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urva Nord chiusa, la Lazio non ci sta. Il club non ha digerito la punizione del settore più caldo della propria tifoseria dopo i fatti di Lecce. Complici i presunti cori razzisti indirizzati agli avversari di colore Umtiti e Banda, gli ultrà biancocelesti saranno costretti a seguire da casa la partita di domenica contro l’Empoli. Alla condanna nei loro confronti si è unita anche quella della società, che però ha deciso di presentare ricorso d’urgenza contro la decisione del Giudice Sportivo.
CURVA NORD CHIUSA, LA SOCIETA’ CONDANNA I CORI RAZZISTI
“La S.S. Lazio – si legge in una nota ufficiale – anche oggi condanna i protagonisti di questo gesto deprecabile, anacronistico e vergognoso. Come sempre, collaborerà con le autorità per individuarli. I tifosi della Lazio non sono razzisti e non possono essere associati a pochi individui che ledono gravemente l’immagine del club“. Una ‘sparuta minoranza’, quindi. E proprio su questo aspetto il presidente Claudio Lotito farà leva presso Gerardo Mastrandrea per ottenere la revoca del provvedimento.
CURVA NORD CHIUSA, LE TESI CONTRO IL PROVVEDIMENTO
Erano in mille, sostiene il patron, a sostenere la squadra al Via del Mare. Non è credibile, a suo avviso, che tutti quanti si siano resi protagonisti di quei beceri ululati. Quei pochi che li hanno elevati, prosegue, possono benissimo essere individuati attraverso le immagini della videosorveglianza dello stadio. Sono loro, e solo loro, infatti – conclude – a dover essere sanzionati. In caso contrario, oltretutto, a pagare sarebbe anche la memoria di Mihajlovic. Che verrebbe onorato in uno stadio semivuoto. Basterà questo per convincere il Giudice?