LAZIO Parla Di Canio: le parole in una lunga intervista al ‘Corriere dello Sport’. Tra i temi trattati, la seconda avventura in biancoceleste e il big match contro la Juventus.
LAZIO Parla Di Canio. Un colloquio quello con la redazione del direttore Ivan Zazzaroni, ovviamente, a forti tinte biancocelesti. Quelle con cui, dopo esservi cresciuto e averle poi lasciate (amaramente) anni prima, visse una delle ultime esperienze da calciatore, nella stagione 2004-2005. Uno dei primi grandi colpi di Lotito. “Da uomo vero – racconta Di Canio – andai dal presidente e gli dissi che volevo chiudere la mia storia con la Lazio. Ne ero felicissimo, ma al tempo stesso dentro fremevo, perchè sentivo che li stavo tradendo e non lo meritavano“. Poi la chiamata da Formello: “Allora Lotito non lo conoscevo. Mi ha telefonato e mi ha chiesto se volevo venire alla Lazio gratis. Gli risposi che ero tifoso biancoceleste, ma siccome lasciavo un contratto importante, volevo preservare la mia dignità. Risultato, sono rimasto undici giorni nel limbo, perchè non c’erano i moduli nuovi. In effetti capii che si trattava di una squadra appena salvata dal fallimento e c’erano mille problemi“. Infine, la presentazione, in un clima bollente: “Era pieno agosto e a Formello c’erano cinquemila persone. Non ero emozionato, ma scioccato. Lotito poi arrivò con tre ore di ritardo, mentre la gente sveniva per il caldo. In quel mentre, io rimasi da solo nello spogliatoio e iniziai a piangere come un bambino“.
E domani c’è Lazio-Juve, sfida che Paoletto vivrà da doppio ex: “Da una parte i bianconeri alla ricerca del proprio passato, dall’altra i biancocelesti proiettati verso il futuro. Allegri rivuole la vecchia squadra compatta e solidale, ma ne ha una più fragile. Il centrocampo non riesce nè a costruire nè a filtrare. In più c’è troppa altezza e lentezza nei primi passi. La Lazio di Sarri invece deve giocare veloce, a uno-due tocchi, e poi andare a colpire in verticale. Per questo Luis Alberto all’inizio ha faticato: come giocatore è fantastico, ma forse rallentava troppo il gioco“. Chiusura con un pronostico: “La sosta, i viaggi e gli infortuni potrebbero incidere. La Lazio forse è quella che ha la condizione migliore, visto che ha maggiore capacità di aspettare e ripartire“.