maldini e a Marcelo. Non ho un idolo in particolare, ma cerco di rubare qualcosa da ognuno“. Farsi largo nella Lazio non sarà facile: “Sarri mi ha detto come battuta che non fa giocare chi arriva quando sono arrivato io. Gli ho risposto che dipenderà da me, se riuscirò a dargli una mano“.

In che modo? Pellegrini non ha dubbi: “Portando energia, buonumore e voglia di continuare a spingere. Ma anche voglia di fare bene e musica nello spogliatoio, che prima non c’era“. Per la gioia della sua famiglia: “A casa non si poteva parlare del mio arrivo alla Lazio, neanche con gli amici. Perché poi uno ci resta male. Solo adesso sto iniziando a realizzare. Io, la mia famiglia e i miei amici siamo tutti laziali, quindi abbiamo accolto la notizia come una favola“.

Arriva in una squadra con tanti italiani: “Penso sia una cosa estremamente positiva. Anche perché parliamo di giocatori forti. Sicuramente aumenta l’appartenenza e rende più facile trasmettere ai nuovi l’identità“. E fa un pensiero anche alla maglia azzurra: “È il sogno di ogni bambino. Prima però devo essere confermato qui anche per l’anno prossimo. La Nazionale poi sarà il punto di arrivo“. Lo stesso vale per le punizioni: “Prima devo giocare, poi in campo ne parleremo. Magari Sergio non sarà d’accordo, quindi dovrò essere bravo io a convincerlo“.

Conclusione sul derby, che vivrà da ex giallorosso: “Penso sia importante, ma alla fine vale comunque tre punti. Proverò delle emozioni, ma penso che ormai riuscirò a gestirle. So che come partita è più sentita delle altre, ma non credo vi sia differenza in modo particolare. La Roma ha fatto parte del mio passato, quindi sarà una gara da ex come tutte le altre“.

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