S
e nel 2006 ci avessero detto che una nazione del blasone dell’Italia avrebbe incassato due uscite al primo turno e due non qualificazioni ai Mondiali, probabilmente lo avremmo ridicolizzato e messo alla gogna. La sconfitta a Palermo contro la Macedonia è stata la ciliegina (per rimanere in tema) di un fallimento scontato ed annunciato.
ITALIA FUORI DAI MONDIALI – IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
La vittoria dell’Europeo ha illuso tutti, dai dirigenti ai tifosi. Le vittorie comunque dovevano far riflettere, i modi in cui sono arrivate. Da gol non convalidati ai rigori passando per le giocate individuali dei singoli che ieri erano assenti. Nulla da togliere ad una cavalcata trionfale che ci ha fatto passare dalle notti magiche a di nuovo quelle tragiche, ma il disastro era comunque alle porte :
LE SCELTE DEL MISTER
Il primo punto sono sicuramente le scelte del Ct Mancini. Una qualificazione persa per un doppio rigore sbagliato alle qualificazioni. Le colpe non vanno assolutamente a Jorginho, ma con una Nazionale di rigoristi, dopo le difficoltà dagli 11 metri dello “specialista” perché non provare a mandare un altro compagno. Qui il Mister è stato poco cattivo, poco anche nelle convocazioni e nella stesura delle formazioni. Squadra che vince non si cambia qualcuno potrebbe dire, ma lasciare in panchina o in tribuna i giocatori più in forma del Campionato (Zaccagni, Scamacca, Tonali e Pellegrini) per preferirne altri in evidente stato di fuori forma è da masochisti.
I GIOVANI ITALIANI E LA SERIE A
Il secondo punto mette in evidenza il nostro Campionato. Costituito dal 62% di giocatori stranieri (343 su 553), peggio di noi solamente la Premier League. La Serie A è anche tra le leghe più anziane del vecchio continente con un età media che supera di gran lunga i 25 anni, l’esatto contrario di Liga e Bundesliga dove i giovani nazionali già a 18 anni giocano stabilmente titolari. La paura dei nostri allenatori passa anche dalle scelte di mercato, piuttosto che promuovere i giovani della Primavera si punta agli over 30 stranieri. La velocità e genialità dei nostri ragazzi manca anche nelle competizioni europee. La maggioranza dei nostri talenti non ha mai giocato o appena esordito in Champions League e i risultati imbarazzanti dei club, passano anche da queste scelte. L’Italia deve ripartire e rifondare un intero sistema calcio e regalare di nuovi sogni.
LAZIO SASSUOLO – VENDITA TAGLIANDI